Satsang

Siate imperatori

9 settembre 2001

Sii al servizio, ma non essere un servitore

Questa settimana sono particolarmente felice di essere di nuovo qui con voi. L'argomento di questa mattina é "Sii un imperatore".
Tutti, se potessero scegliere, vorrebbero essere un imperatore; nessuno sceglierebbe mai di essere un mendicante. Tutti vorrebbero essere ricchi, nessuno vorrebbe essere povero. La domanda che dovremmo farci a questo punto é: "Chi é un imperatore? Come si può essere imperatori? Perché non siamo tutti imperatori?"
E' mia intenzione rispondere a queste domande una dopo l'altra.

La cosa più importante per essere veramente indipendenti, per essere un imperatore é essere al servizio degli altri senza mai diventare un loro servitore. Cosa significa tutto questo? Qual é la differenza? Gesù Cristo ha detto: "IO vengo per servirvi e non per essere servito."
Un po' di tempo fa qualcuno ha detto a Swami: "Bhagavan noi vorremmo servirti" e Swami ha risposto: "Io non ho bisogno dei vostri servizi, voi dovreste piuttosto servire tutti, perché il servizio all'uomo é servizio a Dio."

Il servizio agli altri é una cosa molto importante. Può portare molto vicino a Dio, ancor più facilmente di ogni altro tipo di cammino spirituale. Bisognerebbe essere sempre al servizio degli altri, perché in un tale servizio c'é la bellezza. Io penso invece che sarete tutti d'accordo nel riconoscere che essere un servitore é una cosa orribile. Questo dipende dal fatto che un servitore lo fa perché quello é il suo dovere, perché é obbligato a farlo, perché per questa cosa percepisce un salario.

Tutti coloro che prestano servizio a Prasanthi Nilayam sono invece 'al servizio degli altri' e non sono loro servitori. Io faccio questa affermazione di fronte a questa eminente assemblea perché tutti possano rendersi conto della grande differenza che c'é tra le due cose. Qui il servizio viene offerto spontaneamente e questo é veramente bello. Non é fatto sulla base di un orario o sulla base di una paga ed é sempre adeguato alle esigenze del momento. Non é qualcosa di improvvisato e non é mai sfruttato, atteso o strumentalizzato.

Al contrario, un 'servitore' vi 'imporrà' il suo servizio. Egli capirà se vi ha reso il servizio, se alla fine otterrà il salario. Un servitore farà di tutto per farvi capire che il servizio che vi offre é necessario. Chi invece é 'al servizio' non spingerà mai nessuno ad accettare il proprio servizio.

Per essere un Imperatore si deve essere al servizio degli altri. E' ben evidente che i servitori non offrono in realtà alcun servizio. Solo chi é 'padrone' può offrire un servizio. Molti di voi, che hanno a casa loro dei servitori, saranno certamente d'accordo con me.
Bhagavan dice: "Dovreste imparare da Me come si offre un servizio agli altri."

Bhagavan ci ha dato il seguente esempio come 'servizio ideale'. Un po' di tempo fa restai molto sorpreso vedendo che Bhagavan aveva concesso l'intervista ad una tribù di Lambads, che sono veri e propri nomadi. Essi non hanno una residenza fissa e si spostano continuamente da un posto all'altro. Quando li osservai attentamente ebbi l'impressione che non si fossero lavati da almeno una settimana. Essi stavano passando di fronte a me ed era molto difficile sopportarli!! Bhagavan tuttavia li chiamò. Sebbene io fossi lì e fossi decisamente presentabile , non fui invece convocato in intervista!

Alla fine dell'intervista il mio ego si manifestò in modo totale. Sorpreso dissi: "Bhagavan! I Lambads in intervista? "Egli si sentì molto offeso e disse: "Perché no?" "Bhagavan! Cosa possono avere capito?"
Egli rispose immediatamente: "Essi hanno capito le stesse cose che anche tu avresti capito. Il loro amore puro, pieno d'innocenza, mi ha convinto a chiamarli per l'intervista."

Io però non volevo chiudere la conversazione in quel modo. I Lambads, uscendo dall'intervista, portavano alcune grosse borse. Io ho guardato Bhagavan e ho insistito, "Cosa stavano trasportando?" Egli rispose: "Cosa te ne importa?" Ed io: "Non é che desidero qualche cosa, mi piacerebbe solo sapere cosa c'era nelle borse."
Bhagavan mi ha guardato e ha detto: "Trasportavano abiti e contanti che io ho dato loro. Quelli più fortunati tra loro hanno ricevuto gioielli preziosi. Il vero servizio é fornire ciò che serve."

Il vero servizio agli altri é fornire ciò che veramente serve ed é essenziale in quel momento. I servitori non fanno certo una cosa del genere. I servitori fanno ciò che ci si aspetta debbano fare. I servitori fanno ciò che conviene loro e quelle cose per le quali ci si é accordati. Quindi, amici miei, il servizio agli altri dovrebbe essere una cosa spontanea che non ha nulla a che fare con gli obblighi. Un Imperatore o un Padrone serve, mentre un servitore no. Un padrone di questo tipo fu Gesù Cristo, Gautama, Sri Ramakrishna Paramahamsa, Madre Teresa, e oggi il Divino Maestro, Bhagavan Sri Sathya Sai Baba stesso.

Dio può essere avvicinato direttamente

Il secondo punto di cui voglio parlare questa mattina riguarda il fatto che Dio può essere avvicinato direttamente. Questa é una delle qualità più importanti di un Imperatore. Non é degno di un vero monarca o imperatore avere bisogno di apparati burocratici o di qualche personaggio importante del governo per raccomandare se stesso. Quando cerchiamo di avere l'aiuto di qualcuno che vive vicino a Bhagavan, falliamo miseramente. Questo, perché Bhagavan immediatamente dirà: "Si tratta di una raccomandazione?"

In una situazione del genere dovremmo piegare la testa pieni di vergogna. Noi non possiamo raccomandare nessuno, per il semplice fatto che neanche noi sappiamo qual é la nostra situazione e ciò di cui abbiamo bisogno. Non possiamo inserirci tra un devoto e la Divinità. Nessuno ha questa autorità o diritto. Il legame tra la Divinità ed un devoto é un legame diretto tra cuore e cuore, da amore e amore , senza nessuno in mezzo.

Bhagavan dice: "Dio é in voi, sopra voi, sotto voi e intorno a voi." Se é vero che Dio é sempre così vicino a voi e così direttamente accessibile, perché volete che qualcuno interferisca come mediatore o come intermediario? Non é necessario. E' caratteristica di un uomo superiore entrare in contatto direttamente con Dio. Solo un essere inferiore, che manca di ogni capacità di comprendere, cercherà di servirsi di un intermediario.
Una delle cose più importanti nella presente incarnazione di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba é che possiamo avere un contatto individuale e diretto con Dio.

Bhagavan può dire a qualcuno: 'Questa é la strada', mentre a qualche altro può dire qualcosa di diverso. Se io vi dico: "Swami mi ha detto questo" qualche altro potrebbe dirvi, "Mi dispiace ma a me ha detto esattamente il contrario". Pertanto, la Spiritualità deve essere adatta al modello del nostro temperamento. Deve essere adeguata allo schema culturale della nostra psicologia e della struttura che determina la nostra psiche.
Un approccio individuale alla Realtà garantisce e assicura salvezza, sicurezza e successo.

Fatti e Verità

Il terzo punto della nostra discussione di questa mattina riguarda: 'Fatti e Verità'. Dovremmo essere più interessati alla Verità piuttosto che ai fatti nudi e semplici. La Verità, piuttosto che i fatti, é veramente importante.
Un semplice esempio: avete mai visto una statua di Buddha con le rughe sulla faccia o un dipinto di Buddha in età avanzata? No!! Si pensa a Buddha come ad un essere eternamente giovane, sempre sorridente e infallibile. Pensate forse che Krishna e Buddha non siano mai invecchiati? La storia racconta che Buddha é vissuto 82 anni. Nei primi 40 egli raggiunse l'illuminazione. In tutte le statue che si vedono nel mondo egli é sempre rappresentato come un essere molto robusto, ben fatto, e con aspetto giovane.

Per quale motivo nessuno ha mai pensato di realizzare una statua dove Buddha sia rappresentato in età avanzata? Questo é un esempio di come i fatti differiscano dalla Verità. La gioventù si riferisce allo spirito e non al corpo. Gioventù si riferisce a qualcosa di giovane, fresco, rifulgente e che attrae. Per questo motivo le persone dovrebbero farsi guidare dalla Verità e non dai fatti nudi e semplici.

Il successivo argomento che voglio portare alla vostra attenzione questa mattina é il seguente. Tutti i dipinti e le statue danno un importante messaggio - la geometria della vita. La geometria della vita non é semplicemente la simmetria e la personalità della vita. La geometria della vita si riferisce all'energia, al dinamismo, alla capacità di attrazione, che permettono a qualcuno di restare giovane nonostante il passare degli anni. Abbiate ben chiaro in mente che si può essere giovani anche all'età di 80 anni! La gioventù si riferisce allo Spirito e non ha nulla a che fare con il corpo.

Bheeshma aveva 112 anni ed era ancora generale dell'armata, combattendo con i Karauva nella guerra del Mahabharata. Potete forse dire che fosse vecchio? No! E' lo Spirito, il principio e la filosofia che si trova nascosto in ogni uomo, il suo dinamismo e la sua leadership, che fanno di una persona un imperatore. Un monarca deve essere valido e dinamico per tutta la sua vita. Non può mai permettersi di essere rilassato e non in tensione. Egli deve agire e reagire spontaneamente e con dinamismo, anche quando si trova in età avanzata. Questo é ciò che dovremmo capire.

La mente occidentale e quella orientale

A questo punto é opportuno affrontare un altro punto. I moderni filosofi, psicologi e sociologi, hanno diviso la mente umana in due categorie: la mente occidentale e la mente orientale. Non é che una sia considerata superiore all'altra, non c'é alcun favoritismo. Entrambe sono considerate uguali. La distinzione viene fatta solo per interesse accademico e come argomento di studio e di curiosità.

Per la mente occidentale i fatti sono la cosa più importante. Questo tipo di mente non può essere impressa dall'immaginazione, dalla creatività. Il suo approccio é sempre scientifico o tecnologico. Questa mente occidentale é la responsabile di ogni tipo di benessere, vantaggio e conforto. Ci ha perfino portato sulla luna.

La mente orientale, invece, é di tipo esistenziale. Non pensa mai in termini di fatti o immagini. Pensa in termini di 'esistenza', di stato dell'essere. In sanscrito questa cosa si indica con la parola SATH, che significa appunto 'senso dell'esistenza'.

Poiché la mente occidentale fa sempre riferimento ai fatti, con il passare del tempo ha costruito la storia. La storia non si riferisce solo agli imperi ed agli imperatori, ma anche ad ogni altro settore della scienza. Attraverso la loro specializzazione, gli scienziati del passato e del presente hanno contribuito alla storia con le loro ricerche, spiegazioni, scoperte e invenzioni.

Al contrario, la mente orientale, che si basa sulla 'esistenza', ha costruito la mitologia.
Cos'é un mito? Il mito é un mistero. E' una cosa strana, peculiare, che non può essere compresa. La mitologia si trova nel campo dello sconosciuto. Un contenuto inesplicabile é il vero spirito della mitologia. Quindi la mitologia é un prodotto di una mente esistenziale, mentre la storia é il prodotto di una mente che si basa sui fatti. La mitologia, il mistero della vita, vi farà capire che siete indipendenti. Per essere un imperatore, non si può dipendere da nessuno, si deve essere indipendenti. Pensare sempre più alla esistenza vi farà capire di essere indipendenti.

C'é ancora un altro punto sul quale mi preme richiamare la vostra attenzione. La mente occidentale vi dà l'evidenza, legata ai fatti, di come e che cosa siete. La mente orientale vi insegna invece come dovreste essere. Questa é un'altra differenza fondamentale tra le due mentalità.

Differenza tra un imperatore ed un mendicante

Allora, amici miei, il quarto punto che dobbiamo affrontare questa mattina é veramente interessante. Vivere in questo mondo é una corsa continua, sempre in competizione, sempre a confronto, sempre in relazione, in conflitto ed in gara di forza o in pieno viaggio dell'eGO'. 'Viaggio dell'ego' é veramente una bella parola. Anche durante il cammino spirituale, siamo felici quando possiamo far viaggiare il nostro ego. Siamo soliti vantarci di cose inutili o prive di senso, come ad esempio quei devoti che ripetono in continuazione quante volte e per quanto tempo sono stati qui a Prasanthi Nilayam.

Adesso dovremo affrontare un altro punto importante, che ha spesso creato confusione. Riguarda l'AVERE. Noi parlamo in termini di 'avere' o delle cose che 'abbiamo' e che 'non abbiamo'.
"Possiedo l'ultimo modello di quella macchina mentre tu non ce l'hai."
"Ho una casa a 5 stelle, una grande casa con 10 bagni, che tu neanche ti sogni."
In verità chi parla in termini di 'avere' é un vero e proprio 'mendicante'. Vi prego, cerchiamo di essere molto chiari. "Avere" é un sentimento psicologico e una soddisfazione mentale. "Io ho, io ho!!" Ma, quando sarete morti, l'unica cosa che resterà di voi sarà un mucchietto di polvere. Questo é tutto.
Questo sentimento, questa specie di istinto a possedere, é la tipica caratteristica di un 'mendicante.' Al contrario, il sentimento di 'essere il Sé' é la chiara evidenza di essere un 'imperatore'.

'Possedere' non ha alcuna importanza perché tanto non esiste limite ai desideri. Se anche deste a qualcuno il mondo intero, questo non direbbe "grazie tante". Se gli deste Marte egli chiederebbe la Luna. Se gli deste la Luna, egli chiederebbe il Sole. (Dove alla fine verrebbe bruciato).

Quindi, il sentimento di 'avere' non ha limiti. Esso vi porta da un posto all'altro, sempre più in alto, fino a che non sarete completamente perduti. Per questo, amici miei, 'Avere' é il tipico segno che contraddistingue un mendicante. Questo istinto possessivo di 'Avere' é una spinta istintiva del corpo, senza mai fine, capace di creare una vita senza alcun significato, e capace anche di portare a situazioni disperate. Sarete sempre preoccupati per tutto ciò che possedete, cosa che costituisce uno stato mentale di sofferenza. Inoltre, acquisire sempre altre cose desiderate non fa altro che accrescere la vostra vanità. Al contrario, vivere in uno stato di 'essere' determina compiacimento, gratificazione, felicità, soddisfazione.

Amici miei, Bhagavan ha più volte detto: "Io non ho alcun conto in banca intestato a mio nome. Io non possiedo nulla."
Egli possiede solo due o tre abiti per cambiarsi. Questo é tutto. Non esiste nulla intestato al Suo nome. Non ha proprietà in nessuna parte del mondo. Tutte le istituzioni ed ogni progetto che ha creato sono a nome del Sathya Sai Trust. Anche il vestito nuovo che indossa il giorno del Suo compleanno é un dono dei Suoi amati studenti.

Nonostante questo fatto, Egli dichiara: "Io sono il più ricco di tutti."
Ma se non possiede nulla, come fa ad essere il più ricco? Bhagavan ha fatto questa famosa citazione: "Niente é tutto e tutto é niente."
Che paradosso é mai questo!!! Dovremmo avere questo insegnamento sempre presente nelle nostre menti. Cosa significa?

Bhagavan Sri Sathya Sai Baba stesso lo spiega: "quali sono le Mie proprietà? La mia unica proprietà é l'Amore dei Miei Devoti. Per questo sono la persona più ricca."
L'amore non ha un tasso di interesse variabile. L'Amore non ha un tasso del 13% o del 14%, ma ha un interesse del 100%. Non esiste svalutazione, inflazione o crollo, con l'Amore. Bhagavan incassa il 100% di interesse nel conto dell'Amore. Per questo motivo é oggi l'uomo più ricco del mondo, sebbene nulla gli appartenga.

'Essere' vuol dire sentirsi 'imperatore'. Questo é Bhagavan. Essere interessato a possedere significa invece essere mortali. Questo é il sentimento di un uomo del mondo.
Bhagavan non vuole che noi protendiamo le nostre mani di fronte agli altri. Non dobbiamo elemosinare o chiedere in continuazione qualcosa. Quando é necessario basta che 'chiediamo' a Lui. E' sintomo di 'mendicità' chiedere continuamente e miseramente.

Al contrario, il sentimento di 'essere' é consapevolezza. Questo sentimento di 'essere' vi trasformerà in imperatori. Questa é la differenza tra come realmente siete (mente occidentale) e come dovreste essere (mente orientale).

Voi siete tutto

C'é un altra cosa importante della quale bisognerebbe essere convinti e cioè di 'essere il mondo'. Voi siete tutto il mondo e al di fuori di voi il mondo non esiste. Questa affermazione può sembrare sciocca e totalmente folle, ma non é così. L'intero mondo esiste solo perché voi esistete. Se voi non esisteste, non potreste neanche vedere, ascoltare, o interagire con il mondo che quindi non esisterebbe. Tutte le persone che si muovono intorno a voi, sono in realtà immagini riflesse da voi.

Bhagavan fa spesso questo esempio. Pensate ad una persona che si trova al centro di una stanza tutta ricoperta di specchi che rimandano la sua immagine da ogni direzione. Questo è ciò che in sanscrito si chiama Ekoham Bavushyam: "L'UNO che si manifesta nel MOLTEPLICE."

L'Essere' é legato a questa molteplicità e pluralità, poiché é l'UNO che diventa tutti. Nel momento in cui realizzate di essere tutti, diventerete anche il più potente. Infatti, nessuno é diverso da voi e quindi non sarà né superiore né inferiore. Dopo tutto, ogni altro uomo non é altro che voi stesso.

Bhagavan fa un altro bellissimo esempio. Cosa trovate se guardate profondamente negli occhi qualcuno che é di fronte a voi? In quegli occhi potete vedere il vostro stesso riflesso! Pertanto, l'altro uomo é il vostro stesso Sé. La Sacra Bibbia insegna che "Dio fece l'uomo a Sua immagine e somiglianza." Se siete fatti ad immagine di Dio, non siete forse un imperatore? Dio é un imperatore ed é quindi impossibile che vi abbia fatto ad immagine di un mendicante. Il senso di 'Essere' vi farà sentire sempre molto felici e potenti. In nessun momento vi sentirete stanchi.

Il punto successivo da trattare é: "Cosa dobbiamo fare per sapere di essere il Sè, così forte e molto potente?" E' veramente molto semplice. Dobbiamo liberarci di alcune caratteristiche indesiderabili. Se facciamo questa cosa, lasceremo spazio ad altre caratteristiche desiderabili. Questo ci aiuterà a realizzare il Sè, lo stato di 'essere'.

Abbandonare l' avidità

Adesso voglio parlare di alcune cose relative a questo argomento. La prima cosa che dobbiamo fare é cancellare alcune cose e alcuni comportamenti, in modo da allentare il carico e la pesantezza che grava su di noi. In questo modo potremo più facilmente gioire per il nostro Sè, l'essere o la Realtà.

Per cominciare, dovremmo liberarci della 'avidità'. L'avidità é legata al senso del possesso, la continua ricerca di acquisire oggetti o cose presente nella maggior parte delle persone.
Raccogliere tante cose é un chiaro sintomo di vecchiaia. Non dobbiamo attaccarci a certe cose che sono del tutto inutili! Le nostre case sono piene di cose inutili, il 90% delle quali non servono assolutamente a nulla. Non ci accorgeremo nemmeno se dovessero andare perdute, ma nonostante questo le vogliamo 'avere'.

Per esempio, siamo capaci di conservare perfino una scopa usata per 25 anni. E' come se ogni casa fosse diventata un museo! Certi utensili o stoviglie che sono piene di buchi e che nessuno prenderebbe se decidessimo di gettarle in strada, vengono conservate con attenzione per ragioni sconosciute. Mantenere in casa quelle cose che non servono e non si usano più, é un chiaro sintomo di avidità.
Una volta in cui Bhagavan era a Bangalore, si recò in visita nell'appartamento di un anziano residente, che in quel momento non era in casa. Baba aprì la porta e cosa trovò? La casa era piena al 98% di cose inutili come cuscini consumati, libri completamente fuori uso, e perfino un letto inutilizzabile. Bhagavan disse:
"Date istruzioni alla persona che abita qui di lasciare questa casa."

Io mi trovavo lì e dissi: "Bhagavan perché vuoi che sloggi?"
Bhagavn rispose scherzosamente: " Questa persona ha un istinto fortemente orientato al possesso! Molto bene! Lasciate pure che tutte queste cose vengano bruciate con il suo corpo e lasciate che se le porti via, compreso il manico della scopa e le altre cose di questo mondo!"

Avidità non significa solo 'Avere'? No! Potete dire di essere avidi, miserabili e possessivi anche quando non siete pronti a dividere qualche cosa con gli altri. Non si può dire che sia avida una persona quando possiede ciò che veramente usa e di cui ha bisogno. Amici miei, abbandoniamo ogni legame, in modo che il desiderio di dividere con gli altri prenda il posto dell'avidità. Non si può dividere se non si abbandona l'Avidità. Un uomo avido non dividerà mai nulla con gli altri.

Lasciate che vi ricordi un episodio che riguarda Bhagavan. Una volta, un devoto consegnò a Swami una borsa piena di macchine fotografiche fatte in Giappone, del valore di almeno 10.000 rupie ciascuna. Cosa fece Swami? Egli non permise che venissero accettate, ma disse: "Apri la borsa di fronte a tutti."

Naturalmente tutti potemmo vedere cosa conteneva. Egli immediatamente iniziò a distribuire le macchine fotografiche a tutti i presenti, inclusi i poliziotti, i cuochi e i servitori. Tutti ebbero l'opportunità di ricevere una macchina fotografica! Se la stessa cosa fosse successa ad uno di noi cosa avremmo fatto? Avremmo fatto una lista delle persone più importanti per regalare loro una di quelle macchine, aspettandoci certamente qualche favore in cambio! Non le avremmo certo date liberamente come é stato fatto, perché in realtà siamo sempre pronti solo a ricevere.

Per questa ragione Bhagavan dice: "Dio dà e perdona."
Dio é sempre pronto a dare, senza fine ed incessantemente. Le Sue mani sono sempre pronte a dare, come se non avessero ossa! Al contrario le nostre mani sono sempre pronte a ricevere e poi a dimenticare. Questa é una qualità comune a molti di noi. Dare e perdonare é la caratteristica di Bhagavan. Perché? Egli non é avido. Ma non solo questo.

Egli annuncerà anche un progetto molto costoso pur sapendo che non c'é alcuna disponibilità nelle casse del Central Tust. Quando i dirigenti del Central Trust gli dicono: "Swami, non ci sono soldi nel Trust" Egli risponde: "Lasciate che mi occupi io della cosa." Improvvisamente avverrà che qualcuno farà una donazione e nei conti del Trust cominceranno ad arrivare i soldi necessari.

Accumulare, ammassare cose non necessarie é un chiaro segno di avidità, che invece dovrebbe essere abbandonata. Quando si abbandona l'avidità, si sviluppa contemporaneamente la qualità di dividere con gli altri. Bhagavan divide ogni cosa, sia grande che piccola. Questa é la caratteristica di un uomo ricco.

Abbandonare l'ira

Un altra cosa da cancellare é l'ira. Quando mi arrabbio é perché non riesco ad avere di più o perché ho la paura di perdere ciò che già ho. La rabbia é una qualità che si sviluppa a causa della paura e del sospetto. Swami dice: "Io non ho ambizioni, né desideri, né aspettative. Faccio ogni cosa in modo spontaneo."

Le azioni di Bhagavan sono sempre spontanee. Egli non pianifica o non fa capire a nessuno ciò che sta per fare, come ad esempio quando da la vibhuti a qualcuno. Non dice mai: "Le seguenti persone riceveranno un anello domenica, tra le sette e le otto del mattino." La rabbia é anche il risultato di qualche preoccupazione per il futuro o del dispiacere per qualche sciocchezza commessa nel passato. Liberarsi della rabbia significa dare spazio alla compassione.

Abbandoniamo la Gelosia

Le cattive qualità sono come il peso di un bagaglio extra molto pesante. Per questo motivo troviamo spesso persone con facce lunghe, pesanti e costantemente sotto tensione. Esse non sono capaci di sorridere e spesso ci domandiamo se sono sane di mente. Se facciamo qualche indagine, spesso scopriamo che sono a posto sotto ogni punto di vista materiale e non hanno bisogno di nulla perché Dio le ha benedette con denaro e salute sufficienti. Nonostante questo hanno musi lunghi perché sono piene di rabbia, avidità e gelosia.

Anche noi dobbiamo cancellare la gelosia, che é un'altra delle malattie che ci portiamo dietro. "Quando Bhagavan non mi guarda non é importante purché eviti pure voi." Questa é gelosia. Una volta Bhagavan ha detto: "C'é una medicina per ogni malattia, ma la gelosia é incurabile. E' peggio del cancro."

A causa delle tre pessime qualità che rovinano la nostra vita (avidità, gelosia e rabbia), non riusciamo a sperimentare il nostro vero Sé o lo stato di Beatitudine.
Esse influiscono su di noi molto di più della pressione del sangue, della ipertensione o del diabete che possono invece essere curate con adeguate medicine. Gelosia, rabbia e avidità sono incontrollabili e aumentano giorno dopo giorno. Quando riusciamo a liberarcene, la capacità di condividere, la compassione e l'Amore che sono le qualità base del Sé, prenderanno il loro posto.

Cos'é il Sé? Cos'é lo Spirito, l'Essere, la Coscienza, la Consapevolezza? Cos'é la Divinità e chi é Dio? Le domande sono molte ma la risposta é molto semplice. Il vero Sé é un triangolo i cui lati sono la capacità di condividere, la compassione e l'Amore.
Non si riesce a sperimentare il vero Sé per colpa delle cattive qualità che lo ricoprono. L'avidità ricopre la nobile qualità di saper condividere con gli altri. La rabbia é come uno schermo che ricopre la compassione e l'Amore é nascosto e coperto dalla gelosia. Tutte queste cose fanno parte dei Discorsi di Bhagavan e io ci tengo a ribadire che io non voglio assolutamente interpretarli, ma solo ricordarveli.

C'é ancora un'affermazione che voglio ricordarvi. Quando siete completamente inconsapevoli del vostro Sè, diventate un accattone. Quando siete in totale consapevolezza del Sé siete un imperatore. Il Sé é capacità di condividere, compassione e Amore. Non riusciamo ad essere completamente consapevoli del Sè a causa delle cattive qualità che lo ricoprono.

Azioni basate sul passato
Molto spesso le nostre azioni si basano sul passato. Per questo motivo non sappiamo riconoscere il nostro Sé. Se, per esempio, voi mi avete detto 'SAI RAM' ieri, questo viene registrato nel computer del mio cervello, ed oggi vi dirò "Sai Ram, come stai?" Se ieri mi avete ignorato e non vi siete accorti di me, anche questo viene registrato nel mio computer e oggi, anche se voi mi dite "Sai Ram, " io non risponderò.

Il Sè é eterno e trascende tempo e spazio. Se non lo abbiamo ancora sperimentato é perché tutte le nostre azioni mancano di spontaneità ed il fatto che abbiamo sempre presente il passato. Diverrete pienamente consapevoli quando saprete cancellare completamente il passato.

Ecco un esempio nel contesto di Bhagavan: lo scorso anno, avete avuto un'intervista e oggi vi trovate qui, partecipando al darshan, con la speranza di essere chiamato ancora una volta. Quando Swami vi guarda e sorride e si ferma davanti a voi, però, non vi sentite eccitati ed in estasi e pieni di meraviglia. Immediatamente penserete che si é creata la possibilità di avere un'altra intervista, mentre il fatto che Bhagavan sia vicino a voi passerà in secondo piano. Questo é una conseguenza del fatto che state calcolando ogni cosa basandovi sull'esperienza dello scorso anno.

Sicuramente penserete: "quest'anno non solo voglio un'intervista, ma anche un dono d'Amore. Ogni cosa in meno dello scorso anno non mi renderà felice". Anche il solo essere chiamati in intervista sarebbe una ripetizione e sarete felici solo se riceverete almeno una catena o qualche cos'altro in dono!"

Quindi, la vostra attesa e il vostro comportamento sono fortemente influenzati dalla esperienza passata. Lo scorso anno avete avuto un'intervista e con questo l'argomento dovrebbe essere chiuso. Adesso non é più 'l'anno scorso'. Ora é 'quest'anno' che é diverso da quello appena trascorso. Il passato é passato, morto e sepolto! Coloro che vivono nel passato sono morti e passati. Se io vi raccontassi cose é successo 20 anni fa, fareste bene ad evitarmi. Le cose passate non hanno più alcuna importanza. Le azioni devono essere spontanee, fresche e attuali. Questo é ciò che serve adesso. Se vivete nel presente, senza guardare troppo al passato, guardando solo a Swami, sarà una cascata di Gioia. Quindi vivete ora, nel presente.

Ci sono persone che dicono spesso: "Negli anni passati, Swami era vicino a tutti, Swami era solito parlare con tutti." Vi sembra che questa sia una buona cosa? Posso forse piangere perché oggi non avviene la stessa cosa? Dovrei piangere perché lo scorso anno mi ha dato un'intervista e quest'anno mi ha semplicemente sorriso? Perché? Se lo facessimo, sparirebbe ogni freschezza e spontaneità.

Amici miei! Le azioni che si basano sul passato contengono una speranza che si tradurrà inevitabilmente in delusione. Cerchiamo quindi di essere realistici e vivere nel presente, in modo che le nostre azioni siano sempre spontanee. La maggiore causa della 'inconsapevolezza' sono le azioni che si basano sul passato.

Per essere sempre consapevoli si dovrebbe essere sempre presenti e ricettivi nei confronti della Realtà. Cosa intendo dire con questo? In molti dei Suoi discorsi Bhagavan ci dice che negli ultimi momenti della vita dovremo abbandonare ogni cosa.

Ripeti il nome di Dio, oh sciocco!
Quando l'ora della morte diventa vicina,
le regole di grammatica non ti saranno di alcun aiuto.
Questa vita terrena é un dolore continuo,
Oh Signore dacci Grazia e proteggici!

Quando la fine si avvicina, non potremo portare con noi nulla. Dopo tutto nulla ci appartiene. Solo il Sè sarà sempre con me e continuerà sempre ad essere con me. Non rendersi conto di questa realtà é causa di inconsapevolezza.

Le suddivisioni della mente

Un altro argomento riguarda le suddivisioni della mente. La mente ha la tendenza a catalogare: "Questa persona é fortunata. Quest'altro é sfortunato. "
Oppure: "Questo é benedetto, quest'altro no."
O ancora: "Questo é fortunato, il prossimo no."
"IO sarò molto felice in questa condizione, infelice in questa altra."

Dovremmo chiederci il motivo per cui la mente ha questa tendenza a catalogare.
Questa abitudine é responsabile della 'inconsapevolezza', come pure lo sono le azioni basate sulle passato e la mancanza di aderenza alla Realtà. Quando una mente é accecata da tale abitudine, finisce per pensare: "Io voglio questo, io voglio quest'altro."

Bene, amici miei, il tempo di questo incontro volge alla fine, ma prima di terminare voglio ancora una volta richiamare la vostra attenzione su quanto abbiamo detto oggi.

Con la consapevolezza siete un imperatore, senza siete un mendicante.
La consapevolezza del Sé non é niente altro che l'acquisizione delle qualità relative alla capacità di condividere, della compassione e dell'Amore. Queste sono totalmente nascoste dalla nostra conoscenza ed esperienza perché siamo stati sovraccaricati delle cattive qualità della rabbia, dell'avidità e della gelosia.
In realtà, ognuno di noi é un imperatore dentro sé stesso, perché esiste solo l'UNO senza secondo. Questa é la sostanza dell'incontro odierno.

Solo l'Uno esiste, non c'é secondo
E pertanto
Voi siete Dio,
voi siete un imperatore,
voi siete il mondo intero.

Possa Bhagavan essere con voi , ora e sempre.