Studenti, incarnazioni dell'Amore,
educatori ed insegnanti,
Necessità di un'istruzione
[1] l'istruzione rende gradevole l'uomo: con essa si possono acquisire ricchezza, prosperità e stima, si provvede al sostentamento e si prospetta una vita ricca di gioie. Nell'istruzione si ritrova il migliore insegnante, il più grande maestro. Quando si va all'estero è l'istruzione, non già la ricchezza, che viene in soccorso e che, per l'apertura mentale che comporta, attira persino la considerazione dei sovrani. Chi, dunque, non ha la fortuna di avere un'istruzione, vive in condizioni peggiori di quelle di un animale.
Chi non assaggia il nettare della Verità
non sarà altro che un essere senza vita,
un fantoccio.
Come potrà chiamarsi uomo per eccellenza
chi non conosce i propri doveri?
Se una persona non sperimenta la pace,
non può essere che un bruto:
come è possibile ritenerla
uomo dotato di mente?
Chi non ha amore nel proprio cuore
è come una terra arida:
non può sostenere n‚ se stesso n‚ altri.
La vera istruzione, dunque,
sta nel far acquisire queste quattro qualità:
Verità, Rettitudine, Pace, Amore.
O nobile gente, qui raccolta in assemblea,
che altro può dirsi vera istruzione?
Incarnazioni del Divino Amore!
La forza dell'educazione
[2] L'istruzione è l'espressione di tutto quanto permette di vivere, di esprimersi e servirsi del mondo al livello materiale, per consentire una vita tesa al raggiungimento delle realtà più elevate, supreme. Solo ciò che dà la forza e la capacità di affrontare i problemi quotidiani e di avere successo nella vita merita il nome di educazione ed è l'educazione che può riempire di significato e di aspirazioni la natura della vita e ogni cosa.
Il metodo dell'istruzione
[3] Soltanto nella giusta correlazione fra mente, mondo e individuo si può avere una corretta comprensione dell'istruzione. È solo per suo mezzo che gli esseri umani si possono sentire un'unica famiglia, ci può essere unione nella società ed ogni vita può fondarsi sulla cooperazione e sulla solidarietà. Purtroppo, però, gli attuali metodi pedagogici non offrono un'educazione adeguata. Fra la gente ordinaria e gli scienziati, sono ben pochi al mondo gli intelligenti. Non è facile trovare un metodo che sfrutti appieno il potenziale intellettivo e la saggezza di un popolo; anzi, è proprio a causa di un improprio utilizzo delle conoscenze scientifiche che nel mondo si continua a soffrire.
Il sistema scolastico attuale
[4] Oggigiorno si ritiene che l'educazione debba avere per finalità massima la soddisfazione dei sensi. L'attuale sistema scolastico serve solo a dare un'intelligenza più vivace, ma non ad instaurare nelle persone le qualità e le virtù che servono nella vita. I governanti del nostro paese si son dati un gran da fare per apportare innovazioni e cambiamenti nelle metodologie e nei sistemi educativi. Sono sorti numerosi comitati, i quali però han finito per riunirsi a prendere il tè, piuttosto che a condurre ricerche metodologiche in grado di fornire modelli da imitare e di trasformare il sistema educativo corrente. Hanno fatto progetti sulla carta, ma non li hanno attuati nella pratica.
Mancanza di unità
[5] Qual è la causa di tutto ciò? Tra sforzi immani e innumerevoli contrasti, gli Indiani sono riusciti a raggiungere la libertà, ma non hanno raggiunto stabilmente l'unità. La causa di tutti i problemi è la mancanza di unità. L'unità è la vera essenza dello scopo di vivere. Nulla al mondo può giungere a perfezione senza l'unità. Tutti i problemi che affliggono il mondo d'oggi sono nati proprio dall'aver trascurato un fattore importante come l'unità e dal volere ad ogni costo la libertà. Il sistema educativo necessita di numerosi cambiamenti: in esso occorre dar rilievo alla saggezza e alla discriminazione. Purtroppo, alla crescita in statura non corrisponde in proporzione quella del discernimento, senza il quale la scienza porterà alla rovina.
Umiltà
[6] L'umiltà costituisce l'indispensabile forza vitale del sapere; una virtù che manca agli eruditi d'oggi. Tutto quanto viene fatto non tiene in alcuna considerazione il futuro della nazione. Ecco la ragione per cui nell'uomo d'oggi mancano sia la saggezza che questo potere di discernere, tanto utili e costruttivi.
Degrado attuale
[7] Sfortunatamente, molti sbagliano nel credere che l'educazione abbia compiuto enormi progressi presso le varie istituzioni che si sono create in numerosi villaggi. È sciocco ritenere che, con l'incremento degli istituti, sia cresciuta anche l'educazione. Quando non si ha ben chiara la base dell'istruzione, si finisce per spendere milioni di rupie senza raggiungere ciò che è essenziale ad una appropriata e buona educazione.
Tutto il progresso dell'attuale educazione
sta nell'essere ingrati verso chi
vi ha fatto del bene,
vi ha fatti crescere e vi ha mantenuto,
nel deridere maestri e professori
che vi hanno dato un'istruzione.
Questo sembra essere tutto il progresso
dell'educazione acquisita!
Si respingono culture arcaiche e secolari
e, con esse, le tradizioni popolari.
Perciò, nascono scontento e inquietudine,
mentre si trascurano il carattere
e l'integrità morale.
Ecco tutto il progresso
dell'educazione attuale!
I popoli non hanno compreso
le idee ed i sentimenti nobili.
La cultura indiana,
basata su valori e tradizioni elevati,
oggi non viene più compresa nel modo giusto.
Quale sfortuna o sventura peggiore di questa
poteva mai capitarvi?
La cultura
[8] La cultura dell'India, che, fra tutte, si ritiene essere di massimo grado, oggi non viene recepita, e coloro che ne hanno compreso la grandezza non fanno alcun sforzo per attuarla nella vita pratica. Gli studenti d'oggi non hanno capito che cosa significhi veramente "cultura". La gente ha dimenticato che "cultura" significa trasformare la vita umana in vita divina e non compie alcun sforzo per comprendere il principio sottile che sta sotto gli aspetti fisici, intellettuali e spirituali dell'uomo. La cultura consiste nell'ottenere unità e integrità nella vita di ogni giorno e nel dare rilievo all'unità esistente fra il fisico, il mentale e lo spirituale. È la cultura che può consentire all'uomo di godere appieno della vita, nel superamento delle divergenze superficiali di casta e di credo. Autentico sapere è quello che dimostra l'Uno in ciò che è molteplice e differenziato, quell'Uno che non è possibile descrivere in ogni Suo aspetto.
Una cultura universale
[9] La cultura dell'India è davvero grande ma, purtroppo, gli studenti d'oggi non l'ammettono. Va, inoltre, rilevato che le finalità e gli insegnamenti della cultura indiana non sono patrimonio esclusivo degli Indiani, bensì sono destinati all'umanità intera. Nessuno può negarlo. Questa cultura ha due caratteristiche fondamentali: il timore del peccato e l'amore verso Dio.
Se non si teme il peccato,
se non si ama Dio,
in un essere umano scompaiono
i sentimenti e le qualità umane.
Quale peggior disgrazia?
Integrità dei semplici
[10] Tra gli abitanti delle città non si trovano le buone qualità e i sentimenti religiosi che si possono riscontrare tra i contadini incolti. Le tribù e le popolazioni agresti possiedono delle virtù ideali, ignorate presso altri popoli. Proprio là dove sorgono innumerevoli istituzioni educative e dove sono in aumento tecnologie e civiltà moderne d'ogni tipo si manifestano atrocità di tutte le specie, empietà e problemi vari. Invece, fra la gente che coltiva la terra, laddove mancano organizzazioni educative o altri servizi del genere, troviamo moralità e purezza di costumi. Che vantaggi trarrete da quel tipo di educazione?
Decadenza della scuola
[11] Si stanno dimenticando i sentimenti e le virtù umane, mentre prendono piede qualità bestiali. Se c'è un impegno, è per andare alla ricerca di soddisfazioni. Ben lontana, quindi, rimane la pace della mente! Le istituzioni scolastiche o educative, dove gli studenti dovrebbero trovare pace e benessere, sono invece diventati luoghi di agitazione e di distruzione. Che razza di educazione è mai questa?
Il prodotto tecnologico
[12] Principale obiettivo dell'educazione è mettere in pratica ciò che si è appreso per il benessere della società. Ma, oggi, il sistema educativo induce l'uomo in scelte sbagliate e in una corruzione dilagante in molti settori. La scienza e la tecnologia hanno portato a progressi sorprendenti, e ciò è evidente soprattutto nel campo dell'istruzione. Ma le conoscenze fornite dalla scienza, anziché arricchirvi, vi hanno danneggiati. La salute e la felicità prodotte dalla tecnologia moderna non pareggiano il deterioramento della società e non permettono all'uomo di sperimentare la vera pace nella sua vita quotidiana. Grazie al progresso tecnologico e scientifico, abbiamo avuto un'invasione di radio e TV. Le sale cinematografiche si sono moltiplicate e un gran numero di aerei solca i nostri cieli. Pur fra tante visioni, comprese quelle televisive, non siete capaci di ingraziarvi la Visione Divina... Per questo è diventata insopportabile la vita dell'uomo. Il prezzo di questo progresso è assai elevato, perché è andata persa la pace della mente e la salute fisica, mentre l'uomo si infiacchisce ogni giorno di più. Il senso morale ha raggiunto il livello di guardia.
Corruzione per elettrodomestici
[13] Vi chiederete: come mai accade questo? Alcuni esempi tratti dalla vita di ogni giorno ce lo possono spiegare. Prendete, ad esempio, la radio e la TV. Non c'è famiglia che non aspiri ad averle in casa. Per la gente, un'abitazione senza TV non è una casa, o è una casa incivile e rozza. Osservate il sistema di vita del ceto medio: potrete rendervi conto di quanti problemi queste famiglie devono affrontare. Come possono permettersi una radio o una TV con uno stipendio di 1000 o 1500 rupie al mese? Le famiglie, soprattutto i figli, si crucciano se non possiedono queste cose, ed è per questo che il capofamiglia, per accontentare moglie e figli, ne decide l'acquisto. E, poiché non hanno soldi per comprare questi generi, si lasciano indurre in un comportamento corrotto. Ecco dove vi ha portati il gran progresso tecnologico! Dal ceto più modesto sino alle più elevate classi sociali, pur di accontentare moglie e figli, i mariti si impegnano in acquisti che non si potrebbero permettere senza corruzione.
Corruzione per una scuola
[14] Facciamo un altro esempio. Per ottenere che un figlio frequenti una scuola rinomata, si devono pagare dalle 500 alle 10000 rupie. Per giunta bisogna acquistare anche la divisa della scuola; se non paga la retta e non porta la divisa, un ragazzo non può accedere a quella scuola. Come fa un genitore di ceto medio a permettersi quelle spese? Perciò si avvia per una strada disonesta e, in questo modo, la cosiddetta scienza fa perdere all'uomo la pace dello spirito.
Una scienza civile
[15] Non si deve ostentare ciò che non ci si può permettere, perché sarebbe un inutile sperpero. Un medico, un avvocato, un pubblico ufficiale hanno bisogno dell'auto per muoversi. Pur in mezzo a problemi e a difficoltà finanziarie, devono procurarsi a tutti i costi un'automobile o, quantomeno, una motocicletta. Senza questi mezzi, rischierebbero di perdere clienti. Sono questi i problemi che la gente si trova a dover affrontare continuamente e, per risolverli, imbocca sentieri immorali. Per dirla chiara, la responsabile di questa immoralità è la scienza. In sé la scienza non ha nulla di cattivo: l'errore sta nel suo uso indebito. Occorre una cultura che insegni ad usare la scienza in un modo conforme alle regole del vivere civile.
La cultura dell'ego
[16] La vera istruzione consiste nella completa e totale conoscenza del S‚. A questo dovrebbero essere indotti gli studenti, invece di essere assillati da un mucchio di problemi che riguardano il mondo della scuola. Per un briciolo di cultura, il loro ego si fa grande come una montagna ed essi finiscono per detestare la cultura dell'India. Ecco un genere di cultura completamente sbagliato.
Scopo della cultura
[17] Bisognerebbe andare a fondo nel significato di "cultura". Non crediate che serva soltanto a trovare un impiego o a migliorare le vostre condizioni materiali. Il suo scopo è far vivere una vita nella felicità e nel donarsi agli altri. Se perdete l'onore, a che vi servirà quel tipo di istruzione?
Gratitudine verso i genitori
[18] Per mezzo dell'istruzione andrebbero sviluppate l'integrità, la moralità e un senso di gratitudine per la vita che è stata donata. Ci sono persone colte oggi, che non dimostrano alcun rispetto per i propri genitori. Costoro dimenticano che il sangue, il cibo e la testa sono un dono dei loro genitori e che la mancanza di rispetto verso di loro non è certo indice di istruzione.
Salvare l'India
[19] L'ignoranza si sviluppa accanto alla saggezza e alla conoscenza (vale a dire, la zizzania cresce insieme al buon grano, NdR). Studenti, se volete acquisire conoscenza e istruzione, lo dovete fare unicamente nell'interesse della nazione e non per il vostro tornaconto. L'India potrà essere salvata soltanto se verrà assegnato alla sua cultura il posto che le spetta e se essa verrà intesa nel suo vero valore. Nello stesso momento in cui perdeste la cultura indiana, perdereste l'India. Considerate questa cultura come il sangue che scorre nelle vostre vene. Si chiama cultura indiana, perché l'hanno formata gli Indiani, sebbene in realtà appartenga a tutta l'umanità, in quanto fornisce le basi per coltivare la suprema conoscenza della Divinità.
Parvenza d'uomini
[20] Che cos'è un essere umano senza le virtù umane? L'uomo ha conservato soltanto le apparenze della sua specie, perché ha perso la linfa vitale delle virtù proprie di un essere umano. Ed è per questo che si è impegolato in numerosi problemi. La società, comunque, non va abbandonata al suo destino. Dobbiamo contribuire a fortificarla.
Cultura e servizio
[21] Le istituzioni scolastiche sembrano delle fabbriche che sfornano diplomati e laureati. Non è questo lo scopo principale di un istituto: esso è la sede dove va raggiunto quel particolare livello in cui sia possibile comprendere la relazione esistente tra istruzione, discernimento e conoscenza, in modo da servirsene a vantaggio della società. Non ci si può ritenere colti per il solo fatto che si sono completati dei corsi di studio e superati gli esami. Si deve essere a servizio della società con una vita ideale: considerate la società come la vostra stessa vita. Non si può vivere da estranei alla società, nemmeno per un solo istante. Gli uomini d'oggi pensano solo ai propri interessi e a quelli della propria famiglia a cui si dedicano con ogni sforzo, ignorando le esigenze sociali.
Umiltà, contegno, disciplina.
[22] Anticamente l'istruzione esigeva molto rispetto. Gli studenti, allora, vivevano una vita semplice e naturale, non basata sull'esibizionismo e sulla competizione, come fanno oggi. Sia l'abbigliamento che il contegno erano molto dignitosi e lodevoli, improntati al massimo riguardo. Voi ora non avete l'idea di quanto grande fosse la loro umiltà, non capite che cosa sia implicito nel contegno e nella disciplina. A che serve l'istruzione, se non si comprendono queste tre nobili qualità? Occorre dare alla vita un carattere di onorabilità ed aiutare la società col proprio ed altrui benessere. Nel contempo, andrebbe seguito anche il sentiero spirituale, perché il cammino della trasformazione non parte dal naturale per giungere allo spirituale, bensì dallo spirituale per arrivare al naturale. Al contrario, gli studenti che vorrebbero dominare la natura, ne sono diventati schiavi, soffrendo la mancanza di Verità e di Rettitudine; non sono in grado di capire il senso della Retta Azione.
Rapporto studenti e insegnanti
[23] Un'esistenza basata sulla verità trascende le tre dimensioni del tempo: riconcilia il passato con il presente e con il futuro. Purtroppo, però, questo tipo di vita è andato perduto. Oggi è opinione comune che fare tutto ciò che piace sia il giusto sistema di vita. Gli studenti non apprezzano l'amore dei loro insegnanti e non portano loro il dovuto rispetto. Non li temono, mentre sono gli insegnanti a temere gli studenti. Ecco perché, nell'attuale sistema scolastico, i docenti non vedono l'ora di allontanarsi dagli alunni. Che tipo di istruzione sarà mai questa? Sarebbe dovere degli studenti mettersi a disposizione dei loro professori e farli contenti. Ma questo è un obiettivo difficile da raggiungere.
Indifferenza dei politici
[24] Un tempo, il numero degli allievi era esiguo, ma il livello culturale di prim'ordine. Oggi, invece, la tendenza è tutta a rovescio. Con l'aumento degli studenti è in declino la qualità dell'istruzione, e questa propensione costituisce la norma. Esiste un'opinione secondo la quale l'aumento della popolazione è inversamente proporzionale a quello dell'istruzione. Una volta c'erano 5 o 6 studenti per sezione; oggi ce ne sono 50 o 60. Il governo non si rende conto dei danni arrecati da un tal genere di istruzione. Le disposizioni governative permettono ad ogni tipo di studente di frequentare la scuola, sia esso predisposto o no. Ai politici non interessa conoscere chi si dedica ai problemi dell'educazione. Essi, anziché seguire una precisa linea politica e discutere sulla materia pedagogica, occupano tutto il loro tempo alla salvaguardia del loro scanno. È urgente la necessità di apportare modifiche all'attuale sistema scolastico e ci si dovrebbe impegnare al fine di predisporre un programma educativo adeguato e ottimale. Il Paese può prosperare soltanto laddove fiorisce una giusta educazione; altrimenti, il regresso diventa la norma.
Amor patrio
[25] Cari studenti, rispettate per prima cosa i vostri genitori. Entrate a far parte della società e mettetevi al suo servizio: consideratela come il vostro stesso corpo. Abbiate sempre presente che l'istruzione va a servizio del Paese e che le vostre risorse fisiche, mentali e spirituali vanno dedicate alla nazione. Una vita non dedicata al proprio Paese è sprecata. Dichiarate con tutto il cuore: "Questa è la mia Madre Terra e questa è la mia madrelingua". Come potranno servire la nazione quegli sfortunati che non sanno accattivarsi l'amore dei propri genitori? Con l'insegnamento instaurato nei nostri istituti, però, oggi è possibile auspicare il benessere e la sicurezza del Paese.
Incarnazioni del Divino Amore,
La vera istruzione
[26] cercate di scoprire che cos'è la vera istruzione. Non potete dire di essere delle persone istruite, se fondate il vostro sapere unicamente sui libri. Può dirsi colta una persona per il semplice fatto che sa leggere e scrivere o ha conseguito una laurea? Senza saggezza e senza conoscenza non c'è vera istruzione. Se l'istruzione viene intesa unicamente come qualcosa di necessario per il sostentamento, che cosa farebbero di diverso gli animali o gli uccelli, le cui attività sono volte alla sopravvivenza? L'istruzione, sia ben chiaro, non serve solo a vivere. Leggere e scrivere non sono indispensabili alla vita fisica e, con un po' di pratica, è possibile apprenderli.
Atma Vidya
[27] L'istruzione va messa in relazione col cuore e, solo in quel caso, si può definire Atma-Vidya, ossia Conoscenza dell'Essenza Suprema. Questa sola è la conoscenza spirituale.
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Mentre l'istruzione del mondo, come le conoscenze della Fisica e della Chimica, può paragonarsi a un insieme di piccoli corsi d'acqua, la Conoscenza dell'Essenza Suprema è paragonabile all'oceano: tutte le correnti di pensiero si uniranno per confluire in Essa, proprio come tutti i fiumi confluiscono nell'oceano.
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Per che cosa piangere?
[28] La conoscenza spirituale, senza la quale l'umanità sarebbe senza luce, può essere raggiunta anche mediante il sapere del mondo. È fondamentale la fiducia in se stessi. Si geme e ci si lamenta per tante piccole cose, ma non ci si preoccupa di ciò che è più importante, non si ha cura di ciò che si deve acquisire. Si piange alla nascita, si piange quando qualcuno muore e si continua a piangere per tutta la vita... Ma, si piange forse quando la rettitudine viene meno? Per che cosa piangete? Per il gusto di piangere? Non si riesce a trovare una sola persona che sappia piangere per motivi seri, per la conoscenza spirituale e per la rettitudine.
Capire se stessi
[29] Ci sono molte persone che si dedicano a tante pratiche; non è con l'infliggere punizioni o tormenti al corpo n‚ col reprimere fame e sete che fiorirà l'educazione del cuore, ma con la conoscenza di ciò che realmente siete. Voi fate tanto per capire le cose del mondo, mentre non fate alcun sforzo per capire la vostra realtà. A che servono tutte le notizie a cui prestate tanta attenzione, se non conoscete l'origine della vostra stessa conoscenza? Ecco perché finite poi per essere dei frustrati. L'istruzione, fin dai primi istanti, deve servire a farvi comprendere la vostra vera realtà. Questa è l'istruzione che dovete inseguire.
Qualità umane
[30] Non basta dichiararsi uomo per esserlo realmente.
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Forse che tutti gli uccelli verdi possono parlare come pappagalli? Si possono chiamare api tutti gli insetti che vanno a posarsi sui fiori? Un cane ricoperto da una pelle di tigre sarà forse una tigre? E un maiale, per quanto grasso diventi, potrà mai essere scambiato per un elefante? Allo stesso modo, non potete definirvi esseri umani per il semplice fatto di avere l'aspetto d'un uomo: soltanto quando possederete le qualità dell'uomo, vi potrete definire umani.
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Gli studenti, dunque, sviluppino queste virtù in se stessi.
Rispetto e onore
[31] Non fatevi avvelenare da trucchi e inganni. Ampliate i vostri sentimenti, convertite il vostro cuore, rendetelo divino.
Amate tutti, considerate la società come la vostra casa. Soltanto allora avrete la visione dell'Unità pur nella molteplicità.
Rispettate i vostri genitori. Onorate i vostri insegnanti. Abbiate fiducia in Dio.
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Rispettate vostra madre.
Rispettate vostro padre.
Rispettate il vostro insegnante.
Rispettate Dio e riconosceteLo in tutti.
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Solo quando riuscirete a vedere Dio in ogni essere umano potrete avere rispetto per voi stessi. La vostra vita si colmerà di beatitudine e voi sarete felici, felici, felici...
Siate felici, felici, felici!
Date felicità. Allora tutti saranno felici, ed anche Dio lo sarà.
(Prashanti Nilayam, 22 Novembre 1988)
SCHEDA DI STUDIO N° 6
Molteplicità e unità del sapere
MOLTEPLICITA' DI PROSPETTIVE
La prima impressione che prova chi si ferma a pensare il suo pensiero della realtà è dolcezza e turbamento per la prodigiosa molteplicità-varietà degli aspetti o delle prospettive sotto cui la realtà si presenta.
M'imbatto in un sassolino che occhieggia tra i ciuffi d'erba. Di quanti biglietti da visita dispone quel povero sassolino che spunta dall'erba come una magra elemosina! Vedo che è grigiastro: dico che è dotato di quel particolare brivido che è il colore. Lo raccolgo nelle mani: trovo che pesa, che fa forza, che fa resistenza e tenta di scapparmi. Trovo che è freddo, tra ruvido e levigato. Non mi accontento dell'osservazione spontanea dei miei sensi e faccio esperimenti. Vi verso gocce di reagenti e trovo che è carbonato di calcio. Col mio coltello da caccia pratico un'incisione: emerge una ferita bianca polverulenta e trovo con stupore che quel "solido grigiastro" può essere ridotto in polvere bianca. Trovo che resiste all'incisione, è duro; meno duro, peraltro, del mio coltello che riesce a scalfirlo, il quale, poi, ricordo, è meno duro del vetro; e posso dargli un posto nella scala di Mohs. Trovo che ha i fianchi arrotondati come una nuvola, e immagino che, strappato da venerande rocce, precipitato da cima a valle, sia stato massaggiato dalle capricciose ondosità di un torrente... Ricordo ciò che di esso hanno detto i fisici, i chimici, i tecnici del suo sfruttamento, i geometri (sì, perché quel cristallo si incorpora una sua geometria), gli astronomi (sì, perché un suo movimento "deraglia la luna" e gli astri, sia pure di poco, direbbe Delaunay), i moralisti (sì, perché esso si è prestato a significare le virtù, nei "lapidari" medievali)... Quanti sensi, quanti strumenti, quanti punti di vista sono impregnati attorno al sassolino! e a ognuno esso dà una risposta signorile!
Trovo che gli fa compagnia un altro sassolino, un fratello della stessa specie. E mi sorprendo a pensare: sono uguali, eppure sono due, diversi; dunque, sono composti di un fattore di uguaglianza e di un fattore di diversità. Intanto vedo che il carbonato di calcio, assalito dall'acido solforico, è diventato solfato di calcio. E mi sorprendo a pensare: qualcosa del carbonato di calcio è scomparso, ma qualcosa è rimasto; dunque, daccapo, il sassolino è composto di due qualcosa, di due fattori. Io non li vedo, i due fattori, non li registro coi miei strumenti, ma so che ci sono, poiché, se non ci fossero, i due sassolini non sarebbero due e non si "trasformerebbero"...
Sono beato e sbigottito. La testa comincia a girare: immagini, idee, ragioni, dubbi vi danzano vertiginosi. Mi seggo su un molle divano erboso e medito. Già! medito: cioè apro un nuovo punto di vista, dal quale ripenso e giudico tutti gli altri punti di vista: dell'occhio, delle mani, dell'analisi chimica, del coltello... Medito la molteplicità dei messaggi che salgono dalle cose e l'unità dell'essere che parla, l'unità dell'uomo che ascolta, l'unità del sapere a cui aspira. E le prime riflessioni sono le più facili, si dica pure banali, ma non infeconde.
Che esistano molti punti di vista e tipi di sapere è un fatto evidente come una costellazione o un arcipelago; lo mostra la stessa molteplicità, attuale e sempre crescente, delle scienze e delle tecniche scientifiche. Esso si può descrivere così: la realtà è complessa, ricca e si offre a bocconi, a gocce, a quanti, anzi a onde, in colate diverse, in fotografie diverse. Oppure si può descrivere così: la nostra visione della realtà è conquistata con diverse potenze conoscitive e in diverse condizioni di esercizio; e ognuna di esse, pur appropriandosi tutta la realtà, tuttavia non se l'appropria totalmente. Non sappiamo ancora perché, ma di fatto moltiplichiamo i punti di vista e i rami della scienza per carpire al mistero dell'essere quanti più frammenti ed episodi ci è dato di catturare; di fatto attingiamo notizia per notizia, fotogramma per fotogramma, da molte scienze: ad es., a proposito dell'uomo, dobbiamo attingere da una scienza che egli pesa 50 Kg ed è alto m.1,70, da un'altra scienza che è un genio poetico o uno schizofrenico, da un'altra che ha un parassita nell'intestino o un raffreddore, da un'altra che è composto di anima e corpo, da un'altra che è figlio adottivo di Dio, da un'altra che è un gaglioffo o un santo.
La prima auscultazione della nostra conoscenza dell'essere ci avverte che essa è del tipo antologia o rapsodia o cespuglio.
VERITA' RELATIVA
Ma la molteplicità è sentita come un grosso dispiacere mentale. È angoscia nostra il non poter abbracciare tutto l'essere con un solo abbraccio, il non poterlo conchiudere in una sola scienza, in un solo teorema, in una sola equazione. (A rifletterci di più, la molteplicità apparirebbe come il dispiacere mentale: un pensare che non è ancora se stesso. Il sogno dell'unità del sapere è intrinseco al pensare stesso, che è sempre riduzione dei molti all'uno: unificazione, salita a un punto di vista più universale, che ricomprenda in sé, giustificandola, la varietà finallora forsennata dei punti di vista più particolari).
Intanto proviamo a togliere - esso è, per definizione, tal cosa che si deve togliere - il dispiacere più insopportabile: la paura della contraddizione.
La quale è tutt'altro che un fittizio mulino a vento immaginato per concederci il piacere donchisciottesco di abbatterlo. Questa superficie è levigata, dice la mano scorrendola; è scabra, piena di creste e di avvallamenti, dice l'occhio munito di lente. Questo geranio è una realtà continua permanente, dice l'osservazione spontanea e la metafisica sostanzialistica; è discontinua, uno sciame di cellule, un polverio di atomi, un gocciolare di quanti, dice l'analisi sperimentale e la meccanica quantistica. Questa combinazione è un'aggregazione interamente descrivibile in termini di massa e di moto locale, dice la chimica-fisica sperimentale; è una trasformazione sostanziale implicante qualità e orientamenti naturali privilegiati, dice la cosmologia filosofica.
Come la mettiamo? Ogni punto di vista ha la sua ragione: la infrangibile ragione che così esso vede la realtà. Dai bordi dell'anima sta per salire Pirrone, il patriarca dello scetticismo, a sogghignare. Ma non è ancora venuto il suo turno! E per questa via non verrà mai.
1) Ogni visione, quando sia visione e nei limiti in cui è visione, è vera, e affermi dunque se stessa.
2) Ma non escluda le altre visioni, le quali, pur esse, sono vere, appunto.
3) Le diverse visioni cessano di essere contraddittorie perché sono relative a diversi punti di vista.
Due veri, se sono veri e nei limiti in cui sono veri, sono sempre fratelli, pur restando distinti. Nel campo del sapere non vige la guerra: la verità non è in discordia con la verità ma soltanto con l'errore, come la bontà non è in divorzio con la bontà ma soltanto con il male, come l'essere non è in contrasto con l'essere, ma soltanto col non-essere. È come dire: ogni risultato (che sia davvero risultato) raggiunto da un certo punto di vista ha valore affermativo di sé ma non ha valore esclusivo di altri risultati raggiunti da altri punti di vista: un tipo di sapere (che sia davvero sapere) deve far valere se stesso ma non può ostracizzare un altro tipo di sapere. Opporre due risultati veri è così poco sensato come dire che il profumo è opposto al suono, il teorema di Pitagora al sapore.
Non v'è dunque modo di giustificare un regime di conflitto fra risultati veri colti da diversi punti di vista: pur considerando il sapere al suo stato primitivo di cespuglio, la sua legge è la pacifica coabitazione. Ma, si dirà, se poi i risultati sono davvero contraddittori, come levigato e scabro, continuo e discontinuo, non possono coesistere: uno ammazza l'altro.
Sì, se fossero davvero contraddittori. Ma non sono.
Primariamente, si verifichi se davvero risultino da qualche punto di vista e se sono affermati nei limiti in cui risultano. Chi di notte ha visto un'ombra mobile nel suo orto, non s'affretti a dire che è un ladro: potrebbe essere un paio di suoi calzoni esposti ad asciugare. Chi ha visto un luccicore nelle tenebre non s'affretti a dire che è una lucciola: potrebbe essere una lanterna. Avvenne spesso nella storia del sapere che si dovesse eliminare una posizione perché non era in nessun modo fondata e quindi era falsa o superflua (per es. il fluido calorico, il flogisto).
Poi, se ambedue i risultati debbono essere conservati e continuano ad apparire contrastanti, non gridiamo allo scandalo, non cantiamo le esequie alla obiettività del sapere, ma li accettiamo avvertendo che la contraddizione è tolta dal fatto che sono riferiti a punti di vista diversi. Per esemplificare nel campo delle scienze sperimentali, non trovo nulla di scandaloso o di scettico nel dire: è la scala di osservazione (o il punto di vista dell'osservatore, o il sistema di riferimento) che crea il fenomeno: tutti i fenomeni sono fenomeni di scala o relativi al punto di vista assunto. E, se nell'affermarli si facesse sempre esplicita menzione del punto di vista dal quale essi risultano e al quale sono relativi, eviteremmo gli equivoci che commettiamo nella loro interpretazione e spunteremmo le armi dello scetticismo pirroniano. Questa è ruvida, ed è anche levigata; sì, ma a scale di osservazione diverse. Questo corpo è continuo, ed è anche discontinuo; sì, ma a scale di osservazione diverse. Da diversi punti di vista il sole è milioni di volte più piccolo della terra e milioni di volte più grande della terra. Il corno è nero se è visto in massa compatta, ma è biancastro se è ridotto in polvere. Il ghiaccio è trasparente se è compatto, ma è bianco se è ridotto in fini frammenti, come il vetro quando è smerigliato. La Gioconda è un bel quadro per l'occhio umano, ma guardata con fortissimo ingrandimento è un miserando polverio di grumi colorati. Il pessimista e l'ottimista si fanno due immagini diverse del mondo; e uno stesso oggetto allo stesso soggetto appare bello o brutto secondoché splende il sole o imperversa la pioggia. La fisica moderna ci fornisce esempi anche più fini: un fenomeno luminoso (ogni fenomeno per la meccanica ondulatoria) ha proprietà corpuscolari e proprietà ondulatorie secondo i punti di vista da cui è osservato e descritto: l'elettrone, un protone è un corpuscolo, ma anche un campo, anche un'onda secondo diversi modi di vedere e diversi dizionari; un protone può esser visto come neutrone.
Nel campo della filosofia, molte tesi opposte cesserebbero di essere opposte se ciascuna fosse riferita alle "ragioni" per cui fu posta. Per es., la tesi aristotelica: "Dio non vede la realtà mondana", e la tesi cristiana: "Dio vede la realtà mondana" non sono più contraddittorie se si attaccano alle loro ragioni. Aristotele voleva dire: "Dio non vede la realtà cosmica in se stessa, poiché vederla in se stessa sarebbe un dipendere da essa, mentre Dio è assolutamente autonomo". Lo stesso e per la stessa ragione dicono i cristiani: "Dio non la vede in se stessa"; peraltro essi, muniti del concetto di creazione, possono aggiungere: "ma la vede in se stesso come creatore di essa". La cosiddetta discordanza indirimibile dei filosofi - che tanto conturba le animucce linfatiche ed è il "tropo" più manovrato anche dallo scetticismo dotto - non è affatto indirimibile e, accuratamente registrata, si ridurrebbe per gran parte a fenomeno verbale.
UNITA': VERITA' ASSOLUTA
Fare scienza significa "spiegare" i fenomeni, e spiegarli significa "unificarli" o ridurli a principio. Questo principio si può dire universale in quanto spiega molte realtà (come componente o condizione di esse; anche Dio si dice causa universale). L'universale supremo, unico, quando si potesse raggiungere, ricomprendendo in sé tutti i punti di vista, cioè dando ragione di tutti i risultati, cioè spiegando tutti gli aspetti della realtà, non sarebbe più relativo a un certo punto di vista, a questo o a quest'altro modo di osservare, a questa o a quest'altra tecnica, a questo o a quest'altro metodo d'indagine, ma sarebbe "assoluto" (semmai relativo al pensare come tale, che non è relativo). Quindi "oggettivo", ossia svincolato dalle particolari condizioni di esercizio dei vari tipi di sapere parziale.
Se e come e fino a qual punto e con quali energie logiche sia possibile questo processo si dovrà esaminare caso per caso. Qui si voleva soltanto dire che dopo il sapere descrittivo immediato, dove vige la molteplicità dispersa e la relatività soggettiva dei dati, ha inizio il processo scientifico esplicativo, che è una progressiva ascesa verso l'unità, l'universalità, l'assolutezza, la obiettività, l'astrazione. Ognuno di questi vocaboli richiama gli altri; e si potrebbero tutti sostituire con "intelligenza dei fenomeni", poiché l'intelligenza è appunto la facoltà dell'universale, esplicatrice, unificatrice, prodigiosa regina che signoreggia la foresta sconfinata della molteplicità soggettiva e relativa, con lo statuto inviolabile della identità.
Grazie all'intelligenza esplicativa il sapere si costruisce come una piramide o un cono. Man mano si sale dalla base verso il vertice, di assise in assise la molteplicità dei risultati e dei punti di vista decresce e guadagna l'unità universale astratta. Al limite, al vertice, s'installerebbe l'unità assoluta, un sol punto di vista, una sola idea, capace di render conto di tutti i risultati allogati nelle assisi inferiori: la "forma" suprema sognata da Bacone, che colla sua irresistibile malia ipnotizza e sostiene le ansie della ricerca. Lì vedremmo tutte le cose "in funzione" di quella forma. Lì verremmo a sapere perché le cose, che esistono, esistono come esistono e si comportano come si comportano (potendo anche non esistere, o esistere diversamente). Lì potremmo ricostruire tutto il romanzo passato del mondo e prevedere tutti i suoi futuri sviluppi. Lì il sapere sarebbe tutto teorema e niente problema, tutto possesso e niente ricerca, tutto quiete e niente vita o storia o dramma.
Grazie alla presenza dell'ideale di unità, intrinseco al pensiero incontraddittorio, la molteplicità dei veri, con la quale esordiva il capitolo del sapere, cessa di apparire molteplicità pura: è molteplicità in marcia verso l'unità, in attesa di essa, in vista di essa.
A questo punto, dopo aver detto che molti sono i risultati veri e che ciascun risultato è relativo a un certo tipo di sapere, bisogna continuare il discorso e dire che tutti sono fra loro complementari, essendo aspetti di un unico oggetto e conoscenze di un unico soggetto. Dopo aver detto che tutti possono coesistere e tollerarsi, bisogna dire che tutti debbono abbracciarsi e fare blocco (che sarà più o meno omogeneo secondo il livello di unificazione raggiunto) per migliorare la conoscenza dell'unico oggetto e per soddisfare la fame una e multipla dell'unico soggetto.
Continuando a trarre qualche lezione umana dai nostri pensieri, è facile avvedersi che chi afferma un tipo di sapere (solitamente il suo sapere "professionale") ed esclude un altro tipo di sapere, costui defrauda la realtà misconoscendo la sua ricchezza e defrauda se stesso misconoscendo la propria polivalenza. La tentazione di assolutizzare un tipo di sapere, il proprio, e di disprezzare il sapere altrui è sempre in agguato. Il fisico non lo dirà, ma penserà in segreto che solo lui è fidanzato alla verità, e tutti gli altri sono ignobile plebe; il matematico penserà in segreto che solo lui è in vetta, e tutti gli altri vagolano come ubriachi a fondo valle; il filosofo penserà in segreto che lui è il figlio del sole, e tutti gli altri sono impastati di fango carnale; il teologo guarderà con disdegno la folla impazzita giacente ai piedi del suo celeste maniero.
Occorre uno sforzo per avvertire che tutti siamo fratelli e alleati anche nell'impresa scientifica, che ognuno è chiamato a dare ciò che gli altri non hanno, e ha bisogno di ricevere ciò che egli non ha. Oggi, più che mai, col moltiplicarsi e il perfezionarsi delle specializzazioni, occorre stringerci per mano come bambini che hanno paura, lavorare in equipe, come si dice. Oggi il progresso del sapere è affidato alle grandi comunità di studio, organizzate come universitates studiorum, dove impera il collettivismo scientifico e la simbiosi di tutti i punti di vista.
(Tratto da LE VIE DEL SAPERE di L.Cortesi, Milano 1959)