Satsang

Dasara (parte II)

28 settembre 2003

Cari fratelli e sorelle,
porgo i miei saluti a tutti voi in occasione di questa festività ('Dasara Navarathri', o 'Sarannavarathri') che dura nove giorni. Che Bhagavan riversi le sue più alte benedizioni su ciascuno di noi e sulle nostre famiglie, affinché procediamo sul cammino spirituale più attivamente di prima, al fine di conseguire il vero e proprio scopo di questa nostra vita umana e far sì che il sogno della nostra vita si avveri.


NAVARATHRI È UN PERIODO MOLTO PROPIZIO

Dasara è una festa che si protrae per nove giorni.Questi nove giorni di celebrazioni vengono chiamati 'Navarathri'. 'Nava' significa 'nove' e 'rathri' significa 'notte'. 'Navarathri' viene anche chiamato 'Sarannavarathri', dove 'sarath' sta per 'stagione'. Questa è una stagione sacra. Se cominciamo una pratica spirituale (sadhana), sia che si tratti della recitazione del Nome, dell' adorazione, o di qualsiasi altra disciplina spirituale che siamo determinati a intraprendere, conviene iniziarla durante questa stagione, che è molto propizia. Ogni anno, durante questi nove giorni di celebrazioni di Dasara, viene officiato il rito sacrificale (yajna). In effetti, io ho cominciato a spiegare i dettagli dello yajna la settimana scorsa e bisogna che concluda, perché dobbiamo partecipare al rito che inizia domani e che ci terrà impegnati per tutta la settimana. Per questo vorrei terminare la mia spiegazione questa mattina. Prima di cominciare, vi devo dire chiaramente che il foglio, che vedete qui, è pieno di termini tecnici. Se troviamo che queste parole sono difficili da pronunciare, possiamo sentirci frustrati. La complessità, il numero dei rituali ed il gergo usato possono confondervi. A volte, c'è il rischio di perdere l'interesse nell'argomento. Essendo stato un insegnante per decenni, conosco la psicologia. Vi avverto: non fateci caso. Tutti questi dettagli vengono dati perché ci sono persone veramente interessate che desiderano un' informazione approfondita. E' per gente di questo genere che li ho inclusi. Noi dobbiamo soddisfare ambedue le categorie di persone: quelli che desiderano una visione generale e coloro che aspirano ad una conoscenza approfondita. Vorrei dire subito una cosa, prima di entrare nei dettagli: di riti sacri, o yajna, ce ne sono di molti tipi. Il loro procedimento è molto lungo e tedioso, pieno di mantra che non comprendiamo, ed è presieduto da sacerdoti che vedrete da domani in avanti. Che cosa fanno? Non lo sappiamo. Perché lo fanno? Non è il caso che ce ne occupiamo. Possiamo però possiamo goderci la celebrazione.


QUAL È LA DEFINIZIONE DI 'YAJNA'?

Amici miei, l'esecuzione di uno 'yajna', o rito sacrificale, ha un profondo significato. Ogni azione è altamente significativa e diretta ad uno scopo preciso. Non si tratta di un semplice rituale o di una routine meccanica. Qual è quindi la definizione di 'yajna', secondo quanto ci dice Bhagavan Baba? Potremmo ipotizzare questa domanda: 'Signore, noi non conosciamo le parole sanscrite, non conosciamo quei mantra, non conosciamo la procedura, né sappiamo perché, che cosa, quando e come. In definitiva, che cosa è lo 'yajna?'
La definizione di Bhagavan è questa: 'Ogni atto che sia puro, privo di ego ed eseguito con devozione ed amore è uno yajna.' 'Signore, io servo alla mensa (alla canteen). Servo il cibo con amore, con devozione, con altruismo e purezza, per cui il servizio che faccio è uno yajna.' Oppure: 'Io sono un uomo d' affari. Lavoro con tutta la purezza e l' amore possibile e con spirito di servizio e devozione. Perciò proprio questo lavoro è uno yajna'. E ancora: 'Io sono un professore, parlo agli studenti e li amo molto. Io insegno con devozione ed amore per la mia professione: questo è uno yajna.' Non c'è bisogno di aspettare le celebrazioni di Dasara per officiare uno yajna. Swami dice che ogni azione in questa vita è uno yajna. Ogni momento è uno yajna.


UNO YAJNA ESTERNO È UN RITO, UNO YAJNA INTERIORE È UNA PRATICA SPIRITUALE

Ciò che noi vediamo là, nel Purnachandra, è uno yajna esteriore. Ciò che accade dentro di noi è uno yajna interiore. Quello esteriore è stagionale, legato alla ricorrenza. Quello interiore ha luogo sempre, dall'utero alla tomba. Lo yajna esteriore è simbolico mentre quello interiore ne rappresenta il vero significato. Il primo è un' espressione, il secondo è un'esperienza. Il primo è un rito, il secondo è una pratica spirituale. Il rito esteriore richiede molti sacerdoti e paramenti, ed ha una lunga procedura; quello interiore non necessita di niente e di nessun altro fuorché voi stessi. Il Sé è sufficiente. Lo yajna esteriore richiede l'interazione; quello interiore richiede l' indagine. Quello esteriore ha bisogno di interpretazione, mentre quello interiore ne rappresenta il vero significato. Il rito esteriore può apparire settario, fanatico, religioso, mentre quello interiore è puramente individuale, assolutamente laico. Esso è semplicemente fondamentale. Voi potete non credere nello yajna esteriore ma, che voi abbiate fede o meno, quello interiore è già in atto: la circolazione sanguigna, le reazioni psicologiche, il battito cardiaco, le motivazioni, i sentimenti, le sensazioni, i pensieri e le azioni, fanno tutti parte della categoria degli 'yajna' interiori. Quindi non possiamo dire: 'Signore, io non credo negli yajna.' Potete non credere negli yajna esteriori, ma lo yajna interiore necessariamente esiste, se sia io che voi siamo vivi. Se qualcuno dice: 'Non so se sono vivo', si tratta di un caso psichiatrico! Noi siamo vivi. Perciò proprio questa vita, proprio questa vitalità e questo dinamismo sono il risultato dello yajna interiore. Essi ne sono il compimento.


I VEDA PROVENGONO DIRETTAMENTE DA DIO

Vi illustrerò alcuni aspetti tecnici, con il vostro permesso. Coloro che sono interessati forse desiderano conoscerli. Gli altri possono semplicemente ascoltare. Non dovete necessariamente memorizzarli. Vi chiedo perdono se, in qualche modo, disturberanno i vostri sonni. In questo periodo, viene spesso citato il termine 'Veda'. Tutti i mantra recitati in questi giorni dai sacerdoti sul palco sono vedici. Il testo, quello originale, è vedico. È il suono originale. I Veda hanno anche un altro nome: 'Isvariya', che significa 'proveniente direttamente da Dio'. Né voi né io ne siamo gli autori. Il nome dell'autore non è conosciuto. 'Isvariya' significa: 'totalmente Divino.' I Veda hanno anche un altro nome, 'Apourusheya', che significa 'non di origine umana, ma direttamente Divina.' Quindi, i Veda sono un testo altamente sacro.


I QUATTRO VEDA CONTENGONO TREDICI CRORE DI MANTRA
(crore: cento lakh, o dieci milioni, N.d T.)

I Veda sono quattro: i Rigveda, gli Yajurveda, gli Atharvaveda ed i Samaveda. Questi sono divisi in cinque 'Samhitha.' Questi quattro Veda, come Bhagavan ha detto, contengono tredici crore di mantra. Non so quanti zeri ci siano. Vi dico: tredici crore. 'Samhitha' significa 'letteratura'. Si tratta di una montagna di mantra, un tesoro di mantra. Quali sono? Rigsamhitha, Samasamhitha, Atarvasamhitha e Yajusamhitha. Ogni Samhitha è relativo ad uno dei Veda. E' facile da ricordare. Quindi, ogni parte Vedica ha un Samhitha annotato alla fine. Allora:com'è che ci sono cinque Samhitha in quattro Veda? Semplice:l'ultimo, lo Yajurveda, è diviso in due parti: il Krishnayajurveda e ed il Shuklayajurveda, per cui ci sono cinque Samhitha. Questo è il primo aspetto tecnico su cui volevo attrarre la vostra attenzione stamattina. Amici miei, vi comunico la buona notizia che tutti questi particolari sono tratti esclusivamente dalla letteratura Sathya Sai. Anil Kumar, che è qui davanti a voi, è uno studente di botanica e non ha niente a che fare con il sanscrito o gli yajna. Io tengo lezioni di botanica, la scienza che studia le piante. Esse non parlano ed io, qualche volta, posso parlare in loro vece. Allo stesso modo, penso che quello che Baba ci ha detto di Dasara e su altri importanti aspetti degli yajna, debba essere condiviso con voi. Ciò che Baba dice dovrebbe essere condiviso con tutti. Questo è il mio scopo. Ora: ogni Samhitha è diviso in tre parti. In altre parole, i Veda sono divisi in Samhitha ed i Samhitha sono a loro volta divise in tre altre sezioni. Il pianeta è diviso in continenti, i continenti in Paesi, i paesi in Stati, gli Stati in province, le province in distretti, i distretti in villaggi. Ecco qua. Se crediamo nella classificazione geografica, perché non nella classificazione della conoscenza spirituale? Perché no? Allora: i Veda sono divisi in Samhitha ed ogni Samhitha è divisa in altre tre parti che sono: 'Brahmana', 'Aaranyaka' ed 'Upanishad.' La prima parte, Brahmana, parla dei mantra. Tutti i mantra che si recitano sono relativi all'aspetto Brahmana. Tutti gli yajna e gli yaga sono pieni di mantra. Perciò la prima parte, Brahmana, è piena dell'aspetto rituale.


IL PENSIONAMENTO È L'INIZIO DI UN PERIODO DI RIPOSO E DI AUTO-INDAGINE

La seconda parte, Aaranyaka, significa 'foresta', il che suggerisce l'idea del ritiro. In ogni paese, ogni lavoro finisce con la pensione, nessuno vuol morire mentre è in servizio, a meno che non si tratti di un ministro che aspiri ad un funerale di stato! Se vuole la bandiera a mezz'asta e ventun colpi di cannone sparati a salve, be', è un'altra cosa. Ma generalmente la gente vuole un periodo di riposo. Mentre siamo in servizio, viviamo per la famiglia, guadagniamo denaro, facciamo il nostro dovere, facciamo sposare i figli e li vediamo sistemati. A questo punto bisogna saper dire 'ciao'; se uno sta attaccato ai figli e nipoti, disgraziato lui! La vita non varrà la pena di essere vissuta perché, un giorno o l'altro, i figli diranno: "Per favore basta; sappiamo che cosa dobbiamo fare." Prima che venga quel giorno, è meglio che ci zittiamo. Prima che ce lo dicano in faccia, è meglio salvare la propria dignità. Quindi, un onorevole ritiro è quello che ci mantiene ad una distanza rispettabile da amici e parenti prima che ci censurino o ci umilino. Questo periodo di ritiro è detto 'vanaprastha'. Si tratta di un periodo di quiete ed isolamento in cui si comincia a vivere per il Sè. Fino ad allora si è vissuto per la famiglia. Quando si va in pensione, si vive per il Sé. Chi sono io? Sono il corpo? Sono la mente? Che cosa accadrà dopo di questo? Che cosa è accaduto da tempo immemorabile? Queste sono le cose che ci devono interessare quando andiamo in pensione. Coloro che si interessano alla rendita del conto in banca, poveri loro! Non c'è redenzione per le prossime cento vite, nessuno li può aiutare. Verrà quindi certamente un momento, nella vita di tutti, in cui si dovrà pensare alla propria liberazione, al proprio Sé, alla propria trasformazione. Questo è il 'cammino sul sentiero dell'indagine' o 'Aaranyaka', che comincia con 'Brahmakanda'. Quest'ultimo è un capitolo che comincia con gli 'Aaranyaka'. Esso rappresenta la fine del 'campo dell'azione' o 'karmakanda.' 'Mio caro ragazzo, per sessant'anni hai lavorato bene. Ora sei stanco. Cerca di capire che, d' ora in poi, devi rilassarti. Non darti troppo da fare. Sappiamo che hai l'artrite, la spondilite, l'enfisema e tutti questi problemi. Perché non ti rilassi?' Il corpo vi consiglia di non essere troppo attivi, ma la mente rifiuta di accettare la verità perché si sente dinamica, pensa di essere ancora giovane. Lasciate pure che lo sia. Ma il corpo non può essere sempre giovane, è impossibile. Quindi, più presto mettiamo d'accordo un corpo riluttante ed una mente che va in senso opposto, meglio è. Sarà bene riconciliare un corpo che invecchia ed una mente giovane il prima possibile, se si desidera avere una vita serena. Se voglio lottare con il mio corpo che sta invecchiando perché la mia mente è giovane, per rilassarmi non posso che ricoverarmi in un ospedale (Risate). Se il corpo ubbidisce ai voleri della mente che è giovane, io appaio brutto, ridicolo, sono oggetto di scherno, come una grande barzelletta, un buffone nella società. Un uomo anziano non può agire come un bambino. C'è dignità e bellezza anche nell'età avanzata, perché no? Siete nella posizione di venir consultati. La gente viene a chiedervi consiglio. Siete un grand'uomo, onorato e rispettato. Non per niente si dice: 'Bisogna rispettare i capelli grigi'. "Signore, ma io mi tingo i capelli." "Bene, continua, fino alla morte!" (Risate) I capelli grigi sono da rispettare, perché significano che abbiamo avuto una grande esperienza, ed una persona avveduta impara dall'esperienza altrui. Il periodo dell'azione, o karmakanda, è finito. Il servizio è finito. Il corpo è stanco, perché si è sforzato per molto tempo. Ora comincia la via dell'indagine, o Brahmakanda. Questo è il lavoro di coloro che sono in pensione, gli Aaranyaka, coloro che 'si sono ritirati.' Io parlo con veemenza, con convinzione, perché, per vostra informazione, anch'io sono in pensione. (Risate)


LE UPANISHAD PARLANO DELLA DIVINITÀ

La terza parte è rappresentata dalle Upanishad. Bhagavan ha dato un significato bellissimo a questa parola: 'Upa' significa 'vicino', 'ni' sta per 'essere seduti' e 'shad' vuol dire 'giù, in basso'. Questo significa che un insegnante sta seduto ad un livello da terra superiore a quello dello studente, che si siede un po' più in basso, molto vicino a lui. Se lo studente si siede in un angolo e l'insegnante in un altro, lo studente può facilmente cadere in uno stato di sonno, o samadhi (risate). L'insegnante non può continuare ad insegnare, è come se facesse un monologo. L'insegnamento è un dialogo, un canale a due vie, un reciproco trasferimento di informazione e conoscenza. Quindi, lo studente deve star seduto vicino all'insegnante: Upa-ni-shad. Quindi, il significato della parola 'Upanishad' è quello di 'star seduti vicini e più in basso'. Questo è ciò che ha detto Bhagavan. Per quanto mi risulta, nessun altro ha dato questo significato. Ora, di che cosa parlano le Upanishad? La gente pensa che esse siano molto difficili da capire. Noi non prestiamo attenzione alla letteratura upanishadica. Le Upanishad sono piene di scienza, di suggerimenti e di equazioni. Hanno un intento serio, non sono storielle. Le Upanishad non vi divertiranno mai. Una persona che ama le Upanishad è un essere umano che ha profondità. Una persona che conosce le Upanishad è uno studioso, uno che indaga. E' una cosa seria, perché la vita non è tutta un divertimento, fino alla fine, certamente no! La vita non è uno scherzo. La vita, la sua profondità ed il suo scopo, nelle Upanishad vengono trattate molto esaurientemente. Le Upanishad parlano della Divinità, 'Brahmathva'. Tutta l'istruzione che abbiamo ricevuto fino ad oggi è 'conoscenza materiale' ('aparavidya') , mentre le 'Upanishad' sono conoscenza spirituale ('paravidya'). Le Upanishad sono l'unica parte in cui viene trattata la conoscenza spirituale. È il 'Vedanta'. 'Veda' significa 'conoscenza spirituale', ed 'Anta' è l' esperienza di questa conoscenza. 'Veda' è il testo ed 'Anta' ne è l' 'essenza', come lo sono la panna, o il burro. Quindi, le Upanishad sono la crema dei testi vedici.


OTTO TIPI DI RECITAZIONE VEDICA

Ora, arriviamo alla terza parte. La recitazione dei Veda è detta 'manthrapatha'. Ci sono otto tipi di recitazione. Per questo, quando partecipiamo ad un rito, udiamo così tanti tipi di suono e di ritmo differenti, tempi diversi, vari livelli, molteplici risonanze, differenti lunghezze d'onda. Gli otto tipi di recitazione, o manthrapatha, sono chiamati: jata, ghana, mala, shikha, rekha, dhvaja, danda, radha. Questi sono termini tecnici. Di questi otto, jata e danda sono i più importanti, in quanto contengono gli altri sei. Per concludere, ci sono otto modi di recitazione vedica dei mantra.


VENTUN TIPI DIVERSI DI RITUALI SACRI

Ora veniamo al quarto aspetto. Ci sono tre categorie di riti sacri (yajna) e sette tipi in ogni categoria. La prima è 'havisyajna'. Ci sono sette 'havisyajna'. I secondi sette sono chiamati 'somayajna' ed i terzi sette 'pakayajna'. Quindi, tutti insieme, ci sono ventuno tipi di riti sacri ('yajna'). E perché ventuno? Perché non ventidue? Perché non ventitré? Perché non venti? La tendenza moderna è quella di chiedere 'perché?' e 'perché no?' (Risate)."Sì, Swami è arrivato da quella parte. Perché? Non è passato di qui. Perché no?" (Risate) "Questa mattina alle sette, mentre c'ero io, Swami non è venuto. Perché?" (Risate) E' venuto alle otto e mezza mentre ero a casa a fare colazione. Perché? (Risate) Non ho potuto esserci. Perché? (Risate) Queste cose ci perseguitano sin dalla nascita. Quindi, perché ventuno? Questo numero ventuno ha il suo significato. Noi abbiamo cinque sensi. Ci sono i sensi di percezione ed i sensi di azione. I cinque sensi di azione sono detti 'karmendriya'. I cinque sensi di percezione sono chiamati 'jnanandriya'. Poi ci sono anche i cinque aliti vitali ed i cinque involucri vitali. La somma di tutti questi insieme è venti. Tutti e venti sono operativi grazie al principio del Sé, ciò che noi chiamiamo Aham. Venti più uno fa ventuno. Senza quest' Uno, Aham o Sé, tutti e venti sono inutili. Io posso avere dieci tuniche e dieci camicie, cinque cappotti e cinque paia di pantaloni, ma se 'io' non le uso, il lavandaio non lavorerà. (Risate) Usarli tutti è quindi importante.


I VEDA HANNO NOVE NOMI

Dopo tutto, se voi ed io abbiamo due nomi, perché i Veda non dovrebbero averne nove? Perché no? A volte i nostri nomi non significano nulla, ma i nomi Vedici hanno sempre un significato, perché i sacri testi dei Veda sono multidimensionali. Quali sono questi dieci nomi? 'Sruthi, Anusvaram, Thrayee, Amnayam, Samanmayam, Manthra, Svadhyaya, Ajamam e Nigamagam.' "Oh, dovremmo ricordarli tutti e nove?" Non necessariamente. Alcuni di loro sono ripetizioni fatte per dare risalto. Un semplice esempio per 'Sruthi'. Si può pronunciare o recitare in un modo qualsiasi? AAAUUUMMM…….perché non potete dire la OM così? No! Non potete dirla così. C'è un modo corretto: 'AAA-UUU-MMM'. Aa, Uu, Mm, i tre suoni ai tre livelli. Quindi, ogni mantra dev' essere recitato in modo particolare. Non potete pronunciarlo come vi pare. Ecco un semplice esempio: il mio nome è Anil Kumar. Se voi dite "A-nil, come stai?" io penso: "Io non sono A-nil! Io sono Anil, siete d'accordo?" (Risate) Se dite "A-nil, come stai?"... perché no? Le lettere sono le stesse: A-n-i-l, ma il modo in cui lo pronunciate fa una grossa differenza, non credete? Nello stesso modo, ogni mantra deve essere pronunciato in modo particolare. Questo è il significato di Sruthi. Potete anche dire che Sruthi è praticamente uguale a 'Anusvaram', il secondo nome dei Veda. Anusvara significa 'voce', quindi sia Sruthi che Anusvara riguardano la pronuncia. Ora arriviamo al prossimo, Trayi, che significa 'i tre Veda'. In effetti, la classificazione originale dei Veda dice che ci sono solo tre testi. Solo in un secondo tempo infatti divennero quattro ma, originariamente, si dice che siano stati tre. Quali sono? Rigveda, Yajurveda e Samaveda: solo questi tre sono riconosciuti nella classificazione iniziale. Poi viene Amnayam.'Mna' significa 'pratica'. I Veda devono essere praticati tutti i giorni. Ecco perché i sacerdoti continuano a recitarlo. Anche quando sono anziani, anche a ottanta anni, i sacerdoti continuano ancora a ripetere i mantra, perché essi devono essere recitati giornalmente. Poi c'è 'Sama'che significa 'musica'. Sama vuol dire 'musica'. Al sesto posto troviamo il mantra. Che cosa è un mantra? Il significato di mantra è 'Energia Cosmica' (Shiva- Shakti). 'Shiva-Shakti' significa 'Energia Divina'. 'Shiva-Shakti' significa 'combinazione di materia ed energia'. 'Shiva- Shakti' significa 'consapevolezza'. Quindi 'mantra' vuol dire 'Energia Cosmica'. Esso una combinazione di Purusha e Prakrithi, materia ed energia. Quindi viene Svadhyaya, che significa che i Veda non sono insegnati in una classe normale. Non c'è niente come un sistema semestrale, il pagamento di una retta, gli esami, l'assegnazione di diplomi o la rivelazione dei temi d'esame, niente di tutto questo. La conoscenza Vedica viene tramandata da una generazione all'altra. Dai progenitori in poi, questo ricco tesoro dei Veda ci è stato trasmesso, è stato 'passato' da una generazione all'altra. Per questo è detto Svadhyaya. Il prossimo nome è Ajamam. State attenti: nel nostro processo di respirazione ci sono la fase di inspirazione e quella di espirazione. Noi inspiriamo ed espiriamo. Questo è Ajama e Nigama. 'Nigamagama' significa 'processo di respirazione', per cui Ajama e Nigama o Nigamagama hanno lo stesso significato. Vuol dire che il respiro di Dio ha la forma dei Veda. Questo è ciò che viene affermato in questa terra. Questo è il quinto aspetto che dovete notare. Ed ora, il prossimo aspetto. Stando ad alcune scuole di pensiero, ad alcuni studiosi, i Veda hanno due altri nomi, oltre ai nove tradizionali. Tradizionalmente i Veda hanno questi nove nomi ma, secondo altri studiosi, in aggiunta a questi nove, ve ne sono altri due. Bene, quali sono? Uno è 'Prasni ', che vuol dire 'Puro', e l'altro è 'Pradhamaja'" che ha lo stesso significato della parola 'Rigveda'.


PAROLE DI USO FREQUENTE DURANTE L'ESECUZIONE DEI RITI SACRIFICALI

Durante i riti, sentirete spesso che i sacerdoti pronunciano questa parola: 'Svaha, Svaha.' Essi la dicono di continuo. Che cosa vogliono significare con 'Svaha'? Significa 'ciò che viene offerto'. 'Svaha' significa: offrire le cose nel Nome di Dio. Poi sentirete anche un'altra parola: 'Svadha', che significa 'Atma'. Questo è il Sè. Ho voluto portare alla vostra attenzione le parole che si odono spesso nella celebrazione dei riti. Ora arriviamo ad un altro aspetto importante: il prefisso ed il suffisso. Om Keshavaaya Namaha, Om Madhavaaya Namaha, Om Govindaaya Namaha. 'Om' e 'Namaha' sono il prefisso ed il suffisso. Ogni Mantra li contiene entrambi. Che cosa significano?
Quando conosciamo queste cose, possiamo partecipare attivamente al rito, altrimenti è come se fossimo un cuscino o la pietra di marmo su cui siamo seduti. Noi non siamo così. Noi siamo tenuti a sapere di che cosa si tratta, in modo da poter partecipare pienamente e riuscire a trarre beneficio dal rito. Questa è la ragione per cui dovremmo essere pienamente coscienti di che cosa viene fatto. Om Keshavaaya Namaha, Om Govindaaya Namaha... la Om viene per prima. Che cosa significa? Om è la Divinità, o Purusha. Namaha è 'Natura, energia attiva ed esecutiva', o Prakrithi. La corrente interiore è la Divinità, o 'Purusha'. Senza una sorgente di energia, che è la Divinità, questo microfono, che è la 'Natura'", è inutile, evoi non potete udirmi. Oppure la 'Natura' è la lampadina, mentre l'energia elettrica è la Divinità. In presenza di ambedue si ottiene la luce. 'Signore, ci sono le lampadine ma non c'è corrente.' Perfetto: la Natura, senza la Divinità, è inutile. La Divinità si manifesta nella Natura. La Divinità e la Natura insieme sono all'origine della Beatitudine, o Ananda, che noi otteniamo. Energia e materia sono alla base di tutta la creazione. Questo è ciò che si dice qui. Poi vedete alcuni sacerdoti che fanno offerte con la mano, mentre dicono 'Svaha, Svaha', mentre altri sacerdoti offrono fiori recitando dei Mantra. Qualunque cosa facciano, l'azione è rito o yajna e qualunque cosa pronuncino è un Mantra. Ciò che viene detto, tutte le parole, sono dei Mantra. Quindi il rito, o yajna, è un' associazione di azione e parola. Vi darò un semplice esempio: quando salutate una persona alla moda occidentale, voi dite: 'Ciao! Buon giorno! Come stai?' Se non dite questo e semplicemente sollevate la mano, penseranno che la mano abbia qualche problema (Risate). Alcuni portano la mano al petto! Questo è un modo di salutare dei devoti Sai, ma io non l'approvo: avete forse un problema al petto, o al cuore?!! (Risate) Non è un modo sano di salutare. Perché? Perché non è necessario. Potete dire 'Sai Ram!' Si saluta con la parola e con il gesto facendo 'namaskaar'. Non vi pare? Il gesto e la parola insieme sono più rispettosi, più significativi. Questo è cosa si intende per 'rito', o yajna.


CONTENUTO DEI VEDA

E veniamo ora brevemente al contenuto dei riti, o Veda. Primo, il Rigveda: di che cosa parla? Esso è pieno di Lodi alla Gloria del Signore. "Oh, Signore! Tu sei questo e quell'altro!" Dayamaya è quello che cantiamo: Dayanidhe Kripanidhe, Devaki Thanaya Dayanidhe, Dayanidhe Kripanidhe. 'Oh Signore! Tu sei il Signore della Grazia, Tu sei il Signore della Misericordia, Tu sei il Signore della Compassione' Quindi questi Mantra, pronunciati in lode di Dio, sono contenuti nel Rigveda. Potete lodare Dio in qualunque modo, con tutti i Suoi attributi: "Oh Signore! Io Ti lodo perché sono cosciente delle Tue azioni. Come sei miracoloso! Sei incredibile!"
Giridhara Gopala Muralidhara Giridhara Gopala Muralidhara Govinda Gopala Damodara Govinda Gopala Damodara Giridhara Gopala Muralidhara. Giridhara Gopala significa che Krishna fu in grado di sollevare la montagna. Noi vogliamo associare il Nome di Krishna con l'impresa di Krishna. Ci sono evidentemente modi differenti per lodare il Signore: attraverso il Suo Nome, per le Sue azioni, per i Suoi attributi. Tutti i modi sono possibili. Quindi il Rigveda contiene le lodi e Glorie. Il prossimo è lo Yajurveda. Lo Yajurveda è pieno di dettagli concernenti i riti 'yajna e yaga '. "Qual è la differenza tra il rito yajna ed il rito yaga?" Lo yajna è, parlando relativamente, piuttosto corto. Lo yaga è un periodo di attività spirituale più lungo. Lo yajna dura poco e lo yajna ha più Mantra, a paragone dello yaga. Di conseguenza, i riti yajna e yaga, anche se sono leggermente differenti, sono tutti attività spirituali sacrificali. Quindi, lo Yajurveda parla dei dettagli e degli aspetti procedurali dei riti yajna e yaga. L'Atharvaveda ha moltissimi nomi: Angiroveda, Adharvangiroveda, Bhrugvangiroveda, Kshatravedam e Bhaishajyaveda. L'Atharvavedaha anche altri nomi a seconda del campo per il quale viene utilizzato. È pieno di conoscenza secolare, conoscenza materiale. Contiene argomenti umani, scienze, medicina, tecnologia e tutto il resto. Quindi l'Atharvaveda ha tutti questi nomi a seconda dello scopo di utilizzo.C'è poi lo Yajurveda. Nello Yajurveda ci sono due branche: una è lo Shuklayajurveda e l'altro è il Krishnayajurveda. Shuklayajurveda è seguito nel Nord dell'India e Krishnayajurveda è seguito nel Sud dell'India. Il Krishnayajurveda ha la tradizione 'Bhrama' , mentre lo Shuklayajurveda segue la tradizione detta 'Adithya'. La tradizione Adithya è solare. Adithya è il sole. Ci sono quindi due tradizioni seguite dagli Indiani, una del Nord ed una del Sud. Riassumendo: abbiamo il Rigveda, lo Yajurveda e l'Atharvaveda. Il Samaveda tratta della parte musicale, del ritmo e del tempo. Spesso, nei Mantra, udiamo ripetere queste parole: 'Vishnu' e 'Rudra'. Questi sono due nomi che udiamo di frequente nei Mantra. Bhagavan disse che "Vishnu-Rudra" significa 'sostentamento, conservazione e annichilazione, o fine". Conservazione e distruzione sono due aspetti della Divinità. Brahma è creazione, Vishnu è sostentamento e Rudra è conclusione, o annientamento. In questo periodo noi preghiamo Vishnu e Rudra: "Oh, Signore! Rendi più acuto il mio intelletto! Oh Signore! Fa che la mia mente sia consapevole! Fa che io sia efficiente! Rendi la mia mente pienamente consapevole! Rendi sveglio il mio intelletto!" Questa è la preghiera elevata a Rudra e a Vishnu durante il periodo di Dasara. C'è anche un altro Mantra: il Mruthyunjaya Mantra. In questo periodo noi preghiamo Dio pronunciando questo Mantra che protegge da una morte prematura. Cerchiamo di lasciare questo corpo quando siamo pronti, al momento giusto. Nessun treno dovrebbe raggiungere la stazione in anticipo, perché il binario non sarebbe libero (Risate) Anche arrivare in ritardo è sbagliato. Le cose dovrebbero accadere al momento giusto per cui, per prevenire una morte fuori tempo, ripetiamo questo Mruthyunjaya Mantra. Nei Mantra, durante questa stagione, udiamo anche queste parole: 'Om Indra, Om Varuna'. 'Oh Dio! Vorremmo la pioggia, al tempo giusto'. 'Varuna' ha potere sulla pioggia, e questo è il motivo per cui noi Lo preghiamo. Anche Indra è un altro nome. ' Indriya'" sono i sensi. Indra è il capo del dipartimento dei sensi, cioè della mente. Ci sono nomi differenti, perché la letteratura spirituale si propone di soddisfare le necessità di tutte le branche della società. Essi sono simbolici. Ai vari aspetti sono stati dati nomi differenti affinché possiamo identificarli più facilmente. Quindi, Indra e Varuna sono aspetti differenti della Divinità. Noi preghiamo Dio perché la pioggia cada al tempo giusto, Lo preghiamo per la salvezza, per la sicurezza, e per tutto il resto.


CHE COSA ACCADE QUANDO SI RECITANO I MANTRA?

Oltre ai dettagli tecnici che vi ho esposto stamane, ci sono alcuni altri punti su cui vorrei attrarre la vostra attenzione. Che cosa accade quando recito dei Mantra? Amici miei, vi prego di sperimentarlo. Durante il Suprabhatham voi udite un Mantra e durante il rito sacrificale o yajna sentite recitare dei Mantra. Sedetevi lì. Om Saiishvaraya Vidmahe, Sathyadevaya Dhimahi, Thannah sarvah Prachodayath Om Bhur Bhuva Suvah, Tat Savitur Varenyam, Bhargodevasya Dimahi, Dhiyo Yonah Prachodayath. Se continuate ad ascoltare quel suono, che cosa succede? Chiudete gli occhi e fate attenzione. Che cosa sta accadendo? Noi non conosciamo il significato delle parole ma le onde sonore hanno una loro propria forza. Le onde sonore, le onde elettromagnetiche, nel toccare il nostro timpano, rendono la mente pura e sacra.


IL SUONO NON È UNA COSA DA POCO

Quindi dobbiamo ascoltare quei Mantra. Possiamo non conoscerne il significato, ma il suono stesso, la loro vibrazione in se stessa, ha effetto. Come si capisce? Noi cantiamo così tante canzoni. Io non conosco l'Indi ma il motivo è molto dolce. Mi piace ascoltare la melodia. Molta gente non conosce il Telugu ma canta i Bhajan. Perché? Il canto e la melodia hanno il loro proprio significato, un loro particolare effetto. Gopika Mala Haari Pyaari, Mayi Meera Mana Vihari, Madana Mohana Muralidhaari, Krishna Jai! Krishna Jai Hai! Krishna Jai Hai! Krishna Jai Hai! Krishna, Krishna, Krishna, Krishna, Jai!
Ah! Io non so perché! Krishna Jai… la-la-la-la … (Risate) Perché accade questo? Questo è l'effetto del suono. Il suono non è una cosa da poco. 'In principio era il Verbo'... stando a quello che dice la Bibbia. Il suono fondamentale o Omkara, da cui tutti i fonemi hanno avuto origine, è scaturito da lì. Che cosa accade quando ascoltiamo questo Mantra? Om Bhur Bhuva Suvah………
Sayeeshvaraaya Vidmahe…… Quando dite questo, che cosa accade? L'energia latente in voi trova espressione, e si unisce con l'energia cosmica tutt'intorno, manifestandosi nella forma di suono Vedico. Ripeto di nuovo, il suono dei Veda non è altro che l'unione della vibrazione individuale con la totalità. Questo è il suono Vedico. Amici miei, nel fondersi c'è una grande gioia. C'è una grande gioia nell'unificazione. La separazione fa male, la separazione danneggia. L'unione entusiasma, l'unione stimola, l'unione vi rende gioiosi e beati. La separazione è miseria e tristezza. Quando ci uniamo tutti e diciamo 'Om Bhur Bhuva Suvah, Tat Savitur Varenyam, Bhargodevasya Dheemahi', quando diciamo questo a gola spiegata, che cosa accade? Il suono individuale, queste onde elettromagnetiche individuali, si fondono con il suono cosmico universale come una goccia nell'oceano. La goccia diventa oceano. Questo è tutto. Un altro punto è questo: Om…..Namah. Verso la fine si dice 'Namah.' Come ho detto prima:Om Madhavaya Namaha,
Om Keshavaya Namaha. Bhagavan ha dato un'altra versione. Noi possiamo vederla anche così: 'Na' e 'mama '. Swami è Maestro di letteratura. Bhagavan Baba è Sarasvati, il Maestro di tutte le parole. Egli lo divide in 'na' e 'mama'. 'Mama' significa 'attaccamento' che con 'na ' vuol dire: 'Io non ho attaccamento'. Quindi 'Na mama ' sta per 'Io non ho attaccamento... oh, Signore. Io sono attaccato a Te'. Io non sono attaccato al possesso di terre, agli appartamenti ed alla gente, no. Io sono attaccato a Te, Na-mama. Quindi questo Namaha vuole che siamo scevri da desideri, totalmente distaccati. Questo è ciò che ha detto Bhagavan: 'I Mantra vi faranno percorrere la strada molto velocemente.' Ora, recitando queste preghiere, questi Mantra, noi progrediamo, andiamo avanti. Quando l'aereo parte, si muove lungo la pista di decollo, giusto? Se non decolla, troverà il suo posto il giorno dopo sulle colonne dei giornali. (Risate) Allo stesso modo, la recitazione dei Mantra Vedici vi farà percorrere la pista velocemente. 'Decollo!'... 'Takka!' Noi andiamo dalla Forma ('sakara') al Senza Forma ( 'nirakara'). Noi procediamo dagli attributi, 'saguna', al senza attributi, 'nirguna'. Quindi, la sacra esecuzione dei riti sacrificali, o yajna, l'ascolto dei Mantra con rapita attenzione, con piena fede e devozione, ci aiuterà in questo volo: il volo intercontinentale Sathya Sai (Risate). Andate dalla forma al senza forma ed un sicuro decollo ed atterraggio sono garantiti. Questo è lo scopo ed il risultato dei riti sacrificali, o yajna, come Bhagavan Stesso dice. E' anche importante conoscere il risultato dei riti. Ci sono il Samaveda, lo Yajurveda ed il Rigveda, molti sacerdoti che recitano molti Mantra, molte attività in atto. Qual è il risultato finale? Uno spreco di denaro? O uno spreco di tempo? No. Pensare così è sprecare la vita. No.
Il prodotto finale, il risultato dei riti, è l'autoconsapevolezza, l'autoindagine e la manifestazione del Sé. Noi sperimenteremo la pienezza del Sé, la profondità del Sé, la visione cosmica del Sé e la universalità del Sé. Questi sono i risultati dei riti. Non si tratta di un mero rituale; esso ha un obiettivo, un'ambizione ed uno scopo, che è universale. L'universalità del rito sacrificale, o yajna, deve essere compresa, se si desidera trarne beneficio.


LA GRATITUDINE È SPIRITUALITÀ

Amici miei, prima che, per questa mattina, io finisca di parlare, rispondendo alla fine a due o tre domande come al solito, gentilmente vi ricordo questo: che nessuno di noi pensi di essere totalmente indipendente. Non dobbiamo pensare: 'Io sono cresciuto da solo, senza l'aiuto di nessuno; sono venuto alla luce per mio conto.' Nessuno può apparire dal nulla da solo, credetemi. Se qualcuno dice 'io sono venuto per conto mio', è una persona fasulla, o mente, perché non si crea la propria vita. 'Si, io ho fatto questa vita da me'. Vedo; dove l'hai costruita? (Risate) Dimmi la formula della tua vita. Fammela brevettare, se possibile! Non sei tu che la fai, la vita, renditene conto. Respirare: potete smettere, se volete. Se smettete per un tempo abbastanza lungo è la fine del problema. Circolazione? Non siete voi la causa! Il battito cardiaco? Non state pompando! No. Non è come aprire e chiudere un rubinetto, niente del genere! Molte cose accadono nella nostra vita senza che ne siamo coscienti. Noi ne siamo totalmente all'oscuro, ma molte cose accadono. Non potete dire 'io sono venuto da solo.' No. Siete venuti malgrado voi stessi. Mettiamola così. Cari amici miei, nessuno è venuto da solo. No. Dobbiamo esserne grati a tre persone. La gratitudine è religione. La gratitudine è spiritualità. La gratitudine è riconoscenza. Come dice Baba, un cane vi è riconoscente se gli date un boccone e, quando noi non siamo grati e riconoscenti, siamo molto peggiori di un cane. Noi siamo in debito con tre persone e dobbiamo porgere loro i nostri ossequi finché viviamo. Chi sono?


COME ESPRIMIAMO LA NOSTRA GRATITUDINE A DIO?

Per prima cosa siamo indebitati con Dio. Riconosciamo il nostro debito con Dio: 'Oh Signore! Noi siamo in debito con Te! Noi Ti siamo grati, Swami! Noi Ti ringraziamo, Swami!' Questa è la prima cosa. Ma ... come esprimiamo la nostra gratitudine a Dio? "Ti posso lodare, Signore?" (Come se Lui avessi bisogno di lodi!) "Posso portarTi tutti i fiori del villaggio ed offrirteli?" Egli risponde: "I fiori non sono una tua proprietà. Stai tranquillo." "Oh Signore, posso portare delle mele?" "No. No. No. No. Ho già molte mele." "Banane?" "Mangiale tu." Dio non è interessato ai fiori ed alla frutta che Gli offriamo. Dobbiamo allora smettere di farlo? No, no, no. Lo potete fare, se tenete presente che è un gesto simbolico. Qualunque adorazione facciamo, la facciamo nella piena comprensione del fatto che si tratta di un gesto simbolico.Come posso, dunque, compiacere Dio? Come esprimere il mio ringraziamento a Dio? Come esprimere la mia gratitudine a Dio? Questo si fa solo con il servizio, servendo i poveri, aiutando i poveri e bisognosi. Questo è l'unico modo per esprimere la nostra gratitudine a Dio. È stato Gesù a dire: "Io vi amo come Egli ha amato me. Egli mi ha amato ed io amo voi. Dio mi ha dato tutto questo ed io lo darò a tutti." Di conseguenza, il servizio è il modo migliore per esprimere la nostra gratitudine a Dio. Avendo preso un prestito in banca non possiamo sfuggire, dobbiamo restituirlo. Non possiamo eluderlo. Se non restituite il prestito siete dei criminali. "Così, Signore, fa che io restituisca il prestito. Fa che io Ti esprima la mia gratitudine servendo sempre, servendo tutti." Potete restituire il prestito servendo gli altri.


NOI SIAMO IN DEBITO VERSO I NOSTRI GURU

Inoltre, noi abbiamo un debito con i nostri santi, saggi, profeti, con gli Avatar, i grandi uomini e donne e le persone nobili. Io sono indebitato con i miei Guru. Penso che siate tutti d'accordo con me se dico che siamo in debito con Baba perché senza i Suoi Discorsi non saremmo venuti a conoscenza di niente. Sono sicuro che tutti mi approviate se dico che i segreti del Vedanta, le profondità delle filosofia, l'unità delle fedi, il significato sottile di argomenti che sono così complessi e difficili, vengono trasmessi nel modo più semplice da Bhagavan Sri Sathya Sai Baba. Anche se il tema era lì, veniva comunicato in un modo tale che ne avevamo paura, a parte l'insegnante, ma Bhagavan ci dà questi concetti in modo così semplice, così adatto ai nostri tempi, che noi vogliamo ascoltare e vogliamo imparare. Penso che voi ricordiate Bhagavan che parla del laser, che parla del suono, del magnetismo e del computer. "Oh Swami! Tu sei il Dio Ultimo. Tu parli di elettroni, protoni, fotoni e neutroni. Tu parli di astronomia, scienza, chirurgia, e scienze biologiche. Aaaah! Non ci sono argomenti che Tu non abbia trattato, mio Signore! Tu sei Sarasvathi, l'incarnazione della conoscenza. Tu sei Sarasvathi, la personificazione della saggezza. Oh Dio! Tu sei Lakshmi, la vera e propria forma dell'opulenza, dell'abbondanza e prosperità. Oh Dio! Tu sei Durga perché sei il corpo, la vitalità, la guida ed il dinamismo." Quindi: Bhagavan è Durga, la vitalità e l'energia; Bhagavan è Lakshmi, la forza vitale; Bhagavan è Sarasvathi, la radiazione, l'anima, la consapevolezza e lo spirito dietro ogni cosa. Bhagavan è tre in Uno! Proprio come noi abbiamo due in uno al giorno d'oggi: il registratore e la radio!


DURGA,LAKSHMI, SARASWATHI, SAI JAGANNATA

Tre in Uno: questo è Sai. Durga è il corpo, Lakshmi è la vita e Sarasvathi è la coscienza. Durga è la materializzazione, Lakshmi è la vibrazione e Sarasvathi è la radiazione. La materia e l'energia vanno insieme. Per questo, amici miei, noi siamo certamente molto grati a Dio, Bhagavan Baba, per averci detto tutte queste cose sacre ed importanti. Come esprimere la mia gratitudine a Bhagavan Baba? Seguendo le Sue direttive, seguendo il nostro Guru senza mai dubitare di Lui.
"Perché Svami viaggia su di una carrozzella in questo periodo? Perché non cammina?" (Risate)
"Perché in questo periodo non viene dalla parte degli uomini?"(Risate)
" Perché non viene al mattino?" Perché - e perché no? Gettate via tutti i 'perché' ed i 'perché no'!! Essi sono i nostri peggiori nemici. I "Perché?" ed i "Perché no?" ci aiutano nel mondo, ma ci rovinano in campo spirituale. "Perché e perché no" sono veleno, sul cammino spirituale. "Perché e perché no" sono scientifici e tecnologici, si possono utilizzare nella vita mondana, moderna, fisica e temporale, per acquisire comodità e vantaggi. Dunque: noi possiamo esprimere la nostra gratitudine al nostro Guru, Bhagavan Baba, seguendo le sue indicazioni.


ESPRIMETE GRATITUDINE AI VOSTRI GENITORI SERVENDOLI

In terzo luogo, noi siamo in debito verso i nostri genitori. Se non ci fossero stati loro, non avremmo mai avuto questo corpo. Voi godete di tutti i piaceri della vita. Voi godete di tutta la gioia della vita. Voi sperimentate tutta l' amorevolezza della vita, le galassie, il sistema solare e la luna, le foreste, le vallate, le montagne, i mondi e tutto il resto. Io godo di tutto questo tramite il corpo donatomi dai miei genitori. Per questo sono in debito con loro.
Voi potete esprimere gratitudine ai vostri genitori servendoli e facendoli contenti in tutti i modi possibili. Potete dimostrarlo non disobbedendo loro, seguendoli, facendo qualunque cosa faccia loro piacere. Questa è la via per esprimere gratitudine ai genitori.

DOMANDE

28 Settembre 2003


CORPO, MENTE ED ATMA

D.: Che cosa sono i tre mondi? Ed i quattordici mondi?

Bene, Bhagavan una volta ha detto che ci sono tre mondi. Quali sono? In un altro contesto, Bhagavan ha detto invece che i mondi sono quattordici. Quali sono? Neil Armstrong poté andare sulla luna, ma non c'è nessun riscontro che uno scienziato o una nazione abbiano visitato questi tre mondi. Non c'è nessuna documentazione di qualcuno che sia al corrente di questi quattordici mondi. Bhagavan ha detto una volta tre mondi e, un'altra volta, quattordici mondi. Allora, che ore sono?! La risposta più semplice è che i tre mondi sono i tre piani di comprensione. Ci sono tre livelli di comprensione, tre livelli di coscienza, tre livelli di consapevolezza. Ci sono il corpo, la mente e l'Atma. M, C ed A, è facile da ricordare. Il corpo è la malavita, e non intendo il mercato nero! La mente è questo piano. L'Atma è il piano superiore. Quindi ci sono tre mondi. Poi Baba ha detto questa cosa dei quattordici mondi. Essi sono i cinque sensi di percezione ed i cinque sensi di azione. Quali sono gli altri quattro? Essi sono: la mente, l'intelletto e le emozioni. Infine, c'è il sé individuale, o ego. Dieci più quattro fa quattordici. Ecco i quattordici mondi! Non è il caso di cercarli sulla mappa!


RISOLVETE I VOSTRI PROBLEMI CON I RESPONSABILI

D. : "Ci sono moltissimi devoti che vorrebbero svolgere delle attività. Che cosa ci suggerisci?"

Questo si riferisce all'aspetto organizzativo. Ci sono le attività e ci sono i responsabili. Se vi dessi delle direttive da qui, non potreste seguirmi. I responsabili non le accetterebbero! Vi prego di risolvere i vostri problemi con i responsabili, perché io non voglio mettermi in mezzo ed essere fonte di controversie. Ci sono già abbastanza controversie qui! Perché importarne di nuove? Non ne vale la pena.


ALLA FINE DIVENTERETE VIBHUTI

D. : "Perché facciamo l'Arathi? Che significato ha?"

Noi mettiamo la canfora sul piatto, la accendiamo e facciamo l'Arathi. Alla fine dell' Arathi il piatto è vuoto. All'inizio c'era la canfora. Questo significa: "Oh Dio! Io Ti penso, io Ti lodo. Proprio come la canfora è scesa al livello del nulla, proprio come la canfora è perduta, io mi perdo in Te. Io mi fondo con Te. Io non esisto." Possiamo possedere tutta la terra, tutte le proprietà, ma, alla fine, diverremo cenere, come la vibhuti (la cenere sacra). Anche la vibhuti parla della Divinità. La creazione intera, tutto l'universo, è un Gioco Divino, la Volontà Divina, la vibhuti Divina. La creazione è vibhuti. Questo è ciò che l'Arathi vuole significare.


COMPORTATI ONESTAMENTE

D. : "Perché dobbiamo sempre usare la mano destra?"

Se non sei mancino, usi la destra. (Risate) Ci sono anche i mancini, ma Baba ha detto: "Voi fate le cose con la destra (right) perché sono giuste. Sono sempre giuste (right). (Risate) (In inglese le parole 'destra' e 'giusto' vengono espresse dalla stessa parola, 'right; N.d.T.) Voi fate le cose con la sinistra (left) perché un giorno o l'altro andranno lasciate (left) (In inglese le parole 'sinistra' e 'lasciato' - participio passato del verbo lasciare - vengono espresse dalla stessa parola, 'left; N.d.T.) Quindi fate le cose giuste e non quelle che un giorno andranno lasciate." Questo è uno dei giochi che ha fatto Baba.


VEDETE DIO IN TUTTI

D.: "Perché dobbiamo fare servizio?"

Primo: fate servizio per trascendere l'ego. Purtroppo l'ego di molti facendo servizio cresce! (Risate) Ma queste persone fanno parte di una categoria differente. Infatti quella è gente che non fa servizio, ma un disservizio, perdendo tempo. Secondo: fate servizio per eliminare la gelosia. Terzo: fate servizio per sperimentare Dio in tutti. Quarto: fate servizio per umiltà, e non per gloriarvene. Quindi: ci dev' essere assenza di ego, assenza di desideri, distacco e senso di identificazione con tutti. Il servizio va inteso come un' opportunità: solo in questo modo è una benedizione. A volte, però, il servizio diventa una scena con due 'star', tre ' star', la 'super star' ed il 'Direttore'. Bene. Quella è solo mondanità. Quel servizio non può essere in alcun modo spirituale. Questo ve lo posso assicurare.

Queste che vi ho appena dato sono le risposte alle tre domande che mi erano state fatte.

Molte grazie per la vostra attenzione. Vi auguro una santa e felice celebrazione del Dasara. Possa Bhagavan essere con voi sempre e sempre di più, ed altrettanto con le vostre famiglie. Siate felici. Possa Bhagavan benedirvi! (Applausi)

Anil Kumar ha concluso il suo discorso cantando il Bhajan 'Jaya Ho Jaya Ho Gopalana'

Possa Bhagavan riversare la Sua universale benedizione su tutti voi in questi fausti giorni di Navarathri. Sai Ram!

(Pubblico: Sai Ram!)

OM SAI RAM