Satsang

Satsang con Anil Kumar

14 agosto 2005

LA LIBERTA’





Cari Fratelli e Sorelle,

questa mattina vorrei dividere con voi alcuni pensieri sulla libertà. Questo paese si sta preparando a celebrare domani il 59° ‘Giorno dell’Indipendenza’. Ogni paese celebra religiosamente il suo giorno di indipendenza; vengono fatti discorsi ovunque con feste e banchetti, con tante dichiarazioni e promesse fatte da persone che si lasciano trasportare dallo spirito di quel momento ma io desidero parlare di ‘indipendenza’ in senso spirituale. Non sono un politico né mi interessa la politica ma il pensiero della libertà mi attrae molto secondo la prospettiva spirituale.



Libertà per tutti
Ciò che vi dirò a proposito della libertà è cosa applicabile a tutti indipendentemente dal paese di origine, dall’età o dalla professione esercitata. E’ possibile acquisire libertà politica attraverso grandi sacrifici da parte di alcune persone. La libertà politica è un movimento di massa ma la libertà di cui parlerò è un viaggio indipendente ed individuale. La libertà politica di massa, una volta ottenuta, durerà per sempre mentre la libertà individuale è qualcosa che bisogna mantenere, qualcosa da contemplare, qualcosa di veramente prezioso da riporre al sicuro.



Libertà dal doppio standard di vita
Per prima cosa dobbiamo capire come mai conduciamo un doppio standard di vita. L’ideologia di un sistema parla di una cosa ma la realtà della vita è differente. Religioni, tradizioni ed ideologie sono basate su un particolare modello di vita ma la realtà è diversa. Nessuna religione parla di violenza, tutte pongono l’accento sul principio dell’amore ma molte persone religiose sono violente. Ogni religione fa riferimento alla verità, e ritiene di primaria importanza l’aderire ad essa, ma si trovano molte persone religiose che dicono bugie eclatanti. Quindi amici, la nostra vita è ipocrita e viene spesa mantenendo un doppio standard. Il sistema che accettiamo, i modelli che ci appartengono, la religione che seguiamo, sono una cosa mentre la nostra vita effettiva dimostra esattamente l’opposto. Se ci fermiamo ad osservare scrupolosamente finiremo per sentirci male a causa di questa nostra ipocrisia; noi ci affidiamo ad esercizi verbali tratti dai testi anziché alla realtà pratica della nostra vita. Noi parliamo, sentiamo e facciamo ma non pratichiamo né applichiamo nessun cambiamento. Molta della nostra vita religiosa è confinata nelle parole di un vocabolario e per lo più si riferisce ai Testi Sacri piuttosto che alla nostra vita quotidiana. Quindi, per prima cosa, dobbiamo liberare noi stessi da questo doppio standard di vita smettendo di dichiarare una cosa per poi farne un’altra. Dobbiamo liberarci da questa disarmonia, da questa mancanza di unità, da questo conflitto tra pensieri, parole ed azioni. Dobbiamo liberarci dalla dualità, dalla diplomazia e dall’ipocrisia finché saremo realmente liberi, assolutamente liberi, con perfetta armonia di pensiero-parola-azione. In questo modo otterremo la pace, saremo felici e non cercheremo più di acquietare la nostra disarmonia interiore. Perciò amici, la libertà dall’ipocrisia e dal doppio standard di vita è il primo punto che dobbiamo percorrere nel viaggio verso la libertà spirituale.



Libertà da una vita meccanica

Questa riflessione ci porta al secondo punto: il mondo ha fatto molti progressi; se percorriamo la storia possiamo osservare gli incredibili progressi che sono stati fatti. Dal carretto tirato dai buoi abbiamo raggiunto l’era del jet e nessuno più usa il carretto per muoversi al giorno d’oggi, parliamo in termini di volo. Nessuno più esegue i calcoli mentalmente perché adesso tutti possiedono un calcolatore, nessuno fa lo sforzo di ricordare le cose perché c’è un computer che lo fa molto meglio di noi. Tecnologicamente e scientificamente c’è stato un progresso rapido ma psicologicamente ci siamo impoveriti. Dal punto di vista psicologico siamo in bancarotta, siamo diventati deboli.

Quindi il secondo punto che voglio sottoporre alla vostra attenzione è questo: la libertà da una vita meccanica, da una vita condizionata e programmata è necessaria se vogliamo diventare psicologicamente liberi, pieni di gioia e di pace. Dobbiamo lavorare per ottenere questo tipo di libertà individuale che non è il tipo di libertà che ottengono le masse; ognuno di noi deve lavorare individualmente per uscire da una vita condizionata e programmata per essere mentalmente libero e psicologicamente felice ed in pace.



Conosciuto, sconosciuto ed in conoscibile
Procediamo ora verso il terzo punto e questo ha tre componenti: il Conosciuto, lo Sconosciuto e l’Inconoscibile

Io so che questo è un libro mentre non so cosa c’è dietro quella tenda: quindi c’è qualcosa che è conosciuto e qualcosa che non è conosciuto. Poniamoci questa domanda: Chi è colui che conosce? Chi è colui che non conosce? So che questo è un libro. Chi è che sa questo? Chi conosce e chi non conosce sono uno e lo stesso. ‘Io so questo’ e ‘Io non so quello’ ma chi sono io? Il sono il Conoscitore. Il conoscitore sa che questa è conoscenza e quella è ignoranza. Tutto quello che so viene catalogato sotto la parola ‘conoscenza’; mentre quello che non so viene considerato ‘ignoranza’. Io, colui che sa di sapere e di non sapere, è l’Inconoscibile.

Quindi, cari amici, molte cose possono essere conosciute, tutto il mondo può essere conosciuto ma è anche possibile che noi non conosciamo certe parti del mondo. Noi non conosciamo tutto di questo mondo. Questo sapere e non sapere è un lavoro della mente. Io vi conosco perché la mia mente vi ha registrato prima o non vi conosco perché non vi ho mai incontrato e la mia mente non contiene nessuna memoria di voi e della vostra personalità. Quindi, conosciuto e sconosciuto sono facce della mente. E’ la mente che afferma :’ Io so ’. In altre parole, conoscenza ed ignoranza sono dentro il reame della mente ma il terzo soggetto, il Conoscitore, l’’Io’ è l’Inconoscibile.



Dio è una realtà inconoscibile

La capacità della mente è limitata, ristretta a ciò che è conosciuto e non-conosciuto. Ciò che Io sono, il Conoscitore, è inconoscibile. Perché affermo questo? Perché la comprensione dell’inconoscibile è oltre la portata della nostra mente. Tutto ciò che è sotto lo scudo della mente può essere etichettato come conoscerza, ciò che è conosciuto, oppure ignoranza,ciò che è sconosciuto, ma oltre la mente c’è l’inconoscibile. Dio è una realtà non conoscibile. Il motivo è questo: ogni tentativo che io faccio per conoscerlo attraverso la mente sarà un grande fallimento, se cercherò di capire Dio tramite il povero strumento della mente non potrò che fallire.



La paura è dovuta sia a ciò che si conosce che a ciò che non si conosce
Si pone una domanda che è abbastanza naturale per tutti: perché noi temiamo sia il conosciuto che lo sconosciuto? Ho paura di ciò che conosco: qualche anno fa ho avuto un incidente ed ora ho paura che possa ricapitare. Quindi noi temiamo che il passato si ripresenti. Abbiamo paura delle cose che conosciamo e che nel passato ci hanno ferito. Sono stato punto da uno scorpione ed ora ne ho paura: la memoria e la conoscenza del dolore sofferto mi hanno prodotto una paura che persiste dentro di me. Quindi, le cose conosciute possono determinare paura. Anche le cose piacevoli possono generare paura: ho avuto una piacevole relazione con i miei amici ma questa amicizia potrebbe non avere la stessa intensità in futuro. La mia luna di miele è stata meravigliosa ma la vita non è tutta una luna di miele. Alla fine non c’è il miele e non c’è neanche la luna! La luna di miele è molto piacevole, tutti quanti ne godono, ma questa cosa piacevole che noi conosciamo è anch’essa causa di paura perché sappiamo che la vita non è sempre una luna di miele! Ho avuto una buona cena. Sì, ne conosco il gusto ma non avrei voglia di ripetere la stessa cena perché sarebbe noioso. Durante il ‘grama seva’ ( ndt servizio di volontariato nei villaggi), i ragazzi hanno distribuito moltissimi ladu (dolcetti), li hanno distribuiti a tutti. Ora credo che non mangeranno più un ladu durante tutta la vita e forse nemmeno nella prossima! (Risate). La ripetizione di un piacere, alla fine, diventa esattamente il suo opposto: sofferenza. Perciò amici, ciò che è conosciuto può essere causa di paura ma anche lo sconosciuto può esserlo.



Libertà dalla paura

Qualcuno mi chiese se temevo la morte; io risposi: “C’è ancora un po’ di tempo perciò non ho paura!” (Risate) Degli amici mi hanno chiesto che cosa accade dopo la morte; io ho risposto: “Sapete esattamente tutto quello che accade durante la vita? No! Se non sapete neanche quello che accade in questa vita, perché stare a preoccuparsi per ciò che accade dopo la morte? Non ci pensate!” Qualcuno mi chiese se sarei andato in paradiso o all’inferno; io dissi: “ Noi non dobbiamo andare da nessuna parte! Paradiso e inferno sono proprio qui!”. (Risate) Quindi, amici, anche tutto ciò che è sconosciuto crea un senso di paura. “Cosa mi accadrà? Se fossi costretto a letto per 10 anni, basteranno i miei risparmi?” Qualcuno mi domanda “ Supponiamo che io abbia dei problemi in questa vita: il denaro che ho sarà sufficiente per superarli o no?” Ed io rispondo: “ Perché pensi che ti ammalerai? Perché pensi che potresti avere una malattia così grave da dover adoperare tutti i tuoi risparmi? Perché essere tanto negativi?”

Qualcuno mi ha detto: “Quale dei miei figli si occuperà di me quando sarò vecchio?” La mia risposta è stata: “Per favore, dì ai tuoi figli di occuparsi di loro stessi che noi possiamo benissimo badare a noi!” ( Risate) Gli anziani, i cittadini senior, non devono preoccuparsi di chi si prenderà cura di loro. No! Nessuno si può prendere cura di nessuno! Solo Dio si prende cura di tutti. Il punto qui è che il futuro è sconosciuto e ci fa paura. Supponete che la pressione del sangue aumenti: questo pover’uomo si preoccupa che la sua pressione alta possa portare al diabete, a problemi di zuccheri, oppure all’ipertensione. Potrebbe addirittura portarlo alla morte provocando un attacco di cuore.

“ Cosa devo fare?”

“ Beh, mi preoccuperò quando avrai l’attacco di cuore e ti porteranno in ospedale, non adesso!”

Fate in modo di passare oltre questi stadi. Amici, la paura è causata da due cose: da ciò che è conosciuto e da ciò che non è conosciuto. Preghiamo Bhagavan affinché ci liberi dalla paura. Facciamo in modo che non ci sia più paura.



Per proseguire sul sentiero spirituale è necessario rinunciare alla paura.

Bhagavan Baba disse: “A meno che tu non rinunci alla paura, a meno che tu non sia senza paura, non potrai procedere lungo il cammino spirituale.” Si potrebbe anche non capire questa affermazione. Baba allora continua: “Se tu continui a dubitare, Io ti assicuro che mi prenderò cura di te. Dunque perché aver paura quando Io sono qui?” Quindi spiritualmente possiamo essere senza paura, perché Baba stesso ha dichiarato : “ Perché temere se Io sono qui?”

Perciò amici, dovremmo liberarci dai pensieri di ciò che è conosciuto e di ciò che non è conosciuto, perché entrambi generano in noi un senso di paura. Per essere senza paura dobbiamo essere liberi dal conosciuto e dallo sconosciuto.

Qual è la realtà dunque? La realtà è il conoscitore, colui che conosce ma è inconoscibile, colui che è oltre la comprensione della mente e le espressioni verbali. Questo è Dio.



Dio è inconoscibile
Si può dire semplicemente ‘Dio’ ma si può anche dire ‘l’Inconoscibile’. Si può perfino dichiarare l’identità del Conoscitore stesso. Io so, io non so; questo ‘Io’ è il Divino, questo ‘Io’ è l’inconoscibile, l’Atma, Dio, ciò che è oltre ogni espressione e comprensione della mente. Baba ha dato un esempio: supponete di desiderare un dolce della cucina ‘North Indian’, che è famosa per i suoi dolci ( Naturalmente non mi pagano per dirvi questo!) (Risate)

Quindi la North Indian canteen è famosa per i suoi dolci.

“Cosa hai mangiato oggi?”

“Squisiti dolci alla cucina North Indian “

“Ah, ma quanto erano dolci?”

“Molto dolci.”

“Puoi descrivermi quanto erano dolci?”

“Molto dolci”

Non si può dire più di “molto dolci”, non si può misurare l’intensità della dolcezza perché la dolcezza non è misurabile in chili o gradi. Questo è ciò che ha detto Baba. Non vi sto raccontando questo solo per intrattenervi. Fortunatamente per tutti, Anil Kumar non ne sa più di quanto Baba ha detto! (Risate) Dico ‘fortunatamente’ perché ero abbastanza confuso prima di venire da Swami e non vorrei che la storia si ripetesse confondendo voi ora! Bhagavan Baba ci ha dato misericordiosamente il suo Messaggio forte, diretto, franco, che non lascia spazio a confusione o ambiguità e, visto che possiedo questo tesoro dorato con me, non ho bisogno di andare a mendicare conoscenza da qualche altra parte. Per questo, cari amici, noi dobbiamo liberarci dal conosciuto e dallo sconosciuto. Questo ‘Io’ è l’inconoscibile , ed esso non può essere né conosciuto né sconosciuto ma piuttosto viene ‘sperimentato’. Quindi l’inconoscibile viene sperimentato e non portato ad espressione.

Vorrei solo dire questo: sono così felice che Baba mi abbia benedetto con tali buoni devoti ed aspiranti con i quali io posso dividere seriamente questi messaggi spirituali basati sui Suoi Divini Discorsi. Sono molto grato a Baba di avervi condotto qui.



Libertà dall’espressione

Baba dice chiaramente che qualsiasi cosa esprimiate diventa giurisdizione della mente, si sottomette alle limitazioni ed al controllo della mente. Potete esprimere qualsiasi cosa la mente sperimenta; se c’è qualcosa che non potete esprimere, significa che questa esperienza è oltre la mente. Tutte le scritture dichiarano che Dio è oltre la mente perciò la Realtà non può essere espressa. Se una cosa non può essere espressa cosa bisogna fare? “Sperimentala” dice Baba. Quindi la Realtà deve essere sperimentata e non espressa. Liberiamoci dunque da questa espressione, cerchiamo di divenire liberi dalle limitazioni della mente attraverso l’esperienza che è oltre la mente.



Se conosci te stesso conoscerai tutto

Il terzo punto sulla ‘libertà’ sul quale voglio attirare la vostra attenzione è questo: alcuni di noi sono maturi, altri sono immaturi. Baba una volta disse: “ Voi sapete tutto di tutti ma non conoscete voi stessi, non conoscete il vostro vero Sé.” A Swami è stata posta un’altra questione: “Swami che male c’è se non conosco Me Stesso? Perché dovrei conoscere me stesso?” Baba ha risposto: “ Se conosci te stesso, conoscerai l’Universo. Conoscerai qualsiasi cosa nel mondo e nel cosmo intero, solo se conoscerai il tuo Sé. L’universo è un riflesso o manifestazione della Realtà, l’Atma, o il Sé. Se il Sé viene conosciuto, allora tutto sarà conosciuto ma se conoscerai tutto meno il Sé, non servirà a nulla. “

Perciò amici, le persone mature sono coloro che cercano di conoscere il proprio Sé, la loro vera Realtà. Le persone immature sono quelle che desiderano conoscere tutto il resto. Preghiamo Swami che ci liberi dal desiderio di conoscenza per tutte le cose e che ci risvegli ad un più profondo interesse conducendoci alla conoscenza del Sé. Liberiamoci dal non-Sé, che è inutile, ed incamminiamoci verso la comprensione del Sé. Questa è maturità.



Libertà dalla ricerca

Il prossimo punto è questo: nella vita noi desideriamo qualsiasi cosa: lavoro, conoscenza, posizione ed autorità. Noi rincorriamo quelle che vengono chiamate cose di valore, soffriamo e combattiamo duramente per ottenerle ma, se io dico “Voglio cercare Dio” ,amici, qui stiamo sbagliando perché la ‘ricerca’ è qualcosa che si applica alle cose del mondo non alla Realtà. Potete cercare una sedia che si trova là in fondo, potete cercare il telecomando che è qui; le cose che si possono cercare sono quelle che si trovano in qualche posto. Tutte le cose hanno spazio e tempo e sono situate in un certo luogo, se le cercate le potete trovare, ma Dio è dovunque: come si può cercarLo? Dio è dappertutto, non è un oggetto, non è una persona.

Per esempio, io vi chiedo: “Dov’è quel Signore?” “ Si trova al palazzo North 9, interno D3.” Posso andare là e trovarlo.

Se chiedo:” Dove posso mangiare la pizza?” “E’ disponibile alla cucina Occidentale dopo le 6 del pomeriggio di ogni Mercoledì”. Ok, vado e la trovo ma se ‘cerco Dio’ la cosa non ha alcun senso perché Dio è il Sé dentro di noi stessi. Baba afferma “Tu sei Dio”, la Sacra Bibbia dice “ Il Regno di Dio è dentro di voi” perciò dobbiamo pregare per liberarci dall’idea di cercare e cercare Dio.



La felicità si trova nello sperimentare e non nel cercare

La gente è sempre alla ricerca di qualcosa. Qualcuno mi ha detto: “ Signor Anil Kumar, noi stiamo andando sull’Imalaya.” “Oh, molto bene!” Qualcun altro mi dice: “ Siamo stati in quell’ashram per trovare il tal guru.”

“Molto bene.” Qual è lo scopo di andare in questi posti? Cosa significa? Ecco un esempio: Una signora aveva con se un cagnolino. Swami stava dando il suo darshan e la signora disse: “ Swami, il mio cane mi ha seguito in ogni posto in cui sono stata. Ho visitato molti centri di pellegrinaggio, sono stata da molti guru; vorrei che oltre me tu potessi benedire anche lui.”

Baba rispose: “Nonostante sia stato in tanti luoghi sacri, il tuo cane non è cambiato e nemmeno tu!”

Questo significa che andare dappertutto cercando qua e là, correndo dietro a tutti, cambiando continuamente direzione, alla fine ci ritroviamo stanchi e vuoti. Una vita spesa alla ricerca di qualcosa è vuota. La ricerca rende la vita vuota perché la felicità si trova nell’esperienza e non nella ricerca. La ricerca è solo un’espressione, mentre l’esperienza è la cosa ultima. Perciò amici, dobbiamo liberarci da questa forma di ricerca per poter essere in grado di sperimentare la Realtà. Per questo, è necessario affrontare la vita in modo totalmente diverso.



Auto-indagine: come Swami ci indirizza alla libertà

Bhagavan Sri Sathya Sai Baba ci ha dato una chiave meravigliosa. Io dico spesso che il nostro Dio appartiene all’era dei computer! Egli ci ha dato un sentiero diretto. Sono certo che avrete notato che nei due anni passati Swami ha parlato molto del non-dualismo e del sentiero della ricerca interiore. Ci sono diversi aneddoti e storie che mettono in rilievo il non-dualismo. Noi, dunque, abbiamo bisogno oggi di avvicinarci all’argomento in modo totalmente nuovo, di un cambio della nostra psicologia. Bisognerebbe mettere in atto una rivoluzione pacifica, non dovremmo più seguire le vecchie procedure perché con quei metodi non otteniamo niente. Anche i rituali religiosi sono ormai divenuti meccanici.

“Io seguo i riti religiosi.”

“Perché?”

“Non so. Mio padre voleva che lo facessi, perciò lo faccio. E’ una tradizione di famiglia.”

“Perché mediti?”

“Ho visto alcuni che lo fanno e voglio farlo anch’io.”

Invece che dire così, questa persona, dovrebbe dire “Io imito” perché non ha nessun senso dire “Io medito” dal momento che non ha alcuna idea di che cosa voglia dire “meditazione”. Quindi, al giorno d’oggi è necessaria una rivoluzione spirituale,un mutamento della nostra psicologia. Per questo Baba ci ha suggerito che il sentiero dell’auto-indagine è l’unica soluzione che abbiamo per raggiungere la nostra libertà. Permettetemi di formulare una preghiera affinché ci liberiamo da tutto ciò che è standardizzato, dall’uniformità e dalla conformità, e affinché possiamo scegliere e progredire verso la realizzazione lungo il sentiero dell’auto-indagine del Sé.



Cambiare se stessi per cambiare il mondo

Questo è un nuovo aspetto della libertà sul quale voglio attrarre la vostra attenzione: noi crediamo che tutti dovremmo cambiare e che tutti dovremmo avanzare spiritualmente. Spesso pensiamo che nessuno sia abbastanza buono e ci lamentiamo che la gente è arretrata e lamentiamo che il modo sia tutto fatto di egoisti. Qual è la soluzione allora? La spiritualità si basa sullo sforzo individuale, sulla individuale indagine del Sé, non è un movimento di massa. Baba dice: “ Se tu cambi te stesso come individuo determini un cambiamento nel mondo intero.” Baba solo è la causa del cambiamento nell’universo di oggi. Gesù Cristo solamente, un povero pastore, fu colui che portò una trasformazione totale attraverso la sua glorificazione e la consapevolezza del suo Sé. Se sperimento il Sé, l’intero mondo che mi sta intorno cambierà ed allora non avrò più nulla da dire.



Sii non violento

Baba afferma: “Puoi cambiare se sarai non-violento.” Siate non-violenti, questo è il primo requisito; conducete una vita pacifica. Se sarete pacifici, non violenti, non sarete competitivi e smetterete di paragonare ogni cosa ad un’altra.

Infine, se non avrete ostilità, potrete cambiare il mondo. Sono richiesti 4 punti: Non-violenza, mancanza di ostilità, mancanza di competitività ed ambizione, essere in pace dentro se stessi. Di seguito vi faccio un esempio per illustrare questo: qualche tempo fa c’era molta violenza fuori di qui; qualcuno chiese a Swami come questo potesse accadere ed Egli rispose: “Guarda la violenza dentro di te. Cosa accade?”

Io sono violento, non sono libero dalla violenza perché sono violento con le parole, con i miei sguardi, con i miei cattivi pensieri. La gente dice che è vegetariana perché mangia verdura ma voi potete essere vegetariani per dieta e non-vegetariani nei pensieri, nelle parole e nelle azioni. Quindi, dovremmo essere veramente non-violenti ed allora potremmo cambiare il mondo attorno a noi. Bhagavan Baba ci ha dato un esempio per farci comprendere come un individuo può cambiare il mondo intero:



L’individuo può cambiare il mondo

Un giorno un uomo comprò una mappa bellissima del mondo e la regalò a suo figlio.

Il ragazzino esaminò la mappa e all’inizio ne fu molto felice ma poi, essendo un monello, la strappò in molti pezzi.

Il padre vedendo questo si adirò: “Cos’hai fatto? Ti ho comprato questa mappa perché tu la potessi adoperare, non perché la facessi a pezzi! “ Picchiò bene bene il ragazzo e questi scappò via. Dopo dieci minuti il ragazzo tornò: “ Papà ti ho riportato la mappa aggiustata, va bene?” Il padre gli chiese: “ Ma come hai fatto? Era tutta a pezzi; come hai fatto a rimetterla insieme? Sei un mago?” Il ragazzo allora rispose: “Guarda papà, dall’altra parte della mappa c’è disegnato un uomo gigantesco: prima ho cercato la testa, poi le spalle e le braccia, quindi ho cercato lo stomaco e poi le gambe; alla fine ho messo tutti i pezzi insieme. L’uomo adesso è completo ed è completa anche la mappa del mondo!” L’intero mondo può essere trasformato da un solo uomo se questo cambia. Questo è ciò che ha detto Baba. Perché il mondo possa cambiare ed essere riformato, dovremmo sapere che la trasformazione deve prima iniziare dentro di noi.



Mente religiosa e mente che crede nella religione

Una mente religiosa è diversa da una mente che crede nella religione. Io non sono un professore d’Inglese e non posso pretendere di essere un uomo di lettere né posso pensare di creare trovate argute con il mio vocabolario. La mente che crede nella religione vive sempre nella paura. “Cosa accade se Swami vede questo? Cosa mi accade se non seguo i Suoi comandamenti? Cosa succede se non ci sono durante il darshan, se non seguo i Suoi insegnamenti? Sì, ho seguito i Suoi Insegnamenti:avrò la liberazione?” Una mente che crede nella religione vi renderà costantemente preda della paura perché è una mente tradizionale, meccanica, dogmatica se non addirittura fanatica. Noi dobbiamo essere liberi da una mente che crede nella religione per poter sviluppare una ‘mente religiosa’. Una mente religiosa non corre dietro ad una fede, una mente religiosa non terrà conto di alcuna cosa che si basi su di un credo perché oggi voi potete avere una fede ma domani potrete negarla. La fede può cambiare ma la mente religiosa non teme nulla, non va in cerca di niente. Una mente religiosa insegue la consapevolezza, l’esperienza, la realizzazione mentre una mente che crede nella religione cercherà l’analisi, vorrà analizzare là dove la mente religiosa vuole realizzare. Una mente che crede nella religione è sempre chiassosa. Vediamo sempre gente che grida,cantano il mantra che conoscono anche quando sono da soli. Mi viene voglia di procurare loro un microfono…… Una mente che crede nella religione insegue sempre il suono, il rumore, mentre una mente religiosa è per il silenzio. Il silenzio è una qualità ed uno stato della mente religiosa. Possiamo chiederci: “Perché non siamo silenziosi ora?” Stare semplicemente in silenzio, non significa che possiamo dichiararci silenziosi; posso anche non parlare ma vi è un dialogo interiore che continua: “Devo incontrarlo alle dieci: gliene dirò quattro!” “Lo incontrerò alle dieci e lo seppellirò!” “Quando lo vedrò alle tre non gli dirò “Sai Ram” perché ieri lui non me lo ha detto!” Questo tipo di chiacchiere interiori vanno avanti costantemente anche se siamo esteriormente silenziosi; questo è un silenzio imposto. Quando le seva vi dicono “Shhh!” vi obbligano a fare silenzio. Il rumore viene dalla mente che crede nella religione mentre una mente religiosa è sempre in profondo silenzio. Cosa intendo per silenzio? Il silenzio è assenza di pensieri ossia uno stato di totale quiete della mente, una mente equanime, che non ha giudizi, non biasima, incondizionata. Questa è una mente religiosa. Quindi amici, cerchiamo di essere liberi da una mente che crede nella religione in modo da poter acquisire davvero una mente religiosa.



Cosa si ottiene da questa libertà?

Il prossimo punto è: cosa si ottiene da questa libertà? Io voglio essere libero dai legami dei sensi, voglio essere libero dalla presa della mente, voglio che il mio intelletto sia libero dalle catene che lo legano, voglio la libertà. Perché? Se i miei sensi dominano sarò sensuale, se la mia mente domina sarò pieno di desideri, se il mio intelletto diventerà un dittatore sarò un uomo razionale ma se sarò libero da questi tre, cioè dal corpo, dalla mente e dall’intelletto, cosa accadrà? Io credo che questa libertà conduca alla consapevolezza priva di scelte. La vera libertà è consapevolezza senza scelta. Il corpo è sensuale, la mente è un fascio di desideri, l’intelletto insegue la logica ma, dal momento che tu ti liberi dall’intelletto, avviene un movimento dalla logica verso l’amore, ti muoverai dal magico al mistico. Un’esperienza magica è diversa da un’esperienza mistica. Tutte le esperienze della mente sono magiche ma la consapevolezza del Sé è mistica. Quindi noi desideriamo questo tipo di libertà, così come ci dice Swami. Perché? Perché quando funzioniamo dal centro della nostra vita, quando operiamo dal nostro vero essere, dal nostro Sé, noi siamo pieni di energia.



Libertà dalla dispersione di energia

Voi ed io crediamo nell’energia che raccogliamo dal cibo e per questo vogliamo mangiare almeno ogni tre ore. Noi riceviamo energia dal cibo ma Baba non riceve energia dal cibo. Una volta Gli fu chiesto: “ Perché Tu non mangi altro che due cucchiai di riso? Tu non mangi nulla mentre noi mangiamo, mangiamo e rimangiamo. Nonostante tutto questo cibo, però, noi ci sentiamo sempre deboli mentre Tu Swami, anche se non mangi, sei sempre pieno di energia. Perché?” Baba rispose. “ Voi ricevete l’energia ma Io sono l’energia.”

Come potrebbe dunque Egli, che è la sorgente dell’energia stessa, non essere pieno di energia? Perché noi non possediamo la stessa energia? Baba dice: “Anche voi siete Dio”. Allora che cosa accade alla nostra energia?

Spesso la gente chiede a Swami: “ Baba, Tu sei Dio?” Nel rispondere a questa domanda Baba afferma :” Io sono Dio ma anche tu lo sei.” Quindi Baba, essendo Dio, è pieno di energia, mentre io, che sono pure Dio , sono completamente debole. Cosa accade a me, a questo Dio? Quel Dio è perfetto ma cosa ne è di questo Dio? Baba dice: “ Anche tu possiedi energia, perché senza energia non puoi agire, non puoi neanche pensare, ma perdi l’energia pensando troppo. La tua energia viene perduta nell’eccessiva indulgenza, è dissipata nei pettegolezzi, nei discorsi inutili, nell’ascoltare cose inutili.”

La tua energia viene dispersa, la tua energia si indebolisce. Swami invece è sempre pieno di energia perché Egli si trova al centro dell’energia stessa. Quel centro è il tuo Sé, quel centro di energia , usando parole del mondo, può essere chiamato Amore. L’Amore è energia. Al centro del nostro essere, del nostro Sé, noi siamo quell’energia. Se noi ne facciamo tesoro, potremo continuare ad essere energici. Non dovremmo mai permettere che venga dissipata o inquinata. Preghiamo dunque affinché ci possiamo liberare da questa dispersione di energia, affinché possiamo avere la concentrazione di energia nel Sé, attraverso il Sé, del Sé, nella forma dell’Amore.



Noi siamo più spirituali oggi di quanto lo siamo mai stati prima

Il prossimo punto è questo, Bhagavan Baba dice: “ Liberiamoci da tutte le forme di autorità” Noi siamo liberi dalle autorità politiche ma abbiamo veramente la vera libertà nello stretto senso della parola? Cosa voglio dire con questo? Qualcuno un giorno mi chiese: “Swami oggi viene con la sedia a rotelle ma cosa accadrà in futuro?” Io risposi: “ Caro ragazzo, non sono un astrologo ma posso dirti una cosa: ora puoi vedere Baba in carrozzina o puoi vederlo viaggiare in auto ma, credimi, molti miracoli accadono oggi, avvengono molte esperienze che non sono mai avvenute prima d’ora; credimi, oggi, noi pensiamo a Swami molto più di quanto sia mai stato fatto prima. Quando Swami si muoveva attivamente tra di noi, noi eravamo ansiosi di avere una interview. Quando vedevamo Swami muoversi tra noi, ci preoccupavamo costantemente se ci avesse visto oppure no mentre oggi ognuno pensa a Swami più di quanto avesse mai fatto prima. In altre parole, posso dire che siamo più spirituali che mai.” Baba ci ha inviato un messaggio. Voi potete giudicare ciò che sta accadendo in qualsiasi modo, secondo il vostro capriccio e la vostra immaginazione, ma il fatto è che noi siamo davvero più spirituali di prima. La verità delle verità è l’obiettivo di Baba, miracoli ed esperienze esistenziali stanno accadendo in grande numero, ora più che mai.



Libertà dai nostri pensieri e dalla nostra immaginazione

Cosa significa libertà dai nostri pensieri e dall’immaginazione? Voi pensate : “Io credo che Dio dovrebbe comportarsi così, desidero che Dio agisca in questo modo. Non accetterò nessuno come Dio se non si comporterà secondo quanto io mi aspetto; Gli darò un programma al quale dovrà attenersi”. Questo significa che voi siete legati dalle vostre stesse considerazioni, limitazioni, pensieri! Una persona è controllata dai suoi pensieri che formano il suo schema di come dovrebbero andare le cose; se qualcosa va contro i suoi piani ne resta disturbata, perturbata, confusa. Quindi, cari amici, cerchiamo di essere liberi dai nostri pensieri, cerchiamo di essere liberi dalla nostra mente, cerchiamo di essere liberi dai programmi e dalla nostra stessa immaginazione di modo che possiamo rimanere ciò che siamo. Io sono ciò che sono, questo è tutto. Io non giudico me stesso dal tuo punto di vista, io sono ciò che sono, buono o cattivo, malvagio o no nel successo e nel fallimento. Questa sorta di accettazione è possibile se io ottengo la libertà dai miei stessi pensieri. La gente dice che un uomo è buono a causa delle sue qualità; se io giudico me stesso con questi termini, non posso accettarmi. Perciò, amic, cerchiamo di non giudicare noi stessi secondo i termini degli altri.



Liberà dal biasimare gli altri

C’è una persona che medita per sei ore; io non lo faccio: sono cattivo! C’è una persona che va in chiesa tutti i giorni; io non lo faccio: sono malvagio! Perché pensiamo questo? Amici miei, cerchiamo di essere liberi di accettarci. Ognuno deve accettare ogni cosa così com’è; io sono ciò che sono, non ciò che dovrei essere, non ciò che ero e non ciò che potrei essere. Io sono ciò che sono in questo stesso momento! Questa è la vera libertà che dobbiamo avere per vivere. Noi abbiamo un'altra brutta abitudine: “Lui mi ha spinto; ero in prima fila e mi ha spinto così sono finito in quarta fila”. Noi biasimiamo continuamente gli altri.

“Non sarò mai un leader perché i miei genitori non mi hanno incoraggiato” “Non potrò mai avere una promozione perché i miei amici hanno tramato contro di me”. Cerchiamo di essere liberi da questo tipo di biasimo, non biasimiamo nessuno perché il biasimo è un auto-compatimento, significa che io non riesco ad ottenere ciò che voglio perciò commisero me stesso e biasimo te. Quando tu biasimi qualcun altro, significa solamente che esiste dentro di te un compatimento grande come l’Imalaya. Quindi cerchiamo di essere indipendenti da questo auto-compatimento e da questo gioco di biasimo nei confronti degli altri. Impariamo ad accettare ciò che siamo in questo momento, sia che siamo buoni sia che siamo cattivi. Non giudichiamo in bene o in male; essere senza giudizi è una qualità di una mente religiosa. Una mente religiosa non condanna mai, una mente religiosa non discrimina né giudica.

Per concludere voglio attirare la vostra attenzione ancora su un paio di punti che sono ugualmente importanti nel discorso di questa mattina sulla libertà. Questa parte richiede la vostra profonda attenzione. Ci sono due cose: l’osservatore e l’osservato. Io osservo questo microfono: il microfono è osservato, io sono l’osservatore. C’è un intervallo tra l’osservatore e l’osservato, una distanza tra i due; questa distanza tra l’osservatore e l’osservato crea la frizione e provoca una perdita di energia. Ecco un esempio: Baba vede ciascuno di noi senza alcuna differenza da Se stesso. In che modo Baba vi osserva? Voi non siete gli osservati e Baba non è l’osservatore perché l’osservatore è l’osservato, tra l’osservatore e l’osservato non c’è spazio. Ecco perché Egli ci chiama “Incarnazioni del Divino Sé ”. Egli si rivolge a noi come “Incarnazioni dell’Amore Divino”, non dice “Fratelli e Sorelle.” Egli non dice mai “membri di questa onorevole assemblea”, no, Egli si rivolge a noi dicendo “Incarnazioni del Divino Atma”, “ Incarnazioni del Sé.” Cosa significa questo? Baba vede Sé stesso in ciascuno di voi il che significa che l’osservatore e l’osservato non sono separati, non c’è frizione tra di loro. Non c’è spazio tra l’osservatore e l’osservato, perciò Egli è sempre pieno di energia. Se io vedo Dio in ciascuno, gli altri non sono diversi da me ed io non sono separato da loro perché Dio é sia in me che in loro e, quindi, non c’è dualità, non c’èn pluralità, non c’è molteplicità: c’è solo Unità.

Perciò cari amici, cerchiamo di liberarci dalla molteplicità, dal dualismo e dalla pluralità in modo da poter mantenere l’unità. Liberiamoci dall’ attrito tra l’osservatore e l’osservato di modo che l’osservatore e l’osservato possano essere uno.

Grazie a tutti voi per la vostra attenzione e pazienza.

Possa Bagavan Baba benedire tutti voi.