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RESURREZIONE E REINCARNAZIONE (1° parte)

5 ottobre 2007

NATI PER NON RINASCERE




Alla presenza dei Suoi discepoli Cristo rivela una parte della Sua vera natura
Un giorno Gesù portò i discepoli a Lui più vicini - Pietro, Giacomo e Giovanni - su un'alta montagna. Là Egli rivelò loro un barlume del Suo Divino splendore: essi videro Gesù trasfigurato. Il Suo aspetto cambiò. Il Suo volto risplendeva del bagliore di un milione di soli e le Sue vesti divennero di un bianco cangiante. All'improvviso apparvero Mosè ed Elia e cominciarono a parlare con Gesù. Pietro disse: "Signore, è meraviglioso! Se vuoi, io farò tre altari: uno per Te, uno per Mosè ed uno per Elia!"



La trasfigurazione di Gesù


Questa esperienza divina era troppo per Pietro, che cercava di renderla permanente. Mentre lo diceva, egli venne rapito in una nuvola di beatitudine. In questo stato superconscio essi udirono il Suono Primordiale del Silenzio che diceva loro: "Questo è il Mio figlio diletto, del quale sono molto compiaciuto. Ascoltate le Sue parole." Questa elevatissima esperienza dette ai discepoli uno shock spirituale e caddero a terra a faccia in giù. Gesù, madre compassionevole, li resuscitò: "Alzatevi" - disse - "non abbiate paura". Al Suo tocco gentile i discepoli tornarono al loro normale stato di coscienza e, quando guardarono, videro che solo Gesù era con loro. (Matteo 17:1-9) Gesù disse loro di non riferire a nessuno la loro esperienza fino a quando Egli non fosse resuscitato dalla morte, cioè fino a quando non avesse mostrato al mondo che Egli aveva il potere di lasciare il proprio corpo e poi di riprenderselo (Giovanni 10:18). Questa esperienza Divina instillò nei cuori dei discepoli la verità della Divinità del loro Maestro. "Sì, Egli è il Messia promesso, Colui che doveva venire." Comunque, un dubbio dimorava ancora nelle loro menti. I profeti dell'antichità avevano elencato i segni inequivocabili che avrebbero annunciato la venuta di Colui che era stato annunciato ed uno di questi era che il grande profeta Elia, vissuto 850 anni prima della venuta di Cristo, sarebbe tornato a preparare la venuta del Messia. "Vi manderò Elia il Profeta prima che venga il Grande Giorno del Signore." (Malachia 4:5)



Elia il profeta


"Ma se questa profezia non si è avverata, perché Gesù proclama di essere il Messia promesso?", pensavano gli apostoli. Quando scesero dalla montagna trovarono il coraggio di chiederGli: "Perché gli insegnanti della Legge insistono sul fatto che prima che il Messia venga deve prima tornare Elia?" Gesù, il Signore del tempo, disse loro che Elia era già venuto nella persona di Giovanni Battista ma la gente non Lo aveva riconosciuto e Lo aveva trattato male.
(Matteo 17:12 ; e11:14)

Il Giovanni Battista di Leonardo da Vinci
Nel dramma di Giovanni Battista - reincarnazione di Elia - e Gesù, incarnazione del Cristo, troviamo le commedie gemelle della reincarnazione e della resurrezione. La resurrezione è la realizzazione di chi siamo realmente. Dato che la nostra essenza, il nostro vero Sé è la vera e propria essenza di tutte le cose, create e non create, la resurrezione è la Conoscenza e la totalità di tutte le cose. La reincarnazione è l'ignoranza di Chi siamo, è l'illusione che ci porta ad identificare lo Spirito Immortale senza confini con il complesso corpo-mente. La resurrezione, quindi, è la consumazione della reincarnazione.
Il vero scopo della nascita è quello di superare il ciclo delle rinascite. Nasciamo per imparare a non rinascere. Una volta il nostro amato Swami in uno dei Suoi Discorsi a Brindavan disse che il il dono più grande che si può fare ad una madre è quello di non rinascere mai più nel ventre di una madre. In questo processo di emancipazione ci confrontiamo con i fili intricati del destino e del libero arbitrio, con il gioco del karma e della Grazia e con gli enigmi della sofferenza e della morte. Come possiamo superare la morte? Quando Gesù disse: "A meno che non moriate, non vivrete", che cosa intendeva, esattamente? Che cos' è la morte? Che cosa deve morire? Che cosa si reincarna? Che cosa resuscita? Che cosa non nasce e non muore mai? Attraverso la Storia l'umanità ha combattuto con questi misteri di era in era. Per quanto ci si dibatta in queste domande l'elisir finale risiede sempre nel giorno della resurrezione: quella domenica mattina in cui il sole splendente dell'Atma sorgerà da dentro i nostri cuori. Allora tutti i nostri dubbi si dissolveranno come si dissolve la nebbia al sorgere del sole. Perché "non c'è niente di nascosto che non verrà rivelato" (Luca; 12:2).


La Storia di Giovanni Battista che era Elia
Il concepimento e la nascita di Giovanni Battista furono un miracolo Divino. Tutto ebbe inizio con un sacerdote ebreo, Zaccaria, che visse nel periodo in cui Erode era re di Giudea [dal 37 al 4 AD]. Zaccaria era un membro dell'ordine sacerdotale di Aijah. Anche sua moglie Elisabetta faceva parte della linea sacerdotale di Aronne. Entrambi erano cari all'occhio di Dio, osservavano in modo irreprensibile tutti i Suoi comandamenti e le Sue regole. Ma non avevano figli, perché Elisabetta era sterile ed entrambi erano molto avanti con gli anni. Un giorno, mentre Zaccaria era al Tempio, occupato a compiere i suoi doveri sacerdotali, ebbe un' esperienza insolita. Un angelo del Signore gli apparve con questo messaggio: "Tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu dovrai chiamarlo Giovanni. Egli ti darà gioia e diletto, e molti gioiranno a causa della sua nascita perché egli sarà grande agli occhi del Signore.


Zaccaria porta ad Elisabetta la buona notizia
Egli non dovrà mai bere vino né alcun' altra bibita fermentata e sarà pieno dello Spirito Santo fin dalla nascita. Porterà molta della gente d'Israele al Signore suo Dio. E continuerà, davanti al Signore, nello spirito e nel potere di Elia, a far volgere i cuori dei Padri verso i propri figli ed il disobbediente alla saggezza dei retti - per render pronto un popolo preparato per il Signore" (Luca 1:5 -13). Zaccaria dubitò del messaggio dell'Arcangelo Gabriele perché non poteva capire come sua moglie, che aveva oltrepassato l'età in cui si potevano concepire dei figli, potesse dare la vita ad un bambino. A causa della sua incredulità, l'angelo lo rese muto ed egli non poté più parlare fino a quando nacque il Bambino Santo, Giovanni. Fu all'ottavo giorno, durante la cerimonia dell'imposizione del nome che, con delizia di tutti, Zaccaria ricominciò a parlare, per comunicare il nome che l'Angelo aveva dato al bambino: "Dev'essere chiamato Giovanni."



Giovanni Battista


Ci è stato detto che Giovanni crebbe nello Spirito e nell'Energia di Dio, solo nella foresta, conducendo una vita semplice ed austera. Gesù disse che Giovanni non mangiò, né bevve mai niente. (Matteo 11:18)


L'Angelo del Signore porta a Maria la buona novella
Quando Elisabetta fu al sesto mese di gravidanza l'Arcangelo Gabriele fu mandato da Dio ad una vergine di nome Maria, per annunciarLe la buona notizia che ella era stata scelta ed avrebbe dato alla luce il Bambino Divino, Gesù.





L'annuncio dell'Arcangelo
Gabriele a Maria


Dopo questo messaggio, l'Angelo disse a Maria che la sua parente Elisabetta (cugina o zia), a cui era stato detto di essere sterile, stava per avere un figlio alla sua tarda età e che al momento era al sesto mese di gravidanza. Infatti niente è impossibile per Dio! Maria, che allora era incinta del Bimbo Divino Gesù, si precipitò sulle colline della Giudea a far visita ad Elisabetta. Quando Maria la salutò, ci viene detto che il bambino nel suo grembo fece un balzo per la gioia. Persino nel suo stato di feto nel grembo della madre Giovanni riconobbe la presenza di Gesù nel grembo di Maria. Maria stette con Elisabetta per tre mesi. In altre parole, Maria dev'essere rimasta con Elisabetta fino a che Giovanni non fu partorito. (Luca 1:56)


Giovanni fu colui che annunciò la Divinità di Gesù
Prima che Gesù cominciasse il Suo pubblico ministero in Israele, all'incirca all'età di 19 anni, la gente si radunava da Giovanni nella foresta, dove egli predicava e battezzava sul fiume Giordano. La gente era curiosa di conoscere l'identità di Giovanni. Nel cuore si chiedevano se egli potesse essere il Messia promesso, il Cristo. Giovanni negava: "Non sono il Messia", diceva. "Io battezzo in acqua ma fra di voi c'è Uno che non conoscete, Colui che viene dopo di me ma al quale io non sono degno di sciogliere il legaccio dei sandali. Egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e con il fuoco." Essi allora chiesero a Giovanni se egli fosse Elia od uno dei profeti. Giovanni rispose: "No, non lo sono". (Giovanni 1:21) È interessante notare che Giovanni non sapeva di essere Elia. Ma Gesù, che era unito al principio del tempo, sapeva chi fosse Giovanni, che si trovava a vivere l'esperienza dei molti che non hanno raggiunto lo stato della supercoscienza, nel quale si possono vedere tutte le cose passate, presenti e future. Quando, finalmente, Gesù apparve sulla scena, fu Giovanni Battista ad annunciarNe l'identità al mondo: "Guardate! Ecco l'Agnello di Dio che toglie i peccati dal mondo! È di Lui che parlavo quando dicevo: 'Presto arriverà un uomo che è molto più grande di me'. Da adesso in poi Lui deve diventare più grande ed io più piccolo!" (cf Giovanni1:29 ff)


Gesù venne battezzato da Giovanni
Gesù andò da Giovanni per essere battezzato.





Giovanni battezza Gesù


Il battesimo è un rito religioso giudaico/cristiano che simboleggia una nuova nascita nello spirito. È un segno esteriore quello che inizia l'aspirante spirituale al sentiero interiore che conduce alla resurrezione dello Spirito Immortale ed Eterno. Gesù una volta disse: "La verità è che nessuno può entrare nel Regno di Dio senza esser nato dall'acqua e dallo Spirito. La carne dà la nascita alla carne ma lo Spirito dà la nascita allo Spirito "(Giovanni, 3:5). L'acqua usata nel rito del battesimo rappresenta il processo di pulizia che conduce alla purificazione interiore del cuore: "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio". Giovanni ha battezzato in acqua, ma Gesù battezza nel fuoco e nello Spirito Santo. L'acqua può pulire solo l'esterno, e questo è il motivo per cui il battesimo di Giovanni viene considerato incompleto. Ma gli agenti spirituali del fuoco e lo Spirito Santo, che rappresentano il battesimo di Cristo, purificano internamente ed esternamente e rendono l'interno uno con l'esterno. Questa è l'iniziazione allo stato più alto.


Lo Spirito di Dio discende su di Lui
Giovanni rimase sorpreso dal fatto che Gesù venisse da lui per il battesimo. Egli sapeva che Gesù era pulito sia internamente che esternamente. Egli protestò dicendo. "Sono io quello che ha bisogno di essere battezzato da Te, e Tu vieni da me?!" Gesù rispose: "Lascia che sia così per ora: è appropriato per noi fare in questo modo per adempiere ad ogni forma di rettitudine." Solo allora Giovanni acconsentì. A questo modo potremmo dire che Giovanni Battista era il Guru di Gesù e che Lo iniziò al sentiero spirituale, proprio come il Signore Rama venne iniziato dal Saggio Vashishta ed il Signore Krishna dal Saggio Sandipani. Essi prendevano un Guru non perché ne avessero bisogno ma perché volevano insegnare all'umanità che sul sentiero spirituale era necessario avere un'iniziazione spirituale. Dopo il Suo battesimo, come Gesù uscì dall'acqua i cieli si aprirono e Giovanni vide lo Spirito di Dio discendere sotto forma di una colomba e posarsi su Gesù. Una voce dal cielo disse: "Questo è il Mio figlio diletto, che Io ho approvato" (Matteo 3:17).


Giovanni il Battista nella foresta
Erode Antipa (nato nel 20 AC) governò sulla Galilea e sulla Parea, dove Gesù e Giovanni Battista concentrarono i loro ministeri. Il Re Erode aveva violato la legge ebraica del Vecchio Testamento, che vietava il matrimonio di un uomo con la moglie del proprio fratello (Levitico 18:16). Erode aveva preso la moglie Erodiade a suo fratello Filippo mentre questi era ancora vivo. Giovanni Battista denunciò apertamente questo matrimonio dicendo ad Erode: "Non è conforme alla legge che tu abbia la moglie di tuo fratello." In conseguenza a ciò Erodiade si risentì contro Giovanni e volle che venisse ucciso, a tutti i costi. Erode aveva paura di lui perché era convinto che Giovanni fosse un profeta. Fece un compromesso con la moglie e lo mise in prigione, all'incirca nel 30 o 31 DC.


Giovanni dubita della Divinità di Gesù
Mentre si trovava in prigione, Giovanni avrà sicuramente pregato Gesù di liberarlo dalle catene di coloro che volevano ucciderlo. Giovanni sapeva benissimo che Gesù aveva il potere di liberarlo. Ma Gesù era totalmente silenzioso sulla difficile situazione di Giovanni. Solo chi è stato dietro le sbarre può capire l'agonia di Giovanni Battista, la cui vita era appesa ad un filo. Che cosa non aveva fatto Giovanni per Gesù? Era stato retto fin da quando era nel ventre della madre. Gesù disse che Giovanni era la consumazione di tutti i profeti messi insieme. Giovanni aveva sacrificato ogni goccia di sangue e di sudore per la missione di Gesù. Sempre per Gesù, egli aveva trascorso tutta la sua vita a far penitenza nella foresta, senza mangiare né bere. La vera ragione della sua nascita era quella di preparare la gente all'avvento del Messia. Egli aveva portato avanti questa missione con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le sue forze. Sul piano fisico Giovanni era un parente di Gesù, aveva lo stesso sangue. In quali altre condizioni dovrebbe trovarsi un devoto per muovere a compassione il Signore? La grande domanda atmica è: "Perché Gesù non fece niente per aiutare Giovanni?" A volte i devoti urlano al Signore, nell'angoscia della loro sofferenza, ma tutto ciò che hanno in risposta è un Silenzio impenetrabile. Chi ha creato le orecchie, come può non udire? Può Colui la cui essenza è Puro Amore rimanere indifferente all'angoscia o alle suppliche? Questa situazione sollevò innumerevoli dubbi nella mente di Giovanni. Egli aveva già avuto notizia delle possenti opere che Gesù stava compiendo, perciò rimandò indietro a Gesù gli apostoli che erano venuti a visitarlo in prigione affinché gli chiedessero in sua vece: "Sei davvero il Messia che aspettavamo o dobbiamo continuare a cercare qualcun altro?" Gesù rispose: "Tornate da Giovanni e riferitegli ciò che avete visto e udito - i ciechi vedono, i lebbrosi vengono guariti, i sordi odono, i morti vengono riportati in vita e la Buona Novella viene predicata ai poveri. Ditegli anche che è benedetto chi non perde la fede nel figlio dell'uomo" (Matteo 11:6). La prova della vera fede è la devozione ferma ed incondizionata per il Signore anche nel mezzo delle contraddizioni della ragione. Infatti non è possibile compiacere Dio senza la fede. (Ebrei 11:6)


La decapitazione di Giovanni Battista
L'odio di Erodiade per Giovanni Battista era inestinguibile. Ella non si poteva accontentare di una semplice detenzione. Alla fine arrivò il momento opportuno. In occasione del suo compleanno, Erode offrì un banchetto ai suoi ufficiali superiori, ai suoi comandanti ed alla classe dirigente della Galilea. Erodiade fece danzare sua figlia Salomé davanti ad Erode ed ai suoi ospiti. La danza di Salomè piacque talmente tanto ad Erode ed ai suoi commensali che in un impeto istintivo Erode le promise sotto giuramento che le avrebbe dato qualsiasi cosa ella avesse chiesto, persino metà del proprio regno! La ragazzina andò dalla madre e le chiese. "Mamma, che cosa devo chiedere?" Salomè rispose: "La testa di Giovanni Battista!". La ragazza corse da Erode e gli disse: "Voglio la testa di Giovanni Battista su un vassoio." Immediatamente Erode si pentì della sua promessa affrettata, ma non volendo mancare al suo giuramento, né passare da bugiardo davanti ai suoi ospiti, impartì l'ordine che la richiesta venisse soddisfatta. Così Giovanni Battista venne decapitato in prigione seduta stante e la sua testa venne portata su un vassoio e data alla ragazza, che la consegnò a sua madre.



Erodiade e la testa di Giovanni Battista


I discepoli di Giovanni vennero a chiedere il suo corpo e lo seppellirono, poi andarono da Gesù a dirgli che cosa era successo.


Erodiade con la testa di Giovanni Battista sul vassoio
Così termina la storia di Giovanni Battista, così come può percepirla la mente umana. Dalla limitata prospettiva umana, che vede solo una parte del tutto, si tratta di una storia molto triste. Così come sembra ora, essa lascia molte domande senza risposta e crea molte contraddizioni su Dio, per come siamo abituati a raffigurarcelo: Colui che ama tutti, che sa tutto, che può tutto, che è dappertutto. Essa evoca negli esseri umani un sentimento di disgusto, di angoscia e di vendetta contro la vita. Perché Gesù disse: "Amate i vostri nemici?" Questo amore può essere genuino nel momento in cui ci si trova una situazione come quella in cui si trovò Giovanni Battista? Perché Gesù ci disse: "Non giudicare?" Nella situazione esistenziale di Giovanni Battista come è possibile non giudicare Erode o Erodiade? Fin qui abbiamo osservato questa storia dalla prospettiva di Giovanni Battista, che è anche la nostra prospettiva, quella di esseri umani. La mente umana può vedere solo frazioni perché la frammentazione è la sua natura vera e propria. Lo Spirito vede tutte le cose perché la sua essenza è la totalità. Osserviamo ora la storia non dal punto di vista frammentario degli esseri umani ma dal punto di vista olistico Divino in cui passato, presente e futuro convergono.


La grande domanda atmica: "Perché Dio è silenzioso?"
La vita presente è un corto interludio nella vasta durata della vita infinita.
Sebbene Giovanni Battista fosse totalmente ignaro del proprio passato, Gesù lo conosceva persino prima che fosse nato. In Geremia 1:5 è scritto che il Signore disse al profeta ebreo Geremia: "Ti conoscevo ancor prima che tu ti formassi nel ventre di tua madre. Prima che tu nascessi ti ho assegnato il compito di portavoce del Signore." Il Signore Krishna disse ad Arjuna nella Bhagavad Gita: "Sia Tu che Io siamo andati attraverso molte nascite. Io me le ricordo tutte, mentre tu le ignori tutte, totalmente." Come mai Gesù e Krishna conoscevano e vedevano tutte le loro nascite precedenti, mentre noi non ci ricordiamo con esattezza neppure che cosa è successo in questa vita dieci anni or sono, spesso nemmeno quello che è successo il giorno precedente? Se questo accade per un solo giorno, che cosa potremmo dire degli eventi delle vite trascorse? Noi ci troviamo in questa situazione perché stiamo operando ad un livello di coscienza che ha una capacità mnemonica molto bassa. Questo è lo stato di coscienza di veglia, descritto comunemente come stato conscio. Ciascuno ha tre altri livelli di coscienza, che restano latenti nella maggior parte degli individui. Essi includono lo stato subconscio, lo stato inconscio e lo stato della supercoscienza o Turiya. Nei Suoi Discorsi Divini il nostro amato Swami ci ha offerto molte semplici spiegazioni su questi livelli di coscienza. Il primo livello, lo stato cosciente, si riferisce allo stato di veglia. In questo stato vediamo il sole che illumina vari oggetti e la luna, che ricopre un ruolo simile di notte. Perciò concludiamo che sono il sole e la luna a far sì che possiamo vedere le cose durante il giorno o di notte. Ma anche quando stiamo sognando vediamo molte cose. Tuttavia, nei sogni il sole e la luna che vediamo durante lo stato di veglia non ci sono, né c'è alcun altro tipo di luce. Ma nello stato di sogno possiamo vedere un intero mondo, cioè il mondo dei sogni. Che cosa illumina quel mondo? Questo stato di sogno è stato definito stato subconscio. Nel subconscio sono immagazzinate tutte le informazioni delle nostre vite passate nei più minuti dettagli.





BABA:
Essenza, Consapevolezza,
Beatitudine, Atma


Nello stato senza sogni di sonno profondo c'è un'assoluta oscurità. In tale stato non c'è né conoscenza né saggezza. Ma un' ulteriore indagine ci condurrà a porci la domanda: come facciamo a sapere che c'è oscurità? Qual è la luce della consapevolezza che ci permette di vedere e conoscere questa oscurità? Lo stato di sonno profondo è stato definito stato inconscio. Lo stato inconscio trascende la mente, è la quiete indisturbata della beatitudine che è associata al corpo causale che 'vela' alla nostra consapevolezza il Sé Supremo, è il totale assorbimento nella pura Beatitudine, senza un oggetto. Nello stato senza sogni siamo in grado di entrare in contatto con questo livello di coscienza che conferisce riposo e freschezza al complesso corpo-mente in modo ineguagliabile. Quando ci svegliamo da un sonno profondo ci sentiamo piuttosto rinfrescati ed energizzati. Diventare consci dello stato inconscio (Coscienza dell'incoscienza) corrisponde ad ottenere quella indisturbata quiete del silenzio dietro la molteplicità dei suoni. Questo stato è quello che viene chiamato stato superconscio o Turiya. In questo stato di consapevolezza potete vedere tutto, ovunque e godere della Beatitudine Suprema. Coloro che hanno realizzato questo stato di coscienza sono padroni del tempo e dello spazio. Essi sono ovunque, sanno tutto e possono fare tutto. Questi quattro livelli di coscienza sono in tutti proprio come il burro è contenuto in ogni goccia di latte. Il fatto che non si sappia che il burro è nel latte non significa che esso non ci sia. Allo stesso modo, il fatto di non riuscire a vedere le proprie vite passate non significa che si è apparsi per la prima volta in questo universo terrestre. Come possiamo dare un giudizio corretto, se delle milioni di altre vite che abbiamo vissuto riusciamo a vederne solo una? Questa è la limitazione che ci impone la mente. Solo coloro che si sono uniti al Principio della Divinità possono dare un giudizio effettivo. Dato che Gesù ha detto che Giovanni Battista era Elia (nato 850 anni prima), scaviamo nelle sabbie della storia per scoprirvi i fossili che ci sveleranno i misteri del silenzio di Dio, i fossili che spiegheranno alcuni dei misteri della reincarnazione.


La storia non detta di Elia
Il Profeta Elia
Elia visse e profetizzò intorno all' 850 A.D., durante il regno del Re Ahab e fu uno dei più grandi profeti mai avuti da Israele. Gli furono attribuiti molte azioni e segni miracolosi, inclusa la resurrezione dei morti. Alla fine della sua vita il suo corpo non andò incontro al naturale processo di morte e putrefazione, bensì si dematerializzò e divenne pura energia, cosa che la Bibbia descrive dicendo che divenne un carro di fuoco. (2 Re 2:11) Questa fu la grandezza del profeta Elia. Una delle più grandi sfide che Elia dovette affrontare durante il suo Ministero fu la battaglia per la libertà religiosa di Israele. Israele come nazione adorava Yahveh, il Dio dei loro antenati. Il popolo di Israele fece un patto con Yahveh, che lo salvò dalla schiavitù in Egitto. Secondo questo patto, Yahweh sarebbe stato il Dio personale (Guru) della gente d'Isrele ed Israele doveva obbedire alle Leggi di Yahveh, che includevano i dieci comandamenti ed una lista più estesa di leggi scritte nel 'Libro del Patto" (Esodo 21 :1-23). Il Re Ahab sposò una straniera, Jezebel, figlia di Ethbaal, Re di Sidone. Quando Jezebel si trasferì in Israele portò con sé Baal, il Dio della sua gente, da lei adorato. Col tempo, costrinse il marito a fare del culto di Baal la religione di stato. In breve tutta Israele adorò Baal, contravvenendo al patto che aveva stipulato con Yahveh. Sebbene Dio sia Uno e possa venir adorato in tutte le forme, Egli vuole che ci atteniamo ad una Forma e ad un Nome. Senza unidirezionalità della mente ed irremovibile fede nel Guru che ci siamo scelti è impossibile controllare la natura vacillante della mente. Per penetrare il livello di coscienza in cui siamo Uno con Dio dobbiamo attenerci alla fede nel Guru che ci siamo scelti. La vera idolatria consiste nella vera natura della mente di saltare da un Guru all'altro alla minima insoddisfazione delle aspettative che si hanno da un Guru. Al giorno d'oggi i devoti trovano delle colpe in un Guru e saltano da un Guru all'altro. La colpa non risiede nel Guru; il problema è nella mente dell'uomo. I veri Maestri non saranno mai frutto delle vicissitudini della mente dei devoti. I Maestri sono solo Uno, seguite un solo Maestro. Anche il loro compito è uno, cioè distruggere le aspettative dei discepoli. I devoti corrono da un Guru con una miriade di desideri, ma l'unico desiderio del Guru è quello di rendere i discepoli privi di desideri. Se i devoti non riescono ad arrendersi all'azione del Guru, come possono sperare di raggiungere la meta della vita? Il risultato è una serie di Guru e molto presto il devoto comincerà a blaterare su quanti Guru ha incontrato! È vero che i tesori sono nascosti nel grembo della Madre Terra... ma se non trivellate in un punto specifico come potete sperare di raggiungere la profondità in cui è situato il tesoro? Mente, cuore e tutte le forze dirette fermamente verso uno scopo: questo è il più grande comandamento imposto al popolo di Israele per raggiungere la Terra Promessa della Pace e Beatitudine Supreme. "Ascolta, o Israele. Yahweh è Uno e tu dovrai amare il Signore tuo Dio (Yahweh Adonai) con tutto il cuore, con tutta la mente e con ogni tua forza". (Deuteronomio 6:4) Questa era la missione di Elia: convogliare i cuori e le menti della gente d'Israele verso il loro Guru (Yahweh) e seguire i Suoi insegnamenti. Era una battaglia, ed egli vi si impegnò con il massimo zelo.


La maschera di Baal
Il culto religioso di Baal fiorì perché venne appoggiato dallo stato. I profeti di Baal crebbero di numero fino a diventare quattrocentocinquan ta. Elia fu l'ultimo profeta di Yahveh rimasto. Infine Elia riuscì a convincere il Re ad acconsentire che fra lui ed i profeti di Baal avesse luogo una gara sul Monte Carmelo.



Il Monte Carmelo


Il Re Ahab radunò su quel monte tutta la gente ed i profeti di Baal. Fu Elia a stabilire le regole. È scritto che egli disse loro: "Voi chiamerete Baal ed io Yahweh; quello che risponderà col fuoco sarà il Dio del popolo d'Israele. E tutti risposero: è cosa ben detta." (1 Re; 18:24) I profeti di Baal prepararono tutto, anche il loro sacrificio a Baal.





Maschera di Baal


Poi cominciarono a pregare e a chiamare Baal chiedendogli di venire e consumare l'offerta con il fuoco. Pregarono dalla mattina fino a mezzogiorno danzando intorno all'altare fino a che furono esausti. Allora Elia disse: "Pregate più forte! Forse Baal è assorto nei suoi pensieri, o si sta riposando. O forse è in viaggio, o è addormentato e dev'essere svegliato!" Così essi urlarono e, com'era loro abitudine, si tagliarono con coltelli e spade per ottenere l'attenzione di Baal. e fecerò ciò per tutto il pomeriggio e fino a notte, ma non ci fu alcuna risposta, nessuna voce, nessuna replica.


Elia affronta i profeti di Baal
Poi fu il turno di Elia, che costruì un altare secondo la tradizione della religione ebraica. Portò il suo sacrificio sull'altare e chiese alla gente che scavasse una trincea intorno all'altare stesso. Dopo che questa fu scavata, egli comandò loro di versare acqua sul sacrificio fino a che la trincea venne riempita dall'acqua che colava dall'altare. A questo punto Elia il profeta andò all'altare e pregò: "Oh, Adonai, Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, prova oggi che sei il Dio d'Israele e che io sono il Tuo servo. Prova che io ho fatto tutto questo dietro Tuo ordine." Immediatamente il fuoco del Signore scese dal cielo e bruciò il sacrificio, il legno, le pietre e la poIvere e prosciugò tutta l'acqua nella trincea! Quando la gente vide tutto questo si prostrò con il volto a terra e gridò: "Yahveh è Dio! Yahveh è Dio!" (1 Re 18:38)


Elia decapita i quattrocentocinquan ta profeti di Baal
Dopo che questo accadde, Elia ordinò alla gente di catturare tutti i profeti di Baal. Quindi Elia li portò alla valle di Kishon, dove li uccise. (1 Re 18:40) Questa azione fu una violazione dell'accordo che Elia aveva stipulato con la gente e con i profeti di Baal. Né era la volontà di Yahveh: Elia aveva ceduto alla tentazione del fanatismo religioso.

La nemesi di Elia, la regina Jezebel
Quando Pietro, uno dei discepoli più vicini a Gesù, tirò fuori la spada per combattere contro i soldati romani che erano venuti ad arrestare Gesù nell'orto di Getsemani, Gesù gli disse: "Pietro, metti via la spada, perché tutti quelli che tirano fuori la spada moriranno di spada." (Matteo; 26:52). Questa è l'immutabile legge del karma: raccogliamo ciò che seminiamo. (Galati 6:7) Alcuni semi abbisognano di molto tempo per dar frutto. Non potete certo raccogliere il mais nel momento in cui lo seminate! Alcuni semi producono un raccolto annualmente mentre altri lo danno con cadenza biennale ed altri ancora hanno bisogno di un periodo ancora più lungo per dare dei frutti. È stupido pensare che i propri pensieri, le proprie parole e le proprie azioni non abbiano consegenze solo perché non se ne sperimentano gli effetti immediatamente o nella vita attuale. Gli effetti di certe azioni possono manifestarsi dopo molte vite. Questo fu il caso di Elia, che poi nacque come Giovanni Battista, come vedremo fra poco.


Il sentiero dell'anima di Elia - vita contro vita
Quando la regina Jezebel seppe che cosa aveva fatto Elia ai suoi profeti fece il voto che avrebbe messo fine alla sua vita e mandò un messaggero ad Elia che gli disse da parte di Jezebel: "Che gli dei possano fare lo stesso a me - ad anche di peggio - se non porrò termine alla tua vita come tu hai fatto con quella dei miei profeti - e ciò entro domani a quest'ora." (1 Re 19:2). Jezebel desiderava che Elia morisse ma questo suo desiderio non si realizzò in quella vita. Il nostro amato Swami ha detto che ci sono tre motivi per cui un essere umano deve rinascere: uno è il peccato, il secondo è un desiderio non esaudito (o un'esperienza non portata a termine) e il terzo è la mancanza di conoscenza o ignoranza. Può anche trattarsi di una combinazione di tutt'e tre. Il residuo che da molte vite ci si porta dietro consistente in desideri, attività ed esperienze che sono state represse nell'oblio della mente subconscia da eventi successivi crea un impatto sul carattere o personalità. Le azioni, abitudini, talenti, relazioni e disposizioni risalgono alle vite precedenti.


(continua)

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[tratto da: http://media. radiosai. org/Journals/ ]