Satsang

Amministrazione della salute (parte terza)

18 agosto 2002

Cari fratelli e sorelle!
Oggi completeremo l'argomento sull' 'amministrazione della salute'.
Sotto la voce 'amministrazione della salute' ci sono tre paragrafi.
Il primo è: 'Il cibo e le abitudini alimentari'; il secondo è: 'Forma fisica ed una vita
disciplinata'; ed il terzo è: 'Sentirsi bene'.
Ho cominciato a parlare di questi argomenti la settimana scorsa e li finirò stamattina.

Come possiamo svluppare la sensazione di star bene? Sebbene molta gente
stia bene, non 'si sente' bene. Questa è la tragedia. Stanno bene, ma non si 'sentono' bene, non hanno la sensazione di star bene. Perché?

Altri stanno male ma si sentono bene. Perché? Non hanno nessun motivo per dire: "Sto bene". Non hanno abbastanza soldi, e non hanno posizioni sociali elevate. Non hanno nessun padrino che li mantenga. Non hanno niente per cui dovrebbero star bene, eppure si sentono bene. Quindi, quelli che stanno bene potrebbero non 'sentirsi' bene, e quelli che 'si sentono bene' possono non star bene.
Questo è il primo punto che vi voglio chiarire.

Il secondo punto è che è più importante come ci si sente piuttosto che lo stato in cui realmente si è. Perché? Dovete essere buoni, e dovete anche avere un
bell'aspetto. Dovete essere rispettabili e decorosi sia fuori che dentro. Se non vi sentite bene, a che cosa vi serve la salute? Se non vi sentite bene, a che cosa vi serve essere persone influenti? Se non vi sentite bene, a che cosa vi serve tutta la vostra istruzione? Se non vi sentite bene, a che cosa vi servono tutta la vostra sadhana e le vostre pratiche spirituali? Esse dovrebbero farci sentire bene. E' in questo contesto che 'la sensazione di sentirsi bene' richiede uno studio approfondito, essendo un aspetto dell' 'amministrazione della salute'.

Quali sono i punti menzionati da Bhagavan nei Suoi Discorsi? Io sto cercando di raccogliere, organizzate sotto questo titolo, le perle, le gemme che sono gli
insegnamenti di Swami e che Lui ci ha dato in diverse occasioni. Tutto qui. Ora, di che cosa abbiamo bisogno? Che cosa dobbiamo possedere? Quali sono le cose che dobbiamo coltivare per stare bene?


IL PIU' GRANDE TESORO

Primo: qual è il più grande tesoro del mondo? Anche se vi regalassero delle miniere d'oro, voi vorreste ancora qualcos'altro. Ieri l'altro Bhagavan ha detto: "Chi è l'uomo più ricco? L'uomo più ricco è colui che è soddisfatto di ciò che ha. E qual è l'uomo più povero? Colui che ha maggiori desideri".

L'uomo che è pieno di desideri è il più povero, mentre l'uomo che è soddisfatto è il più ricco, secondo Bhagavan Sri Sathya Sai Baba. Quindi, amici miei, per provare una sensazione di benessere dobbiamo possedere quel ricchissimo tesoro che è la soddisfazione - non un conto in banca, non i gioielli, niente di tutto questo.

Qual è il nostro più grande tesoro? È una mente soddisfatta e pacifica.
"Sono in pace, sono soddisfatto". Allora sei il più felice del mondo. Quello e il primo requisito, ed il più importante, per sviluppare la sensazione di 'sentirsi bene'.


SEMPLICITA'

La seconda cosa di cui abbiamo bisogno è la semplicità. Qual è la città migliore del mondo, quella in cui si può vivere al meglio? La città migliore non ha un'ubicazione geografica. Non è New York, o Chicago, né Dehli, o Bombay. La città migliore è la semplicità.
Perché? Se rimanete semplici, avrete una vita gioisa ovunque vi troviate. La grandezza risiede nella semplicità.

Bhagavan dice: "Io mangio cibo semplice e conduco una vita semplice".

Le persone più nobili conducono una vita semplice, con cibo semplice, abitudini semplici e pensieri elevati. Oggi invece si hanno alti tenori di vita e pensieri ordinari.
Ecco perché si è confusi ed infelici. Almeno da un punto di vista spirituale - questo riguarda quelli fra noi che hanno optato per un modo di essere spirituale, quelli di noi che hanno scelto il sentiero spirituale della vita - si deve essere semplici, perché la città migliore è la semplicità. Questa è la seconda cosa
di cui abbiamo bisogno per sentirci bene.


SEPARATI DA NOI STESSI

E la terza cosa... perché non stiamo così bene? Perchè non ci sentiamo bene? Perchè? La ragione è che noi siamo separati da noi stessi. Voi siete separati da voi stessi.
Ciò che dico può sembrarvi senza senso. Alcuni possono cercare di scambiare ciò che dico per un gioco di parole od una ginnastica col vocabolario. Ma non è così.
Noi siamo separati da noi stessi. Voi siete separati da voi stessi. Che cosa intendo con 'separati da Voi Stessi'? Che cosa intendo?

Chi sono Io in realtà? Qual è il nocciolo del mio essere? Qual è il centro del mio essere? Vengo allontanato dal mio centro, e mi dibatto nell'oscurità, muovendomi alla periferia. E, dato che mi muovo alla periferia, vengo allontanato dal centro del mio essere. Mi trovo alla periferia. Sono separato dal nocciolo del mio essere. Ecco perché non ho la sensazione di stare bene. Non ce l'ho perché sono lontano dal mio Sé.

Qual è la mia realtà? Qual è il nocciolo della mia personalità? Qual è il centro del mio essere?
Esso consiste di tre aspetti, di tre punti. Quali sono? Essi sono l'esistenza, o Sat,
consapevolezza, o Cit, e beatitudine, o Ananda: esistenza, consapevolezza, beatitudine.
Il mio nocciolo, il centro della vita, comprende la Verità, l'Amore e la bellezza (Sathyam, Sivam, Sundaram). E Sat, Cit e Ananda sono il centro vero e proprio della mia vita. Dato che sono fuori dal mio centro, e vivo alla periferia, non posso 'sentirmi bene'.

Perché sono tagliato fuori? Perché sono tagliato fuori dal mio centro?
Perché? La ragione è che io non conosco la Verità. Non ho la consapevolezza della Verità. Ecco perché un punto del mio centro se n'è andato. Non vivo nella realtà del fatto vero e proprio della vita. Non ho consapevolezza. Ho perso un altro punto dal nocciolo del mio essere. Terzo, non sono beato. Non conosco il gusto della beatitudine. Ho perso il terzo punto del centro vero e proprio del mio essere: la Verità, la Coscienza e la Beatitudine (Sat, Cit e Ananda). Quando tutti e tre, uno dopo l'altro, se ne sono andati, il centro vero e proprio è stato perso. Ed io mi trovo alla periferia.


FELICITA' E BEATITUDINE

Io gioisco della felicità. Ho la felicità, ma non so che cosa sia la beatitudine. La beatitudine è diversa dalla felicità. Ne abbiamo già parlato moltissime volte. La
beatitudine è non- dualistica, la felicità è dualistica. La beatitudine è spirituale, la felicità è fisica. La beatitudine è eterna; la felicità è momentanea. La beatitudine è il Sé; la felicità é relativa alle cose, agli oggetti materiali ed agli individui. La beatitudine non ha condizioni, la felicità sí. La beatitudine è il nostro vero stato; la felicità va e viene. Ne abbiamo parlato a lungo e molte
volte, perciò non entreremo in maggiori dettagli.

Dato che non conosco la beatitudine e la consapevolezza del mio vero Sé, visto che non conosco la mia vera Realtà e Verità, sono tagliato fuori dal centro della mia vita, dal nocciolo del mio vero essere. Ecco perchè non posso 'sentirmi bene': perché il nocciolo non c'é più. Sono lontano dal mio Sé.


LA VITA E' SEMPLICE

La quarta attitudine da coltivare è: la vita è semplice, è la stupidità che la rende complessa.
Qualsiasi cosa voi chiediate a Bhagavan, Egli vi dirà: "È semplice, molto semplice!"
"Swami, la spiritualità è molto difficile?"
"No, no, molto semplice!"
"Swami, il principio del non-dualismo, Advaita, è molto difficile da capire?"
"No, no, molto semplice!"
"Swami, la sadhana è molto complicata?"
"No, no , no, molto semplice, molto semplice!"

In accordo con quanto dice Bhagavan, tutto è semplice e facile; ma l'uomo è abbastanza intelligente da rendere complicate le cose semplici (Risate). L'uomo complica le cose semplici, questa è la totale espressione della sua stupidità, mentre la Divinità rende semplice una cosa complicata.
Questo è il segno della Divinità. Il segno della Divinità è rendere tutte le cose complicate estremamente semplici e facili.

Quindi cerchiamo di capire... la vita è semplice. Se trovo qualsiasi difficoltà, la responsabile è la mia stupidità, la mia idiozia. Altrimenti, la vita è così semplice.
Perché? Bhagavan una volta ha detto: "L'ingegneria ha aiutato l'uomo a crescere? Ha aiutato la società a crescere in qualche modo? No. E la medicina? Ha aiutato la società a crescere? No. La bellezza architettonica ha aiutato l'uomo a crescere? No".

Bhagavan lo spiega a questo modo: "Gli uccelli, le api e gli animali vivono tutti senza le conoscenze dell'ingegneria, della medicina, dell'architettura - niente
di tutto questo. Non abbiamo mai sentito di animali che frequentassero le Università di Harvard o di Oxford (Risate).
Non ne abbiamo mai sentito parlare. Senza un diploma universitario, senza nessun tipo di istruzione, gli animali, gli uccelli e le api - sono tutti così felici!"


NOIA

Noi ripetiamo spesso: "Che noia, che noia!"
Nessun animale si lamenta di essere annoiato. Nessun uccello ha mai detto: "Sono annoiato" (Risate)
Nessun cane ha mai detto: "Che noia!"...
L'uomo invece si annoia. L'uomo è un'altra parola per 'noia'. Perché?

Se chiedete a qualsiasi ragazzo, a qualsiasi bambino delle scuole elementari: "Come stai?"
"Annoiato, papà!" (Risate)
Oh, vedo. Se chiedete ad uno studente qualsiasi:
"Come stai, figliolo?"
"Oh, che noia... Non posso sopportare questa noia."
Oh-ho. Se chiedete ad un ufficiale: "Come sta?"
"Signore, la vita è diventata una noia".
Se chiedete ad una casalinga, vi risponderà: " Mio marito ha reso la
mia vita così noiosa" (Risate)

Insomma, ciascuno di loro è diventato una noia per qualche altra persona. Il marito per la moglie e la moglie per il marito. L'ufficio non è altro che una noia; gli studi sono una noia. Non capisco perché tutto sono così annoiati!
C'è noia perché abbiamo reso la nostra vita meccanica: ore 4,30:
darshan - corri, corri! Perché?
'Devo correre!' (Risate)
"Perché sei seduto lì?"
"Swami starà male se non ci sarò"
Oh-ho, capisco. Lui si sentirà più felice se un tipo di quel genere 'non' ci sarà! Non siamo là per rendere felice Swami, bensì per rendere felici noi stessi. Altri vanno al darshan per paura. Altri ancora per via del fatto che sono tesi. Non trovano alternative.

Io vado ai Bhajan. Perché? "Che divertimento ci trovi?" Allora vengo anch'io!
Questo genere di attitudine, questo"allora ci vado anch'io!", è la causa della noia. Significa che ho perso il fascino della vita. Ho perso la bellezza della vita,
l'eccitazione della vita, perché ho reso la mia vita meccanica. Le casalinghe, o i mariti, o gli amministratori, o i professionisti, o gli studenti - tutti - se dicono che la vita è una noia, significa che hanno perso il fascino della vita. La loro vita è diventata meccanica. Viaggiano in Mercedes ma comunque - che noia!
Perché? La risposta è: 'meccanicità'.

Eppure la vita è così semplice che dobbiamo gioire di ogni momento di essa. Osserviamo Bhagavan.
Che cosa fa? Ogni giorno dà il darshan, al mattino ed al pomeriggio. Si siede a fare i Bhajan due volte al giorno. Questo Romanzo Divino raccoglie le lettere e dà le 'interview' da sessant'anni e più!
E non ha mai detto: "Che noia!" (Risate)
Chiama lo stesso uomo, parlando con lui molte volte, ma non dice mai:
"Com'è noioso!" A volte ripete gli stessi argomenti nei Suoi Discorsi Divini, ma non si annoia mai. Perché? Perché?
Chiedetevelo. Perché Bhagavan non si annoia mai? Non si annoia mai perché è l'impersonificazione della vita. È l'Energia impersonificata, è dinamismo in forma umana.


LA FRESCHEZZA DELLA VITA

Eccovi alcuni semplici esempi. Osservate l'alba ogni mattina. Nessuno dirà: "Oh, la stessa alba di ieri mattina, che noia!"(Risate) Andate in luoghi come Kanyakumari o Capo Cameron. Godetevi l'alba ed il tramonto. Andate dietro le case rotonde là in fondo, vedrete l'alba ed il tramonto. Nessuno dirà: "Oh, il tramonto è noioso!" Se qualcuno dice che l'alba ed il tramonto sono noiosi ditegli da parte mia che è già morto e andato - un caso finito! Perché? Perchè l'alba é sempre fresca, ed il tramonto è sempre nuovo.

Oppure: prendete, per esempio, una rosa in boccio: "Ah, che noia!
Tutti i fiori sbocciano!" Nessun idiota parlerà a questo modo, perché ogni fiore è nuovo, è fresco, e nella sua fioritura c'è un messaggio. Se osservate la natura, essa non è mai annoiata. Quando cantate i Bhajan, anche se cantate sempre lo stesso, non vi annoiate mai.

Quindi, amici miei, dobbiamo trovare la freschezza della vita...
qualcosa di nuovo... in cui realizzare che ogni momento è prezioso. Il tempo è Dio. Il lavoro è adorazione. Quando percepisco il lavoro come adorazione, esso non potrà mai essere noioso. Se sento che il tempo è Dio, il tempo non sarà mai qualcosa di pesante per me. "Perder tempo equivale a sprecare la vita. La noia è ruggine e polvere. La realizzazione è riposo, ed è la cosa migliore":
parole di Bhagavan Baba.
Perciò, amici miei, viviamo ogni momento, non viviamo automaticamente la vita.

"Come stai?"
"Vado avanti, vado avanti!"
No!
"Bene, sto molto bene!": impariamo a rispondere a questo modo. Perché no?
Questo è ciò che si chiama: 'Sentirsi bene".


LA VITA E' PARADOSSALE

La vita è paradossale, dobbiamo accettare questa realtà. Non possiamo sempre aspettarci una vita piena di conquiste, no! Ci saranno anche dei fallimenti. La vita non sarà mai una vittoria, né darà sempre e solo dei profitti; talvolta ci saranno necessariamente anche delle perdite. Entrambe le cose coesistono: questa è la realtà della vita e dobbiamo accettarla.
La realtà della vita è paradossale.
L'uno aiuta l'altro. La notte non é negativa. La notte, sebbene sia buio, è positiva, perché ci permette di riposarci. Il giorno è positivo perché ci aiuta a
lavorare. La luce del giorno ci favorisce perché ci aiuta a lavorare. Ma anche la notte è positiva, non è negativa. Perché? Perché di notte possiamo riposarci. Quindi, sia il giorno che la notte sono positivi.

Ogni frutto ha una buccia amara che lo protegge, ma il succo in esso contenuto è dolce. La buccia amara è necessaria. Perché? Perché protegge il succo che si trova all'interno e che è dolce.
Cerchiamo di capire la melodia della vita, la musica, l'armonia della vita, la sua combinazione, l'integrazione della vita, in cui le cose sono complementari e mai
contradditorie.

Fra marito e moglie sorgono delle liti violente; la gente che lavora molto ha un litigio una volta al mese. Chi ha molto tempo libero invece può litigare tutti i giorni (Risate). Sì, la frequanza dei litigi dipende dalla disponibilità di tempo, perché i litigi sono solo un'occupazione secondaria.
Quindi, il punto è che quando la gente litiga animatamente, dopo arriva un amore himalayano. C'è la profonda valle del conflitto; dall'altra parte c'é una montagna alta come le catene dell'Himalaya di amore e felicità. L'amore è una montagna, e l'odio è una valle. Non potete avere solo la montagna, ci sarà anche la valle. L'amore e l'odio esistono solo insieme.

Non posso dire: "Scelgo solo l'amore". Non potete evitare la vostra ombra. Vi seguirà. Se chiedete amore, l'odio arriva non desiderato, non invitato, non voluto. Ma almeno non è noioso. L'amore vi porta all'odio. Essi sono il diritto ed il rovescio di una stessa medaglia.

Allo stesso modo, amici miei, la vita è paradossale. Piena di opposti, polarità, contraddizioni; ma dobbiamo accettarla di buona volontà, felicemente: è quella la cosa eccitante, proprio in queste contraddizioni risiede la sua bellezza. Piena di opposti, polarità, contraddizioni; ma dobbiamo accettarla volontariamente e felicemente: l'eccitazione sta proprio in questo. Ed anche la bellezza. Se ci fosse solo amore, non avrebbe gusto, sarebbe insipida, noiosa. Un litigio
occasionale rafforza il nostro amore. Fortifica la nostra amicizia.
Questa è la nostra vita paradossale. Se accettiamo la vita com'è si genererà in noi un sentimento di benessere.


NON CERCATE DI DOMINARE GLI ALTRI

La sesta attitudine da coltivare è: non cercate di dominare gli altri.
Se lo fate, sappiate che vi state creando un nemico. Se cercate di dominare qualcuno, sia che ci riusciate o no, riuscite a crearvi un nemico. Dopo tutto, che cosa c'è da dominare nella vita? Non c'è motivo di voler dominare nessuno. Chi cerca di dominare gli altri è altamente egoista e più o meno 'tamasico', cioè
in preda alla sua mente animale. Chi cerca di dominare gli altri è una persona egoista, dotata di una mente animale. Solo una persona con un complesso d'inferiorità cercherà di dominare gli altri.
Nessun uomo di valore cercherebbe mai di dominare un suo simile.

Eccovi un piccolo esempio: una volta, durante l'estate, mentre Bhagavan si trovava a Kodaikanal, alcuni ingegneri portarono dei progetti per la costruzione di una nuova 'canteen' (mensa; N.d.T.) e di qualche altro edificio. Swami cominciò a guardare i progetti mormorando: "Mmmh...", mentre gli ingegneri Gli illustravano tutti i programmi.
"Molto bello, ottimo, molto buono".
Concesse loro dieci minuti.

Poi disse: "Secondo Me - ascoltateMi- sarebbe meglio se faceste così".
Accettò quello che avevano detto all'inizio. Non disse mai: "State zitti, che cosa ne sapete voi?
Vi dirò Io cosa fare".
Non lo disse, sebbene Lui sia Dio. Sebbene Egli sappia tutto, sebbene sia onnisciente, sebbene abbia tutti i poteri possibili, non disse: "Zitti! Vi dico Io che cosa fare!"
"Bene, bene, molto bene..."

E quando Gli capitò di presentare quella persona ad altri, lo descrisse come un grande ingegnere, conosciuto a livello internazionale, un grand'uomo. "È un grande devoto, perciò ha fatto lui il progetto..." Insomma, era pieno di complimenti per quell'uomo.
Solo dopo dieci minuti aveva detto: "Secondo Me , è meglio che facciate così".
Questo è il modo corretto di agire, con umiltà, cortesia, decenza - senza cercare di prevalere.
Anche se avete ragione, se dominate, la cosa finisce nel modo sbagliato. Verrete fraintesi. Lo spirito del dominio sugli altri è il segno dell'ego, della gelosia e del complesso d'inferiorità.


CERCATE LE VOSTRE COLPE E I MERITI ALTRUI

La settima attitudine da coltivare è: cercate le vostre colpe ed i meriti degli altri. Bhagavan ci ha detto ieri pomeriggio: "Non lamentatevi mai. Se potete, spiegatevi.
Se pensate di esserne capaci, siate di ispirazione per gli altri, ma non tutti ci riescono.
Molti riescono a far sudare gli altri! Invece di ispirarli, li fanno sudare!"
Non tutti ispirano, no! Se non potete ispirare, allora spiegate. Se non sapete neppure spiegare, almeno non lamentatevi!
Spesso ci lamentiamo a questo modo: "Lui è buono. Lui è migliore. Lui è terribile, sporco, negativo". E voi? Come siete voi? Non cercate le colpe negli altri.
Siate coscienti delle vostre colpe e cercate i meriti degli altri. Questo vi farà avere la sensazione di star bene.

Bhagavan ha anche detto: "Voi dite che una persona è cattiva. Come lo sapete? Se non c'é qualcosa di cattivo in voi, non siete in grado di identificare il male negli altri".

Questa è una penna. Come faccio a riconoscerla? È perché ho già visto questa penna prima; ecco perché riesco ad identificarla come tale. So che una persona è cattiva perché lo sono stato anch'io; ecco perché riesco ad identificare il male in lei. Tutto ciò che vediamo negli altri è dentro di noi. Ecco perché Bhagavan dà questa definizione: "Riflesso dell'essere interiore". Tutto è un riflesso di ciò che abbiamo dentro, il bene o il male o qualsiasi cosa vediamo negli altri.
Questo è uno dei punti che non si deve mai smettere di sottolineare.


CHI VIVE BENE?

Poi: chi vive bene? Non tutti. Ci sono tre punti di cui parlare a questo proposito. Chi vive bene?
Primo: chi ride spesso. Prendete Bhagavan. Lo avete mai visto con una faccia seria? No! Se vi vuole correggere, vi mostra un'espressione seria. Ma nello stesso momento sorride a qualcun altro.
L'attore Divino! Cambia espressione istantaneamente! Perché serio? Per
correggervi. È serio solo per correggervi, tutto qui. Altrimenti sorride sempre, sempre.

Una persona ha detto:"Swami. perché sorridi sempre? Come fai ad essere
sempre felice? Dimmi il Tuo segreto!"
Sapete che cosa ha risposto? "Non penso al futuro, le cose che devono accadere accadranno comunque.
Non rimpiango il passato. Vivo al presente. Vivo al momento. Vivo nell'esistenza, ecco perché sono felice. Non ho desideri, non ho egoismo, non faccio programmi, se io 'voglio', accade". Tutto ciò che Bhagavan 'vuole', accade. Il Suo pensiero si avvera, sul momento.
Mentre ciò che noi vogliamo, può accadere o non accadere.
Nel caso di Bhagavan, la Sua volontà o il Suo piano - la Sua Realtà o azione - sono simultanei, spontanei, istantanei. Non ci sono preconcetti, si tratta di qualcosa come una cascata o una fontana, o la bellezza di una goccia di rugiada su una foglia di loto.
La cose avvengono spontaneamente.

Allora: chi sorride spesso, si sente bene. Anche chi ama molto si sente bene. Ma la dose, l'intensità, il peso e l'altezza dell'amore possono variare da caso a
caso. "Ti amo perché tu mi fai dei favori. Non ti amo se non mi fai dei favori". No, non così.
Amate molto, qualsiasi cosa succeda, accettando le cose come sono. Sei buono con me: va bene. Non sei buono con me: va bene lo stesso. Accettate le cose come sono, non come le vorreste.

Alcuni dicono: "Be', capisci, io non posso frequentare chiunque". Bene, allora stai in una gabbia.
(Risate)
Acuni dicono: " Non posso farmi capire da tutti". Bene, allora vai sulla cima di una montagna.
Credere di 'non doversi mescolare alla gente, di non essere capito da nessuno' ha qualcosa di psicotico. Si deve essere in grado di stare con tutti. Si deve poter comunicare felicemente con tutti.

Guardate Bhagavan, il modo in cui parla ai bambini delle elementari e agli studenti dell'Università, o con i devoti - non fa differenze o distinzioni. Sa
comunicare con tutti. Sta con le persone colte e con gli analfabeti, con i ricchi e con i poveri, con gli indiani e gli stranieri, benvestiti e no, tutto quello che capita. Sa stare con chiunque e scherzare con chiunque. È una vista Divina. Non fa selezioni; non ci sono gruppi elettivi o qualcosa del genere.
C'è una comunicazione effettiva- ecco il motivo per cui Egli ama molto e sorride spesso.


SACRIFICARE LA PROPRIA FELICITA' PER GLI ALTRI

Terzo, chi vive bene sacrifica la sua vita per gli altri. Un giorno accadde che c'era un ventilatore da tavolo da una parte della stanza di Bhagavan. Bhagavan disse: "Girate questo ventilatore sul tavolo verso quel ragazzo, che sta sudando. Giratelo verso di lui". Non disse:
"Lasciatelo dov'è. Il fresco mandatelo su di Me!" (Risate).
Ieri ha mandato un paio di ragazzi in alcuni villaggi vicini, dove intende costruire degli edifici per le scuole elementari. Dovevano fare un sopralluogo. Sono tornati alle cinque e mezzo del pomeriggio. Sapete che cosa ha chiesto loro Swami?

"Dove avete pranzato? Dove avete preso il tè? Faceva molto caldo, o era
sopportabile? Siete già stati all' ostello a lavarvi la faccia? come siete arrivati ai
villaggi?"
Chiunque altro avrebbe chiesto: "Quanti villaggi avete visto? (Risate)
Dove sono i programmi e i resoconti del sopralluogo? Potete già darmi un'idea dei costi?"
Non ha fatto nessuna domanda di questo genere.
"Avete preso il tè all'ostello, lo so, non siete venuti qui direttamente!"
"Sì Swami, sì!" (Risate)
"Volevo solo che andaste in quei villaggi a chiedere qualche informazione e ritornaste subito.
Invece avete fatto delle misurazioni e siete tornati tardi. Ho ragione?"
"Swami, ci dispiace."
"Non ve lo avevo chiesto, ma voi vi siete messi a prendere delle misure, vero?"
"Swami, hai perfettamente ragione, ci dispiace".
Ha guardato un ragazzo e gli ha detto: "Mmm... hai accettato un bicchiere di 'buttermilk' che ti è stato offerto al villaggio, vero? "
Oh, Swami, è vero." (Risate)

Voglio farvi solo capire quanto Bhagavan non sia interessato a se stesso, ma alla felicità degli altri, A volte è stato fino alle due del pomeriggio ad aspettare che i ragazzi tornassero, senza bere neppure un sorso d'acqua. L'autobus si era rotto sulla strada per Coimbatore. Due pullman pieni di ragazzi dovevano essere a Coimbatore per mezzogiorno, ma c'erano stati dei problemi ed erano arrivati alle due. Il nostro buon Dio li aspettò al cancello, senza bere nemmeno un sorso d'acqua.

"Che cosa è successo ai ragazzi? Che cosa è successo?", e mandò quindici Seva Dal con macchine e meccanici, per aiutare i ragazzi.
Un altro nell'attesa avrebbe mangiato regolarmente e preso il tè. "La vostra Beatitudine è il Mio cibo".
Chi vive bene allora? Chi ride spesso, chi ama molto e chi sacrifica la propria felicità per gli altri.


SAPPI CHE COSA VUOI SAPERE

Il prossimo punto: sappi ciò che vuoi sapere. Qual è la vostra meta?
Conoscere la meta ci fa stare bene. Le mete dovono essere commisurate alle nostre capacità, devono essere ragionevoli e pratiche.
Se sono ragionevoli e pratiche, e commisurate alle nostre capacità, ci sarà facile raggiungerle.
Ma se la meta è al di là delle nostre capacità, se è impossibile, non potremo sentirci bene.

Swami, parlando ai ragazzi, ha fatto questo esempio: "Avete talento nella quantità di un seme di senape - un semino così piccolo. (Risate) Ma l'ego è grande quanto una zucca!" (Risate) Dobbiamo conoscere le nostre limitazioni.

Per il 'Guru Purnima' Bhagavan aveva un gonfiore alla guancia, che gli provocava un dolore atroce.
Disse: "Vedi questo gonfiore? Io non posso parlare. Muovere la mascella mi è molto difficile. Non ho mangiato nulla, solo un po' di porridge, tutto qui. Perché non parli tu al posto mio?" Questo è ciò che mi chiese.

La mia risposta fu: "Swami, ho figli. Voglio vivere ancora un po' "
(Risate)
"Che cosa dici?"
"I devoti mi linceranno. Mi finiranno! Sono venuti fin qui per ascoltare Te, non me!"
"No, no, no, no, no! Che cosa posso fare? Non posso!"

"Swami, non c'è bisogno che Tu parli. Stai solo seduto là. Il Tuo darshan è il Tuo Messaggio. Non devi parlare. I Tuoi gesti ed il Tuo sorriso ci faranno capire che cosa intendi. Il solo Tuo sorriso è un messaggio Divino, Sacro".

Cedette: "Va bene, mi siederò là, e tu parlerai".
"No, no, Swami, anch'io mi siederò, davanti a Te".

Vedete? Parla in modo tale, così bene, e vuole valutare le vostre capacità. Se avesse fatto quella domanda a chiunque altro:
"Parli tu?"
Avrebbe risposto: "Sì Signore, parlerò, Swami".

Ma se parlate, la vedrete, quando avrete finito!" (Risate) Ci sono state occasioni in cui dei cantanti di prim'ordine di questo Paese hanno dato dei concerti qui. E a volte Bhagavan si è alzato e se n'è andato. Credetemi, quando Swami di alza, si alzano tutti, fuorché qualche Seva Dal in servizio che deve chiudere le porte! (Risate) Non resta essuno! Chi ha un minimo di esperienza in questo campo lo sa. Può essere un cantante famoso, ma dovrà cantare per se stesso! (Risate) Nessuno lo ascolterà. Perciò si deve avere un' idea dei nostri limiti. Nessuno può rimpiazzare Bhagavan.
Non si può sostituire Swami. Impossibile!


DEVO CANTARE?

Due giorni fa Bhagavan ha chiesto a due ragazzi di cantare. Erano molto
giovani, avevano dieci o dodici anni, credo, ed entrambi hanno cantato in modo eccellente la "Rama Katha" (la storia di Rama). A Swami sono piaciuti molto, ma non è finita lì. Alla fine mi ha chisto: "Anil Kumar, sei pronto a cantare?" (Risate) Canta!"

Che cosa avrei potuto cantare? Gli ho detto: "Swami, canto dopo i Bhajan e l' Arathi del pomeriggio. (Risate ed applausi) Dopo l'Arathi, ho pensato, non ci sarà nessuno. Posso cantare per me, al meglio delle mie possibilità. La mia voce non arriverà più in là dell' angolo senza microfono, solo le colonne ed i pavimenti mi sentiranno, e resteranno muti! Bene! Ecco: dobbiamo conoscere i nostri limiti prima di definire le nostre mete.

I guai cominciano se penso di essere migliore degli altri. Noi non ci 'sentiamo bene'. Perché? Per via del nostro sentimento di superiorità: 'Sono superiore', 'Sono migliore degli altri'. Questo è un sentimento che è segno di grande ignoranza. Non possiamo essere migliori di tutti.

Bhagavan ha fatto l' esempio di due persone. Una era Dharmaja, il più anziano dei Pandava, e l'altro era Duryodhana, il più anziano dei Kaurava. Dhritharashtra, padre dei Kaurava, disse: "Vi ho chiamati per chiedervi di andare a cercare una persona buona in questo regno". Essi obbedirono, e poi tornarono.

Che cosa disse Duryodana? "Signore, mi hai chiesto di trovare qualche
persona buona nel regno, ma mi dispiace doverti dire che non ce n'è nessuna, fuorché me. Io sono l'unico uomo buono in questo regno. Gli altri sono tutti senza speranza. Mi dispiace molto dovertelo dire, ma è così".
"Oh-ho. Siediti"

Poi fu il turno di Dharmaja, che disse: "Padre, ho girato per tutto il regno. Sono tutti buoni, fuorchè me. Se c'è qualcosa di cattivo, è solo in me".
Questo è il genere di sentimenti che si dovrebbero avere: "Tutti gli altri sono migliori di me".
Non: "Io sono migliore degli altri". Come potete affermare di essere migliori degli altri?" Questo genere di sentimento dev'essere tenuto costantemente sotto controllo.

Se non vi potete permettere tutto ciò che desiderate, pensate all'eccitazione di quando potete permettervi 'qualcosa'. Invece di essere tristi per tutte le cose che non potete avere, siate felici per quelle che potete avere! Oggi posso comprarmi questo, sì, sono molto felice!
"Dio, sono molto felice delle cose che Tu mi hai dato".
"Io sono felice per tutte le cose che mi posso permettere". Questo è il genere di sentimento che dovrei avere, non quello di essere infelice per ciò che non posso permettermi.


ISTRUZIONE E BUONA COMPAGNIA

Numero dodici: istruzione. Noi pensiamo sempre che la meta dell'istruzione sia la competenza. La gente pensa: "È molto competente". Invece la meta dell'educazione, scolastica e non, non è la competenza. È l'efficienza. L'efficienza è cosa ben diversa dalla competenza. Si è competenti quando si conosce la materia in profondità. Si è efficienti quando si mette in azione la conoscenza di cui si è in possesso. Conoscenza in azione è efficienza. Conoscenza in profondità è competenza.
Oggi molti sono competenti, ma pochi sono efficienti. Ci sentiamo bene se siamo efficienti e non solo competenti.

Numero tredici: per star bene, abbiamo bisogno di stare in buona compagnia. Dopo essere stati con i devoti qui, torniamo a casa e stiamo di nuovo in compagnia delle persone del mondo. Qui siamo stati in compagnia di coloro che cantano la gloria di Dio, che si scambiano le loro personali esperienze alla presenza di Dio e che sono esposti alle vibrazioni della Divinità.
Ma, tornati a casa, ci troviamo in mezzo alla folla. Dobbiamo essere molto selettivi per quanto riguarda le compagnie che frequentiamo. Quali devono essere le qualità dei nostri amici?
Bhagavan ci ha dato questo esempio:
"la sabbia in compagnia dell'aria si alza o va in alto. La stessa sabbia in compagnia dell'acqua affonda. In compagnia delle persone giuste vi elevate, in compagnia di quelle sbagliate cadete.
Dovete essere molto selettivi per quanto riguarda le persone che frequentate. State solo con le buone compagnie".


CIO' CHE FATE DEVE PIACERVI

Punto quattordici: una condizione per star bene è che vi piaccia quello che fate, non solo che facciate ciò che vi piace.
Alcuni dicono: "Sarei andato più avanti nella vita se avessi fatto l'esattore delle tasse"; oppure:
"Avrei fatto più carriera come medico".
Sono tutte cose senza senso. Ciò che siete è una prova effettiva e reale della vostra abilità e delle vostre capacità, non è come se sognaste.
"Come attore sarei stato più bravo"
No, no! Recitate a sufficienza anche dove siete! (Risate) Non c'è bisogno di essere un attore sul palcoscenico. Non dobbiamo pensare che avremmo avuto una carriera migliore facendo qualcos'altro, no! Quello che siete è quello che state facendo è esattamente ciò che Dio ha voluto darvi, ed è una missione santa. Fate sì che vi piaccia ciò che fate; non pensate di voler fare ciò che vi piace.


SCELTA E PREFERENZA

Numero quindici è: il 'tetto ai desideri'. Se mettiamo un tetto ai nostri desideri saremo felici con ciò che abbiamo. Voglio attrarre la vostra attenzione su due
parole: 'scelta' e 'preferenza'.
Siate preferenziali e non abbiate scelte. Senza scelte, sarete molto felici, qualsiasi cosa vi venga data.

"Signore, è la prima volta che venite a casa nostra, Che cosa desiderate?"
"Grazie, non scelgo niente. Prenderò qualsiasi cosa che mi serviate e ne sarò felice".
Se invece dite: "Scelgo il caffé"... be', può darsi che non ce ne sia.
Diranno: "Mi dispiace, non ne abbiamo".
Se invece dicono: "Abbiamo tè e caffè: che cosa preferite?"
"Grazie, preferisco il caffé"

Quindi, siate preferenziali e senza scelte: esprimete una preferenza si ci sono due o più cose, altrimenti non scegliete niente e prendete quel che c'è.

"Bhagavan, sono venuto con l'idea che mi avresti dato almeno un'intervista". (Risate) Oh-ho!
"Almeno una collana d'oro, se possibile (Risate)
Questa è 'scelta'. E rende la nostra vita misera e disgraziata.

Ma: "Swami, preferisco la prima fila invece dell'ultima". O: "Invece
dell'interview, preferisco un sorriso, mi basta per questa vita!"
C'è quindi una grande gioia nella preferenza, e grande disgrazia nella scelta. Se i vostri desideri sono sotto controllo sarete assolutamente felici.

Alla fine (punto sedici): "Armonia di pensiero, parola ed azione"
"Sono felice dentro, sono felice fuori". Se sono felice fuori ed infelice dentro, mi si alza la pressione sanguigna. Quello che è fuori si chiama 'personalità', e quello che è dentro si chiama 'individualità'. Tutto ciò che viene esibito, che è 'sociale', come le 'maniere', l' 'etichetta', la ' decenza' - tutte queste rappresentaziooni sono la 'personalità'. Ma quando la personalitá e l'individualità sono una e la stessa - la parte interiore è conforme a quella esteriore - allora 'ci sentiamo bene'. Questo è ciò che si intende con 'armonia di pensieri, parole ed azioni'.


COMINCIANO LE FESTIVITA' DI ONAM

Domani cominciano le celebrazioni di Onam. Il 19 ed il 20 mi sembra di aver capito che avremo dei programmi che verranno svolti nell'Auditorium del Purnachandra, per un'ora al giorno. Il 21, giorno di Onam, avremo un programma di un'ora nel Mandir al mattino ed uno di un'ora e quindici minuti alla sera. Tutto qui, per quanto riguarda gli orari delle celebrazioni, che cominciano
domani.

Onam commemora l'episodio in cui Dio chiese tre passi ad un re di nome Bali. Dio chiese tre passi, e quest'imperatore, un grand'uomo, era pronto ad offrirGlieli.
Ma il suo insegnante gli disse: "Non farlo, non darglieli".
E l'imperatore: "Perché?"
L'insegnante rispose: " Se lo fai sei finito, perché il monaco che è venuto qui a chiederti i tre passi è Dio stesso. Ti ruberà tutto, non dargli nulla".

Ma l'imperatore si impose: "Dio, la mano di Dio dà sempre, e quella Sua mano, che dà sempre, per una volta sta chiedendo qualcosa a me. Gli darò qualsiasi cosa mi chieda".

Questo era lo spirito di sacrificio dell'imperatore Bali. Come ricompensa Dio gli concesse che il Suo nome sarebbe stato ricordato in tutto il Paese come quello di un uomo di sacrificio e di resa.
Inoltre gli permise di tornare ogni anno sulla terra , nel suo regno, nello stato del Kerala, in India, e di vedere quanto la sua gente è felice. Può venire ogni anno a trovare il suo popolo, e questo è ciò che commemora la festa di Onam.

L'imperatore Bali divenne così famoso perché dette i tre passi a Dio.
Che cosa erano questi tre passi? Se tutta la Creazione appartiene a Dio, che cos' erano mai questi tre passi? Se tutto è Divino, che bisogno c'era di avere questi tre passi? Vi farò un breve riassunto di quegli eventi.


ALTRE INTERPRETAZIONI

I tre passi richiesti da Bhagavan erano i tre periodi di tempo: il passato, il presente ed il futuro. I tre periodi di tempo devono essere arresi a Dio, affinché l'uomo possa vivere in pace e beatitudine. Questo è il significato dei tre passi.

La seconda interpretazione è che si tratti dei tre livelli di coscienza (il corpo grossolano, il corpo sottile, o mente, ed il corpo causale, o spirito). Tutti e tre
devono essere sacrificati a Dio.

Un' altra interpretazione sono i tre attributi: le qualità 'sattvica' o bontà; l'aspetto emozionale, 'rajasico'; e l'inerzia, la qualità bestiale o tamasica.
Questi tre attributi devono essere arresi a Dio.

Un altro significato ancora è S.A.I., Sai: che cosa significa? 'S' sta per Spirituale, cambiamento 'Spirituale', 'A' per cambiamento di Associazione (associarsi a persone migliori) ed 'I' per 'cambiamento Individuale'. Questi sono i tre livelli che simbolegggiano ciò che Dio chiese tramite la richiesta dei tre passi.

Un'altra interpretazione è la Trinità - DIO. 'G' è il generatore - Dio, Brahma. 'O' è
l'organizzatore , Vishnu, 'D' è il distruttore, Shiva. Perciò: Brahma, Vishnu, Siva - la Trinità, o il Dio Trino, dev'essere realizzata. Questo è il significato di Onam.

Ancora un'altra interpretazione. Primo: la parte fisica: arrendere il corpo fisico a Dio, affinché esso venga usato per il servizio al prossimo. Secondo: la parte
psicologica - lasciare che la mente sia sempre in costante contemplazione del Signore. Terzo: la parte spirituale - lo spirito, la coscienza, l'Atma - fatemi vivere nel Sé. Queste tre cose dovete tenerle in mente, quando pensate ad Onam.

Amici miei, Onam, che comincia domani, è un grande festival, che ha interpretazioni multi-dimensionali.

Che Bhagavan sia con voi!