DISCORSO DIVINO

Fate della Verità il principio guida della vostra vita

6 luglio 1996

Incarnazioni dell’Amore!

Satya, Dharma, Santhi, Prema e Ahimsa sono veramente i principi vitali dell’uomo.



La Verità è la Forma effettiva di Dio

La gente pensa che avere umanità significhi compiere le attività normali che una persona deve effettuare nella vita di tutti i giorni ma queste attività sono soltanto occupazioni relative alle cose del mondo e non inerenti la spiritualità. Riferire gli eventi così come sono, come voi li vedete e come voi li gestite, costituisce solamente la verità temporale; la Verità spirituale è differente, è oltre il regno del tempo, dello spazio e delle circostanze e non è relativa ad alcun momento, luogo o individuo. Essa trascende le tre qualità, Sattva, Rajas e Tamas. Questa Verità è in effetti Dio e tutto emerge da questa Verità.



La Creazione emerge dalla Verità e si dissolve nella Verità.

C’è un luogo nel cosmo in cui la Verità non esista?

Visualizzate questa Verità pura e immacolata.



I cinque elementi sono scaturiti dalla Verità; incapaci di comprendere questa verità, voi considerate vere le realtà fisiche e temporali che sono ciò che vedete con gli occhi, udite con le orecchie e pensate con la mente. Questa verità inerente le cose del mondo è la causa della contentezza e del dispiacere, concerne la realtà temporale soggetta a cambiare con il passare del tempo mentre la Verità spirituale permane nei tre periodi del tempo; per questo si dice: “La Verità rimane la stessa nel passato, nel presente e nel futuro (Trikalabadyam Satyam)”. Questa Verità è la base di tutta la Creazione. Che cosa si intende per Satyam che consiste di tre sillabe? “Sat” significa “Principio vitale”, “y” indica il cibo e “am” rappresenta il Sole. Ogni essere è dotato del Principio Vitale, alla cui base c’è il cibo, e il Sole è la causa di tutta la vegetazione e delle piante coltivate che procurano il cibo all’uomo. La combinazione del Principio Vitale, del cibo del Sole costituisce la Verità quindi tutti e tre sono incarnazioni di Brahman: la vita è Brahman, il cibo è Brahman e il Sole è Brahman.

“Satya” è composto di tre sillabe cioè Sa, ta e ya; se invertiamo il loro ordine abbiamo Ya, ta e sa. Ya rappresenta le rinunce e le osservanze (Yamas e Niyamas), ta simboleggia le austerità (Tapa) e Sa indica Dio che è l’incarnazione della Verità per cui, se osservate le austerità attenendovi alle rinunce e alle osservanze, otterrete la visione di Dio. Questo è ciò che si intende per Satya. L’aderenza a Yamas e Niyamas denota il controllo dei cinque sensi di percezione e dei cinque di azione; voi dovreste controllare i sensi e fare così penitenza. Che cosa si intende per penitenza? Non significa mettersi con la testa in basso e i piedi in alto, il significato vero di Tapa si trova nell’unità di pensiero, parola e azione: dite quello che pensate e fate ciò che dite. Questa armonia tra i tre costituisce il Trikarana Shuddhi e soltanto se insieme a questo osservate Yamas e Niyamas otterrete la visione di Dio che è come dire:



Brahman è l’incarnazione della Verità, della Saggezza e dell’Eternità.

Satyam Jnanam Anantham Brahma



La Verità è conoscenza, la conoscenza è infinità e Dio è infinito. Brahman denota illimitatezza e vastità quindi la Verità è la forma effettiva di Dio ma oggi l’uomo considera la realtà materiale come verità e dimentica la Verità spirituale, percorre la via dell’ignoranza e non vede la luce della conoscenza.



La Verità spirituale è immutabile

Secondo la tradizione indiana antica, la vita dell’uomo è divisa in quattro stadi (Ashram) che sono: lo stadio del celibato (Brahmacharya Ashram), lo stadio del capofamiglia (Grihastha Ashram), lo stadio del solitario (Vanaprastha Ashram) e lo stadio del rinunciante (Sannyasa Ashram). Questi sono i nomi dei quattro stadi della vita dell’uomo, questa è la verità secolare. La persona che attraversa questi quattro stadi è la stessa; gli stadi cambiano, la persona no. Ciò che cambia è la verità terrena e ciò che rimane immutato è la Verità spirituale. La Verità immutabile è il fondamento e, sul fondamento di Satya, si erge la dimora del Dharma; ad essa si può dare qualunque colore, qualunque nome, la si può decorare come si vuole ma il fondamento non può essere cambiato. Il fondamento è ciò che si intende per Satya. “Non c’è Dharma più grande dell’aderenza alla verità (Satyannasti Paro Dharma) ”. Satya è la base del Dharma, è “Ciò che sostiene il Dharma (Dharayati iti Dharma); il Dharma è sostenuto e assistito da Satya. In effetti, Satya è la base fondamentale per tutto ma, sfortunatamente, l’uomo oggi ha dimenticato questo Principio di Verità. La nostra antica cultura vedica insegna



“Dì la verità, pratica la rettitudine”

Satyam Vada, Dharmam Chara



eppure oggi non troviamo uno su mille o persino su un milione che aderisca alla verità. Le persone compiono l’adorazione di Satyanarayana una volta l’anno ma, per il tempo rimanente, calcano soltanto il sentiero della menzogna; una volta tanto esse possono dire la verità e aderirvi ma perseguono la falsità per il resto della vita. Questa non è umanità; l’umanità vera si trova nell’aderire alla verità per tutta la vita.



Voi siete le incarnazioni di Ananda

Che cosa si intende per umanità? Comportarsi senza ignoranza è umanità. L’uomo dovrebbe basare la vita sulla verità al fine di vivere senza ignoranza; solamente allora può essere chiamato essere umano (Manava) nel senso vero della parola. Il termine Manava consiste di tre sillabe di cui Ma significa “ignoranza”, na vuol dire “senza” e va indica il comportamento; chi conduce la vita senza ignoranza è quindi Manava. Per definire la stessa parola in un altro modo, la si può dividere in due parti cioè Ma che ha anche il significato di “non” e nava che vuol dire “nuovo” quindi il termine Manava si riferisce a qualcuno che non è nuovo, che non è venuto in esistenza appena in questa nascita; egli è molto antico, è eterno. Tale parola mostra queste verità e di conseguenza l’uomo dovrebbe dedicare la vita a questi principi di Verità e Umanità. La meta della vita umana è l’esperienza di Sat-Cit-Ananda. Sat significa “essere” che è eterno e Cit sta per “consapevolezza che denota “conoscenza”; quando l’uomo combina Sat e Cit sperimenta naturalmente Ananda o Beatitudine. Siccome egli non sa sperimentare la Beatitudine, la va cercando dappertutto. In verità la forma vera dell’uomo è Beatitudine ma egli, incapace di comprendere questa verità, la cerca altrove per cui, in effetti, va girovagando in cerca di se stesso! Non è sciocco colui che cerca se stesso in giro? Si può trovare se stessi in un altro luogo? Le persone anelano Ananda dicendo “Voglio Ananda, voglio Ananda”, chiedono quale oggetto o persona possa darla loro, cercano di acquisire oggetti materiali vari e incontrare persone varie per ottenerla e ancora compiono molti sforzi per questo scopo ma negli oggetti, negli individui e nei conseguimenti mondani non c’è Ananda: Ananda è in voi, voi stessi siete la forma vera di Ananda. In effetti, voi siete immersi nell’oceano di Ananda.



La bolla d’acqua nasce nell’acqua,

cresce nell’acqua e si fonde con l’acqua;

l’uomo è la bolla d’acqua e Dio è l’acqua.

Ascoltate questa verità oh valorosi figli di Bharat!



Dov’è il bisogno di cercare Ananda altrove? Non essendo capace di comprendere questa verità, l’uomo è diventato un ignorantone. Questo è l’effetto dell’illusione (Maya).



La vita è un’illusione, gli attaccamenti secolari sono un’illusione,

la vita familiare è un’illusione, la morte è un’illusione.

Perché si dovrebbe diventare vittime dell’illusione?



Voi stessi siete la causa dell’illusione; Maya non si vede in alcun luogo, in effetti non esiste affatto, ed è chiamata Maya proprio perché non esiste da nessuna parte. Dov’è Maya? La potete vedere soltanto quando appare: nell’oscurità, voi scambiate una corda per un serpente e per questo fuggite da una corda. Quando la illuminate con una torcia, vedete che è soltanto una corda e la paura sparisce: la potete perfino prendere in mano. Quando l’avete scambiata per un serpente, era una corda e anche quando avete visto che era una corda, anche allora era una corda. Il serpente non fugge via quando lo illuminate né la corda viene lì; era una corda allora e tale è rimasta. Similmente, voi siete l’incarnazione di Ananda che lo sappiate o meno; il sentire di averla persa è dovuto solamente all’ignoranza. Quando vi libererete dell’ignoranza e otterrete la Saggezza-Conoscenza (Jnana), comprenderete di essere l’incarnazione di Ananda. Il Principio Divino della Beatitudine non viene né va. Quando conoscete questa verità, sapete tutto; qual è questa verità? E’ Trikarana Shuddhi. Voi dovete dire ciò che pensate e fare ciò che dite; l’unità di pensiero, parola e azione è verità. Essi sono in relazione stretta. L’altro giorno vi ho detto che Io (Aham) nasce dall’Atman quindi Aham è figlio di Atman. La mente è nata dall’io quindi è la nipote dell’Atman, la parola nasce dalla mente per cui è bisnipote dell’Atman che è come dire che Atma, Aham, mente e parola appartengono tutti alla stessa famiglia. Nello stesso modo dovrebbe esserci una relazione stretta tra il cuore e la parola e tra questa e l’azione; questa armonia tra il cuore, il dire e l’agire è il Trikarana Shuddhi e quello è Verità (Satya). Satya non si limita all’affermazione di ciò che si vede e si ode, Satya è la vostra forma reale. Qual è il fattore che vi fa dimenticare questa verità? Lo si può identificare con un esempio relativo alle cose del mondo.



Rifugiatevi sempre nella Verità

Studenti! Voi potete non aver esperienza di questo ma che l’individuo debba affrontare molte difficoltà quando si sposa è un fatto. Nella vita fisica (Samsara) non c’è felicità; Samsara indica “un poco” più “sara”ovvero ciò che ha poca Sara o esistenza. Non c’è grande felicità nel Samsara; esso può darvi soltanto poca felicità. Quando prendete moglie, nella famiglia nascono molti tipi di difficoltà e sconvolgimenti; se avete due mogli, i vostri problemi si moltiplicano. Il padre di Druva, Uttanapada, aveva due mogli e per questo dovette affrontare delle difficoltà enormi; la seconda moglie non permetteva che Druva sedesse sulle ginocchia del padre perché era nato dalla prima moglie. Ella prese a dire al Re Uttanapada che soltanto suo figlio aveva il diritto di sedergli in grembo con il risultato che Druva si ritirò nella foresta e il Re subì dolore e sofferenza grandi. Voi conoscete anche la storia di Dasarata che aveva tre mogli: egli si arrese completamente ai desideri della terza di loro e mandò nella foresta Sri Rama che era nato dalla prima moglie pur essendo Egli l’incarnazione del Signore Narayana. Quale sarà quindi il destino di uno che ha dieci mogli? Chi ha dieci mogli? E’ la mente le cui dieci mogli sono i dieci sensi dell’uomo. Com’è grande la sofferenza che questi sensi impongono alla mente! Gli occhi chiedono “Comprami un televisore, portami ad un buon cinema”, la lingua comincia a tormentarla “Portami il Masala Dosa e il Dahi Vada più deliziosi”, il naso dice “Prendi un fiore profumato per me” e così anche le orecchie vogliono udire della musica buona; com’è possibile soddisfare i desideri di tutti questi sensi? Soddisfare completamente anche uno solo di essi è difficile; come si può soddisfarne dieci? Incapace di soddisfare i dieci sensi, la mente soffre indicibilmente e soltanto allora prega “Oh Signore, io non voglio questo Samsara” e si sforza di controllare i sensi. Quali sono le preoccupazioni che affliggono la mente?



Esser nati è un’afflizione, essere sulla terra è un’afflizione,

il mondo è una causa di afflizione e anche la morte lo è,

tutta l’infanzia è una seccatura e così la vecchiaia,

la vita è un problema, il fallimento una frustrazione;

tutte le azioni e le difficoltà causano preoccupazione,

persino la felicità è una fonte di timore misterioso.

Soltanto la devozione a Swami metterà fine a tutti i vostri problemi.

Oh esseri umani! Fate nascere in voi una tale devozione e amore.



Soltanto la Verità trionfa

Allora la mente comincia a pregare “Oh Signore! Io non posso più sopportare questa sofferenza; Ti prego, vienimi gentilmente in aiuto”. Fino ad allora, essa non pensa a Dio. Le persone pregano soltanto in tempo di difficoltà; quand’è che siete afflitti dalle preoccupazioni? Solamente quando dimenticate la Verità. Oggi, la ragione di tutte le preoccupazioni dell’uomo è l’aver dimenticato la Verità. Seguite la Verità e avrete successo in tutti i campi della vita; la vittoria arride sempre a coloro che seguono la Verità e non agli altri. Non potete essere vittoriosi con la forza fisica, con il potere intellettuale, con un’enorme ricchezza e un numero rilevante di seguaci; tutti questi non possono superare la Verità, è la Verità che trionfa. Non c’è niente al mondo che possa soverchiare la Verità. Solamente la Verità trionfa (Sathyameva Jayate), nient’altro può ottenere la vittoria.



La Verità è una ma i saggi vi si riferiscono con nomi vari

Ekam Sat Viprah Bahudha Vadanti



Se seguite la Verità, potete ottenere la vittoria in tutti i tentativi; qualunque problema serio possiate dover affrontare, potete venirne a capo seguendo la Verità. Non c’è niente al mondo che la Verità non possa ottenere; essa può ottenere tutto. Satya ha un potere così grande che può cambiare il cielo in terra e la terra in cielo quindi prendete rifugio nella Verità. La Verità è Dio e se la dimenticate, la vita non ha alcun significato. Le persone di questo mondo sono vittime di moltissimi problemi e sofferenze perché hanno dimenticato la Verità. Se dimenticate la Verità e vi affidate a qualunque altra cosa, non potete ottenere la vittoria. Voi potete occupare una posizione di autorità e un grado elevato di istruzione ma essi non possono condurvi alla Verità; per quale ragione? La ragione si trova nel fatto che tutti questi sono raggiungimenti di cose del mondo e vi conducono solamente a scopi relativi al mondo; Satya vi conduce sul sentiero del distacco (Nivritti) e soltanto se comprendete questa verità potete essere vittoriosi nella vita.

Studenti! In qualunque situazione avversa della vita mantenete Satya come principio guida davanti a voi. Mantenete le vostre promesse in qualunque situazione; se avete fatto una promessa a qualcuno, dovete attenervi ad essa fino all’ultimo respiro. Quando Vamana chiese tre passi di terra, Bali promise di dargli ciò che aveva chiesto; il suo consigliere Sukracharya gli proibì di soddisfare quella richiesta ma egli disse: “Esiste un peccato più grande del venir meno a una promessa? Io gli ho dato la mia parola, non la tradirò sia quel che sia”. Voi dovreste emulare ideali simili e vivere nella verità; il mondo può essere salvato soltanto se la gente seguirà questo principio di verità. Oggi la gente segue il cammino della verità e della rettitudine? No, ascolta molti discorsi, legge migliaia di libri e va ad incontrare centinaia di anime nobili ma che cosa segue? Che cosa pratica? Quanto sperimenta? Niente del tutto.



Liberatevi della dualità della mente

Molti si definiscono uomini sapienti (Pandit); cosa significa il termine Pandit? E’ colui che è padrone dei Veda, dei testi sacri, delle epiche e dei racconti mitologici? O è chi ha accumulato una conoscenza enorme? No, no. La Bhagavad Gita rifiuta queste affermazioni e dichiara: “L’equanime è un Pandit (Pandita Samadarshina)”. Un Pandit vero raggiunge l’equanimità, la mantiene nella gioia e nel dolore, nella lode e nel ridicolo, nel piacere e nella pena; egli è indifferente al caldo e al freddo. Nel mondo ci deve essere questo e quello; queste dualità sono parte e componente della vita nel mondo. Quando soffrite della calura dell’estate, voi volete il fresco dell’inverno; ma quanto ne potete godere? Quando il caldo è forte, dite “Oh Signore, non son capace di sopportare questo calore” e desiderate la frescura ; il caldo e il freddo sono forse sotto il vostro controllo? No, sono doni di Dio. Queste dualità sono le caratteristiche di questo mondo; l’essere umano può godere la vita e sperimentare la pace e la contentezza solamente grazie ad esse. Nessuno vuol mangiare sempre cose dolci; se mangiate dei dolci per dieci giorni, l’undicesimo giorno desiderate mangiare dei sottaceti e, dopo averne mangiati per qualche giorno, volete di nuovo i dolci.



Si deve rimanere equanimi nella contentezza e nel dispiacere,

nel guadagno e nella perdita, nella vittoria e nella sconfitta.

Sukhadukhe Samekruthva Labhalabhau Jayajayau



Il piacere e la sofferenza, il profitto e la perdita sono del tutto naturali in questo mondo ma, in questa dualità, l’individuo deve mantenere l’equanimità, non deve fissarsi sulla dualità soltanto perché ce n’è tanta. Un uomo che ha la mente duale è mezzo cieco quindi non abbiate una mente duale. La mente dell’uomo oscilla come un pendolo di qua e di là e, finché questa oscillazione continua, egli sperimenta soltanto la dualità; quando esso si ferma, la mente diventa stabile e calma e allora egli sperimenta l’unità dell’anima individuata (Jiva) con Dio (Brahman). L’uomo deve quindi cercar di controllare le divagazioni della mente. Finché essa oscilla, voi siete legati al tempo; quando essa diventa immobile, sperimentate il Principio dell’Unità, trascendete il tempo. Il tempo è Dio.



Salutazioni al tempo, all’Uno che è oltre il tempo,

all’Uno che ha conquistato il tempo, all’Uno che trascende il tempo,

all’Uno che è l’incarnazione del tempo e all’Uno che destina il tempo.

Kalaya Namah, Kala Kalaya Namah, Kaladarpa Damanaya Namah,

Kalatitaya Namah, Kalasvarupaya Namah, Kalaniyamitaya Namah



Raggiungete la Meta del viaggio della vita

Dio è il Signore del tempo; se prendete rifugio in Dio, il tempo non ha alcun potere di farvi danno. In effetti, l’uomo dovrebbe diventare il padrone del tempo; chi trascende il tempo è un essere umano vero. Il tempo è Dio e Dio è il residente del vostro cuore; la grandezza dell’essere umano non è misurabile perché Dio Stesso è installato nel suo cuore. Dio è arrendevole verso i Suoi devoti per cui pensare di essere inferiore in qualunque modo non si adatta all’uomo.



La nascita umana è la più rara tra quelle di tutti gli esseri viventi.

Jantunam Nara Janma Durlabham



Nascere come esseri umani è una fortuna rara, non disprezzate mai la nascita umana. Questa nascita umana (Nara Janma) deve essere offerta a Narayana; questo ne è lo scopo vero. L’uomo deve innalzarsi al livello del Divino, deve evolvere dall’animalità all’umanità e da questa alla Divinità ma, sfortunatamente, egli oggi va nella direzione opposta e degenera al livello degli animali. Non usate mai la marcia indietro, usate sempre la marcia avanti e procedete; perché dovreste fermarvi? Voi non dovreste fermarvi fino ad aver raggiunto la meta; questo è lo scopo del viaggio della vita umana. Come dovreste condurre la vita? Dovreste vivere seguendo le quattro “F” di cui vi ho già parlato. La prima F corrisponde a Follow the Master (Seguite il Maestro). Chi è il Maestro? La coscienza è il Maestro. La seconda F si riferisce a Face the devil (Affrontate il diavolo), la terza F indica Fight to the end (Lottate fino alla fine) e la quarta F sta per Finish the game (Finite il gioco). Questo è lo scopo della vita e il gioco della vita.



La vita è un gioco, giocalo

La vita è un sogno, realizzalo

La vita è una sfida, affrontala

La vita è amore, godine.



La vita dell’uomo è colma di significati profondissimi e misteri grandissimi. Oggi l’uomo degrada questa vita umana così sacra, Divina, nobile e sublime; perché? Perché ha dimenticato la Verità. Molti pensano che tre quarti di Verità sia vita ma Io non lo accetto; e l’altro quarto? Non tre quarti ma tutta la Verità è vita. La Verità è Dio. Dio è pieno.



Quello è pieno, questo è pieno.

Quando si prende il pieno dal pieno, ciò che rimane è ancora il pieno.

Purnamada Purnamidam, Purnat Purnamudachyate,

Purnasya Purnamadaya, Purnamevavashishyate.



Dio è pieno, voi siete pieni, il mondo è pieno e ogni cosa è piena per cui la Verità è piena e la Pienezza è Verità. Comprendete profondamente questa verità e non rivolgetevi alla menzogna per quanto possibile; in una situazione, in cui dire la verità può essere pericoloso o può mettervi in difficoltà, non dite né la verità né una menzogna, rimanete silenziosi.



Si dovrebbero dire soltanto parole veritiere, piacevoli e ben intenzionate che siano benefiche per gli altri.

Anudvegakaram Vakyam Satyam Priya-hitham Cha Yat



Pregate con sincerità di sentimenti e purezza di cuore

Una volta il Signore Indra decise di mettere alla prova un grande yogi che stava osservando due voti; il primo concerneva l’impegno a non offendere o ferire nessuno e il secondo comportava il non dire mai bugie. Al fine di metterli in pratica, egli osservava un’austerità severa. Il Signore Indra andò da lui nella veste di un cacciatore che inseguiva un cervo. Quando l’animale gli passò davanti, lo yogi aprì gli occhi e lo vide nascondersi in un cespuglio; il cacciatore arrivò sul posto e gli chiese: “Swami, sto inseguendo un cervo; l’hai visto?” Lo yogi fu preso nel dilemma: se avesse detto di non averlo visto, avrebbe mentito e, se avesse rivelato dove il cervo si trovava, il cacciatore lo avrebbe ucciso. In un modo o nell’altro, avrebbe rotto uno dei due voti. Allora pregò Dio di dargli una visione o un’idea che gli permettesse di mantenere ambedue i voti e Dio gli dette immediatamente una visione; Egli risponde subito a coloro che Lo pregano con purezza di cuore. Dio non esaudisce le preghiere di coloro che pronunciano le preghiere senza alcuna sincerità indipendentemente da quanto a lungo preghino. Quelli che pregano con sentimenti sinceri e cuore puro ottengono una risposta immediata da Lui. Appena Dio gli dette la visione, lo yogi disse al cacciatore: “Gli occhi che vedono non possono parlare e la lingua che parla non può vedere: che cosa posso dire?” Gli occhi che hanno visto il cervo non possono parlare, la lingua che può parlare non lo ha visto; in questo modo egli evitò una situazione difficile. In questo mondo, ogni volta che l’uomo si trova in un dilemma simile, dovrebbe risolverlo seguendo questa strada; non dite la verità che comporterebbe un pericolo e contemporaneamente non fate peccato dicendo il falso. Seguite la via di mezzo perché il mondo è illusorio. Sin dalla vostra tenera età, non dite mai bugie. In una situazione difficile, non dite il falso né la verità; meglio tacere.





(Bhagavan ha concluso il Suo Discorso con il Bhajan “Hey Siva Sankara Namami Sankara…”).



Prasanthi Nilayam

2 Luglio 1996,

Sai Kulwant Hall



(Dal Sanathana Sarathi, Novembre 2010)