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Sundaram - 11^ parte

22 maggio 2006

Cantare sotto la Sua amorevole Guida

Swami non ha solamente incoraggiato i cantanti ad ogni passo, ma li ha anche corretti e guidati ed ha dato loro istruzioni sulle procedure e la conduzione dei bhajan in numerose occasioni." Ci sono molti momenti che io ricordo con nostalgia" dice il Dott. Devanathan," quando Swami passava molto tempo con il gruppo bhajan a Sundaram, c'erano occasioni in cui Egli faceva delle correzioni al nostro canto e perfezionava il modo in cui si poteva rendere un particolare bhajan. Vorrei raccontare questo fatto:

“Era l'anno 1985. Swami sedeva sulla Sua poltroncina nel Shanti Vedika ed io cominciai a cantare il bhajan Brahmanda Nayaka Baba. E' un canto Hindi e un verso dice: “Ayodhya nagari tumne banaye, dwaraka nagari tumne banaye, shirdi parti tumne banaye”. Questa versione sembrava non essere corretta, infatti io cantavo "banaye” in ogni frase. Swami si rese conto di questo e mentre cantavo mi faceva dei gesti, scuotendo la testa e indicando con il dito, tentando di comunicarmi qualcosa. Ma io non capivo cosa volesse dirmi. Quella sera Swami stava ritornando a Sundaram dopo una vista alla casa di un devoto. Mi vide in mezzo alla folla, fermò l'auto e si diresse verso di me. Quindi mi chiamò e mi disse: "Puoi cantarmi di nuovo quel bhajan?"

Incominciai a cantare tutto il bhajan ma Egli disse: "Questo non è il modo corretto, il modo corretto è questo: ‘Ayodhya nagari tumne banaye, dwaraka nagari tumne baithaye, Shirdi parti tumne basaye. Devi dire: banaye, baithaye and basaye.’ Quando in seguito compresi il significato di questa frase appresi un importante messaggio: '‘Ayodhya è stata fatta da Lui, Dwaraka è la città di cui Lui ci ha parlato mentre Shirdi e Parthi sono i luoghi dove Lui si è stabilito."






Questo solo per dimostrare quanto interesse manifestava Swami, durante le Sue prime visite, verso i cantanti correggendoli e guidadoli. Il Dott. Devanathan ricorda un'altra esperienza:

“Era l'anno1990. Io stavo cantando il bhajan, “Sai Hamara Hum Sai ke, yisa prem hamara” a Abbortsbury, Chennai. Swami si muoveva in mezzo alla grande folla che era riunita quella mattina e io pensavo che il canto si fosse completamente perso nella confusione. Ma alla fine dei bhajan, mentre Swami riceveva l'arathi camminando verso di noi, fece un cenno al gruppo bhajan di avvicinarsi. Quando fummo vicini, Egli mi chiese di cantare nuovamente il bhajan. Lo ascoltò con molta pazienza e quindi disse: "Stai tagliando in tronco la parola hamara; dovresti cantare così: 'Sai hamara hum sai ke yisa prem hamaraaaaa’. Il significato di questa frase è: 'Noi siamo tuoi, noi apparteniamo a Te' e Swami ha voluto metterlo in rilievo. Ma la cosa non finì qui.

Il mattino seguente quando arrivò Swami, che si stava preparando per partire per Bangalore, i bhajan erano appena iniziati. Venne diritto verso di me e mi chiese di cantare ancora una volta lo stesso bhajan! Si mise davanti a me e mi guardò mentre cantavo l'intera canzone ed alla fine disse: ' Sì, è giusto' e solo allora se ne andò con un sorriso gentile sul Suo viso."




Swami ascolta l'esecuzione del Gruppo Bhajan di Sundaram a Prashanthi Nilayam, Aprile 2005.


Lineeguida per i bhajan date da Swami

Questo era il tipo di coinvolgimento che aveva Swami con i bhajan ed il Gruppo bhajan di Sundaram. Di volta in volta, nelle numerose interview che ha concesso al Gruppo, Egli ha spiegato in dettaglio e chiaramente una serie di direttive riguardanti la conduzione dei bhajan.

* Quando vi esercitate, fatelo cantando di piena gola.

* Alla fine dei bhajans dovreste subito disperdervi. Non dovreste rivelare la vostra identità ad altri devoti. Questo costituirebbe una distrazione per loro. Assicuratevi che la gente ritorni a casa portando con sè la stessa vibrazione che c'era durante i bhajan.

* Mentre conducete un bhajan dovreste essere puri e buoni . A meno che non siate puri, a meno che non abbiate il cuore pieno di amore e di devozione, non potete aspettarvi che le vibrazioni fluiscano tra la folla che segue i bhajan!

* Mentre state cantando un bhajan, non pensate a ciò che dicono gli altri, restate fissi su di Me e su di Me soltanto. In questo modo potrete praticare bene ed anche cantare bene.

Ci fu anche un'interessante interview quando Swami insegnò ai membri del gruppo ciò che significa effettivamente comunicazione e in che modo i cantanti ed i musicisti dovrebbero comunicare tra loro durante i bhajan. Il Dott. Chandrasekhar, suonatore di tablas del gruppo, che era presente all'intervista, ricorda:



“Penso che si trattasse dell'anno 1993. L'intero Gruppo Bhajan di Sundaram fu chiamato in interview. Nella stanza delle interview Swami ci parlava di vari argomenti, quando improvvisamente ci chiese: "Cos'è la comunicazione?" e poi guardando me disse: "Tabla, dimmi, cos'è la comunicazione?"

Io non sapevo cosa rispondere, perchè fino ad allora aveva parlato di vari argomenti e mi chiedevo perchè improvvisamente volesse parlare di comunicazione.

Allora Swami mi chiese di nuovo: "Pensi che quello che stai facendo sia 'comunicare'? " Non avevo assolutamente idea di quello che dovevo rispondere, ed Egli continuò: "Senti, mentre canti tu continui a gesticolare mostrando le mani, a cosa serve?" Dovete pensare che noi suonavamo i bhajan a Sundaram, durante la sessione del Giovedì e della Domenica, davanti alla foto ed al trono di Baba. Ma Swami ci stava facendo queste domande a Brindavan.



Swami con il Gruppo Bhajan di Sundaram a
Prashanthi Nilayam, Aprile 2005

Infatti noi cantiamo a Sundaram dal 1984, e Swami nel 1993 mi chiede: "Cosa fai quando gesticoli con le mani?" Beh, mentre suono le tablas metto in mostra le mani, così dissi a Swami che quello era il modo di passare la shruthi, ossia il tono. Egli mi rispose: "Ti sembra questo il modo di comunicare? Vedi, la comunicazione è questa: quando una formica ti pizzica il piede, immediatamente i nervi informano il cervello. Il cervello, a sua volta, invia un ordine alla mano la quale rimuove la formica. Questo tipo di informazione va dal piede al cervello e dal cervello alla mano. Chi altro viene a conoscenza di questo fatto?" "Nessun altro" risposi.

Egli allora continuò: ‘La comunicazione dovrebbe essere fatta in questo modo. Quando tu passi una comunicazione a qualcuno, nessun altro devoto dovrebbe venirne a conoscenza. Quando la gente si siede per cantare i bhajan, ti guarda ed osserva l'espressione del tuo viso, come muovi le mani. Quando vi riunite per fare le prove bhajan, fissate su un pezzo di carta il nome di chi canta e cosa e la tonalità in cui va eseguito il canto, quindi passate tra di voi questa informazione.' Questa è stata una rivelazione per tutto il nostro gruppo, non solo perchè ci stava insegnando il modo di comunicare durante le sessioni bhajan, ma anche perchè ci stava indirettamente rivelando che Egli è sempre con noi ad ogni sessione bhajan che viene eseguita a Sundaram.

(continua)