Tre esempi di pazienza e imperturbabilità (III°parte)

"Avete certamente sentito parlare di Einstein, che fu grande scienziato e insieme saggio: una rara coincidenza di qualità. Sua moglie era molto stupida, incolta e, per giunta, anche villana.

Einstein era sempre occupato in esperimenti e ricerche di laboratorio, ma era anche un contemplativo. Era così assorto nel suo lavoro che spesso dimenticava di mangiare o tardava a coricarsi, quantunque ci fosse la moglie a ricordarglielo. Lei era esasperata e disgustata dal comportamento del marito e frequentemente perdeva le staffe.

Un giorno, in cui aveva molta fame, preparò tutte le vivande sulla tavola e chiese più volte al marito di sedersi a mensa. Ma Einstein, assorto nei suoi pensieri e dimentico del mondo circostante, non badò alle sue parole.
La moglie, indignata, gli si avvicinò con una brocca piena d'acqua e gliela rovesciò sulla testa, insieme ad una sequela di improperi.

Einstein, però, non mostrò il minimo turbamento, sebbene fosse inzuppato dal capo ai piedi. Anzi, le sorrise e fece con indifferenza questa osservazione:
"Tutti i giorni c'erano lampi e tuoni, ma oggi c'è un forte acquazzone sulla mia testa!".

Immaginate la pazienza, la compostezza e l'umorismo di Einstein in una situazione così imbarazzante e critica! Un altro uomo avrebbe strappato di mano alla moglie la brocca per dargliela in testa. Einstein invece non aveva mai pensieri di ritorsione o di vendetta, tanto era il suo controllo sui sensi."