Satsang

Ora o mai

7 dicembre 2003

Cari fratelli e sorelle,
dò il mio benvenuto a questa classe, qui convenuta per il circolo di studio di questa mattina. In tutte le parti del mondo ha avuto inizio il periodo natalizio. I preparativi sono in atto, al fine di assicurare che l'evento venga celebrato adeguatamente. Nella sessione di questa settimana e in quelle rimanenti, che avranno luogo prima di Natale, considereremo il ruolo del Maestro nelle nostre vite. Gesù è un Maestro. Ramakrishna è un Maestro. Ramana Maharshi è un Maestro.
Bhagavan Baba è il Divino Maestro.

CERTE COSE RICHIEDONO UN' ATTENZIONE IMMEDIATA

L'argomento di questa mattina è 'Ora o mai.' Possiamo permetterci di posporre certe cose. Se ho la febbre, posso prendere una pillola, una capsula o lo sciroppo e consultare un dottore solo alla sera. Non importa. Persino un mal di testa, fino a quando riesco a sopportarlo, non ha una grande importanza. Ma certe malattie richiedono un'attenzione immediata ed un immediato trattamento. Prendete ad esempio un'appendicite, che richiede un immediato intervento chirurgico, senza il quale il paziente crolla. Alcune cose nella vita richiedono un' attenzione immediata. Non possiamo permetterci di posporle. Non possiamo permetterci di vivere nella speranza. Quando dico: 'Ora o
mai' intendo che dobbiamo conoscere l'uso, l'importanza ed il significato di tutto ciò che ci succede nel momento presente. Che cosa succede 'adesso'? Che valore ha? Perché non devo pensare al domani? E perché non pensare al 2010, anno in cui io sarò pronto? No!
Quando siete pronti voi, le cose possono non trovarsi sulla soglia di casa vostra! Una possibilità che è andata persa è persa per sempre.
Un'opportunità che non avete colto può non tornare mai più. Questo momento, il presente, è il più prezioso. Perché? Leggo le Scritture, leggo le Epiche per avere dei barlumi della Divinità. Nel leggere il Ramayana, immagino Ramachandra. Comincio a pensare a Lui, anche se non l' ho mai incontrato. È tutta immaginazione mentale, pittorica.
Se leggo il Bhagavatham, naturalmente penso al Signore Krishna. Ciò che si verifica è una manifestazione dell'espressione della mia immaginazione. Non penso neppure che le immagini dipinte da altre persone siano la realtà. Ognuno vede le cose secondo il proprio livello di comprensione e concezione. Non ci sono due menti uguali.
Non ci sono due menti che pensino allo stesso modo. Il modo in cui io vedo una cosa è diverso dal modo in cui la vedete voi. Il modo in cui io mi immagino Krishna ed i miei pensieri su Krishna sono basati sul mio livello di comprensione. La mia comprensione di Gesù Cristo è basata sulle Sacre Scritture, ed anche sui sermoni che ho sentito alla domenica in chiesa. Il sacerdote ci parla ogni domenica, a piena voce, dal pulpito. Questo mi aiuta ad avere un'idea sull'amore di Gesù e sul Suo sacrificio. Questo è vero per ogni religione. Il Guru
Grantha, il Corano, o il Dharmapada, sono Scritture preziose, che ci aiutano ad avere un'idea sui grandi profeti e sulle grandi Incarnazioni del passato.

IL MOMENTO PRESENTE È UNICO

Ma ora, 'questo' momento, è unico. Questo momento è il più prezioso.
Noi siamo contemporanei dell'Avatar, respiriamo la Sua stessa aria, seguiamo il Suo sentiero. Abbiamo l'opportunità di comunicare con Lui. Abbiamo l'opportunità di vederLo quante volte è possibile, e per tutto il tempo possibile. Avere un rapporto con l'Avatar dei nostri tempi, essere alla Sua Divina Presenza, avere il privilegio di ascoltare il Suo Messaggio direttamente, è la cosa più preziosa di questa nostra vita. Dicendo 'ora o mai', intendo dire che, se il valore non viene realizzato adesso, non verrà realizzato mai più.
Oggi non potete incontrare Gesù’. Non potete incontrare Buddha. Né potete camminare mano nella mano con Rama. Non potete conversare con Krishna direttamente in pubblico. Ma potete comunicare con l'Avatar dei nostri giorni, potete vederLo, sperimentarLo, muovervi con Lui, mano nella mano, di giorno in giorno.

ESPERIENZA DI VALORE INCALCOLABILE

Come posso calcolare il valore di questa esperienza? In dollari? In sterline, o rupie? La viva esperienza con l'Avatar è invisibile, di valore incalcolabile, indefinibile. Siamo veramente consci del fatto che siamo davanti ad un Avatar 'vivente'? Siamo consci del fatto di essere qui, con l'Avatar, che dà e perdona?
Essere con Lui, essere Suoi contemporanei, non è privilegio di tutti.
Non ripetiamo l'errore di alcuni devoti di illustri Incarnazioni del passato. Alcuni devoti si sono pentiti, hanno pianto a dirotto per non essere stati maggiormente in intimità con un' Incarnazione, sebbene avessero avuto il privilegio di godere della Sua vicinanza fisica. Una volta che non ci è concessa la vicinanza fisica, piangere non serve a niente. Non serve a niente pensare: "Avrei potuto godermi di più la Divinità, se solo fossi stato più attento!'
Nella vita non ci deve mai trovare nella condizione di pentirsi.

DIO È QUI 'ORA'

Quindi, amici miei, mentre entriamo in questo Santo periodo Natalizio, sappiamo che Dio è qui 'ora', nella forma del Divino maestro. La Divinità Incarnata è solo la manifestazione dell'Essenza del Divino. L'Essenza del Divino è onnisciente, onnipotente ed onnipresente. Sono tutte espressioni, qualità e tratti della
Divinità. La Divinità si muove fra noi condividendo idee, insegnando, consolando, scherzando, cantando e mangiando con noi. Questo è il ruolo del Divino maestro. Se sappiamo di essere in compagnia del Divino Maestro, siamo veramente fortunati. Se lo sperimentiamo, siamo benedetti. Se continuaiamo a vivere in questa esperienza, siamo fortunatissimi. Quale benedizione è più grande di questa? Quale benedizione può essere più grande del vederLo in questo modo? 'Ora o mai.' Se non lo realizziamo ora, sono più che sicuro che non lo realizzeremo mai. Infatti, il metodo dell'Avatar è più complesso di
qualsiasi tecnologia. Possiamo riuscire nei nostri tentativi di capire la tecnologia collegata alla scienza, la tecnologia in quanto scienza applicata. Sì, se lavoriamo duro e ci diamo da fare, possiamo capire la tecnologia. Ma le vie dell'Avatar, le vie del Divino Maestro, non sono così semplici da comprendere.

CONTATTO DIRETTO CON DIO

Ciascuno interpreta le cose a modo suo. Io interpreto il Ramayana a modo mio e voi a modo vostro. Ecco perché ci sono molte interpretazione del Ramayana. Voi interpretate la Gita a modo vostro.
Ci sono molte interpretazioni e commenti della Gita. Noi non dobbiamo dipendere da commenti ed interpretazioni, perché siamo in compagnia di Dio, e Dio ci parla, si muove fra noi, Dio vive, ed è un Dio d'Amore. Non dobbiamo basare le nostre osservazioni sulle interpretazioni. No. Noi abbiamo un contatto diretto. Quando ci sono dei voli diretti, voi li preferite. Non vi piace far scalo in posti diversi ed aspettare a lungo il prossimo volo. Vivere con il Divino Maestro corrisponde a prendere un volo diretto verso la nostra destinazione, e risparmiare tempo. Un volo diretto. Non’ dobbiamo ignorare questo fatto.

CAPIRE LE PAROLE DI DIO

Le parole di un Avatar trasmettono un messaggio nascosto che non è possibile capire all'istante. La mente è capace di giocarci dei tiri birboni. La mente distorce. Distorsioni e deviazioni sono tipiche qualità mentali. Ecco perché se dite: "So che Baba sta parlando a me", oppure: "Ho sentito che Baba stava parlando a me", o ancora: "Ho capito che cosa intendeva" state formulando delle espressioni senza senso. Solo un asino può parlare così. Non possiamo capire le parole di Dio, in quanto esse sono un segreto nascosto. A meno che non abbiate avuto una visione, a meno che non vi sia stato aperto il terzo occhio, l'occhio della Saggezza, non vi sarà possibile mettervi sulla stessa lunghezza d'onda del Divino Maestro. Permettete che vi porti un semplice esempio: un Maestro ha molti devoti che Lo seguono scrupolosamente e Gli sono molto fedeli. Improvvisamente questo Maestro guarda in direzione di uno dei Suoi discepoli e gli dice:
"Giovanotto, resta qui per qualche altra settimana, da quattro a sei settimane in più di quanto hai programmato. Ti può succedere qualcosa." 'Se resto qui da quattro a sei settimane in più, mi succederà qualcosa! Sì, questo è il solo scopo della mia visita! Sono venuto qui fin dalla Francia e sono qui in compagnia di questo Divino Maestro, che mi sta promettendo che avrò un'esperienza se resterò qui da quattro a sei settimane in più!' Così, quest'uomo conta i giorni:
la prima settimana passa, e così la seconda. Dalla terza settimana in poi la tensione comincia a crescere. 'Che cosa sta per succedermi?
Che cosa avrò da tutto questo? Che cosa significa la promessa fattami dal Guru? E se non dovesse succedere niente, che cosa mi succederà, per il fatto di essere stato qui per queste sei settimane in più?
Posso perdere il lavoro, i soldi. Può costarmi enormemente, se la promessa si rivela infondata.' C'è tensione, preoccupazione, ansietà.
Ma qualcosa può succedere. La speranza alloggia nella sua mente, e nelle settimane successive egli va avanti a questo modo, fra le preoccupazioni, le ansietà, le tensioni, le aspettative. Il guru capisce la situazione e lo chiama, dicendogli: "Se proprio vuoi andartene, vai. Non ti sentire in colpa per non aver obbedito alle Mie parole. Se veramente ti senti di andare via, sentiti libero di
farlo. Non avere alcun senso di colpa." 'Oh!, mi ha dato carta bianca, posso partire! Bene.' Le tensioni e le preoccupazioni sono finite. Questo giovanotto va da tutti con la mano alzata, in segno di saluto, dicendo: "Vi saluto, perché parto. Il guru mi ha dato il permesso di partire." E va via, torna al suo Paese, torna in Francia. A questo punto questo guru dice agli altri: "Guardate un po'
come Mi capite." Vi faccio questo esempio affinché ci ricordiamo che le parole del Maestro Divino sono misteriose, a volte incomprensibili, inesplicabili. Possiamo dover leggere fra le righe.
A volte possiamo mancare il significato giusto. Ecco perché vi ho fatto questo esempio. Questo Maestro continua dicendo agli altri discepoli: "Gli ho chiesto di restare per un periodo più lungo di quanto aveva preventivato, un periodo che andava dalle quattro alle sei settimane. Ma gli ho mai chiesto di andarsene? No. Gli ho mai detto di non seguire il Mio consiglio? No. Tutto ciò che ho detto è
stato: 'Se vuoi andare, sei libero di farlo. Non ti sentire in colpa se non segui il Mio consiglio.' Questo è tutto ciò che gli ho detto.
Non gli ho mai detto di andarsene. Non gli ho mai detto di non seguire il mio consiglio. È stata una sua decisione. Lui ha interpretato le Mie parole come gli conveniva." 'Come gli conveniva'.
Sì, perché la mente è il nucleo della manipolazione. La nostra mente interpreta Baba a modo suo, anche se la mente è uno strumento assolutamente inadatto a questo scopo. Uno strumento inutile. Non posso usare un termometro per pesarmi! Non posso usare una bilancia per sapere se ho la febbre! Nessuno sarebbe mai tanto matto da farlo!
Allo stesso modo, la mente è uno strumento molto misero, inutile, totalmente inadatto a capire le parole del Divino Maestro. Noi siamo abituati a questa sostanza mentale, ed allora capiamo le cose a modo nostro, nel nostro stile. A questo modo viziamo anche le menti altrui. Ci definiamo 'mini-guru'. Nel nostro misero modo, ci sentiamo persi, manchiamo i veri significati, la profondità e
l'intensità dei significati del Divino Maestro. Ecco il Divino Maestro, che dice a tutti: "Questa persona se n'è andata, sebbene Io non le avessi detto di farlo. Non Gli ho mai detto neppure di seguirmi. Se fosse rimasto qui qualcosa sarebbe veramente successa nella sua vita. Aspettava l'illuminazione, il risveglio. Lo avevo messo all'erta per quel momento." Un altro esempio: noi aspettiamo alla stazione che il treno arrivi. Se lasciamo la stazione subito
prima che il treno arrivi, lo perdiamo! Sulla Bibbia c'è una parabola a proposito: alcune signore dovevano aspettare lo sposo. Erano tutte sveglie. Ma quando finalmente lo sposo arrivò, le trovò tutte addormentate. La stessa cosa accade nelle nostre vite. Siamo inerti.
Siamo 'giù'. Siamo passivi. Al momento giusto siamo quasi addormentati. Che cosa vi sto dicendo, amici miei? Che questo Natale vi aiuti a risvegliarvi, ad essere consapevoli della preziosità del momento presente. Se non lo fate ora, non potete farlo mai. Ecco di che cosa stiamo parlando: 'Ora o mai.' Tornando alla storia di prima... qualcosa sarebbe dovuto succedere. Il guru aveva detto ai Suoi discepoli: "Ragazzi, quel giovanotto se n'è andato! Ha interpretato le Mie parole secondo il suo metro, secondo ciò che gli conveniva, seguendo le fantasie della propria mente, ed ha perso qualcosa di molto prezioso. E questa perdita rappresenta la sua punizione." Il Divino Maestro non deve picchiarvi, rimproverarvi. Non frusta nessuno. Quando il momento d'oro viene mancato, la punizione consiste proprio in quella perdita. "Swami, posso andare?" Swami non
risponde. "Swami, vado?" "Oh, sì, sì, torna al tuo lavoro." "Swami, posso andare?" "Fai come desideri." Se veramente me ne voglio andare, che significato devo dare a queste risposte? Swami dice: "Vai". Bene.
I biglietti di ritorno sono pronti. Se sono molto occupato, se c'è tanto lavoro che mi aspetta, quale interpretazione devo dare? Swami dice: "Fai il tuo dovere" - e così me ne vado. Sono tutte acrobazie mentali. Amici miei, non è così facile capire le parole del Divino Maestro.

COME CAPIRE LE PAROLE DEL DIVINO MAESTRO

Dobbiamo pregare, desiderarLo ardentemente, meditare. Nel processo di
meditazione, con la contemplazione, capiamo meglio le parole del Maestro. Non semplicemente 'sentendo' con le orecchie ciò che dice.
Dobbiamo 'ascoltarLo', non solo 'sentirLo'. Se lo sentiamo e basta, possiamo essere negligenti, possiamo dare un'interpretazione sbagliata. Ma se Lo 'ascoltiamo', siamo coscienti. Tutto avrà un senso. Il beneficio della comunicazione del Divino Maestro, del Suo insegnamento verbale, dev'essere ricevuta adesso, o mai più. Se non sono il beneficiario degli insegnamenti del Divino Maestro adesso, in futuro non lo sarò mai. Se avete un rapporto con un Maestro vivente, se siete connessi a Lui in modo dinamico, Egli continuerà ad essere il vostro Maestro vivente, per sempre. Potrà esservi vicino o no.
Potrà essere in una forma fisica, o no. Il Maestro Divino, il Maestro vivente, continuerà ad essere il vostro Maestro per sempre, sempreché voi vi connettiate con Lui. Se non siete connessi a Lui, non importa che vi troviate qui o altrove. Se siete totalmente inconsapevoli del diamante a vostra disposizione, dell'oro di cui potete disporre, correte dietro alla spazzatura. Quindi amici miei, la foto del Maestro vivente è sufficiente. E così pure è sufficiente il pensiero
del Maestro vivente. Alcune conversazioni sul Maestro vivente servono ad imbrogliare la mente, a cambiare marcia, a dirigersi nel mondo sconosciuto.

ASCOLTATE IL MAESTRO USANDO IL VOSTRO CUORE

Dobbiamo ascoltare il Divino maestro non con la testa, ma con il cuore. È con il cuore che Si deve ascoltare, perché quello che registra è il cuore. Il cuore domanda, non tentenna, non dubita. Il cuore non è ambiguo, non è dualistico. Quindi, la cosa più essenziale è 'ascoltare il Maestro con il cuore'. Se ascolto con la mente, comincio a dare interpretazioni. E se interpreto, il significato originale va perso. Il pensiero originale non c'è più.
Non dobbiamo interpretare Baba.
Non c'è bisogno di alcuna interpretazione, perché noi siamo 'in mezzo a Lui'. Gli stiamo davanti. Le interpretazioni vi portano verso l'illusione. Vi portano su sentieri sbagliati. Infatti, le parole che sentiamo da Bhagavan devono essere ascoltate attentamente. In molteplici occasioni sono stato rimproverato da Baghavan per non aver ascoltato attentamente le Sue parole mentre traducevo i Suoi discorsi. All'improvviso mi capita di anticipare ciò che Egli sta per dire, e comincio a parlare. Lui dice. "Stai zitto," perché stava per dire qualcos'altro. "Tu prendi le cose per scontate. Pensi di sapere ciò che sto per dire. No, quel che sto per dire è totalmente diverso.
Fermati." Questo significa solo che la mente si rifiuta di star zitta. È come un bambino dispettoso. Non riuscite a farlo smettere di fare dei dispetti. La mente è come una scimmia. Ecco perché Swami dice: "La mente è come una scimmia pazza. Il corpo è una bolla d'acqua." Questa scimmia pazza, la mente, non vi permette di stare zitti. Bene, amici miei, come posso sapere che sono alla presenza del Divino Maestro? Come faccio a saperlo? Come faccio a sapere che il Divino Maestro mi sta davanti? Come faccio a sapere di aver ricevuto le Sue benedizioni? Vi prego di essere convinti di una cosa importante. Per favore, siatene relamente convinti: neppure una singola lettera dev'essere omessa dalle parole che pronuncia. Che cosa ha detto?

"Nessuno può venire qui se Io non voglio."

Poi ha detto:

"Io vi ho scelto"

Non si tratta di un'elezione umana, o di un concorso. Questa è una scelta Divina. Si tratta di una selezione Divina. E se questo non viene realizzato adesso, non lo potrete mai sapere più tardi.

IL MESSAGGIO DIVINO DEV'ESSERE VISSUTO

Ascoltare il Maestro Divino con il nostro cuore è una tecnica. La voce del Maestro, il messaggio del Maestro, dev'essere vissuto, e non semplicemente ascoltato. Sì, il messaggio dev'essere vissuto. La vostra esperienza sarà la prova della qualità della Verità del Messaggio Divino. La Verità del messaggio Divino verrà provata dalla vostra vita, non si tratterà semplicemente di averlo ascoltato, di averne parlato, di averlo interpretato. Il Maestro Divino ci porta
verso destinazioni sconosciute, in posti che si trovano al di là della nostra consapevolezza. Dobbiamo essere pronti. Ma sono pronto?
Io sono pronto ad andare in posti che conosco. So che alcuni posti sono molto interessanti, pieni di divertimento, pieni di musica. Sì, lo so. Ecco perché sono pronto ad andare in posti conosciuti. Ma nella spiritualità, dove andiamo a finire? Che cosa finiremo per diventare? Tutto questo è sconosciuto. Quella destinazione sconosciuta, quella esperienza sconosciuta, creano un senso di paura nelle nostre menti. "Meditare? No, grazie. Ho paura di meditare.
Perché? Perché, se chiudo gli occhi, sono finito. Il mio ego se ne va. Voglio esistere come 'me stesso'. Voglio esistere nelle mie identificazioni. Non voglio perdermi ad ogni costo. Quando chiudo gli occhi, quando sono andato, quando sono perduto, emerge un senso di insicurezza, una sensazione di paura."

DIO VI PARLA NEL SILENZIO

In presenza del Maestro Divino, a volte sorge la paura. Perché? Alcuni mi chiedono. "Signor Anil Kumar, quando Swami mi parla, sento di avere paura. Perché?" Alcuni vengono da me e mi dicono: "Quando Swami è davanti a me, non riesco a conversare con Lui. Perché?" Io dico loro: "Siete degli aspiranti spirituali meritevoli." C'è un proverbio inglese che dice: 'Gli stupidi si affollano nei posti in cui gli angeli hanno paura ad entrare.' Gli sciocchi possono cominciare a parlare davanti a Swami, ma non siamo venuti qui a parlare. Siamo venuti qui per ascoltarLo. Lasciate che il Maestro Divino mi parli, che apra la bocca e faccia fluire nelle mie orecchie il nettare Divino del Suo messaggio. Quindi: il Divino Maestro richiede il silenzio, non il rumore. Abbiamo abbastanza rumore.
Viviamo in mezzo al rumore. Siamo abbastanza rumorosi. Quando siamo svegli, parliamo senza soste. Anzi, anche quando dormiamo, parliamo in continuazione. Sogniamo la stessa gente che incontriamo durante la giornata. Conversiamo con tutti, persino mentre dormiamo, nei sogni.
Non c'è esperienza di silenzio. Il Divino Maestro può essere sperimentato solo nella profondità del silenzio. Con 'profondità del silenzio' intendo lo stato 'libero da pensieri'. Il silenzio non consiste nell'astenersi dal parlare o nel tenere le labbra serrate.
La mente può ancora essere rumorosa. L'unico modo per stabilire un contatto ed un rapporto con il Maestro divino è il silenzio mentale.
Dio parla continuamente, per cui non c'è ulteriore bisogno che qualcuno vi parli. Alcuni dicono: "Signore, Swami non mi parla esternamente, ma non ne sono deluso. Perché? Perché mi parla da dentro. Lo sento dentro. Parlare esternamente è una cosa solo fisica, verbale, vocale, momentanea, temporanea, accidentale, contingente. Invece, il colloquio interiore è sempre a mia disposizione." Molti mi dicono. "Swami mi ha detto questa cosa, Swami mi ha detto quest' altra cosa." Bene. A me non ha mai parlato in quel modo. Non l'ho mai sentito da dentro. Non mi sono mai preso la briga di sentirlo da dentro. L'ho sempre voluto sentire dall'esterno. Tendo sempre le orecchie per sentirLo dall'esterno. Non chiudo gli occhi.
Non chiudo le orecchie. Non vado dentro. Non vado nel profondo di me stesso, raggiungendo uno stato privo di pensieri, affinché Lui cominci a parlarmi dall'interno. Bhagavan ha detto: "Dio cammina silenziosamente." Dato che cammina senza far rumore, potete non sentire il suono dei Suoi passi. Per sentire il suono dei passi di Dio, dovete fare silenzio. Ci dev'essere silenzio, se voglio sentirLo mentre viene da me, per sentirLo mentre mi parla, mentre entra in comunione con me. La comunicazione richiede due persone. Io posso
comunicare, e voi potete comunicare a vostra volta. Ma Dio non comunica. Egli entra in comunione. Si tratta di una Santa Comunione, non di una comunicazione. Dio comunica con voi silenziosamente, unidirezionalmente, confidenzialmente, quando voi siete nel silenzio.
Amici miei, proprio come la forma di Dio ci conduce alla Divinità senza forma, gli attributi di Dio ci devono portare allo stato della Divinità priva di attributi. Le parole di Dio ci devono rendere silenziosi. Le parole fisiche di Dio dovrebbero aiutarci ad evolvere fino a raggiungere uno stato in cui possiamo ascoltarLo
dall'interno... Spero di essermi espresso appropriatamente!

SPERIMENTATE LA DIVINITÀ INTERIORE

Questo è un viaggio con il Divino Maestro, ed è una tecnica completamente diversa. Mentre siete a casa vostra, all'ora del darshan, sfortunatamente, non siete consapevoli del tempo. Siete ancora a letto. Improvvisamente sentite una chiamata da dentro: "È tempo di svegliarsi! Svegliati! È l'ora di andare al darshan!
Svegliati! Svegliati!" Chi vi parla? Dov'è? Perché vi parla a questo modo? Posso citarvi numerosi esempi di questo tipo. Una volta una clinica oculistica da campo doveva essere aperta in un certo posto.
Il responsabile doveva partire con il primo autobus della mattina.
Ma, essendo molto stanco, quando venne il momento di partire dormiva ancora molto profondamente. Alle 3.30 del mattino udì una voce che gli diceva: "Svegliati, svegliati! Il primo autobus parte alle 4.30.
Hai dimenticato che oggi c'è il campo oculistico? Hai dimenticato che tu sei il responsabile del campo?" Se il responsabile non è presente all'apertura del campo, si mette alla stregua di un politico (i politici non mantengono le loro promesse). Il responsabile di un campo deve essere presente! Allora Swami gli dice: "Svegliati, alzati! Fra un'ora parte il primo autobus. Oggi il campo oculistico
deve andare in quel posto, non ti ricordi?" Di chi è quella voce? Da dove viene? Perché a qualcuno parla quel modo? Perché io non la sento? Chi la sente è una persona migliore di me? È una persona più spirituale di me o di te? Perché lui ce l'ha ed io no? È solo perché lui è in uno stato di assenza di pensieri. È solo perché il suo io si è ritirato totalmente, è andato. In quella calma, egli può udire la voce interiore. La voce interiore si sente nel silenzio, nell'estrema calma, nell'estrema serenità. Quindi, amici miei, il Maestro Divino che è all'esterno vi farà sperimentare il Maestro Divino che è si trova dentro. Il Maestro Divino esteriore vi farà sperimentare il Maestro Divino interiore. Se mi rifaccio al Divino Maestro, che vedo muoversi e camminare davanti a me, sto riducendo la Divinità alle limitazioni del tempo, dello spazio, della geografia, del Nome e della forma. Ma il Divino è al di là del Nome, della forma e della geografia. È al di là del tempo. È una cosa impossibile da sperimentare, se non Lo riusciamo a vedere da dentro. VederLo da dentro è ciò che chiamiamo Sakshatkara, o 'godimento della manifestazione Divina'. Sakshatkara è sperimentare Dio da dentro, è sperimentare la manifestazione da dentro, interiorizzare ed attualizzare la manifestazione esteriore nella realtà interiore.
Questa è vera realizzazione o Sakshatkara, la manifestazione interiore della Divinità esteriore. I discorsi di Bhagavan, i Suoi messaggi, i Suoi scherzi, le Sue dolci parole, il Suo bel volto ed il Suo sorriso accattivante... tutte queste cose devono aiutarci a portarLo dentro di noi. Allora sentiremo la voce interiore. La voce interiore è la voce che viene da dentro. La manifestazione si verifica quando l'Uno viene visto dentro. Se è solo esteriore è solo qualcosa di mondano. Se è solo fuori, è qualcosa del mondo. Ecco perché è 'Ora o mai'. Se non lo sperimentiamo ora, non lo sperimenteremo mai. Se non ne conosciamo il valore ora, non ne realizzeremo mai il valore. Se non ne ricaviamo beneficio ora, non ne ricaveremo un beneficio, mai.

PERCHÉ SWAMI PARLA RIPETUTAMENTE DELL' AMORE

Qualcuno ha chiesto a Bhagavan. "Swami, Tu parli continuamente dell'Amore. Prema Mudhitha Manase Kaho, Rama Rama Ram. Tutti i Tuoi messaggi, ogni frase che pronunci, si riferisce sicuramente all'Amore. Perché? Perché parli sempre d'Amore? Pensi che siamo duri di testa? Pensi che non basti dircelo una volta sola? Lo ripeti sempre, continuamente, in pubblico, privatamente nella stanza delle interview, sul palco. Quale che sia l'occasione, è sempre 'Amore,
Amore, Amore'. Perché ne parli in continuazione?!" La ragione è semplice. Quando Swami parla d'Amore, questo dovrebbe aiutarmi a cercare l'odio che è dentro di me. Io sono pieno di odio. Il tema di Swami, l'Amore, deve aiutarmi a trovare l'odio che è dentro di me.
Penso di essere chiaro: ne parla perché in noi non c'è Amore. Se ci fosse, Egli non dovrebbe parlarne continuamente. A Bhagavan è stata posta questa domanda: "Swami, perché parli sempre d'Amore?" Swami ha risposto: "Perché non amate. Voi ascoltate con le orecchie, tutto qui. ma non mi seguite, non amate." Noi tutti diciamo: "Swami ha parlato d'Amore." Bene. "Il Suo discorso sull'Amore era eccellente.
La Sua canzone sull'Amore è così melodiosa." Noi apprezziamo quella melodia. Ne apprezziamo le parole, la letteratura, il suono. Ne apprezziamo la musica. Tutto è collegato all'Amore, ma noi non 'viviamo' l'Amore. Sì, non viviamo l'Amore. Quindi, per farci vivere l'Amore, Egli ci ripete il messaggio d'Amore continuamente. Deve farlo. Egli parla d'Amore anche per farci capire che facciamo così tante cose, in nome dell'Amore. Ecco perché dobbiamo capire il Suo messaggio. Non ci deve, non ci può stancare, e non ci stancherà. Non è una mera ripetizione. Tutto ciò che ascoltiamo è inutile, se non lo sperimentiamo. Tutto ciò che apprezziamo non ci serve a niente, se non lo viviamo. Tutto va via col vento, se non viene vissuto, se non viene sperimentato. È per questo che il Divino Maestro è qui con noi.
È per questo che vi ricordo una volta di più l'importante argomento di questa mattina: 'Ora o mai.' Se non amiamo oggi, non ameremo poi.
Se adesso non seguiamo il sentiero della Verità, se non siamo fedeli alla Verità, non conosceremo la Verità neanche dopo. Se non ho idea di che cosa sia la pace ora, non avrò pace dopo. Non potrò mai avere la pace dopo. È sempre: 'Ora o mai.'

LA SPIRITUALITÀ NON HA UNO SCHEMA BEN DEFINITO

La spiritualità è una terra senza sentieri. È una terra sconosciuta.
Ognuno ha la sua ricerca interiore. Non si tratta di uno schema ben definito, come nella scienza. L'ossigeno alimenta una fiamma. Bene.
Non c'è bisogno che domani lo proviate di nuovo. Non c'è bisogno che
scopriate nuovamente questo principio, che lo inventiate o lo sperimentiate ogni giorno. Le scoperte scientifiche vengono fattte una volta per tutte. Le esperienze spirituali, invece, devono essere ricercate da tutti in ogni momento della vita. La vostra esperienza non è la mia esperienza. Nella scienza gli schemi sono ben definiti.
Lo scopo dell'esperimento, dell'apparato, della procedura, dell'osservazione, dell'illazione, delle letture e dei calcoli è quello di scoprire quello schema. Hari Om Tat Sat. La scienza consiste solo in questo. In una malattia, ai sintomi segue la medicina. Questa è la scienza medica. Questo è ciò di cui si ha bisogno. Questo è il programma. Quali capacità sono necessarie per l'illuminazione spirituale? Quale tecnologia si deve adottare per ottenere una rivelazione spirituale? Non esiste uno schema fisso.
Ognuno deve avventurarsi nel suo proprio viaggio. Si deve scoprire il proprio Sé. Si deve soffrire. Si deve passare per il tornio di un processo doloroso. Amici miei, non fraintendetemi se vi dico un'amara verità. Una scoperta scientifica è un' acquisizione. C'è un riconoscimento. C'è la lode. I giornali riporterannno la vostra immagine ed il vostro nome. Ad essa seguiranno degli applausi e dei
riconoscimenti. Ma in campo spirituale restate anonimi. Nessuno saprà niente. Nessuno vi conoscerà, nessuno vi riconoscerà - niente applausi, congratulazioni o pubblicità. Verrete lasciati cadere come una patata bollente. A volte il sentiero spirituale sembra un sentiero suicida. A volte è profondamente doloroso, incredibilmente doloroso. Sì, lo è. Perché è così doloroso? Fino a quando la pula non viene rimossa, il grano non può essere separato. Se i pezzi più grandi non vengono recisi o rimossi, non posso essere fedele al mio Sé. Io penso di essere questo corpo. Penso di essere quello che appaio, quello che voi vedete. Ma non è così. Dovete perdere la vostra identità con il corpo e con la mente, e questo è un processo molto doloroso. Se mi viene richiesta la resa, se mi viene richiesto di abbandonare il mio ego, mi sembra che mi venga chiesto di
suicidarmi, perché l'ego ed il nutrimento dell'ego, sono sempre stati la mia vita, la mia missione, il mio scopo. Sin dall'inizio, i genitori mi hanno detto che ero speciale, unico... che ero il 'numero uno'. I semi dell'ego, pertanto, hanno cominciato a germogliare sin dalla mia giovinezza. Quando sono cresciuto, gli insegnanti mi hanno esortato ad essere speciale. La società richiede che siamo
straordinari. Ma la causa della sofferenza è proprio questa separazione, questa distanza dagli altri.

SONO UNO CON IL TUTTO

Una volta che so di essere uno con il tutto, sopravviene la Beatitudine. Se sono Uno con il tutto, è Beatitudine. Se sono separato, è sofferenza. Se sono Uno col tutto, è eternità. Se sono un'identità separata, è morte. Quando tutto ad un tratto l'ego, che ho sviluppato per tutta la vita fino ad oggi, dev'essere lasciato cadere, sperimento un grande dolore, un enorme dispiacere, una
fortissima pena, una profonda angoscia. Ma se non passo attraverso questa sofferenza non posso evolvere, non posso liberarmi dell'attaccamento corporeo, non posso liberarmi della mente. Ma devo essere fedele al mio Sé. Ed il vero Sé è il tutto, non solo una goccia, non un frammento, non un pezzo. Permettetemi di essere ben chiaro a questo proposito. Il vero Sé è il Sé Cosmico. Il vero Sé è la totalità. Questa totalità è la Divinità. Quindi, amici miei, il Divino Maestro vi permette di andare attraverso questo processo di tremendo dolore - agonizzando, provando, sfidando - solo per farvi sperimentare la totalità, l'intero che voi siete. Non consideratevi un'onda. No. Voi siete l'oceano. Se il Maestro mi dice che sono immortale, significa che io sono immortale. Questo è il messaggio di Dio. Ma la mia esperienza umana è che sono un povero mortale. La mia opinione di me stesso è che sono un povero mortale. L'insegnamento Divino è che sono immortale. Perché mi considero mortale? Mi considero mortale perché ho paura della morte. Ma il Maestro Divino mi dice che Io non conosco la morte. E perché non conosco la morte?
Perché, in realtà, io non sono mai nato. "Oh, ma allora che cosa è un compleanno?" Il compleanno è solo un'anniversario. La nascita non c'è mai stata e quindi la morte non può avvenire. È come un'onda che si alza dall'oceano. Un'onda viene e poi se ne va. L'onda è mai nata?
No. L'onda è morta? Certamente no. È solo un'apparenza. Il tocco del vento fa sì che l'oceano formi un'onda dopo l'altra, in una sequenza.
Le onde si formano a seguito del tocco del vento. Non sono mai nate, né muoiono. È per questo che Bhagavan dice: "La devozione è un oceano profondo". Da quest'oceano di devozione emergono così tante onde, increspature di esseri umani ed altre creature, che sono temporanei, appena formati. L'identificazione con il tranquillo oceano dev'essere sempre tenuta in mente. Questo è il messaggio del Divino maestro.
Mi sento comodo nelle vesti di una bolla, e felice come onda, perché i bambini giocano con me. Non voglio sapere di essere il mare. Nel mare c'è così tanta acqua. Non riesco a sopportare il pensiero di essere uno con i molti, perché voglio essere speciale. Voglio essere straordinario. Voglio essere almeno un V.I.P... anzi, se possibile, voglio potermi sedere nella veranda. (V.I.P. dalle iniziali dell'espressione inglese 'Very Important person'. Con V.I.P si indica una 'persona molto importante'; N.d.T.) Quindi, la mia mente non mi permetterà di essere un uomo comune. La mia mente, il mio ego, non mi permetteranno di essere una persona qualsiasi. La mia mente, il mio ego, non mi permetteranno di essere semplice ed umile. Questo creerà l'inferno nella mia vita. È a questo punto che il Divino maestro dice: "Voi non siete quell'ego. Rinunciate a quell'ego." Io non morirò, perché non sono mai nato. È solo l'ego che è nato. Ed è solo l'ego che muore. In risposta al Divino maestro, quando vengo a sapere
di non essere l'ego, che è quello che muore, divento immortale.
Realizzo che cosa è l'immortalità, che cosa è la mancanza di mortalità, che cosa è l'eternità. Se non lascio cadere la paura adesso, non riuscirò a levarmela neppure in futuro. Se non rinuncio all'attaccamento corporeo ora, non ci riuscirò mai in futuro. Se non riesco a rinunciare all'identificazione con la mente ora, non ci rinuncerò in futuro. Se non sento la Sua voce dentro, come voce
interiore, adesso, non serve a nulla ascoltarLo esternamente a lungo.

SWAMI PARLA AI SUOI DEVOTI

In questo momento, posso dirvi che a registrare i messaggi di Swami, che ha ricevuto quotidianamente mentre si trovava negli Stati Uniti, è stato Charles Penn, che poi li ha pubblicati nella forma di un libro. Charles Penn è riuscito a
registrare i messaggi che Swami gli ha dato. Noi possiamo avere messaggi del genere? Oppure i messaggi divini ci sono negati? Siamo così ottusi? Siamo così passivi? Irrilevanti? Indifferenti?... Non abbastanza ricettivi? Il mio cuore è sbarrato? Non è una terra fertile? Perché solo Charles Penn ha sentito i messaggi di Swami, in quantità tale da riempire un intero volume?... Vi posso anche indicare una città a otto ore di macchina da qui, in cui Swami detta i testi di canzoni classiche ad una donna, e le insegna anche la musica. Questa signora è la preside di una scuola di musica e si chiama Minakshi. Mi ha detto: "Signore, ecco le canzoni. Sì, me le ha dettate Swami." Una breve conversazione con lei convince tutti che non sa scrivere in quella lingua. Non è una studiosa. Non ci si può aspettare che riesca a comporre canzoni di quel livello. Ma le ha composte, e dice che è stato Swami a dargliele. Perché non succede a me, o a te? Ci viene da piangere per la nostra impotenza. Perché? Mi
sento un compositore. Sento che riuscirei a comporre la musica giusta per le canzoni. Sento che saprei dare la giusta interpretazione, che saprei capire e sperimentare. Ma non lo sperimenterò mai, fintantoché avrò questo mio 'io' (ego). Quando l'ego se ne andrà, allora arriverà il vero messaggio del Signore. Il vero Vangelo, il vero Testamento, il vero messaggio, il vero insegnamento può essere vissuto nelle nostre vite di tutti i giorni solo se lo sviluppo ed il progresso interiori cominciano a verificarsi nelle nostre vite. 'Ora o mai.'


Grazie. Continueremo a parlare del ruolo del Divino maestro, dato che siamo nel periodo natalizio. Questo è il momento di conoscere il Divino Maestro, il Signore Gesù Cristo.

Tante grazie (Applausi)

Anil Kumar finisce il suo discorso cantando il bhajan "Jaya Ho Jaya Ho Gopalana".

Che Bhagavan vi benedica! Sai Ram.