Satsang

"Siate e "non Siate", "fate" e "non fate"

2 dicembre 2001

SIATE: DIVINI

1) Assenza di paura
2) Purezza mentale
3) Eccellenza nella Conoscenza (Jnana)
4) Controllo dei sensi esterni
5) Carità
6) I sacrifici rituali
7) Indagine costante sul Sé
8) Austerità
9) Franchezza
10) Non Violenza
11) Verità
12) Calma (non rabbia)
13) Sacrificio
14) Pace
15) Non sparlare, non diffondere pettegolezzi
16) Gentilezza - Compassione
17) Non indulgere nei sensi
18) Gentilezza nel parlare e nell'agire
19) Provare vergogna se si dicono bugie, se si danneggiano gli altri, etc
20) Non essere titubanti, essere stabili di mente, possedere concentrazione mentale
21) Brillantezza
22) Stabilità
23) Pulizia esterna ed interiore
24) Rinuncia all'odio e al tradimento, incapacità di nuocere
25) Non voler essere adorati o serviti

Conseguenza: (Moksha) - Liberazione


NON SIATE: Demoniaci


1) Sfoggio, fare pubblicità a ciò che si fa
2) Ego / Presunzione
3) Rabbia
4) Insensibilità, Rudezza
5) Ignoranza
6) Possessività - Attaccamento

Conseguenza: (Banda) - Legame


SIATE DIVINI E NON DEMONIACI


Cari fratelli e sorelle!
Sono molto felice di trovarmi nuovamente qui stamattina; desidero condividere con voi alcuni punti importanti. L'argomento di stamattina come vedete è: "Siate" e "Non siate!", "Fate" e "Non fate".

"Siate" e "Non siate!". A prima vista sembra una frase contraddittoria. Ma la vita stessa è materia di contraddizione. La vita è paradossale. La vita è dialettica, talvolta diabolica! Nella vita, la gioia consiste nel riuscire ad unire le due polarità. Non si può prendere in considerazione una sola faccia della medaglia e dimenticare quell'altra! Entrambe appartengono alla stessa medaglia. Quando dico: "Siate" e "Non siate", intendo che dobbiamo essere consapevoli sia di ciò che dobbiamo essere che di ciò che non dobbiamo essere.

Parlo di consapevolezza, del fatto che bisogna essere "consapevoli": è su questo che voglio attirare la vostra attenzione stamattina. Questo tema è tratto dal sedicesimo capitolo della Bhagavad Gita. Allora: come dovreste essere? E come non dovete essere? La Gita dice che dovete essere divini. Siate divini. Siate divini e non demoniaci. Questo è proprio il tema del nostro incontro di oggi: "Siate divini e non demoniaci".
Dov'è il demonio? Dov'è il Divino? Come fare per non essere demoniaci? Queste sono le cose a cui dobbiamo dare una risposta. Cerchiamo di portare insieme i nostri pensieri in questa direzione stamattina.

Bhagavan una volta ha detto che in noi ci sono un animale, un demone, un essere umano, ed anche il Divino. Tutti e quattro sono presenti in ognuno di noi.

Cominciamo ad esaminare l'animale: "Janthu Manava". "Janthu" significa "animale" e "Manava" vuol dire "uomo" o "essere umano".
Quindi, c'è un animale dentro ognuno di noi. Chi ha una mente instabile ha la mente di una scimmia. Lo sguardo sfuggente, l'assenza di concentrazione, l'incostanza, sono qualità tipiche di un corvo. La pigrizia, sprecare il proprio tempo nell'ozio, sono caratteristiche di un bufalo. Molta gente ha il carattere del bufalo!

Quindi: abbiamo dentro delle caratteristiche animali. Non ci siamo evoluti al di sopra del "Janthu Manava", l' "animale nell'uomo". Coloro che non si rendono conto di questo, stanno proprio bene. Ma quando si comincia ad esserne consapevoli, ci si sente disgustati, infastiditi e frustrati. La prima cosa da fare, quindi, è cercare di fare uno sforzo per eliminare l'animale in noi.

La seconda cosa detta da Bhagavan è che il demonio si trova nell'uomo! Il demonio nell'uomo, a cui ci si riferisce, sono tutti i genocidi, le atrocità, l'appiccare incendi, il lanciare missili, bombardare ed uccidere la gente, danneggiare gli altri ed in generale essere violenti: queste sono le qualità demoniache. È una caratteristica del demonio cercare di uccidere più persone possibili ed essere felice quando gli altri sono infelici: questo è un temperamento demoniaco. Il demone in me mi rende violento e vuole che danneggi gli altri: questo è il demonio in me.

Quindi: in me ci sono l'animale, "Jantu Manava", e il demone, "Danava Manava"; poi c'è l'uomo, "Manava manava".

Sono anche umano: rifletto, mi preoccupo, provo pietà, condivido con gli altri, gioisco: questo fa parte dell'elemento umano che si trova dentro di me, è l'uomo in me. Infine, in me c'è anche il Divino, "Divya Manava". Dio è in me, io sono fondamentalmente Divino.
Perciò, amici miei, non siamo uno, ma quattro: l'animale, il demonio, l'uomo, e Dio. Ma come uomini, non siamo consapevoli degli altri tre.

I quattro, secondo Bhagavan, possono essere ridotti a tre. Da un lato, Egli ha detto che siamo quattro: l'uomo lo conosciamo già, perciò, facciamo la sottrazione: 4 - 1 = 3. Se a quattro sottraiamo uno, il risultato è tre, cioè, se leviamo l'uomo, in me restano l' animale, il demonio e Dio. Questa triade possiamo chiamarla tranquillamente M-B-A.
M-B-A non è l'abbreviazione di "Master of Business Administration" (laureato in gestione aziendale), che è solo una qualifica. MBA è la chiave dell' argomento che stiamo trattando.

MBA: iniziali delle parole Mind (mente), Body (corpo) e Atma (Spirito, Sé, Coscienza Suprema). Non ha niente a che vedere con una laurea in gestione aziendale, come vedete.
Chi segue la mente è un demonio. Chi segue il corpo è una bestia. Chi segue l'Atma è Divino. Penso di essere stato chiaro. Se seguo la A, l'Atma, o Sé, sono Divino: sono l'Atma. Se seguo la B, il corpo, sono un animale. Se seguo la M, la mente, sono un demone. M, B ed A sono le tre caratteristiche che si trovano nell'uomo (Manava).

Con le frasi "SIATE" e "NON SIATE" ho voluto indicarvi di essere Divini, cioè di seguire l'Atma, e di non seguire la mente, ed essere demoni. Non dovete seguire né la mente né il corpo, ma solo Dio! Se seguite il corpo siete delle bestie, come ha detto Bhagavan.

Amici miei, non ho mai neppure sognato di trovarmi su un piedistallo, di trovarmi più in alto di dove siete voi. Neppure per gioco o per scherzo direi o penserei di saperne più di voi, mai! Ogni sessione ha un flusso di idee bi-direzionale. Condividiamo ciò che Bhagavan ha detto in diverse occasioni. Nessuno di noi sa qualcosa in più degli altri: siamo "uniformi".

Bhagavan dice che siete degli animali quando il vostro interesse è rivolto alle cose esteriori. Precisamente ha usato queste parole: "Pasyatiti pasuhu" che si riferiscono ad una mucca che cerca l'erba verde e, quando la vede, corre più velocemente che può per mangiarsela.
L'uomo che cerca di afferrare tutto ciò che vede, che vuole "possedere" quello che gli capita sotto gli occhi, è una bestia. Perciò, "NON SIATE" la lettera B, che sta per "Body", cioè corpo, la qualità animale.

Poi: "Non seguite la mente". La mente è piena di turbolenze, come onde di un mare infuriato; la mente è piena di agitazioni. Durante le tempeste, in presenza di trombe d'aria, raffiche di vento, piogge torrenziali, violenti acquazzoni, cicloni, lampi e tuoni, vediamo che le onde si alzano. Questo è lo stato della mente umana. La nostra mente non è mai calma. Dobbiamo imparare a conoscere lo stato della nostra mente. Specialmente quando cerchiamo di meditare, la mente invita tutti i pensieri meno adatti... non solo li invita, ma dà loro anche il benvenuto! Il momento della meditazione è quello in cui la mente cerca di sopraffarvi maggiormente. Visto che ve ne state seduti, essa può fare tutto ciò che desidera. Farà una bella cavalcata con voi! Ecco perché la maggior parte delle nostre meditazioni falliscono! I processi meditativi spesso non hanno avuto successo, anzi, sono stati un poderoso fallimento, solo a causa della mente, che ha il dominio su di noi.

Sto seduto, quieto e calmo. Penso al caffè della mattina. Sono seduto in meditazione. Penso al lavandaio e mi chiedo se mi porterà in tempo i vestiti lavati e stirati. Poi sono molto preoccupato per i biglietti di ritorno e le prenotazioni dei voli, perciò penso anche alla data di scadenza del visto. Il mio pensiero è anche per i miei figli, che sono lontani, mentre io mi trovo qui in India. Ma il mio corpo è seduto appropriatamente in meditazione. Orribile!!!

Finché saremo dominati dalla mente, fino a quando permetteremo a noi stessi di essere maneggiati da essa, noi saremo demoni. Ricordate pertanto: nella frase "SIATE" e "NON SIATE", "M" sta per mente! Non siate demoni, ma Atma, il Sé, cioè Dio! Questo è MBA! Chi segue la mente è un demonio e chi segue il corpo è una bestia. "A" sta per Atma: solo chi segue il Sé o Atma è Divino.

Sono sicuro, cari fratelli e sorelle, che mi perdonerete se sono un po' lento o se ripeto le stesse cose più volte, ma insegno da quarant'anni: le vecchie abitudini sono dure a morire! Dovete scusarmi anche per il fatto che non sto più facendo dei nostri incontri degli esercizi di preghiera, come facevo prima, ma delle vere e proprie lezioni. Ma ormai è tempo di diventare seri su certe cose. Dobbiamo diventare persone serie. Non dobbiamo lasciarci trasportare dalle nostre inclinazioni e dai nostri ego. Dobbiamo prendere queste cose seriamente. Un giorno o l'altro i Suoi insegnamenti vanno messi in pratica nelle nostre vite.

CARATTERISTICHE DELLA DIVINITÀ

Ora: quali sono le caratteristiche della Divinità? Siate Divini! Sì, siate Divini, non siate demoniaci: "SIATE" e "NON SIATE". Siate Divini; DIVINI! Non siamo Divini?... Ma certo che lo siamo! E allora, se lo siete, che bisogno c'è di dirvi di esserlo? È perché non siete consapevoli della vostra Divinità. Non siete sicuri di esserlo. Siete in dubbio sulla vostra Divinità, non ne siete certi. Perciò, per essere Divini, siate sicuri, realizzate e sperimentate.
Essere Divini non è qualcosa che si acquisisce. Non c'è nulla di nuovo nel fatto di essere Divini: lo siamo sempre stati. Bisogna diventare consapevoli di esserlo, bisogna realizzarlo: essere Divini è uno stato di coscienza.

Che cosa significa dunque: "essere Divini?"
La Bhagavad Gita è così esauriente, così informativa, così istruttiva a proposito! Spiega che le qualità Divine sono venticinque: come è possibile allora coltivarle tutte? È possibile seguirle tutte? No! Queste qualità sono già presenti! Ma ne stiamo abusando, le stiamo pervertendo, mal direzionando. Tutto qui. Esse esistono già. Siamo nati con loro. Ma col passare del tempo, siamo diventati egoici, possessivi ed egoisti, ed abbiamo acquisito abitudini immorali.

Le buone abitudini devono essere coltivate. Siamo nati con delle buone abitudini, ma abbiamo coltivato quelle cattive. Penso che siate d'accordo con me. Ma se mi chiedete perché lo dico, eccovi un esempio. Bhagavan ha detto: "Questo pezzo di stoffa è bianco, ma se lo usate tutti i giorni, si sporca. Alla fine diventerà nero! Ma né lo sporco, né il colore nero erano presenti all'inizio. Sono stati prodotti dall'uso. È lo stesso procedimento con cui si producono le brutte qualità. Noi coltiviamo le cattive qualità. Perché? Ciò avviene a causa dell'egoismo, della possessività e dell'ego.
Originariamente, quando siamo nati, eravamo buoni. Dio era stato così gentile da farci venire al mondo con tutte le qualità Divine. Ma noi ce le siamo dimenticate. Quali sono queste qualità? Esaminiamole una per una.

LE QUALITÀ DIVINE

1) ASSENZA DI PAURA

Abhayam è la prima qualità, la qualità dell'assenza di paura, dell'impavidità, dell'intrepidezza. Se seguite la via spirituale, se vi presentate come "devoti", avere paura è un segno di debolezza. Se sono un vero devoto, non posso avere paura di nessuno. Se ho paura, significa che non sono sicuro di Dio. Eccovi un esempio: un bambino, in compagnia della mamma, è molto coraggioso. Se dicessi: "Ora ti picchio", il bambino risponderebbe: "Ti picchio prima io!", perché si sente protetto dalla vicinanza della sua mamma. Se la mamma non fosse presente, il piccolo sarebbe molto più cauto. Forse scapperebbe subito, o comincerebbe a piangere appena mi vedesse, come se lo avessi già pestato altre volte fino a farlo diventare blu, anche se non dicessi nulla. La sicurezza del bambino deriva dalla presenza della sua mamma: se lei è con lui, il bambino è pronto a dirmi qualsiasi cosa senza paura!

Allo stesso modo, come figli di Sai, se siamo sicuri che Bhagavan è con noi, non dobbiamo aver paura di niente! Baba infatti ci dice: "Perché aver paura, se io sono qui?" Abbiamo paura perché non abbiamo fede nel fatto che Lui sia veramente con noi. Se fossimo sicuri che Lui ci è accanto, che Lui c'è sempre, saremmo impavidi: "Perché aver paura, se io sono qui?". L'impavidità, l'assenza di paura, è la prima qualità Divina.

La Bhagavad Gita inoltre ci dice che la paura è un segno di debolezza. La paura è meschina. Alcuni hanno paura degli agenti di polizia, altri degli esattori delle tasse. Perché esiste la paura? Swami ci fornisce la risposta: ovunque c'è una manchevolezza, là sorge la paura. Se manchevolezze non ce ne sono, non c'è bisogno di aver paura di nessuno!

2) PUREZZA MENTALE

La seconda qualità Divina è la perfetta "purezza mentale". È questa purezza che conduce all'Unità e l'Unità ci porta alla Divinità, come ha detto Bhagavan. Non c'è unità fra noi perché non c'è purezza. E non essendoci Unità, non c'è Divinità. Avere la purezza mentale è un prerequisito essenziale, una necessità fondamentale, se si vuole raggiungere lo stato della Divinità. Bhagavan dice: "Purezza, Unità, Divinità".

Questa "Satwa Samsuddhi" è la purezza. Se io sono felice quando gli altri sono felici, la mia mente è pura. Ma oggi non è così: io sono felice se gli altri sono infelici. Sì. Questa non è purezza. La purezza è condivisione. La purezza è amore. La purezza è prendersi cura degli altri. La condivisione, l'amore, il prendersi cura degli altri: queste sono le caratteristiche di una mente pura. "Satwa Samsuddhi" è la seconda qualità: la purezza della mente.

3) ECCELLENZA NELLA CONOSCENZA

"Jnana Yoga Vyavasthita"è la terza qualità Divina. Che cosa si intende con queste parole in sanscrito? "Jnana" in sanscrito significa "conoscenza". Le cose che la nostra conoscenza include sono cose di questo mondo. Sappiamo come raggiungere la luna piuttosto velocemente. Sappiamo anche clonare: possiamo fare cento persone uguali a voi, così che non potete più riconoscervi fra tutti quelli! (Risate) La clonazione è piuttosto popolare di questi tempi. Come se il mondo non avesse già abbastanza problemi di sovrappopolazione... ora vogliamo rendere tutto ancora più difficile cominciando a clonarci!

Si dice che Bin Laden si sia fatto fare dieci "Laden" (Risate), così nessuno capirà più qual è quello vero. Se lo uccideranno o no... noi non lo sapremo mai. Bin Laden ha focalizzato la nostra attenzione sulla maggior parte dei misteri più indesiderabili e diabolici che si trovino nell' uomo.

Lo stato chiamato "eccellenza nella conoscenza" non ha niente a che vedere con la scienza o con la tecnologia, né con l'agricoltura o con l'ortocoltura, o con la coltura dei tessuti. Assolutamente niente a che vedere con tutto questo. "Jnana" è la conoscenza del Sé, ed eccellenza nella conoscenza significa "eccellere in Jnana", cioè essere nello stato di consapevolezza del Sé. Bhagavan dice in tutti i Suoi discorsi: "Chi sono io?". Saper rispondere a questa domanda è vera Jnana, Jnana Yoga Vyavasthita. Quindi la terza qualità Divina è la consapevolezza del Sé.

Eccovi un semplice esempio esplicativo. Una volta un serpente venne ucciso; quella sera il Mahatma Gandhiji non cenò. Non mangiò nulla. Il giorno dopo qualcuno gli chiese perché la sera prima avesse digiunato. Lui rispose: "Avete ucciso un serpente che non faceva del male a nessuno. Per questo mi punisco". Lui "sentiva" lo Spirito Divino in quel serpente. Madre Teresa di Calcutta non poteva sopportare di veder soffrire nessuno. Si prese cura dei più miseri, degli abbandonati, di coloro che venivano trascurati da tutti. Perché? Sentiva la Divinità, la parentela universale dell'Unità, l'Uno in tutti.

Vi ricordate di che cosa succedeva a Baba di Shirdi? Quando un cane veniva picchiato con un bastone, sulla sua schiena comparivano i segni delle bastonate! Questa è vera identità col Sé. L'abito esteriore, la forma, il corpo può cambiare, ma fondamentalmente il Sé è Uno e lo stesso in tutti. Un'altra volta, un bufalo venne bastonato. Di nuovo, i segni comparirono sulla schiena di Baba di Shirdi. L'identità del Sé era la stessa.

La vera Jnana è la conoscenza del Sé ed è una qualità Divina.
"Signore, mi sono laureato in informatica". Ok, sei un essere umano, ma non Divino.
"Mi sono specializzato in Psicologia". Oh, molto bene. Bada a non diventare psicotico. Queste dichiarazioni di acquisizione di conoscenza secolare, di scienza o di tecnologia sono solo dichiarazioni di acquisizione di conoscenza delle cose del mondo.
Ma la vera conoscenza è la qualità Divina della conoscenza del Sé.

4) CONTROLLO DEI SENSI ESTERNI

La quarta qualità è "Damam", che significa "controllo dei sensi esterni". È mai possibile controllare i sensi? Alcuni mi chiedono: "Signore, è possibile controllare i propri sensi?" Bhagavan è così caro: ci ha dato una linea da seguire. La Bhagavad Gita dice: "Esercitate il controllo sui sensi". I dieci comandamenti dicono: "Controllate i sensi". Il Corano dice: "Mantenete il controllo dei vostri sensi". Tutti parlano di "controllo", ma io "non ho" alcun controllo sul mio corpo!

Come controllarli? Nessuno lo spiega. Nessuno lo dice, perché nessuno li ha mai controllati! (Risate). È facile dire: "Controllati!". Nella Bhagavad Gita, Krishna disse: "Controlla i tuoi sensi". Arjuna, che era particolarmente intelligente ed in gamba, riusciva a controllarli!
Conosceva la tecnica per farlo. Ma non siamo tutti degli Arjuna! Non siamo tutti così intelligenti e furbi come Arjuna! Dio è sceso fra noi per insegnarci la procedura. Arjuna non ebbe bisogno che nessuno gli dicesse quale procedura seguire! Riuscì a farcela da solo.
Noi, invece, abbiamo bisogno di sapere quale sia la procedura da seguire.

Come controllare i propri sensi? Per favore, credetemi: la Bhagavad Gita non ne fa mai cenno, in nessuno dei diciotto capitoli! Continua a dire: "Controllatevi, controllatevi!" Ok, tante grazie! Ho imparato a memoria quel verso e l'ho ripetuto: "Controllate i sensi", come se li avessi sotto controllo. Ma non è così che funziona. Non così! Noi conosciamo la parola "controllo" ma non conosciamo la tecnica per esercitarlo. Conosciamo il significato delle parole, ma non sappiamo come metterle in pratica. Conosciamo la meta, ma non sappiamo come arrivarci. Bhagavan ci dice "di controllare gli organi esterni". Quali sono? Le orecchie, gli occhi, le gambe, le mani etc. Gli organi di azione sensoria si chiamano in sanscrito "Karmendriyas". Come si fa a controllarli? Bhagavan ci insegna la tecnica. Eccola.

"Non fate del male. Fate del bene.
Non ascoltate il male. Ascoltate il bene.
Non pensate al male. Pensate al bene"

Allora, come controllarsi? "Non guardate ciò che è male. Guardate il bene". Ma se vogliamo guardare il male e riuscire a controllarci lo stesso? Com'è possibile?
"Non ascoltate il male. Ascoltate il bene". Ma ascoltiamo solo cose cattive: vogliamo controllarci ascoltando comunque. È possibile?... Bhagavan ci ha dato la tecnica da seguire per raggiungere il controllo sui nostri sensi esteriori. Questo controllo è una qualità Divina.

5) LA CARITÀ

La quinta qualità Divina è la Carità, o "Danam". Se la carità può prendere forma umana, se può camminare a due gambe, allora si può dire che la carità ha preso la forma di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba. Io ne sono stato testimone in molte occasioni. Mentre andavamo a Kodaicanal in macchina, seguiti dagli autobus, Lui fece fermare l'auto su cui viaggiavamo. Aveva visto alcuni mendicanti sulla strada. Li chiamò a sé e dette loro quanto aveva: cento, cinquecento rupie. Non sapevano chi era Baba: non lo avevano mai visto prima. Erano solo dei mendicanti sulla strada. Le altre auto acceleravano, Lui invece si fermava per fare la carità.

La carità è un gesto spontaneo. La carità è spontaneità. Non si programma di diventare caritatevoli: "Da domani, tre dicembre, programmo che diventerò caritatevole". Oppure: "La mattina voglio essere caritatevole, ma il pomeriggio no". (Risate) La carità non fa piani. Essa "succede" spontaneamente ed instantaneamente, quando il vostro cuore si scioglie in risposta ad una situazione toccante o commovente. Questa è la carità, ed è una qualità Divina.

6) I SACRIFICI RITUALI

La sesta qualità è Yajna, che sono i riti sacri. Durante le festività si celebrano spesso dei rituali, ma Bhagavan ha spiegato più volte che per "rituali sacri" non si intendono quelli che vengono celebrati ai Festival. Quelli sono riti simbolici. Non si possono fare rituali di quel genere ogni giorno, non si possono chiamare dieci sacerdoti e comprare "ghee" in quantità industriali "ogni giorno"! Quei rituali sono solo simbolici.

L'altare centrale è la mente umana e tutte le offerte fatte sul fuoco sacrificale rappresentano le vostre cattive qualità, che vengono gettate nel fuoco e bruciate completamente. Quell'altare rappresenta la mente umana. Il vero rituale sacro consiste nel bruciare tutte le tendenze malvagie e nel rimuovere ogni sentimento negativo: questa è la vera offerta sacrificale, "yajna", il vero rituale sacro che ognuno si deve portare dietro sin dalla nascita, che deve fare sin dall'inizio; dall'inizio alla fine, dal grembo della madre alla tomba, tutte le attività sono un rituale sacro:"yajna".

Come Bhagavan dice, ogni attività altruistica, intrapresa con spirito di puro Amore, è "yajna". Tutto qui. Tutto ciò che fate con uno spirito d'Amore, è "yajna", è un rituale sacro, un'offerta sacrificale. Potete aiutare una persona ad andare al tempio o a ritrovare il coraggio in un momento di profonda depressione, o potete aiutare economicamente qualcuno che si trova in un momento di necessità. Tutto questo è "yajna". "Yajna" non sono i canti o la recitazione dei mantra, o una celebrazione in cui date da mangiare a centinaia di persone. Questi ultimi sono rituali, è più sfoggio che carità autentica. "Yajna" è un' attività disinteressata, svolta a favore del prossimo e motivata dall'Amore puro. Questa è una qualità Divina.

7) INDAGINE COSTANTE SUL SÉ

La settima qualità Divina è la costante indagine sul Sé (Swadhyaya), che significa studio continuo del Sé.
Bhagavan la chiama "CIA". Ma non si tratta del servizio segreto americano (C.I.A.). No. Bhagavan con "CIA"intende Consapevolezza Costante Integrata (dalle iniziali in inglese di "Constant Integrated Awareness", che si traducono appunto con "Consapevolezza Costante Integrata", n.d.t.). Questa è "Swadhyaya". Questo significa che mi devo chiedere: "Chi sono io?" per tutta la vita, in ogni istante, durante ogni momento di qualsiasi attività io svolga. Sempre.

Il Saggio Ramana Maharshi ha portato avanti solo questo tema, per tutta la sua vita. Di quale messaggio si tratta esattamente? Proprio di "Swadhyaya", dello studio del Sé, che è l'unico messaggio di Ramana Maharshi, il maggiore saggio adwaitico (non dualistico) di questo secolo. Egli parla di "indagine sul Sé", di "studio del Sé". Qualsiasi cosa io legga, lo faccio per conoscere il Sé. Qualsiasi cosa io faccia, la faccio per conoscere il Sé, la mia vera natura Divina. Scoprire la mia vera identità è "Swa"(o Sé) + "Adhyaya", studio o indagine. Questa è una qualità Divina.

Ma io studio il mio corpo - quanto sono ingrassato, quante calorie devo ingerire e quanti chilometri di "jogging" devo fare giornalmente, quale dieta devo seguire. Nonostante tutto questo, è certo che morirò. Qualsiasi cosa facciamo, qualsiasi regola di vita seguiamo, è certo che prima o poi dovremo morire. Questa non è una minaccia, tutt'altro. La morte è il vestito della vita. La morte non è una punizione, è la liberazione di un prigioniero dal carcere; è la liberazione dell'uccellino dalla gabbia.

Un uccello è in gabbia. Non gli è permesso di volare fuori, all'aria aperta. Questo uccello bellissimo è tenuto in una piccola gabbia d'oro e viene nutrito con frutta dolcissima, personalmente dalla regina, tutti i giorni. Il re si avvicina alla gabbia, lo vezzeggia e lo accarezza. Ma finché l'uccello resterà in gabbia non sarà mai felice. Quando verrà liberato, volerà negli spazi aperti, nel cielo. Quella è vera felicità.

La morte è la liberazione del Sé da questo corpo circoscritto e limitato. Perciò la morte dev'essere la benvenuta. Non va condannata ed è di lieto auspicio. Viviamo per morire, non viviamo per restare per sempre nel corpo. Per avere esperienza del Sé, la coscienza corporea deve sparire una volta per tutte. Perciò "Swadhyaya", l'indagine sul Sé, è necessaria e fondamentale.

8) AUSTERITÀ

L'ottava qualità Divina è "Thapas", o "austerità".
Che cosa è realmente "Thapas"? La gente pensa che significhi andarsene di casa, abbandonare la famiglia, rifugiarsi nella foresta a nutrirsi solo di bacche selvatiche e così via. Gli animali fanno la stessa cosa. La maggior parte degli animali selvaggi, leoni e tigri, sono nelle foreste. Be', questi animali non sono né saggi, né santi, né hanno qualità Divine. Quindi, passare molto tempo nella foresta non è indizio di Divine qualità. No!

Che cosa si intende con "austerità"? Che cos'è "Thapas", secondo Bhagavan Sri Sathya Sai Baba? Che Dio "moderno" che è! Mi piace ripeterlo, anche se a Baba non piace per nulla (lo so). Naturalmente Dio non può essere "moderno" o "antico". (Risate). Egli è entrambi, è l'Eterno (Nithya Nutana) e l'Antico (Sathya Sanathana), ed anche il Moderno. Ma a me piace chiamarlo "Moderno", perché non credo che Rama abbia mai parlato di raggi Laser, energia calorifica o generatori di corrente. Così come non penso che Krishna abbia mai fatto riferimento ai computer. Perciò va bene chiamarlo "il Moderno"(visto che parla di queste cose). Noi viviamo con il Dio "moderno", contemporaneo.

Tornando al discorso che stavamo facendo: l'austerità non ha niente a che vedere con l'eremitaggio. Non è una vita di solitudine. L'austerità, come ci insegna Bhagavan, è la purezza dei pensieri, delle azioni e delle azioni. La purezza dei pensieri, della parola e delle azioni è "austerità", o "Thapas". Essa manca nella nostra vita. Non facciamo quello che diciamo. Quello che facciamo non lo diciamo; diciamo una cosa ma ne facciamo un'altra, ed il pensiero che sta dietro a queste due è un altro ancora! Le tre cose, pensiero, parola ed azione, non sono in armonia l'una con l'altra. Non c'è armonia e non c'è unità di pensiero. L'armonia fra pensiero, parola ed azione, secondo Bhagavan, è l' "austerità", o "Thapas".

Eccovi il massimo esempio.
"Swami, sei sempre così occupato, con tutti quegli ospiti. Molti VIP vengono a farti visita. Sei sempre così occupato con quello stupendo programma che hai, ma sei sempre beato, sorridi sempre, sei sempre felice, mai stanco. Non ti ho mai visto disgustato o contrariato, o arrabbiato. Non ti ho mai sentito dire: "Ho da fare, ho troppo da fare, perciò levati dai piedi". Sei sempre beato e sorridi sempre. Fai così tante cose.
Bhagavan ha risposto: "Voglio che voi siate felici, perché io sono felice, sempre. Io sono sempre felice. Perciò voglio che anche voi lo siate". Ciò che dice, Lui lo fa. Quello che fa, Lui lo dichiara. Questo è ciò che si chiama "austerità", o "Thapas".

9) FRANCHEZZA

La nona qualità Divina è Arjavam. Che cos'è Arjavam? Significa franchezza, dirittura morale, integrità; quando non c'è possibilità di manovre, di manipolazione, di corruzione. Vi darò un esempio. Se Swami decide di correggervi lo dice apertamente, davanti a tutti. Credetemi! (Risate) Molte volte sono stato una povera vittima di questo modo di agire. Vi condanna in pubblico, apertamente. Non vi chiama da parte per correggervi! No! Non si cura di queste cose. Si comporta così con tutti.

Una volta Baba disse direttamente in faccia ad un Ministro: "Qual è l'attività di voi Ministri, accettare bustarelle e passare il tempo in stanze con l'aria condizionata?" Glielo disse proprio in faccia. Un' altra volta, proprio in faccia a dei rinuncianti: "Che cosa fate, a parte mangiare e sprecare il vostro tempo? Che cosa fate per la Società? Che cosa fate per gli altri?" Lui dice sempre apertamente quello che pensa. Ad uno studioso ha detto: "Leggi tanto ma non fai nulla, a che cosa ti serve tanta erudizione?" Questa è franchezza: non c'è niente di minimamente nascosto, non c'é nessuna implicazione.

Una volta qualcuno Gli disse: "Swami, voglio acquistare quella Terra per la Tua organizzazione". Lui rispose: " Non comprare o procurarti alcuna terra per Me, la Mia terra è il tuo cuore. Io non voglio templi, il Mio tempio è il vostro cuore".

Un cuore puro è il tempio vivente di Dio: nessuna acquisizione è necessaria. Ripetutamente ci dice: "Seguite le regole del vostro Paese, del governo. Non voglio che disobbediate alle leggi della nazione in cui vivete". Swami insiste affinché seguiamo le leggi dei nostri paesi, ovunque viviamo: questa è franchezza, dirittura morale, integrità.

Una volta Gli chiesi: "Swami, hai un segretario?" Naturalmente speravo che prendesse me come segretario! (Risate) Invece di dire in modo franco e diretto: "Swami, prendimi come Tuo segretario", la buttai giù indirettamente: "Swami, non hai un segretario?". Bhagavan rispose. "Non ho un segretario. Non ho bisogno di un segretario perché non ho segreti" (Risate) "Non ho segreti, perciò non voglio un segretario!" Potè parlare così, per merito della Sua qualità di franchezza, dirittura morale, integrità (Arjavam). La vita di Bhagavan è un libro aperto: questa è una qualità Divina.

10) NON VIOLENZA

La decima qualità Divina è la non-violenza, o "Ahimsa". Noi pensiamo che "himsa" sia violenza. Crediamo che la violenza consista nell'uccidere qualcuno. Ma la definizione che Bhagavan dà alla non-violenza o "ahimsa" è tutta Sua, personale. Alcune persone guardano gli altri in modo che questi si sentono imbarazzati. Il loro modo di guardare mette a disagio. Altri parlano in modo tale che non riusciamo a perdonarli per una vita intera; le loro parole feriscono. Alcune facce sono così cattive che vorremmo non vederle mai più.

Potete far del male alla gente con la vostra faccia, con i vostri sguardi, con i vostri pensieri, con le vostre azioni. Possiamo far del male a chiunque in questo modo. Non è solo uccidendo che facciamo violenza! No. I vegetariani sotto questo aspetto sembrano essere migliori di quelli che non lo sono. I non vegetariani uccidono un animale e ne mangiano la carne. La cosa finisce lì. Ma se un vegetariano dice parole cattive e guarda gli altri con odio, nessuno gli vorrà stare accanto e il non vegetariano gentile sarà migliore di lui!

Quindi: non violenza, o "ahimsa, è non ferire nessuno con i nostri sguardi o con le nostre parole. Che sublime definizione - una definizione d'ogni tempo! Non è una definizione fisica: è una definizione metafisica. Non è una definizione meramente psicologica; è parapsicologica! Comunque la chiamiate, metafisica o parapsicologica, la definizione di ahimsa o non violenza è: non ferire nessuno né con le parole, né con gli sguardi, né con le azioni. Questa è "ahimsa"o "non-violenza", una qualità Divina.

11) VERITÀ

L'undicesima qualità Divina è Sathya, la Verità. La Verità, sì! Ma che cosa è la Verità? Bhagavan dice che noi crediamo che riportare fedelmente che cosa viene visto, dire che cosa si è sentito o confessare ciò che si pensa sia la Verità. NO! Tutto questo è la verità del mondo. Dire che cosa avete sentito, descrivere ciò che avete visto o confessare che cosa avete pensato è verità mondana.

La scienza parla di diverse verità scientifiche, scoperte, invenzioni, che si contraddicono fra di loro. Una volta la scienza dice una cosa, un'altra volta ne dice un'altra, perché ha smentito la scoperta fatta in precedenza. Questa non è Verità. Questi sono solo fatti. La scienza si basa sui fatti e non sulla Verità. La scienza si rifà ai dati ed alle statistiche, non alla verità. Perciò quello che diciamo in senso mondano è verità mondana, non la Verità in senso stretto.

Seguitemi gentilmente su tre cose che Swami ha detto: una, l'oceano; due, le onde; e tre, la schiuma delle onde. Swami dice che la schiuma delle onde sulla superficie è la verità mondana, che le onde sono la sovraimposizione, mentre l'oceano è la Verità, la Verità eterna ed immutabile. Il mare è l'eterna Veritá, e le onde sono solo una sovraimposizione della schiuma della verità mondana. Il mare, come dice Bhagavan, è la Verità eterna ("Paramarthica Sathya") mentre le onde sono la sovraimposizione ("Praathibhaasica Sathya"). La schiuma è la verità del mondo ("Vyaavihaarica Sathya"). Ora parleremo della "Verità Eterna", o "Paramaarthica Sathya".

Per essere più chiari, più enfatici, ci rifaremo solo a Bhagavan per capire questo punto. A volte Lui dice che non siete uno, ma tre: colui che pensate di essere (il corpo), colui che gli altri pensano che voi siate (la mente) e colui che siete realmente (lo Spirito o Atma). Lo Spirito o Atma (cioè chi siete realmente) è la Verità, o "Paramaarthica Sathya". Quello che gli altri pensano che voi siate (la mente) è la sovraimposizione, perché pensano che voi siate la mente e voi pensate di essere il corpo, cioè "Vyaavihaarica Sathya", o verità fisica e mondana. Spero di essere chiaro. Questa è Sathya, "la Verità".

12) ASSENZA DI RABBIA

La dodicesima qualità Divina è "akrodha", che significa "senza rabbia" ("Krodha" significa "rabbia"). "Akrodha", quindi, vuol dire "assenza di rabbia", l'essere calmi e composti. Sembra che una banda di giovinastri prendesse in giro Budda. Alcuni di loro dissero: "Qui c'è un uomo dal cranio rasato. È un uomo che avrebbe dovuto essere un re, ma ha abbandonato il regno per chiedere l'elemosina in strada!"

Al sentire queste parole, Budda rise. I ragazzacci non capivano. "Sei pazzo tu, o lo siamo noi?" pensavano. "Perché non ti difendi se ti attacchiamo?"
Budda disse: "Provocarmi a questo modo vi rende felici. I miei devoti sono felici se mi lodano. La loro felicità e la vostra felicità sono entrambe la mia felicità".

Bhagavan Sri Sathya Sai Baba una volta ha detto: "Coloro che Mi criticano e Mi attaccano e che fanno commenti negativi su di Me hanno il volume di una montagna. Anche coloro che mi lodano, che cantano la mia gloria e recitano il Mio Nome hanno il volume di una montagna. Io sono in mezzo a loro, e benedico entrambi".
In "Akrodha" non c'è traccia di rabbia, né biasimo, né parzialità. Essa è una qualità Divina.

13) SACRIFICIO

La tredicesima qualità Divina è il sacrificio o "Thyaga". A proposito del sacrificio, una volta Bhagavan ha detto: "Sono pronto a darMi a voi. Sono pronto a sacrificare questo corpo. Sono pronto per voi. Non mi interessa nulla del corpo".
Vi ricorderete che la precedente incarnazione di Baba, Shirdi Bhagavan, lasciò il corpo per salvare un devoto. Gesù morì sulla Croce per salvare l'umanità. Quale sacrificio potrebbe essere più grande del sacrificio di se stessi? Sacrificare la propria vita per l'umanità è il massimo sacrificio, il sacrificio più alto. Non è sacrificio fare una donazione di cento o cinquecento rupie ad una fondazione. Quello non è un sacrificio.

Bhagavan è sempre pronto a sacrificare il Suo tempo, la Sua energia, persino la Sua stessa vita. "Loka Samastha Sukhino Bhavantu": "Che tutti i mondi siano felici, che tutti possano vivere in pace". Questo è lo scopo per cui Lui ci dà tutta la Sua energia, tutto il Suo tempo. Quello è sacrificio, "Thyaaga". Il sacrificio è l'unico modo per ottenere l'immortalità.
E poi: "Solo il sacrificio può condurvi all' immortalità".
Questa è la qualità Divina del sacrificio, o "Thyaaga".

14) PACE

La quattordicesima qualità Divina è la pace (Shanti). La pace non è una conferenza. Abbiamo tutti sentito parlare delle conferenze internazionali sulla pace. Alla fine di una di queste, è passata la seguente risoluzione: "Bombardiamo qualche città". (Risate) Così sono le conferenze sulla pace! Finiscono con delle risoluzioni violente! La pace non è quella! La pace è equanimità, tranquillità. La pace è "uno stato di equilibrio mentale".

Come si sa se uno è in pace?... La faccia è lo specchio della mente. (Anil Kumar fa una faccia serafica). "Io sono molto pacifico, lo sapete, vero?" No! Non intendo quella pace! (Risate) Qualcuno può dirvi: "Non disturbare la pace della mia mente". Se io sono in grado di disturbare la tua pace, la tua pace non è pace, sono solo "pezzi" (gioco di parole in inglese, in quanto la parola "peace" significa sia "pace" che "pezzo"; n.d.t.). La pace non può essere disturbata da niente e da nessuno. La pace, amici miei, è tranquillità. La pace è uguaglianza. La pace è ciò che è imperturbabile. Questo è ciò che si chiama "pace".

Una volta, tre oratori si avvicendarono a parlare prima che Bhagavan prendesse la parola. Uno dopo l'altro, parlarono di Bhagavan. Fecero proprio un bel lavoro. Quando ebbero finito, il nostro dolce Signore andò sul palco e parlò a questo modo:
"Quelli che hanno parlato finora... non vi lasciate influenzare dalle loro parole. Hanno detto solo delle cose senza senso. Io non voglio che qualcuno Mi lodi e Mi esalti. Io non sono separato da voi. Non sono un ospite. Voi ed Io siamo Uno. Siete stati ad ascoltare questa gente che mi esaltava. Non fatelo più".

Lodate vostro padre? "Padre, sei grande! Mi hai educato!"
Lodate vostra madre? "Mamma, come sei brava. Hai preparato dei piatti deliziosi a pranzo". La lodate? No!
Una madre trova la sua felicità nel servirvi ed il padre è felice nel potersi prender cura dei propri figli.
Bhagavan è Padre e Madre. È Padre, Madre, Insegnante e Dio.

La pace si trova in chi non è soggetto a poter essere disturbato. Chi ha la pace non può esser toccato da nulla. La pace dimora in lui, o non dimora in lui: non si può "ottenere" con le lodi. Alcuni potrebbero dire: "La gente mi loda, perciò sono pacifico". Bene, assumi qualcuno e pagagli uno stipendio affinché ti lodi! (Risate) La pace non deriva né dal biasimo, né dalla lode. Non ha niente a che vedere con essi. La pace ("Shanti") è la quattordicesima qualità Divina.

15) NON SPARLARE, NON DIFFONDERE PETTEGOLEZZI

La quindicesima qualità Divina è "non sparlare", "non diffondere pettegolezzi". Abbiamo un bel po' di malelingue regolari qui! Subito dopo i festival, già dal giorno seguente, cominciano a dire: "Quand'è che Swami va a Bangalore?" (Risate) E che te ne importa? Perché Lo vuoi spedire là se Lui vuole stare qui?! Il giorno dopo Purnahuti (Vijayadasami, l'ultimo giorno di Dasara) alcuni vennero da me e mi chiesero: "Signore, quando va Swami a Bangalore?"
E io che ne so?! Pensate che Lui mi dia la Sua agenda?... Che ve ne importa di quando va a Bangalore? Perché non ve lo godete mentre è qui?

C'è gente che gode nel diffondere dicerie, nel pettegolezzo, nell' occuparsi dei fatti altrui.
"Ho sentito, Signore, che il Tal dei Tali ha depositato dei soldi in banca. Quanto? E in quale banca?" Che te ne importa? A questo modo mettete a giro delle storie. Un devoto non diffonderà mai pettegolezzi. L' essere al di fuori dal pettegolezzo e dalle dicerie è "Apysunam". Un devoto inoltre non troverà difetti nel prossimo.

Sí, questa è una qualità Divina, Apysunam: "l' essere al di fuori dal pettegolezzo e dalle dicerie". Se qualcuno va da Swami e gli dice: "Swami, il Tal dei Tali è così e così", Lui gli risponderà a questo modo: "Stai zitto, perché parli così? Pensa a te: hai gli stessi difetti!"; o addirittura: "Sei molto, molto peggiore di colui di cui parli!". Swami non accetterà mai che si parli male degli altri. Dovete migliorare voi stessi, non condannare il vostro prossimo. No, no, no, no!!! Dovete avere la qualità Divina di "Apysunam" (la mancanza di interesse nella maldicenza, nel pettegolezzo, nel diffondere storie e dicerie)

16) GENTILEZZA E COMPASSIONE

La sedicesima qualità Divina è "Daya Bhutesh" (gentilezza e compassione).
Bhagavan afferma: "Chi è gentile appartiene alla razza umana. Chi non lo è non ne fa parte". Inoltre dice sulla compassione: "La compassione oggi è diventata oggetto di una moda. Ma la moda è ben diversa dalla compassione".

17) NON INDULGERE NEI PIACERI SENSUALI; CONTROLLO DEI SENSI

La diciassettesima qualità è la non-indulgenza nei sensi, il controllo sui desideri per i piaceri sensuali, o più propriamente la rinuncia a tutti i piaceri dei sensi (Alolathwam).

18) GENTILEZZA NEL PARLARE E NELL' AGIRE


La diciottesima qualità è la gentilezza nelle parole e nelle azioni: il parlare in modo gentile, a bassa voce, dolcemente. Che voce bella e musicale ha Bhagavan! Quando dice: "Quando sei arrivato? Di dove sei? Come stai?"... che suono meraviglioso ha la Sua voce. Invece la gente parla così (Anil Kumar imita un tono di voce piatto e freddo, che non esprime alcun interesse): "Di dove sei?" (Risate). Ad una domanda posta con una tale espressione ci passa totalmente la voglia di rispondere, vero? (Risate)
Ci passa del tutto la voglia di parlare con chicchessia quando la gente si rivolge a noi con rudezza. Quando ci chiedono "Quando sei arrivato?" con un tono che sottintende che lo vogliamo derubare o chiedergli di dividere le sue proprietà con noi!

Quando Bhagavan si avvicina a voi e vi dice: "Quando sei arrivato? Come stai?", in quel momento ci fa sentire che siamo amati per il resto della nostra vita. Queste semplici domande ci penetrano profondamente nel cuore. Il Suo interesse e la Sua premura ci fanno danzare di gioia! Quelle domande sono Divine, sono domande vere, piene d' Amore e premura. Questa è una qualità Divina: la gentilezza nelle parole e nelle azioni; il parlare in modo gentile, a bassa voce, dolcemente, esprimendo Amore e premura. Questa qualità è quella che viene chiamata "Mardhavan".

19) SENTIRSI COLPEVOLI E VERGOGNOSI SE SI COMPIONO ERRORI (SE SI DICONO BUGIE, SE SI DANNEGGIA GLI ALTRI, ETC.)

La diciannovesima qualità Divina è il provare vergogna quando si dicono delle bugie e sentirsi colpevoli se si provoca un danno agli altri. Se danneggiate qualcuno dovete vergognarvi di voi stessi. Lo stesso deve succedervi se mentite. Non dovete mai esserne fieri.
I politici sono capaci di sentirsi orgogliosi delle proprie bugie, perché è solo mentendo che possono arrivare a diventare Ministri. Non c'è altro modo. Ma un devoto si sente profondamente male quando dice una bugia, o se fa qualcosa di male ad un altra persona. Questa qualità Divina è: "Hree".

20) NON AVERE TITUBANZA, ESSERE STABILI DI MENTE, POSSEDERE CONCENTRAZIONE MENTALE

La ventesima qualità Divina è la stabilità, la non titubanza, avere una mente ferma e concentrata, la fermezza di carattere. Questa si chiama "Achapalam". Infatti "Chapalam" significa "titubanza"; "Achapalam" significa "senza titubanza".

21) SPLENDORE, RADIOSITÀ

La ventunesima qualità Divina è lo splendore, la radiosità. Il minimo che dovremmo avere è un volto sorridente. Il volto deve avere un'ardente seduttività: quando sorridete, devo desiderare di guardarvi. Se ridete, devo desiderare di vedervi ridere. Quando Swami sorride, che sorriso ammaliante è il Suo! Che sorriso attraente e malizioso che ha! (Risate) Sí, il meraviglioso sorriso di Bhagavan è una visione degna degli dei! Lui ha un volto che splende, che irradia, Lui ha "teja".

22) FERMA DETERMINAZIONE

La ventiduesima qualità Divina è la ferma determinazione ("dhruti"). Bhagavan qualche giorno fa ha detto: "Sono come il burro: mi sciolgo facilmente. Ma se si tratta dei principi, sono più duro di un diamante; sono severissimo per quanto riguarda i principi. Rispetto alle preghiere dei devoti invece sono come il burro e mi sciolgo": questa è "dhruti".

23) PULIZIA ESTERNA ED INTERIORE

La ventitreesima qualità è la pulizia, sia esterna che interiore (Sowcham ). "La pulizia è vicina alla Divinità". Com'è pulito, Lui! Bhagavan non vuole che nessuno di noi sia sporco o trasandato. Alcuni, con barba e capelli lunghi, credono di essere spirituali. No, no, no, no, no! I capelli non hanno nulla a che vedere con la spiritualità! (Risate). Se fosse vera l'uguaglianza: peli = spiritualità, quanto sarebbe spirituale un orso, con tutti quei peli?!
L'orso andrebbe diretto in Paradiso! (Risate)
E se dei baffi sono segno di spiritualità, uno scarafaggio ha dei baffi molto più lunghi di quanto voi possiate immaginare! (Risate) Quindi, "Sowcham" è pulizia.

24) RINUNCIA ALL'ODIO E AL TRADIMENTO, INCAPACITÀ DI NUOCERE

Siamo arrivati alla ventiquattresima qualità Divina: l'abbandono dei sentimenti di odio e di tradimento; l'incapacità di odiare e di nuocere ("Adroha"). Questo significa che non dovete riuscire a far del male a nessuno. Swami ha detto nei Suoi discorsi: "La gente può criticarMi; Io non critico nessuno. La gente può odiarMi; Io non odio nessuno. Io continuo ad amare tutti". Questa qualità è "Adroha": cercare di aiutare coloro che vi fanno del male.
Bhagavan fa l'esempio dell' albero di sandalo. Prendete un'ascia e recidetene il tronco di netto: esso continua ad emanare il suo profumo. Allo stesso modo le Grandi Anime hanno questa qualità di "Adroha": non fanno del male a nessuno, anzi, aiutano anche coloro che fanno loro del male!

25) NON VOLER ESSERE ADORATI O SERVITI

La venticinquesima qualità è "non essere orgogliosi di se stessi". Bhagavan non direbbe mai: "Adorate solo Me, cantate soltanto la Mia gloria"! No, no. Non so quanti di voi conoscano questo fatto: quando gli studenti non fanno una sessione Bhajan "Sarva Dharma" (cioè una sessione che non includa TUTTI i Nomi di TUTTE le religioni, per esempio Allah, Gesù, Guru Nanak, Zorastra, Buddha etc.), per quel giorno quel gruppo dovrà far festa! Sì, Bhagavan è molto severo su questo punto: dovete cantare il Nome di ogni Dio (o profeta, o guru) di qualsiasi religione ad ogni sessione Bhajan!

Perché? "Tutte le religioni sono Mie. Tutte le forme sono Mie. Tutti i Nomi sono Miei". Questa è l'identità di Bhagavan. "Potete cantare il Nome di qualsiasi Dio. Lui ed Io siamo Uno". Gesù, certo! Allah, perché no? La sessione Bhajan dev'essere sempre una sessione "Sarva Dharma", nella quale vengano cantati tutti i Nomi del Signore, senza privilegiarne alcuno. Il non volersi far adorare e servire si chiama "Nathimanitha ".

In conclusione: siate Divini, facendo vostre le venticinque qualità Divine: siate Divini, con tutte le qualità Divine. Non siate diabolici, con le sei qualità proprie del demone: non siate demoniaci. "Siate Divini, non demoniaci".

LE QUALITÀ DEMONIACHE

1) LO SFOGGIO; FARSI PUBBLICITÀ
La prima qualità demoniaca è lo sfoggio. Alcuni dicono: "Signore, domani durante la funzione delle otto, distribuiremo del vestiario ai poveri. Abbiamo invitato i giornalisti. Invito pure Lei".
Chi volete impressionare?... La stampa?! Non impressionate nessuno per favore!

Tutto ciò che Bhagavan dice non ha niente a che fare con la "pubblicità", con lo sfoggio. Pensate al lavoro che Lui fa.. dove trovate altrove un posto in cui migliaia di persone vengono curate gratis? Dove migliaia di studenti vengono istruiti a costo zero? È scritto da qualche parte sui giornali, o pubblicizzato in televisione? No! Perché? Perché Dio non ha niente a che fare con lo sfoggio. Dio ci ha dato il vento, la luce del sole, il fuoco... tutto senza fare pubblicità a quanto stava facendo. Dio è libero. Il nostro creatore è libero! La Creazione è libera! Solo l'uomo cerca la pubblicità, perché è egoico e vuole gonfiare il suo ego. La pubblicità ("Damba"), lo sfoggio di ciò che facciamo, è una qualità demoniaca. Tenetevi lontani da chi dice: "Lo sai che cosa ho fatto?"... in lui (o lei) sta in agguato il demonio numero uno!!!

2) EGO / PRESUNZIONE

La seconda qualità Demoniaca è l' "ego", o la "presunzione" di essere qualcosa d'importante ("Darpa").

"Lei non sa chi sono io!" Alcuni Seva Dal fermarono un signore anziano che conosco, che in passato ricopriva una carica importante. Visto che i Seva Dal cambiano ogni mese, possono non conoscere qualche V.I.P! (V.I.P è l' abbreviazione di "Very important person", cioè "persona molto importante";n.d.t.) (Risate)

Insomma, fermarono questo signore. "Signore, per favore, non può passare. Si fermi".
"Non sapete chi sono io?!!"disse il VIP.
Ah, be', vediamo: è alto un metro e sessanta!
Ma il Seva educatamente rispose: "Mi dispiace, ma è la prima volta che La vedo". E il nostro VIP: "Ah, allora è la prima volta che viene a Puttaparthi!"

Mi vergognai di lui. Se hai bisogno di presentarti, che genere di persona sei?!! Se sei conosciuto veramente, la gente ti riconosce. Ma dopotutto, non sono mica obbligati a sapere chi sei! Io non sono nessuno. La gente è qui per conoscere Bhagavan, non per conoscere me o te! Bhagavan è l'unico V.I.P.. Noi siamo "persone molto insignificanti" e non "persone molto importanti". Per favore riconoscete Bhagavan, e nessun altro!

Qualcuno mi ha chiesto: "Signore, come si chiama quell'uomo che è stato chiamato per l'intervista?" Che cosa te ne importa di come si chiama? Tanto tu non sei chiamato comunque.
Quando vogliono sapere: "Signore, chi è quello? Chi é? Chi è?" mi sento proprio seccato. "Swami vuole che io capisca chi sono io, non chi è quell' uomo!" (Risate) Questo è l'ego ("Darpa"), e non è per nulla necessario.

3) RABBIA

La terza qualità demoniaca è la rabbia (Krodha).
"Sapete bene che io ogni giorno mi siedo qui! Questo posto dovreste lasciarlo libero per me!" (Risate) "Oh, capisco! E quando te ne vai? Prima che tu arrivassi ci si è seduta tanta gente!"
"Rabbia" o "Krodha" è ogni disturbo che sentiamo. Quando Swami parla, quella persona mette la sua faccia proprio in mezzo, così Swami non vi può vedere. E se cercate di dargli la lettera, ecco che vi spinge indietro. È pieno di rabbia e di inquietitudine, come tutti noi. Possiamo avere una qualità Divina, ma, ad essere onesti: quelle demoniache le abbiamo tutte! (Risate)

4) RUDEZZA

La quarta qualità demoniaca è la rudezza, l'essere rudi ("Parushyam"). Se qualcuno che è appena arrivato vi chiede: "Qual è l'orario della mensa?" e rispondete: "Ah, non lo sa?"
Questa non è una risposta. Oppure: "Dove sono i negozi?" La risposta "rude": "Se li cerchi, si arrangi!"
Questo è un demonio di prima categoria, un Dr. Diavolo, con una laurea in qualità demoniache (Risate).

Bhagavan vi esorta sempre: "Parlate a bassa voce, dolcemente".
E se non ci riusciamo, siamo devoti? No!!!

Una volta Bhagavan, durante un discorso pubblico, ha detto: "C'è gente che reagisce come un cane, abbaiando (Risate) Siete dei cani?! Riuscirete pure a parlare dolcemente e gentilmente, dopo tutto!"
La rudezza ("Parushyam") è una qualità demoniaca.

5) IGNORANZA

L'ignoranza ("Ajnanam") è la quinta qualità demoniaca. "Io sono fisso qui. Sono permanente, sono un residente fisso. Io sono tutto".
Ok, OK!!! Continua a parlare della tua permanenza finché non esisti più, vai! (Risate) Questo considerarsi "permanenti" è ignoranza, o "ajnana".

6) POSSESSIVITÀ - ATTACCAMENTO

La sesta qualità demoniaca è l' attaccamento, la possessività ("Abhimanascha").
"I miei conterranei, la mia famiglia, i miei fratelli e sorelle, i miei cognati..." Oh! Questo tipo di attaccamento, di possessività, questa glorificazione di se stessi, di stima di sé, di affermazione del proprio ego, sono tutti sottoprodotti di "Abhimanascha".

Queste sono le qualità demoniache.

A conclusione di quest' incontro domenicale:
Siate Divini; non siate Demoniaci!

Grazie per l' ascolto!