Satsang

Nuovo anno

28 dicembre 2003

Cari fratelli e sorelle,
vorrei cominciare il discorso di questa mattina con un augurio a tutti voi per l'ingresso nel nuovo anno. Permettetemi di augurarvi un felice Anno Nuovo! Questo è il nostro ultimo incontro del 2003; la prossima volta ci incontreremo nel 2004. Vorrei dividere con voi alcuni pensieri a questo proposito, idee che Bhagavan ha citato alla vigilia del Natale e dell'Anno Nuovo. Che cosa è che Swami vuole che sappiamo quando accogliamo l'anno nuovo? Quando salutiamo l'anno trascorso ed accogliamo quello nuovo, ci sono alcune cose che Swami vuole che impariamo e conosciamo. Vorrei condividere con voi alcuni pensieri. La vita umana è una sorta di evoluzione. Tutte le scritture, senza dubbio né errore, dichiarano che l'essere umano è la più elevata tra le creature dell'universo. Avendo ricevuto questa vita umana, noi dobbiamo capire che questo è un viaggio senza fine, è un pellegrinaggio. L'essere umano rappresenta il processo di evoluzione che possiede tutte le possibili opportunità. La Bibbia dichiara che, per lui, Dio ha creato tutto: il mondo minerale, il mondo vegetale, il mondo animale, tutte le creature, tutti i mezzi. In effetti, egli può usufruire di tutta la natura, che è a sua disposizione, esiste per il suo piacere. Quindi l'essere umano è il compimento della Creazione, rappresenta il suo zenit ed il suo culmine. In tal senso, noi dovremmo comprendere che la vita umana è un processo evolutivo che ha tutte le possibilità che l'esistenza può offrire per il nostro sviluppo e progresso.Dobbiamo subito capire, amici miei, che ognuno di noi è una goccia in un oceano. Dio è l'oceano ed ognuno di noi è una piccola goccia. Allo stesso tempo, però, la goccia è come l'oceano, in quanto le qualità di quest¹ultimo sono tutte presenti in essa. Di conseguenza, ognuno di noi rappresenta una esistenza in miniatura,un universo in miniatura, tutti i mondi in miniatura, e la vita umana non è così da poco come sembra a noi. Ognuno di noi, come Bhagavan dice spesso, è una Scintilla del Divino: è l'incarnazione dell'Amore, della Verità, della Pace e della Beatitudine. Noi non siamo semplicemente un mucchio di carne ed una collezione di ossa che ci permettono di andare in giro in questo contesto della vita; noi siamo qualcosa di più. Questa è la prima cosa che vorrei sottoporre alla vostra attenzione.




LA VITA E' UN¹ OPPORTUNITÀ

Il secondo punto è che la vita è un¹ opportunità. La maggioranza di noi crede che la vita sia una disgrazia ed allora essa, se la pensiamo in quel modo, lo diventa davvero. La vita non è mai una disgrazia: la vita è un privilegio, è una benedizione, è beatitudine, è un beneficio... la vita è un¹ opportunità. Perché dico questo? Che cosa voglio intendere? La vita è un¹ opportunità, l¹opportunità di scoprire la capacità creativa esistente in noi, di godere dell' esperienza della Divinità. Essa è un¹ occasione per tuffarci in profondità e godere delle gemme preziose della Divinità presente in ognuno di noi. Non esiste sulla terra un pazzo che possa desiderare di perdere una simile opportunità: chiunque si affretterebbe ad approfittarne. Avendo ricevuto questa possibilità, non dobbiamo perderla. Il successo dipende dal buon uso che facciamo di questa nostra opportunità di vivere.


DIVENTATE COSCIENTI DELLA CONSAPEVOLEZZA

Il terzo punto che voglio portare alla vostra attenzione è questo: l'essere umano è veramente orgoglioso delle conquiste fatte sino ad ora; egli dice che può andare sulla Luna e che sta cercando di andare su Marte ed è contento di non aver bisogno dell'aiuto di nessuno, dato che può servirsi di robot-analisti e robot-medici. Ci sono macchine che cucinano per lui, ci sono macchine che lo servono, che calcolano, che pianificano, che leggono, che fanno di tutto. L'essere umano è veramente fiero di aver creato qualcosa che lo può aiutare, che lo può soccorrere tempestivamente ogniqualvolta ne ha bisogno. Però egli non è così grande, no... è tutta una nostra speranza, un sogno ed una fantasia, questo è il fatto. Non c'è niente di grande nell'andare sulla Luna o nello scalare la cima dell'Everest, niente di grande, niente di straordinario! La grandezza consiste nel raggiungere la cima della propria consapevolezza, nell'afferrare il proprio essere. Questa è la più grande conquista dell'essere umano. Quindi, la spiritualità ha parametri diversi, misure totalmente differenti. Oh, uomo! Ti viene data questa vita preziosa; devi salire e raggiungere la cima del tuo stesso essere, della tua consapevolezza. Se io non sono conscio della mia consapevolezza, se non sono conscio del mio essere, questo corpo non è affatto migliore dei rottami o dei rifiuti. Scusate se dico questo! Il vero valore della vita consiste nello scoprire la Divinità latente in noi: questo è il significato della vita umana. Un cane non può farlo, un albero non può neppure provarci. L'essere umano è dotato di consapevolezza ed è tenuto ad esserne conscio e a farne uso. Questo è il terzo punto che volevo sottoporre alla vostra attenzione. È anche importante che sappiate, per vostra informazione, che tutte queste idee sono tratte dai discorsi di Bhagavan.



LA VITA E' QUI ED ORA

La maggioranza di noi ama pensare al passato ed al futuro. Coloro che pensano al passato sono morti e seppelliti Non c'è niente da esaltare, niente da divulgare, niente di cui andare fieri, perché il passato è già passato. Molti di noi provano gioia nello sperare nel futuro. La speranza è una promessa, un pensiero, e il futuro è una programmazione. Si spera sempre per il meglio... ma una persona matura non pensa mai a tal modo. "Io spero di star meglio, di raggiungere lo scopo, di essere vicino a Swami." Dov'è la garanzia? "Io spero di essere qui l'anno prossimo". Come fate a dirlo? La speranza è solo un'aspettativa, è futuristica, è una procrastinazione! "Lo farò a partire dall'anno prossimo". Va bene! Sembra che possiate permettervi di rinviare... No, non dovete mai viveee mai di speranza, o nel futuro. Amici miei, entrando nell'anno nuovo, cerchiamo di dimenticare il passato, che è storia, e proviamo a non pensare al futuro, che è un mistero che deve ancora venir svelato. Non abbiamo garanzie per quanto riguarda il nostro futuro. Il futuro non è sicuro. Ciò che dobbiamo decidere oggi, nell'accogliere il 2004, è di vivere nel presente, nel momento, nell'esistere: questa è la vera e propria vita. Il passato è passato ed il futuro è un sogno. Non posso permettermi di vivere sempre in un sogno. Se uno continua a sognare e sognare, è meglio portarlo da uno psichiatra (Risate). Se qualche persona pensa al passato, evitiamola: noi non siamo interessati al passato. Ed allora, che cos'è la vita? La vita è il 'qui ed ora'. Se devo definire la vita, la posso definire così: la vita è qui ed ora.



DOVE E' DIO ? CHE COSA E' DIO?

Io non posso dire che Dio sia nel passato, né posso dire che Dio sia il futuro. Se Dio è passato e futuro, è come ogni altro comune essere umano. Che cosa è Dio? Dio è qui ed ora. Perché? La Divinità è proprio qui ed ora. Se cerco di vivere qui, in questo istante, stabilisco una specie di contatto, una specie di rapporto con Dio, che è qui ora. Quando vivete qui ed ora, siete Divini. Dio è qui ed ora, Dio è Divino. La connessione è cuore a cuore, amore ad amore: questo è l'obiettivo di una vita spirituale. Io prego che l'anno 2004 ci aiuti a vivere nel presente, a vivere nel momento, in modo da essere Divini e con il Divino. Questo è il messaggio di Bhagavan, questo è stato il messaggio di Bhagavan nel giorno di Natale quando ha detto" Io sono Io". Egli non ha mai detto "Io ero Io" o "Io sarò Io"; Egli ha detto "Io sono Io, usando il tempo presente. Nella spiritualità il tempo passato e quello futuro andrebbero eliminati; la spiritualità non ha niente a che fare con il passato ed il futuro: la spiritualità è nel presente. Per dirlo con le parole di Bhagavan: " Che tipo di presente è questo? Esso è omnipresente." Il presente è il risultato del passato ed è il seme del futuro. Il presente è il frutto del passato e dal presente scaturisce il futuro, per cui esso rappresenta la comunione tra passato e futuro. Amici miei, nell'entrare nell'anno nuovo, nel 2004, dobbiamo sviluppare questa idea, questa nuova coscienza, questa nuova consapevolezza che io sono il presente, che sono la vita, che Dio è il presente. Alcuni pianificano in anticipo: "nel 2005 farò una sadhana più intensa", oppure: "nel 2004 voglio visitare di nuovo Prasanthi Nilayam". Questo è proprio ciò che voglio fare... ma è tutta una sciocchezza. E' tutto un gioco della mente, un suo trucco, un suo scherzo. E' tutta una espressione della natura ridicola della mente. La mente ha bisogno del tempo. Infatti, la mente è il tempo ed il tempo è la mente. La mente vuole rinviare sempre. "Oh Signore! Fammi meditare da oggi" e la mente dirà: "Perché non da domani?" (risate) "Oh Signore! Aiutami a fare colazione solo dopo che avrò avuto il Tuo Darshan" e la mente: "Ti sei dimenticato che hai fame?"(risate) E subito aggiungerà: "Hai più fame oggi di ieri" (risate) È l'impudenza della mente che dirà: "Mangia oggi, adesso, così domani non avrai appetito e potrai rimanere per il Darshan". Questo è tutto un gioco della mente. La mente che vuole rimandare, che vuol trattenere, tralasciare, negare, è il peggiore dei nostri nemici. Amici miei, il nemico non è fuori, il nemico è dentro la mente. Dovremmo pensare: "Dio è qui ed ora per cui questa cosa la faccio ora." "Domani voglio meditare al mattino presto; oggi dormo." No! La meditazione non ha un programma nel tempo, non è legata al tempo. La gestione del tempo è una occupazione della mente mentre la meditazione è uno stato di 'non pensiero', non di: 'non ci voglio pensare'. Lo stato di 'non mente' è meditazione per cui, la meditazione migliore è andare al di là della mente, dimenticando i fattori tempo e spazio, dovunque siate. Potete essere sul marciapiede della stazione, in aereo, in bicicletta, in ufficio o a correre: quello è il momento di meditare perché la meditazione è qui ed ora. La meditazione è allacciare un contatto con l'Amato. Quando pensate a vostra moglie che è lontana? Al mattino presto o quando andate a letto? (risate) Lo potete fare, ma non ditelo a lei (risate,) altrimenti domani dovrete affrontare una musica...! Giusto? (Risate) Lei vuole che pensiate a lei di continuo, anche se voi preferite farlo una volta alla settimana (risate). Quindi, amici miei, voi pensate alla vostra amata dovunque e continuamente. Quando andate a tavola, naturalmente pensate a lei perché vi serve il cibo, perché è lei che ha cucinato per voi con amore. Pensate alo stesso modo anche al Divino Amato: in qualunque momento. Non c'è un momento specifico. L'atto del 'rinviare' è un inganno della mente. Rimandare è un gioco mentale. Questo augurio di Buon Anno dovrebbe aiutarci a fare le cose come e quando si presentano richiedendo l'azione immediata. Un'azione spirituale, positiva, religiosa, Divina, richiede un coinvolgimento immediato, richiede che la via sia seguita subito. Facciamo di questo il proposito per il nuovo anno, un proposito di applicazione immediata, perché il passato ed il futuro non hanno più significato, essendo diventati parte di un nostro sogno, solo parte di un sogno.



LA VITA E' UN SOGNO

Baba dice: "La vita è un sogno. Realizzalo!" La gente pensa: "La vita è un sogno dorato e voglio realizzarlo: sogno di essere il Presidente degli Stati Uniti!" Il posto più indicato per chi pensa a questo modo è un ospedale psichiatrico! (risate) "La vita è un sogno. Realizzalo!" non significa che voi avrete un palazzo storico o vincerete alle elezioni. Certamente no! "La vita è un sogno" significa che niente è permanente. Niente è permanente. Io vado a letto e comincio a sognare; nel sogno posso essere una stella di Hollywood o di Bollywood o di Tollywood, una superstar, una stella del cinema o una stella in cielo (risate). Quando mi risveglio il sogno è finito e gli altri mi dicono: "Non sei una stella, sei solo polvere sotto le scarpe. Scendi, uomo, sii realistico e stai con i piedi per terra; non vivere nel mondo della fantasia." Comunque, amici miei, lo stato di veglia è anch'esso un sogno. Anche tutto ciò che fate ora, tutto ciò che avete fatto, il tempo piacevole che passiamo insieme, è un sogno. Ecco perché Bhagavan dice: "Uno è un sogno diurno e l'altro è un sogno notturno. La vita è il paese dei sogni". Ecco tutto: questo è un sogno diurno e quello è un sogno notturno. Sono ambedue sogni, capitelo! "La vita è un sogno, rendetevene conto." Quando vado a dormire, il giorno diventa un sogno e, quando sono sveglio, la notte diventa un sogno. Quel sogno ora è svanito, questo svanirà più tardi. Ecco tutto. Questa è la ragione per cui Bhagavan dice: " IL sogno si perde nel divenire ed il divenire si perde nell'essere". Il sogno si perde nel divenire ed il divenire si perde nell'essere! Quindi, il sogno notturno finisce quando comincia quello diurno e viceversa, ma tutto è solo un sogno. Una volta compreso che tutto è solo un sogno, non vi ci attaccherete. " Stanotte ho sognato di aver comprato cinque appartamenti a Puttaparthi". Al mattino non posso dire: "Dove sono i miei appartamenti? Vorrei occuparli." La gente mi compiangerebbe: "Era normale fino ad ieri sera; che cosa gli è successo stamani?" (risate) Non abbiate niente a che fare con i sogni mentali che fate di notte ed, ugualmente, non abbiate niente a che fare con i sogni che fate di giorno. Ma allora... qual è la realtà? La realtà è colui che sogna! È colui che fa l'esperienza! Dato che avete sognato prima e sognate ora, la realtà è colui che sogna; prima ed ora è realtà. Il 'voi' reale permane, 'voi' siete la realtà. Colui che fa l'esperienza è realtà e l'esperienza è sogno. Tutto ciò che sperimento di notte è sogno ed anche ciò che sperimento di giorno lo è, ma "Io", lo sperimentatore, sono la realtà. Mi sembra chiaro. Di conseguenza, prego che questo 2004 ci aiuti a conoscere la realtà, non il sogno, ma colui che sogna, non la scena, ma lo spettatore, il vero e proprio "Io". Questo è l'effettivo scopo per cui siamo nati, questo è il percorso evolutivo da seguire sulla via spirituale, questa è la ragione per cui ci è data l'opportunità di vivere.



LA VITA È UN' OPPORTUNITÀ CHE CI VIENE DATA


La vita è una opportunità che ci viene data per comprendere che lo sperimentatore è la realtà e l'esperienza è il sogno. Bhagavan ci dice spesso che ci sono moltissime nuvole intorno, ma che nessuna di esse è permanente; tutte vengono e poi se ne vanno. Allo stesso modo, tutti i sogni vengono e vanno ma tu, il vero "Io", rimani. Questo è ciò che significa" io sono io". "Io sono io" si riferisce a colui che sogna, allo sperimentatore, al vero Sé, alla Coscienza, alla Consapevolezza. Questa è la realtà. La nostra vita dovrebbe essere spesa alla ricerca della realtà. Se vi lasciate prendere dall'esperienza, diventate confusi, diventate pazzi, disorientati, perplessi, ed allora comincia il rock-n-roll [dondola e rotola; N.d.T.] (risate). Noi non sappiamo dove ci conduce l'esperienza. Alcune esperienze sono belle, altre paradisiache ed altre tragiche. Quando faccio una esperienza tragica, mi suiciderei. Io vorrei sempre esperienze paradisiache, celesti. Questo alternarsi di esperienze di felicità e tristezza, di profitto e perdita, di vittoria e sconfitta, è un sogno.Una volta capito che 'io' sono la realtà al di là del sogno, colui che fa l'esperienza, non vengo più trascinato, non sono più confuso, divento come la tela su cui si proietta il film. Lo schermo non piange quando il protagonista del film comincia a piangere (risate), lo schermo non balla quando l'eroe e l'eroina, in estasi, cominciano a ballare: lo schermo rimane equanime. Dovremmo usare l'anno 2004 per la ricerca del Sé, la ricerca dello sperimentatore, della Verità delle Verità, della consapevolezza... Questo è quanto volevo porre dinanzi ai vostri occhi.



ESSERE TESTIMONI

Qual è il più grande conseguimento per la consapevolezza umana?Amici miei, il più grande è questo: l'esperienza di essere testimoni. Assistere! Questo significa che io sono testimone di tutto ciò che accade, io assisto a ciò che accade intorno a me, ma senza esserne coinvolto. E' qualcosa di simile a questo: là c'è la luce e sotto quella luce potente si recita uno spettacolo teatrale. La gente applaude, apprezzando la scena che è stata recitata, ma la luce non applaude. Durante la recitazione, il protagonista importuna la fanciulla ed ella comincia a piangere, ma la lampada in alto non si affievolisce. Essa resta raggiante come all'inizio, splendente e brillante come prima. Essa non è coinvolta nella scena: di qualsiasi scena si tratti, sia essa una crocifissione, una danza o Michael Jackson, la luce rimane luce, nient'altro. Questo è ciò che definiamo essere testimoni. Si assiste e basta, si rimane calmi, indisturbati, imperturbati; si rimane equilibrati ed equanimi. Questo stato di equanimità, di mente equilibrata, questa idea di non dualità, è possibile durante il processo dell'essere testimoni. La missione principale di Swami è quella di farci sperimentare questo processo. "Voglio assistere alla mia vita, non voglio esserne trascinato." Nel partecipare reagite, rispondete, restituite; è naturale, siete obbligati a farlo.Un semplice esempio: io comincio a recitare in un lavoro teatrale in cui devo piangere e farvi piangere. Come attore, devo ridere e far ridere anche voi. L'attore, partecipando, deve rispondere, reagire, riflettere, ma la luce, il palco, lo scenario ed il microfono sono tutti testimoni. Io posso gridare ed il microfono amplifica. Io posso sussurrare ed il microfono amplifica. Se io taccio il microfono sta semplicemente a guardare. Quindi, amici miei, il microfono assiste al mio silenzio ed alla mia recita, al mio grido ed al mio sussurro, ma non prova gioia se grido, né se piango o sussurro: esso reagisce nello stesso modo, in ogni caso. In modo simile, per la consapevolezza umana, il processo di essere testimoni è il più alto dei conseguimenti ed a questo dobbiamo mirare durante il 2004.



PREGHIERA

Ora vorrei dire alcune parole sulla preghiera. Il 2004 dovrebbe dare nuova fragranza e profumo alla nostra preghiera. Nel 2004 le nostre preghiere dovrebbero essere più significative, più determinate e profonde. Che cosa voglio dire con questo? Quando parlo delle preghiere che abbiamo recitato fino ad oggi, non intendo criticare nessuno. Qualunque cosa dica, io sono nel mazzo e, probabilmente, queste parole sono soprattutto per me. Io non mi pongo su di un piedistallo. Sono pienamente cosciente del fatto che tutti sono dei ricercatori spirituali migliori di me. Io non parlo come una autorità superiore, sto solo condividendo la nostra esperienza. Noi studiamo insieme, esploriamo insieme ed insieme investighiamo. Questo è il proposito del satsang. Nel satsang che noi abbiamo qui ogni volta, non c'è nessuno di maggior calibro di un altro, nessuno che abbia avuto maggiori acquisizioni. No! Noi tutti siamo Uno, noi tutti siamo un flusso. Ecco tutto. Noi stiamo fluendo insieme, marciando insieme, ci teniamo per mano procedendo insieme verso il Divino, nient'altro. Siamo tutti compagni pellegrini. Ed ora, due parole sulle nostre preghiere.



COME SONO LE NOSTRE PREGHIERE ?

Le nostre preghiere sono meccaniche, sono monotone, insipide. Le nostre preghiere sono programmate, computerizzate. Ho incontrato una persona che ha detto: "Abbiamo avuto uno splendido Akhanda bhajan nel nostro Centro." Io gli ho risposto: "Congratulazioni! Come avete potuto fare un Akhanda bhajan in un Centro così piccolo?" E lui: "Abbiamo molte cassette: le abbiamo girate tutte!" (risate) Oh, Dio! Una cassetta dietro l'altra fanno un Akhanda bhajan! Un CD o un video sono una pratica spirituale... questa è la nostra preghiera! C'è chi dice: "accenderemo il registratore"; questa è la nostra preghiera! Questo è un modo di pregare del tutto meccanico, computerizzato, programmato, ritualizzato, monotono, privo di significato ed inutile. Sarebbe meglio usare il nostro tempo per qualcos'altro. Amici miei, che cos'è veramente una preghiera? Ho ricevuto alcune domande di amici che chiedono: "Anil Kumar, che cos'è una vera preghiera? Come pregare? Come far felice il Signore? Che tipo di preghiera ritieni appropriato?" Amici miei, non si prescrive mai nessuna preghiera, né la si pianifica o si programma, perché una preghiera programmata perde il suo gusto. Un semplice esempio: mettiamo che una volta voi siate molto tristi. Tutti abbiamo dei momenti tristi, tragici. A volte ci sentiamo frustrati, a volte depressi ed a volte siamo smarriti e delusi. Che tipo di preghiera vi piacerebbe recitare in quei momenti? Se io vengo e vi dico: "Forza! Intonate questo canto: 'Gopikamala Hari Pyaari Maayi Meera Mana Vihari Madana Mohana Murali Dhaari Krishna Jai'! ... questo è il canto di una danza felice." Se prima ero triste, dopo sto peggio! (risate) Mi sento veramente a terra! Sono turbato, frustrato. Mi avete proposto un canto per ballare, un canto melodico, ma io non sono in quello stato d'animo. In questa condizione, la mia preghiera è del tutto differente: 'Devaki Tanaya Daya Nidhe Daya Nidhe Kripaa Nidhe, Devaki Tanaya Daya Nidhe'. Uno è pieno di allegria e voi gli chiedete di cantare: "Dena Natha, Sai Natha -- Devaki Tanaya Daya Nidhe". Non è certo questo il canto adatto a quell'umore! Ogni stato d'animo richiede una specifica situazione; in questo caso è necessaria una vibrazione del tutto differente. Supponiamo che una persona organizzi un bel bhajan per l'inaugurazione della sua nuova casa, "Gruha-Pravesha" o per il suo anniversario di matrimonio. Voi andate lì e cantate: 'Iha Samsare, Bahu Dusthare (risate) Kripaya Pare Pahi Murare (risate) Govindam Baja Mudamate (risate) Baja Govindam'. Evviva! (risate) Anniversario di matrimonio! (risate) Punarapi Jananam, Punarapi Maranam (risate) Punarapi Janani, Jatare Shayanam (risate) Questo è un compleanno: (applausi) è questo il canto adatto? Sciocchezza, grossa sciocchezza, ignoranza. Non abbiamo capito la ricorrenza. Quel tipo sta celebrando il suo compleanno (risate) con la torta e con tutto il resto (risate) 'Kripaya Pare, Pahi Murare'. (risate) Sciocchezza. Che cosa è questo? (risate) Quindi, amici miei, la preghiera non è mai programmata, non è mai prestabilita. La preghiera è l'esternazione, lo sgorgare spontaneo dei sentimenti umani, è l'effusione del cuore, è un'espressione del nostro stato d'animo in quel momento. La maggior parte delle nostre preghiere non ottiene risposta, non produce reazione, non viene ascoltata da Bhagavan, perché il nostro sentire non corrisponde alla preghiera che offriamo.
Mettiamo che io sia del tutto insoddisfatto, che io abbia da fare a Dio molte lamentele: "Swami, non mi hai guardato; Swami, non hai preso la mia lettera; Swami, non ho avuto la gioia di un Tuo sorriso; oh, Signore, sono qui da un mese!" Il cuore è pieno di proteste ma io continuo a dire parole rapite e canto in modo ispirato. Questo significa che la mia preghiera è artificiosa. La preghiera è artificiosa e questa non è una cosa da farsi. Io posso sorridere e cantare i bhajan, ma Dio vede lo scontento nel mio cuore, non il sorriso sulla mia faccia. Io sono un ipocrita magistrale e Dio non si lascerà ingannare (risate). Quindi, rendiamoci ben conto del fatto che Dio vede il nostro pensiero, il nostro sentimento e il nostro stato d'animo al di là del ritmo e del tempo del nostro canto. La preghiera dev' essere spontanea, deve sgorgare dal cuore e dal pensiero umano del particolare frangente della vita in cui ci si trova. Io sono arrabbiato con Dio. Si, sono molto arrabbiato perché sono stato seduto un'eternità ed Egli non se ne cura. Preferisce cancellare il darshan! (risate) Io sono molto arrabbiato. Amici miei, quella rabbia è preghiera! Quella rabbia è preghiera! Perché siete arrabbiati con Dio? Per avere il Suo darshan, non per derubarLo (risate), non per sedere al Suo posto, non per dominare qualcuno, non per il denaro, non per le ricchezze, non per una posizione, non per una promozione o un avanzamento. Niente del genere. Io sono arrabbiato perché non mi ha guardato, sono agitato perché stamane non ho avuto il darshan. Proprio quella rabbia è preghiera, è vera preghiera. Come si spiega? Qualunque cosa diretta a Dio diventa una preghiera, perciò quella rabbia è una preghiera. Ora sono molto triste, sono molto triste perché non ottengo risposta da Swami, non ottengo risposta dal mio Amico. Di me non importa a nessuno. A nessuno! Nessuno che si interessi a me. Sono veramente abbattuto. Sono molto in pensiero per la situazione in famiglia, per il lavoro o per l'azienda. Bene, in tale triste stato d'animo mi rivolgo a Dio, e quella tristezza è preghiera. La tristezza è preghiera! La rabbia è preghiera! "Oh, perché corri dietro alla Sua macchina?" "Perché Lo amo." L'amore è preghiera! Qualunque tipo di sentimento per Dio è preghiera. Si, vi muovete verso Dio e questo diviene preghiera. È allora che la preghiera ha significato. Mettiamo che io pianga; sì, anche il pianto è una sorta di preghiera. Bene! Ora non ho alcuna emozione, non sono né felice né infelice: qual è la mia preghiera in questa situazione? Il silenzio. Il silenzio è preghiera, la gratitudine è preghiera, il ringraziamento è preghiera, l'augurio di bene per tutti è preghiera, il servizio è preghiera. Amici miei, la preghiera non ha niente a che fare con qualche frase o qualche mantra. No! Questo è totalmente ritualistico. Un rito diventa spirituale quando lo spirito scende fin dentro le ossa, non prima. Lo spirito della preghiera è nel sentimento e nello stato d'animo. Facciamo che questo sia il nostro modo di pregare nel 2004.




MEDITAZIONE

Vorrei sottoporvi alcuni altri punti che Bhagavan ha toccato. Amici miei, noi abbiamo tutti differenti mentalità, abilità, capacità e talenti; non possiamo essere tutti uguali.
La meditazione risveglierà in voi il talento. Fate attenzione a questo: ogni vostra capacità che diventa meditazione, diventa universale. Un danzatore balla in meditazione, un cantante canta in meditazione. Quindi, cerchiamo di capire che, qualunque cosa scaturisca dalla Consapevolezza Divina, è indotta da Dio. Questa è la ragione per cui i migliori cantanti del mondo sono quelli che cantano in lode di Dio. Chi sono i migliori danzatori? Il miglior danzatore è quello che si ispira al Ballerino Celeste, Nataraj, il Danzatore Cosmico, Dio Stesso. Quindi, la meditazione trova la sua espressione in vari modi. Un cantante vuol cantare: quel canto è meditazione! Un danzatore vuol ballare: quella è meditazione! Un pittore sente il bisogno di pitturare: quella è meditazione! No, non potete dire: "Siedi eretto e serra la porta: quella è meditazione". No! Quello, al meglio, può essere un circo (risate) ma non è meditazione. La meditazione è una espressione di capacità latenti: qualunque cosa facciate è meditazione. Questa è una nuova dimensione da dare alle nostre vite, al nostro impegno spirituale, nel 2004. Un'altra idea che voglio condividere con voi è questa: noi abbiamo un temperamento che ci mette in agitazione per cose del tutto insignificanti. Se una persona mi spinge appena, io ne sono infastidito, lo ammazzerei lì per lì (risate) ! Se a qualcuno viene data l'occasione di parlare mentre io sono l'oratore ufficiale, scoppio di gelosia. Gelosia grande come le montagne dell'Himalaia! "Perché non io? Perché deve parlare lui se ci sono io?" Noi reagiamo ad ogni sciocchezza. Noi non pensiamo che ad ognuno debba essere data una occasione, non consideriamo neanche per un istante che ci siano un giorno, un' opportunità per tutti. Oggi Swami parla con te, ma questo non significa che Egli debba parlarti ogni giorno come se tu fossi molto importante (risate)! E poi, lasciatemelo dire, se Lui parlasse con te ogni giorno, ti vizierebbe. Tu diverresti un bambino viziato perché non ne comprendi il valore; lo prenderesti semplicemente come un fatto meccanico, automatico, abituale. Stamani qualcuno ha detto ad un mio amico: "E' bello che Swami parli con te ogni giorno". Lui ha risposto: "Si, Swami mi parla".
L'altro era molto curioso e voleva saperne di più: "Che cosa ti ha detto stamani?" (risate)
E lui: "Buon giorno. Ciao" Tutto qui (risate). Il primo ha detto: "La comunicazione di Swami, la Sua conversazione, è davvero così semplice?" "Mamma mia! La tua vita dev'essere terribile!" ho pensato. Ho chiamato il mio amico da una parte e gli ho detto: "Guarda che stai gettando perle ai porci! Non hai capito la Divinità. Può darsi che tu abbia fatto qualcosa di buono nel passato ed ora tu ne ottenga i frutti. Stai incassando tutti i meriti del passato, ma andrai in bancarotta molto presto. E' ora che tu depositi qualcosa sul tuo conto in modo da poter godere dell'eternità, della pace e della gioia, in continuazione, vita dopo vita. Trascurando così il tuo conto, lo stai esaurendo". In conclusione, amici miei, lasciarci coinvolgere da chi ci ci sta intorno, essere influenzati dalla gente, è la nostra prima debolezza, è il nostro difetto di base.




TUTTO È IL RIFLESSO DELL'ESSERE INTERIORE


Alcuni vengono a dire: " Signore, perché la gente qui è così scortese, rigida e rozza? (risate) Che risposta devo dare loro? Se dico "si " vengo anch'io incluso nella lista (risate), se dico "no" sfuggo, evado quella domanda imbarazzante. Bhagavan mi è venuto in aiuto, e rispondo che Swami insegna che "ogni cosa è un riflesso dell'essere interiore". Come fai a sapere che lui è rozzo se 'tu' non sei rozzo dentro? (risate) Come fai ad accorgerti che l'altro è rigido se non sei 'tu' rigido dentro?
E' il riflesso dell'essere interiore. Tutto ciò che incontri nella vita è governato dalle tre R: reazione, riflesso, risonanza. Niente va oltre questi tre principi determinanti. "Il tale è malvagio." Come sai che è malvagio? E' ciò che è malvagio in te che ti ha focalizzato su quella malvagità che è all'esterno. Per cui, dando il benvenuto al 2004, non permettiamo a nessuno di disturbarci. Io sono venuto da solo, come un ospite cosmico, ed andrò via solo. Nessuno è pronto a seguirmi quando dirò "ciao" al pianeta Terra. Con me non c'era nessuno quando sono arrivato. In effetti, noi arriviamo sulla Terra alla nascita e ci accomiatiamo da essa alla morte. Nascita e morte non esistono; non ci sono né nascite né morti. Credetemi, non pensate che io sia malato di mente o psicotico (risate) La vita è eterna, la vita è continua e voi siete immortali. Si! Come fate ad essere immortali se morite? Bhagavan dice che siamo scintille del Divino; come può il Divino terminare la Sua vita? Se Bhagavan dice che siamo i figli dell'Immortalità, come possiamo morire? Impossibile! Il fatto di assumere la vita in una forma forma concreta, nei cinque elementi, in quella forma che chiamiamo "corpo", viene definito 'nascita'. L'uscita della vita da questo corpo, il fatto che la sua essenza, la sua sostanza, gli elementi, i componenti, i costituenti, tornino a disperdersi nei cinque elementi della natura ed il corpo scompaia, è chiamato "morte". Ecco tutto. L'apparire del corpo è la nascita e la scomparsa del corpo è la morte, ma voi ed io non moriamo mai perché non siamo mai nati e ciò perché la vita è un flusso senza fine, eterno. Quindi, essendo la vita continua, essendo il corpo così effimero e mutevole, perché qualcuno dovrebbe influenzarmi? Lasciate che si dicano mille cose su di voi. Il lavoro di certa gente è semplicemente quello di diffondere chiacchiere e pettegolezzi. Perché dovreste esserne toccati? Qualcuno potrebbe lodarvi. Forse si tratta di qualcuno abituato a lodare tutti, di un adulatore! Oppure, perché dovreste essere disturbati da uno che critica? Perché Dio gli ha dato un carattere ipercritico? Alla zanzara piace succhiare il sangue (risate), ed anche la mignatta ama fare la stessa cosa. L'ape è contenta di succhiare il nettare. Quindi, ci sono sia le zanzare che le api; perché dovrei esserne influenzato? Dovrei dire all'ape: " No, no! Non c'è più gusto nel nettare, vai ad assaggiare il sangue umano" (risate)?. Né posso dire: "Oh, zanzara, che cosa troverai mai nel sangue umano? E' disgustoso! Vai dove c'è il nettare". Esse mi risponderebbero: "Noi siamo fatte così, per agire a questo modo" (risate). Quindi, la società è un misto di cimici e zanzare. La gente dice migliaia di cose ed io non condanno alcuno. No, no, no. La varietà da sapore della vita. L'arancia amara ha un suo proprio gusto, e così pure quella dolce.. Non possiamo condannare assolutamente niente; noi tutti attestiamo la vita.



CHE COSA E' LA RELIGIONE?

Una propensione a vivere positivamente è religione, un atteggiamento negativo verso la vita è irreligioso. Ci sono alcuni che dicono: "Sono disgustato della vita." Questi non sono spirituali, sono irreligiosi. Sostenete la vita perché essa non può essere fatta in laboratorio. Essa è un dono di Dio, è creata da Dio; non l'avete fatta voi.



LA VERA PADRONANZA CONSISTE NELL'ESSERE IMPERTURBABILI


Il 2004 dovrebbe trasformarci tutti in maestri non coinvolti dal contesto, inclusi gli altri. Sii imperturbabile, perché è lì che si trova la vera padronanza. Se venite esaltati, se vi lasciate inorgoglire dalla lode e siete frustrati dal biasimo, siete degli schiavi, non dei maestri. Il 2004 dovrebbe fare, di ognuno di noi, un maestro indipendente dal contesto e dalle persone.



AFFIDARSI

Una volta Bhagavan ha detto che non è il sentiero che seguiamo ad essere importante. Alcuni seguono la via del servizio, altri si affidano al canto dei bhajan ed altri ancora percorrono il cammino della conoscenza e della meditazione, ma Baba ha detto: "Il percorso non è importante". Capisco. "Oh, Swami, pensavo che Tu mi indicassi la via, ma Tu mi dici che la via non è importante. Quale è il Tuo messaggio per me? Se dici che la via non è importante, che cosa devo seguire?" Baba dice: "La via non è importante, ad essere importante è soprattutto l'abbandono."
L'abbandono è veramente importante, non la via. Il caffè è importante, non la tazza. Se dite che la tazza è importante, provate ad ingoiarla (risate)! Il cibo è più importante del piatto su cui è servito: voi non mangiate il piatto, mangiate solo la pietanza. Dico bene? Quindi, il cibo è più importante del piatto, il caffè è più importante della tazza e l'abbandono è più importante della via. Facciamo quindi sì che il 2004 ci aiuti a cogliere questa 'quintessenza' importantissima, l'essenza di tutte le strade: l'abbandono. Impariamo ad affidarci, perché è nell'affidarsi che risiede il benessere. Da bambini ci affidiamo e stiamo bene. Un bambino è contento in braccio alla madre, o appoggiato alla spalla del padre, perché si affida totalmente ai genitori, ha fiducia in loro. Ma da adulti non siamo più così. Mettiamo che io vi chieda di tener d'occhio le mie cose: "Amico mio, qui ci sono le mie cose: vado un momento in bagno e torno". Mentre mi dirigo verso la toilette, dubito di voi e penso che possiate filarvela con il mio bagaglio (risate)! Vuol dire che non c'è affidamento, non c'è fiducia. Fiducia ed abbandono si perdono crescendo ma, nella spiritualità, dobbiamo affidarci alla Volontà Divina.



CHE COSA E' L'ABBANDONO?

Che cosa è l'abbandono? L'abbandono è sinonimo di 'accettazione': "Oh, Signore, qualunque cosa Tu mi dia, io l'accetto." L'accettazione totale e incondizionata è abbandono. " Io mi affido a Te, Signore, ma solo a patto che Tu mi conceda un colloquio". Questo non è abbandono (risate)! "Oh, Dio, io mi affido a Te, se mi dai una carta verde e non questo visto H1" (risate). Questo non è abbandono, perché l'abbandono è totale, mai parziale. Lasciamo quindi che questo 2004 inspiri tutti noi, incluso me, a coltivare questa accettazione incondizionata, questo totale abbandono ai Suoi Piedi di Loto. Che sia il sentiero luminoso della conoscenza o la via della devozione, non ha importanza. Sulla via della devozione, vi godrete il gioco del Signore e, più tardi, diverrete saggi. Il gioco di Dio, il "lila", la volontà di Dio, vi darà l'esperienza di ciò che chiamate conoscenza o jnana, mentre il saggio, che va per la via della conoscenza, gusta il gioco di Dio con la sua saggezza o jnana. Sono chiaro? Quindi, il gioco di Dio vi renderà saggi o la vostra saggezza vi farà gustare il gioco di Dio. E' lo stesso. Da A a B e da B ad A. Che sia la via della devozione o della conoscenza, qualunque sia, voi vi illuminerete nello stesso momento, godendo del gioco di Dio, della Volontà di Dio, abbandonandovi totalmente ai Suoi Piedi di Loto. Piena accettazione: questo è il nostro scopo nella vita spirituale. Auguriamoci anche che il 2004 porti una nuova consapevolezza nelle nostre vite. Che cosa voglio dire con "nuova consapevolezza"? Ci può essere una consapevolezza vecchia, una nuova, una moderna, una arcaica, una istantanea, una appena fatta, una messa da parte, una importata, una esportata? Ne può esistere una tale varietà? No! Noi abbiamo moltissimi desideri nella vita, un desiderio dietro l'altro. Non c'è fine ai nostri desideri. Vorrei che tutti fossimo consci dei nostri desideri. Cerchiamo di rendercene conto: quando divento cosciente di un desiderio, l'ho già dimezzato e, se ne sono ancora più cosciente, scompare. Il desiderio cresce sempre più se non se ne prende coscienza ed è a causa dell'ego che diventa forte. Esso ha una strada: la mente. La mente è anche la sua causa. L'ego rinforza il desiderio e la mente lo usa. Una volta che ne siete consci, il desiderio è spento sul nascere. Noi abbiamo moltissimi desideri e non siamo capaci di controllarli perché non ne abbiamo coscienza, non stiamo attenti, non ci facciamo caso... e così essi si moltiplicano. Quando prendo in esame un mio desiderio, ne riconosco la futilità, l'inutilità, e comprendo quanto sia inconsistente e vano. I desideri possono sparire solo se siamo consci e vigili, non altrimenti. Un desiderio, quando ne prendo coscienza, va in alto. Lasciate che mi spieghi:



IL DESIDERIO E' SOSTENUTO DALL'ENERGIA

Il desiderio è un pensiero ed ogni pensiero ha la sua energia. Una volta che siete coscienti di questa energia del pensiero, che chiamate desiderio, quello va in alto e, così facendo, raggiunge il cuore e si trasforma in preghiera. Il desiderio viene trasformato in preghiera da questa consapevolezza costante integrata, da questa attenzione, dall'essere più coscienti, più svegli, più presenti. Questa energia continua poi a scorrere verso l'alto fino a raggiungere il centro energetico più elevato, o Sahasrara. Lì l'energia del pensiero diventa Amore. Quindi, nel regno del cuore il desiderio diventa preghiera, mentre nel centro energetico più elevato, o Sahasrara, diventa Amore. Per questo, noi non siamo contro il desiderio. No! Una volta che ne siamo coscienti, esso diventa sublime. Esso diventa sublime! Ciò che è terrestre viene trasformato in un' esperienza spirituale. Adoperiamoci affinché questo sia il nostro scopo nel 2004.



'ESSERE' DI PIU' E 'SAPERE' DI MENO


Vorrei condividere con voi anche un avvertimento opportuno, amici miei. 'Siate' di più e 'sappiate meno'. Praticate di più ed imbottitevi meno di nozioni. Noi sappiamo sempre di più e, in realtà, 'siamo' sempre meno. Pensiamo che la spiritualità sia l'acquisizione di nozioni, che la religione consista nel leggere e che la preghiera consista nel saper citare le sacre Scritture. No! Dobbiamo 'essere' di più e 'sapere' di meno, 'sapere' di meno ed 'essere' di più. Noi sappiamo più di quanto siamo ma non ne stiamo godendo il succo perché non siamo nell'essere, siamo solo nel processo del sapere e questo non lenirà mai la sete, non calmerà mai la fame. E' il processo di 'essere', che calmerà la vostra fame, che appagherà la vostra sete. Possa, quindi, il 2004 aiutarci ad 'essere' di più e 'sapere' di meno.



CONTATTO CON DIO

La prossima cosa è questa: " Quando possiamo metterci in contatto con Dio?" C'è gente che dice: " Ci sono dei libri disponibili? I Veda sono in vendita nella libreria?" "Perché li volete?" " Li voglio perché i ragazzi li cantano. Posso avere le cassette? Le vorrei". Domani Swami darà inizio ai concerti di musica classica; compra anche quelle cassette (risate). Poi Swami assisterà a delle opere teatrali per tutto un mese durante la conferenza. "Bene! Dov'è che va in scena? Voglio recitare."Amici miei, noi non siamo una folla. Se pensiamo di esser parte di una folla non evolveremo mai. Fino a che culliamo l'idea di essere una folla, non avanzeremo. No! Ognuno è un individuo, è un pezzo di consapevolezza concretizzata, è Divino, unico, speciale. Nessuno è una fotocopia di qualcun altro. Swami vi fa cantare ogni giorno, ma se provo io a cantare, l'intera Prashanti Nilayam si svuota (risate). Io non sono adatto per cantare. Se invece chiedeste ad un cantante di tenere una conferenza, fareste un dispetto alla sua capacità e al vero e proprio spirito dell' arte oratoria e della comunicazione verbale. Ogni persona è adatta a fare le cose che le competono. Sì! Non potete pretendere che un prete faccia il contadino e che un contadino faccia il prete... non è possibile. Dio vi ha dato un lavoro, che è ciò che chiamiamo "la missione della vita": portiamola avanti sostenuti dal messaggio di Baba. Facciamo che il messaggio di Baba sia la spina dorsale, e che la "missione" sia lo scopo ed il contesto della nostra vita. Amici miei, qual è il modo migliore? Cantare seguendo le cassette dei Veda o i libri disponibili? Qualunque cosa vi faccia sentire vicino a Lui, qualunque cosa che vi faccia perdere voi stessi, che vi faccia sgorgare le lacrime appena Lo pensate, che vi faccia dimenticare voi stessi ed udire la Sua voce dentro, che vi faccia andare al di là del corpo e della mente, che vi faccia sentire l'incanto dell'eternità, il momento dell'Immortalità... quella è senz'altro la via migliore. Non c'è una via prescritta. Amici miei, il percorso che stabilisce il contatto con Dio, che instilla l'Amore, che ci porta ai Suoi Piedi, è la via migliore. Non c'è una via spirituale stereotipata, copia carbone o fotocopiata. Entrando nel 2004, questa cosa volevo proprio dirvela.


CHE COSA DOVREI FARE ORA?

Ci sono persone che iniziano moltissime pratiche: seguiamo lezioni di canto dei bhajan, prendiamo lezioni di meditazione, assistiamo alle lezioni sui Valori Umani. Seguiamo tutti i tipi di lezioni, incluse quelle di yoga. Si! I tipi di lezioni sono molti, perché la gente vuole acquisire capacità speciali e speciali abilità. Il 2004 ci chiede una capacità speciale.


QUAL È QUESTA CAPACITÀ ?


Cerchiamo di aumentare la nostra capacità di trovare e di seguire, e non di cercare degli espedienti terreni, ma di trovare Lui dovunque. 'Possa io trovarLo dovunque e cercarLo dentro di me'. Quest' anno 2004 dovrebbe aiutarci a migliorare la nostra capacità di trovare e seguire la Verità, in modo che possiamo dissolverci e scomparire nell'oceano della Divinità, immergerci in quel possente oceano che è la consapevolezza di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba, la consapevolezza Divina. Immergerci, fonderci e scomparire: questa dovrebbe essere la nostra meta.



NON IMITIAMO

C'è gente che imita gli altri. Ma l'imitazione è umana, mentre la creazione è Divina. Come vi ho detto prima, nessuno può copiare nessuno, perché la vita non è un processo di copia o replica. No! La vita è originale. Noi siamo 'speciali' per Dio. Capitelo, per favore! Ognuno è speciale. Se qualcuno dice "Anil Kumar, tu sei vicino a Dio" io mi vergogno di me stesso. Come posso essere vicino a Dio? Chi è lontano da Lui? Tutti siamo vicini a Lui, ognuno Gli è vicino. Si! Nessuno è privilegiato. Io posso essere vicino a Lui solo per certe cose particolari, per tradurre o per compiere altri doveri specifici ma, amici miei, vi prego di credermi: tutti noi abbiamo un posto nel cuore di Sai (applausi). Anil Kumar può avere un posto sulle labbra di Sai (applausi) ma avere un posto sulle Sue labbra non è così importante. Sulle labbra di Sai ci sono solo ordini, tutto qui. E' nel Suo Cuore che c'è il giardino dell'Amore, il profumo della Sua benedizione, la vita di cooperazione e l'alchemico sbocciare di quella Divina Poesia che è lì da sempre. Quindi, chi è vicino a Swami? Chiunque esista è vicino a Swami. Questa dovrebbe essere la nostra consapevolezza nel 2004.

INTELLIGENZA ED INTELLETTUALITÀ


Chiudiamo la porta ai nostri vecchi pregiudizi e problemi, risolviamo tutti i nostri passati conflitti e, d' ora in poi, viviamo nell' Amore. Non dovremmo fare differenze di alcun tipo, perché l'autentico essere umano è intelligente e non soltanto intellettuale. Ripeto: l'autentico essere umano non è intellettuale, il vero essere umano è intelligente. Tra intelligente ed intellettuale c'è una differenza: l'essere intellettuali è terreno e temporale, mentre l'intelligenza è conoscenza e consapevolezza, o Prajnana, quella con cui nasciamo. La consapevolezza è intelligenza, mentre l'intellettualità è mente e cervello, come nel computer. Un vero essere umano non è mai un intellettuale: un vero essere umano è intelligente. Egli sa che niente è permanente in questo mondo, sa come stare al mondo, come essere equanime. Facciamo che questo sia il nostro scopo ed obiettivo.



SAPPIATE DI ESSERE VICINI A DIO

Infine, dulcis in fundo, vi metto, amici miei, la ciliegina sulla torta. Teniamola come una luce, come una candela che bruci per tutto il 2004. Che cos'è? La gioia cresce sempre più man mano che ci avviciniamo e siamo più cari a Dio. Sofferenza ed agonia crescono quando siamo lontani, molto lontani da Lui. Dov'è quindi la gioia? Vicino a Dio. Dov'è l'angoscia? E' nell'essere lontani da Lui. Quando cominciate a sentirvi contenti, sappiate che siete vicini a Dio, sia qui in India che in Australia, in Canada o in America. Quando sorridete sappiate che siete vicini a Dio. Quando siete pieni di gioia capite che siete con Dio. Dio è in noi. Quando siete tristi, sappiate di esservi allontanati da Lui, di essere andati via da Lui. Possa questo 2004 tenerci sempre ai Suoi Piedi di Loto affinché le nostre vite siano del tutto verdi, piene di fiori che sbocciano, vite piene di gioia, sempre. Che Bhagavan sia sempre con voi, benedica le vostre famiglie, benedica quelli che sono qui, che sono lontani dalle famiglie e le famiglie che sono a casa e li aspettano. Che Bhagavan benedica tutti qui, là e dovunque!
Buon Anno!! Che Dio vi benedica! (applausi)


(Anil Kumar ha chiuso il suo discorso cantando un bhajan inconsueto: 'Sai, Sai, Saianare'.)