Satsang

La vita è una sfida: affrontala (terza parte)

24 luglio 2005

Programma musicale degli studenti


Siamo stati molto fortunati ad assistere al meraviglioso programma musicale, messo in atto dagli studenti dell’Istituto Superiore Sri Sathya Sai di Anantapur, che ha raccontato la vita di Sai Baba fin dall’infanzia. Guardando Baba da lontano abbiamo potuto notare quanto fosse rapito dalla devozione, dallo stile e dalla musica dei ragazzi. Siamo felici di aver potuto assistere anche alla distribuzione di macchine da cucire e di affilatrici ai poveri ed ai bisognosi che veramente lo meritano. A questo scopo sono state esaminate e selezionate persone meritevoli e poter vedere tutto questo è stato veramente bello.

La settimana scorsa, ci siamo lasciati al punto in cui stavamo riflettendo sul come e perché dovremmo considerare la vita una sfida. In qualche modo siamo riusciti a conoscere la visione di Swami sulla vita dal punto di vista sia sociale che spirituale. In seguito abbiamo tentato di capire perché Swami desideri che noi siamo consapevoli del fatto che la vita è una sfida. Abbiamo affrontato alcuni punti e gli altri li vedremo questa mattina.



Vivi una vita lunga, sana e divina.

In occasione del compleanno, osserviamo sia anziani che studenti cercare le benedizioni di Swami. Essi siedono con un fiore deposto su un piccolo vassoio ed attendono la Presenza di Sai Baba; questo è il privilegio che viene dato in special modo agli studenti. E’ naturale prepararsi con qualche giorno in anticipo per ricevere questa straordinaria benedizione ma sapete cosa c’è di sbagliato in questo? In tutto il mondo normalmente si festeggia un compleanno augurando alla persona “ Cento di questi giorni!” ma Sai benedice i suoi studenti, al loro compleanno, in questo modo ( se siete interessati, osservate il Bhagavan benedire gli studenti in queste occasioni): “ Vivi una vita lunga, una vita sana, una vita Divina.” Un augurio fatto di tre parole. Se la vita non è lunga non avrai il tempo di realizzare niente, se non sei sano non hai la possibilità di valorizzare la tua vita e se la propria vita non è divina è meglio non essere nati affatto! Perciò una lunga vita ci dà la possibilità di intraprendere una pratica spirituale o ‘sadhana’, la salute nella vita garantisce la sicurezza di questo veicolo di trasporto (il corpo, questo strumento di vita che ci viene dato) mentre una vita divina è l’obiettivo e lo scopo della vita.



Vivi una vita Divina
Perciò cari amici, questa è un’altra sfida alla quale ci troviamo di fronte. Stiamo cercando una vita di grande prosperità, di rilievo politico, di influenza, posizione, possesso ? Cos’è che vogliamo? Da una parte abbiamo occupazioni mondane, obiettivi mondani e dall’altra una vita spirituale e divina. Questa è la sfida.

Swami desidera che noi affrontiamo questa sfida pregando per avere una vita divina e non lasciando semplicemente scorrere i nostri anni. Dopotutto, passare anno dopo anno celebrando il nostro compleanno significa semplicemente vegetare ed aspettare la morte, nient’altro. Se invece desideriamo avere una vita divina, essa diventerà veramente attiva, produttiva, dinamica e molto interessante, perché la divinità, o spiritualità, è un continuo ed eterno viaggio. Posso arrivare a guadagnare fino a tal punto che il governo mi dica “ Va bene, ora basta!” oppure finché tutti i miei cari e parenti arrivino a desiderare la mia morte per poter ereditare! Ma tutto finisce, guadagno dopo guadagno, distruzione dopo distruzione. La stessa cosa avviene con la posizione, con la carriera: si riesce a raggiungere un certo traguardo e poi....si va in pensione! La vita divina invece non ha fine così come non ha mai avuto inizio, stiamo percorrendo questo sentiero spirituale vita dopo vita, è un continuo viaggio ed è molto interessante. D’altro canto se questo viaggio si ferma e diventa stagnante la vita diventa noiosa, meccanica, e questo non dovrebbe mai accadere. Questa sfida pertanto è condurre una vita divina e non una vita di comodità e di prosperità.



Precetto rispetto alla pratica
Un’altra sfida è questa: ci sono molti, molti guru nel mondo ed alcuni di questi si aspettano di ricevere subito un assegno da voi o per lo meno una donazione. Ci sono moltissimi ashram ma qui ci troviamo di fronte ad un Guru diverso che dà sempre e non chiede mai . Egli ti dice cose che possono non piacerti, che potresti non accettare, che non sono gradevoli perché Baba è il Guru dei guru ed ti insegna ciò che vuole e non ciò che ti fa piacere. Egli non è qui per soddisfarti, per conquistare il tuo apprezzamento o la tua soddisfazione perché non si aspetta assolutamente niente in cambio. Bhagavan Baba desidera solo dirti direttamente ciò che intende comunicarti e questo non ha nulla a che fare con la tua volontà, con le tue opzioni o scelte. Una cosa estremamente importante di questo Avatar è l’enfasi che Egli pone sulla pratica dei Suoi insegnamenti. Non si tratta semplicemente di ascoltare, di tendere l’orecchio, di prendere nota e di registrare tutto in mente: si deve mettere in pratica. Per cui la sfida che ci si presenta è : precetto o pratica? E’ il precetto che vuoi oppure decidi di seguire la pratica? Baba desidera che noi pratichiamo tutto quello che affermiamo; Egli ci dice anche che se solo noi mettessimo in pratica i Suoi insegnamenti, non avremmo bisogno di tanti libri ne di tanti mantra. Qualcuno ha chiesto a Swami: “Quante volte dovrei cantare o ripetere il Tuo Nome? 108 volte o 1008 volte? Tre volte al giorno oppure due? Una volta ogni dodici ore, come le prescrizioni mediche?” Sapete che cosa ha risposto Swami?

“ Non devi ripetere il Nome così tante volte. Guarda questa scatola di fiammiferi: non hai bisogno di accenderli tutti, per accendere la candela ne basta uno solo!”

Quindi piuttosto che a godere e provare apprezzamento per la regola, Bhagavan Baba ci invita alla pratica. Questa è veramente una sfida.


Noi citiamo le parole di Baba adattandole al nostro interesse
Questa è un’altra sfida: molte persone prendono un discorso filosofico e lo adattano alla propria convenienza. Supponiamo che uno non abbia l’abitudine di andare al tempio, di adorare o cantare i bhajan: immediatamente citerà un discorso in cui Baba ha affermato “I bhajans non sono un segno di spiritualità. Visitare i templi non è un’attività spirituale”. Non ha forse detto questo Baba? Egli dimentica il resto del discorso fermandosi a queste due frasi che gli convengono ma c’è una terza frase che dice: “E’ spirituale realizzare la Divinità dentro di noi”. Dimenticando questa terza frase, e citando solamente ciò che gli interessa, quest’uomo fa della “filosofia di comodo”. Ci sono molte persone così. Una volta incontrai un amico che mi disse:

“Sai cos’ha detto Swami? Che l’attività spirituale non ha nulla a che fare con il denaro. Perciò perché dovremmo parlare di soldi?”

So che questo tipo è un avaro di prim’ordine! (Risate) “Benissimo” risposi ”tu non hai nulla a che fare con il denaro riguardo alla spiritualità ma esiste anche un’altra affermazione di Baba che dice ‘Tyagenaike amruthathva manasa’ ossia ‘L’immortalità e l’eternità sono possibili solo attraverso la carità’. Che ne dici di questa affermazione?”

Quindi, abbiamo imparato a citare le parole di Baba adattandole al nostro interesse, non abbiamo alcuna convinzione e proseguiamo nel citarLo finché non riusciamo ad adattare le Sue parole. Supponiamo che chiediate a qualcuno che non ha mai letto libri, ad uno che non ha l’abitudine di leggere il Sanathana Sarathi o i Discorsi di Baba: “ Hai letto quel libro? Cosa dice Baba?” Egli risponderà immediatamente: “ Non è di nessuna utilità leggere libri”. Non è utile leggere libri ? Oh oh capisco! (Risate) Perché allora abbiamo cominciato l’università, per farci dei sonnellini? (Risate)

Questa persona afferma che non è importante leggere libri solo perché lui non li legge. Baba ha detto: “ Leggere vi aiuterà a comprendere che il Sé è la vera saggezza.”



Convenienza o convinzione
Amici miei, è pericoloso citare Baba per propria convenienza; per quanto mi riguarda è il più grave peccato possibile, è una filosofia di comodo, un modo per sfuggire alle proprie responsabilità. Perciò adesso la sfida è: Convenienza o convinzione? Se seguite la convenienza prendete la via del mondo ma se avete convinzioni profonde, se sentite la responsabilità, non esiterete mai , non vi sposterete dalle vostre decisioni né accetterete compromessi. Questa è la sfida davanti a noi.



Dovrei pensare all’esistenza presente o all’essere?
La prossima sfida sulla quale voglio portare la vostra attenzione è questa: mi preoccupo dei benefici dell’esistenza presente oppure dovrei pensare all’essere, al vero essere? Vivere nel tempo presente è diverso dall’essere in sé. L’essere è esistenza: tu eri, tu sei, tu sarai. Questo è l’essere, consapevolezza, coscienza e tutto questo è oltre il tempo mentre ‘esistere nel presente’ significa ciò che ti risulta conveniente in questo momento. Quindi amici la sfida è: Dovremmo lavorare a beneficio dell’esistenza presente o dell’essere?

Nella Bhagavad Gita è chiaramente spiegato che tutte le pratiche spirituali che noi adottiamo e seguiamo, potrebbero farci nascere in paradiso. Qualcuno dice:” Non ho una casa qui ma ce l’ho in paradiso!” Bene, allora aspetta di finire la tua vita e di andare a vivere là! Queste persone sono convinte che avranno una casa anche in paradiso! Non ne abbiamo abbastanza di noie con le proprietà sulla terra ne vogliamo anche in cielo! Com’è ingordo l’uomo!



Le esperienze in paradiso sono temporanee
Però, sempre secondo la Bhagavan Gita, tutte le esperienze che abbiamo in paradiso, ottenute seguendo le pratiche spirituali, sono temporanee. Se tutte le mattine pratichiamo il Nagarsankirtan (ndt. processione di canti sacri), se condividiamo con altri ciò che abbiamo, potremo avere il beneficio di restare cinque o sei anni in paradiso ma niente di più. In seguito dovremo ritornare indietro velocemente. Ascendere può essere un processo lento ma discendere è ben più rapido! Perciò la Bhagavan Gita dice “ Non pregate per raggiungere il paradiso!” perché la vostra permanenza in quel luogo è temporanea, se mai esso esiste! Voi siete giunti in paradiso in seguito ai meriti accumulati e ne godrete il frutto fintanto che saranno esauriti, dopodiché sarete costretti a tornare indietro.

Io posso ritirare denaro dalla banca finché esiste un deposito sul mio conto ma se emetto un assegno a vuoto, quando tutto l’ammontare sarà stato prelevato, il Direttore di Banca verrà a cercarmi… Similmente, amici, fintanto che ci sono meriti sul mio ‘conto’ potrò goderne i benefici in paradiso ma quando saranno finiti dovrò ritornare. Tutto quello che fate è quindi per il momento presente o per l’essenza del vostro essere?

Baba ci dà un altro esempio. Un membro di una assemblea legislativa o del Parlamento viene eletto dalla circoscrizione elettorale che rappresenta. Quindi, se sarà eletto Membro del Parlamento, egli si trasferirà nella capitale e si insedierà ove gli compete. Quando vi resterà? Solo per cinque anni, quindi ritornerà al suo paese; non può restare nel Parlamento di Dehli o di Washington per sempre! Vi resterà solo per il tempo previsto dal suo mandato dopodiché è tutto finito. Ugualmente, la vostra vita in paradiso, (nella quale voi credete e se esiste), ha una durata temporanea mentre l’Immortalità e la Beatitudine sono caratteristiche che appartengono al vero essere. Nella spiritualità la sfida è dunque: il vostro sforzo è mirato al momento presente oppure all’essenza del vostro vero essere?



Ogni rito ha un significato spirituale
Questa è un’altra sfida. Amici miei noi corriamo da un tempio all’altro nei centri di pellegrinaggio; perché? Ci aspettiamo qualche beneficio, qualche profitto, magari una promozione ma questo Avatar, Bhagavan Sri Sathya Sai Baba, l’Insegnante degli insegnanti, il Jagathguru (ndt Insegnante del mondo), ci chiarisce questo punto assicurandosi che prestiamo attenzione. Cosa ci dice?

“L’adorazione che voi fate nei templi ha un significato. La meditazione che praticate ha un significato”.

Tutte le nostre attività spirituali non sono tabelle di marcia, pacchetti o programmi per il computer. No! Ogni rito ha un significato spirituale. Swami ci propone un esempio: quando partecipo alla celebrazione del giorno dell’Indipendenza o della Repubblica nel mio paese, cosa faccio? Saluto la bandiera nazionale stando in piedi di fronte ad essa, come segno di riverenza e rispetto, ma la nazione non è un pezzo di stoffa; perché dunque salutare questa bandiera? Per il significato che essa riveste: essa rappresenta la mia nazione. Penso che abbiate compreso il punto. Quindi i nostri rituali sono come la bandiera nazionale che rappresenta l’unità dei cittadini, il patriottismo, la madre Patria, e merita il nostro rispetto e la nostra reverenza. In egual modo, i rituali hanno un profondo significato intrinseco che si esprime nell’osservanza e nel compimento degli stessi.


La sfida è realizzare il significato spirituale
Ecco un esempio semplice: che cosa significa rompere una noce di cocco?

Swami dice: “ La noce di cocco ha tre involucri che la ricoprono: la fibra, il guscio duro e la morbida parte bianca. All’interno c’è l’acqua pura.”

Si deve rimuovere la fibra, che è la caratteristica animale nell’uomo, il temperamento bestiale; poi il temperamento rajasico, l’ambizione, la passione, i desideri eccessivi, le emozioni, deve essere rotto e quindi troviamo la polpa bianca che è pace, calma, devozione, verità, amore. Infine si può godere della dolce acqua Divina che si trova dentro di noi. Voi non rompete il cocco qui ed andate poi a berne il contenuto al cancello, vero? Infatti l’acqua si trova dentro la noce ed è disponibile non appena ne romperete il guscio. Allo stesso modo, la dolce acqua della Divinità è presente in voi dentro la noce di cocco della vostra vita. La prima cosa che è necessario fare è rimuovere la fibra, l’animalità, il temperamento tamasico (ndt inerziale); in seguito si rompe il guscio duro,il temperamento rajascico (ndt eccitante) e quindi si incontra la parte bianca che è il temperamento satwico (ndt equilibrato). Infine, superando anche quest’ultimo, si gioisce della dolce acqua Divina che si trova all’interno. Sono certo che almeno il 99,9% della gente non sa affatto tutto questo. Sono più che certo che, se anche lo sa, non desidera rompere questa noce di cocco : nessuno è pronto a ‘rompere’ il proprio ego, non siamo pronti ad andare oltre queste tre qualità.

Io mi sento a mio agio con le caratteristiche animali della ‘fibra’ e trovo molto conveniente essere coinvolto nelle passioni e nei desideri del ‘guscio’. E’ bello godermi la ‘polpa bianca’; mi occuperò più tardi dell’acqua pura. Poiché siamo troppo piacevolmente coinvolti da queste tre qualità di base, non siamo capaci di raggiungere l’acqua dolce della Divinità che si trova dentro di noi. Per cui, cari amici, la sfida è questa: Cos’è che conta, l’osservanza dei rituali o la comprensione del loro significato intrinseco?



L’essenza di tutte le religioni è la stessa
Ieri è stato un giorno bellissimo che ho goduto in modo particolare e sono certo che voi siete d’accordo con me. Abbiamo avuto un seminario sull’Unità di tutte le Religioni, una fratellanza di fedi. Hanno parlato cinque persone che rappresentavano 5 fedi diverse. Amici, l’unità delle religioni è uno dei messaggi importanti di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba. Il fanatico, il dogmatico ed il fondamentalista non trovano posto nel mondo di Sai. Non si dovrebbe mai dire:”Questo è il modo di pregare; questo è il modo di offrire preghiere a Dio.” Un giorno qualcuno mi ha chiesto:” Possiamo cantare i bhajans in Inglese?” “Perché no?” ho risposto “Dio conosce anche l’Inglese!” (Risate)

Qualcuno ha chiesto: “E’ necessario cantare i mantra Vedici in Sanscrito? Io non lo conosco! “ Io ho risposto: “ No, non è necessario.” Se non sapete il Sanscrito perché volete tribolare tanto? Potete leggere la Sacra Bibbia, il Corano, il Dhammapada. Ognuno di questi è perfetto ed altrettanto valido, importante e Divino quanto i Veda stessi. Non pensate che i Veda siano superiori alla Bibbia; questo è un punto di vista poco religioso. Pensare che il Corano sia inferiore ai Veda non è spirituale. Dobbiamo pensare che tutti i testi spirituali siano ugualmente grandi e importanti, non dobbiamo sforzarci di imparare qualcosa che ci è estraneo. In altre parole l’essenza delle religioni è la stessa. Bhagavan Baba ha detto: “Nessuna religione vuole che tu sia violento, nessuna religione vuole che tu sia arrogante, nessuna religione ti insegna l’egoismo. Tutte le religioni sono d’accordo sui valori umani fondamentali cioè Verità, Rettitudine, Pace, Amore e Non-violenza”. Quindi i principi di base, i valori umani, restano gli stessi qualunque sia la religione.

Un’altra volta Baba ha detto: “ Si dice ‘water’ (acqua) in Inglese, ‘niru’ in Telegu, ‘thanni’ in Tamil, ‘pani’ in Indi e ‘vari’ in Sanscrito ma alla fine si tratta sempre di H20!” Ugualmente, secondo la vostra attitudine, il vostro temperamento,i vostri ‘samskara’ (semi causali), potete dare a Dio qualunque nome vi piaccia ma Egli è sempre Uno. Questo è il messaggio di Baba che tendiamo spesso a dimenticare.



Unità nella diversità

Non mi ha fatto piacere sentire, presso qualche associazione all’estero, le persone che insistevano che si dovessero suonare solamente bhajan; qualcuno diceva : “Si deve recitare questo.” Chi l’ha detto? Potete cantare a modo vostro, nel modo che vi fa più piacere. Perché non si possono cantare gli inni biblici? Perché no? Alcuni Inni dei santi Cristiani sono bellissimi! Perché non cantarli? Quindi, amici miei, essere dogmatici, fanatici, pieni di pregiudizi, ed avere una visione religiosa unilaterale non è spirituale. Se siamo inclini verso una particolare religione e rifiutiamo tutte le altre, non possiamo dichiararci devoti di Sai. Pertanto un’altra sfida innanzi a noi è questa: Unità nella diversità.

Ieri la gente era felice di vedere il rappresentante dello Zoroastrismo dare la mano all’uomo di fede Cristiana. Non ho mai sentito i devoti applaudire tanto! Di solito applaudono in risposta al messaggio Divino, in risposta a certi riferimenti fatti dagli oratori riguardo a Swami, ma quando due persone di differenti fedi si abbracciano, la gente applaude, applaude ed applaude! Cosa significa? Che Zoroastrismo e Cristianesimo non sono diversi, sono una stessa ed unica cosa! Anche i Buddisti parlavano con Swami e questo vuol dire che il Buddismo non è affatto diverso dagli insegnamenti di Sai. Baba ha tenuto solo me lì fermo ma, se fosse stato per me, sarei saltato sulla pedana, avrei preso il microfono e fatto i giusti collegamenti tra il messaggio di Swami e quelli delle diverse Fedi. Se avessi potuto farlo sarei stato davvero molto felice!

Baba ha materializzato la luna crescente e la stella per i Mussulmani, non gli ha dato un idolo di Krhishna! Sulla pedana c’era un signore proveniente dall’Olanda al quale Swami ha materializzato la croce d’oro di Gesù Cristo ed ai Buddisti ha regalato un Buddha, non gli ha dato qualcosa riguardante Krishna o Rama! In altre parole Egli desidera che ognuno di noi prosegua la strada religiosa che ha scelto. Quindi l’importante insegnamento che Baba vuole trasmetterci è questo : l’unità nella diversità. Non possiamo essere divisi, la convergenza è più grande della divergenza, ’unità è più elevata della diversità. Se vediamo solo la diversità finiremo per avere dei nemici ma noi desideriamo amicizia, comunione e simpatia e queste si creano solamente dall’unità. Per questo Baba insiste sull’unità; ecco la sfida da affrontare.



Imitazione o creazione?

Ora attirerò la vostra attenzione su di un’altra sfida importante: noi spesso cerchiamo di imitare gli altri. Sì, perché no? Tu hai un certo successo nel tuo campo, io ti osservo per un po’ e poi cerco di imitarti. Cosa accade in questo caso? Nel processo di imitare te, io perdo la mia originalità. Non posso essere la tua copia carbone! In tal caso non sarò né un cavallo né un asino ma un mulo, un ibrido! Quindi la sfida è questa: cerchiamo di essere creativi oppure di imitare gli altri? L’imitazione è umana, la creazione è Divina. Baba è creativo. L’intera natura è creativa. Niente è ripetitivo nell’intera creazione. Se la creazione fosse ripetitiva, il mondo intero sarebbe monotono, una noia mortale ma non è così. La vita è creativa, radiosa, luminosa, la vita è brillante poiché è sempre nuova e fresca. Anche noi dobbiamo essere sempre freschi e diversi, ogni mattina. Non dovremmo mai pensare che oggi sia una ripetizione di ieri, non dovremmo mai pensare che il domani sia una ripetizione di ciò che è stato oggi. Se vogliamo vivere una vita vera, se vogliamo godere della vita, allora ogni momento, ogni secondo deve essere nuovo. Mi è piaciuto molto ciò che ha detto un signore Parsi a proposito delle due “L” importanti: “Amore (Love) e Risate (Laughter) sono due elle importanti”. In effetti molte persone pensano che essere seri sia una caratteristica della persona religiosa; io compatisco chi la pensa così. La serietà non è un segno di religiosità semmai di malattia! ( Risate) Si dovrebbe imparare a ridere, perché quando sorridiamo e ridiamo possiamo godere della vita e la vita merita di essere vissuta. Quindi, la creatività è divina non l’imitazione. Dobbiamo imparare ad essere creativi perché l’imitazione è cieca e brutta e si presume che l’uomo sia fatto per creare e non per imitare.



Voi siete parte di questo Universo
Svilupperò ancora un punto poi passeremo ad un altro argomento: devo limitare me stesso ad essere concentrato sul mio ‘io’, oppure dovrei spaziare nella realtà cosmica? Ieri un signore Buddista è stato fantastico! Egli ha detto: “ Tu non sei un essere isolato, non devi vivere in solitudine, non devi vivere una vita solitaria. Sappi che sei parte di questo cosmo, di questo Universo, membro dell’intera famiglia organica! Le piante sono i tuoi parenti, gli animali sono i tuoi amici, le colline, le montagne, le valli sono i tuoi cari. Tu sei così vicino a loro! E se sei vicino alla natura, tu stesso sarai ‘naturale’.”

Oggi la vita è artificiale perché siamo molto lontani dalla natura. Solo se ci avviciniamo alla natura potremmo essere naturali e, se lo saremo, diventeremo anche noi bellissimi, come la natura; siamo brutti perché non siamo naturali!

Perciò, amici miei, c’è bellezza nel pensiero del ‘noi’, nell’ universalità cosmica, nel sentimento di comunità. Quindi la sfida è se restare ancorati nella posizione dell’io’ o vivere lo spirito e il senso del ‘noi’.



DOMANDE E RISPOSTE

In questi pochi minuti rimasti, vediamo alcune domande che ho ricevuto tramite e-mail ed alle quali non ho potuto rispondere prima sia a causa delle festività che di mancanza di tempo.



Qual è il metodo giusto per orientare la mente all’interno di noi stessi?
Il primo passo da fare per raggiungere questo scopo è rendersi conto che la nostra mente è proiettata al di fuori e che deve essere rivolta all’interno.

Chi è questo ‘Io’? La mia mente è rivolta all’esterno. Chi è che dice ‘mia’, chi è che fa questa osservazione? Chi è che vuole orientare la mente all’interno? Che cosa comprendete se vi concentrate su questo, su colui che decide di invertire l’attenzione della mente? Chi è che ha compreso questo processo? La mente è proiettata ‘fuori’: come fai a saperlo? Chi è che sa questo e chi è che produce l’inversione della mente? Ce lo dice un calcolatore, una bilancia un termometro un periscopio, uno stetoscopio? Quello che dovete fare è conoscere il conoscitore, colui che sa che la mente è orientata all’esterno e che deve essere dirottata interiormente. Quello è dentro di voi e questo processo è chiamato ‘ ricerca’. Il sentiero della ricerca è l’unico modo di girare la mente all’interno.

Per favore considerate la domanda : “Ko-ham, Chi sono io?” La risposta immediata è “Deham, io sono il corpo” ma scoprirete molto presto che voi non siete affatto il corpo; infatti alla sera avrete la pressione che sale a mille!

Se fossi il corpo dovrei restare sempre uguale. Se guardo una mia foto di dieci anni fa, mi viene da piangere! E non permetterò a nessuno di farmi una foto adesso! (Risate) Eravamo tutti molto attraenti, un tempo, ma oggi la gente scappa quando ci vede! Se fossi il corpo, esso dovrebbe rimanere sempre identico ma questo non accade.



Altra domanda: “Chi sei tu?”
Io sono jivasmi, un individuo. No! Non lo sei. Perché? Perché durante il sonno tu dimentichi la tua individualità, sei lì sdraiato come un tronco di legno; dov’è la tua individualità? La risposta corretta è “ Io sono Brahman. (ndt Io sono l’Assoluto), Aham Brahmasmi. Io sono Quello.” Il sentiero della ricerca ci aiuta a rivolgere la mente dentro di noi.



Qual’è lo scopo ed il significato spirituale del matrimonio?
Alcuni dicono che il matrimonio sia un male necessario. (Risate) Quelli che si sono sposati se ne sono pentiti e quelli che non sono ancora sposati hanno una gran fretta di farlo! Questa è la bellezza della questione! (Risate)

Sto scherzando, naturalmente, ma cosa dice Baba in proposito? Dice forse che nessuno si dovrebbe sposare? Se avesse fatto questa affermazione perché dovrebbero esserci due alloggi destinati agli sposi (Kalyana Mandapam) nel villaggio? Perché ci sono alloggi per gli sposi a Brindavan vicino a Whitefield o ad Hyderabad? Perchè dovrebbe Lui stesso presiedere alle cerimonie di matrimonio singole o di massa?

Cari amici, il matrimonio, spiritualmente parlando, è molto più di ciò che si intende nel senso mondano. Tutti gli Avatar sono nati da coppie. Gesù, Buddha, Shirdi Baba e Sathya Sai Baba non sono apparsi dal blu del cielo né scesi dal paradiso! Quindi come potrebbero mai affermare che il matrimonio non è necessario?

Il matrimonio ha una sacra responsabilità. Ci sono quattro obiettivi nella vita: dharma, artha, kama e moksha. Dharma è la rettitudine, Artha è la prosperità, Kama è il desiderio e Moksha è liberazione. E’ molto più facile realizzare questi obiettivi tramite una vita matrimoniale che con il celibato. Centinaia di devoti affermano che sono qui a causa delle loro mogli; lo dissi a Swami ed Egli mi rispose: “ E’ la moglie che per prima diventa devota. Lei non serve la colazione al marito finché egli non acconsente a fare un viaggio a Prashanti Nilayam!.” (Risate) Gli fa premura, solo questo, ed egli semplicemente la segue. In seguito il marito diventa un seguace e questo seguace sarà infine un leader. Lei si sente veramente male quando all’inizio il marito non è un devoto e poi, più tardi, si lamenta con lui che essendo diventato un devoto, anzi un devoto energico, un devoto al 100%, non ha più tempo per lei! (Risate) Quindi amici, il matrimonio non è una barriera, esiste per la realizzazione degli scopi della vita. Quando dovete attraversare un fiume da una riva all’altra, avete bisogno di una barca; la vita matrimoniale è come una barca che va dalla riva del soggiorno terreno a quella della liberazione. Un uomo sposato avrà un certo tipo di comprensione, simpatia e abilità nell’accomodare le cose. Guardando alcune persone che non sono sposate mi congratulo con loro. Per favore resta celibe perché se ti sposi, con il carattere che hai, tua moglie sarà costretta a suicidarsi! Un carattere per niente accomodante! Se non sei in grado di arrivare a compromessi, e di sistemare le situazioni, è meglio che non ti sposi affatto; se non altro salvi la vita ad una donna sulla terra! ( Risate) Quindi amici, il matrimonio non è un ostacolo. Non desidero ammogliare tutti gli scapoli, non sono né un prete né un’agenzia matrimoniale! (Risate) Vi sto solo dicendo che, dal punto di vista spirituale, il matrimonio non è un impedimento. La coppia lavora unita così come i due poli del filo, positivo e negativo, permettono alla corrente di scorrere ed illuminare la lampadina o di amplificare il suono attraverso il microfono. Il matrimonio è cooperazione, mutuo incoraggiamento, un concordato nella vita, è un mutuo scambio di simpatia ed empatia, è una barca per attraversare il fiume non un ostacolo. Questo è ciò che vi posso dire dal punto di vista del messaggio di Swami.



Cosa ci dice Swami a proposito della nuora?
Questa domanda è stata fatta sicuramente da un Indiano! (Risate) Gli stranieri non hanno questi problemi perché, dal momento che il ragazzo prende il diploma, vive già da solo. Solo nelle famiglie indiane abbiamo ancora gruppi familiari uniti e vi possono essere questi problemi. Cosa si può dire della nuora? Swami desidera che la nuora consideri la suocera come la propria stessa madre. La definizione di Swami della parola ‘nuora’ è ‘figlia dell’amore’ (in inglese nuora si dice daughter-in-law che vuol dire figlia per legge e Swami gioca sul suono delle parole daughter –in-law e daughter-in-love , figlia per amore e figlia innamorata. ndt). La suocera dovrebbe considerare che la nuora non proviene da un’altra casa ma è sua figlia e questa dovrebbe comportarsi nei confronti della suocera come se fosse sua madre. Non è una questione di ‘legge’ ma di ‘amore’, dice Swami. Naturalmente questa era una lettera prolissa di una buona nuora messa sotto tortura dalla suocera ma io non posso aiutarla! (Risate) Sarebbe un’interferenza!



Non potete amare Dio e trattare il mondo con disprezzo

La prossima domanda è: “ Quando contemplo Swami, che conduce ognuno di noi a sentire istintivamente il Suo amore, divento molto triste perché mi sento intrappolato ed incatenato dal mondo che ho creato intorno a me.”

Questa è una dicotomia, una divisione rigida in due parti di questa esperienza. Canto il Nome di Baba, sono felice, ma allo stesso tempo mi sento triste perché sono intrappolato nella ragnatela del mondo. Non è così amici. Quando canto la Sua gloria, il Suo Nome, sento che il mondo è assolutamente diverso da ciò che pensavo. Quando ancora non cantavo il Suo Nome , prima di cantare i bhajan, trovavo il mondo disgustoso, meccanico, opprimente e tedioso, un mondo pieno di competizioni e di dualità; dopo essermi immerso nel Suo Nome, il mondo diventa interessante perché non è diverso da Dio! Dio si manifesta nella creazione ed il mondo non manifesto è Dio. Non si può amare Dio e pensare al mondo con disprezzo; non potete amare il mondo e rinnegare il suo Creatore. Senza il Creatore non c’è creazione. La creazione è il riflesso del Creatore.



Swami Vivekananda ci ha dato un esempio.

Una persona che avversava l’idolatria criticava gli altri che adoravano statue e Vivekananda volle impartirgli una lezione: andò nel suo palazzo e si mise a guardare il quadro di suo padre, quindi lo afferrò, lo buttò per terra e pestandolo ruppe il vetro. Il personaggio si mise ad urlare:

“ Cosa stai facendo? E’ il ritratto di mio padre, un magnifico dipinto!”

“Perché ti disperi tanto, il dipinto non è tuo padre!”

“Invece è proprio la rappresentazione di mio padre!”

“Ah, anche gli idoli sono la rappresentazione del più alto ideale. Perciò chiudi la bocca!” (Risate)

Gli idoli rappresentano l’Ideale, non possiamo denigrarli o considerarli ridicoli ma Baba, nello stesso tempo, ci dice che l’idolo è necessario fintanto che non arriviamo a realizzare l’Ideale e ci dà un esempio: con questo dito tu puoi indicare un bellissimo fiore. Il dito è necessario fintanto che non avrai individuato il fiore. Il dito mostra solamente la direzione, dopodiché non ne hai più bisogno. Allo stesso modo, quando sei vicino all’Ideale, l’idolo non è più necessario. Amici miei, non dovreste mai sentirvi incatenati a questo mondo ed essere felici solo quando cantate il Nome di Dio. Il mondo, infatti, non è altro che la Sua creazione. Se il mondo è tanto cattivo perché Lui ci permette di viverci? ‘Buono’ e ‘cattivo’ sono solo pensieri tuoi, non sono altro che effetti dei cambiamenti dovuti alle influenze ed al tempo. Quindi l’uomo spirituale deve sempre sentire il mondo pieno di amore e goderne come manifestazione Divina.



Che significato ha il matrimonio quando una persona diventa molto spirituale?
Lo scopo del matrimonio sarà scoprire che l’amore vero è oltre l’infatuazione e gli attaccamenti, vi aiuterà ad andare verso l’Amore Divino. Matrimonio significa unione di intenti, unità dell’Amore. Questo è ciò che significa matrimonio spirituale.



Se le cose accadono in conseguenza al Karma, perché dovremmo pregare?
Colui che fa la domanda chiede: siccome le cose accadono comunque in accordo con il karma ( ndt legge di causa ed effetto) e la preghiera non riesce ad evitare gli effetti negativi, dal momento che ciò che è destinato accadere accade, allora perché pregare? E’ molto semplice: c’è un karma positivo ed uno negativo. Il buon karma vi da buoni risultati ed il cattivo karma cattivi risultati. Quando tu preghi, con umiltà, reverenza, rispetto e semplicità, sperimenti del buon karma ed avrai buone conseguenze. Quando devi attraversare delle esperienze negative, delle difficoltà e problemi quale risultato del tuo karma, se preghi diventerai coraggioso, pieno di speranza e guarderai ad un futuro promettente: “Ci sono giorni belli davanti a me”. Senza la preghiera, il buon karma produrrà buoni risultati che possono farvi diventare egoisti. Senza la preghiera i cattivi risultati del vostro karma vi creano frustrazione e talvolta possono perfino condurre al suicidio. Quindi la preghiera vi aiuterà ad essere semplici, umili, rispettosi, sottomessi e ad accettare la Volontà Divina. La preghiera vi dà speranza e vi porta ad affidarvi. Essa è necessaria sia in situazioni positive che negative.



Perché i codici di abbigliamento maschili sono diversi da quelli femminili?
Ecco una domanda interessante: “ Caro Anil, sono un membro dei centri Sai e vorrei sapere qualcosa di più sui codici di abbigliamento nella nostra organizzazione.” Sì, la domanda è ovviamente fatta da una donna. Questa signora chiede: “Perché gli uomini possono andare al darshan con tutti i tipi di abiti colorati, con pantaloni o pigiama indiani, mentre le donne possono andare vestite solo in un modo particolare? Perché le donne non possono entrare con pantaloni e magliette un po’ attillate secondo l’uso occidentale?” Sto leggendo, non sto inventando niente, per favore non mi attribuite niente, non sono interessato a questo.

Così come il proverbio dice: “ Sii un romano quando sei a Roma”,visto che siamo in India dobbiamo seguire le tradizioni di questa terra. Mettiti ciò che vuoi nel tuo paese, potrai sentirti libera, sempre in accordo alle leggi e secondo la pratica e la tradizione del tuo paese, ma quando sei qui, devi seguire la cultura e la tradizione di questo paese. E’ meglio che mi fermi qui , senza entrare in altri dettagli! (Risate)



Come si può spiegare, con parole semplici, la presenza di Dio ad un bambino
Un bambino non ha bisogno che gli spieghiate la presenza di Dio. Un bambino sperimenta la presenza di Dio molto più di tutti noi messi insieme. L’altro giorno, quando è stato inscenato uno spettacolo davanti a Swami, abbiamo visto dei bambini piangere ed hanno continuato a piangere. Non so perché lo facevano, nessuno ha chiesto loro di farlo ma piangevano di estasi, di gioia, non riuscivano a contenere le emozioni! Non riuscivano a contenere la felicità!

Perciò come possiamo noi spiegare ai bambini come sperimentare Dio? E’ troppo sciocco questo! Anche noi Lo abbiamo sperimentato da bambini. In seguito, per ragioni che ben conosciamo, abbiamo avuto bisogno di fare della sadhana (ndt esercizio spirituale) per ritornare alla nostra infanzia. Ecco perché Gesù disse “ Se non tornerete come bambini, non potrete entrare nel Regno dei Cieli”, perché i bambini sono innocenti e possono sperimentare Dio.

Come strumento di esercizio, lo Sri Sathya Sai Bal Vikas (ndt programma educativo per bambini) prevedeva inizialmente alcune procedure di incoraggiamento al bambino affinché potesse incamminarsi lungo il sentiero della Divinità. Il progrmma bal Vikas, le lezioni Bal Vikas hanno prodotto risultati meravigliosi in tutto il mondo. Credetelo per favore. I bambini che provengono da scuole Bal Vikas sono diversi da tutti gli altri poiché questo insegnamento ha dato loro le basi per il futuro, per essere ben preparati ad affrontare la vita e le sue sfide.



Posso cantare due volte il canto a Ganesh durante i bhajan?
Due volte? (Risate) Se voi dite due volte, qualcun altro potrebbe dire : “ Perché non tre o quattro?” Il motivo è che alcuni amano Rama, altri adorano Krishna ed alcuni preferiscono Lakshmi. Alcuni credono in Cristo, altri in Allah, e tutti questi Nomi dovrebbero essere contenuti nei canti. Non possono esserci troppi canti dedicati a Ganesha. Quando i cantanti dimenticano di eseguire un Sarvadharma- bhajan ossia un canto contenente i Nomi Divini di tutte le religioni, Swami non si alza finché questo non viene eseguito! Egli insiste sulla preghiera, o canto, in cui tutti i Nomi Divini sono presenti. Perciò, se desiderate cantare un altro canto a Ganesh, amici, fatelo a casa vostra! (Risate)



Ho dato la mia foto a Swami; ci sarà una risposta?

Io metto alcune domande in second’ordine in quanto a priorità. Questa è una di quelle: “Mentre mi stava parlando, ho dato la mia foto a Swami; mi risponderà?” Se stavi parlando con Lui che risposta vuoi da me? (Risate) Per favore lascia la domanda alla foto ed avrai la risposta.



Il ‘Loka samastha’ deve essere recitato solamente dopo l’Arathi?
Prossima domanda: “ Alcuni membri del nostro Centro credono che il Loka samastha debba essere recitato solamente dopo l’Arathi. E’ la giusta collocazione per questo mantra?” Qualcuno potrebbe chiedere: “ Perché devo mangiare lo yogurt alla fine del pasto? Perché non comincio con lo yogurt?” Fatelo se vi fa piacere! Perché no? Oppure mangiate solo yogurt! Amici miei, ‘ Loka samastha sukino bhavantu’ (ndt: possano gli esseri di tutti i mondi essere felici) viene cantato alla fine della sessione bhajan perché, nel terminare le nostre preghiere, proviamo un sentimento di fratellanza universale, un sentimento cosmico di unione, di unità, equanimità, totalità. Se voi cantate questo mantra all’inizio, alla fine potreste pensare ” Speriamo che io possa essere felice!” e terminereste con il senso dell’ego’, centrati su voi stessi! Al contrario, quando dite “possano gli esseri di tutti i mondi essere felici!” voi fate parte di questo mondo di cui state parlando e non avete bisogno di pregare per voi stessi separatamente. Voi fate sicuramente ancora parte di questo mondo non ve ne siete ancora andati a quell’altro!.. (Risate)



Qual è il significato dei sogni?

Un sogno che vi lascia confusi è un riflesso psicologico, è una immaginazione, un’allucinazione; per citare Baba, “un isterismo”. La visione di Sai è diversa da un sogno di Sai. Ho già fatto una conferenza su “sogni e visioni” in cui ho spiegato la differenza tra i due. Per coloro che non erano presenti, lo spiegherò in una frase: “ la visione è spirituale, il sogno è psicologico.” La visione è diretta a voi mentre il sogno è una vostra scelta. La visione è intuitiva, nasce dal cuore, mentre il sogno è un riflesso della mente. La visione arriva inaspettatamente mentre il sogno rivela desideri inappagati o imprese incompiute. Un esempio semplice: “Siccome non posso picchiarti nella realtà, ti porto nel mio sogno e te le do di santa ragione!” (Risate) . Quindi i sogni parlano di cose incompiute mentre le visioni sono del tutto indipendenti. Molte più cose potrebbero essere dette; guardate per favore lo stesso argomento sul sito.



Poiché non c’è più tempo, risponderò alle altre domande la prossima settimana. Grazie per la vostra gentile presenza. Grazie amici. Che Baba vi benedica tutti.