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News da Prasanthi Nilayam

4 settembre 2002

Sabato 31 agosto 2002 a Prasanthi Nilayam si è tenuto il festival 'Gokulashtami Sri Krishna Jayanti' che rappresenta la celebrazione della nascita di Bhagavan Sri Krishna. Il Signore Sri Krishna nacque nel giorno di Ashtami sotto la stella 'Rohini'. Questo festival è conosciuto anche come 'Sri Krishna Jayanti' o 'Janmashtami'.

Il giorno della celebrazione può cadere in due diversi giorni, in quanto la stella 'Rohini' e 'Ashtami' possono non verificarsi in uno stesso giorno. Comunque la
celebrazione cade sempre fra agosto e settembre del calendario cristiano.

Il compleanno di Krishna viene celebrato l'ottavo giorno della metà oscura di Shravan. Krishna è l'ottavo Avatar di Vishnu, ed è uno degli eroi del Mahabharata. Viene presentato nella Bhagavad Gita, al sesto libro, come il Signore Supremo. Nei Bhagavata Purana Krishna diventa il più importante oggetto di devozione. Dopo aver elencato tutti gli Avatar, il Bhagavata dice: "Per quanto riguarda Krishna, Egli è Dio stesso".

In tutti i templi di Krishna vengono tenute celebrazioni in grande scala, specialmente a Vrindavan, Mathura (Uttar Pradesh) e Dvaraka (Gujarat), così come in altri templi regionali famosi.
Sri Krishna è l'ottava incarnazione del Signore Vishnu sulla Terra. È considerato come la più gloriosa incarnazione del Signore. Persino dire e ricordare il Suo Nome porta gioia, perchè Sri Krishna stesso era una manifestazione della gioia, a tutti i livelli ed in tutte le manifestazioni della vita.
Nessun altro degli Dei del Pantheon indù, né in quello di qualsiasi altra religione, è associato con così tante storie romantiche, né irradia di tutti gli attributi
divini di Sri Krishna.

Visto che Krishna visse nel lusso per tutta la sua vita, Sri Krishna Jayanti viene celebrato pomposamente e con splendore. Vengono preparati dolci in grandissime quantità; fra questi, sono da menzionare svariate specialità indiane, quali: laddus, chakli, cheedai, payasam ed altri. Inoltre vengono offerti numerosi latticini, in particolare il burro, che era il cibo preferito da Sri Krishna quando era bambino. Viene offerta anche una grande varietà di frutta. I dolci più comuni sono il laddus ed il payasam.

I suoi numerosi Lila sono grandiosi, così come grandioso è il modo in cui riesce ad affascinare tutti. Molti saggi e veggenti gli hanno reso omaggio. Narada, Sri
Kulashekara Azhwar, Andal, Tirumangai Azhawar e Nammazhwar hanno cantato versi gloriosi in lode al Signore Krishna, che impersonifica Shudda Satvam. La Bhagavad Gita, che proviene dal Signore, è la Verità assoluta, che
ha superato la prova del tempo ed è stata base ed ispirazione per molti
Acharyas e Azhwars.

La vita ed il messaggio di Sri Krishna sono la saga più eccitante di uno dei massimi salvatori e promulgatori del Dharma.
Nato nei sotterranei di Kansa, che lo voleva uccidere al momento della nascita, la vita di Sri Krishna è piena di questi pericoli mortali, sui quali poi Egli trionfa
sempre. Era l'invincibile eroe dei Suoi tempi, sia sul piano fisico che su quello della sua brillantezza intellettuale.

La storia di come uccise, uno dopo l'altro, tutti i Suoi avversari demoniaci - Putana, Shakata, Agha, Dhenuka, Baka, Keshi e molti altri - segnalava, già dalla Sua infanzia, che il Suo era l'avvento di un impareggiabile salvatore dell' umanità. Liquidò i re malvagi Kansa e Shishupala e neutralizzò i terribili Jarasandha e Kalayavana. Il Suo ruolo nella storica battaglia di Kurukshetra, in cui umiliò gli arroganti e dispotici Kaurava, e in cui incoronò i giusti e nobili
Pandava, gli guadagnò finalmente la posizione impareggiabile di Dharma
Samshaapaka (Colui che ristabilisce il Dharma).

Un impressionante aspetto del Suo carattere fu il Suo supremo distacco dal potere. Sebbene Egli avesse distrutto personalmente molti governanti malvagi, non reclamò mai questi regni per Sé, sebbene fosse un Suo diritto. Installò sui troni i parenti del re sconfitto, nelle persone dei legittimi eredi delle corone. Lui rimase oltremodo semplice e modesto fino alla fine. Dopo aver ucciso Kansa, scelse per Sé il compito umile di portiere alla corte di Ugrasena, che Egli stesso
aveva installato come re di Mathura. Egli stesso re, conosciuto su tutto il territorio come il più potente ed il più saggio sulla faccia della Terra, si mescolava liberamente con tutti.

Abbracciò il Suo vecchio, povero amico Sudama e mangiò con estremo piacere il riso secco che questi gli offrì, ricoprendolo in cambio di ricchissimi doni. Questo era infatti un Suo tratto innato, meraviglioso e raro. Frequentava i pastori e le pastorelle del Nandagokula ed essi lo amarono più della propria vita per i suoi modi affascinanti e le sue imprese eroiche. Sottomise Kaliya, il terrificante re Cobra a sette teste.
Una volta protesse Nandagokula contro il furore dello stesso Indra.
Indra, geloso della superiorità di Krishna, aveva fatto piovere in modo torrenziale e l'intera zona era minacciata da quel diluvio.
Sri Krishna chiamò le Sue pastorelle e chiese loro di applicare le loro piccole dita alla vicina montagna di Govardhana e di sollevarla - assumendo su di Sé la maggior parte della fatica.

Ed ecco, la montagna si alzò e funse da ombrello sopra il Nandagokula.
Indra ammise la sua sconfitta e la superiorità di Krishna venne stabilita. In quale modo meraviglioso la storia descrive Krishna come un organizzatore d'uomini innato, che poté ispirare persino nei ragazzi degli alti scopi e spronarli a compiere sforzi sovrumani!

Il genio assoluto di Sri Krishna risiede in un aspetto particolarmente sconcertante della Sua personalità. Questo è in relazione ad alcune Sue violazioni, apparentemente oltraggiose, del codice di condotta prescritto. Uno strano aneddoto nella Sua vita ci aiuta a svelare questo enigma. Quando
tutti i bambini dei Pandava furono uccisi da Ashwatthama, e persino il bambino che si trovava ancora nel grembo di Uttara e la moglie Abhimanyu furono uccisi da lui, Sri Krishna si fece avanti per salvare la progenie dei Pandava dando indietro il soffio della vita a quel bambino ancora non nato.

Ciò che Krishna disse in quel momento può sembrare strano: "Che questo
bambino possa nascere se Io ho osservato il 'brahmacharya' (stato del celibato), se mi sono attenuto ad esso e se la Mia ricchezza di virtù non è mai venuta meno". Naturalmente il bambino nacque vivo, e in seguito diventò il re di Bharatavarsha, Parikshita.

Sri Krishna disse moltissime volte delle bugie, ruppe molte promesse, si sposò con sedicimila donne! Eppure nessuna di queste azioni violò la Verità delle Sue
affermazioni. E questo in quanto compì queste azioni in uno stato di totale distacco, motivato dalla unica, elevatissima meta di proteggere il Dharma.
Lo stesso Sri Krishna riafferma spesso questo Suo ruolo [di protettore del Dharma] mentre spiega ad Arjuna le complessità della più alta filosofia spirituale. Da una parte dice di esser sempre stato coinvolto in azioni mondane solo per il benessere ed il sostentamento della società, sebbene Egli stesso non avesse alcuna necessità o desiderio di venir soddisfatto dalla società. In un'altra occasione assicura che rinascerà ogni volta che il Dharma sarà in declino e l'Adharma alzerà la sua brutta testa.

Dichiara il Suo ruolo di protettore dei buoni e dei Santi e di distruttore dei malvagi e dei non-santi, affermando di essere 'Colui che ristabilisce la giustizia'.
Il 'Parabrahman', come Sriman Narayana, si era manifestato in Sri Krishna - l'adorabile figlio di Devaki e Vasudeva. La parola stessa 'Krishna' si riferisce alla forza causale di tutte le opere divine e gioiose.

Allo stesso tempo, Krishna fa riferimento alla forza causale che distrugge le energie demoniache e rimuove l'ignoranza.
Sri Krishna impersona tutti i sentieri Divini - Bhakti, Jnana e Karma - atti a raggiungere l'altissima meta della realizzazione di Dio. Il Suo esempio personale
conferì autorità alla grande dottrina che Egli predicò ad Arjuna durante la battaglia di Kurukshetra. Nella Bhagavadgita viene detto: "Le Upanishad sono la mucca, Krishna il mungitore, Partha il vitello, e il nettare della Gita, il latte."

Nessun altro testo scritturale propone tutti i diversi sentieri verso la Divinità in modo così profondo, eppure così conciso e così facilmente comprensibile all'uomo ordinario, come la Bhagavad Gita.
Anche l'ambientazione della Gita è meravigliosamente unica, con la battaglia di Kurukshetra che rappresenta l'eterno campo di battaglia nell'anima umana.

Con tutte le Sue qualità ed acquisizioni sovrumane, Sri Krishna non apparve mai distante da nessuno dei Suoi compagni esseri umani.
Infatti Egli era loro più caro dei loro parenti più stretti. Era un ideale in tutte le Sue relazioni - un tesoro di figlio per i Suoi genitori, un fedele compagno
ed amico, un discepolo devoto, un marito amorevole e un fratello degno di fiducia. L'ombra della Sua grandezza non scalfì mai questi vincoli del cuore.

Dopo aver predicato i sublimi insegnamenti della Bhagavad Gita ed aver manifestato la Sua Vishwarupa [forma universale del Divino], che ispirava timore riverenziale, ad Arjuna, Krishna tornò ad essere il suo amico del cuore di sempre. Questa era la Sua peculiare caratteristica, sin da quando era molto piccolo. Una voltaYashoda - la madre putativa - scoprì che suo figlio Krishna
aveva mangiato del fango. Ne fu allarmata e gli chiese di aprire la bocca. Ma quando Egli le obbedì, Lei rimase esterrefatta alla vista di universi senza
limiti che danzavano nella piccola cavità della Sua bocca. Ma il Suo shock di trovarsi faccia a faccia col Divino incarnato non durò a lungo. Subito, Krishna bambino riprese a fare le sue birbanterie e rimase l'adorabile figlioletto di Yashoda che era sempre stato.

Sri Krishna Jayanti, quindi, non simboleggia meramente la nascita di un grande Insegnante Divino dell'umanità ma lo scoccare di una scintilla dell'Energia Divina in ciascuno di noi. Essa ci incita a recitare il nostro ruolo dinamico in questo mondo di realtà pratiche e dure, per il raggiungimento di uno scopo altamente spirituale.
Krishna rappresenta il potere totale di attrazione come un magnete di infinita potenza. Ecco perché Krishna è la fonte della gioia.

Gli aspetti culturali sono rappresentati dai devoti vestiti nei loro costumi tradizionali. La danza viene eseguita da devoti che si calano in essa con fervore spirituale.
Sri Krishna, che manifesta tutti i livelli della gioia, è anche la fonte della gioia spirituale, che sovrasta la gioia mentale ed emozionale, proprio come la gioia
emozionale supera quella fisica. Se le tre forme di gioia sono integrate e dipendenti l'una dall'altra, allora l'osservanza del festival assume il pieno
significato di 'Krishnaarpanamastu' ("Offrite tutto a Sri Krishna").

La storia della nascita del Signore Krishna si svolge a questo modo:
Mathura, sulle rive del fiume Yamuna, era la capitale del regno nel Nord India, dove dimoravano gli Yadav. Ugrasen, il re di Mathura, aveva un figlio, Kansa, ed una figlia, Devki. Il re aveva scelto Vasudev, un alto ufficiale nelle fila del re, come marito per sua figlia.
Una delle occupazioni principali della gente era quella di custodire le mandrie. Solevano vivere in insediamenti, che venivano chiamati Gokul.
Nanda, un amico di Vasudev, era proprietario di uno di questi Gokul.
Il matrimonio di Vasudev e Devki fu celebrato con grande solennità.
Kansa conduceva l'auriga che portava i neo-sposi a Gokul.

All'improvviso, una voce dal cielo disse: "Kansa, sciocco. Tu stai trasportando tua sorella con grande pompa. Ma il suo ottavo figlio ti ucciderà."
Kansa era un uomo cattivo sin dalla nascita. Al sentire quell'avvertimento fermò l'auriga ed era pronto ad uccidere la sorella lì sul posto ed all'istante. Vasudev
cominciò a discutere con Kansa.
Alla fine riuscì a persuadere Kansa a non uccidere la sorella, con la promessa che lei gli avrebbe portato tutti i suoi figli non appena fossero nati, affinché lui
potesse disporre di loro a suo piacimento.
Con questo Kansa si sentì soddisfatto, avendo deciso in cuor suo di uccidere tutti i futuri figli di Devki.

Kansa era un Yadav, ma cominciò a comportarsi come un demone. Mise in prigione suo padre Ugrasen, e si proclamò re. Poi mise Vasudev e Devki sotto stretta sorveglianza in una prigione di Mathura.
Tutti gli Yadav cominciarono a pregare, chiedendo di venir liberati dalla tirannia di Kansa.
Kansa eliminò tutti i figli di Devki subito dopo la nascita sbattendoli contro un sasso. A questo modo uccise uno dopo l'altro sei bambini. Devki concepì il suo settimo figlio. Per potere Divino quel bambino venne spostato dal grembo di Devki a quello di Rohini, la seconda moglie di Vasudev, che viveva a Gokul. Questo spostamento venne mantenuto segreto, così che tutti pensarono che Devki avesse abortito, cosa che pensò pure Kansa. Invece il settimo figlio
nacque a Gokul come figlio di Rohini, e gli venne imposto il nome di Balram.
Così, sei figli di Devki erano stati uccisi ed il settimo era 'scomparso'. Kansa divenne più vigile che mai. Rinforzò i sistemi di sicurezza della prigione.

Era l'ottavo giorno della metà oscura di Shravan. Pioveva ed era buio.
A mezzanotte, nella camera di Devki apparve una luce brillante. Vasudev si svegliò. In quella luce apparve la statua a quattro mani di Vishnu. Così nacque il bambino, che era l'ottavo figlio di Devki. Lo stesso Vishnu discese come Avatar per uccidere Kansa.
Vasudev udì una voce nella sua mente: "Alzati e porta il bambino a Gokul." I cancelli della prigione si aprirono all'improvviso, e le guardie erano mezzo
addormentate. Vasudev mise il figlio in un cesto e uscì. Per via delle piogge intense il fiume Yamuna era gonfio. Ma come egli uscì dalla prigione la pioggia cessò e la pallida luce lunare gli illuminò la via. Un grande serpente prese la forma di un ombrello e protesse il Bambino. Come raggiunse il fiume, le acque si divisero, lasciando un sentiero asciutto per permettere a Vasudev e al Bambino di passare dall'altra parte.

Vasudev arrivò a casa di Nanda quando tutti dormivano. Entrò in camera di Yashoda, la moglie di Nanda. Vide una bambina piccola che giocava vicino a Yashosa. La prese e lasciò suo figlio, Krishna, al suo posto, facendo poi immediato ritorno a Mathura.
Il giorno successivo Kansa venne a sapere della nascita dell'ottavo figlio di Devki. Velocemente andò a prendersi il bambino. Devki lo pregò di non uccidere la bambina, ma invano. Kansa prese la bimba per le gambe e cominciò a farla roteare per sbatterla contro un masso. Ma all'improvviso la piccola gli scivolò via dalle mani e scomparve. Al suo posto apparve in cielo l'immagine della dea.
Nelle sue quattro mani teneva delle armi, ed il suo splendore si diffondeva ovunque.

Lei parlò a Kansa a questo modo: "Volevi uccidermi. Ma il tuo nemico, quello che vuole ucciderti, è nato e sta crescendo altrove."
Una grande commozione intanto si era diffusa a Gokul, a causa della nascita del Bambino. Questo Bambino era Krishna, e più tardi avrebbe ucciso suo zio Kansa.

La celebrazione della nascita di Krishna è anche nota come "Dahihandi".
Una pentola di terracotta ("handi") riempita di "curd" e "jvari" ("jondhala") - un grano soffiato mediante disseccamento ("lahya") - viene appesa in alto mediante una corda. Gli uomini più giovani formano una torre umana, arrampicandosi l'uno sull'altro per rompere la pentola. Il contenuto viene mangiato come "prasad" (cibo benedetto) mentre i presenti acclamano il nome di Govinda, che è un altro nome per Krishna.