Satsang

Non fare-essere

16 settembre 2001

Risposta incoraggiante

Mi sento molto eccitato ed incoraggiato nel vedere la risposta positiva dei nostri fratelli e sorelle Sai riguardo ai miei due libri. Il primo libro è dedicato agli incontri di Brindavan, riguardanti gli insegnamenti pratici e universali di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba. Il secondo libro è intitolato "Divine Directions" e si riferisce agli incontri di Prasanthi Nilayam. Questi due libri vengono usati per uno studio intensivo ed in profondità nei Centri Sai di molte parti del mondo.

Sono molto grato a Bhagavan per questa risposta e mi sento impegnato a proseguire questo lavoro anche nei prossimi anni, sempre che me ne venga data l'opportunità, la forza, il coraggio, la convinzione e l'aiuto necessari. Prego Bhagavan dal più profondo del mio cuore, di continuare a benedirmi con l'opportunità di dividere con gli altri il Suo messaggio. E' per me una cosa bellissima. E' il vero respiro della mia vita e la sola cosa che mi fa sentire completamente vivo. Io appartengo ad una famiglia di missionari e considero me stesso un missionario. La cosa più importante della mia vita è diffondere il messaggio di Sai.

Ho preparato una lavagna in modo da potervi comunicare, attraverso essa, gli insegnamenti di Bhagavan, proprio come fossi un insegnate di fronte ai suoi allievi. Se lo apprezzate sarà la dimostrazione del successo del mio servizio. Userò la lavagna per favorire una migliore comprensione, dal momento che vedo che molti di voi prendono continuamente appunti. Alcuni possono trovare difficile seguirmi, perché parlo molto in fretta, e già molti di voi hanno espresso il loro apprezzamento per questa innovazione.

La vita è piena di 'FARE' e 'NON FARE '

L'argomento di questa mattina è "NON FARE - ESSERE"
Continuamente incontriamo persone che ci chiedono di 'FARE' qualche cosa.
"Se vuoi che questo tuo desiderio si realizzi, FAI questa cosa"
"Se vuoi che Bhagavan si fermi davanti a te o ti compaia in sogno, FAI questo"
"Se vuoi raggiungere la liberazione o andare in Paradiso, FAI quest'altro".

La nostra vita è piena di rituali, di regole, e di 'FARE' o 'NON FARE'. Sin dall'infanzia ci è stato insegnato ciò che può essere fatto e ciò che non deve essere fatto, ma nessuno ci ha mai insegnato cosa significa 'ESSERE'. In questo modo sappiamo perfettamente ciò che possiamo e ciò che non dobbiamo fare, ma non sappiamo assolutamente cosa 'ESSERE'.

Nei settori della scienza e della tecnologia esistono continue ammonizioni a 'FARE' o 'NON FARE'. Può anche essere molto rischioso, durante qualche esperimento, azzardarsi a fare cose che non debbono essere fatte.

Anche nel campo della filosofia e della religione esistono continui 'FARE' O 'NON FARE'. Per esempio i 10 Comandamenti ci chiedono di aiutare tutti, ma ci chiedono anche di non rubare, non dire bugie e così via.

Amici miei, il tema odierno è 'NON FARE - ESSERE'.
La condizione di 'FARE' nasce dall'attesa di ottenere qualcosa che fino a quel momento non ci appartiene. Per esempio, facciamo il caso di qualcuno che voglia ottenere un diploma. La prima cosa da FARE è studiare. Se in fisica voglio ottenere un risultato dovrò FARE qualche esperimento. Se voglio guadagnare denaro, mi devo mettere in affari. Quindi 'FARE' è un processo di azione con cui anticipiamo e ci aspettiamo di guadagnare o ottenere un nostro obiettivo, un qualcosa che fino a quel momento non ci appartiene. Siamo quindi motivati a svolgere alcune attività solo dallo scopo di raggiungere un fine.

La Spiritualità non è mai orientata al risultato

Al contrario, la spiritualità non è né un'anticipazione né un'attesa. Non è un risultato o un obiettivo o una meta. Cerchiamo di essere molto chiari su questo punto. Tutti gli sforzi materiali, le attività ed i lavori che facciamo si basano sul raggiungimento di un obiettivo, su un bisogno, sulla ricerca di un beneficio economico e comunque nella speranza di un risultato. La spiritualità non è mai orientata al risultato; non ha un suo preciso obiettivo o destinazione finale. E' una terra priva di sentieri. Pertanto siamo tutti avvisati: "Non FARE nulla. Cercate semplicemente di ESSERE! Questo è tutto"

Immagino che tutto questo vi possa sembrare strano. Potreste pensare: "Come fa questo uomo a dire 'NON FARE'?" Come posso dire una cosa del genere? Lo affermo nella consapevolezza che ogni cosa che abbiamo fatto ci ha sempre portato ad un'ulteriore confusione.

Per esempio: "Ripeti SAI RAM 1.116 volte". Ma anche dopo aver ripetuto SAI RAM 1.116 volte le mie preoccupazioni continueranno ad essere tante!
Oppure: "Fai nove giri intorno a Ganesha la mattina e nove la sera."
Ma, purtroppo, il giorno dopo i miei problemi continueranno a moltiplicarsi!
O ancora: "Vai alla Gayathri (la statua della Gayathri a Prasanthi Nilayam), vacci 10 volte e porta dei fiori. In questo modo i tuoi affari saranno pienamente profittevoli!" Ma invece di questo, continuerò ad ottenere solo delle perdite consistenti! Qualunque cosa io abbia fatto, i miei problemi non sono stati risolti. Ma allora cosa posso fare a questo punto?

Amici miei, il 'FARE' è un processo senza fine - un processo di moltiplicazione e di attese. Il 'FARE' è un processo per anticipare risultati positivi. Nessuno andrebbe mai a FARE giri intorno a Ganesha per perdere denaro! Nessuno andrebbe alla Gayathri desiderando di morire il giorno dopo! La spiritualità è un altra cosa.

La spiritualità è la preparazione ad accettare ciò che ci viene dato, positivo o negativo che sia. Quando accade qualcosa di positivo ne sono grato a Dio. Ma quando accade qualcosa di negativo sarò ugualmente grato a Dio per avermi dato una buona lezione. Qualunque cosa accade è sempre una lezione ed un terreno di apprendimento per la mia evoluzione verso uno stato più elevato.
Pertanto la Spiritualità è caratterizzata dal 'NON FARE'. Questo però non significa essere pigri, dormire continuamente ed essere apatici, come un pezzo di legno morto. Non è così. Significa piuttosto che non è più una questione di 'FARE' qualcosa per 'DIVENTARE' qualcosa. E' solo una questione di 'ESSERE', ESSERE verso il proprio Sé.

'FARE' porta con sè il concetto di 'DIVENTARE'. 'NON FARE' invece è solo per 'ESSERE'. Essere (risiedere) nella propria 'essenza', essere nel proprio Sé è 'NON FARE'.

Ecco un semplice esempio. Se volessi diventare un esattore, un dottore, o un ingegnere dovrei studiare, partecipare ad un test finale, fare un colloquio preliminare ed alla fine verrei selezionato. Si tratta di una lunga serie di cose da 'FARE'.
Al contrario, non devo fare nulla per diventare Anil Kumar, perché sono già Anil Kumar!! Io 'SONO' Anil Kumar e non 'DIVENTO' Anil Kumar a seguito di qualcosa che ho fatto.

La spiritualità è lo studio e l'esperienza di 'ESSERE' e non di 'DIVENTARE'. Il 'FARE' entra in gioco solo quando esiste un processo di 'diventare'. Se siete nell'ESSERE siete nel 'NON-FARE'.

La vita è piena di desideri

Ecco un bell'argomento di discussione. La vita è piena di desideri, varia solo il numero di essi! Alcune persone hanno due desideri, altre molti di più, alcuni poi ne hanno uno solo che però è più grande di tutti gli altri desideri messi insieme! E' la stessa differenza che c'è tra grossista e dettagliante! Alcune persone hanno meravigliose tattiche per condurre gli affari. Con un solo desiderio, riusciranno a soddisfarei migliaia di desideri!

Mi viene in mente la storia di un signore che pregava Dio affinché soddisfacesse un solo desiderio. Aveva messo un tetto ai suoi desideri, essendo un bravo devoto ed un buon aspirante spirituale. Si trattava di una persona abbastanza vecchia, con un piede già nella tomba. Non si era mai sposato perché non aveva mai trovato qualcuna disposta a sposarlo! Per questo il suo celibato era d'obbligo, anche se non era stata una sua scelta.

Era quindi uno scapolo, molto povero, pronto a morire. Dio gli apparve dicendo: "Cosa vuoi?" e l'uomo rispose: "Oh Dio! Grazie, non ti annoierò con tutti i miei desideri. Te ne dirò uno solo. Vorrei essere un imperatore con almeno un nipote!" Questo è un esempio di una richiesta da 'grossista'.

Allora, amici miei, questa vita è piena di desideri infiniti. Sono i vostri obiettivi ed i vostri 'ideali'. Ma anche quando si tratta di 'nobili ideali' e di 'alti obiettivi' sono pur sempre desideri.

Ci sono persone che dicono: "Oh Dio! Io non ho desideri. Questo è il mio ultimo desiderio!" Se le cose stanno così si tratta di un suicidio mentale. Essi insistono fino all'ultimo respiro a creare desideri! Quando qualcuno dice: "Non ho desideri" in realtà è pieno di desideri. Guardatevi da questo tipo di ipocriti! La vita è tutta un desiderio!

Si va avanti con un desiderio dopo l'altro ed anche gli obiettivi si moltiplicano in questo modo. La Bhagavad Gita dice: "Anche 'pregare per la liberazione' è un desiderio."
Il titolo dell'ultimo capitolo della Bhagavad Gita è 'Moksha Sanyasa Yoga' che significa, "Come pratica spirituale abbandona ogni desiderio di liberazione'. Alla luce di quanto abbiamo detto, siete in grado di indicarmi qualche persona che sia priva di desideri?

I desideri creano la nostra immagine

Allora, amici miei, la vita è piena di obiettivi e ideali che altro non sono che i nostri desideri. La mia personalità e immagine emerge dai miei desideri, ambizioni, aspirazioni, ideali, obiettivi e prospettive. Ecco un semplice esempio: se qualcuno mi ferma e mi impedisce di entrare nel tempio per il darshan del pomeriggio, il mio Ego immediatamente ne risente. Subito penserò: "Perché quest'uomo sta fermando proprio me? Mi trovo a Puttaparthi da tanto tempo; forse non sa che sono un VIP (Very Insignificant Person = Persona poco importante). Forse non sa che sono un personaggio molto importante? Come osa fermarmi? Voglio proprio prendere il suo nome dal cartellino!"
Ma è soltanto l'Ego che fa tutti questi ragionamenti. Perché?

In realtà mi sono autoconvinto di essere molto importante, conosciuto da tutti, e di essere assolutamente necessario. Penso di essere molto popolare per avere contribuito alla missione di Sai. Mi sono quindi costruita questa falsa immagine e personalità di me stesso. Poi cosa accade? Quando questa immagine viene pubblicamente attaccata, l'ego si urta e si sente umiliato, dispiaciuto e insultato. Molto bene! In conclusione vengo danneggiato dall'immagine che io ho costruito dentro me stesso, senza l'aiuto di nessuno. Il vero punto è che i desideri, gli obiettivi e gli ideali sono i responsabili dell'immagine del nostro stesso Sé.

Ecco un altro esempio: supponete che io voglia bere del succo di noce di cocco. La falsa immagine che ho costruito di me stesso mi dice: "se vai là, la gente ti vedrà bere la noce di cocco. No, no! La noce di cocco dovrebbe venire da te, non dovresti essere tu ad andare da lei." Cos'è successo al tuo orgoglio di essere un VIP molto importante?

Supponete ora che io voglia mangiare alcuni dolcetti nella cantina. Dovrei mettermi in fila per procurarmi un coupon. Ma allora qualcuno potrebbe pensare: "Oh! Che significa questo? Anil Kumar che fa la fila come tutti gli altri? Non è abbastanza importante da evitare di fare la fila o addirittura passare attraverso il muro? Perché allora dovrei andare alla cantina, quando posso chiedere a qualche altro di prendere i dolcetti per me? Perché? O meglio ancora i dolcetti potrebbero venire da me, senza che io sia obbligato a scomodarmi!!!

Lasciato a me stesso finirei per sovrastimarmi e poi in altri momenti non mi riconoscerei più in quell'immagine; io vorrei essere libero, ma l'immagine che ho costruito non me lo permetterà più. Io vorrei parlare con tutti, ma la falsa immagine che ho costruito intorno a me stesso mi terrà a distanza. Io sono considerato molto importante, e quindi non posso parlare liberamente con tutti. Un uomo che non può comunicare liberamente con tutti è psicologicamente malato, per favore tenetelo lontano da me. Un uomo che non sa sorridere è quasi morto! Questo è ciò di cui sono fermamente convinto.

Il punto è questo: io desidererei parlare liberamente alla gente, ma la falsa immagine che ho creato di me stesso, non me lo permette per il fatto di essere diventato tanto importante. Vorrei visitare tutti direttamente nelle loro case, ma ancora la mia immagine non me lo permetterà. In questo modo io condanno me stesso. L'immagine che ho costruito di me stesso porta alla condanna il mio stesso Sé. Che sciocco sono stato! Mi sono allontanato dalle cose semplici. Tra me ed i miei amici ho messo una barriera. Sto quindi vivendo in una cella o al massimo sono agli arresti domiciliari.

Ho perso la capacità di comunicare con gli altri e mi sono allontanato da tutti per colpa di questo cosiddetto 'titolo intellettuale' che io stesso mi sono creato. Questa posizione ha tagliato tutte le mie libertà e tutti i legami con la gente comune. Sono io che condanno me stesso. Quando gli altri urtano questa auto immagine, nasce in me un senso di dolore e di auto condanna. Il risultato è questa condanna che mi porto addosso e che mi fa dire che non sono libero e che non sono più capace di 'stare' e muovermi con qualche altro. Questa condanna è completamente negativa, ve lo assicuro.

La condanna di se stessi porta all'ossessione

Una simile condanna conduce all'ossessione. Ogni cosa, ogni rapporto, diventa una ossessione. Ecco un semplice esempio: esistono persone che dicono: "Io non mangio molto" Oh! Il mondo non sa progredire solo perché tu non mangi! Altri dicono: "Io digiuno due volte la settimana." Potete anche digiunare tutte le volte che volete, sarà solo un vantaggio perché state salvando cibo per altre persone. In ogni modo il vostro digiuno non ha nulla a che vedere con la spiritualità.

Altre persone dicono: "Io resto sveglio ogni sera fino a mezzanotte ripetendo in continuazione il Sai Mantra." OK! Questa è una bella cosa, soprattutto per chi fa il guardiano notturno. Restare sveglio tutta la notte non è assolutamente segno di spiritualità. Mangiare o digiunare non ha nulla a che fare con la religione. Per uno che dice: "Io non tocco cibo," c'è sempre un altro che dice: "io mangio troppo."

Entrambi hanno in comune la fissazione del cibo. Se una persona dice: "Io non dormo" un altro dice: "io dormo sempre". Il dormire è la loro fissazione comune.
Non torturate mai il vostro corpo, imparate a rispettare la vita. Il sacrificio del cibo, del sonno e del corpo è ciò che viene chiamato autotortura. Alcune persone sono felici se possono torturare gli altri, ma molti sono felici solo se torturano sé stessi. La tortura non è religione e non dovrebbe mai diventare una filosofia di vita. La filosofia è beatitudine e la religione è gioia. La vita è una danza, un sorriso e un'estasi. Non dovrebbe mai diventare una tortura, un fardello o una punizione.

Cosa succede quando venite ossessionati da cose come il cibo o il sonno? Sperimentate la delusione.
"Che sciocchezza! Mi hai chiesto di leggere 'Sai Charita' per cinque volte. Sebbene lo abbia fatto, la mia situazione è ulteriormente peggiorata! Mi hai suggerito di fare quotidianamente la puja, ma sebbene io lo abbia fatto, mio figlio è stato 'brillantemente' bocciato agli esami!"

Ma allora cosa posso fare per proseguire in avanti e chi può darmi consigli utili? In questo modo nascono le delusioni. Questo continuo cambiamento di realtà, movendo da un posto ad un altro alla ricerca di qualche situazione che risponda alle nostre esigenze e di un Maestro che sappia guidarci come noi vorremmo, è una conseguenza della delusione.

Molte persone mi chiedono: "In questi ultimi 20 anni sono sempre venuto qui, ma cosa mi è accaduto?" Cosa sarebbe dovuto accadere? Siete vivi e questa è già una cosa buona!
Questo tipo di 'ossessione' altro non è che repressione e soppressione che porta alla depressione, frustrazione e disillusione e, finalmente, si esprime attraverso l'autotortura. La vita dovrebbe essere pienamente appagante e non semplicemente riempita di cose da fare! L'appagamento è vita e non significa semplicemente riempire la vita con desideri, oggetti, comodità, posizione, potere, fama e nome. E' molto più importante 'appagare', la vita che riempirla.

Ricapitolando, non 'FARE' perché se iniziate a 'FARE' vi riempirete di desideri. I desideri non sono nient'altro che gli obiettivi e gli ideali che creano la vostra personalità, un'immagine fantasiosa di voi. In questo modo entrerete in contrasto con la società e vi autocolpelvolizzerete. Molte ossessioni come il cibo, il sonno e così via, vi porteranno solo a delusioni e alla frustrazione, che altro non è che 'autotortura'.

Ma, e di questo prendete nota, la vita è appagamento, non un semplice riempirla di cose come posizione, ricchezza, potere, e fama. Nel "FARE' ci sono tutti i gradini che conducono al "diventare". Ma allora, come potete semplicemente "essere"?

Il "NON FARE" vi permette di arrivare a vivere nell'"ESSERE".
Cosa significa "ESSERE"? 'NON FARE'! Quando smettete di "FARE" automaticamente vi trovate nello stato di "ESSERE" e diventate quindi la vera "ESSENZA".

L'esperienza degli occhi chiusi ed aperti

Amici miei, eccovi una semplice esperienza! Noi vogliamo tenere sempre gli occhi bene aperti e guardare ovunque perché in questo modo ci sentiamo più sicuri. Pensiamo "qui intorno ci sono tante persone che possono aiutarmi". In realtà, nessuno verrà in vostro aiuto o a salvarvi. E' già molto se nessuno si metterà contro di voi. Allora, perché vogliamo tenere gli occhi sempre bene aperti e le orecchie sempre pronte ad ascoltare? Quando i sensi sono attivi e si esprimono pienamente, questo da un senso di sicurezza. Io so esattamente cosa c'è di fronte a me. Vedo che cosa sta accadendo intorno a me e sento ciò che la gente sta dicendo. Posso percepire ed ascoltare ogni suono, Quindi, i sensi, indirettamente, danno una illusione di sicurezza.

Tuttavia, nello stato di "ESSERE", voi dovete cancellare i vostri sensi. Voi dovete chiudere i vostri occhi ed orecchie perché "divenire" è al difuori, mentre "essere" è dentro. Quando si chiudono gli occhi si é sempre desiderosi di riaprirli! Ci sono alcune persone che chiudono i loro occhi durante il Darshan, ma immediatamente dopo li riaprono.

Quando chiudiamo i nostri occhi ci troviamo nel buio assoluto, abbiamo la sensazione che ci sia un abisso e quindi ci sentiamo totalmente persi e sperimentiamo la non identità. In quella valle di buio non esiste speranza, né promessa, né intrattenimento. Non vogliamo rimanere con gli occhi chiusi troppo a lungo. Perché? Nel buio ci si sente perduti, insicuri e si ha paura. Ma quando si riaprono gli occhi si ha una benefica sensazione: "Oh, i miei amici sono ancora qui! Ok, tutto bene!"

Molte persone incontrandomi mi dicono: "Sai Ram, Anil Kumar!" Questo mi fa sentire di essere qualcosa. Bene! Quando poi qualcuno mi dice: "Oh, l'incontro della scorsa settimana è stato molto buono" è una cosa molto bella! Il mio ego viene stimolato ed io subito rispondo: "Ah, vedo! E cosa ti è piaciuto di più?" e con questo apro la caccia ai complimenti.

Il punto è questo. Con queste cose l'ego è mantenuto vivo ed alimentato. E in verità ci si sente perfettamente bene solo quando l'ego è gonfiato. Ma quando si chiudono gli occhi, invece, non c'è più nessuno che mi loda. Se non sento niente, significa che non c'è nessuno che mi sta parlando graziosamente. Quando il normale "io", l'ego, è totalmente sparito, ci si sente perduti. Per questo motivo si ha molta fretta di tornare indietro immergendosi nuovamente nei sensi, tornando in questo mondo "realistico".

Ma, amici miei, lo stato di "ESSERE" si trova solo nel sublime silenzio e non ha nulla a che fare con obiettivi ed ideali.
Quando, durante la meditazione, chiudo gli occhi, non sono più un esattore delle tasse, un ingegnere, un dottore o un professore; sono niente. Un vuoto, una profonda vallata, un abisso e uno spazio vuoto. Questo significa che l'ego, il normale "IO" se n'è andato. Voi siete una 'non entità', avendo perso la vostra normale identità.

Questo è ciò che chiamiamo "silenzio sublime", dove si può gioire la vera 'ESSENZA' senza più "FARE". Se volete vedere, dovete riaprire gli occhi; se volete ascoltare, dovete essere ricettivi; se volete sperimentare il senso del tatto, dovete toccare qualcuno.
Nello stato di "ESSERE", invece, non si deve 'FARE' nulla. Semplicemente, sedetevi con calma, cancellate tutto e siate in pace.

Sono sicuro che molti di voi avranno sentito parlare del grande saggio di Tiruvanmalai, Ramana Maharasci, un grandissimo uomo. Una volta qualcuno gli chiese: "Oh, Bhagavan, cosa devo fare per raggiungere la liberazione? "
Egli rispose: "semplicemente non fare!"

Quella persona ritornò e iniziò a parlare con qualcuno dicendo: "Non avrei mai dovuto venire qui. Ho scelto un Guru sbagliato. Pensavo che mi avrebbe illustrato qualche via, pensavo che mi avrebbe insegnato qualche Mantra da ripetere, pensavo che mi avrebbe insegnato qualche strada o procedura spirituale da seguire, mentre ho trovato un uomo che mi ha semplicemente detto : "NON FARE". Non sono venuto da tanto lontano solo per sentirmi dire "NON FARE".

Un uomo più saggio gli rispose dicendo: "Rahamana Maharasci ti ha detto di non fare nulla perché facendo vai verso il divenire mentre non facendo puoi entrare nello stato di "essere". "Essere" è "NON FARE" mentre "DIVENTARE" è "FARE". Quindi nell'"ESSERE" potete sperimentare lo stato di sublime silenzio nel quale tutti i sensi vengono cancellati. Io credo di essere stato chiaro .

Avere un'accettazione totale

Quando chiudo gli occhi, e mi ritraggo, il mio Ego viene ucciso ed io sono in uno stato di totale accettazione. Ecco un semplice esempio. Anche nelle cose più semplici noi non siamo preparati ad accettare noi stessi. Io credo che sarete d'accordo con me. Parlate con qualche devoto e provate a dire: "Swmi mi ha dato un anello" L'uomo a cui avete parlato non dirà: "Ah! E' così? Sono molto contento", ma invece dirà: "Hai avuto un anello quest'anno? A me ha dato questo altro anello lo scorso anno! Vedi bene che sono più anziano di te."

Se poi dite: "Swami mi ha appena fatto la vibhuti" qualche altra persona dirà: "A me ha fatto la stessa cosa almeno 10 volte!"
Se qualcuno dirà: "Sono stato molto fortunato ad avere un'intervista" subito qualche altro ribatterà: "Abbiamo avuto interviste familiari almeno una dozzina di volte, e individualmente almeno venti volte.!"
Esiste sempre qualcuno che cerca di fare impressione con la sua anzianità di devoto, la sua importanza e l'intensità della sua devozione. Cercherà di impressionarvi fino a che resterete completamente frustrati! Perché? Perché non siete in uno stato di totale accettazione. Questo modo di parlare e dialogare potrebbe diventare un'ossessione, mentre si dovrebbe avere questo tipo di sentimento: "Va bene, se nessuno mi parla, non fa nulla. Se tutti mi parlano va bene ugualmente."

"Tutte le volte che vengo qui, Swami mi chiede: "Quando sei arrivato?" Questa volta, invece, non mi ha neanche guardato.. Per questo mi sono maledetto, per avere intrapreso un viaggio così lungo per venire qui. Ogni volta mi ha sempre sorriso o preso le lettere e quasi sempre mi ha concesso un'intervista, ma questa volta mi ha totalmente ignorato. Pertanto, tutto il denaro, il tempo e le energie che ho messo in questo viaggio sono state del tutto inutili. Se avessi investito i soldi in qualche altra cosa avrei avuto sicuramente un maggior profitto." Vi sembra giusto ragionare così? Certamente no!

La totale ed incondizionata accettazione si trova solo nel 'sublime silenzio', quando siamo liberi da ogni Ego. In quello stato, qualunque cosa accada, anche se sfortunata, risponderemo: "Sì, io accetto tutto questo. Al di là di questa sfortunata circostanza, una situazione più fortunata sta certamente per realizzarsi." Non tutti i giorni è domenica e quindi accetto questa notte oscura che sarà certamente seguita da un giorno luminoso. Ma anche il giorno luminoso sarà seguito da una altra notte oscura. Entrambi devono essere per voi una cosa buona.

Non si può maledire la notte dicendo: "Fie! La notte è molto buia. Io non la amo perché è il momento dei ladri e per ogni attività illegale!" E se vi chiedessero: "Oh! Quando potrete riposare e trovare un po' di pace?" La risposta dovrebbe essere: " Signore, io mi riposo in ufficio e per questo adesso non ho bisogno della notte, grazie tante!"
Allora sì che sareste un grande uomo, veramente un filosofo!

Dio ci ha dato la notte per poterci divertire e riposare. Dio ha dato la notte per poter riposare confortevolmente e recuperare qualche energia, in modo da poter essere dinamici il giorno seguente e poter lavorare meglio. Coloro che non hanno dormito la notte precedente non possono lavorare il giorno dopo. Alcune persone tuttavia si fanno un pisolino mentre sono in classe, perché non hanno dormito la notte precedente. Il sonno assicura il lavoro. Il lavoro ha bisogno del riposo e il riposo assicura il lavoro. Riposo e lavoro vanno quindi insieme. Il giorno e la notte vanno insieme. Pertanto, amici miei, abbiate la capacità di saper accettare tutto.

"Signore, io sono sempre positivo!" Oh! Il positivo ed il negativo sono entrambi necessari perché la corrente elettrica possa fluire. "Signore, io non amo la morte." Ma allora non dovete amare neanche la vita. Se non esistesse la morte, non potreste apprezzare la vita. "Signore, io voglio essere eternamente giovane. " Oh! Se voi foste eternamente giovani, sareste disgustati. C'è molta grazia nella vecchiaia. La vecchiaia ha il suo fascino. Non dovreste mai parlare di vecchiaia, ma dovreste sempre dire 'vecchio è oro'.

Ogni momento della vita ha il suo fascino. La gioventù ha il suo splendore, attrazione e grandezza. La vecchiaia ha la sua maturità, esperienza, saggezza ed i suoi vantaggi. L'infanzia ha la sua bellezza e gioia, la voglia di scherzare e di giocare. In nessun momento della vita vedo solo cose negative.
"Perché non posso essere giovane come i miei studenti? Mi sento molto infelice a non poter indossare i jeans, le T-shirts e le cinture alte." Se lo facessi, potrei essere scambiato con un pezzo da museo o come qualcuno uscito da un circo. Devo portare con gioia la mia età in modo che ogni studente possa venire da me e dividere le mie esperienze e saggezza.

L'accettazione di ciò che siete, non importa quale sia la vostra professione o il vostro stato, è possibile solo nello stato di 'silenzio sublime'. Questo tipo di accettazione è una vera e propria benedizione Divina.
"Bhagavan non mi parla più." Sì, anche questa è una benedizione. Perché? In questo tipo di ricerca interiore o di viaggio, lo struggersi e l'ansietà cresceranno sempre di più. Io penserò a Lui ogni momento di più. Quando mi parla o mi concede un'intervista, la cosa dovrebbe finire lì (mentre io invece andrò in giro a pubblicizzarla!).

Il mio business è pubblicizzare e vantarmi, non la ricerca del Sé! Quando non mi parla, Egli mi sta ugualmente parlando nel campo della ricerca interiore. Quando mi parla, mi sta solo spingendo verso la vanità e la pubblicità, che è così pericolosa! Questo è il modo corretto di capire queste cose.

Bhagavan vi ignora e non vi rivolge la parola solo perché possiate approfondire la vostra ricerca. E' come un figlio che è stato all'estero negli ultimi 10 anni. Voi pensate a lui più intensamente del figlio che sta sempre con voi. La distanza porta all'apprezzamento. Quindi è cosa buona essere mantenuti a distanza e ignorati.

C'è anche molto fascino in ciò che si chiama Divino Romanzo. Il Divino Romanzo può essere più facilmente compreso nel silenzio, che dimostra grande eloquenza. Molti di noi lo sanno. Si può essere eloquenti pur restando in silenzio.
Quando Swami non parla, io comincio ad immaginare: "Forse ho fatto qualcosa di sbagliato? Devo avere commesso qualche peccato o essere andato contro la Sua volontà o essere stato disobbediente. O forse qualcuno ha scritto qualcosa contro di me. Qualcuno può avere pensato qualcosa contro di me."
Quando invece ci parla, questo chiude l'argomento.

Pertanto, ogni cosa ha la sua bellezza, i suoi vantaggi e i suoi lati positivi. Non condannate o giudicate nulla. Esprimere giudizi può essere pericoloso. Condannare è orribile e terribile. Dovremmo essere capaci di accettare le cose come vengono e goderci la bellezza della vita. Ringraziamo sempre Dio per la Sua benedizione. Questo è ciò che accade dallo sperimentare l'accettazione nello stato di sublime silenzio.

Il silenzio sublime è al di là della ossessione

Nello stato di 'divenire' tutto diventa un'ossessione. Alcuni dicono: "Io sono molto ricco." Essi sostengono di essere ricchi perché hanno profitti in proporzione geometrica e conti bancari pieni di soldi. Qualcun altro potrebbe dire: "Ho perso tutto il mio denaro nel recente terremoto del Gujarat. Anche la banca è scomparsa! E allora, dove è finito il mio denaro?" Un uomo ha perso mentre l'altro guadagna. In entrambi però il fattore che li accomuna è l'ossessione del denaro.

Ma nello stato di silenzio sublime voi andate al di là dell'ossessione. Il denaro non è più il fattore che determina sentimenti di orgoglio, umiliazione, soddisfazione o insoddisfazione. "Va bene! Ho molto denaro, OK" Oppure: "Bene, non ho una lira. OK va bene così. Perché no?" Quindi dovete solo accettare il fatto di averlo o no. Solo perché non ho denaro non è necessario sentirsi depressi. Andate oltre questa ossessione del denaro.

"Mi piace il cibo. Mi piace mangiare! "OK, io non mangio le tue stesse cose. Ho le mie regole e le mie limitazioni. Osservo una dieta molto rigorosa."
Grazie a Dio voi non mangiate tutte quelle cose! Perché dovrei essere preoccupato? Chi mangia troppo è un ghiottone mentre chi mangia poco è una persona che osserva una dieta. Ma entrambi hanno in comune l'ossessione del cibo.

Invece nello stato di sublime silenzio c'è solo accettazione e benedizione, sia che tu mangi o no, sia che tu abbia tutto il cibo che vuoi o no. Molti di voi che si trovano qui per la prima volta possono aver assaggiato nella mensa indiana un po' di sambar bollente (zuppa dell'india del sud molto speziata -ndt). Spesso è talmente bollente che ve ne ricorderete fino al vostro prossimo viaggio qui. Io so che non siete abituati a questo tipo di cibi così speziati. Ma poiché il cibo non è un'ossessione per voi, voi vi accontentate di tutto ciò che è disponibile.

Il cibo è molto abbondante nei paesi dai quali provenite. Ci sono focacce, Sprite, 7-UP, formaggi e pizza. Voi non venite a Puttaparthi per queste cose. La pizza di qui, non è un'attrazione. Non pensate neanche lontanamente di non venire perché qui il cibo non è come a casa vostra. Invece pensate: "Va bene, ci basta ciò che si può trovare nella mensa per occidentali. Se c'è la pizza, va bene. Se non c'è saremo ugualmente felici con lo yogurt della mensa indiana."

Siete felici per ciò che avete e non avete alcun rimpianto per ciò che non avete. Se aveste questo rimpianto finirebbe per diventare un'ossessione. Se insistete: "Questo è ciò di cui ho bisogno. Preparate un dosa (focaccia indiana) con almeno 100 grammi di chilies e 200 grammi di cipolla!"
Adesso questa è un'ossessione: "Se c'è il dosa va bene, ma se manca e c'è da mangiare qualcosa di diverso come ad esempio idly va bene ugualmente. Molto bene. Posso sopportare questa cosa." Questo vuol dire essere al di la dell'ossessione del cibo. 'Essere' non è mai ossessione.

Quando andate al di là, questo stato si chiama trascendeza. Voi non siete sottomessi e non siete vittime. Ho chiesto ad alcune persone: "Non avete zanzare nei vostri Paesi. Come siete capaci di gestire questa cosa? Come riuscite a dormire con tutte le mosche che ci sono qui?"

Essi rispondono: "OK, nessun problema. Va bene così."
Essi non dicono: "non riesco a dormire per via delle mosche." Naturalmente persone come me che sono abituate alle mosche, non riuscirebbero a dormire se non ci fossero! Ma questa è una cosa diversa. Noi siamo abituati al ronzio ed alla musica delle mosche, che per le nostre orecchie è qualcosa di simile al chiasso della musica Pop.

Lo stato di trascendenza

Qualcuno potrebbe avere richieste specifiche tipo: "Voglio quello, non posso farne a meno." Nello stato di trascendenza invece: "Se posso avere tutto ciò di cui ho bisogno è una gran bella cosa. Ma comunque ringrazio Dio anche se non ho ciò che vorrei. Posso cavarmela ugualmente."

Questo accade quando siete oltre i sensi. La trascendenza è possibile quando c'è totale comprensione. Un uomo può non essere capace di trascendere o andare al di là delle restrizioni. Perché? Significa che non ha comprensione. Se esiste comprensione si è capaci di trascendere.

"OK, Baba è la cosa più importante qui. Non ha importanza che tipo di cibo c'è qui o se ho una sistemazione confortevole o no."
Questo significa che avete compreso la vera ragione per cui siete venuti qui e quindi le altre cose divengono secondarie. Ci sono anche persone che dicono: "Io non vado a Puttaparthi perché là non ci sono molte comodità." Va bene, che si seppelliscano dove si trovano!! Le comodità e i conforts non sono importanti. Sono cosa secondarie.

Servire Bhagavan è la cosa principale. Se si comprende questo si entra in uno stato di trascendenza, che significa semplicemente andare oltre ogni ossessione. Questo è possibile solo con la Grazia Divina, al di là di una totale accettazione e in uno stato di sublime silenzio.

La totale accettazione è il motivo per cui la gente è felice. Bhagavan spesso ricorda che molti devoti vengono da molto molto lontano, spinti dal Suo Amore. In modo particolare, quando parla con gli studenti, nomina spesso gli stranieri.
Egli dice: "Guardate bene le faccie degli stranieri. Essi vengono qui e sono sempre tutti sorridenti, perché sono veramente felici. Se chiamo solo una o due persone di un gruppo per un'intervista, tutti i membri del gruppo sono felici. Se ad uno chiedo 'come stai?' tutti sono felici. Quando chiedo: 'da dove vieni?' tutti sono felici. Essi stringono la mano della persona chiamata in intervista in modo da poter carpire le vibrazioni divine che si porta addosso! Questo è tipico di una condizione di felicità. Al contrario voi non siete altrettanto felici sebbene viviate vicino a me, sebbene io mi muova tra voi e vi parli tutti i giorni. Per quale motivo?"

La colpa è della scontentezza, della mancanza di comprensione, dell'ossessione e della falsa immagine e personalità che ci siamo creati. Io sono l'esempio tipico. Non mi preoccupo se Bhagavan mi parla o no, mi concede o no un'intervista. Tuttavia, mi preoccupa moltissimo ciò che gli altri possono pensare di me.

Essi cominceranno a chiedermi: " Swami non ti ha parlato? " Come posso rispondere: "Mi dispiace, è proprio vero che non mi ha parlato?" Allora invento qualche storia del tipo "Egli non mi ha parlato perché sa già ciò che penso." Vedete è una filosofia molto conveniente.

Quindi l'opinione degli altri mi pesa moltissimo. Ho sempre paura che la mia immagine possa essere danneggiata per qualche motivo. Ho paura che la falsa personalità, che mi sono creato in un certo numero di anni, possa essere completamente mandata in frantumi. Il mio Ego ne resta influenzato ed io sono molto dispiaciuto. Questa preoccupazione è molto di più del beneficio che può conferire l'intervista. Molta gente l'ha sperimentato. Non ci sono eccezioni. La felicità scompare a causa della falsa immagine e di tutto ciò che le ruota attorno.

Sadhana o Pratica Spirituale

Dopo aver parlato di come sia meglio 'NON FARE' e 'NON DIVENTARE' ma piuttosto 'ESSERE', diamo una occhiata al campo della sadhana o pratica spirituale. Voglio trattare questo argomento nel poco tempo che ci resta a disposizione questa mattina.
Possiamo fare pratiche spirituali in due modi: con la mente o con il cuore. Come si possono fare pratiche spirituali con la mente? Ci sono persone che recitano poemi interi restando distesi. Ci sono persone che possono cantare Mantra in continuazione e altre che possono mandare a memoria i 108 o 1008 nomi di Dio. Essi li ripetono cantilenando "ta-da, ta-da, ta-da..." Ah! Ah! Sono tutti esercizi utili solo per la mente.

La pratica spirituale fatta con la mente è del tutto inutile, futile e ci porterà al fallimento, perché la Spiritualità è al di là della mente. Voi non siete la mente. Bhagavan dice: "La mente è una scimmia pazza ed il corpo una bolla si sapone." Quindi qualunque sia la pratica spirituale che intraprendete, se la fate con la mente, è sciocca, inutile e molto di più che folle. Dio e la Spiritualità si trovano oltre la mente. La mente non è niente altro che l'Ego.

Come si comportano la maggioranza delle persone nei confronti della mente? Coloro che dicono: "Io ho fatto così e così." Sono proprio entro le limitazioni della mente.
"Io medito ogni giorno", "Io faccio la Puja ogni giorno", "Al Centro Sai facciamo un sacco di cose".
Tutta questa 'pubblicità' a ciò che si FA emerge dalla mente.
"Noi facciamo questo." "Ho fatto questo." "Ogni giorno partecipo alla Suprabhatam" Facendo così, non si contribuisce certo al benessere del mondo! Quindi il dire 'STO FACENDO....', altro non è che una normale manifestazione di ego che proviene dalla mente.

Quando la mente inizia una qualunque forma di sadhana approda immediatamente nello stato di memoria. Comincia a ricordare: "Sapete cos'è successo 10 anni fa?" "Quindici anni fa è successo questo." "Io vengo qui da 20 anni, prima che ci fossero tanti palazzi." Molto bene! Allora andate vicino al Chitravati dove ancora adesso non ci sono tanti palazzi. La potrete ricordare i vostri giorni passati e poi restate là!

La mente vive nella e con la memoria che sa esprimersi solo attraverso parole e lettere. "Io canto Bhajans", "Io recito i manthras"
Recitazione, canto, etc. sono tutte cose che necessitano della memoria. Qualunque ripetizione è noiosa. Questo è tutto. Se ripetessi la stessa lezione ogni giorno, i ragazzi mi maledirebbero e attenderebbero con ansia il primo giorno di vacanza.!

Molti fanciulli vanno a dormire ascoltando le favole della nonna. Non sono certo storie interessanti. Sono storie noiose ed è proprio per questo che il fanciullo si addormenta subito subito!
"Oggi c'è la luna piena e una vecchia donna sta seduta sotto un albero. Una formica la morde e subito diventa una volpe."
Il fanciullo ha sentito la stessa storia ogni giorno. Comincia a girarsi da una parte e dall'altra ma poi non sapendo più cosa fare si addormenta. Non è certo per merito della storia se si addormenta ma è piuttosto per colpa della storia.

Pertanto amici miei la ripetizione è noiosa, meccanica e di routine. Ogni cosa fatta con la mente diventa meccanica. E' qualcosa di simile ad un orario ferroviario o di arrivi e partenze degli aerei. "La meditazione dalle 4 alle 5 - arrivo alle 6 in punto e partenza alle 7. - I Bhajan iniziano alle 18,30 e terminano alle 19. Tsk! Questa è una classica situazione mentale." Non c'è freschezza, bellezza, eccitazione o meraviglia, ma solo monotonia. La stessa cosa si ripete ogni giorno.

Amici miei, dobbiamo evitare che la nostra vita divenga una ripetizione meccanica. Se questo dovesse avvenire la nostra vita sarebbe sicuramente più corta. Sia che si tratti di una vita professionale o della vita di famiglia, religiosa o sociale, una vita programmata non ha alcun fascino. Una vita programmata è la vita di un computer, ed io non vorrei mai che questo avvenisse.

Sadhana fatta con il cuore

Al contrario, quando qualche volta voi la vostra sadhana (pratica spirituale) la fate con il cuore, non è più solo una questione di memoria, ma è il significato che acquista valore. Volete ardentemente essere consapevoli del vero significato e non soltanto ricordare un nome da ripetere come una filastrocca. Quando cantate i Bhajans, concentratevi sul loro significato.

Per esempio 'Krishna' significa 'colui che spegne e soddisfa la sete del desiderio.' Se vi è chiaro questo concetto allora avrà molto più senso cantare 'Oh Krishna' piuttosto che ripetere fino alla noia meccanicamente il Suo nome. Perché mai dovrebbe essere cantato il nome di Krishna solo attraverso un'azione della mente? Non so darvi una risposta certa, ma potrebbe essere perché si è portati a pensare: 'dal momento che tutti lo fanno lo farò anch'io, altrimenti tutti penseranno che io sono ateo! Gli altri devono sentire che io sono un devoto. Pertanto io canterò i Bhajan a voce alta in modo da sembrare il migliore tra i devoti.' Non è così?

Potrete lavorare sul vero significato di una pratica e di un sentimento quando alla base di tutto c'è il cuore. C'è quindi una gran differenza con la mente che lavora basandosi solo sulla memoria. Cosa succede quando vi identificate con il significato? Allora ogni Mantra diventa una canzone. Qualunque cosa leggiate o recitiate diventa poesia e musica. La vita diventa una vera danza ed acquista bellezza, charm, attrazione e dinamismo. Questo avviene quando alla base di tutto c'è il cuore. Il cuore diventa il palcoscenico sul quale danzate.

Ma se abbandonate la mente cosa succede? Nessuna cosa di quello che fate è semplicemente fine a se stessa. Io canto i Bhajan non solo perché amo cantare i Bhajan. Cantare i Bhajans è un mezzo per raggiungere un fine e questo fine è la beatitudine. Per essere beati, io canto i Bhajan. Per essere beati, faccio la Puja. Per essere beato, leggo un libro.

Quindi ogni Sadhana spirituale è un mezzo per raggiungere un fine, non un fine in se stesso. E' solo un veicolo. Un automobile è solo un mezzo per giungere ad una destinazione. Per il cuore è la medesima cosa: agendo come un veicolo, vi porterà allo stato di beatitudine.

Allora, amici miei, lasciamo perdere il 'DIVENTARE ' e cerchiamo piuttosto di 'ESSERE'. Possiamo farlo intraprendendo la sadhana con il cuore e non con la mente. Questo indirizzo del cuore ci renderà vivi e renderà le nostre vita eccitanti e degne di essere vissute. Solo così la vita non sarà più un'inutile ripetizione.

Grazie a tutti e possa Baba essere con voi ora e sempre.