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Dasara 2005 a Prashânti Nilayam

4 novembre 2005

“Questa Prashânti Nilayam (Dimora di Pace Suprema) è la Dimora di Nitya Shânti (“la Pace che non può essere interrotta”) perché si basa su una profonda discriminazione e una convinta rinuncia all’attaccamento agli oggetti legati ai sensi. È davvero una grande fortuna essere qui in questo sacro giorno; migliaia di ricercatori e aspiranti spirituali sono qui giunti e coloro che si sono uniti a questa splendida compagnia devono sfruttare al meglio tale opportunità.

Invece di celebrare la fausta festività di Dasara rimpinzandovi e provvedendo alle debolezze dei sensi, Io sono felice che abbiate deciso di passarla immersi in sacri pensieri.”



Questo è stato quanto Baba disse, quattro decadi fa, nell’anno 1965, durante la festività di Dasara. Tali parole preannunciano il significato della solenne festività chiamata anche Devî Navarâtrî.

Negli anni, milioni di devoti hanno partecipato a questa festa a Prashânti Nilayam col Signore nella Sua Forma Fisica che, fortuna davvero rara elargita dai Cieli, accetta, in qualità di Veda Purusha (la Persona Divina glorificata nei Veda), l’offerta del Pûrnâhuti (la cerimonia di compimento del Veda Purusha Saptâha Jñâna Yajña.

Secondo la leggenda, Dasara testimonia la vittoria dei Deva sugli asura, cioè della Rettitudine sulle forze del male. A conferma di questa mitica credenza, migliaia di persone si sono riunite a Prashânti Nilayam per celebrare la ricorrenza alla Divina Presenza di Bhagavân, Amata Madre Sai. Infatti le celebrazioni di quest’anno sono giunte come una fresca brezza spirituale che ha lenito la turbolenza delle menti con i sublimi Discorsi di Baba che sono stati come una festa per l’anima.

Le celebrazioni sono iniziate il 6 ottobre, nella sala dei bhajan nel mandir di Prashânti, con il Kalashasthâpanam a cui è seguito il Veda Purusha Saptâha Jñâna Yajña nell’auditorium Pûrnachandra che era pieno in ogni ordine di posti. Baba ha presieduto la cerimonia mentre i sacerdoti illuminavano, con il fuoco fatto scaturire dallo sfregamento di due bacchette di legno, la sacra Homam (l’offerta rituale di oggetti nel fuoco sacrificale). Essa veniva celebrata da pandit che cantavano mantra vedici e offrivano ghî al sacro fuoco; contemporaneamente, altri pandit erano impegnati nel fare Sûryanamskâr (le prostrazioni rituali al Sole), a leggere sacri poemi epici, il Râmâyana e la Bhâgavata, ad adorare migliaia di lingam del Signore Shiva, a render culto al Signore Ganesha, alla Trinità indù ed a compiere altri rituali relativi allo Yajña.

Mentre questi rituali proseguivano per una settimana, il Prashânti Vidvanmahâsabhâ, una folta assemblea di letterati riunita nella sessione serale per condividere la Conoscenza spirituale alla Divina Presenza di Swami, ha destato grande interesse

Vecchi devoti, insegnanti e studenti, provenienti dai tre campus dello Shrî Sathya Sai Institute of Higher Learning, hanno esposto i loro pensieri a cui han fatto seguito, per cinque giorni, gli illuminanti Discorsi Divini in cui Baba ha dato spiegazioni su vari argomenti spirituali con episodi tratti dal Râmâyana, dal Mahâbharata e dalla Sua divina visita a Hrishikesh ecc. L’11 ottobre era Durgâshtamî (giorno riservato al culto di Durgâ) ed in mattinata è stata celebrata, nel Sai Kulwant hall, l’Âyudha Pûjâ alla Divina Presenza. Il 12 ottobre, giorno di Vijayâ Dasham (culmine delle celebrazioni della festività di Navarâtrî), migliaia di devoti si sono riuniti nel Pûrnachandra per assistere alla chiusura della festività col Pûrnâhuti. Baba ha benedetto l’evento, i pandit e i devoti lì riuniti, girando nella sala gremita e aspergendo acqua consacrata dalla cerimonia per la gioia di tutti. Alla fine del programma è stato distribuito il prasâdam (cibo benedetto).

Nel pomeriggio, gli studenti dello Shrî Sathya Sai Institute of Higher Learning del campus di Brindavan hanno inscenato una commedia intitolata “Bhakta Surdas” (“Il devoto Surdas”). È stata una commovente rappresentazione, sulla vita di quel santo poeta, che ha tratteggiato la sua incrollabile devozione per il Signore Krishna. Nell’aria si avvertiva grande partecipazione quando la commedia rappresentava come una devozione assoluta possa conquistare il cuore del Signore.

Canzoni melodiose unite a una musica sublime e a suggestive coreografie rendevano memorabile la rappresentazione. Davvero un degno gran finale per le festività di Dasara!



(Tratto dal testo inglese pubblicato sul sito internet dello Shrî Sathya Sai Central Trust di P.N.)