Satsang

Loro ti vogliono (prima parte)

3 gennaio 2003

Egregi Membri, Stimati Partecipanti, Cari Devoti ed Ospiti,
sono estremamente grato a Bhagavan per avermi dato l’opportunità di partecipare a questa conferenza. E’ molto gentile da parte degli organizzatori - Signora Kamala Padmanabhan , Signora Sucharita e loro associati - aver pensato a me ed avermi dato il privilegio di far parte del seminario. Bhagavan aveva detto: “Loro ti vogliono, vogliono che tu vada a parlare.” Questo era ciò che Egli disse, ma la cosa era poco chiara. Bhagavan voleva che io ci andassi o no? Quando Bhagavan mi disse: “Loro ti vogliono” io osai chiederGli: “Tu vuoi che io vada?” ‘Essere o non essere ’ è un quesito in un dramma di Shakespeare e in quel momento era il quesito della mia vita; bene, io non potevo rispondere. Così chiesi: “Swami, in che data è?” Bhagavan rispose: “Il 28 e il 29.” Allora io, quasi pregando, pensai: “Questa è la migliore opportunità per ottenere il permesso per un altro mio impegno personale, poiché Swami-kaaryamu, swakaaryamu (impegni per Swami, impegni per sé) potevano essere fatti contemporaneamente.” Io dissi: “Bhagavan, ho un matrimonio a Guntur il 27, al quale devo essere presente perché la mia assenza potrebbe portare a malintesi e dispiaceri”. Allora Bhagavan disse immediatamente: “Va bene, va bene. Sono affari tuoi, Bangaru (vezzeggiativo che significa d’oro). Nee choochuko. Nee anukoolamu chuchuko. Idemundi. Idi 28 29”. Capitava il 28 e il 29. Indirettamente Egli stava suggerendo che cosa avrei fatto il 28 e il 29, dopo la funzione matrimoniale del 27? Così almeno io la considerai. Allora dissi: “Swami, essendo il matrimonio la notte del 27, non sarò in grado il 28 di arrivare in tempo per la conferenza. Potrò partire da Guntur il 28 e seguire i lavori il secondo giorno.” “Manchidi, manchidi, nuvvu chuchuko” Il giorno successivo, Bhagavan parlò agli organizzatori del mio impegno il 27, ma disse che io avrei seguito la conferenza. Così il Volere di Bhagavan mi portò qui e mi benedisse con l’opportunità di essere in mezzo a voi. Quale più grande gioia posso aspettarmi? Potrebbe essercene di maggiore nella vita di un uomo?

L’argomento è: Panoramica di Sri Sathya Sai su ‘Educare’
Mi è stato dato l’argomento: Panoramica di Sri Sathya Sai su ‘Educare’, sulla quale molto è stato scritto. Mi limiterò all’argomento vero e proprio. Essendo stato un insegnante per quattro decadi, non posso permettermi di perdermi in digressioni, di deviare o allontanarmi dall’argomento assegnatomi. Tuttavia vorrei suddividere il mio intervento in tre parti. La prima parte si riferisce all’aspetto organizzativo, la seconda parte spiega la differenza tra educazione ed ‘Educare’, la terza parte riguarda il nostro compito e come procedere. Queste sono le tre parti del mio discorso di stamattina.

L’Ala educativa è il frutto delle Ali servizio e spirituale
Per prima cosa, lasciatemi parlare dell’aspetto organizzativo. Amici miei, tutti voi sapete che nell’Organizzazione Sathya Sai ci sono tre Ali. La prima Ala è l’Ala di servizio, nella quale facciamo servizio con il corpo. “Sottometti il corpo”. Se non serviamo l’umanità, non impareremo mai ad essere umili, non sperimenteremo mai la Divinità. Perciò la prima Ala di questa organizzazione è l’Ala di servizio, orientata verso il servizio, centrata e basata sul servizio. Possiamo chiamarlo karma yoga (il sentiero dell’attività che rinforza e purifica la devozione a Dio). L’Ala di servizio ci porta alla successiva Ala dell’organizzazione, chiamata Ala spirituale. Essa comprende bhajan mandali (congregazioni spirituali), nagarsankirtan (gruppi che cantano canti spirituali nelle strade la mattina presto) e tutte le altre attività spirituali. Sono tutte convogliate nell’Ala spirituale che rappresenta bhakti yoga (Il sentiero devozionale dell’Amore per Dio). Karma ci porta a bhakti. Bhakti non ha significato senza karma, karma è senza scopo se manca bhakti. Karma e bhakti sono le due facce della stessa medaglia. Esse vanno insieme: se uno fa servizio senza bhakti, questo è inutile, meccanico, rutinario, monotono, faticoso, noioso; se c’è solo spiritualità senza sevizio, è come se fosse un palco di lettura, solo parole, gergo per cui si tratta di finzione, di esibizionismo. Perciò l’Ala spirituale avrà la sua fondamenta nell’Ala di servizio e l’Ala di servizio avrà la sua realizzazione nell’Ala spirituale. Queste due ci portano alla terza Ala dell’Organizzazione Sai che è chiamata Ala educativa. Questa è jnana yoga, il sentiero della consapevolezza di Dio. Jnana yoga è il frutto e l’essenza dell’Organizzazione Sathya Sai. Questa Ala educativa è lo splendore, la radiosità, la luce e la delizia dell’Organizzazione Sri Sathya Sai, senza la quale le altre due sono senza vita, futili esercizi.

Noi siamo privilegiati ad essere insegnanti
Noi tutti siamo fortunati per essere stati coinvolti nell’Ala educativa dell’Organizzazione Sathya Sai. Noi, gli insegnanti, siamo privilegiati per essere insegnanti. Prima di tutto dovremmo sentirci orgogliosi della nostra professione. Perché? Perché la nostra grandezza, la nostra ricchezza e i nostri averi non sono calcolati in termini di monete e denaro. I nostri beni sono calcolati in termini di apprezzamento, adorazione, consacrazione, impegno e complimenti che noi riceviamo dai nostri studenti che sono iscritti nel registro del nostro cuore, nella banca della nostra vita. Dopotutto, tutte le rendite hanno una tassa, ma il reddito degli insegnanti non può essere tassato perché è infinito, Amrutasya Puthrah (figlio dell’Immortalità). Esso è akshaya (inesauribile). Avendone la possibilità, vorrei nascere ancora come insegnante. Vi dico questo perché sono diventato un insegnante per scelta, non per forza. Per preferenza! Io sono diventato insegnante perché provavo gioia nell’insegnare. Che entusiasmo abbiamo mentre insegniamo; dimentichiamo tutti i nostri problemi familiari… Questo è il motivo per cui le persone di altre professioni possono diventar vecchi quando vanno in pensione mentre un insegnante è un protagonista sempre giovane per tutta la sua vita. (Applausi). Questo è perché egli procede in compagnia dei giovani. Un insegnante cammina in un giardino di fiori che sbocciano con sorrisi, i sorrisi dei visi spumeggianti degli studenti affidati alla sua custodia.

Gli insegnanti sono i costruttori della nazione
Noi siamo veramente fortunati e dovremmo essere grati a Dio: noi siamo i costruttori della nazione. Vi posso dare un esempio, quello di Re Carlo IV di Inghilterra. Egli fece una visita a una scuola superiore di Londra, Inghilterra. Il nome del direttore era Busbee; egli stava facendo una lezione su un poema scritto da William Wordsworth, “La Nuvola”. Bellissimo! Wordsworth parla della natura, ti fa andare in estasi! Mentre egli insegnava agli studenti, il re passò sulla veranda. Il professore non sollevò la testa come segno di rispetto verso il re, non lo fece perché era assorto, immerso in uno stato di totale oblio, in completa immedesimazione con l’insegnamento. Dopo il suono della campana vennero da lui alcuni suoi colleghi e gli dissero: “Tu stai per perdere il posto”. “Perché?” “Non hai salutato il Re, Sua Maestà! Come potrai continuare ad insegnare?” Il professore rispose: “Un re è passato nel corridoio. Ci sono quaranta re nella mia classe: io non posso ignorarli.” (Applausi).

Nessun Paese può sopravvivere senza insegnanti
Non sottovalutiamo mai la professione che facciamo, non sottovalutiamo il nostro ruolo. Nessun Paese può sopravvivere senza un insegnante. Impossibile! Un insegnante vede il futuro, un insegnante è un uomo di intuizione. Michelangelo era un insegnante; egli guardava un masso, una roccia senza forma e diceva: “Ci vedo un angelo.” Nello stesso modo, un insegnante è un Michelangelo! Un insegnante è uno scultore che scalpella una roccia - lo studente trasformandola in un bellissimo idolo. Un insegnante è una nuvola che versa una pioggia di felicità, portando una fresca brezza di benedizione ai suoi studenti.

Il ruolo di un insegnante

A casa, i nostri studenti parlano di noi; al padre e alla madre dicono come si veste e come si comporta l’insegnante. Credo che tutti gli insegnanti debbano sapere come vestirsi e come comportarsi. Non possiamo essere malvestiti, dovremmo essere vestiti bene; un insegnante vestito bene si preparerà bene e la sua presentazione andrà ugualmente bene. Noi dovremmo essere presentabili agli studenti. Gli studenti dovrebbero essere felici di vederci, non possiamo permetterci di essere sgradevoli. No, non possiamo essere gli ultimi. Ricordo come, da studente, ero solito osservare il colore dei vestiti del mio insegnante, incluso il colore dei calzini che indossava. Come mi ispiravo a lui! L'ho incontrato anche ieri.. Ha 88 anni e temevo di non poterlo più vedere: è quasi sul letto di morte! Gli ho toccato i piedi ed ho detto: “Dr. Thomas, prima di andare sul palco io prego Dio, poi penso a lei e quindi comincio a parlare. Devo aver partecipato a migliaia e migliaia di riunioni, ma lei ha lasciato un segno indelebile sulla sabbia del tempo nella mia memoria. Lei mi ha ispirato.” Quello è il ruolo dell’insegnante. Bene, se parlo ancora, i membri di altre professioni potrebbero sentirsi trascurati. Non voglio annoiare nessuno o essere causa di fastidio, ma non dovrebbe aver importanza in quanto ciascuno è il prodotto dei propri insegnanti.

L’Ala educativa ha due parti
L’Ala educativa è una parte importante dell’Organizzazione Sai in cui noi insegnanti abbiamo un ruolo importante. Ci sono due componenti nell’Ala educativa: il Circolo di studio ed i Balvikas (educazione spirituale per bambini), educazione nei Valori Umani ed ‘Educare’. Essendo stato nell’Organizzazione Sathya Sai per un quarto di secolo con vari incarichi nell’Organizzazione Statale, ho familiarità con le gerarchie organizzative. Pertanto sto tentando di farvi un quadro e darvi anche qualche idea dell’organizzazione.

La prima parte dell’Ala educative è il Circolo di studio
L’Ala educativa ha queste due componenti: il Circolo di Studio e i Balvikas, educazione nei Valori Umani ed ‘Educare’. Primo: cos’è il Circolo di studio? Oggi non c’è studio, c’è solo un Circolo, ecco tutto, solo un circolo. Dobbiamo renderci conto che in questo Paese non possiamo permetterci di avere uomini e donne con un circolo o uno zero nelle loro menti. No! Non devono avere la mente vuota o essere sciocchi. Il Circolo di studio: noi sediamo in cerchio e studiamo insieme. Cresciamo, evolviamo e progrediamo insieme. Ricerchiamo insieme, esploriamo insieme. L’essere insieme è un Circolo, lo studio è imparare in profondità. Studio e apprendimento sono differenti. L’apprendimento è formale, è istituzionale e in gran parte libresco. L’apprendimento è legato al tempo, è solo un processo di ricezione o accoglimento di qualche documentazione, ma lo studio è osservazione, è riflessione e reazione. Lo studio è esplorazione e indagine. Noi studiamo per essere sicuri. Pertanto, amici, la prima parte dell’Ala educativa è il Circolo di studio. Noi dobbiamo studiare bene.

Conoscenza è potenza
Ogni insegnante deve necessariamente studiare. Se un insegnante deve essere rispettato deve avere adeguata documentazione sul soggetto trattato. Questo è il motivo per cui una famosa massima dice: “Conoscenza è potere”. Conoscenza è potere, è più potente di una bomba atomica, più potente di una bomba all’idrogeno. Conoscenza è potere. Questa è la conoscenza che bisogna avere, adeguata conoscenza, conoscenza in profondità.
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Gli insegnanti necessitano di Swadhyaya e Pravachana
Dunque il Circolo di studio è acquisizione di conoscenza. Noi chiamiamo questo in sanscrito Svadhyaya. Swadhyaya = studio. Dopo lo studio voi mettete in atto i Bhalvikas,l' educazione nei Valori Umani ed ‘Educare’ e questo è il Pravachana. Pravachana = insegnamento, Svadhyaya = studio. Così ogni insegnante ha due occhi: Swadhyaya, Pravachana; due orecchie: Swadhyaya, Pravachana; due mani: Swadhyaya, Pravachana. Se un insegnante vuole avere Swadhyaya senza Pravachana, egli è menomato, parziale. Se ha Swadhayaya senza Pravachana le sue classi saranno vuote, non verrà nessun studente. Così gli insegnanti devono essere egualmente dotati di Swadhyaya e Pravachana, come le due rotaie di una linea ferroviaria che scorrono parallele l’una all’altra. Non dirò niente di più su Swadhyaya, il Circolo di studio, perché questo è alquanto lontano dall’argomento che mi è stato affidato.

I nonni sono i guru dei Balvikas
Ora lasciatemi pensare a questi tre: Balvikas, educazione nei Valori Umani ed ‘Educare’. Sono stato chiaro? Potete chiedermi di ripetere perché io notoriamente parlo molto velocemente. E’ stato Bhagavan che ha ridotto notevolmente la mia velocità. Egli mi dice: “Piano, piano” e poi accresce la Sua velocità due volte, molte volte, facendomi prendere in giro dagli ascoltatori. Talvolta Lui mi lascia annaspare e commettere errori per correggermi molto spesso e far divertire la gente, perché i discorsi di Bhagavan sono illuminanti e i miei errori divertenti. Ciò li fa completamente partecipi. In ogni modo voglio dire qualche parola sui Balvikas. I Balvikas sono rivolti ai bambini che amano sentire le storie, non richiedono particolari insegnanti, ogni nonna è un guru di Balvikas, come ogni nonno. Essi sono i migliori guru di noi tutti. Non dimentichiamo le storie che ci sono state raccontate dai nostri nonni, l’immagine di Bheema (un condottiero dei tempi andati) ci è stato dato dalla nostra nonna . L’idea di Krishna, Rama, Parasurama e Balarama (Avatar e fratelli di Krishna) ci è stata data dai nostri nonni.

Cinque punti sui Balvikas
Il punto uno è che Balvikas è pieno di storie. Due: le storie aiutano i bambini a pensare ai corpi e alle personalità dietro di esse. Essi cominciano a immaginare personaggi come Bheema. Non visualizzano Bheema come un magro paziente malato di tubercolosi. No. Bheema è grande almeno come dieci di noi messi insieme. Quando parlate di Balarama, loro si aspettano personalità. Quando parlate di Krishna si aspettano una penna di pavone e un flauto, un sorriso e un piccolo birbantello. Chi è Yamadharmaraja (Il dio della morte)? Un oscuro personaggio con baffi, che cavalca un bufalo…. Questo è tutto. Queste sono le cose identificate con immagini nella loro mente. Pertanto Balvikas si basa sulle storie e in queste storie i bambini tentano di visualizzare i diversi personaggi. Punto tre: l’essere consci. Essere consci del corpo. Io sono conscio del mio vestito, del mio taglio di capelli, sono conscio della mia qualifica, della mia età, della mia altezza, peso e misura del torace. Al quarto punto c’è “Quello che pensate di essere”: il corpo, la personalità. Punto quinto: i ragazzi ascoltano le nostre storie con attenzione rapita. Supponiamo che voi saltiate dal Ramayana al Mahabharatha; i ragazzi vi diranno di tornare indietro da Hanuman (rinomata scimmia devota di Rama). Se un giorno finite la storia in un dato punto, il giorno successivo i ragazzi saranno capaci di ricordare esattamente quanto era accaduto. “Cominci da qui, non la ripeta ancora perché ci annoiamo” mi dicono. Questo perché i ragazzi hanno la forza o la facoltà di concentrarsi al 100%. Pertanto, amici, vi dirò questi punti ancora una volta perché gli insegnanti sono colpevoli di ripetitività ma la loro colpevolezza è la loro forza. Sì, non è una debolezza. Nella Bhagavad Ghita, maestra dei maestri, lo stesso Lord Krishna ripete ciascun punto in ogni capitolo centomila volte. Quindi il ‘Capo del dipartimento’ Lord Krishna, lo stesso insegnante degli insegnanti, per nostro beneficio vuole che noi ripetiamo in modo da non dimenticare o essere negligenti. Questi sono i cinque punti concernenti i Balvikas: il primo punto è raccontare le storie, il secondo è lo sviluppo del corpo e della personalità, il terzo punto è la sensazione di essere consapevoli (del corpo, dello status ecc.), il quarto punto è l’essere consapevoli di colui che pensate di essere, la personalità, il corpo ed il quinto punto è che i bambini ci ascoltano con grande concentrazione.

Balvikas vi porta all’educazione nei Valori umani
Balvikas ci porta ad un livello più alto, dalla scuola primaria ci porta alla scuola secondaria. Noi andiamo un po’ più su, qui c’è l’Educazione nei Valori Umani EHV. EHV è un avanzamento, un passaggio graduale dal più basso al più alto ma uno è complementare all’altro, consequenziale, è un corollario. Niente è contrastante, vi prego di comprendere questo. Non ci sono contraddizioni, sono complementari, non si contraddicono tra di loro. Non c’è niente di complesso qui, nessuna perplessità o dubbio. Il processo è evolutivo, voi evolvete voi stessi, questo è tutto. Semplicemente Bakvikas vi porta ad un livello più alto, fino all’Educazione nei Valori Umani.

L’educazione nei Valori Umani è lo studio dei valori
Cosa riguarda questo? A questo livello un ragazzo è alla scuola superiore, non avete bisogno di descrivere pienamente Rama, non avete bisogno di dire ad un ragazzo dalla decima alla dodicesima classe che Hanuman ha la coda perché il ragazzo lo ha già visualizzato. Così questo è quello che accade al livello EHV: non più storie, ora insegniamo valori. Rama significa Verità, Rama significa Dharma (Rettitudine). Krishna significa Prema (Amore), Shanti (Pace). Harishandra, un imperatore che avrebbe potuto evitare terribili disastri mentendo ma ha rifiutato di farlo, significa Verità (Sathya). Così loro imparano a valutare le cose non dalla personalità, non dal ruolo, non dal corpo ma dai Valori che ogni personaggio rappresenta. Così l’educazione nei Valori Umani corrisponde al burro nel caglio e nel siero: se il caglio è Balvikas, il burro è l’educazione nei Valori Umani. Penso di essere stato chiaro. Allora i ragazzi studiano bene i Valori e cominciano a sentire i Valori dentro di sé. Rama sta per Verità, OK, “Dico la verità”? Questa è la domanda. Loro cominciano a trovare i Valori all’interno e nell’ambiente in cui sono presenti.

L’educazione nei Valori Umani è a livello mentale
Questo stadio è chiamato ‘coscienza’. “A che livello parla la mia coscienza? A che livello la mia coscienza segue i dettami delle storie narrate prima? A che livello la mia coscienza è in accordo con i valori di cui avete parlato, con i valori che sono risultati veri fino ad ora?” Pertanto questo è cominciare a divenire consapevoli della coscienza. E’ a livello della mente, non a livello del corpo perché il pensiero è immediato. Se dite Rama, questo è abbastanza: loro pensano alle difficoltà che ha avuto, vanno pensando ai valori che Rama possedeva e alle sfide che ha fronteggiato. Questo è mentale o psicologico, nella mente.

Concentrazione è Balvikas, contemplazione è educazione nei Valori Umani
Ora viene il secondo stadio. Una volta che noi insegniamo loro, essi pensano alla storia e pensano al valore. “Mi avete insegnato di Rama; ma voi siete veritieri? Ho udito di Rama, c’è la Verità in me? C’è la Verità in voi? Quanto siete bugiardo! Quanto è imbroglione! Loro cominciano a valutare, a rimuginare ed a riflettere, cominciano a misurare i valori che hanno ricevuto. Questa è contemplazione.

Concentrazione è Balviksas, contemplazione è educazione nei Valori Umani.
Il corpo è Balvikas, la mente è Valori Umani,
La consapevolezza è Balvikas, la coscienza è Valori Umani.
Le storie sono il contenuto del corso di Balvikas, i valori sono il tema dell’educazione nei Valori Umani.
La concentrazione è Balvikas, l’effettiva messa in pratica per imparare.
La contemplazione è l’obbiettivo dell’educazione nei Valori Umani.

Pertanto questo è come voi andate avanti, meditando sulle storie fino ai valori. Tentate di contemplare o riflettere sulla coscienza. Ciò vi porta allora ad un livello più alto, al successivo stadio: ‘Educare’ che è l’educazione universitaria. Scuola elementare = Balvikas; scuola superiore = Educazione nei Valori Umani; università = ‘Educare’.

Educare riguarda lo spirito
Cosa riguarda ‘Educare’? Non ha niente a che fare con il corpo come in Balvikas, non ha niente a che fare con la mente come Educazione nei Valori Umani: riguarda lo spirito o Atma o anima.

Il corpo è Balvikas,
la mente è Educazione nei Valori Umani,
lo spirito o Atma è ‘Educare’.

In Balvikas parliamo di Ramayana, Mahabharatha e Bhagavatha tutte storie religiose. In Educazione nei Valori Umani parliamo dei valori o filosofia. Pertanto religione è Balvikas, filosofia è EHV e spiritualità è ‘Educare’. C’è una differenza tra religione, filosofia e spiritualità; essi sono a tre livelli di comprensione, tre livelli di esperienza e pratica. Religione (Balvikas) ti porta alla filosofia; filosofia (EHV) riporta alla spiritualità (Educare). Pertanto ‘Educare’ riguarda lo spirito, l’anima o Atma. Non ha niente a che vedere con Balvikas - essere consci del corpo - o con la coscienza dell’Educazione nei Valori Umani. ‘Educare ‘ riguarda la consapevolezza. Andiamo quindi al terzo livello: la spiritualità.

La coscienza è limitata, la consapevolezza è universale
Qual è la differenza tra coscienza e consapevolezza? La coscienza è limitata, la consapevolezza è universale. L’aria in un pallone è coscienza, l’aria attorno ad esso è consapevolezza pur essendo entrambe la stessa. L’aria in un pneumatico e l’aria attorno ad esso sono differenti solo a causa del nome e della forma data dal pneumatico; l’aria attorno al pneumatico è al di là del nome e della forma pur essendo la stessa aria. Pertanto parlando collettivamente, parlando universalmente, da un punto di vista cosmico essa è ‘consapevolezza’. Quando si parla da un punto di vista individuale essa è chiamata coscienza. Per cui Balvikas è l’essere consci; EHV è coscienza; ed ‘Educare’ è consapevolezza. Sono stato chiaro?

‘Educare’ richiede meditazione
‘Educare’ vi porta anche ad un altro livello di avvicinamento a Dio. E’ molto logico volare con un aeroplano nel cielo, non riesco a immaginare di volare con la bicicletta, no, mi serve un aeroplano ma sull’oceano non posso aspettarmi di volare su un aeroplano: lì ho bisogno di una nave. Pertanto ‘Educare’ richiede il terzo livello: meditazione. La meditazione non è legata al tempo durante il quale una persona siede eretta, chiusa in una stanza, senza permettere a nessuno di entrare tra le 5 e le 6 del mattino e considerandosi religiosa. La meditazione non è limitata allo spazio e al tempo, la meditazione non è sedere eretti. E' bene che lo facciate per avere una schiena diritta: se non siete retti voi, almeno la vostra colonna vertebrale sarà diritta! La meditazione non è un esercizio fisico.

La meditazione è l’annichilazione della mente
Quindi, amici, qual è il significato della meditazione? C’è solo una definizione, non sono mai troppo stanco di ripetere innumerevoli volte, da tribune diverse, a vari gruppi di ascoltatori o in posti differenti, la meravigliosa definizione di Baba. Nessuno mai potrà dare simili definizioni. Bhagavan Sri Sathya Sai è l’ultimo Avatar (incarnazione di Dio) , che mi crediate o no. Egli vi dà l’approccio tecnologico, scientifico, radicale, umano, logico, razionale ai problemi odierni, quello che va diretto al vostro cuore. Cosa dice a proposito della meditazione? Meditazione è il ritiro della mente, uno stato senza pensieri. Ritiro della mente, annichilazione o assenza della mente è meditazione. Pertanto dire “Medito ogni giorno” è un’assurdità! E’ qualunque cosa tranne meditazione. “Le mie ore di meditazione sono alle 4 del mattino e alle 5 del pomeriggio”: questo significa che non ha nessuna conoscenza della definizione di meditazione perché la meditazione è al di là del tempo e dello spazio. E’ il ritiro della mente, l’annichilazione della mente, manolaya o maninaashana, uno stato senza pensieri, sankalpa shoonya.

Sathya Sankalpamulachetha Sadhuvu Agunu
Sakala Sankalpa Shoonyude Shanthinondu,
Sathyamaina Maata Sai Maata,
Dushta Sankalpamulachetha Dukhithudu Agunu,
Sakala Salkalpa Shhnyude.

Lo stato senza pensieri è divinità perché è il pensiero che fa ‘un paradiso dell’inferno e un inferno del cielo’, come ha detto Milton.

Il ritiro della mente è la sola strada per sperimentare la consapevolezza
Quando siete oltre la mente non c'è né bene né male, non c’è successo né sconfitta, non c’è profitto né perdita. Non siete né una donna né un uomo: siete un essere, questo è tutto. Pertanto quando arriviamo al livello di meditazione, quando oltrepassiamo tutti questi limiti, quando ritiriamo la mente, allora sentiamo Atma, Parabhahman, spirito, anima e consapevolezza. Una volta che sperimentate la consapevolezza non siete diversi dagli altri, non siete separati dagli altri, non siete un VIP, no. Chi è un VIP nella spiritualità? Ci può essere un VIP di fronte a Dio? Impossibile! Ci può essere un’onda più piccola o più grande, una bolla più piccola o più grande nell’oceano; dopotutto sono tutte H2O, solo acqua. Pertanto, amici, comprendere che la meditazione è il ritiro della mente è la sola via per sperimentare la consapevolezza.

Esempi dell’amore e della compassione di Bhagavan
Dobbiamo stabilire una relazione con chiunque. Se non so effettivamente comunicare con chiunque, se non imparo come star bene con chiunque, se non so sorridere a chiunque, se non so condividere la gioia con chiunque, qual è lo scopo della vita umana? Non valgo niente. Dobbiamo essere capaci di unirci con chiunque, a maggior ragione in un’organizzazione spirituale. Dopotutto noi apparteniamo tutti ad un mondo solo. Osserviamo il modo in cui da lungo tempo Bhagavan parla dei due cani Jack e Jill, e dei Suoi compagni di scuola Suresh e Ramesh, oppure il modo in cui Egli dice grazie a un bufalo di Madanapalle che va a prendere acqua ogni giorno. Grazie a un bufalo! La maggior parte della gente non fa così. Guardate il modo in cui Egli ama i fiori. Quando stavo in piedi vicino a Lui per una fotografia Lui disse: “Indietreggia un po’, lascia che i fiori appaiano nella foto; sono molto più belli di te.” Guardate come Lui ama le piante e gli alberi. Quando un bambino innocente comincia a strappare e portar via le foglie, Lui lo rimprovera ed avvisa il padre del bambino: ”Non far fare questo a tuo figlio”. “Perché Bhagavan?” Egli gli dice: “Le foglie hanno consapevolezza, gli alberi hanno consapevolezza”. Qualche anno fa, durante gli incontri sportivi, i ragazzi di Brindavan organizzarono una gara in cui facevano un’acrobazia sul dorso dei cavalli. Quei cavalli correvano molto velocemente, tutto sembrava molto bello. Improvvisamente Bhagavan disse: “Fermatevi!” Perché? Egli vedeva che i cavalli stavano sudando enormemente. “Come potete fare una cosa simile? Far sudare così questi cavalli? Fermatevi.” Questa è consapevolezza. Essere con la foglia, con i fiori, con le api, con un cavallo, con un bufalo e sentirne affinità è consapevolezza. Questa è consapevolezza. Alcuni dicono: “Non posso mescolarmi con chiunque; vado col mio gruppo.” Essi sono in un circolo, in una gabbia. No, no! Devo essere capace di essere amichevole con chiunque.

‘Educare’ è essere Amore su due piedi
Amicizia e amore sono aspetti del Divino. Dopotutto potete avere un amico, o due o tre amici, ma potete essere amichevoli con chiunque. Amicizia è ‘Educare’. Potete amare una o due persone, potete essere innamorati di una o due ma anche l’Amore è voi stessi perché voi siete realmente Amore, siete l’incarnazione dell’Amore. Siete la personificazione dell’Amore, siete Amore su due piedi. Questo è ‘Educare’. ‘Educare’ non è essere un amante ma essere l’Amore stesso. ‘Educare’ è lo studio dello spirito il che significa acquisizione di consapevolezza ottenuta mediante la meditazione. E’ la consapevolezza che è al di là del corpo, della mente, dello spazio e del tempo. Questo è chi siete realmente.

Il piano Divino di Bhagavan
Bakvikas è “colui che pensate di essere”. HEV è “colui che gli altri pensano voi siate”, mentre ‘Educare’ è “quello che voi realmente siete”.

Cosciente = Balvikas;
contemplazione = EHV;
meditazione = ‘Educare’.
Corpo = Balvikas;
Mente = EHV;
Spirito o Anima = ‘Educare’.

Consapevolezza, contemplazione, meditazione sono ‘Educare’. Storie, valori, il vostro vero Sé, l’Atma e l’identificazione con questa sono ‘Educare’. ‘Educare’: che meraviglioso piano! Il piano Divino di Bhagavan!

L’Ala educativa non ha limitazioni di tempo o di spazio
Baba vuole che voi cresciate da un livello all’altro: dalla conoscenza alla coscienza ed alla consapevolezza; dal corpo alla mente allo spirito; dalla concentrazione alla contemplazione ed alla meditazione. Che meravigliosa guida Divina è questa! (Applausi). Questo mostra un processo evolutivo, un viaggio continuo verso l’eternità. Non è un piano legato al tempo. Pertanto l’Ala educativa non ha arretramenti, l’Ala educativa non ha limiti, non ha limiti di resistenza, spazio, non ha limiti di classi, campanelle e simili. Insegnare in un’aula richiede una campanella. Balvikas può esser dovunque, sul marciapiede di un binario o all’aeroporto, sulla strada o sotto un albero, giù nella valle, su una collina o in alto mare. L’Ala educativa ha swadhyaya, il Circolo di studio, che richiede lo studio di sé stessi. Ciò vi porta poi a pravachana, l’insegnamento. Balvikas , EHV ed ‘Educare’ appartengono tutti all’Ala educativa dell’Organizzazione Sri Sathya Sai.

I tre stadi dell’Ala educativa
Balvikas introduce la religione mediante le storie ed il pensare al corpo di cui siamo consci. Qual è il primo stadio? “Colui che pensate di essere”. Balvikas vi porta alla religione. Nella religione ci sono corpi fisici diversi: Rama era molto alto, Yamas Dharmaraja (il dio della morte) era molto grasso e sgradevole anche in sogno; Krishna sta per bello, birichino e grande statista, molto spesso politico. Pertanto il corpo, la faccia sorridente di Krishna e così via non sono altro che l’essere consci.

Ajaanubahum Aravindalaayathaksham
Quello è il corpo, null’altro che l’essere consci, “Colui che voi pensate di essere”. Ciò vi porta attraverso varie storie e richiede concentrazione. Il secondo stadio è l’educazione nei Valori Umani. L’educazione nei Valori Umani non parla di religione, parla della filosofia della religione; fa che pensiate alla mente e non al corpo, non è a livello fisico né è a livello materiale o mondano, appartiene al campo psicologico, psichico. Così è la mente. Ciò vi porta a comprendere la coscienza e l’anima individuale attraverso valori. Che valori avete? Verità, Rettitudine, Pace, Amore Sathya, Dharma, Shanti, Prema. Voi riconsiderate, meditate e pensate a questi valori. Questo è ciò che noi chiamiamo contemplazione. ‘Educare’ non riguarda la religione: la religione è Balvikas. ‘Educare’ non è filosofia: questa è educazione nei Valori Umani. ‘Educare’ è spiritualità, è la corrente sotterranea. Cosa riguarda tutto ciò? Riguarda l’Atma, non il corpo come in Balvikas, non la mente come nell’Educazione nei Valori Umani, è Atma, il vostro vero e proprio nucleo che non è nient’altro che consapevolezza che sperimentate attraverso il procedimento di meditazione. Atma a livello individuale è coscienza, Atma a livello universale è consapevolezza. L’aria nel pallone è coscienza, l’aria attorno è consapevolezza. La miniera d’oro di Kolar è consapevolezza, l’orecchino d’oro è coscienza. Sono stato chiaro? Questo è tutto. Pertanto ’Educare’ che parla dell’Atma a livello individuale è coscienza; a livello universale, cosmico, è consapevolezza. Questo può essere sperimentato e sentito mediante la meditazione. Essendo pienamente concentrati a livello Balvikas tentiamo di contemplare i valori al livello Educazione nei Valori Umani. Allora, col processo meditativo noi conosciamo cosa sia ‘Educare’. Ciò alla fine rappresenta “Colui che siete realmente”.

Quello che pensate di essere = Balvikas
Quello che gli altri pensano voi siate = Educazione nei Valori Umani
Quello che realmente siete = ‘Educare’

Questo è tutto. Questa è la prima parte del discorso e, col vostro permesso, passerò alla seconda parte.