Satsang

Amministrazione della salute (parte seconda)

11 agosto 2002

Cari fratelli e sorelle!
La scorsa settimana abbiamo considerato in via generale il soggetto:
'Cibo ed abitudini alimentari'. Oggi continueremo su questa linea, in questo nostro secondo incontro, nel quale tratteremo l' 'amministrazione della salute'.

Sotto il titolo 'Cibo ed abitudini alimentari' parlai di tre tipi di cibo e del loro effetto sulla mente. Se mangiamo cibo sattvico - cibo puro, vegetariano - avremo una mente sattvica. Se mangiamo rajasico - cibo 'infiammatorio' - avremo una mente rajasica. Se mangiamo tamasico - cibo inerte, 'stagnante', avremo una mente tamasica. In altre parole, come è il cibo, così è la mente. La mente si accorda al cibo che consuma. Per questo motivo, i ricercatori
spirituali devono prestare la massima attenzione alle loro abitudini alimentari. Questo include sia gli orari, che la qualità dei pasti.

Bhagavan qualche giorno fa ha parlato con un team di medici di Bombay.
Ha detto che si deve stare molto attenti sia alla qualità del cibo che agli orari dei pasti.
Dovete mangiare sempre esattamente alla stessa ora, non alle dieci un giorno e alle dodici un altro giorno, e così via. Se non siete puntuali e sistematici nelle vostre abitudini alimentari, questo vi porterà ad ammalarvi.
Perciò: il cibo e le regole dietetiche implicano due punti: la qualità del cibo e la puntualità nell' assunzione dello stesso. Questo è ciò che ha detto Bhagavan.

Com'è la mente, così sono i pensieri. I pensieri saranno puri se mangiamo cibo sattvico. I pensieri saranno impuri se mangiamo cibo tamasico o non vegetariano, o se beviamo bevande alcoliche, o se facciamo uso di sostanze intossicanti. Dobbiamo prenderci cura della mente e dei pensieri.

Come sono i pensieri, così saranno le azioni. Come è l' azione, così saranno i risultati. La mente, i pensieri, le azioni e i risultati sono tutti basati sul cibo. Da
questo si capisce quanto si debba stare attenti a che cosa si assume. Com'è il cibo, così è la testa. Come è la testa, così è Dio. Che splendido ordine consequenziale! Che sviluppo scientifico!
Quale pensiero razionale basato sul ragionamento! Non esiste scienziato più grande di Bhagavan Baba stesso, per quanto riguarda lo sviluppo del tema di questo argomento.

La pentola che usiamo per cucinare dev'essere pulita. Questo si chiama "patra suddhi. " Dobbiamo usare del cibo puro. Questo si chiama "padarda suddhi." Tutto il processo del cucinare dev'essere perfettamente pulito: "paka suddhi". Soprattutto, il cuoco deve mantenere purezza di pensiero, quel che si chiama "bhava suddhi". In altre parole, "patra suddhi", "padarda suddhi", "paka suddhi" e "bhava suddhi" insieme costituiscono il processo perfetto del cucinare:
avere pensieri sacri, usare cibo puro ed usare utensili pulitissimi. Sono costituenti di uno stesso processo, e devono essere tutti presenti. Questo è molto importante. Ci sentiamo di voler mangiare di più quando a cucinare è
nostra madre. Non ci sentiamo di mangiare di più in un 'Holiday Inn" o da qualsiasi altra parte.
Desideriamo mangiare di più quando è nostra madre a prepararci il cibo
perché pensieri puri ed amore vengono portati in tavola col cibo.


META' STOMACO DEVE RESTARE VUOTO

Soltanto un quarto dello stomaco dev'essere riempito di cibo. Metà stomaco deve restare vuoto. Il restante quarto dev'essere riempito d'acqua. La maggior parte di noi mangia così tanto, che non solo si riempie lo stomaco, ma si lega anche un cappio al collo! (Risate)
Il processo non dev'essere questo. Bhagavan ha detto che i tuberi, che crescono sottoterra, e tutte le radici, contengono amidi, per cui è meglio consumarli con parsimonia.

Per tutti gli abitanti dell'India del Sud: essi dovrebbero mangiare 'chapati', perché a loro il grano non piace. Così, se mangiano 'chapati', non ne vorranno più di uno! Invece, gli abitanti dell'India del Nord, dovrebbero mangiare riso, perché a loro non piace.
Se chiedete loro perché non vogliono il riso, vi rispondono: "Quando è troppo, è troppo!"
Mangiando cose che non vi piacciono troppo, non rischiate di mangiarne fuori misura - ecco che cosa significa 'essere regolati nel cibo'. È la reazione inversa!


OFFRITELO A DIO

Prima di cominciare a mangiare, dobbiamo offrire il cibo a Dio. Perché?
Qualsiasi impurità relativa al cibo e al processo di preparazione del cibo viene purificata ed il cibo diventa perfetto, una volta che è stato offerto a Dio. E voi sarete sani. Perché?

Quando Mirabai offrì il veleno a Dio, divenne nettare. Mira venne avvelenata da suo marito perché, essendo una grande devota, si rifiutò di vivere con lui: era felice solo in compagnia di Krishna.
Ecco perché suo marito decise di avvelenarla. Le dette una tazza avvelenata. Mira non sapeva che fosse veleno. Prima di bere, offrì il contenuto a Dio:

'Aham Vaishvanaro Bhutva, Praaninam Deham Asritah'

Questa è la preghiera che facciamo prima di cominciare a mangiare.
Perciò, quando Mira inconsapevolemente offrì a Dio il veleno, la preghiera ebbe questo significato: "Dio, Tu sei dentro. Questo veleno andrà a Te. Tu ne sarai colpito, non io" (Risate). Dio era ben conscio di questo, e si prese cura di lei. Il veleno venne trasformato in Amrita, o nettare. Ecco qual è il vantaggio di offrire una preghiera prima di mangiare!


NON MANGIATE IN FRETTA

Non dobbiamo mai mangiare in fretta. Dobbiamo gioire del cibo, dobbiamo
goderci ogni boccone.
Prendetevi il tempo di fare complimenti a vostra moglie per avervi cucinato un cibo così buono. Non ingoiatelo come una rana che divora un insetto senza espressione sulla faccia. Se quando mangiate non avete espressione, in una vita precedente eravate una rana (Risate). Un buon marito si complimenta con la moglie ogni volta che fa qualcosa di buono.

Quindi: non mangiate in fretta. La tavola da pranzo non è una stazione
ferroviaria. Godetevi il cibo, raccontate qualche barzelletta, masticate lentamente e non mangiate mai se siete preoccupati.
Se mangiate quando siete preoccupati per l'ufficio, per le competizioni, per differenze di opinioni, altrimenti il cibo diventa veleno. Sì!

Bhagavan cita un esempio. Una madre stava allattando il bambino. Nel
frattempo urlava arrabbiata al marito. Dopo un po' di tempo trovarono il bambino morto. Perché? Perché il latte, a causa della rabbia e della tensione, era diventato veleno. Non dobbiamo mangiare se siamo tesi, se preoccupazioni ed ansietà sovrastano la nostra mente. Mangiate lentamente, masticando a lungo ogni boccone, e godetevelo.

Non cerchiamo cibi preparati con troppo curry o con troppo olio, o grassi. Questo tipo di cibo può piacere al vostro palato, ma fa alzare il colesterolo e vi porta dal medico! Dobbiamo stare molto attenti a questo!

Qual è il cibo sattvico - qual è il cibo buono? È il cibo che è:
saporito, sostanzioso e gradevole.

Queste definizioni sono state tratte dalla Bhagavad Gita. Non credo nei discorsi improvvisati, lasciati alla mia immaginazione. Non ci credo, perché non penso di
essere uno studioso di una bravura tale da poter speculare ed immaginare, o ancora meno, interpretare. Le antiche Sacre Scritture, il Sanathana Dharma, dicono che tutto ciò che diciamo dovrebbe avere una ratifica scritturale. Senza una ratifica scritturale, tutto ciò che diciamo è un nonsenso. Questo è ciò che
dicono le Sacre Scritture. Ecco perché tutto ciò che io dico ha una ratifica scritturale. E la più alta e la migliore fra le Scritture a noi accessibili sono i Divini
insegnamenti di Bhagavan. Su queste basi, ci riuniamo qui per imparare, la domenica mattina.


BENESSERE FISICO

Abbiamo completato lo studio del cibo e delle abitudini alimentari - il primo aspetto - ed ora sta a ciascuno di voi mettere in pratica i principi appresi. Affronteremo ora il secondo aspetto:
'Benessere fisico e vita disciplinata'.

Se voglio un lavoro governativo o nelle forze armate, un medico controllerà se io sono fisicamente a posto. Ma non siamo qui per una mera idoneità fisica. Dobbiamo sapere se siamo spiritualmente idonei. L'idoneità spirituale è importante, più importante di quella fisica. Sia l'idoneità spirituale che quella fisica sono importanti.

Per facilitare la comprensione dell'argomento, ho disegnato una forma tubulare su questa lavagnetta bianca. Dovrete aver intuito che io sono fondamentalmente un insegnante. Dopo trentanove anni di insegnamento non posso scrollarmi di dosso certe abitudini da insegnante. Devo scrivere e documentare tutto. Inoltre, credo che voi dobbiate avere qualcosa da laggere, da portarvi dietro a casa, piuttosto che divertirvi ad ascoltare queste informazioni in modo più leggero, quasi come un intrattenimento. Si tratta di illuminarsi, non di lasciarsi intrattenere! Affinché possiate portar via qualcosa di scritto, ho buttato giù qualche riga sulle cose più importanti, qui sulla lavagna.

Cerchiamo di capire innanzitutto che cos'è il benessere fisico. I punti sono chiari. Per star bene fisicamente, si deve seguire una buona dieta, costituita di cibo nutriente, contenente sufficienti proteine. Per essere spiritualmente a posto, il cibo non conta granché.
Dovete fare del bene, vedere il bene ed essere buoni. Questo vi rende spiritualmente in forma.

Se tutte le nostre azioni sono sbagliate - se ciò che vediamo è brutto e siamo di cattivo umore - allora nel comportamento, nel pensiero, nelle parole e nelle azioni non saremo spiritualmente idonei. Se sto male fisicamente, la gente delle forze armate dice: "Mi dispiace, signore. Questo non è posto per lei. Non la arruoliamo perché lei non è fisicamente idoneo". Allo stesso modo, non saremo spiritualmente idonei se avremo questi tre comportamenti, e saremo spiritualmente idonei se li avremo. Di quali comportamenti si tratta?


FATE IL BENE, VEDETE IL BENE, SIATE BUONI

Il secondo punto: per essere fisicamente in forma, dobbiamo fare degli esercizi. Oggi tutti i medici vi dicono che l'esercizio fisico è necessario. Con tutti gli
elettrodomestici, e persino dei robot, a nostra disposizione, potremmo non alzarci neppure da letto!
Possiamo continuare a stare a letto fino alla tomba! La vita è diventata così meccanica che non ci vogliamo più alzare. Non vogliamo fare le scale. Non vogliamo sfacchinare - per quello ci sono i facchini! Non abbiamo bisogno di alzarci, sedetevi!

Molto presto, il prossimo secolo, verrà il giorno in cui pasteggeremo con delle pillole che conterranno tutto il nutrimento di cui il nostro corpo ha bisogno. Non
dovrete avere molte vettovaglie. Avrete solo bisogno di saper aprire la bocca, di un po' d'acqua e di qualche pillola.
(Risate) Quella era la cena, tante grazie!
La vita è diventata cosÌ meccanica, computerizzata, che il corpo non ha stimoli e non deve fare niente, e come risultato abbiamo ogni sorta di problemi, pressione alta, colesterolo e così via.
I medici prescrivono l'esercizio fisico - passeggiate al mattino ed alla sera, che sono assolutamente necessarie per il benessere fisico. Per il benessere
spirituale, non c'è bisogno di esercizio fisico. È la preghiera, la preghiera giornaliera, che ci renderà spiritualmente in forma.

Punto tre: evitate la malnutrizione ed il cibo cattivo: il cibo non nutriente, non fresco, il cibo marcio; no, non dobbiamo assumere questo genere di cibo. Assumerlo significa: malnutrizione.
Evitate il cibo cattivo se volete essere fisicamente in forma.


EVITATE I PENSIERI CATTIVI

Per essere spiritualmente in forma, evitate i pensieri negativi. Swami domani mi guarderà o no?
Sono sicuro di no! (Risate) Perché? Sono sicuro che eviterà la parte degli uomini. Sono anche sicuro che darà un darshan 'ridotto', non un darshan intero (Risate).
Questo è pensiero negativo.
Mi guarderà o no? Esaudirà i miei desideri o no? Questo genere di pensieri negativi farà sì che io non sia spiritualmente in forma.

Quindi, fratelli e sorelle, esattamente come ci preoccupiamo della forma fisica, dobbiamo preoccuparci due volte tanto della forma spirituale. Per riassumere:
per essere spiritualmente in forma, fate il bene, vedete il bene e siate buoni; non dimenticate di pregare tutti i giorni, ed evitate i pensieri negativi.


COME DISCIPLINATE VOI STESSI?

Adesso affronterò il prossimo aspetto di 'Benessere fisico e vita disciplinata', dal titolo:
'Disciplina di se stessi'. Nella spiritualità, nessuno ci disciplinerà.
A scuola, ci disciplinano gli insegnanti, se gliene importa qualcosa di noi; nelle forze armate, i superiori; in ufficio, i capi. Ma nella spiritualità non ci sono capi, o insegnanti con una riga da disegno, o capitani col fucile o la pistola. Nessuno ci disciplinerà sul sentiero spirituale.
Dovete disciplinare voi stessi. Questa è ciò che viene definita: 'Disciplina di se stessi'. Se dico che sono disciplinato, significa che disciplino me stesso. Non c'è un' agente esterno, un capo o un'autorità sopra di me.
Io disciplino me stesso.

Ora, come ci discipliniamo? Dobbiamo essere consci di una cosa importante. Quale? Che tutti i nostri pensieri portano all'azione. Baghavan ha parlato con dei medici di Bombay qualche giorno fa.
Ha detto: "State attenti ai vostri pensieri".
Noi siamo esseri umani e a volte ci vengono dei cattivi pensieri. Se qualcuno vi dice: "Io ho solo pensieri buoni e puri", evitatelo, perché è un ipocrita numero uno e non so cos'altro potrei dirvi su di lui! (Risate) Un falso e finto. Evitatelo. Persino i santi ed i saggi non poterono essere liberi dai pensieri cattivi! I pensieri 'vengono', sia buoni che cattivi.

Bhagavan dice di non agire immediatamente in conseguenza ai vostri pensieri. Prendete tempo, esaminateli. È un pensiero buono o cattivo? Swami l'approverebbe o no?
Se è un pensiero cattivo, dovrà venir trasformato, negato, annullato, cancellato. Al suo posto, sorgerà un nuovo pensiero.
Sfortunatamente non prendiamo tempo, agiamo in conseguenza ai pensieri
immediatamente. Pertanto, state attenti ai pensieri e non agite immediatamente.


LE ABITUDINI FORMANO IL CARATTERE

Le nostre azioni costituiscono le nostre abitudini. Che cosa sono le nostre abitudini? Solo un fascio di azioni. Dobbiamo stare attenti alle nostre abitudini.
Bhagavan ha detto a quei medici di Bombay: "State attenti alle vostre abitudini". Per 'abitudini' si intendono le nostre azioni giornaliere e le nostre relazioni con gli altri. Ce ne dobbiamo prendere cura, dato che sono le nostre abitudini a formare il nostro carattere.

Baba definisce il carattere con una frase molto semplice. Il nostro carattere viene formato dalle abitudini. Ci sono volumi e volumi di carattere: se cominciamo a leggerli, possiamo dimenticarci che cosa si intende per carattere! Che cosa ha detto Lui, a proposito?
"L'armonia (o unità) fra i pensieri, le parole e le azioni è il carattere". Tutto qui.

Inoltre, ha detto che le nostre abitudini formano il nostro carattere.
Il carattere determina il nostro destino. Il nostro destino, quindi, si basa sul carattere. Un uomo con un brutto carattere non può avere un buon destino. Un uomo capace di strategie, di manipolazioni, motivazioni malvagie, un uomo intrigante, astuto, un uomo molto egoista e ambizioso, non avrà mai un buon
destino.


LE PERDITE COSTRUISCONO IL CARATTERE

Il terzo punto è molto importante per una vita disciplinata. Io sto bene quando nella vita tutto scorre liscio. Quando ci sono delle scosse, dei 'su e giù', divento
confuso, la mia mente vacilla e la vita oscilla. La stabilità se ne va e la fede ne risulta scossa. Che cosa dice Baba a proposito?
"Un colpo di vento dal punto di vista della Grazia di Dio è una benedizione. Un colpo di vento nella vita è una benedizione".

Uno può ammalarsi: questo è un colpo di vento. Ma se questo vi avvicina a Dio, se vi fa pensare a Lui, è una benedizione. La malattia è una benedizione. La malattia non è una maledizione. La malattia vi fa pensare a Dio. Quando si sta bene, Lo dimentichiamo.
Ecco perchè un colpo di vento dal punto di vista della Grazia di Dio è una benedizione.

Una perdita negli affari vi farà star male. Ma costruisce il vostro carattere. Se sosteniamo una pesante perdita, dovremo rimetterci in discussione, dovremo
rivalutarci, diventare introspettivi.
Eccomi! Non devo fare cose sbagliate per guadagnare denaro. Non devo usare metodi scorretti per ricavarne dei benefici personali. Ecco quali pensieri ci vengono in mente in tempi di perdite. Il profitto ed il guadagno ci faranno diventare la mente sempre più malvagia. Ci renderanno più strategici e ci invoglieranno ad usare metodi sempre più devianti per avere più profitto.


LA TRAPPOLA DELLA CORRUZIONE

È una cosa vergognosa, come i ricchi cadono nella trappola della corruzione, della truffa, della frode e della presunzione. L'altro giorno i giornali hanno riportato di come una persona ha fatto milioni di rupie nel villaggio di Puttaparthi. Pensate?! Io non so come abbia potuto farlo, c'è un inchiesta in corso. Sì! Siamo capaci di corrompere anche i posti santi, di corrompere la brava
gente. Questa è una cosa da evitare. Capite perché una perdita negli affari può far bene al nostro carattere?.

Poi ci sono degli ostacoli: "Oh, quest'uomo mi sbarrava la strada; il problema mi si è parato davanti; quell'uomo ha rovinato le mie possibilità!" Diamo sempre la
colpa agli altri. Pensiamo sempre agli ostacoli. Amici miei, un ostacolo è un'opportunità. Le avversità dell'uomo sono le opportunità di Dio. Un ostacolo è un'opportunità.

Finalmente potremmo dire: "O Dio, io sono un fallimento totale nella vita. Non posso ottenere una promozione. Non vengo rispettato, non sono riconosciuto". Questi possono essere i nostri rimpianti.
Ma ricordatevi: 'ogni sasso che ci ferma è un sasso su cui camminare'.
L'uomo che oggi vi rinnega può ammirarvi domani. Un uomo che oggi vi critica domani vi apprezzerà e si complimenterà con voi.
Le cose che oggi consideriamo 'sassi che ci ostacolano' domani saranno dei 'sassi sui quali cammineremo'.


BAGAGLIO IN ECCESSO: IL RISENTIMENTO

Adesso parlerò del quarto aspetto. All'aeroporto, se avete solo una valigetta di quelle consentite a bordo, potete salire direttamente. Ma se avete molti bagagli, dovete fare il 'check in' ed andare ad un altro 'gate'. Ci vuole tempo. Se abbiamo molto bagaglio, dobbiamo cambiare molti 'gate', e ci vuole molto tempo. A volte, a causa dei troppi bagagli, si perde anche il volo. Ma se abbiamo una sola valigetta da portare a bordo, saremo velocissimi! Potremo muoverci con facilità.

Perciò amici miei, se abbiamo del bagaglio pesante, non ci possiamo spostare in fretta sul sentiero della vita. Che cosa intendo con 'bagaglio pesante'? Non mi riferisco al bagaglio materiale, al numero di valigie su cui mettere le targhette col vostro indirizzo, no, no!
Ciò che io intendo per 'bagaglio in eccesso' è il risentimento verso la gente. "Ieri non mi hai detto 'buongiorno', ed io aspetterò l'opportunità di evitarti quando
cercherai di parlarmi domani".
Oppure sentite un po' questo risentimento: "Qualche giorno fa non mi hai aiutato. Ho aspettato anni ed anni che tu mi aiutassi, per poterti dare una lezione" (Risate).
Questa sorta di risentimento è un bagaglio pesante per la nostra testa, un bagaglio che non dovremmo trasportare. Un risentimento è un bagaglio troppo pesante: ci deprime la mente. La depressione viene per via dei risentimenti
che arrivano uno dopo l'altro. Evitate l'eccesso di bagaglio.

IL BAGAGLIO DELLA COLPA

Numero due: il bagaglio della colpa. Questa è una cosa molto pericolosa. "Se Swami non mi parla, forse qualcosa è sbagliato in me". Alcuni studenti cominciano a pensare: "Ho fatto qualcosa di sbagliato? Perché Baba mi evita?" Alcuni membri dello staff direttivo mi hanno chiesto: "Perché Baba non si è seduto sulla poltrona come ha fatto l'anno scorso?
Abbiamo fatto qualcosa di sbagliato?"

Il senso di colpa... il senso di colpa è più pericoloso della colpa stessa. La colpa - qualsiasi cosa che causi colpa, ogni cosa che si ritiene peccaminosa - una volta che è stata fatta, mette fine alla faccenda. Ma l'idea della colpa, il pensiero della colpa che ci trasciniamo dietro ci fa sentire così male che soffriamo e roviniamo con essa tutto ciò che facciamo. Il senso di colpa è
più pericoloso della colpa stessa.

Se la gente mi chiede: "Perchè Swami non viene da questa parte? Abbiamo
fatto qualcosa di male?",
io rispondo: "Quando Swami l'altro giorno è venuto da questa parte, avete pensato di aver fatto qualcosa di meritorio, di saggio, o di santo?" (Risate) Swami è venuto qualche giorno fa e si è seduto qui. Avete pensato di essere dei santi, delle grandi anime?
Certamente no! Continuate ad essere gli stessi bricconi. Oggi e sempre! (Risate)

Non dobbiamo quindi complimentarci con noi stessi nè sentirci santi quando Swami ci parla - o sentirci colpevoli se ci evita. Questo non è altro che una reazione, un riflesso, una risonanza di noi stessi. Stimare voi stessi troppo è sbagliato quanto credere di non valere nulla. Se penso di essere molto in alto, è molto brutto. Se mi considero molto in basso, è ancora peggio. Credere di
valere molto, o credere di valere molto poco, o nulla, è ugualmente brutto e sbagliato. C'è gente che dice: "Tu non lo sai, ma in passato io ero un tipaccio, un ubriacone". Come potrei saperlo? (Risate)
Voi vi vergognate del vostro comportamento passato. Voi stessi chinate la testa a causa delle vostre abitudini passate. Perché volete parlarne? Perché lo
ripetete come un mantra, e mi dite: " Tu non sai che io ero un ubriacone!" No, no! Io non lo voglio sapere. Smettetela di bere d'ora in poi, e non mi coinvolgete!" (Risate)

Non dobbiamo parlare di un brutto passato, perché ce ne vergogniamo.
Perché parlarne? Questo è ciò che chiamiamo un 'conscio colpevole'. È una crisi psicologica. Questa sorta di cose dev'essere soggetta all'amministrazione dello stress, non all'amministrazione della salute. Si tratta di amministrazione dello stress! Quindi: la colpa è molto pericolosa.
Liberatevene.


CONFLITTO INTERIORE

Terzo: a volte è possibile commettere un errore a causa del troppo lavoro, del troppo lavoro del cervello. Può darsi che io non possa darvi retta a causa di troppa tensione. Supponiamo che vogliate parlarmi. Io posso dirvi: "Sono occupato!". Troverete molta gente che vi parlerà in questo modo: "Grr!", pronta a saltarvi addosso. Bhagavan stesso dice che molta gente è peggio di un cane alsaziano! (Risate) Non dovete prendervela con me per avervelo detto.
Questa frase è riportata sul Sanathana Sarathi. Swami l'ha forse detta per far pubblicità ai cani alsaziani? Proprio no!

Ma dobbiamo essere amichevoli con queste persone. Perché sono così arrabbiati? Perché sono così pieni di tensione? Forse perché hanno troppo da fare. Ci possono essere dei conflitti interni - "essere o non essere? Fare questo o non farlo? Dovrei dire questo o non dirlo?" C'è un conflitto, un' agitazione interiore. È il conflitto interiore a renderli così arrabbiati.

Una volta posso essere stato scortese con te. Posso non averti fatto un favore. Be', effettivamente posso essere stato piuttosto brusco con te. Questo è il bagaglio che mi porto in testa. Che cosa dovrei fare, allora? Dovrei approfittare della prima occasione per dire: "Mi dispiace". Una volta che avrò detto: "Mi dispiace", il carico che mi porto in testa se ne andrà.
Quindi amici miei, il 'muso lungo' è un eccesso di bagaglio. Il senso di colpa, pure. Anche non dire qualche parola di scusa ci fa sentire così male. Quello è tutto bagaglio pesante.


CAMBIATE VOI STESSI

Un altro concetto interessante che voglio condividere con voi questa mattina è: "Cambiate voi stessi". Perché voglio condividere queste cose con voi? Bhagavan ha detto in molte occasioni che tutti continuano a dire [di qualcun altro]: "Lui è così; sapete che è così e così; sapete com'era; io so come diventerà" (Risate) Non siete tenuti a sapere nient'altro.

Questa era una domanda che venne posta a Ramana Maharshi - il Saggio
Ramana. Qualcuno andò da lui e si lamentò: "Oh, Swami, che storia è questa? C'è molta gente maligna.
Che devo fare? Sono pieni di tensione. Non sanno parlare con dolcezza. Come mi devo comportare con loro?"

La risposta che Bhagavan Ramana ha dato a questa gente si applica allo stesso modo anche con tutti noi. Che cosa rispose? "Siete venuti qui a cambiare voi stessi, non a cambiare gli altri. Questo non è affar vostro. Lasciate la cosa a me. Ci sono qua io. Se siete voi a trasformare tutti, be', allora io me ne posso andare, non ho niente da fare qui. Non ho più lavoro. (Risate) Perciò è meglio che voi facciate il vostro lavoro e che pensiate a voi stessi.
Non pensate agli altri.
Cambiate voi stessi".

Alcuni dicono: "Voglio che le cose vadano a questo modo: le file devono essere organizzate a questo modo. I libri devono essere organizzati in quest'altro modo. L'intera premessa deve seguire questo iter". Continuiamo a fare raccomandazioni, a dare consigli alla gente anche se non siamo stati sollecitati a farlo, se nessuno ce lo ha richiesto. Questo significa solo che noi vogliamo
cambiare le condizioni. Ma le condizioni sono esterne. Voi potrete cambiare le condizioni, ma è la vostra mente ad essere condizionata. Perciò non c'è motivo di cambiare le condizioni esterne se non cambiamo internamente, se non sopravviene un cambiamento all'interno di voi stessi.
Non è importante cambiare le condizioni esterne. Cambiate voi stessi.
Questa è la cosa più importante.


IL NOSTRO CAPITALE E' IL TEMPO

Qual è il nostro capitale? Se vogliamo aprire un'attività, la gente ci chiederà: "A quanto ammonta il tuo capitale?" Il nostro capitale è il tempo. Abbiamo un certo
numero di minuti - 10.080 minuti alla settimana. A questo ammonta il nostro capitale. Dobbiamo trarre il massimo beneficio da ogni minuto. Dio ci ha dato il grande capitale del tempo. Possiamo far soldi oppure no, possiamo avere una posizione autorevole oppure no, ma queste cose si possono guadagnare, possono essere acquisite.
Una volta che il tempo se n'è andato, se n'è andato per sempre.

Ecco perché Swami dice: "Il tempo sprecato è vita sprecata. La pigrizia è come la ruggine e la polvere. La realizzazione è riposo, è la cosa migliore". Questi sono gli insegnamenti di Swami.
'Sprecare il tempo che ci è stato concesso per vivere significa sprecare la vita stessa". Il tempo è il nostro capitale.

Bhagavan ha menzionato questo punto quando parlava ai medici: "Non sprecate il vostro tempo, perché il tempo è Dio. Dio è il tempo. Dio è il padrone del tempo. Dio trascende il tempo. Egli è il tempo ed è il padrone del tempo, ma è al di là del tempo. Perciò, se sprecate il tempo, state sprecando la Divinità. Ne state facendo catttivo uso. State facendo un abuso della Divinità". Non
dovete farlo.


L'EGO E' L'UNICA BARRIERA

Arriviamo all'aspetto successivo - la grande barriera della vita. Qual è la grande barriera della vita? Il Seva Dal? No? (Risate) I negozi? No? L'emporio? No? O quell'uomo alto seduto davanti a me che mi copre la vista di Swami? È lui la barriera? O quella persona ingombrante che è larga come tre persone, che si è venuta a sedere proprio davanti a me - è quella la barriera? Che cosa è la
barriera? Chi è la barriera fra voi e Dio? Fate un'indagine all'interno di voi stessi.

È una cosa molto chiara, L'ego è l'unica barriera. Dobbiamo dire: 'O ego, voglio che tu sparisca!
Mi stai facendo soffrire troppo! Sei un collo di bottiglia. Sei l'inciampo, l'intoppo,
l'impedimento, l'ostacolo. O ego, fino a quando ci sei, non posso avere la visione di Dio. Non posso sperimentare Dio. Verrò tagliato fuori dalle mie relazioni sociali".

Dovrò stare lontano dalla gente perché l'ego mi rende egoista. L'ego è pericoloso, più pericoloso della superbia. Una volta che identificate la superbia, potete conquistarla, potete vincere su di essa. La superbia può venir conquistata. Ci si può liberare della superbia. Ma l'ego, più lo spingiamo fuori dalla porta principale, più rientra da quella di servizio! Si veste da umiltà e ci
avvolge in quel suo brutto cappuccio.

Pensate di essere umili. Penso di essere molto umile, ma è un ego recondito. L'ego riappare in forme diverse. Persino la traccia più lieve di ego è una barriera. Come fare per liberarsene? Se l'ego non può essere vinto, se non riusciamo a levarcelo di torno, che cosa dobbiamo fare? Qual è il metodo per distruggere l'ego? Posso illustrarvi un paio di punti a proposito.


NON SPINGETE

Punto primo: non spingete. Quando Swami arriva, vogliamo spingere tutti in avanti, per alzarci ed assisterLo quando non è necessario, per accompagnarLo fin qui anche se nessuno ce lo ha chiesto.
All'inizio questo spingere in avanti può venir tollerato. Ma più tardi dobbiamo pagarne le conseguenze in pubblico.

All'inizio, vogliamo spingere in avanti. Swami può donarci un sorriso.
La seconda volta che lo facciamo, ci può dire: "Siediti!". La terza volta ci dirà: "Vai subito indietro". Dobbiamo pagare pesantemente le nostre spinte per andare avanti. La mia esperienza con Bhagavan è questa: "Più manteniamo un profilo umile, più Gli saremo vicini, più Gli saremo cari. Più spingiamo in avanti,
più verremo allontanati e risospinti indietro."

Poi c'è quel tipo di 'ego che alza la testa'. Supponete che Swami vi faccia una domanda. L'uomo accanto a voi dà la risposta - questa è stupidità himalaiana (Risate)
Se Swami vi da un fascio di lettere, lo stesso uomo si affretterà e le prenderà lui al posto vostro. Non è nient'altro che ego.
Allora, come individuiamo l'ego? Se stiamo cercando di spingere in avanti, capiremo subito: 'O ego, sì, stai arrivando. Ma voglio comandare io! Vattene'. Questo è il giusto modo di reagire.


ASTENETEVI DAL TROPPO PARLARE

Il secondo punto: astenetevi dal troppo parlare. Non parlate più di quanto sia assolutamente necessario, particolarmente se le vostre parole contengono una nota personale. Se parlate di Swami, bene. Se parlate di filosofia, molto bene. Ma se parlate di voi stessi, potete essere sicuri al 100% che l'ego prenderà il sopravvento. L'ego ci si sta tuffando a capofitto, se nelle vostre parole c'é qualcosa di personale. Perciò, state sempre all'erta e fate sì che le vostre parole non contengano mai un tocco personale.

Se ci mettiamo il tocco personale, saremo pronti a dire quanto siamo anziani come devoti, quante volte siamo venuti, quante volte Swami ci ha parlato e quanti regali abbiamo ricevuto. Facendo una lista di tutte queste cose, arriviamo ad un risultato finale di un grande zero. Sono tutti doni della Grazia, non doni di cui vantarsi e per mezzo dei quali farsi pubblicità.

Numero tre: cerchiamo di capire che le nostre parole non hanno molta importanza. Se abbiamo qualche interesse per il nostro prossimo, se abbiamo simpatia per qualcuno, se abbiamo pietà per qualcuno, cerchiamo di sapere che le parole non hanno importanza.
Ciò che conta è la nostra vibrazione. Le nostre preghiere contano più delle nostre parole. La vibrazione e la preghiera contano di più, molto di più, della
comunicazione verbale, vocale, orale... le parole non contano.


COME CONQUISTARE L'EGO

Poi: la Bhagavad Gita è l'artefice di quest'idea, di conquistare l'ego. Vi devo anche dire che cosa ha detto Baba. Che cosa dice la Bhagavad Gita? 'Considerate voi stessi una minuscola particella di polvere.' Dopo tutto, che cosa sono io? Sono il più minuscolo - sono nessuno. È quando credo di essere qualcuno che nascono i problemi. Se non sono nessuno, non mi può succedere
mai nulla.

Alcuni mi chiedono: "Signore, perché si siede là dietro?" Io rispondo:
"Se prima che qualcuno mi chieda di sedermi qua dietro, io mi ci siedo di mia spontanea volontà, non avrò problemi. "Vai là in fondo": se ci sono già, che punizione possono darmi? Sono già in ultima fila! (Risate) Non devono neppure dire: "Vai indietro": io ci sono già!

Quindi il punto è: "Consideratevi molto semplici. Dopo tutto, non siamo nessuno a questo mondo, non siamo in alcun modo più grandi di qualcun altro, sotto qualsiasi aspetto. Se ci consideriamo grandi e ci paragoniamo al grande Gokak, un ex vice-cancelliere e vincitore del premio 'Jnana Pitha'... accanto a lui uno come me è solo un pappagallo, niente di più - proprio un 'nessuno'.

Se si pensa che alcuni hanno fatto delle donazioni di centocinquanta o duecento crore (una crora sono dieci milioni) - che cosa è la mia piccola donazione, chi siete voi, e chi sono io? Se il presidente dell'India cade ai Suoi piedi, io o voi chi siamo? Per quanto riguarda la posizione, i soldi, i titoli di studio... siamo degli zero, non siamo nessuno, nessuno! Questo è possibile se
guardiamo alla realtà della situazione.

A volte mi chiedo: "Bhagavan, mi merito questa possibilità? Mi merito il Tuo dolce sguardo? Mi merito le Tue parole dolci, i tuoi gesti cortesi? Chi sono io, dopo tutto? So di non meritarmi nulla. In fondo, chi sono io?" Se poi mi paragono a tutta la gente che mi sta intorno, c'è chi lavora giorno e notte per Bhagavan. Alcuni hanno lasciato tutto per Lui. Chi sono io? Vengo qui ogni tanto a fare una vacanza - una vacanza, una bella vacanza, santi giorni, tanto per cambiare.
Ma... e quelli che hanno rinunciato a tutto per Lui? Quelli che hanno sacrificato tutto? Chi sono io, se paragonato a loro? Da qualsiasi parte guardiate la cosa,
capirete quanto siete piccoli. Ed allora l'ego vi lascerà. Non resterà.

Non condividiamo i nostri problemi, le nostre acquisizioni e le nostre esperienze con nessuno. Se continuiamo a raccontare le nostre esperienze, le nostre lotte e le nostre conquiste, non facciamo altro che impersonificare il nostro ego, il precipizio del nostro ego.
Questi sono i modi per abbattere l'ego. È l'eterno Sé che conta, e non il piccolo sé fisico.


UNA MAPPA A CINQUE PUNTI: LA FIDUCIA DI UN BAMBINO

Vi lascerò dopo avervi sottoposto la mappa a cinque punti della vita.
Oggi va di moda che ogni governo ed ogni partito politico arrivi con una mappa a dieci punti, una formula con dieci punti, od una agenda di tre punti. Io questa mattina vi porto una mappa a cinque punti.
Quali sono questi cinque punti?

Numero uno: il primo punto che dobbiamo avere in questa mappa è la fiducia di un bambino, cioè, la fiducia che hanno i bambini. Questo significa una fiducia totale, non parziale, non condizionata, non stagionale, non una fiducia basata sul ragionamento o su basi egoistiche - una fiducia totale, un abbandono senza desideri, una fiducia senza desideri. Questa è una fiducia che è al di là di tutti i desideri, una fiducia al di là di qualsiasi speranza od aspirazione. Questa è una fiducia totale.

Un bambino ha totale fiducia in sua madre, non perché si aspetta un vestito che si metterà il mese dopo. No, no! Non è neppure per una somma extra. La fiducia di un bambino è totale, incondizionata. Questo è il primo punto nella mappa a cinque punti della vita.


FATE DEL VOSTRO MEGLIO

Il secondo: fate del vostro meglio. Questo significa: non risparmiatevi. Non rimandate. Cominciate oggi, adesso. Alcuni dicono: ho programmato di cominciare la meditazione domani. Quel domani può venir posticipato per una vita intera. Bhagavan dice: "Domani 'marro' "
(Nelle lingue indiane 'marro' significa 'morire'; N.d.T.) Cioè: "Uccidete la parola
'domani'!" Se volete far qualcosa, fatela oggi, adesso, in questo istante. Alcuni seguono il calendario: "Il prossimo è un mese di buon auspicio. Ci sarà una congiunzione planetaria, Voglio cominiciare allora". Chissà, forse comincerò nella prossima vita!

Quindi, fate del vostro meglio - agite 'adesso'. Che cosa è Dio? Chi è Dio? Dove è Dio? Solo due parole sono importanti: qui ed ora. Non potete dire: "Dio è là. Dio sarà là. Dio era là". No, no, no, no, no! Che cosa è Dio? Qui ed ora! Le due parole sono solo e soltanto 'qui ed ora!' Quindi:
fate del vostro meglio, agite al meglio delle vostre capacità in questo momento, proprio adesso.


AIUTATE GLI ALTRI

Il prossimo punto: aiutate gli altri! Questo è ciò che dice Swami:
"Aiutate sempre, non fate mai del male". Ma la gente fa l'opposto: ' non aiuta mai, fa sempre del male'. (Risate)
Be', cerchiamo di non essere gente di questo genere. Aiutate gli altri!
Se aiutate gli altri, l'ampio sorriso che vedete sui loro volti, il sentimento di gratitudine che essi esprimono vi darà una soddisfazione più grande di quando siete egoisti. Pensare solo a voi stessi non vi darà una soddisfazione parimenti grande. Potete avere mille cose, ma non sarete mai soddisfatti. Non si potrà mai essere davvero soddisfatti di se stessi se non si aiutano gli altri. Fino a quando non aiutate gli altri, non conoscerete il sapore dell'essere 'soddisfatti
di se stessi'. Questa è la filosofia del servizio, in accordo con quanto dice Bhagavan. È il principio fondamentale del servizio.

Il servizio non è aiutare gli altri. Il servizio non è qualcosa che fate per gli altri. Fare servizio significa aiutare voi stessi. Come posso aiutare me stesso?
Essendo felice! E come fate ad essere felici? Aiutando gli altri. È un ciclo. Dopo tutto, se aiutate gli altri, se servite loro un po' di cibo, sarete molto più felici di quando mangiate voi stessi pietanze prelibate. La soddisfazione di se stessi raggiungerà l'apice man mano che servirete gli altri in misura sempre maggiore! Questo è il terzo punto nella mappa dei cinque punti della vita.


PRATICATE IL SILENZIO

Il quarto punto: 'praticate il silenzio'. Perché?
"È solo nel silenzio che la Voce di Dio può essere udita. È solo nella profondità del silenzio che si sente la Voce di Dio." Non abbiamo tempo per ascoltare quella Voce.
Ho citato un passo della letteratura di Bhagavan. Che cosa succede nel silenzio? Ve lo dirò brevemente. Ascoltate in silenzio. Ascoltate il silenzio. Ma se c'è il silenzio, che cosa potete sentire? Se non ci sono voci, se non ci sono parole, che cosa ascoltate? Ascoltate, e basta.
Ascoltate lo stato di mancanza di voci. Suono nella mancanza di voci, che cosa è mai questo?
Potete finalmente dire:
"Anil Kumar, sei uno che dice delle cose senza senso!" Non lo sono, amici miei. Non ancora, perlomeno, grazie a Dio! Che cos'è il suono del silenzio? Come
ascoltiamo in silenzio? Che cosa è la mancanza di voci? Che cosa resta da sentire?

Un semplice esercizio - ve lo illustrerò brevemente. Dite: "OM,OM,OM" a voce alta per qualche tempo. Poi, più dolcemente: "Om, Om,Om". Terzo (mentalmente): "Om,Om, Om". Alla fine smettete pure quello. Ora sentirete la voce del silenzio. In quello stato di silenzio, la Voce viene udita. Senza notarlo, la 'Om' si ripeterà dentro di voi. Moltissime persone hanno sperimentato questa cosa:
sentirete la 'Om' che si ripete 'ad libitum', sebbene voi stiate zitti, sebbene non ci sia alcun movimento delle labbra. 'Om' continua ad essere ripetuta interiormente.
Quella è la Voce interiore.
Quello è il suono del silenzio.

Quando non viene detto niente, quando non si dice niente a voce alta, usando le labbra, se c'è qualche suono residuo interiormente, quello è il suono del silenzio.
Dobbiamo praticare il silenzio, finché possiamo sentire la Voce interiore. La Voce interiore vi dirà automaticamente che cosa dovete fare. Vi darà delle linee-guida, vi dirà quale direzione prendere. Ciò è possibile solo in uno stato di silenzio. Ecco perché Bhagavan insiste tanto sul silenzio.

Inoltre, dobbiamo sentirci consapevoli di essere alla presenza di Dio.
Dio non deve sempre necessariamente parlare. No, no, no! Può anche parlare silenziosamente.
Può farsi capire in silenzio. Può rendervi le cose chiare in uno stato di massimo silenzio, non usando parola alcuna.
Questo è possibile quando sperimentiamo la profondità del silenzio.

Il Suo movimento è un messaggio per voi. I Suoi gesti hanno un messaggio per voi. I Suoi sguardi hanno un messaggio per voi: senza parole, ma pieno di suono; senza voce, ma contenente ogni messaggio. Possiamo capire il Suo messaggio. Alcuni dicono: "Swami mi ha detto questo".
"Detto? Ma ho visto benissimo che non è venuto verso di te. Come fai a dire una cosa del genere?"
"No, Signore, ho potuto capire il Suo messaggio dai Suoi gesti. L'ho capito dai Suoi sguardi gentili".

Per catturare la sguardo del Divino, per ricevere il massaggio da Bhagavan attraverso i Suoi sguardi o i Suoi gesti, dal Suo passo morbido e gentile, anche senza che Lui parli, dobbiamo praticare il silenzio. Il silenzio dev'essere praticato per ricevere i messaggi di Bhagavan in ogni modo possibile.


UN SANO SENSO DELL'UMORE

Il quinto punto nella mappa a cinque punti della vita è un sano senso dell'umore. Sfortunatamente, molta gente considera la serietà una religione. No! La serietà è un segno di anomala pressione sanguigna. (Risate) La serietà è una malattia. La serietà è ambizione.
La serietà è avere troppi desideri. La serietà è un altro nome per 'ego'.

Un uomo egoista non sa ridere. (Risate) Se lo fa, sospetta che voi lo possiate giudicare troppo aperto, che lo possiate sottomettere, o che vi approfitterete di lui.
Pensa che per qualsiasi problema andrete da lui. Quindi, si mantiene serio con voi. Questa è una malattia interiore. La serietà interiore si riflette nella forma della serietà esteriore. La malattia interna e quella esterna vanno mano nella mano.

Non vedrete mai Bhagavan serio. Ci sono situazioni di cui io sono stato testimone. In una interview, Lui ha chiamato due persone. Io ero una di loro. L'altra era un uomo molto importante.
Questa persona - il Suo Nome e la sua carica non hanno importanza ai fini di questa storia - era in questa situazione: Swami voleva castigarlo pesantemente. Swami cominciò a dirgli: "Sei inutile!
Lascia quella posizione! Dimettiti, licenziati!" Per tutto il tempo in cui lo trattava a questo modo, mi sorrideva. Mi lanciava dolci sorrisi, mentre era serissimo con
quell'uomo.

Ah! Swami è un attore Divino. Sì, Tu sei un attore Divino! Solo Tu puoi farlo! Questo significa che è serio solo per Sua decisione, e se ha uno scopo per esserlo. È serio per correggere la gente. È serio per rettificare. È serio per modificare. È serio per provocare un cambiamento. Altrimenti è pieno di umore, di gioia, di beatituidne, di estasi. Coltivate anche voi il senso dell'umore.

Lui fa tanti scherzi! Swami stava parlando con i medici di Bombay. Uno gli ha detto: "Swami, dovrei dire Hari Om' or 'Om Hari'?" (Risate)
"Perché Me lo chiedi?"
Il medico ha risposto: "Swami, si dice che 'Om' debba esser detto per primo, come in 'Om Namah Sivaya'. Allora 'Om' deve esser detto per primo, devo dire 'Om Hari'?"
Swami ha risposto: "Se lo dici con tutto il cuore, vanno bene entrambe le dizioni".

Ma poi non è stato zitto. Mentre distribuiva la vibhuti a tutti i medici, mentre passava per le file, si è ritrovato vicino a quello stesso dottore di prima e gli ha
detto: "Om Hari, prendi!" (Risate) E gli ha dato un' altra busta di vibhuti, dicendo: "Hari Om!" (Risate)

Un altro dottore Gli ha chiesto: "Swami, hai detto che non dobbiamo avere desideri. Lo capisco. Ma è sbagliato che io desideri che ai miei figli tutto vada bene nella vita? Pensare, desiderare che i propri figli abbiano una vita felice e sicura è un desiderio sbagliato?"

Swami ha risposto: "Non è un desiderio. Desiderare che ai tuoi figli tutto vada bene è tuo 'dovere'". Ma poi non se n'è stato zitto, perché vuole sempre avere
l'ultima parola.
"Mmm, tu vuoi che i tuoi figli siano bravi, ma devi innanzitutto essere anche tu un buon padre" (Risate)

Questo sì che è umorismo, ah! Questo è l'umorismo di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba.

Amici cari, l'umorismo, la risata, la beatitudine - sono Divini. La serietà, la tensione, l'ansietà, l'egoismo, sono malattie, cancri, patologie. Per amor di
Dio, non sviluppiamo questi sintomi delle peggiori malattie possibili! Siamo gioiosi! Se non siamo lieti qui, dove altro possiamo essere felici? Dove?

Che Bhagavan vi benedica.
Tante grazie!