Satsang

Sathya Sai Baba, un amico ideale

18 luglio 2004

Cari Fratelli e Sorelle,
questa mattina vorrei condividere alcuni pensieri sull'argomento " Sri Sathya Sai Baba :un Amico Ideale". Il materiale è stato raccolto dal libro Sathyam Shivam Sundaram e da altri testi che contengono lo stesso argomento. Voglio iniziare con quello che ha detto Bhagavan sull'amicizia.
In un bellissimo poema Telegu Egli ha espresso queste idee: " Avete amici in questa vita?"
Il poema inizia con questa domanda: "Avete amici?"
Seconda domanda: "Siete diventati, voi stessi, amici di qualcuno?"
Terza domanda: "Qual è il risultato dell'amicizia?"
Quarta domanda: " Quale felicità, quale beneficio avete potuto trarre dall'amicizia?"
Quinta domanda:" I vostri amici vi hanno trasformato o sono stati trasformati da voi?"
Ultima domanda:" Se non vi è stata alcuna trasformazione, a che cosa serve
dunque l'amicizia?"
Questo è il riassunto del poema da Lui composto. Permettetemi di parlare
dell'argomento e di far luce su queste idee.

DIO E' L'UNICO VERO AMICO
Amici miei, noi abbiamo amici ovunque, noi affermiamo di avere molti amici ma la risposta che ci da il Bhagavan ad una tale dichiarazione è questa: "Tutti coloro che chiamate vostri amici, non sono vostri amici. Nel migliore dei casi potete chiamarli 'conoscenze'." Essi sono vostri conoscenti, non amici. Perché? Secondo Swami, Dio è l'unico vero amico!
Secondo i parametri di Swami, tutti gli altri amici non sono che dei conoscenti.

L'ESPERIENZA DI AMICIZIA DI UN DEVOTO SAI
In relazione a questo vi posso raccontare un episodio. La persona di cui parlerò è qui ma non posso fare il suo nome in pubblico, perché non gli ho ancora chiesto il suo permesso. Questo signore, sfortunatamente ha perso tutte le sue proprietà. In un posto chiamato Vijayawada , a dodici ore di guida da qui, si viveva un periodo di caos e di rivalità politiche e, a causa di questo, le persone presero a vendicarsi l'una con l'altra.
Questo devoto di Sai possedeva una fabbrica di pneumatici, gomme da camion,
da autocarri. Egli aveva una enorme magazzino, dove venivano conservati
tutti questi pneumatici ed altro materiale, del valore di circa un crore (10 milioni ndt). Per rivalità politiche qualcuno appiccò il fuoco al deposito; le fiamme bruciarono ogni cosa ed egli perse tutto quello che possedeva, tutto finì in cenere. Cito le sue stesse parole: "Nessuno venne a chiedermi come stessi. In passato avevo aiutato molti parenti, anzi, non c'è nemmeno uno dei miei parenti che non abbia mai ricevuto da me aiuto monetario o di altro tipo ma nessuno è venne ad informarsi su come stessi e su ciò che era accaduto, cosa avevo perso e cosa avrei fatto adesso.
Nessuno mi chiese niente." Essendo un devoto di Sai , egli corse
immediatamente a Prashanti Nilayam; si trovava là seduto nelle file del
darshan, ma il nostro buon Signore ci ignora quando più abbiamo bisogno di Lui! Swami lo ignorava, prendeva un'altra direzione; ovunque egli si sedesse, accadeva che il darshan veniva cancellato oppure Swami chiamava altre persone, come se lui non esistesse! Questa era la situazione. Questo Romanzo Divino, se volete chiamarlo così, durò per due o tre giorni.

NON PREOCCUPARTI, IO SONO CON TE
Il quarto giorno, Swami si fermò davanti a lui ed egli scoppiò in lacrime. Prima ancora che potesse parlare, il Bhagavan cominciò a raccontare tutto quello che era accaduto, come era avvenuto l'incidente, come i gruppi politici rivali avevano dato fuoco alla sua proprietà fino a ridurre tutto in cenere. Swami spiegò ogni più piccolo dettaglio quindi lo chiamò più vicino e gli disse "Non preoccuparti. Anche se ai tuoi amici ed ai tuoi parenti non importa nulla di te, anche se non ti hanno chiamato, ricordati che Dio è il tuo unico vero amico. Io sono con te. Non preoccuparti tutto andrà a posto." Quest'uomo venne da me e me lo raccontò.
Preso dalla curiosità, io gli chiesi: " Swami vi ha evitato per ben due o tre giorni quando avevate più bisogno di Lui, quando stavate per scoppiare!
Come vi siete sentito? Qual è stata la vostra reazione?" Per favore amici
credetemi, questa è stata la sua risposta: " Signore, quando il Bhagavan mi ha evitato di proposito, aveva una valida ragione per farlo: se mi avesse chiamato il primo giorno, avrei fatto una grande scenata nella Kulwant Hall. Nessuno avrebbe potuto aiutarmi a controllare la mia disperazione, nessuno avrebbe potuto alleviare il mio dolore. Avrei gridato senza ritegno. Swami ha voluto che mi calmassi, prima che la bombola del gas si accendesse. Mi ha dato la possibilità di ristabilirmi. Dopo tre giorni ha scelto di parlarmi, perché ormai l'intensità del mio dolore cominciava a scemare, svanendo quasi totalmente. C'era uno scopo Divino nel silenzio di Swami durato quei tre giorni, anche se io avevo molto bisogno di Lui."
Allora chiesi: " Che cosa successe dopo?" Questo signore tornò a casa il giorno dopo e trovò alcuni funzionari ad attenderlo. Erano di una compagnia di assicurazioni e gli dissero: " L'intera proprietà è assicurata, non dovete temere, riavrete ogni cosa entro quindici giorni. Sono già stati compilati i moduli a vostro favore e la richiesta è già stata inoltrata. Le cose si stanno muovendo in modo positivo. Siamo venuti qui solamente per avere la vostra firma, questo è tutto. Abbiamo già presentato l'intera faccenda al direttore della compagnia di assicurazioni, non dovete preoccuparvi." L'uomo mi ha raccontato con le lacrime agli occhi tutto quello che accadde: nel giro di un mese, gli furono versati i dieci milioni corrispondenti al valore della sua proprietà e tutto fu sistemato. Per esprimere la sua gratitudine egli venne a Prashanti Nilayam ancora una volta. Baba si fermò davanti a lui e gli chiese: "Come stai?" E questa volta fu il suo turno di affermare: " Baba, Tu sei l'unico vero amico. Tu
sei il vero amico!"

BABA VUOLE CHE TU SENTA DI ESSERE SUO INTIMO AMICO
Baba, in quanto amico, è un argomento da discutere, sul quale riflettere e
ponderare. Pensate ai giorni della vicinanza con il Bhagavan, com'era vicino a voi e come voi eravate vicino a Lui! Una volta Egli disse che non dobbiamo sentirlo superiore a noi perché, in tal modo, avremmo paura di Lui ma non dobbiamo nemmeno sentirLo inferiore perché subito ci disinteresseremmo di Lui. Egli desidera che noi sentiamo di essere suoi intimi amici. Non vuole che camminiamo davanti a Lui, perché corriamo il rischio di perderLo ma non vuole nemmeno che camminiamo dietro di Lui, perché non possiamo essere sicuri che Lui voglia guidarci. Dovremmo invece camminare accanto a Lui, come due amici intimi. Dio è il vero amico. Maitri è il termine sanscrito per definire l'amicizia. Il Bhagavan, che è Saraswati, la dea della conoscenza, ha suddiviso la parola Maitri in due:
Ma- tri tre periodi di tempo. Infatti Maitri è l'amicizia che esisteva nel passato, che esiste in questo momento e che esisterà nel futuro.
Quindi, Baba disse, " Maitri : la vostra associazione con Me o la Mia amicizia con voi, continuerà in tutte e tre i tempi." Abbiamo questo tipo di amicizia che dura nei tre periodi del tempo? Certamente no. Per rompere un'amicizia basta una piccolissima divergenza di opinione o un interesse egoistico. Ora voglio attirare la vostra attenzione su come Baba si è comportato impersonando l'amico ideale, come ha sviluppato, ancora giovanissimo, l'amicizia con i ragazzi della sua stessa età. Durante l'ultimo giorno del Corso Estivo, il Bhagavan ha parlato della sua infanzia rivolgendosi solamente agli studenti ed agli insegnanti ed io ho raccolto alcuni fatti che voglio narrarvi.

LA VERA AMICIZIA E' OLTRE LA CASTA, LA COMUNITA', LA RAZZA , LA NAZIONALITA'
Era l'epoca dell'infanzia di Baba; Egli aveva otto o nove anni e studiava i Pandhari bhajans che sono canti devozionali dove il ballo accompagna il canto. Egli cantava e ballava al ritmo della canzone stessa. Baba insegnò questi canti musicali ai suoi compagni di classe, ragazzi della Sua stessa età, e tutti cominciarono a cantare e ballare elogiando Dio. Un giorno gli anziani del villaggio dissero: " Ora che tutti quanti hanno imparato i Pandhari bhajans, facciamo una gara." C'erano persone meno fortunate che vivevano ai margini del villaggio, ma che comunque avevano imparato sufficientemente i canti. Avvenne dunque questa competizione tra i ragazzi del villaggio e quelli che vivevano ai margini, che noi oggi chiameremmo Harijans. Non dovremmo mai chiamarli 'intoccabili' ma Harijans. Nel villaggio c'era un albero di neem chiamato Janda Vepa Manu e lì vicino avvenne la gara tra i due gruppi. Quando questa terminò e dopo che tutti se ne furono andati, Baba, senza che alcuno lo notasse, si incamminò fuori dal villaggio. Egli visitò tutta questa area ed entrò nella capanna di un uomo estremamente povero che si chiamava Jonnala Narasappa. Swami chiamò la gente in questa capanna dicendo loro: " Noi siamo amici!" poi si rivolse al pover'uomo:" Io sono venuto qui per congratularmi con te. In questa gara hai fatto un ottimo lavoro!" Baba tornò a casa, i suoi genitori che erano venuti a sapere dov'era stato, lo rimproverarono " D'ora innanzi non ci tornare più!" ma Baba ritornò ancora ed ancora. Questo fatto ci mostra come l'amicizia sia al di là della casta, della razza, della comunità di
appartenenza e della nazionalità. La vera amicizia è oltre tutto questo ma, se oggi chiedi a qualcuno "Chi è tuo amico?", la risposta sarà: "..chi abita nel mio paese, il mio vicino di casa; apparteniamo alla stessa comunità, parliamo la stessa lingua." Quando, al giorno d'oggi, si parla di amicizia, le cose da considerare sono la lingua e lo stato sociale ma, secondo Swami, la vera amicizia è oltre tutto ciò e da qui in poi possiamo cominciare ad essere dei veri amici se non lo siamo stati fino ad ora.

AMICIZIA SIGNIFICA AVER CURA DELL'AMICO
In secondo luogo, l'amicizia significa interessarsi dell'amico. Ma cosa accade oggi? Per citare Swami : " Tutti andate in giro salutando: 'Hello, hello, hello' con la falsità dentro (gioco di parole tra 'hello' che significa 'salve' e 'hollowness' che sta per falsità, vacuità. Ndt). Voi dite 'Hello' fuori mentre avete 'hollow' (vuoto) dentro. 'Hello' .. hell, hell, hell (inferno) questo è tutto. Non c'è vera amicizia, non ci sono veri amici oggi. Ciò che accade agli altri non ci interessa. Noi vogliamo che qualcuno ci affascini, che parli con noi, ma nessuno si interessa degli altri. La vera amicizia è interessarsi . Permettetemi di parlarvi di un
aneddoto tratto dalla vita del Bhagavan. A quell'epoca gli insegnanti punivano gli alunni quando questi ultimi commettevano degli errori. Oggi non possiamo farlo, è già molto se gli studenti non puniscono gli insegnanti! (Risate) Potete leggere sui giornali storie di come gli studenti maltrattino i loro insegnanti, ma per assurdo, se in qualche posto qualcuno batte un bambino o uno studente, rischia di essere citato in tribunale. Si suppone che nessun studente debba essere punito; se possibile, anzi, lodateli per i loro errori e fateli così diventare
traditori della loro patria e dei loro stessi genitori. A quell'epoca gli insegnanti punivano severamente per ogni errore commesso, di modo che gli alunni avessero paura di ripetere lo stesso sbaglio. L'errore più comune di uno studente, allora come oggi, è quello di arrivare in ritardo: se eri il primo ad arrivare tardi, ricevevi un colpo di frusta, se arrivavi in ritardo per secondo, ricevevi due colpi di frusta e così via.. (c'è sempre qualche metodo anche nella pazzia!) (Risate) per cui se eri il ritardatario numero dieci, ricevevi dieci colpi di frusta. Questa era la punizione di allora in questa valle Divina di Puttaparthi, quando non esistevano ancora gli edifici e il villaggio contava si e no un centinaio di persone. L'estate era caldissima e l'inverno era rigido. I ragazzi cercavano di essere a scuola un'ora prima del tempo, tutti tremanti, per paura di essere picchiati. Ricordo i miei giorni di scuola: quando frequentavo la
sesta classe, sono stato picchiato dal mio insegnante di esercitazione. Ah!
Me le ha date di santa ragione! Tornai a casa piangendo. Mia madre, che era
un funzionario dell'educazione, misurò le mie ferite e scrisse una lettera al direttore reclamando per il fatto avvenuto e dicendo che l'insegnante non avrebbe dovuto picchiarmi così. Il direttore riprese l'insegnante e questi si scusò; l'episodio finì lì. Un mese più tardi però, l'insegnante mi picchiò ancora di più urlando: " Perché sei andato a raccontarlo a tua madre, eh? Se verrò ripreso di nuovo ricordati che te ne darò il doppio!"
(Risate) Così mi ha cucito la bocca e non potevo più parlarne con nessuno!
Le frustate sono dure da sopportare sapete.. I ragazzi di allora arrivavano
quindi a scuola con un ora di anticipo, anche se era inverno. Baba, ragazzino di otto o nove anni, correva a casa sua raccoglieva tutti i vestiti che poteva e li distribuiva agli amici che tremavano dal freddo : "
Copritevi, copritevi, così non tremate più!" Presto i genitori ed i fratelli si accorsero di questo e pensarono :" Se continua così non ci resterà più nulla da metterci!" Così decisero di mettere sotto chiave gli abiti per impedirgli la distribuzione nei giorni seguenti. Racconto questo episodio perché Baba ci dice che l'amicizia è interessarsi, aver cura dell'amico. Dobbiamo cercare di aiutare il nostro amico in ogni modo possibile; non si tratta solamente di salutarlo per dimenticarsi di lui poco dopo.

L'AMICIZIA E' CONDIVISIONE
Il terzo punto è che l'amicizia è condivisione. Ricapitolando :
1°punto- l'amicizia è oltre la casta, comunità e la razza.
2°punto- l'amicizia è aver cura dell'amico.
3°punto- l'amicizia è condivisione.
Tutti questi punti sono stati raccolti dalla biografia di Baba. L'amicizia è condivisione. Che cosa significa? Il Bhagavan soleva portare a scuola nell'astuccio delle penne un po' di noccioline per il pranzo. Anche al giorno d'oggi, a Swami piacciono molto le noccioline chikki . Un giorno Baba si era assentato per qualche motivo e il suo migliore amico, Gazula Krishnayya, aprì la scatola e si mangiò tutte le noccioline. Quando Baba ritornò gli disse. " Ragazzo inutile! Perché le hai mangiate tutte? Avresti dovuto lasciarne un po' per me ed avresti dovuto distribuirne anche a tutti gli altri compagni. Cerca di capire che l'amicizia vuol dire condividere!"
Questo è ciò che Baba gli disse. L'amicizia è condividere e non prendere tutto per sé stessi.

L'AMICIZIA NON CONOSCE RITORSIONI
Punto quarto: l'amicizia non conosce ritorsioni, non conosce vendetta, niente del genere. L'amicizia non è soggetta ad attacchi personali.
Naturalmente per quanto riguarda le amicizie politiche non è così; infatti non fanno altro che attaccarsi l'un l'altro. Ecco perché si chiamano 'opposizioni amichevoli'. Così è nato un nuovo modo di dire: " Hey, voi cosa siete?" .."Siamo oppositori amichevoli." Litigi amichevoli: ecco un nuovo vocabolario per esprimere una varietà di ibrido. Baba dice che l'amicizia non conosce rivalità o vendette, niente di tutto questo. Un esempio ci viene raccontato da un Suo compagno di scuola, Sig. Vvenkata Subbaiah. (Desidero aggiungere il nome per dare ancora più autenticità e credibilità alle mie affermazioni). Baba, anche da bambino, ha sempre avuto capelli molto folti. Solo ieri pensavo ai suoi capelli :sono così folti, così folti, da sembrare una corona! Si muovono come le penne di un pavone, leggeri, di qua e di là. Mi dà gioia guardare i Suoi capelli danzare in quel modo, come fiori al tocco del vento. E' bellissimo vedere come se li aggiusta, come li solleva e li sposta indietro, così..(Risate)
Devo ancora incontrare persone che si sistemano i capelli con questo gesto così tenero , delicato, meraviglioso..E come si prende cura del suo abito, delle pieghe,.. è così bello, davvero! In ogni modo, questo Signor V.Vvenkata ha raccontato che Baba aveva anche allora folti capelli e tutti i ragazzi lo prendevano in giro e gli gettavano nei capelli delle palline spinose che si tolgono con molta difficoltà.(Le signore possono ben capire cosa significa pettinarsi!) Le palline si impigliavano nei riccioli e toglierle era molto doloroso per cui, quando i ragazzi Gli tiravano queste cose, Lui scappava. Baba era lo studente modello ed il preferito dell'insegnante e gli altri ragazzi erano gelosi di Lui. La gelosia non è niente di nuovo, l'uomo è nato con la gelosia. Il primo uomo, Adamo, deve aver avuto anche lui una buona dose di gelosia. Essa non è nuova ma, al giorno d'oggi, si manifesta in maniera ancor peggiore. I compagni di Baba erano molto gelosi di lui e gli urlavano chiamandolo in tutti i modi. V.
Venkata ci ha raccontato che Lui, in questi casi, rimaneva sempre in silenzio, senza mai rispondere, e restava tranquillo qualsiasi cosa dicessero. Questo è Baba: nessuna reazione, nessuna vendetta.

AMICIZIA E' PERDONO
Accadde anche questo: era il 20 Ottobre 1940, giovedì, il giorno favorito del Bhagavan, quando Egli dichiarò di essere Sai Baba, istruendo tutta la gente a compiere speciali pooja (rituali di adorazione) nel giorno di giovedì perché questo è il giorno di Baba. Quando Baba non aveva che 7 o 8 anni, passava il giovedì da solo, parlando con se stesso, facendo gesti e scrivendo nell'aria. La gente pensava che ci fosse qualcosa di sbagliato in Lui. Adesso ne comprendiamo i motivi. Probabilmente Egli si identificava con la Sua precedente incarnazione, Shirdi Sai Baba, ed era il tempo di affermare che Lui era Shirdi Sai reincarnato. Forse si preparava per questa dichiarazione all'umanità. Così, non osservato dagli altri, Egli si perdeva in se stesso. Un giorno, era Giovedì, un compagno, Hanumanta Reddy, venne a trovarlo. Il povero ragazzo non scelse il giorno giusto, perché Baba era perso in sé stesso da qualche parte. Hanumanta lo attese per mezz'ora, ma Lui non lo guardava; passò un'ora ma ancora non lo guardava; poi passò un'ora e mezza ma Baba non gli rivolgeva lo sguardo.. Il ragazzo si arrabbiò moltissimo, prese una pietra e Lo colpì. Questo ci viene riportato dal direttore della scuola, Lakshmipati, che vedendo la scena disse al ragazzo: "Perché lo hai colpito, in fondo se ne sta solo seduto
tranquillo." Ed egli rispose: " Sono venuto qui per parlare con Lui, ,ma non mi parla! Non ha nessuna ragione per starsene lì in silenzio. Ho aspettato un sacco di tempo, cosa significa allora? Così l'ho colpito!"
L'insegnante si arrabbiò con lui e gli diede una grossa punizione: " Da quest'oggi, non avrai più cibo!" Hanumanta divenne molto debole e gli disse: " Andiamo da Sathyam ( A quel tempo Baba veniva chiamato così) e sistemiamo questa faccenda. Non potete lasciarmi morire di fame!" Insieme dunque andarono da Sathyam e, prima ancora che aprissero bocca, Baba disse: " Lui mi ha colpito ed insultato ma sai perché? Sono stato io a costringerlo, sono stato io a far accadere tutto questo. Adesso dagli subito del cibo da mangiare!" Amicizia è perdono. L'amicizia dovrebbe esprimere se stessa nella forma del perdono, non deve comprendere nessuna forma di vendetta o di ritorsione. Questo è quanto sappiamo della vita di Sri Sathya Sai Baba.

UN AMICO CHE HA BISOGNO E' DAVVERO UN AMICO
Si dice che 'Un amico nel bisogno è veramente un amico' (gioco di parole tra 'in need' nel bisogno e 'indeed 'davvero.ndt). Permettetevi di narrarvi l'esperienza di un altro compagno di scuola di Baba, il cui nome è Narayan Reddy. Era il sessantesimo compleanno di Baba e Swami stava viaggiando nella Sua auto verso l'area di Kothacheru, sulla via che porta ad Ananthapur. Improvvisamente Baba fermò la macchina, riconobbe un signore che passava in quel momento e gli disse: " Hey, Narayan Reddy, come stai?"
Quest'uomo fu molto sorpreso. Baba gli chiese: "Non ti ricordi? Eravamo
compagni di classe. Mi hai dimenticato? Il tuo numero era. e ti sedevi su quel banco. Come può essere che non ti ricordi di me?". Amici, sono certo che capirete se vi dico che è proprio una festa vedere Swami fermarsi a parlare con un vecchio compagno di classe nel gergo nativo, nel linguaggio rurale. E' molto divertente vedere come Egli si rivolge a questi personaggi nella sua lingua nativa come se fosse ancora un ragazzo. E' molto bello anche vederLo quando incontra la gente di Puttaparthi e dei villaggi vicini. Ogni regione ha un suo particolare accento. Swami parla lo stesso linguaggio, con lo stesso accento e la stessa intonazione della gente a cui si rivolge. E' molto buffo perché Baba non parla mai così quando parla alla moltitudine. Il suo modo di parlare, quando è in queste zone, è molto curioso e io Lo guardo perché è come musica per me! Swami fermò dunque l'auto e disse:
" Narayan Reddy, ti sei dimenticato di me?"
" Ah, si eravamo compagni di scuola!"
" Dove stai adesso?"
"Sono in affitto da qualche parte."
"Che peccato! Non preoccuparti se non possiedi una casa di tua proprietà.
Non preoccuparti amico. Ti procurerò una nuova casa come regalo di
compleanno."
Oggi Narayan Reddy abita in una nuova casa costruita apposta per lui da Baba , al compimento del suo sessantesimo compleanno. "Un amico che ha bisogno è veramente un amico". Questo è ciò che Swami ci fa sapere.

L'AMICIZIA E' UNA VIA A DOPPIO ASENSO
Come dice Bhagavan: 'l'Amicizia è una strada a doppio senso, non a senso unico. Se io continuo a ricevere benefici da te e non condivido ciò che ho,
allora tu non puoi chiamarla amicizia, è uno sfruttamento. Se dipendete continuamente da altri, siete dei parassiti. A due miglia da qui, nel villaggio di Bukkapatnam, c'è un tempio di Rama dove Baba un tempo trascorreva i suoi giorni di scuola. Baba racconta che allora non vi erano penne o libri, alcunché per poter scrivere e prendere appunti. E questo è ciò che Baba faceva: abitualmente chiamava i suoi compagni e si riunivano tutti in questo tempio dove, per esercitarsi, scrivevano sulla sabbia. Baba insegnava a loro le lezioni comportandosi da maestro, anche se Lui stesso era uno scolaro chiarendo tutti i dubbi.


L'AMICIZIA NON DOVREBBE BASARSI SUI GUADAGNI MATERIALI
Quello che segue è un altro punto interessante sull'amicizia: l'amicizia non dovrebbe mai essere centrata su cose materiali, finanziarie, o sugli affari. Al giorno d'oggi troviamo che due persone sono amiche solo in base al fatto che hanno affari in comune o interessi politici uguali. Baba afferma che l'amicizia è oltre tutto questo e non dovrebbe avere mai questo tipo di vincoli. Ecco un esempio tratto dalla Sua vita, quando ancora studiava a Bukkapatnam. Agli studenti di oggi Egli dice spesso : "Ragazzi vi racconto le mie esperienze di quando avevo nove anni. Sono piccolo adesso, ma potete immaginare quanto più piccolo fossi a nove anni!" Essendo un buon ragazzo con qualità di comando, Sathyam divenne il capo-classe e ,come tale, doveva dirigere i suoi compagni. I villaggi erano soliti organizzare delle fiere, un mercato dove venivano vendute verdure ed altri prodotti come pure mucche ed altri animali. Durante queste fiere erano i ragazzi che organizzavano tutto servendo la gente. I compagni di Baba dovevano quindi recarsi alla fiera per fare il loro lavoro ma Lui non aveva abbastanza denaro per andarvi. Aveva bisogno di un cambio di abiti, ma non l'aveva, poiché possedeva solo un vestito.
"Ho sempre avuto un solo vestito. Prima lavavo i pantaloncini indossando solo la maglietta e quando questi erano asciutti, lavavo la maglietta indossando solo i pantaloncini. Se si rompeva un bottone non potevo rimpiazzarlo, non potevo permettermi di ricomprarlo e, per questo, tenevo insieme i lembi con una spina." Questa era l'estrema povertà di Baba ma Sathyam non fece mai sapere agli altri quanto fosse povero; diceva semplicemente: "Ragazzi, io non vengo." Un giorno i ragazzi corsero a casa Sua per supplicarLo: "No Sathyam, tu devi venire. Se non vieni, non andremo neanche noi.!" Allora Baba rispose : " Non posso venire perché ho mal di stomaco." Nessun medico poteva venire subito a visitarlo! Infine anche l'insegnante andò da Lui per pregarlo di andare alla fiera ma Baba ripeté che il dolore era lancinante per cui decisero di allontanarsi senza di Lui.
Appena partiti, Baba prese a saltare ed a giocare, ma, in seguito, si sentì poi forzato a partire anche Lui. Egli racconta: " Non avevo denaro, perciò camminai giorno e notte per raggiungere il posto." Camminò tutto quel tempo senza potersi permettere di comprare del cibo. Portò con sé solo del pane di ragi (miglio locale) ed alcune specie di dosa, ciambelle circolari molto dure ( Se cerchi di mangiarle oggi devi adoperare tutti e 32 i tuoi denti!) (Risate) Forse è più facile dare un morso ad un pezzo di ferro.Baba prosegue dicendo: "Ne portai due con me, per poterle mangiare le bagnavo nell'acqua, serbandone un pezzetto per il giorno seguente." Questa era la situazione! Un suo compagno di scuola, venne a sapere che Baba non aveva cambio di abiti, essendo egli di famiglia ricca, procurò un nuovo completo su misura per Baba. Portò il vestito a scuola e lo mise sulla cattedra con questo biglietto:" Sathyam , noi siamo compagni di classe. Io so che tu non hai altri abiti ed ho fatto fare questo su misura per Te. Se non lo indosserai io mi suiciderò." Baba entrò silenziosamente in classe, prese il foglio e lo lesse, poi sul retro del foglio scrisse: " Noi siamo amici.
L'amicizia non si deve mai basare su cose materiali, non è basata su scambi di denaro o di oggetti materiali. Se vuoi fare questo tipo di scambi la nostra amicizia si interromperà subito; mentre, se vuoi che la nostra amicizia continui, riprenditi questo vestito, perché Io non lo accetto."
L'amicizia deve avere come base l'amore, non vantaggi materiali. Questa è la lezione che Egli ha insegnato e non solo per noi, non solo per questo momento ma per tutti gli anni a venire.

L'AMICIZIA E' SENSIBILITA'
Altro punto è questo: l'amicizia è sensibilità e tenerezza. Un amico non può essere rude, non ha senso continuare a parlare con rudezza. L'amicizia è sensibile, l'amicizia è tenera, l'amicizia è delicata, dolce. No puoi pensare di essere duro nei confronti del tuo amico.
Un altro episodio della vita di Baba è questo: essendo egli il capo-classe doveva schiaffeggiare i compagni quando commettevano errori.Un giorno l'insegnante gli disse: "Sathyam, vai da lui e dagli uno schiaffo." Baba andò ma, quando fu vicino al ragazzo, gli diede un colpetto leggero, molto leggero; del resto Dio è sempre delicato! Se non fosse così, nessuno di noi sarebbe qui al giorno d'oggi, visto come ci comportiamo. Baba andò dunque vicino al suo compagno e gli diede uno schiaffetto così (dimostrando un tocco lieve) (Risate) Allora l'insegnante si arrabbiò moltissimo: " Gli stai mettendo la cipria in faccia? Quella non è una sberla, dagli una sberla!" C'erano quarantun ragazzi nell'aula e l'insegnante, per dimostrazione , diede a Lui quarantun sberle in faccia:" Questo è il modo di dare schiaffi!" Baba dovette pagare pesantemente per la sua dolcezza, per il suo pensiero delicato, per essere tanto buono con i suoi compagni ma Egli non potrebbe mai essere rude, non potrebbe mai essere crudele.
L'amicizia è sensibilità, l'amicizia è tenerezza.

L'AMICIZIA AVVIENE TRA SIMILI
L'amore tra persone simili tra loro viene chiamata amicizia. In amicizia non ci si può sentire superiori all'altro, né puoi mai sentirti inferiore al tuo amico. L'amicizia avviene tra simili. C'era un signore di nome Batta Venkatesh; quando erano compagni di scuola, Swami ,per divertimento, lo chiamava "Zio". Insieme andavano a sedersi sui serbatoi di Bukkapatnam e condividevano noccioline, latticello e cocomeri. Questo signore adesso ci dice: " E' molto difficile per me pensare che Lui sia Dio." Eravamo così intimi, sempre insieme a mangiare noccioline e altro. Come posso credere che Lui sia Dio!" Dio, diventa nostro amico e scende al nostro stesso livello. Dio, come amico, comunica con noi in modo tale da farci sentire liberi di esprimerci con Lui. Se tu Ne avessi paura, non potresti più sentirLo vicino; se non Lo considerassi, Lo ignoreresti ma, dal momento in cui Lo ritieni tuo amico, senti che ti avvicini a Lui sempre di più. Per
farti sentire libero, qualche volta Egli scherza. Va dagli studenti e dice a qualcuno: " Cos'hai mangiato a colazione?" oppure " Che bel vestito!", "
Non ti sei pettinato bene stamattina!", " Dov'eri l'altra sera?", " Perché hai lasciato mezzo chapati (pane) nel piatto?" oppure " Perché ti sei mangiato un chapati in più? Gli altri ne hanno mangiati solo due, mentre tu ne hai mangiati tre!" Quando parla così, fa ridere tutti stabilendo in tal modo un senso di vicinanza e noi ci sentiamo in intimità con Lui. Se vi sedete in un angolo e pensate " Grazie Swami, però io ho paura di Te" non sarete mai vicino a Lui. La vera amicizia è vicinanza, la vera amicizia richiede una comunicazione facile, un livello di comunicazione comune. Per questo il suo vecchio amico ha potuto dire: "Eravamo grandi amici, così intimi!"

AMICIZIA E' CONDIVISIONE DI BENEFICI
Un altro aspetto dell'amicizia è la condivisione dei benefici. Fin dall'inizio Sua missione Baba era un poeta, componeva poemi bellissimi ma di Baba nelle vesti di poeta parleremo più tardi. Oggi parliamo di Baba quale vero amico, come l'unico vero amico. La prossima volta, se vi piace questa serie di argomenti, parleremo di quest'altro: Baba, come figlio ideale. C'era un signore, di nome Kote Subanna, che aveva un piccolo negozio di approvvigionamento nel villaggio; egli cominciò a vendere una medicina Ayurvedica e chiese a Baba: " Puoi per favore aiutarmi a fare un po' di pubblicità, cosicché la gente sappia che vendo questa nuova medicina?" A quel tempo non c'era la televisione; Baba scrisse un poema, una canzone in Telegu che elogiava la medicina e la insegnò ai suoi compagni di scuola. Vi dirò il significato di questa canzone poiché, essendo in Telegu, sono certo che non la comprendete. Mi scuso perché questa non è proprio la vera traduzione dal momento che il 50% della sua bellezza originale si perde. Ogni lingua ha la sua bellezza che si perde
sempre nella traduzione. Non si può, ad esempio, tradurre Shakespeare in
ogni lingua, a meno che non vogliate commette un assassinio! Lo potete fare
solo per uno scopo pratico. Questo è il senso del poema che Baba ha composto:

Ragazzi e ragazze! Possiamo avere una nuova medicina!
Amici! Questa medicina si chiama 'Bala Bhaskara'.
Ragazzi e ragazze!
Una nuova medicina è disponibile oggi col nome di 'Bala Bhaskara' Venite!Venite!Vi curerà l'irritazione agli occhi, il mal di denti, il mal di orecchie, i dolori alle giunture, il mal di testa, la costipazione, la febbre, ed è un antidoto per le punture di serpente!
Perché solo uno o due? Tutti i mali guarisce!
E' disponibile in crema, in olio, in polvere.
Quelli che la prenderanno saranno guariti al 100%!
Garantito!
Venite e compratela!
Se poi volete sapere dove si vende: ragazzi guardate!
E' disponibile al negozio di Kote Subanna!

Da quel momento un'infinità di persone volle comprare quella medicina perché chiunque aveva problemi di salute e Baba disse che quella era la soluzione a tutti i problemi! Inutile dire che questo venditore fece un grande quantità di affari! Quest'uomo diede a Baba denaro ed abiti nuovi, ma cosa fece Baba? Distribuì denaro ed abiti ai suoi compagni e se ne tornò a casa a mani vuote. Amicizia significa anche condividere equamente i benefici che provengono dal talento di qualcuno.

EPILOGO
Amicizia è condivisione. L'amico che ha bisogno è un amico vero, da aiutare. L'amicizia è oltre la casta, il credo e la comunità di appartenenza. L'amicizia non reclama vendette. Questi sono i valori che Baba ci ha insegnato sull'amicizia, dimostrandoli con esempi della Sua stessa vita, quando ancora durante l'infanzia, Lui stesso li metteva in pratica, esempi che ho diviso con voi questa mattina.

Che Baba vi benedica tutti!