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News da Prasanthi Nilayam

14 novembre 2004

Dasara e il Grâmasevâ, il servizio nei villaggi

La parola ‘madre’ evoca immediatamente immagini di amore e calore nel cuore
di ogni persona. Se quello che noi abbiamo sperimentato è l’amore di una
madre umana, quanto più grandi saranno l’amore, l’attenzione e la
compassione che una Madre Divina riverserà sui Suoi figli? Per sperimentare
proprio questo amore, migliaia di devoti si sono riuniti a Prashânti
Nilayam, dimora della nostra Divina Madre Sai, per celebrare la festa di
Dasara o Devî Navarâtrî, e offrirLe obbedienza. Per molti anni, a Prashânti
Nilayam, la festa di Dasara è stata strettamente associata al rito
sacrificale del Veda Purusha Saptâha Jñâna Yajña, che dura una settimana ed
è officiato alla Divina Presenza, per il benessere di tutto il mondo ed, in
aggiunta a questo, è stato condotto un altro Yajña, quello del Grâma Sevâ o
”Servizio nei villaggi” (il servizio rurale). Nell’ambito di tale servizio,
gli studenti delle scuole e delle università di Baba visitano i villaggi
vicini a Puttaparthi e distribuiscono il Suo prasâdam, che consiste in cibo
e indumenti, quale simbolo del Suo Amore e delle Sue Benedizioni per tutti.
(Cronaca delle giornate). Il mattino del 17 ottobre migliaia di devoti e
studenti si sono radunati nel Sai Kulwant Hall per avere il darshan di
Baba. Egli è giunto alle 7,20 accompagnato da canti vedici e dalla
benaugurale melodia del Nâdasvaram. Poi, diciotto pandit (studiosi dei
Veda), seguiti dagli studenti di Baba, vestiti con dhothî di seta arancione
e bianchi angavastram (abbigliamento tradizionale indiano, consistente in
un drappo avvolto intorno alle spalle N.d.T.), hanno marciato in
processione fino al Pûrnachandra Auditorium sede dello Yajña il quale è
iniziato alle 9 con lo sfregamento di pezzi di legno per accendere il fuoco
nel modo più naturale. Il sacro fuoco è stato posto sullo Yajña Kunda
(l’altare sacrificale). La parte più importante dello Yajña è il Rudra
Yaga, allorché sull’altare vengono poste le offerte al Signore Shiva al
canto degli inni dello Shrî Rudram. Insieme ad esso, vengono officiati
simultaneamente altri riti, quali il Sûrya Namaskâra, il Sahasralinga
Archana, lo Shrîmad Bhâgavata Pârâyana, il Râmâyana Pârâyana e il Devî
Mâhâtmyam, mentre alcuni pandit cantano ininterrottamente inni vedici
assieme agli studenti di Baba. La sessione pomeridiana si è svolta nel Sai
Kulwant Hall con gli auspici del Prashânti Vidvan Mahâsabhâ. Molti oratori,
in primo luogo studenti e funzionari delle istituzioni di Bhagavân, si sono
rivolti al rispettabile pubblico con vari argomenti di filosofia e
spiritualità, Insegnamenti di Bhagavân ed esperienze di devoti. A seguire,
esaudendo le preghiere dei devoti, Swami ha benedetto tutti con un Suo
Discorso Divino. La sera del 18 ottobre i bambini Bâl Vikâs di Hyderabad
hanno presentato una commedia intitolata “Ashtaguna Pushpamulu”, gli otto
fiori che rappresentano le otto virtù da offrire a Dio, come ricordato dal
Signore Krishna nella Bhavagad Gîtâ.
Baba, nei Suoi Discorsi, ha spesso affermato che i fiori da offrire a Dio
non sono quelli che crescono sulle piante ma le virtù, quali la non
violenza, il controllo dei sensi, l’amore e la compassione verso tutti gli
esseri, la tolleranza, la veridicità, l’austerità, la meditazione su Dio,
la pace e l’equanimità che devono venir coltivate nel cuore. I bambini si
sono dilungati, su ognuna di queste virtù, rappresentando scene tratte da
storie mitologiche in cui i personaggi le incarnano e le praticano nella
loro vita, guadagnandosi così eterna fama e onore. La sera del 22, c’è
stato un pubblico dibattito in cui un gruppo, composto da sei signore
insegnanti e alcuni alunni degli istituti educativi di Bhagavân, ha
trattato alcune massime dei Veda e delle Upanishad e le ha messe in
relazione con gli Insegnamenti di Baba. Essi hanno detto che i Veda non
sono soltanto una fonte di saggezza spirituale ma anche un tesoro di
conoscenza del mondo per quanto riguarda la vita quotidiana dell’essere
umano e comprendono l’intera gamma dell’umana conoscenza. Le devote hanno
ampiamente avvalorato le loro affermazioni con numerose citazioni tratte
dai Veda, dalle Upanishad e dai Discorsi di Swami, ed hanno poi concluso
con una nota di gratitudine nei Suoi confronti per la Sua Guida sul
sentiero divino e per il Suo profondo Insegnamento, fatto di parole
semplici, sui Veda e sulle Upanishad. Senza di Lui l’immensa sapienza delle
Scritture sarebbe rimasta totalmente al di là della nostra comprensione e
assimilazione. Il dibattito è stato seguito da un recital di musica
carnatica, da parte della signora Anuradha Krishnamurthy che ha cominciato
con un’interpretazione della famosa composizione del Santo Tyâgarâja
“Endaro Mahânubhâvulu” ef ha poi proseguito cantando altre due canzoni per
concludere poi con il bhajan “Koti Pranam Shata Koti Pranam”. La
celebrazione di Dasara è giunta felicemente a termine il 23 ottobre. Quel
mattino il Pûrnâhuti, rituale conclusivo dello Yajña, è iniziato alle 8,10
con Baba Stesso seduto di fronte allo Yajña Kunda tra i sacerdoti. Dopo
aver chiesto la Sua benedizione, questi hanno fatto l’ultima offerta,
consistente in burro chiarificato nel fuoco, cantando gli inni del Chamakam
e pregando per il benessere fisico e spirituale di tutti gli esseri. Il
pomeriggio, l’Ala Giovani della ‘Shrî Sathya Sai Sevâ Organization’
dell’Andhra Pradesh ha presentato un lavoro teatrale, dal titolo
“Lakshala…Lakshyâla?” (Denaro… o Ideali?), che ha evidenziato gli
interrogativi affrontati oggi dai giovani. [In esso] Ravi, che si è appena
laureato con medaglia d’oro, è assillato dall’interrogativo: la carriera,
il denaro ecc. possono dare un appagamento duraturo o nella vita c’è
qualcosa di più elevato? Il suo insegnante lo guida a comprendere che la
vera felicità consiste nel servire il prossimo. La rappresentazione ha
messo in luce alcuni fra i più elevati aspetti del servizio che va reso
senza ego con il cuore pieno d’amore e va offerto solo dove è necessario
senza attaccamento ai suoi frutti. Alla fine del programma Sai Baba ha
concesso di farsi fotografare con i partecipanti.

Il Moderatore.


(Tratto da: http://www.srisathyasai.org.in/)