Satsang

Che cos'è il compleanno?

21 novembre 2004

Che cosa significa il Compleanno di Bhagavan?

Cari Fratelli e Sorelle,

benvenuti a questa sessione di satsang mattutino. A due giorni dalla cerimonia, sono particolarmente contento d'incontrare e salutare ognuno di voi durante questa chiacchierata di orientamento prima della celebrazione del Compleanno di Bhagavan. Che Egli riversi le Sue migliori benedizioni su voi e le vostre famiglie. Ho riflettuto sull'argomento di stamattina: 'Che cos'è questo Compleanno? Perché viene celebrato? È bene che sia un evento annuale? Che cosa mi dice? Che cosa significa? È un evento casuale, comune o formale? È uno dei maggiori eventi di Prashanti Nilayam? È un'occasione di riunione per
tutti i devoti? È una scusa per fare una conferenza o una discussione? È un'occasione di contatto tra i quadri della nostra organizzazione, tra i convocati ed il presidente o super-presidente? Che cosa significa per me? Che cos'è una data di nascita? Che cosa significa per me? Perché la dovrei celebrare? Permettetemi di condividere con voi alcuni pensieri sull'argomento.

La vita è immortale, senza inizio né fine

La Divinità, come sappiamo, non ha inizio nè fine; il Divino è senza inizio e, non essendoci un inizio, per Lui non c'è neanche una fine.
Che cosa significa quindi questo Compleanno? La nascita, dopotutto, è
indicata dall'apparizione di un corpo, così come la scomparsa dello stesso rappresenta la morte, ma la vita in se stessa è continua, è eterna, è immortale, senza inizio e senza fine. In questo contesto, sollecito la vostra attenzione su quanto segue: vivendo nell'ambito dell'esperienza dell'identificazione con il corpo, essendo limitato dal corpo e dalla mente, io posso immaginare Dio solamente con un corpo e una mente, non sono adatto a vedere al di là delle corpo e della mente. Se ne può parlare ma non siamo davvero a quel livello.
Dato che non possiamo immaginare il Divino al di là del corpo e della mente, sperimentare Dio al di là di essi è fuori questione. Quando parliamo di un Dio senza forma, quando parliamo di un Dio privo di attributi, la nostra comprensione è teorica, accademica, sostenuta dal linguaggio sanscrito e liberamente citata da varie sacre scritture ma, nonostante ciò, noi non abbiamo la reale esperienza di Dio senza forma in quanto, a meno che io non vada al di là del corpo, non posso sperimentare Dio privo di forma. A meno che io stesso non vada al di là degli attributi o qualità del corpo, quando dico che Dio è privo di questi attributi non ho alcuna autorità. Per fare sfoggio della mia erudizione, posso citare alcuni versi dalla Bhagavad Gita e dalle Upanishad, silenziositesti sacri che non possono tirarmi per il colletto e chiedere: "Tu mi hai sperimentato?"
Noi citiamo i libri per avallare le nostre affermazioni ma queste parole non vengono dalla nostra esperienza. Le parole, il linguaggio, sono solo nebbia. Un libro è pieno di parole ma le frasi e le parole non sono vive.

Dio ha scelto di presentarsi a voi nella veste di Guru

L'esperienza nasce dalla vita; abbiamo noi una esperienza dinamica della vita tale da poter dire che Dio è al di là del corpo e della mente? Fino ad ora io non ho acquisito i requisiti necessari per questo. I grandi maestri come Ramana Maharishi hanno affermato decisamente: "Quando colui che cerca, l'aspirante, è molto sincero, merita molto nel suo anelito verso Dio; Egli, per misericordia e
compassione, decide di presentarsi a lui nella forma umana che chiamate un Guru". Un Guru è una persona, ha forma umana e si presenta davanti a voi perchè avete pregato Dio; perchè il vostro amore per Lui è molto intenso, molto profondo, il compassionevole Dio sceglie di mostrarsi a voi sotto la forma di un Guru. Spero sia chiaro. Questo è l'autentico Ramana Maharishi, l'autentico Sri Aurobindo. Quindi il nostro Guru, che invochiamo davanti a noi,
rappresenta il nostro sentimento intenso per Dio, rappresenta il nostro amore profondo per Lui. È per questo che io celebro il Compleanno di Bhagavan Baba. Noi festeggiamo il Compleanno di Bhagavan Baba perchè in questa occasione ci rallegriamo del fatto che i nostri sogni, le nostre preghiere, i nostri desideri si sono tutti realizzati. Noi facciamo festa perchè Dio, il Misericordioso e
Compassionevole, ha finalmente scelto di prendere una forma umana ed il nome di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba. Noi siamo molto felici di questo e festeggiamo e celebriamo l'avvenimento.

Insegnaci a volgerci all'interno

Che cosa ci fa Lui qui? Sta giocando? Il Dio interiore si manifesta nella forma del Guru esteriore per dirci di guardare all'interno.
Baba dice spesso che lo scopo di una Incarnazione è far sì che ognuno realizzi la Divinità interiore; l'esteriore mi guida a trovarLo dentro di me. Per dirlo chiaramente, Dio che è in me si è manifestato di fronte a me nella forma di un Guru al fine di farmi volgere all'interno. Fino a che non imparo a vedere all'interno il Guru esteriore, non sono arrivato, sono ancora per via, c'è ancora una strada molto lunga da fare, una strada molto lunga da percorrere. Una
volta visto il Guru all'interno, quando per una volta avremo visto Dio all'interno, Bhagavan dentro, non ci lagneremo mai più. La gente dice: "Io lo so ma tu che cosa sai?" Il bello di sapere che dobbiamo guardare all'interno è che noi ora sappiamo ciò che non sappiamo.
(Risate)

La vita è un pellegrinaggio

Se noi sappiamo davvero che Dio è dentro di noi, allora perchè abbiamo dei desideri? Perchè questo scoraggiamento? Perchè ci preoccupiamo? Perchè dubitiamo di Lui? Ci sono persone che si lamentano: "Il nostro Dio misericordioso non ha più compassione di me, non mi guarda più. Quale crimine ho commesso?" Noi diciamo queste parole per ignoranza; esse dimostrano che stiamo ancora procedendo verso l'interno. Quando dico queste cose, amici miei, fratelli e sorelle, vi prego di comprendere che anch'io sono incluso nella lista di coloro che non sono ancora giunti all'interno e lì non hanno ancora trovato Dio. Io sono il primo della lista. (Risate). Noi siamo compagni pellegrini, compagni di viaggio e siamo venuti in questo centro di pellegrinaggio, Prashanti Nilayam. La vita è un pellegrinaggio il quale continuerà fino a che il pellegrino non abbia scoperto che ciò che cerca è dentro di lui; fino a che il pellegrino
non incontra Dio all'interno, il pellegrinaggio continua; fino a che questa egoità non svanisce, il pellegrinaggio continua.

Che significato ha il Compleanno di Bhagavan Baba?

Che cosa significa allora questa celebrazione? Essa costituisce un'occasione gioiosa per congratularci del fatto che Egli abbia assunto forma umana così da essere accessibile ad ognuno di noi.
Secondariamente noi celebriamo il Compleanno di Bhagavan perchè Egli ci indirizza verso di Lui all'interno di noi stessi; Egli ci dirige verso di Lui dentro di noi. Qualcuno una volta ha chiesto: " Qual è la via verso Dio? Qual è la via per raggiungerLo?" Allora è arrivata spontaneamente una risposta diretta:

" Non c'è nessuna via verso Dio".

"Ècosì?".

"Sì, è così".

"Perchè?".

Io posso dire "Questa è la via per andare alla mensa, questa è la via dei negozi, quella è la strada che porta alla gelateria o alla pasticceria" ma come posso mostrarvi la via verso Dio quando Dio è dovunque? Quando Dio è dappertutto, come potete indicare una via a qualcuno, a meno che quel qualcuno non sia uno stravagante? (Risate) Non c'è nessuna via verso Dio. Per questo la celebrazione del Compleanno di Bhagavan ci vuole insegnare a trovarLo e sperimentarLo in ogni luogo. Dov'è Lui? In qualche posto, in ogni posto! Non c'è alcun modo in cui i Egli possa aiutarci a trovare la via verso di Lui
perchè non c'è nessuna via che porti a Lui. La vera celebrazione vuole insegnarci a conoscere la Sua profondità, a sapere che Egli è dovunque e, per fortuna, per una benedizione Divina, a sperimentarLo.
La celebrazione del Compleanno è un'occasione per comprendere che Bhagavan non è una meta. Alcuni dicono: "Il mio fine è Baba; la mia meta è Dio". Spiritualmente parlando, anche questo non è corretto perchè una meta è in un posto distante, ci vuole del tempo per arrivarci. Se la nostra meta è New York, bisogna viaggiare per arrivarci, c'è bisogno di un aeroplano e del tempo per viaggiare.
Distanza di tempo; una meta richiede tempo e spazio per cui i quando io dico "Dio è la mia meta, Baba è il mio scopo" dico una cosa che è priva di senso. Perchè? Vedere Swami che è già lì dentro di noi non è una meta. Raggiungere qualcosa che è già qui? Bhagavan è già qui dentro che ci aspetta da centinaia di vite: "Figlio Mio caro, perchè non Mi guardi? Io ti sto aspettando ed aspettando".

Bhagavan Baba è la gioia della nostra vita

Di quanto tempo ho bisogno per volgermi all'interno, per vederLo dentro? Quando lontano devo andare? Quanto tempo è necessario? In questo modo parole come " meta " non hanno significato; noi le usiamo in senso secolare ma in realtà esse non hanno alcun significato in questo contesto. Così, in occasione del Suo Compleanno, cerchiamo di comprendere che Bhagavan Baba non è una "meta" in quanto è già lì, dentro di noi; non dobbiamo raggiungerLo, non dobbiamo andare da Lui, non abbiamo bisogno di tempo per starGli vicino perchè Egli è già dentro di noi. Abbiamo bisogno di comprendere questo fatto, abbiamo bisogno di vedere che qui dentro c'è la luce e che non serve del
tempo per questo. Per sapere che la luce è qui dentro non ho bisogno di viaggiare; questa luce è già qui. Quindi, sapere che la luce, Bhagavan Baba, è dentro di noi può essere la gioia della nostra vita.
Egli è già una fiamma splendente all'interno di ognuno di noi: questa è la comprensione che dovremmo avere del Compleanno.

Libertà dalla catena di nascita e morte

La celebrazione del Compleanno richiede da parte nostra anche una decisione: la determinazione, l'impegno a non essere mai più invischiati nella ragnatela del ciclo di nascita e morte. La gente dice " Io voglio la libertà " intendendo la libertà politica; gli studenti dicono " Noi vogliamo la libertà " e vogliono essere liberi dagli esami e dalle classi (Risate). Un giovane dice " Io voglio la libertà " in modo da poter soddisfare i desideri della mente e dei sensi. No, quella non è libertà. In senso spirituale alcuni dicono: "
Ho io forza di volontà? Qual è il posto della forza di volontà nella spiritualità? Ho il libero arbitrio? Sono libero? " Queste domande vengono poste spesso, amici miei, ma che cos'è la libertà? La vera libertà arriva quando questa catena di nascita e morte è spezzata; la liberazione arriva il giorno in cui noi siamo affrancati da questo legame. La vera libertà è ciò che noi chiamiamo "liberazione ". La liberazione è la vera libertà ed arriva quando non dobbiamo nascere di nuovo cosicchè non dobbiamo aspettare la chiamata della morte. Per questo la celebrazione del Compleanno di Bhagavan Baba è un'occasione
per comprendere lo scopo per cui vivere: la libertà dal legame di nascita e morte.

Qual è il risultato finale di tutta la mia Sadhana?

Io incontro anche gente che chiede: " Qual è il risultato finale di tutta la mia Sadhana? "Alcuni miei amici vengono da me dicendo: " Ho scritto 'Om Sri Sai Ram' dieci lak di volte (un milione ). Si, io continuo a scrivere 'Om Sri Sai Ram'; lo ho scritto ormai centinaia di migliaia di volte. Quando devo smettere di scriverlo? " (Risate).
Ci sono altri che dicono: "Io ho mangiato di notte per anni; quando posso smettere? " Ed ancora: " Ho meditato ogni mattina per un'ora, dalle 5 alle 6. Come so che ne traggo beneficio? Come faccio a saperlo? Questo processo di meditazione mi è utile? Devo smettere?" Questi sono gli interrogativi che ci vengono in mente. Ascoltate questo semplice esempio dato da Bhagavan Baba; sembra che un bambino, mentre stava coricandosi, abbia detto a sua madre: " Madre, ti prego di svegliarmi quando avrò fame ". (Risate) La madre ha fatto una risata di cuore: " Debbo svegliarti quando avrai fame? Ti sveglierai
da solo perchè la fame non ti farà a dormire ". In egual modo "Quando devo smettere la sadhana? "Quando so che ne ho profittato? Quando comprendo di non averne più bisogno?" È la nostra stessa esperienza a dircelo. "Quando devo smettere di mangiare?" Quando ti senti sazio.
"Quando devo smettere di bere acqua?" Quando non te ne va più.
Similmente "Qual è il punto finale di una pratica spirituale o sadhana?" L'effettiva esperienza dello Stato di beatitudine ti dice che ne hai approfittato e che non ne hai più bisogno, almeno per il momento.

Stato di beatitudine che si ripete

Amici miei, nella vita noi non chiediamo niente di cui non abbiamo esperienza. Se voi dite " Voglio una Coca " significa che qualche volta l'avete assaggiata; " Voglio delle patatine " vuol dire che tempo addietro le avete mangiate. " No signore, vorrei una Seven-up "... certamente l'avete bevuta precedentemente. "Vorrei una fetta di torta "... dovete quindi sapere che cos'è una torta. " Vorrei un krapfen... ": è chiaro che sapete di cosa si tratta. " Formaggio, gelato " sono cose che chiediamo perchè le abbiamo assaggiate prima.
Se voi dite " Voglio incontrare quella persona " significa che sapete chi sia. "Voglio leggere quel libro": presuppone che ne avete sentito parlare, perchè non potete chiedere ciò di cui non conoscete l'esistenza. Se qualcuno chiede cose che gli sono ignote è fuori di testa, evitatelo. Quindi ognuno ha sperimentato questo stato di beatitudine, il risultato di una sadhana spirituale, per cui noi vogliamo che quell'esperienza si ripeta, sia ricorrente ed accada in
ogni momento della nostra vita.

Ognuno deve avere sperimentato la beatitudine

Quindi, amici, la liberazione non è un sogno, la beatitudine non è una promessa, non è lontana: è qui ed ora, a portata della nostra esperienza. Io non sono irrazionale, non ho perduto il mio raziocinio, potete credermi. Sono grato di essere capace di parlare di spiritualità e di tutto con voi perchè Baba ha benedetto questi splendidi Satsang di ogni domenica; sono grato perchè per fare questo devo leggere continuamente in modo da digerire il Suo Messaggio,
assimilarlo sempre di più per dividerlo con voi fratelli e sorelle che venite qui ogni domenica. Comprendete quindi che io non parlo di niente dal punto di vista personale; vi riferisco semplicemente ciò che Swami ha detto e cioè: " La beatitudine non è qualcosa che si può gustare, non è qualcosa da sperimentare, né qualcosa da desiderare.
La beatitudine è l'esperienza di ognuno ". Ma se la beatitudine è l'esperienza di ognuno, perchè dovrei desiderarla? Un fatto è chiaro:
noi sappiamo che cos'è la beatitudine e quindi vogliamo che si ripeta. Se io chiedo ad un ubriacone " Perchè bevi? " egli dirà " Beviti una bottiglia e ne vorrai un'altra ". Nello stesso modo noi vogliamo che la beatitudine si ripeta perchè la conosciamo, perchè sappiamo cos'è. Come conosciamo lo Stato di beatitudine? Tutti, senza eccezione, devono aver sperimentato la beatitudine. Che cos'è questa beatitudine? Io posso essere professionalmente scaduto, posso venir boicottato dalla società, posso essere rovinato economicamente, posso essere un fallimento in campo politico, posso essere esiliato dalla mia famiglia, posso avere una quantità di problemi nella vita. Citate un problema: eccolo lì. Ora considerate che in queste condizioni, con molti problemi che mi assillano, quando vado a letto, quando dormo, non ho davanti nessuno di questi problemi; nel sonno nessuno di questi mi tocca, nessun problema mi disturba. Quando dormo così, che tipo di sonno sto sperimentando? Un sonno senza sogni. Se sogno questi problemi sono di nuovo lì come in un nastro riavvolto, ma nel sonno profondo no. Quando io dormo profondamente, quando i sogni non sono possibili, io dormo, dormo e godo del sonno per cui mi sveglio al mattino per sentirmi fresco e riposato.

La gioia è non duale

Ieri sera, andando a letto, qualcuno poteva avere la faccia tirata, poteva apparire molto brutto, grinzoso, magro ed affamato; quell'uomo è andato a letto agitato, totalmente depresso, del tutto frustrato, ma dopo un ottimo sonno si è levato stamane sentendosi completamente ristorato. Perchè? Nel sonno profondo egli ha sperimentato la beatitudine. In quello stato egli era 'non duale': felicitazioni ed esultanza, elogio o rimprovero, successo o fallimento, profitto o perdita non lo sfioravano. Nel sonno profondo tutti godiamo dell'esperienza 'non duale' e questa è beatitudine. Nessuna cosa
duale può essere chiamata beatitudine. Potete dire di essere stati felici: " Ho fatto un sogno in cui ho vinto 10 milioni alla lotteria". Un sogno bellissimo; spendi tutto il denaro quando sogni di nuovo! Bene! Visto che hai avuto il denaro del sogno, lo devi spenderelì! (Risate) Perchè no? Non ci paghi neanche le tasse! Nessuno ti chiede un prestito o altro, per cui te li puoi godere tutti da solo! (Risate)

La felicità in un sogno non è beatitudine

Quindi amici miei, la cosiddetta felicità in un sogno non è beatitudine. Supponete che in un sogno uno scorpione punga un nostro amico ed egli urli oppure supponete che venga morso da un serpente e gridi e pianga; la moglie gli dirà: "Alzati! Perchè stai piangendo?
Di giorno fai piangere me e di notte piangi tu! (Risate) Piangiamo tutti e due di continuo ". Piangere di giorno e piangere di notte:
splendido! Perchè no? L'amico allora le dirà: "Piangevo? No, non piangevo ". Quindi del sogno, se un serpente ci morde, noi piangiamo; questa è infelicità. Felicità ed infelicità sono due stati della mente nel sogno e sono due stati della mente anche nello stato di veglia ma, nel sonno profondo, non c'è nè felicità nè infelicità: c'è beatitudine.

Dove le parole vengono meno c'è beatitudine

Uno si sveglia ristorato dal sonno: " Ciao! Hai dormito bene? "

" Si, un buon sonno profondo e beato ".

Aha! Io gli chiedo: " Un buon sonno? Che cosa è più dolce dei dolci della North Indian canteen?" (Risate)

" Perchè mi chiedi il suo sapore? "

Oh, capisco. " Allora quel sonno profondo era ben caldo, come il sambar della South Indian canteeen?"

"No, no, no. Non era nè dolce nè caldo ".

" Era come un gelato? "

" No ".

" Allora com'era? Dimmelo ".

" No. Non posso! "

" Era alto basso? Rotondo, triangolare, rettangolare, a forma di diamante o altro? "

Egli non sa perchè la beatitudine è al di là di ogni descrizione; se qualcuno la può definire non è beatitudine affatto. Quando le parole non funzionano, quella è beatitudine; quando non la si può descrivere, quella è beatitudine. La beatitudine può solo essere sperimentata. Supponete che io domandi a qualcuno: " Ami tua moglie?"

" Certo, perchè no? È qui. Direi assolutamente ". (Risate)

"Si, la amo intensamente ".

" Quanto la ami?"

" Molto ".

" Molto quanto? "

" Molto molto ".

" Ma quanto? "

" Ancora di più".

Potete rispondere? Potete misurare l'amore in termini di libbre o di chili o di dollari? Le cose più preziose non si possono raccontare, non si possono misurare. La conoscenza delle cose più preziose è lasciata a noi stessi per essere custodita nel cuore. Quindi, amici miei, questo stato di beatitudine non può essere espresso a parole e non può essere misurato con parametri o barometri. Nessun numero di metri può mai indicare il grado dello stato di beatitudine; non lo si può esprimere, lo si può solo sperimentare. Tutti sperimentano la beatitudine che è la condizione non duale. Si, questa esperienza della beatitudine nelle sonno profondo è una cosa naturale per cui
possiamo anche esserne o non esserne coscienti ma tutti noi la sperimentiamo. Noi possiamo avere coscienza solo di aver dormito ma abbiamo anche sperimentato la beatitudine; questo stato di beatitudine ci è probabilmente piaciuto molto perchè siamo stanchi della nostra dualità nello stato di veglia. Noi vorremmo quello stato di beatitudine non duale anche ora perchè, che ne siamo coscienti o meno, lo abbiamo gustato nel sonno.

Esperienza cosciente della beatitudine

Proprio ora, nello stato di veglia, non possiamo sperimentare quella beatitudine; se la sperimentiamo nello stato di veglia è detta samadhi. Si può sperimentare il samadhi come conseguenza di una parola, con la ripetizione del Nome di Dio o cantando la Sua Gloria o leggendo le Sacre Scritture. Quando sperimentate la beatitudine qui, nello stato di veglia, si tratta di samadhi, cioè l'esperienza della beatitudine nello stato di veglia; questo richiede uno sforzo, mentre nel sonno profondo si sperimenta una beatitudine senza sforzo,
inconscia. L'esperienza cosciente della beatitudine è il samadhi; l'esperienza inconscia della beatitudine è il sonno profondo. Io non sono un professore di Inglese, sono un insegnante di botanica. Le piante non parlano ma forse dimostrano elettricamente le loro attitudini. Quindi il punto è che l'esperienza della beatitudine da svegli, con sforzo, è possibile. Perchè no? Quando i Bhajan vanno alla grande, quando migliaia si uniscono in perfetta e totale armonia
seguendo il tempo e la melodia, uno può perdersi all'improvviso.
Tutto d'un tratto quel canto tocca il mio cuore ed io dimentico me stesso. Se il prossimo canto mi disturba io torno in me; se il mio vicino stona non mi permette di entrare in quello stato di beatitudine. Se il mio vicino vuol dormire in braccio a me è una situazione ancora diversa! (Risate ) Alcuni si addormentano così.
Comunque l'effettivo stato di beatitudine può essere sperimentato quando i Bhajan procedono splendidamente, quando siamo del tutto perduti.

Sperimentare la beatitudine nel vedere Bhagavan

Quando capita di vedere Bhagavan in piedi davanti a noi, quando vediamo Bhagavan seduto nell'auditorium, nel guardarLo a lungo noi ci perdiamo. Noi continuiamo a guardarLo: per quanto? Non lo sappiamo.
Perchè? Perchè non lo sappiamo. Che cosa riceviamo? Non possiamo dirlo. Questa è beatitudine: noi sperimentiamo la beatitudine nel vedere Bhagavan. Che cosa riceviamo nel vederlo? Non sappiamo.
Perchè? Non sappiamo dire. Quella è beatitudine. Quindi ciò che non può rispondere a "cosa, perchè, quando, come" è beatitudine, quella che noi abbiamo già conosciuto nell'esperienza del sonno profondo.
L'altra che sperimentiamo attraverso uno sforzo, che è possibile attraverso la meditazione, è il samadhi. Amici miei, la meditazione è l'addestramento della mente, l'addomesticamento della mente, il ridurre la mente al silenzio. È il processo di raggiungere lo stato di "non mente". Prima 'conosciamo' e poi diventa "no"; questo è lo scopo della meditazione.

Raggiungere una condizione priva di pensieri

Ecco un esempio: noi continuiamo a dire " Sai Ram, Sai Ram, Sai Ram ". Che cosa è che ce lo fa dire? È la mente. Io vado ripetendo " Sai Ram, Sai Ram, Sai Ram " nella mia mente ed arriva un momento in cui non lo dico più perchè la mia mente si ferma ed io sperimento di colpo la beatitudine. Oh, come è bello! Quindi io comincio con la mente e poi la mente si zittisce dandomi questo risultato. Questa è meditazione. Invece, se io dico " Il mio tempo di meditazione è dalle 4 alle 5 "io sono un programma del computer, ecco tutto. Non si può
fissare un orario, non si può fissare un'ora in cui smettere la meditazione perchè la meditazione è un processo in cui si comincia con la mente e poi la mente svanisce, sparisce, viene sottomessa, si dissolve ed il processo produce dei risultati senza che lo sappiate perchè la vostra mente non sta funzionando. Quello è lo stato di beatitudine. Lo zucchero e l'acqua possono all'inizio essere separati ma quando lo zucchero è completamente sciolto nell'acqua, quando non potete più vederlo, quella è meditazione. Lo zucchero è la mente, l'acqua è la condizione. Quando la mente è completamente disciolta, quello è il risultato finale, la fruttificazione. Quello è lo stato di beatitudine, di meditazione: una condizione di assenza di pensieri.

"Rimanete sul Sentiero Spirituale "è la Benedizione di Bhagavan

La beatitudine richiede uno stato di assenza di pensieri perchè la mente è un rumoroso intrico di pensieri; quando questi sono eliminati, quando la mente è zitta, esiste solo la beatitudine.
Quando il sipario è alzato, voi vedete gli attori, non c'è bisogno di spingerli sul palco, non è necessario. Quando il sipario è alzato la commedia comincia. Quando apro la porta, voi potete entrare, non avete bisogno di spingere o tirare, no. Quando la porta è aperta potete entrare facilmente. Similmente, quando la mente è eliminata, la beatitudine è lì. La mente è un ostacolo, un sipario. Quindi amici miei, questa è una vera e propria celebrazione del Compleanno quando voi cominciate questa pratica spirituale di eliminare la mente, di raggiungere lo stato di "non mente", di sperimentare una condizione
senza pensieri che chiamiamo "meditazione che finisce in beatitudine ". Possa questo Compleanno aiutarci ad ottenerla; sicuramente Bhagavan ci mostrerà la via. A questo riguardo, amici miei, voglio raccontarvi questa storia: una volta qualcuno disse "Baba, voglio la Tua compassione, le Tue benedizioni". Sapete che cosa rispose Baba? " Tu le hai copiosamente! "

Dhandika undhi babu dhandika"

Tu hai le Mie benedizioni in grande quantità,

hai le Mie benedizioni in abbondanza ".

Allora perchè chiediamo? Se posseggo molto denaro, perchè dovrei mendicare? Se ho la grazia di Baba in abbondanza, in grande quantità, perchè dovrei chiederne di nuovo? Allora Baba sciolse questa questione:

" Voi siete qui grazie alle Mie benedizioni; siete qui per le Mie benedizioni altrimenti non ci sareste ".(Applauso)

"Oh, Swami, grazie; non lo avevo capito ".

Baba prosegue dicendo:

" Voi avete intrapreso il cammino spirituale mentre ci sono milioni di persone nel mondo che prendono altrettante direzioni. Tra quelle migliaia e milioni di persone, voi avete avuto interesse nel cammino spirituale; questo prova sufficientemente la Mia e compassione verso di voi ".

Ecco che cosa ha detto Baba. Il nostro essere qui prova la sua compassione; aver intrapreso il cammino spirituale costituisce evidenza della Sua compassione.

" Swami, con questa compassione, cosa altro dobbiamo fare?" (Risate)
Se mi dai un assegno, io lo posso incassare, andare in banca e prendere il denaro, ma con questo tipo di compassione che cosa posso fare? " (Risate) Noi siamo tipi molto pratici mentre Bhagavan è poco pratico perchè la Sua visione è l'infinito con il Suo oceanico Amore e tutto il resto; noi invece dobbiamo avere uno scopo, lo vedete. "
Allora, Swami, che cosa devo fare con questa compassione? "E Baba disse: "Questa compassione che vi ha portato qui, che vi ha fatto scegliere il cammino spirituale, vi aiuterà ad andare all'interno, vi aiuterà a sperimentarMi dentro, vi aiuterà a vederMi in voi e non all'esterno; riuscirete a vederMi, potrete sperimentarMi dentro di voi ". Questa è la totalità della compassione Divina, questa è la clemenza della propria pratica spirituale. Auguriamoci che il
Compleanno di Bhagavan, attraverso la Sua compassione, ci aiuti a comprendere che noi abbiamo la Sua compassione perchè, visto che la stiamo ancora chiedendo, è chiaro che noi non siamo consapevoli di averla già. Che questo Compleanno ci aiuti a sapere che siamo i recipienti della Sua Grazia, che siamo i beneficiari della Sua Grazia e che la stessa Grazia ci aiuterà ad andare all'interno e vederlo nelle nostre vite, all'interno del nostro cuore. Questa dovrebbe essere la preghiera accorata di ognuno in occasione di questo
Compleanno. Amici miei, in questa santa occasione vengono alla mente moltissimi pensieri da condividere; essi provengono dai saggi, dai veggenti e dai profeti, non sono miei, non rivendico ciò che dico. In ogni discorso mi prendo ogni cura di dirvelo. Sono stanco di ripeterlo: io non ho diritti d'autore su tutte queste cose che dico perchè provengono dalle esperienze di saggi, dei veggenti e dei profeti. Vi prego di prenderne nota.

Il silenzio del Divino Maestro chiarirà tutti i nostri dubbi

Il silenzio del Divino Maestro è potentissimo e chiarirà tutti i nostri dubbi. Vi prego di comprenderlo. Il silenzio del Divino Maestro è così potente che chiarirà tutti i nostri dubbi. Bene.
Allora perchè desidero che Egli mi parli? Perchè desidero che Egli mi rivolga la parola durante il darshan in modo che migliaia mi vedano mentre Baba mi parla? ( Risate ) Questo non è altro che ignoranza grande come l'Himalaya concretizzata in ego. Ego! Ecco che cos'è.
L'ego non è stato eliminato per cui io penso in questo modo. Se invece sono pronto, se sono abbastanza maturo, posso ricevere il messaggio attraverso il Suo silenzio. Si! In una chiesa c'è silenzio, in una moschea c'è silenzio, in una sinagoga c'è silenzio, in meditazione c'è silenzio perchè il silenzio è eloquenza. Il silenzio è il miglior discorso, molto migliore delle parole. Queste due frasi
possono sembrare ironiche, diametralmente opposte e paradossali, ma è un fatto: in meditazione voi volete silenzio, durante i Bhajan volete silenzio, in una chiesa preferite il silenzio perchè è nel silenzio che ricevete il messaggio e non nella confusione. Quando i suoni esteriori cessano, si ode la voce interiore. Ci sono alcuni che dicono di non udire alcuna voce interiore ma come si può udire una voce interiore nella confusione? Non è possibile. Quindi il Divino Maestro è capace di comunicare nel silenzio. Bhagavan, nei mesi recenti, ha deciso di sedere tra noi per un'ora al mattino ed un'ora al pomeriggio. Come siamo fortunati! Negli anni precedenti, Swami dava solo il darshan, chiamava alcune fortunate anime benedette per un colloquio di gruppo e questo era tutto. Oggi noi riceviamo ore ed ore di darshan prolungato e questo lungo periodo di darshan ha un messaggio per ogni devoto di Sai. Il messaggio dovrebbe essere
comunicato nel silenzio profondo perchè il Maestro Divino parla con il Suo silenzio. Frasi senza parole, discorsi senza voce, eloquenza silente. Questo è anche il linguaggio del saggio Ramana Maharishi; Egli non fece mai un discorso, lo sapevate? Egli rimaneva in silenzio e dopo la gente diceva "I miei dubbi sono chiariti ". " Quando hai fatto la domanda? Quando ti ha risposto? " (Risate) " Si, i miei dubbi si sono chiariti stando seduto davanti a Ramana Maharishi".

Cogliete il messaggio dal Suo silenzio

La situazione è simile con Bhagavan Sri Sathya Sai Baba: noi siamo davvero molto fortunati ad avere questi prolungati periodo di darshan. Possa questo Compleanno aiutarci a comprendere il valore di questo darshan così lungo; possa questo lungo periodo di darshan favorire la meditazione; possa questo lungo periodo di darshan favorire la contemplazione; durante questo lungo periodo di darshan ci sia possibile trovare la concentrazione; possa questo lungo periodo di darshan portarci allo stato di "non mente"; possa questo
lungo periodo di darshan aiutarci a scoprire il Suo darshan dentro di noi. Questi lunghi darshan hanno uno scopo. A volte Egli può rispondere ad alcune delle nostre domande e le Sue risposte sono dirette; le risposte di Bhagavan sono dirette, non c'è spazio per la confusione, non si tratta di scegliere, non si viene lasciati nel dubbio. Bisogna agire di conseguenza. La risposta è semplice, diretta ed inequivocabile; il Suo è un modo di comunicare che non confonde.
Quando non riusciamo a ricevere il messaggio dal Suo silenzio, Egli può scegliere di parlarci. Quando il paziente non reagisce alle pillole, il dottore può scegliere di usare una iniezione; quando il paziente non reagisce alle iniezioni, la chirurgia può essere la sola alternativa (Risate). Quindi, quando non riusciamo a trarre le lezioni dal Suo silenzio, il Medico Divino può scegliere di parlarci;
se ancora non recepiamo il messaggio, il colloquio privato è la sola soluzione, la chirurgia. Cerchiamo quindi di essere maturi ora, cerchiamo di avere questa consapevolezza in modo da comprendere il messaggio dal Suo silenzio. Gli sguardi di Swami, quegli sguardi gentili.... Alcuni dicono: " Sai che Egli mi ha guardato?!" " No. Sei sicuro che non abbia guardato me?" " Come sai che Egli ha guardato solo te? " Io direi che ha guardato anche me, perchè no? Posso dirlo perchè so con certezza che tu non sei un santo! " " Stai quindi dicendo che io sono un peccatore? "
Quando Swami ci guarda, qual è il nostro beneficio? Noi comprendiamo la profondità del Suo messaggio dal Suo sguardo; dallo sguardo di Bhagavan noi comprendiamo la profondità del Suo messaggio. I nostri dubbi vengono dissolti dal Suo silenzio. Dalla conversazione otteniamo risposte semplici e dirette.

Il bellissimo sguardo di Bhagavan

A noi piace molto guardare gli occhi di Bhagavan nelle Sue fotografie. Qualunque sia la foto, guardate i Suoi occhi: occhi che indagano, che domandano, pieni di compassione, che guardano nel profondo dei nostri cuori, che osservano le nostre vite passate, che sono interessati a noi. In quegli occhi c'è l'amore di una madre, le richieste di un padre, la compassione di Dio; tutto questo noi troviamo nei tre-in-uno dolci sguardi di Baba (Applauso). Un
bellissimo sguardo questo sguardo tre-in-uno! Egli trasmette l'amore di una madre, la direttiva di un padre, la aspettativa di un insegnante e la compassione del nostro Dio misericordioso. Quando vogliamo comprare una foto, ne cerchiamo una in cui gli occhi siano ben visibili in modo da poter godere degli sguardi di Bhagavan; dalle foto esce la luce, qualcosa di brillante. Essendo così fortunato da sedere al darshan davanti a Lui, non mi sono mai stancato di
guardarLo continuamente. Quegli occhi brillanti.....

Brilla, brilla piccola stella; mi chiedo sempre

"Chi sei Tu, Super Star?" Bhagavan Baba

(Applauso).

Gli occhi che luccicano, che mandano luce! Quegli occhi brillanti..... sono così belli! Perchè? Gli sguardi di Baba risolveranno tutti i problemi sulla nostra strada, nel nostro cammino spirituale, nella nostra sadhana. Amici miei, la foto di Baba, gli sguardi di Bhagavan, le conversazioni con Lui, il Suo silenzio:
nessuno di questi è semplice, tutto ha un messaggio profondo. Una volta che siamo convinti di questo, noi riceviamo il messaggio che serve. Possa la celebrazione di questo o Compleanno aiutarci a beneficiare del Suo silenzio, dei Suoi sguardi, delle fotografie che vediamo.

Baba è dentro di noi

Amici, la gente dice anche - voglio ripeterlo ancora una volta perchè mi arriva per telefono dagli amici dei Centri del mondo: "Per favore chiedi a Baba di mandarci il Suo Amore ". Baba non ha segretari; Egli una volta ha detto: " Io non ho segreti e quindi non ho segretari "
(Risate). Egli non ha segretari. Alcuni mi scrivono e chiedono: "
Puoi procurarmi un colloquio con Lui? " A questi io rispondo: " Se è possibile - c'è un apposito ufficio vicino alla statua di Hanuman - potete incontrarmi solo su appuntamento (Risate). Questo Avatar non ha intermediari; nessuno può organizzare niente, non ci sono ambasciatori perchè Egli è dentro di noi. Egli è dentro di noi, comunica direttamente; non c'è bisogno di nessuno che ci aiuti a
parlare con Lui.

Bhagavan, un Ascoltatore Silenzioso

Siccome questa è una famiglia e non mi dispiace condividere la mia amara esperienza, vi racconterò una storia: molto tempo fa ero nel Purnachandra Auditorium pressappoco in quarantesima fila dietro a cinquecento devoti e scherzavo con un amico: " Forse Baba non viene; penso che sia andato a pranzo ". Io ho sempre fretta di decidere i programmi per Lui! (Risate) Il mio amico disse: "È così, Anil Kumar?
Come lo sai? " "Lo credo, ipotizzo". L'altro disse " È molto probabile che Swami ti chieda di parlare stasera " ed io " Come lo sai? " Era una conversazione sciocca. All'improvviso il nostro buon Signore arrivò e prese a passeggiare. Io ero ad una comoda distanza da Lui (Risate), comoda perchè è molto gradevole essere a distanza di sicurezza quando veniamo scopertiÖÖ.. ed è davvero imbarazzante quando veniamo presi in fallo; per questo io pensavo "Swami, per
favore evitami". Egli cominciò a camminare con calma ondeggiando la mano nell'aria; si mosse lentamente ed, alla fine, giunse di fronte a me e disse: " Che cosa hai detto? " (Risate). "Swami, ho detto che non saresti venuto ". Baba disse "Lo so; per questo sono venuto" (Applauso e risate) dopo di che si rivolse al mio amico e disse "Tu sei migliore di lui perchè hai auspicato che egli parli stasera; va bene, oggi parlerà " (Risate). È quindi evidente che Egli è
l'ascoltatore silenzioso di ogni conversazione, l'ospite non visto di ogni desco e il capo della nostra famiglia. Comprendendo questo, in occasione di questo Compleanno, da ora in poi dovremmo avere uno spirito di preghiera.

Abbandoniamoci a Lui

Amici miei, questo Compleanno dovrebbe aiutarci anche a sviluppare lo spirito di abbandono; la parola " abbandono " ci è ben nota ma lo spirito dell'abbandono, il significato dell'abbandono ha profonde implicazioni. Ramana Maharishi proponeva la via dell'abbandono. Noi vorremmo abbandonarci ma non lo facciamo: " Swami, io Ti amo; mi abbandono a Te a patto che Tu mi conceda un colloquio" (Risate). "
Swami, io ho molta fede in Te ma se non mi dai una cateninaÖ.."
Questo è del tutto condizionato, non è abbandono. L'abbandono è incondizionato, spontaneo. Ci sono alcuni che dicono: " Mi abbandonerò a cominciare dall'anno prossimo " (Risate) " Io ho in programma di abbandonarmi a partire dal 2006". Capisco ma l'abbandono è istantaneo, è spontaneo, è immediato. L'abbandono non si fa, non si dà, non è un processo, è un avvenimento; l'abbandono accade, non è un processo da mettere in atto, avviene. Ecco un esempio: quando andate a letto sapete che ore sono ma potete dirmi l'ora in cui vi addormentate? Per favore. Io vado al letto alle 10. " Va bene, vai al letto alle 10, non mi dà fastidio. Dimmi a che ora ti addormenti ". "
Non lo so ". Ecco fatto. Il sonno avviene, non si fa; il sonno non è un processo a meno che uno non prenda una pillola o qualcosa del genere. In egual modo questa situazione è un avvenimento, l'abbandono è un avvenimento, non si fa. Come si raggiunge? Ramana Maharishi disse quanto segue; servirà a tutti, a ognuno di noi: " Sappiate che Dio sa tutto. Sappiate che Dio conosce ogni cosa. Per piacere, sappiate che Egli vi ama, che ogni cosa è fatta per il vostro bene,
nel vostro interesse. Abbiate fiducia totale in Lui, abbandonatevi a Lui perchè così non sarete disorientati da nessun'altra considerazione ". Accettiamo tutto ciò che ci accade nella sicurezza totale che Dio si prenderà cura di noi. Questo è abbandono.

So che il tempo è scaduto ma, prima di lasciarci, prego che noi non sprechiamo un singolo secondo da ora in poi, che non rimandiamo ancora la nostra sadhana, che non ci comportiamo in modo mondano, che cerchiamo di vivere secondo le Sue aspettative, che Lo sperimentiamo nella nostra vita giornaliera, che siamo coscienti che qualunque cosa accada è un messaggio, che qualunque cosa Baba faccia non dovrebbe essere messa in discussione ma dovrebbe aiutarci nella nostra indagine. Questo ci aiuterà nella nostra ricerca, nel nostro cercare di scoprirLo dentro di noi.

Che Bhagavan vi benedica e, in occasione di questo Compleanno, sparga le Sue migliori benedizioni su ognuno di voi e sulle vostre famiglie.

Molte grazie.

OM SAI RAM