Satsang

La vita è una sfida: affrontala (seconda parte)

17 luglio 2005

Cari Fratelli e Sorelle,

il Guru Purnima si avvicina rapidamente e molte persone arrivano qui ogni giorno. Poiché Baba desidera che noi comprendiamo la profondità e l’importanza delle celebrazioni del Guru Purnima (Il giorno della luna piena in Luglio è riservato per onorare l’insegnante spirituale),vorrei condividere con voi alcuni pensieri.

Altrove il Guru Purnima è celebrato in modo differente da come viene celebrato in questo luogo. Qui, la Presenza Divina rende ogni cosa diversa. Il Guru Purnima dalle altre parti è considerato più come un’espressione di gratitudine, un segno d’amore pieno di ricchi tributi in lode al guru mentre qui, questa celebrazione, non è un’espressione di gratitudine, siamo focalizzati sulla realizzazione del Sé. Bhagavan Baba desidera che noi comprendiamo di essere il Sé: ‘Io sono il Sé, Io non sono il corpo, Io non sono la mente’. Il giorno in cui capiremo di essere il Sé, lo scopo della celebrazione del Guru Purnima sarà raggiunto, altrimenti non sarà così.



Gli insegnamenti di Sai sono sia esteriori che interiori.

I guru ci insegnano, ci dirigono e ci guidano. Ci mostrano la strada verso il Divino.

Ci spiegano verità spirituali che da soli non avremmo mai compreso.L’insegnamento è l’attività spirituale del guru, ed il tuo guru ha il dovere di prescriverti il metodo più adatto a te, ma qui siamo alla presenza del Guru dei guru, del Maestro dei maestri, il Jagatguru, il Satguru, il Maestro del Mondo: Bhagavan Sri Sathya Sai Baba. Questo fa moltissima differenza! Bhagavan Baba è unico. Egli non solo ci insegna attraverso i Suoi discorsi, versi, scritti e conversazioni, ma ci insegna anche individualmente dall’interno di noi stessi. Possiamo chiamarla ’intuizione’,’voce interiore’ o ‘coscienza’.

Baba sprona, dirige, spiega e dissolve i vostri dubbi. Non parla semplicemente con voi dall’esterno come accade quando ascoltate i Suoi discorsi nella Sai Kulwant Hall, Egli vi insegna individualmente nel vostro intimo. Se noi non riusciamo a sentire la voce interiore è solo perché siamo molto distratti dal rumore esterno. Quando riusciamo a far silenzio fuori di noi allora possiamo percepire la voce interiore. Perciò, Bhagavan Sri Sathya Sai Baba, l’Eterno Auriga, l’Insegnante degli insegnanti, il Maestro del Mondo è unico proprio perché i Suoi insegnamenti emanano sia dall’esterno che dall’interno.



Dio è sempre con te.

La seconda differenza è che i guru che incontriamo in questo mondo ci parlano quando lo trovano conveniente, o quando noi lo troviamo conveniente, oppure quando è conveniente per entrambi. Voi andate dal guru quando è possibile e il guru vi parla se è possibile. Bhagavan Baba invece ci dice con insistenza: “ Baba è in te, con te, sopra di te, sotto di te, intorno a te .” Non c’è alcun bisogno di avere un appuntamento con Baba, di cercare un’udienza, perché Lui è sempre con te, in te, intorno a te! Questo è l’unico punto sul quale voglio attirare la vostra attenzione stamattina.



Dio è venuto in forma umana per permetterci di comprendere che Egli è in noi.

Ramana Maharshi, il più grande saggio di questo secolo, ha fatto un’affermazione che ci aiuterà a comprendere. Ponderate ciò che ha detto:

“Quando pregate Dio, quando avete un profondo e sincero desidero per Lui, quando la vostra preghiera è così intensa nello spirito di resa a Dio, Egli scenderà in forma umana; noi abbiamo chiamato un ‘guru’.”

Quindi il guru è Dio stesso in forma umana che sta di fronte a voi in risposta alle vostre preghiere, alla vostra sincerità ed intensità di desiderio per Lui. Qual è la risposta del Divino che desidera parlare direttamente con noi, darci la gioia dell’amicizia affinché possiamo stabilire una comunione sacra con Lui? Quando Baba è di fronte a noi e ci parla in interview, oppure quando fa un discorso davanti alla folla riunita nell’auditorio, cosa vuole dirci? Egli ci spiega che è molto importante che riusciamo a vederlo all’interno di noi stessi! Baba, il Baba esteriore, vuole che noi vediamo il Baba interiore!

La mia preghiera è questa: “Possa Dio venire in forma umana per insegnarmi a vederLo dentro me stesso.” E’ una specie di approccio spirituale bi-direzionale, è la quintessenza della spiritualità, è l’obiettivo di tutte le religioni. Nessuna religione, nessun guru ha mai detto: “Dio è fuori (di noi)”. Ramana Maharshi va oltre affermando che la causa di tutte le nostre tribolazioni è dovuta alla sensazione che Dio sia al di fuori. Fintanto che sarete convinti che Dio è ‘fuori’, sarete legati alla sofferenza del mondo duale. Affinché questo mondo possa divenire un ‘gioiello’ dobbiamo realizzare Dio dentro di noi, per questo dobbiamo viaggiare dallo stadio di dualità a quello della preziosità (ndt. Anil Kumar gioca con il suono delle parole ‘dual’ duale e ‘jewel’ gioiello.)



L’amore è il solo sentiero spirituale. L’obiettivo è vedere Dio dentro di noi.

Baba ci ha dato un solo sentiero. I guru che troviamo nel mondo ci propongono diverse strade che spesso troviamo difficili da seguire. Alcuni metodi prescritti sono duri e stancano, oppure abbiamo paura di praticarli, e possono perfino indurci a scappare dalla spiritualità! Baba ci indica un solo sentiero, il più semplice e facile che ci sia e può essere adottato per tutta la vita. I guru normalmente vi dicono: “ Questa è la sadhana (pratica o disciplina spirituale) che ti prescrivo e desidero che tu la segua un’ora tutte le mattine e tutte le sere per il resto della tua vita. Se fai questo ti garantirai sicurezza e nascita in paradiso. Tutto quello che lasci è per permetterti di andartene da qui!” (Risate) Ma non è così.Il sentiero spirituale di Baba non si limita ad un lasso di tempo e non si restringe a qualche celebrazione religiosa, non è un evento stagionale. Baba desidera che noi seguiamo e adottiamo il sentiero che ci ha dato in ogni momento della nostra vita, dalla nascita alla morte, dal grembo alla tomba. E’ un sentiero che in Sanscrito si esprime con due sillabe : PRE-MA. In Italiano si chiama AMORE. E questo è tutto. Due sillabe o cinque lettere non importa ; c’è un solo sentiero spirituale che ci è stato dato da Baba è questo è il sentiero dell’AMORE. Non avete bisogno di digiunare per un mese, non è necessario! Non dovete sacrificare il sonno per due mesi, non è necessario! Non dovete contorcervi mettendovi a capo in giù due o tre volte al giorno! Non dovete leggere libri ore ed ore! Non dovete spendere soldi! Niente di tutto questo è necessario! L’amore è l’unica cosa richiesta, il sentiero più semplice e facile. L’amore non ci è estraneo, non è cosa nuova per noi, l’amore è dentro ciascuno.Questa è la ragione per cui Baba si rivolge a noi chiamandoci: “ Incarnazioni dell’Amore”. Tutti possiedono questo amore. E’ sciocco affermare:”Impara ad essere Amore” . Tu non impari ad essere amore: Tu sei Amore! Tu non acquisisci l’amore, non lo importi né lo generi; tu sei nato con l’Amore e l’Amore è un tuo diritto di nascita. Perché? Perché Dio Onnipotente è Amore in Se stesso è l’Amore personificato e noi siamo i Suoi bambini per cui non possiamo essere altro che incarnazioni dell’Amore. Purtroppo però il nostro amore è ristretto, limitato e condizionato, noi abbiamo un amore egoista legato al livello fisico, materiale e perciò effimero e momentaneo. Il nostro amore deve espandersi.

“L’espansione dell’Amore è Vita, la contrazione dell’Amore è morte.” Così dice Baba. Io amo la mia famiglia, amo la gente della mia comunità. L’unica cosa che dobbiamo fare ora è espandere queste frontiere e cercare di ‘Amare tutti e servire tutti.’ Questa è la sola pratica spirituale richiesta, il solo sentiero spirituale che Bhagavan Sri Sathya Sai Baba, il Maestro del mondo, ci ha dato. Perciò cari amici, con l’avvicinarsi del Guru Purnima, cerchiamo di vedere ben chiaro che il sentiero che ci è stato dato è quello dell’Amore e che l’obiettivo è quello di vedere e sperimentare Baba dentro di noi.



Significato di “Satsang”

Qualcuno una volta chiese a Ramana Maharshi :” Swami, cos’è il Satsang?”

Ci sono molti significati per questa parola, uno di questi è: ‘buona compagnia’, un altro è ‘persone che hanno lo stesso modo di pensare’ e un altro ancora ‘ riunione di cercatori spirituali per celebrare e discutere argomenti elevati.’ Il signore che aveva fatto questa domanda a Ramana Maharshi proveniva dagli Stati Uniti. Egli era stato ai piedi di Loto di questo Maestro per molto tempo ma ora il suo visto stava per scadere e doveva ritornare a casa. Con le lacrime agli occhi egli disse: “ Swami, ti sto lasciando, questo satsang mi mancherà. Cosa farò?” Ramana Maharshi rispose: “ Ti mancherò? E’ impossibile! Non c’è posto dove io non sia!” Quindi se io dico: “ Ritorno al mio Paese”, sia esso Stati Uniti, Regno Unito o qualsiasi altro, Lo troverò là quando arrivo. Lui non vi mancherà mai, perché Egli è in voi. Egli è con voi. Come potete sentire la Sua mancanza? Vi manca il vostro sé? Se vi dico: “ Mi manca tanto il mio sé!” potreste rispondermi “ E’ meglio che ti faccia ricoverare in clinica psichiatrica al più presto!” (Risate) Nessuno può sentire la mancanza del suo sé! Allo stesso modo, se Baba è dentro me, non posso sentire la Sua mancanza. Se è dappertutto non c’è modo che io possa essere lontano da Lui. Perciò, questa è la definizione di Satsang data da Ramana Maharshi:

“Non è sedere di fronte al Guru, né saltare davanti a Lui come una rana, non è far bella mostra di sé, né promuovere sé stessi…questo non è Satsang.

Quando stabilite una connessione con il vostro Guru, quando pensate a Lui, quando cantate la Sua gloria e il Suo Nome che non ha paragoni, quando pensate ai Suoi meravigliosi messaggi e quando cercate di comprendere le Sue parole, questo è Satsang. Satsang non implica la presenza del Guru ed il tentativo di attrarre la Sua attenzione; tutto questo appartiene al piano fisico mentre la dimensione spirituale è in qualsiasi pensiero o contatto con il Guru. Questo è davvero un satsang”

Quindi, cari amici, facciamo in modo che questo Guru Purnima ci aiuti a stabilire un contatto costante, una ‘Costante Consapevolezza Integrata’ come dice Baba. Che noi tutti possiamo avere questa consapevolezza spirituale, dentro di noi, per tutta la vita! Questo, io credo, sia ciò su cui dobbiamo riflettere durante la celebrazione di questo Guru Purnima.



La vita è una sfida in ogni cammino che si intraprende

Nella vita, la dimensione spirituale e quella sociale, come vi ho spiegato la settimana scorsa, sono un’insieme; così Baba vede la vita.

Questa mattina vorrei attirare la vostra attenzione su questo argomento:

“ Perché Baba chiama la vita una ‘sfida’?” “La vita è una sfida.” E’ facile da dire ma fa paura sentirlo! Qualche volta avete fiducia di poter affrontare le sfide con successo ma in qualche altro momento voi dubitate di essere capaci di superare le difficoltà. Potremo perfino domandarci che validità ha questa affermazione: “ Perché e come la vita è una sfida? Perché non può esserci una vita senza sfide?” La vita è una sfida per coloro che vogliono il successo, che vogliono raggiungere la vittoria e la gloria. Se siete intrappolati nella routine non potete pensare alla vita come una sfida eppure la vita è comunque una sfida qual sia la strada intrapresa.



La prima sfida spirituale: andare oltre il nome e la forma

Qual è la sfida spirituale che ci sta di fronte in questo momento? E’ questa: dobbiamo elevarci oltre il nome (Nama) e la forma (Rupa). Noi non siamo capaci di sperimentare Dio e di percepirlo dentro di noi perché siamo limitati dal nome e dalla forma. Sì, ‘La vita è una sfida’ e, nel momento in cui io vado oltre la concezione del nome e della forma , affronto la vita e le sue sfide con successo. Questa è la dimensione spirituale dell’affermazione:” La vita è una sfida : affrontala”.



La seconda sfida spirituale : uno stato mentale equilibrato

La seconda sfida spirituale è mantenere l’equanimità, uno stato mentale equilibrato; in altre parole, innalzarsi oltre gli effetti del biasimo e della lode. Normalmente quando veniamo elogiati diventiamo euforici mentre se qualcuno ci critica ci sentiamo frustrati. L’euforia, il giubilo, la depressione, la frustrazione sono tutte reazioni alla lode ed al biasimo. Baba ci ha dato una meravigliosa definizione della parola Bhakti (devozione): Egli ha detto che mantenere uno stato di equanimità sia nei momenti di piacere che in quelli del dolore è vera devozione. Bene, io non sono certo che riusciamo ad onorare tale definizione! Quando le cose sono favorevoli e positive sono super devoto (Risate) ma quando non ottengo la prima fila, quando Swami non mi guarda e mi sento ignorato, quando sto male perché gli altri vengono considerati da Swami ed io no, è allora che si svela il segreto ed io mostro davvero me stesso. Questa non è certo devozione! Sentirsi feriti quando si è ignorati e orgogliosi quando si viene riconosciuti, in qualsiasi caso, non è segno di devozione. Perciò, la vera devozione, secondo Baba, è uno stato mentale equilibrato che va oltre gli effetti del piacere e del dolore.



La terza sfida spirituale: comprendere la spiritualità nei rituali

La terza sfida spirituale è questa: estendere la ritualità esteriore alla sua intrinseca natura spirituale. Noi passiamo molto tempo nell’adempimento dei rituali; con la festività del Dasara (la vittoria delle forze del bene sul male), compiamo i riti sacrificali (Yajna Yaga) per sette giorni. Durante il Vinayaka Chathurthi, adoriamo il Signore Vinayaka ( Signore della Saggezza) per diversi giorni. La nostra vita è piena di rituali eseguiti con grande pompa e sfarzo.

Qualcuno l’estate scorsa mi chiese: “ Vorreste partecipare alla celebrazione del Sri Rama Navami (9 giorni di celebrazione per il compleanno di Rama) a casa nostra?” Io risposi: “ Sì, certamente: è una cosa speciale?” La risposta è stata: “ Il mio rituale è il più speciale che ci sia. Nessuno lo esegue tanto bene come ho fatto io per tutti questi anni! (Risate) Sarà una celebrazione registrata, storica, magnifica e perfetta!” Così come abbiamo la registrazione delle Olimpiadi, adesso abbiamo anche la registrazione delle celebrazioni religiose! Come possiamo chiamare tutto questo spirituale dal momento che affoghiamo nel rituale in nome della religione? La sfida spirituale è quindi comprendere il contenuto spirituale di ogni rito piuttosto che seguirlo meccanicamente, come un’abitudine.



Quarta sfida spirituale: dal Dio con attributi al Dio senza attributi.

La quarta sfida spirituale è avanzare dalla comprensione di Dio con attributi alla conoscenza della Divinità senza attributi. Noi consideriamo Dio compassionevole e pieno di misericordia fintanto che riceviamo la Sua attenzione e ci viene data una preferenza, fintanto che Egli si comporta e fa quello che noi ci aspettiamo da Lui : “ Voglio che Dio sia così!” (Risate) Per me è impossibile essere come Egli vuole che io sia; piuttosto sono io che voglio che Egli faccia ciò che dico e che segua i miei dettami!

“Signore, dovresti essere misericordioso quando sono in difficoltà…Perché non lo sei?” (Risate)

Noi attribuiamo a Dio le stesse qualità che crediamo di possedere. Penso di essere gentile e desidero che Baba sia super-gentile con me. Penso di essere pieno d’amore e perciò voglio che Baba ami me...sempre.. e possibilmente me soltanto! (Risate) Queste dunque sono qualità (gunas) che noi imputiamo a Dio. Qualche volta diciamo che Baba è senza cuore. Pechè? “Baba non guarda dalla mia parte, mi sento come se non esistessi in questo mondo perché Lui si gira dall’altra parte….mi sento ignorato. Baba è così crudele! Non avrei mai pensato che potesse essere così! Che cuore di pietra!” Noi vediamo in Baba solamente i nostri stessi concetti, il nostro riflesso. Lo stesso uomo, se alla sera Baba gli sorride, vi dirà: “ Che meraviglioso darshan ho avuto!” ( Risate)

Io suggerirei di registrare le nostre sensazioni e le nostre affermazioni perché tante volte i nostri umori sono proprio ridicoli e inconsistenti! Alla mattina Baba ha il cuore di pietra e alla sera si scioglie come il burro ma Baba non è né di pietra né di burro. Egli è ciò che è. Siete voi che siete pietra al mattino e burro alla sera! (Risate) E’ così! Alcuni dicono: “Abbiamo avuto un bellissimo darshan questa mattina.” Io non faccio nessun commento, perché potrebbero sentirsi feriti, ma cosa intendono per ‘il bellissimo darshan di oggi?’ Pensano forse che ieri il darhsan non fosse bellissimo? Cosa vuol dire’ bellissimo darshan?’ Significa soltanto che oggi loro sono ricettivi e sensibili, perfetti e puri, gioiscono quindi pienamente della Sua Presenza ed è un ‘bellissimo darshan’. Ieri non hanno fatto questa affermazione perché avevano qualche problema familiare, non avevano fatto colazione, oppure la banca aveva loro rifiutato un prestito, o non hanno avuto la conferma del biglietto per il ritorno.. così non hanno potuto dire di aver avuto un’ darshan belllissimo’. Oggi è stato un darshan splendido perché il biglietto è stato confermato, la colazione fatta, la pressione del sangue normale… si sentivano magnificamente ed il darshan era magnifico! (Risate) Quindi l’affermazione ‘Oggi il darshan è stato bellissimo’ è dovuta solamente ad una propria reazione. Tutti gli attributi e le qualità che imputiamo a Dio sono dentro di noi. Ecco perché Baba afferma di essere ‘il riflesso dell’Essere Interiore’. Qualsiasi cosa tu dica o pensi di fronte a Lui sembra venire da Lui ed essere in Lui. Egli una volta disse :” Dio è un semplice specchio, riflette qualsiasi cosa che si trova di fronte a Lui.” Baba fece questo piccolo esempio: “Se vi mettete dinnanzi ad uno specchio ed unite le mani per fare il Namaskara (saluto a Dio), voi vedrete il riflesso che unisce le mani e fa il Namaskara a voi ma, se puntate il dito, attenti perché allora avrete un dito puntato verso di voi! Ciò che percepite non è altro che un riflesso”.

Perciò cari amici, la sfida spirituale che ci sta davanti consiste in questo: dobbiamo spostarci dal concetto di “saguna” (con attributi) a quello di “nirguna” (senza attributi) comprendendo che la Divinità è senza attributi e che i così detti attributi non sono altro che un nostro riflesso.



Quinta sfida spirituale: vedere Dio in ogni forma.

La prossima sfida spirituale è vedere Dio in ogni forma. Noi ci aspettiamo di vedere Dio, addirittura amiamo vedere Dio in una particolare forma. Alcuni sono devoti del Signore Venkateshwara di Dirupati, altri venerano Rama, altri ancora Krishna. Alcuni adorano Cristo, altri sono seguaci di Allah. La forma che si sceglie non ha nessuna importanza, possiamo adorare qualsiasi forma. Una storia rivelatrice fu magistralmente raccontata da Baba:

Alla corte di un re era in atto una focosa discussione: alcuni dicevano “Vishnu è il più grande!” mentre un altro gruppo insisteva “Shiva è il più grande!” Il re volle allora un dibattito tra le parti per decidere chi fosse il Dio più potente. Il primo giorno, i Vaishnaviti (campioni di Vishnu) presentarono le loro argomentazioni in modo eccellente; nessun avvocato di corte avrebbe mai potuto eguagliarli nel presentare questo caso! Il secondo giorno, gli Shaivaiti (campioni di Shiva) parlarono in difesa del Signore Shiva e fu un’altra eccellente presentazione! Questo confuse la gente poiché entrambe le parti avevano argomenti validissimi e c’era molta incertezza su chi avesse effettivamente ragione. Infine il re si alzò e disse: “ Nè gli studiosi che hanno parlato in favore di Vishnu, né quelli che hanno parlato in favore di Shiva hanno ragione.”Questo portò tutti nella confusione più totale. L’assemblea chiese “ Oh! Com’è possibile che entrambi abbiano torto?” ed il re rispose: “ Avete torto nel cercare di provare che Vishnu è più grande di Shiva e siete comunque in torto nel provare che Shiva è più grande di Vishnu. Se siete veri devoti di Vishnu, vedrete Vishnu anche in Shiva e, se siete veri devoti di Shiva, Lo vedrete anche in Vishnu. Desidero che voi vediate la stessa forma che avete scelto in qualsiasi altra forma!”

Una volta qualcuno mi chiese: “Sig. Anil Kumar, sapete, adesso io non vado più al tempio perché vengo qui, non ne ho più bisogno.” Io risposi: “ Ma voi pensate davvero di essere venuto da Swami? Non siete venuto da Swami! Se veramente siete suo devoto voi potrete adorarlo in qualsiasi luogo andiate, in qualsiasi tempio ed in qualsiasi idolo. Questa è vera devozione.” Quindi amici miei, la sfida spirituale questa mattina è trovare Lui in ogni forma, vedere il Suo riflesso in ognuno e sentire l’eco dei Suoi messaggi in qualsiasi cosa che fate . Questa è la sfida che ci sta davanti.



Il Guru Purnima invita all’autoricerca.

Il Guru Purnima pertanto non è una celebrazione pomposa, non significa festività e allegria ma una celebrazione per l’autoricerca. Tra tutte le celebrazioni, il Guru Purnima è l’unica che chieda di mettere in pratica il sentiero spirituale e non di parlarne solamente. Non si dovrebbe esprimere la gratitudine al Guru con offerte di denaro ma praticando ciò che Egli ci dice e ci ha detto per anni, traducendo il Suo messaggio ed i Suoi comandamenti in azione; questa è la vera espressione di gratitudine. Questi sono i punti che voglio dividere con voi, le sfide spirituali che ci stanno di fronte durante questi giorni favorevoli.

Molti di voi possono avermi sentito dire più volte che ogni affermazione che io esprimo è tratta solamente dai Discorsi di Swami, non proviene dalla mia immaginazione né è una mia creazione, che non ho bisogno di far questo. Abbiamo 35 volumi intitolati ‘Sathya Sai Speaks’ e 15 volumi di ‘Summer Showers’ oltre a 15 volumi di ‘Vahini’ ( libri scritti direttamente da Sai Baba); perché dovreste aver bisogno di una mia versione personale? Non farò questo. Quando l’Avatar (Dio in forma umana) è qui di fronte a noi, disponibile , non abbiamo alcun bisogno di dare la nostra interpretazione nata da immaginazioni o allucinazioni! Baba ha parlato in modo chiaro; nelle Sue parole non c’è confusione, nessuna ambiguità.



Personalità contro individualità.

Ci sono anche altre sfide con le quali dobbiamo familiarizzare. Per esempio, dovrei concentrarmi e migliorare la mia personalità oppure rafforzare la mia individualità? Vuoi migliorare la personalità o sviluppare l’individualità? E’ facile scegliere la personalità perché in questo caso puoi focalizzarti nel tentar di avere gli ultimi modelli della moda, l’auto di grido, una casa con quante più stanze possibili, un’ottima posizione di lavoro. Uno stile di vita e di abbigliamento molto confortevoli sono aspetti che contribuiscono a dar forza alla personalità mentre i valori, la cultura, il temperamento, le attitudini costituiscono l’individualità. La vita ci presenta una sfida: la scelta tra le due. L’individualità è la tua cultura, i tuoi valori ed il tuo contributo alla comunità, l’individualità richiede una trasformazione.



Competenza contro efficienza.

La prossima sfida è questa : competenza contro efficienza. Voi siete competenti o efficienti? Cos’è l’una e cos’è l’altra? Come disse Baba, un uomo può essere un esperto di matematica ma non conoscere le dimensioni della propria casa, un atleta può essere un esperto di ginnastica e di atletica ma non essere capace di sedersi comodamente nella posizione del loto (Padmasana, sedere a gambe incrociate sul pavimento), un geografo può conoscere tutte le strade che vanno da New York all’aeroporto ma non conoscere la strada per arrivare a Tirupati o a Benares nel proprio paese.

Perciò cari amici, la competenza è una conoscenza acquisita, una raccolta di argomenti, di fatti e figure: questa è istruzione mentre l’ efficienza è semplice azione, è talento, tecnica, abilità. Voi avrete successo nella vita se sarete efficienti non se sarete competenti. Ci sono molte persone competenti ma, quando si arriva al momento di mettere in pratica, si dimostrano assolutamente inefficienti. L’ideale sarebbe arrivare ad essere entrambi. Esiste comunque questa sfida: competenza contro efficienza.



Tenore del modo di vivere contro il livello della vita.

Noi siamo estremamente orgogliosi e ci vantiamo della nostra economia nazionale, affermiamo che il tenore di vita del nostro paese è cresciuto; l’introito pro-capite è aumentato e molta gente oggi possiede i migliori strumenti elettronici. Sì, oggi la nostra vita è molto più confortevole, senza dubbio, ma la vera sfida è elevare il livello della nostra vita. Il tenore di vita è definito da parametri; matematicamente, può essere definito una costante, una quantità che prende un valore fisso. Avere due o tre auto stabilisce un tenore di vita, avere due ville o tre edifici stabilisce un tenore di vita. Questo tenore di vita è una costante mentre il livello di vita è una ricerca, un’indagine ed un affanno. Migliorare il nostro livello di vita è cercare di raggiungere la saggezza spirituale è questo non è una costante ma un continuo eterno viaggio. Questa è la sfida.



Desideri contro bisogni.

Un’altra sfida è comprendere la differenza tra desideri e bisogni. Cosa sono i desideri? Cosa sono i bisogni? Voglio un dentifricio ed uno spazzolino da denti: questo non è un desiderio. Voglio una casa alta dieci piani: questo è un desiderio. Voglio essere un ministro: questo è un desiderio. Voglio del cibo: questo è un bisogno. I bisogni sono ciò che è essenziale per vivere mentre i desideri sono tutto ciò che è superfluo: il lusso. I desideri mostrano la tua vanità, il tuo bisogno di apparire, mentre i bisogni sono ciò che è necessario per la tua sussistenza. Quindi amici miei, il punto che dovete sempre tenere in mente è questo: noi siamo infelici perché i nostri desideri non vengono realizzati, non perché i nostri bisogni rimangono insoddisfatti. Le nostre necessità sono ben appagate eppure andiamo in giro con facce lunghe a causa dei nostri desideri; sono i desideri che ci rendono infelici. Nessuno litiga con voi per un vostro bisogno ma se voi dite ” Io vorrei…” questo desiderio può portarvi discordia e sofferenza. Dunque: vi adoperate per soddisfare ogni desiderio oppure conducete una vita di contentezza sapendo che ogni vostra necessità è appagata?



Dovere contro servizio.

La prossima sfida è: dovere e servizio. Queste due parole sono molto interessanti. Qualcuno può dire:

“Devo andare ora, Signore.”

“Perché?”

“Il mio dovere in cucina mi chiama” oppure “ Ho il mio dovere in ospedale”

Amici, questa affermazione è sbagliata: ciò che noi facciamo qui, sia in cucina che in ospedale, in libreria o in qualsiasi altro posto, non è “dovere”. Permettetemi di essere molto chiaro in proposito: quando chiamate una cosa “dovere”, quella diventa brutta, viene associata con aspettative come promozioni, prospettive, pagamenti.

“Per favore potete aiutare quella persona?”

“No, non posso, il mio “dovere” incomincia alle sei. Qualcun altro si occuperà di lui.”

Lasciamo pure che il tipo muoia! (Risate) Il dovere è un lavoro racchiuso in un lasso di tempo, il dovere è pieno di aspettative. “Oh, costui fa il suo dovere al meglio delle sue capacità, nessuno lo può eguagliare, è una persona molto responsabile!” Il dovere è sempre in attesa di riconoscimenti e di remunerazione ed è pieno di aspettative. Ciò che viene compiuto qui (a Prashanti Nilayam) non è un dovere, è servizio ed il servizio è differente dal dovere, il servizio è continuo, dura obbligatoriamente 24 ore su 24. il servizio è sadhana ossia pratica spirituale. Il dovere è ‘fisico’ mentre il servizio è ‘spirituale’. Il dovere è egoista mentre il servizio è disinteressato. Il dovere è meccanico mentre il servizio è un risultato dell’amore. Il dovere ha un ruolo: io sono insegnante il mio dovere è quello di insegnare e non di curare. Il dovere di un medico è quello di curare gli ammalati e non di dare lezioni. Il servizio, invece, è fare ciò di cui c’è bisogno al momento. Si può aiutare qualcuno portandolo all’ospedale, non è necessario curarlo; questo è servizio. Se qualcuno ha fame e gli date del cibo: questo è il tempo di servire. Il servizio è per la liberazione, per la realizzazione. Quindi questa è la sfida: Ciò che faccio è fatto per servizio o per dovere?



Autoaccrescimento contro autonegazione.

Alcuni dicono: “Sapete Sig. Kumar, il nostro centro è il migliore degli Stati Uniti. Si rende conto che nessuno è riuscito a superarci nelle operazioni chirurgiche e che abbiamo fatto conferenze sui Valori Umani come non ha mai fatto nessuno?” Questa è autoglorificazione, autoelogio, è solo pubblicità, è propaganda ed è la via del mondo. Quando andate a fare un colloquio e vi viene chiesto “Vuole parlarmi di lei?” voi cominciate a dire “Ho fatto questo, questo e quest’altro..” Il 50% vero e il 50% gonfiato! Siccome vi viene chiesto di parlare di voi stessi ecco che potete dire qualsiasi cosa e ne approfittate per elogiarvi! Per esempio, se qualcuno dice “ Sei proprio grande!”, un uomo materiale potrebbe rispondere “ Certo! L’hai scoperto solo ora? (Risate) Dovresti averlo saputo da un bel po’”oppure” Tu dici che io sono grande ma io ti rispondo che in realtà sono ben più grande di quanto tu pensi!” Questa è autoglorificazione mentre sminuire se stessi, schermirsi, è autonegazione. Se qualcuno vi dice “ Tu sei un ideale per noi” la risposta sarà“ No, no, ci sono ideali migliori!”

“Tu sei un gran devoto!” “ Non penso proprio.”

“Tu hai fatto questo!” “ Sì, l’ho fatto ma è stato Swami che me lo ha fatto fare.”

“Tu hai raggiunto questo traguardo!” “ No, Swami mi ha dato questo successo. Io non sono nessuno, conosco i miei limiti, le mie debolezze…. so che ho le mie colpe ma ho successo perché Lui lo vuole.” Questo è schermirsi. Se qualcuno dice ad un vanaglorioso “Lei adesso è stato promosso, è ricco ed ha successo negli affari!” lui vi risponderà “ Certo; ma sa quanto ho lavorato, come ho pianificato tutto giorno dopo giorno, eh, lo sa?” D’altro canto, se direte all’uomo umile “ Lei lavora veramente sodo!” egli vi risponderà “Ci sono molte persone che lavorano duro ma non tutte hanno avuto lo stesso successo che ho io. Perché? Perché Dio mi ha aiutato. Non si è trattato solamente del mio lavoro ma anche della Grazia di Dio!” Questa è la sfida tra autoaccrescimento ed autonegazione.



Preferenze contro scelte.

La prossima sfida è tra le nostre preferenze e le nostre scelte. Noi possiamo dire: “Io preferisco questo” oppure “ Io preferisco quello” ma nella spiritualità non c’è scelta. La spiritualità è priva di scelte, non è una vita di scelte preferenziali.

“Swami, se decidi di darmi il darshan, preferirei avere l’interview! ( Risate) Se mi darai un’ interview, mi piacerebbe avere almeno un anello. Piuttosto che un anello preferirei una catenina!” Tutte queste sono preferenze.

“Swami , vorrei avere il tuo darshan domani mattina perché nel pomeriggio devo partire”: questa è una scelta. “Swami, vorrei che tu mi chiamassi oggi perché c’è tutto il nostro gruppo qui e mi vedrebbero entrare in Interview, guadagnerei stima ai loro occhi! Se mi chiamerai domani non sarò felice perché molti saranno partiti!” Anche questa è una scelta. Il nostro pensiero dovrebbe invece essere questo:

“Tutto ciò che mi accade viene da Te, mio Dio, per il mio bene. Swami, Tu sai che cosa è meglio per me!”

Amici miei, avrei ancora alcuni punti ma non farò in tempo a terminarli stamattina. Ne parleremo la prossima settimana.

‘La vita è una sfida- affrontala’ parte terza sarà la settimana prossima.

Grazie per essere stati con noi oggi. Felice Guru Purnima !