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Celebrazione di Makara Sankranthi del 14 gennaio 2006

19 gennaio 2006

Makara Sankranthi è per gli Indiani una delle festività più importanti e riveste un profondo significato fisico e spirituale. Nello stato meridionale del Tamil Nadu essa è celebrata anche come Pongal. In questa occasione i contadini festeggiano il buon raccolto ed esprimono la loro gratitudine al Sole, alla Terra ed al bestiame per i loro doni generosi. Sankranti segna la fine dell’inverno grigio e noioso e l’inizio della primavera, piena di gioia e di colori, insieme al movimento del Sole verso nord, chiamato ‘Uttarayana’, ed al suo passaggio in Capricorno o Makara. Il Sole rappresenta l’illuminazione per cui questo evento è atteso anche dalle persone spirituali in quanto è simbolo dell’intelletto che viene indirizzato verso il raggiungimento di scopi più elevati e della meta dell’unione con il Divino. Si racconta che Bhishmacharya, il grande re dei Pandava e Kaurava, sia rimasto disteso per giorni su di un letto di frecce aspettando questo giorno santo per lasciare la sua spoglia mortale e raggiungere i mondi più elevati. A Prashanti Nilayam, questa occasione sacra e piena di gioia coincide con la cerimonia di commiato e la distribuzione dei premi del “Annual Sports and Cultural Meeting” delle istituzioni educative di Bhagavan.

Baba è arrivato nella Sai Kulwant Hall alle 9.50 del 14 gennaio in processione con i comandanti e vice comandanti dei campus maschili insieme alle bande di ottoni delle università di Anantapur e Prashanti Nilayam. Subito dopo che Bhagavan si è seduto sul palco, gli educatori fisici di tutti i campus Lo hanno salutato con dei bouquet. Egli ha quindi acceso la lampada cerimoniale dando inizio alla celebrazione. Il vicerettore dell’Università, Sri.A.V.Gokak, ha pronunciato un breve discorso di introduzione sul significato della festività di Makara Sankranthi evidenziando l’unicità del sistema integrale di educazione offerto dalle istituzioni Sri Sathya Sai in cui viene data pari importanza allo sviluppo di corpo, mente e spirito. Questo incontro è un’occasione per applicare questo metodo integrale in cui il corpo e la mente degli studenti viengono rinforzati ed essi assorbono molte lezioni di vita preziose e durevoli. Dopo di lui, Bhagavan ha pronunciato il Suo Divino Discorso in cui ha definito e delineato il significato e la distinzione tra educazione ed Eucare: mentre l’educazione è una assimilazione dall’esterno di fatti ed informazioni, Educare fa scaturire la saggezza e le virtù nascoste nel cuore dell’uomo e le fa applicare nella vita di tutti i giorni. Ogni individuo è dotato dei tre guna (attributi), cioè Sattva, Rajas e Tamas, che rappresentano la Trinità Divina di Brahma, Vishnu e Maheshvara. Swami ha anche detto che gli studenti non dovrebbero contentarsi di ottenere semplicemente premi e titoli in quanto massimamente importante è coltivare le tre qualità essenziali di Nischalatvam (fermezza), Nirmalatvam (purezza) e Nirmohatvam (distacco). Egli ha aggiunto che chi ha queste qualità diventa veramente Divino ed ha esortato tutti a tenere Dio sempre in mente. Nonostante vi siano molte manifestazioni della Divinità, il principio interiore inerente, l’Atma, è unico come l’oro è lo stesso in tutti i gioielli e lo zucchero è l’ingrediente comune a tutti i dolci. Bhagavan ha concluso con il Bhajan “Hari Bhajan Bina Sukh Shanti Nahi” dopodiché ha consegnato i trofei e le coppe.

La sessione pomeridiana è iniziata alle 16.15 con il Darshan. Il programma prevedeva una commedia degli studenti di Brindavan intitolata “Adi Kavi Valmiki”. Il Saggio Valmiki è il compositore dell’epica sacra “Ramayana” che narra la storia Divina del Signore Sri Rama, una incarnazione del Signore Visnu; per certo questa storia è affascinante ed ispirante. Ache la storia della vita del Saggio Valmiki è stimolante in quanto narra la trasformazione del crudele Ratnakara nel Saggio Valmiki tramite il potere del Nome del Signore Rama. Nella prima scena Ratnakaara incontra i Saptarishi (sette grandi saggi) in una foresta e ne pretende le ricchezze e proprietà al che essi gli pongono una domanda: “Tu dichiari di rapinare al solo scopo di mantenere la tua famiglia ma è essa d’accordo a dividere il frutto del tuo delitto?” Quando Ratnakara va a casa ed interroga la moglie, ella risponde che nessuno può partecipare dei delitti di un altro e che ognuno è responsabile delle proprie azioni e delle loro conseguenze. Questa verità lo colpisce come un fulmine ed il disilluso Ratnakara si pente di tutti i suoi misfatti e decide di cercare Dio. I Saptarishi gli insegnano quindi il sacro Nome di Rama e lo esortano a meditare su di esso. Egli intraprendere una severa penitenza e rimane in meditazione per moltissimo tempo tanto che un formicaio (“Valmika” in sanscrito) lo avvolge. Risvegliato allora dai Saptarishi, egli ne esce, imponente e luminoso per il fulgore Divino nato dal canto del Nome di Rama, e riceve il nuovo nome di Valmiki venendo poi benedetto con la visita del Saggio Narada e del Signore Brahma che lo ispirano e lo benedicono con il compito sacro di scrivere la storia di Sri Rama, il Signore Incarnato che camminava sulla terra come un essere umano ideale per dare a tutta l’umanità un esempio da emulare. Sullo sfondo apparivano scene dal Ramayana mentre Lava e Khusha raccontavano la storia in primo piano tramite canti melodiosi in Telugu.
Sai Prema Dhara

Alla Sai Kulwant Hall, la sera del 13 gennaio gli studenti della Sri Sathya Sai Primary School hanno presentato un programma eseguito dalla sezione femminile che è iniziato con un concerto di violini ed è stato seguito da una presentazione dal titolo “Sai Prema Dhara” sulla vita e gli insegnamenti di Bhagavan. All’inizio della scena il Signore Ganesha ed il Signore Subramanya offrivano I loro atti di omaggio al principio di Shiva-Shakti incarnato come Bhagavan Sri Sathya Sai Baba; i narratori erano due studenti vestiti come il Professor Kasturi ed il Dottor Hislop, due devoti che hanno avuto la fortuna di stare vicino a Bhagavan e sono stati testimoni di molte meraviglie e miracoli. Essi narravano vari fatti accaduti durante l’infanzia di Bhagavan che dimostrano come, pur essendo un bambino, Egli manifestasse il dominio sulle potenze della Natura, le Sue qualità di leader e le Sue virtù, come Amore e Compassione per tutti gli esseri. Uno dei punti salienti della recita è stata la descrizione dell’episodio in cui Bhagavan dimostrò la Sua Divinità al proprio fratello, Sri Seshama Raju Garu, durante il loro pellegrinaggio al tempio di Virupaksha a Hampi: gli astanti sbigottiti videro il giovane Sathya apparire nel sanctum sanctorum del tempio, pur essendo Egli ancora al di fuori del tempio stesso, convincendo così Suo fratello di non essere un qualunque ragazzo ma l’Onnipotente ed Onnipresente Signore Stesso. I grandiosi progetti intrapresi da Bhagavan sono stati descritti nella forma di un romanzo in cui Madre Sarasvati , Dea dell’apprendimento, ed il Signore Dhanvantari, Dio della guarigione, discendono insieme alla Madre Ganga a rendere omaggio ed esprimere la loro gratitudine a Bhagavan che ha provveduto all’educazione, alla salute ed all’indispensabile acqua per milioni di persone in modo assolutamente gratuito e per aver restituito a questi doni di Dio la loro gloria originaria. I grandi santi Thyagaraja, Purandaradasa, Meerabai, Chaitanya Deva, Andal and Namdev seguivano offrendo i loro omaggi al Signore che hanno tutti adorato tramite le loro composizioni devozionali. Alla fine della rappresentazione, gli studenti hanno cantato insieme “Madhura Mohana Ghanashyama…” in adorazione dell’incantevole Signore Krisna che è disceso, come il nostro amato Signore Sai, per spargere Ananda (Beatitudine) su ognuno.

È così terminata la celebrazione della sacra ricorrenza di Makara Sankranthi alla Presenza di Divina. Preghiamo che questo periodo di Uttarayana porti a tutti salute, prosperità e felicità e ci veda procedere con successo nel nostro viaggio spirituale.