La tolleranza

Zebunissa era la giovane figlia del re Aurangazeb e tra le principesse era la migliore; non solo era bellissima ma anche molto intelligente, istruita, amante della poesia e della cultura indiana. Il suo fascino straordinario era pari solamente alla sua gentilezza ed alla sua compassione.
Il re, che l'amava molto, le regalò uno specchio meraviglioso, finemente decorato ed ornato di gemme preziose.

Una sera la fanciulla se ne stava seduta all'aperto a godersi la frescura mentre la brezza spettinava i suoi capelli. Chiamò allora la sua damigella e le chiese di andare a prendere il suo specchio. La ragazza andò di corsa a prenderlo ma, mentre stava ritornando, inciampò e lo specchio, tanto caro alla sua principessa, le scivolò di mano andando in frantumi sul pavimento.

In quel momento anche il suo cuore andò in pezzi: 'Cosa faccio ora?' si chiedeva la poveretta ' ho fatto veramente qualcosa di imperdonabile, questo specchio era la cosa a cui la principessa teneva di più!'. Con questi angoscianti pensieri andò dalla principessa e pose davanti a lei i pezzi rotti.
Si inginocchiò ai suoi piedi e con le lacrime agli occhi confessò: "Mia principessa, ho rotto lo specchio che vi era tanto caro! Non ho scuse, sono pronta a subire qualsiasi punizione!"

La principessa la guardò con dolcezza, poi le diede un colpetto sulla spalla e le disse: "Non preoccuparti, si è rotto soltanto uno strumento della vanità, perché dovrei rattristarmi ? Anche il corpo, che tutti questi oggetti tentano di soddisfare, prima o poi si danneggerà e verrà distrutto. Non è così?"

Soltanto con simili pensieri tanto profondi nei confronti della vita e dei suoi piaceri evanescenti avremo la forza di conservare la pace e l'equanimità anche nei momenti di gravi perdite.