SATYOPANISHAD

18 gennaio 2004

D. 233 - Swami! Potresti dirci gentilmente come madre Sita poté diventare la più nobile delle donne e rimanere un ideale per l’intero genere femminile per secoli, affrontando molte difficoltà e prove e, perché no, essendo la divina consorte del Signore Rama?

Bhagavan: Si dice che il Ramayana sia 'Sitayas'caritam'. Infatti esso è anche la storia di madre Sita, che era figlia della Madre Terra (Bhumata), ed anche 'Kalyanacaritra', un personaggio venerato perché concedeva il benessere. Durante lo 'svayamvara' di Sita (gara dei pretendenti per conquistare la sua mano), solo il Signore Rama fu capace di sollevare e spezzare l’arco di Siva ('Sivadhanus'). Il Re di Kosala, sebbene possente e forte, non riuscì a sollevarlo. Ravana, senza pari in valore e forza, non riuscì neanche a smuoverlo. Ci vollero tremila servitori e novanta elefanti per trasportare lo 'Sivadhanus' a corte dal reliquiario del Re Janaka. Come fu possibile a Rama sollevarlo, tendere la corda e quindi spezzarlo? Rama era un puro magnete, al cento per cento. Ecco perché Egli riuscì a maneggiare il possente arco. Anche Sita era un puro magnete. Un giorno, durante la sua fanciullezza, mentre stava giocando con la palla, accadde che essa rotolasse sotto l'arco di Shiva. Sita si avvicinò all'arco, lo sollevò con facilità e lo mise da parte, riprendendosi la palla intatta. Questo principio magnetico è in ognuno di noi. Quando una formica si arrampica su una delle vostre gambe, la vostra testa ne viene a conoscenza e, anche se state parlando con qualcuno, involontariamente la mano la prenderà subito e la rimuoverà. Un magnete, se è polveroso e rugginoso, non attrarrà un pezzo di ferro. Se un pezzo o una barra di ferro rimangono a lungo a contatto con un magnete, diventano anch’essi dei magneti. Questo è il significato del verso Vedico 'Colui che conosce Brahma alla fine diventa Brahma egli stesso'('Brahamavid brahamaiva bhavati'). Dovete stare attenti a che il ferro della vita non prenda la ruggine dei desideri mondani, altrimenti la vostra vita stessa ne verrà rovinata. Sita era molto intelligente. Alla vigilia della partenza da Ayodhya in obbedienza al comando di Suo padre, Rama disse a Sita: 'Sita! Dato che Io sto andando nella foresta, i miei genitori rimarranno senza nessuno che li serva e li consoli. Perché non rimani tu ad Ayodhya, per servirli fino al Mio ritorno?" Sita, calma e sicura, rispose a questo modo: "Swami! Quando Tua Madre Kausalya voleva seguirti, Tu le dicesti di rimanere ad Ayodhya a servire Tuo padre Dasaratha, citando le scritture che ingiungono alla moglie di servire il marito. Ora, contrariamente a quanto hai detto a Tua Madre, vuoi che io non Ti segua e rimanga qui. Evidentemente Tu hai un Dharma per Tua madre ed uno per me. Swami! È giusto questo?"
Allora Rama disse: "Sita! Nella foresta dovrai mangiare solo foglie verdi, non avrai né cibo , né gioielli. Non troverai difficile vivere in queste condizioni?" Sita rispose: "Oh, Mio caro! Perché dovrei avere bisogno di tutte queste comodità, se Tu laggiù non le avrai? Se Tu non vuoi nessuna di queste cose, neanch’io le voglio. Io voglio solo stare con Te e servirti fino alla fine." Rama le fece un'altra domanda: "Sita! Tu sai che una foresta è piena di animali selvaggi e crudeli. Non li temi? Riuscirai a viverci?" Con queste parole Rama intendeva dissuadere Sita dal seguirLo. Lei lo capì, ed alla fine disse: "Swami! Fino ad oggi credevo erroneamente che mio padre mi avesse maritata ad un uomo coraggioso e cavalleresco e non ad uno che si comporta a questo modo!" Questo mise a tacere Rama ed egli non poté più parlare. Alla fine Egli permise a Sita di seguirLo nella foresta. Questa era l’intelligenza e l’abilità di Sita nell’arte della conversazione. Il Saggio Vasishtha, precettore della famiglia reale, voleva incoronare Sita al posto di Rama, che doveva andare nella foresta in obbedienza al comando di Suo padre, ma ella disse: "Oh, sapiente Saggio! Di che cosa stai parlando? Hai mai visto il chiaro di luna separato dalla luna? Possono i due, il chiaro di luna e la luna, venir divisi l’uno dall’altro? Non è Ramachandra una luna e non sono io la luce che Lo deve seguire ovunque vada? Posso mai esistere senza di Lui?" Questo era il carattere di una 'pativrata', una donna pura e devota al marito. Abbiamo già detto che Sita era molto intelligente. Durante la cerimonia di matrimonio, ella doveva inghirlandare il Signore Rama ma, come sapete, Rama era un 'ajanubahu' (una persona molto alta di statura). Dato che Sita era molto più bassa, come poteva metterGli la ghirlanda al collo? In questa fausta occasione, Lakshmana si inchinò in quel preciso momento per toccare i piedi di Rama. Allora anche Rama si inchinò per farlo rialzare, toccandogli le spalle. Sita approfittò immediatamente del fatto e Lo cinse con la ghirlanda. Lakshmana è Adisesha, il serpente dai sette cappucci che sostiene la terra e su cui Vishnu si adagia. Egli sollevò anche la piccola porzione di terra, su cui stava in piedi Sita, per aumentare la sua altezza. In India, durante la cerimonia nuziale, vige l’usanza che la sposa e lo sposo lascino cadere del riso giallo sacrificale, o 'talanbralu', l’uno sulla testa dell’altro. Rama era il figlio di un imperatore, Dasaratha, e Sita era figlia di un altro imperatore di nome Janaka per cui, invece del riso sacrificale, per questo rituale essi usarono delle perle. Sita teneva nel palmo delle perle da far cadere sulla testa di Rama.Siccome i suoi palmi sembravano dei petali di rosa, anche le perle apparivano di colore rosso e, quando le lasciò scivolare sulla testa di Rama, esse presero a brillare come diamanti, perché Egli indossava un turbante bianco. Nel far questo, alcune perle caddero a terra. Esse non erano né di colore rosso né bianco e non erano affatto belle o attraenti. Dietro a questi particolari c’è un significato interiore: le perle che caddero a terra e che non erano attraenti, rappresentano il 'tamoguna', o il tratto della passività, dell'ottusità e dell'ingordigia, mentre quelle bianche e brillanti come diamanti sulla testa di Rama, simboleggiano il sattvaguna: pietà, calma ed equanimità. Le perle che nel palmo di Sita apparivano di colore rosso, rappresentavano le emozioni e le passioni ('rajoguna'). In altri termini, colui che è con il Signore Rama ('purusa') è sattvico Il simbolo del sattvaguna è il colore bianco. Chi è con la natura, o 'prakriti', è rajasico, e viene qui simboleggiato dal colore rosso. Colui che non è né con Dio né con la natura è tamasico. Prendete un altro esempio dal Ramayana: nell' Asokavana, a Lanka, Anjaneya era molto triste per la situazione di Sita, che soffriva per la sua separazione da Rama. Egli le rivelò la propria identità mostrandole l’anello di Rama e le disse che l’avrebbe liberata portandola da Lui sulle proprie spalle. Allora Sita disse: 'Anjaneya! Sono lieta della tua devozione a Rama, ma hai dimenticato una cosa importante: se mi porterai via da Lanka sulle tue spalle senza che Ravana lo sappia e lo approvi, non sarà questo un rapimento? Se ti permetto di farlo, quale sarà la differenza fra te e Ravana? Anche lui si comportò a questo modo portandomi qui con un travestimento ed all’insaputa di Rama. Che rispetto avrei di me stessa se ti permettessi di portarmi via da qui? Acquisirei una buona reputazione? Il Signore Rama Stesso deve venire qui e punire Ravana per l'errore che ha commesso. Rama deve necessariamente sconfiggerlo e distruggerlo, dopodiché potrà portarmi via di qui nel Suo carro. Questo è ciò che io desidero."


D. 234 - Swami! Il rapimento di Sita da parte di Ravana è un episodio del Ramayana che spezza il cuore. Perché Sita volle un cervo d’oro, che è un fenomeno piuttosto incredibile? E’ molto strano che Lakshmana, che aveva il compito di proteggerla, non sia riuscito ad impedire il rapimento. Vuoi per piacere spiegarci il senso di questo episodio? Siamo piuttosto confusi a proposito del suo significato recondito.

Bhagavan: L’episodio del rapimento cela molti segreti. Una Incarnazione Divina, o Avatar, stabilisce da sempre degli esempi che gli altri possano emulare. Ogni Sua azione è molto sottile ed ha molte cose da insegnare. Queste sottigliezze non si comprendono facilmente con la semplice lettura del libro. Dopo aver lasciato suo padre Janaka, che era un imperatore, sacrificando tutte le ricchezze, gli agi ed i vantaggi di una regina, e suo suocero Dasaratha, anch'egli imperatore, Sita decise di fare vita austera e seguì Rama nella foresta. Ella in un primo tempo aveva superato il desiderio ('kama'), e questo le aveva permesso di poter rimanere vicino a Rama. Il significato dell' infatuazione di Sita per il 'cervo d’oro' è che Sita aveva ceduto ed era ricaduta nel desiderio. Fu questa la causa della sua separazione da Rama. Quindi, dove c’è 'kama' non può esserci Rama, e dove c’è Rama, non può sussistere 'kama'. In questo episodio è contenuta anche un’altra lezione: Rama aveva chiesto a Lakshmana di prendersi cura di Sita durante la Sua assenza. Lakshmana era tenuto a starle vicino, in obbedienza al Suo comando. Ma Lakshmana non riuscì a sopportare le accuse ed i motivi malvagi che ella gli attribuiva. Perciò si allontanò in cerca di Rama, che Sita pensava in pericolo, dopo aver udito le grida che credeva fossero Sue: "Oh, Sita! Oh, Lakshmana!". Nel venire a conoscenza della morte di Subahu, Ravana comandò a Maricha di aiutarlo a vendicarsi su Rama. Preferendo morire per mano di Rama piuttosto che venire ucciso da Ravana, Maricha prese le sembianze di un cervo d’oro, dando così a Ravana un momentaneo vantaggio, ma nel rispetto del piano generale di Rama, dal Quale, nello svolgersi dei fatti, egli stesso fu ucciso. Fu solo allora che Ravana venne e rapì Sita, che era rimasta sola. Quindi, il punto è che Lakshmana fu in un certo senso responsabile della separazione di Sita da Rama. Rama si pentì per tutta la vita di aver tralasciato il suo dovere. Qui possiamo vedere anche il piano generale del Signore Rama.Maricha e Subahu sono i Rakshasa che affrontarono Rama. Subahu morì per mano di Rama, mentre Maricha si salvò e portò questo messaggio a Ravana. Rama aveva progettato di risparmiare uno dei due Rakshasa, almeno per il momento, in modo da far giungere le notizie a Ravana e farlo ulteriormente infuriare contro di Lui, per far sì che la battaglia fra i due, Rama e Ravana, fosse cosa certa. Infatti noterete che il Saggio Bharadvaja, che era in grado di prevedere gli eventi, aveva precedentemente offerto temporanea ospitalità a Rama ed al Suo seguito, Sita e Lakshmana, e consigliato loro di addentrarsi più profondamente nella foresta. Se essi fossero rimasti più a lungo nel suo eremitaggio, Ravana non avrebbe potuto rapire Sita, e non ci sarebbero state né la guerra, né la conseguente morte di Ravana. Bharadvaja sapeva molto bene che Rama era Dio incarnato, eppure Gli consigliò di proseguire, spianando la strada alla realizzazione del piano del Divino Maestro, cioè l'uccisione di Ravana. Questo faceva parte del Suo piano Divino. Quindi, tutti gli episodi di questa grande epica comunicano molti valori umani, oltre a rivelare i segreti dell'Avatar Rama.


D. 235 - Swami! Il Signore Rama fu la vera e propria personificazione della Verità (Sathya), e della retta condotta (Dharma). Egli fu effettivamente l'incarnazione dell'Onnisciente, Onnipresente ed Onnipotente Dio Vishnu stesso. Rama era molto compassionevole ed era il rifugio dei derelitti. Ma allora, perché mandò in esilio Sita, dando ascolto alle parole di un lavandaio? Non è questo contrario al Dharma e a Sathya, le caratteristiche principali che si dice Ramachandra incarnasse?

Bhagavan: E' la vostra ignoranza che vi fa trovar da ridire su Dio. Nessuno è autorizzato a dubitare o a discutere le vie del Signore! Egli è privo di ego e tutto ciò che fa e dice ha un significato e trasmette un messaggio. Egli è un ideale per tutta l'Umanità. Dio è perfetto. Tutte le Sue Divine Azioni hanno per scopo il benessere dell'Umanità. I nostri poemi epici tengono in gran conto questi ideali [tramandandoli] come Valori Umani. Dovete riconoscere la verità fondamentale che Rama era un Re ed era pronto a sacrificare ogni cosa per sostenere il Dharma nel Suo regno. Era pronto a sacrificare persino Sua moglie Sita per proteggere il Dharma. Questo episodio di Sita, scacciata a causa di un sospetto, ha ottenuto due scopi: primo, fino ai nostri giorni Rama è stato riverito come monarca ideale. Secondo, il mondo ha potuto constatare la castità di Sita. Dovete ricordare anche un altro punto: nel momento in cui fece la promessa di matrimonio, Rama aveva dichiarato solennemente che avrebbe fatto tutto insieme a Sita, come ci si aspetta da un capofamiglia, ma che, nelle questioni che riguardavano il governo del regno (rajyapalana), Egli avrebbe agito solo da Re, senza tener conto delle relazioni [personali] e di altre considerazioni. Quindi, Rama non disse mai che avrebbe seguito Sita nelle questioni riguardanti il Suo regno. Non ci fu pertanto alcun errore o mancanza di compassione da parte Sua a tal riguardo. Avete frainteso l'intero episodio. Non conoscete i fatti. Qualunque cosa Rama abbia fatto, non poteva essere altro che 'Dharma'.


D. 236 - Swami! Kaikeyi, a quanto risulta, amava Rama persino più della madre di Rama stessa, Kausalya. Perché allora potè chiedere a Dasaratha un dono simile, che in seguito risultò nell'esilio di Rama per quattordici anni? Non fu un errore di Kaikeyi?

Bhagavan: Compiaciuto dei servigi resigli da Kaikeyi, Dasaratha le aveva già fatto le due concessioni che voi conoscete. Dasaratha le aveva detto che avrebbe potuto chiedergli di metterle in atto in qualsiasi momento lei avesse desiderato. Senza specificare egli stesso quando, disse solo che ella avrebbe potuto chiedere qualunque cosa ed in qualsiasi momento. Perciò è Dasaratha ad aver commesso l'errore, dandole quell' assegno in bianco, che la autorizzava a chiedere qualsiasi cosa in qualsiasi momento. Se, invece, al momento di concederle l'esaudimento dei due desideri, egli avesse voluto sapere che cosa lei gli avrebbe chiesto, noi avremmo tutte le ragioni per ritenere Kaikeyi colpevole di aver preteso una cosa così sleale. Ora, dovreste aver capito chiaramente che a dover essere biasimato per aver mandato Rama nella foresta è Dasaratha, e non Kaikeyi.


D. 237 - Swami! Nonostante che Manthara e Surpanakha siano due personaggi femminili di secondo piano, nel Ramayana risultano fondamentali nel condurre ai principali sviluppi. Quale lezione dobbiamo apprendere da questi due personaggi?

Bhagavan: Nel Ramayana, Manthara rappresenta la rabbia e Surpanakha il desiderio. Quando erano bambini, Rama e Lakshmana stavano giocando con una palla. Sfortunatamente la palla colpì la gobba di Manthara e tutti i bambini che stavano giocando con Loro risero così forte che ella si sentì terribilmente turbata ed umiliata. Pensando che Rama avesse intenzionalmente gettato la palla per colpirla, da quel giorno ella nutrì un crescente senso di vendetta nei Suoi confronti ed andò cercando l'occasione per vendicarsi. Per questo cominciò a raccontare a Kaikeyi ogni possibile falsità su Rama, cosa che, nel giorno della Sua incoronazione, portò Kaikeyi a chiedere l'esilio di Rama e l'incoronazione di Bharata. Surpanakha, sorella di Ravana, vide Rama nella foresta e fu attratta moltissimo dalla Sua persona. Lo pregò quindi di sposarla. Rama la allontanò con gentilezza e cortesia, dicendole di essere già sposato e di avere sua moglie, Sita, al Suo seguito; se ella era così desiderosa di sposarsi, poteva avvicinare Lakshmana e chiedere a lui di sposarlo. Perciò Surpanakha si rivolse a quest'ultimo con la stessa richiesta ma Lakshmana le tagliò il naso e le orecchie e la scacciò. Tornata a Lanka, disse al fratello: 'Oh, fratello! Non trovo parole per descrivere la bellezza di Sita. Che donna incantevole! Penso che solo un re della tua statura abbia il diritto di averla come sposa. Dopo tutto Rama, un semplice essere umano, non la merita. Fratello! Tu dovresti conquistarla, con qualsiasi sistema.' Ravana le chiese: "Sorella! Che cosa hai fatto quando ti sono state tagliate le orecchie ed il naso? Sei rimasta ferma, non hai resistito?' Surpanakha rispose: 'Fratello! Che cosa potevo fare in quel momento, oltre a rimanere in silenzio? Che tu mi creda o meno, io ero completamente persa nella contemplazione ininterrotta della maestosa bellezza e della divina persona di Rama. Non mi sono neppure resa conto di ciò che stava accadendo.' Ormai dovreste avere ben chiaro che fu la rabbia di Manthara ad essere responsabile dell'esilio di Rama. La morte del Re Dasaratha ne fu una conseguenza. Questa fu la sequenza degli eventi che seguirono alla rabbia di Manthara. E di Surpanakha, che cosa resta da dire? Il suo desiderio non soddisfatto di sposare Rama, l'umiliazione che subì per mano di Lakshmana e il suo racconto a Ravana, che esaltava la bellezza di Sita, portarono, alla fine, al rapimento di quest'ultima ed alla sua separazione da Rama. Fu o no il desiderio di Surpanakha la causa prima di tutti questi eventi? Quindi tutti e due i personaggi ci parlano della tragedia che capita a chiunque cada vittima della rabbia e del desiderio.


D. 238 - Swami! Kausalya viene celebrata come madre di Rama e Kaikeyi ed è tristemente nota per essere stata lo strumento dell'esilio di Rama nella foresta. Di Sumitra, invece, non sappiamo molto. Ci vuoi gentilmente descrivere il suo carattere?

Bhagavan: Sumitra è una donna illustre, altamente virtuosa. Quando Rama partì per la foresta, Kausalya piangeva inconsolabilmente. Allora Sumitra le andò vicino e le disse: 'Oh, sorella maggiore! Perché ti lamenti? E' perché tuo figlio Rama è partito per la foresta? Mio figlio Lakshmana non è forse al suo fianco, senza esserne obbligato? Perché continui a lamentarti? Se Rama fosse rimasto qui sarebbe soltanto il Re di Ayodhya ma, vivendo nella foresta, egli è diventato il Re dell'intero paese di Bharat. Io sono contenta che mio figlio Lakshmana si sia dedicato al servizio di suo fratello. Ho due figli, Lakshmana e Satrugna; Lakshmana serve Rama e Satrugna serve Bharatha! Come sono fortunata! Dovunque si trovi Rama, quel posto è veramente il paradiso (Ayodhya).' Così Sumitra si rallegrava della sua buona sorte. Tali erano la sua nobiltà e la sua purezza.


D. 239 - Swami! Tu hai mostrato al mondo come il Ramayana esponga l'ideale della vera fratellanza. Vuoi gentilmente descriverci l'aspetto del Ramayana che indica come dovrebbero essere i fratelli?

Bhagavan : Dietro l'avvento di ogni incarnazione di Dio c'è un segreto. Dio discende in forma umana sulla terra per dimostrare a tutti in modo ideale come ci si deve comportare e come bisogna agire in questo mondo. È in tale modo [ideale] che Rama tratta i propri fratelli. Fra i quattro fratelli, Rama, Lakshmana, Bharata e Satrugna, regnava l' Amore Supremo. Oggi tra fratelli non troviamo un simile Amore Supremo, bensì un sentimento che li porta davanti alla Corte Suprema per disputarsi le proprietà. Non si può descrivere a parole quanto Bharata divenne furioso quando venne a sapere che sua madre era responsabile dell'esilio di Rama. Non riusciva a controllare la sua collera, ed era pronto persino a decapitarla. Tali erano l'intensità e la grandezza del suo amore per il fratello! Satrugna seguiva Bharata come un'ombra: questo era l'indissolubile legame d'amore tra di loro. Ben sapete quanto Rama e Lakshmana fossero inseparabili, sin dalla loro prima infanzia.Erano stati sempre insieme. Sapete anche che cosa successe subito dopo la loro nascita. Rama venne messo a dormire in una culla, e Lakshmana in un'altra. I due neonati cominciarono a piangere, e non c'era verso di farli smettere. Le tre regine, Kausalya, Sumitra e Kaikeyi non riuscivano a farli dormire o a farli smettere di piangere. Quando il saggio Vasishtha arrivò, le regine gli raccontarono che cosa stava succedendo. Egli consigliò loro di mettere entrambi i bambini in una culla. Non appena fecero ciò che il saggio aveva detto, i neonati smisero immediatamente di piangere e si addormentarono. Questa era l'intima relazione esistente fra i due inseparabili fratelli fin dalla loro più tenera infanzia. Avrete notato anche l'angoscia di Rama quando Lakshmana svenne sul campo di battaglia. Egli disse : 'In questo mondo potete recuperare qualsiasi cosa che abbiate perduto: posizione, proprietà, amici e perfino una moglie, ma non si può riavere un fratello, una volta che lo si è perduto.' Riferendosi ai Suoi fratelli, Rama disse: 'Bharata è il più grande di tutti loro: egli sta governando l'intero regno di Nandigrama tenendo le Mie ciabatte (paduka) sul trono, ripetendo il Mio Nome, nutrendosi di soli tuberi e foglie, vivendo come un asceta ed aspettando il mio ritorno con grandissima ansia.' Qui ci troviamo davanti a due tipi di devozione: una è quella di Lakshmana per la forma di Dio (sakarabhakti) e l'altra è la devozione di Bharata per l'aspetto informale di Dio (nirakarabhakti). Quando essi raggiunsero Panchavati, Rama volle che Lakshmana costruisse una piccola capanna per loro in un punto di sua scelta. Lakshmana cadde ai Suoi piedi e cominciò a piangere. Rama allora gli chiese: "Fratello! Perché piangi? Che cosa è accaduto? Ho detto qualcosa che ti ha fatto piangere?" Lakshmana rispose: "Rama! Tu vuoi una capanna in un posto di mia scelta; ho forse io una preferenza, una scelta o un volere mio proprio? Il Tuo volere è anche il mio: io so solamente come seguirTi ed agire secondo il Tuo comando." Tale dovrebbero essere la lealtà, la sincerità, l'intimità e l' affetto tra fratelli. Questo è l'ideale che Rama ha stabilito per voi."


D. 240 Swami! Ti sembra che ai tempi del Ramayana non ci fossero ostilità? Esiliare Rama nella foresta ed incoronare Bharata non è pura e semplice politica? C'è giustizia nel modo in cui Rama uccise Vali? Rapire Sita non fu una cosa iniqua? Come si può quindi definire 'perfetto' il Tretayuga? Perdonami se ti pongo queste domande, che scaturiscono dalla mia ignoranza, scavalcando i miei limiti a causa della mia presunzione. Concedimi la Tua visione di questi argomenti.

Bhagavan: Lo scopo della incarnazione di Rama fu quello di sostenere il Dharma e la Verità e mostrare al mondo un nuovo ideale; tutti gli eventi del Ramayana attestano questa verità. Considerate il primo episodio, quello dell'arrivo di Rama nella foresta, con Sita e Lakshmana. Ricordate che lo scopo di Bharata, nel fare visita a Rama nel Suo eremitaggio con i cittadini di Ayodhya, i grandi saggi e le quattro armi della milizia, è quello di pregarlo di tornare ad Ayodhya. Tra gli altri, era presente anche Jabali il quale, nella sua conversazione con Rama, gli disse: "Oh, Rama! Incapace di sopportare la prospettiva di rimanere separato da Te, Dasaratha è morto. Adesso Tu non sei più vincolato alle parole di Tuo padre, che Ti ha inviato nella foresta assecondando il desiderio di Kaikeyi. Signore! Ora Tu stesso dovresti governare Ayodhya." Rama, ignorando le sue parole, si rivolse a Bharata e replicò: "Bharata! La reputazione di nostro padre è stata infangata dall'ammissione a corte di Jabali e di altri del suo genere. Non dovresti più permettergli di entrare. Per Me, non esiste niente di più grande dell'onorare le parole del proprio padre. Il Re Dasaratha, Dasaratha il marito di Kaikeyi e mio padre Dasaratha non sono diversi l'uno dall'altro. Voi potete pensare che la morte di nostro padre sia dovuta alla separazione da me, ma ciò non è corretto. Gli anziani genitori di Sravanakumar sono morti lamentando la perdita del loro figlio abbattuto da una freccia scoccata da nostro padre. È stata la maledizione di quella anziana coppia che ha portato al suo decesso. Il mio dovere è il mio primo impegno."
Jabali intervenne con queste parole: "Oh,Ramachandra! La Tua dedizione alla Verità ed alla Rettitudine sono ben note al mondo intero. Io ho detto quelle parole nel tentativo di riportarTi ad Ayodhya." Quindi, in materia di Verità e Rettitudine, la decisione di Rama è adamantina. Egli mise in pratica questi ideali quale ferma disciplina e li proclamò al genere umano. Tu hai accennato alla uccisione di Vali da parte di Rama. Vali, morente, chiese a Rama: "Rama! Tu mi hai lanciato una freccia stando nascosto dietro un albero. E' onesto questo?" Rama rispose: "Tu sei una scimmia ed io sono un Re. La caccia è parte della natura dei re ed essi possono cacciare gli animali nella foresta ed ucciderli. Quindi, come posso essere biasimato per averti lanciato una freccia da dietro un albero?" Vali chiese ancora: "Rama ! Tu hai chiesto l'aiuto di Sugriva, mio fratello minore. Così hai deciso di uccidermi. E' giusto questo? Se tu me lo avessi chiesto, io stesso ti avrei aiutato, non è vero forse? La forza di Ravana non può neppure essere paragonata alla mia. La forza di Sugriva non conta niente." Rama rispose:"Oh, Vali! Io comprendo la sofferenza di Sugriva. Come me, che sono separato da Sita, anche Sugriva è angosciato per la separazione da sua moglie. La causa della mia amicizia con lui è l'analogia delle nostre condizioni. Viene detto che combattimenti, matrimoni e amicizie vanno fatti fra simili." Allora Vali osservò: "Oh, Rama! Tu puoi ben essere re ad Ayodhya, ma questa è una foresta. Devi venire proprio qui a maltrattare noi [scimmie], che ci viviamo allo stato libero?" Rama dette una risposta appropriata: "Il mio fratello minore, Bharata, il sovrano di Ayodhya, risiede a Nandigrama ed esercita il potere in mio nome. Tutta questa zona è territorio nostro e la responsabilità di contrastare e punire la disonestà, nonché di proteggere l'onestà, è mia. E tu meriti di essere punito." Vedendo che a tutte le sue domande veniva risposto a proposito, Vali, alla fine, obiettò: "Signore Rama! Qui noi viviamo in ossequio al codice morale delle scimmie. Il vostro codice morale umano non si applica a noi. Uccidermi è un atto legittimo?" Mettendolo per sempre a tacere, Rama dette una risposta chiara ed appropriata: "Vali! Perfino mentre dichiaravi di essere una scimmia, hai parlato di rettitudine. Fino a che non conosci la rettitudine, il tuo comportamento non può essere messo in discussione. Ma tu stesso hai scelto di parlare di rettitudine, non è così, forse? Non sai che la moglie di un fratello minore equivale ad una figlia? Non è la tua azione ad essere contraria alla rettitudine? Se sai che cosa è la rettitudine, come puoi non sapere che cosa è l'ingiustizia? Quindi, meriti di essere punito." Fu in questo modo che Rama fece conoscere al mondo sia la pratica della rettitudine che l'importanza di insegnarla. Quel che rimane ancora è la tua domanda sul rapimento di Sita. Anche questa è una prova della compassione di Dio. Condannato a nascere come demone, Ravana rapì Sita nella sua qualità di devoto divenuto nemico (vairabhakti), che prega Rama di ucciderlo con le Sue stesse mani per garantirgli il ritorno in Paradiso alla presenza di Vishnu. Il suo unico desiderio era quello di morire per mano di Rama. Un tale nobile amore per Dio è giusto. La vostra discriminazione dev'essere all'altezza di afferrare correttamente le sottigliezze del Dharma e di apprezzarne il significato recondito.


D. 241 - Swami! Noi sentiamo dire che il Ramayana ci mostra figure ideali anche tra i nemici. I rivali non rinnegarono mai certi valori. Vuoi, per favore, dirci come i nemici reagirono l'uno contro l'altro in modo ideale?

Bhagavan: 'Ramayana' è un altro nome per 'idealismo'. Esso mostra il modo ideale in cui dovreste vivere e realizzare la vostra divinità interiore. Il Ramayana spiega chiaramente la corretta relazione che dovrebbe esserci tra individuo ed individuo, tra l'individuo e la sua terra natale e, infine, tra un paese ed il mondo intero. L'inimicizia può sorgere in qualunque momento per una ragione qualsiasi ma, anche come avversari, voi dovete mantenere certi valori.
In una occasione, alcuni Rakshasa consigliarono Ravana a questo modo: "Oh, Re! Noi siamo demoni (Rakshasa), ed in quanto tali siamo capaci di assumere qualunque forma a nostro piacimento (kamarupa). Perché non vai da Sita nelle sembianze di Rama per essere accolto da lei?" Ravana rispose: "Che creature senza speranza siete! Siete completamente pazzi. Nella forma di Rama! Come potete cadere preda della lussuria al punto di correre dietro ad una donna che è la moglie di qualcun altro? Può esistere il desiderio dove c'è Rama? Rama ha una sola moglie, usa una sola freccia per uccidere il nemico e mantiene la parola data (una moglie, una freccia ed una parola: Verità). Non conoscete queste nobili e sacre qualità di Rama?" Egli apprezzava il carattere grande, incomparabile e nobile di Rama, che era il suo rivale. Ora, notate anche il nobile e generoso gesto di Rama: quando Ravana fu sul letto di morte, Rama inviò da lui Suo fratello Lakshmana affinché imparasse dal demone le giuste leggi, atte ad amministrare e governare il popolo (rajadharma). Ravana era un grande devoto di Shiva ed aveva molta esperienza di amministrazione. Vibhishana, l'unico fratello minore di Ravana sopravvissuto, non era preparato ad officiare i riti funebri dopo la morte di questi. Rama gli ordinò di farlo ed andò anche oltre, dicendo di essere disposto Lui stesso ad officiarli se Vibhishana avesse persistito nel suo rifiuto. Nel Ramayana avrete anche notato come Vali morì, colpito da una freccia di Rama. Prima di morire egli poté esporGli tutti i suoi dubbi, ottenerne il chiarimento ed alla fine morire fra le Sue braccia, dicendo di apprezzare la grande fortuna di esser stato ucciso da Lui. Vali, sebbene Gli fosse nemico, apprezzò le nobili qualità di Rama. Questi sono alcuni dei grandi ideali propugnati dagli avversari, nel grande poema epico del Ramayana.


D. 242 - Swami! Parlando del Ramayana: c'è qualche citazione a riguardo di qualche cosa risolta dalla Grazia di Dio e solo da Questa? In quale modo i personaggi lo hanno manifestato nel corso della narrativa?

Bhagavan: Per grandi linee, il Ramayana parla di tre cose: del peccato, delle maledizioni e della sofferenza ('papa, shapa e tapa'). Due di queste cose possono essere corrette solo con la Grazia di Dio. Quali sono? Il peccato e le maledizioni. Esse non hanno altro modo di essere espiate. Mandodari, la moglie di Ravana, sapeva che Sita veniva tenuta prigioniera nei giardini di Ashoka e che Ravana la terrorizzava, ma non fu capace di liberarla. Sebbene comprendesse la Divinità di Rama, Mandodari non potè offrire alcuna consolazione o gioia a Sita, e questo solo perché credeva che Sita fosse una donna ordinaria. Questo è immorale. Ahalya presenta una questione del secondo tipo: trasgredendo la disciplina, divenne vittima della maledizione di Gautama. 'La liberazione dal peccato e dalle maledizioni può essere ottenuta solo attraverso la Grazia di Dio.' La terza cosa è l' infelicità, la sofferenza estrema. Sabari cercò di incontrare Rama. Trascorse lunghi anni pensando a Lui. Il suo desiderio di vedere Rama con i propri occhi la gettò in una terribile angoscia. Tale angoscia è, di fatto, penitenza. In questo modo il Ramayana parla del peccato, delle maledizioni e della sofferenza. Dovremmo afferrare i segreti sottili come questi. Il demone Subahu cercò di ferire Rama e Lakshmana con l'aiuto di altri quattordici. Chi sono questi quattordici? Sono i cinque organi di azione, i cinque organi di percezione, la mente, l'intelletto, la coscienza interiore e l'egoismo. In quel momento Rama ordinò a Sita e a Lakshmana di rimanere dentro la grotta. Che cosa si intende per 'grotta'? Si intende l'inespugnabile cuore umano. È così che devono essere apprezzate le sottigliezze del Dharma.


D. 243 - Swami! Il Ramayana e l'Adhyatmaramayana furono scritti con intenti differenti? Le versioni del Ramayana sono molte. In che modo devono accettarle i devoti? Esse scaturiscono dalla recitazione ripetuta della parte chiamata 'Sundarakanda'. Perché accade questo, Bhagavan? Per Tua Grazia, la loro autenticità è indubbia. Mi piacerebbe venire a sapere queste cose dalle tue labbra.

Bhagavan: Il Ramayana fu creato per mettere gli esseri umani in condizione di seguire i principi del Dharma, proposti come ideali, e di condurre vite pure. L'Adyatmaramayana è inteso per dischiudere all'umanità l'esperienza del Divino Atma nell'essere umano. In altre parole, il Ramayana è per l'uomo e l'Adyatmaramayana è per la mente. Da allora numerosi Ramayana sono stati composti dai devoti e sono stati denominati in base ad essi . Questi comprendono: Tulasiramayana, Mollaramayana e Kambaramayana. Il soggetto di tutti è Rama Stesso! 'Purana' non è altro che la storia del Signore, l'Uomo Perfetto, e descrive le Sue vicissitudini. Lo stesso dicasi del 'Sundarakanda', che è pieno di 'Sundara', o bellissime descrizioni. Molto attraenti sono le descrizioni dello splendore di Lanka, di Hanuman che attraversa con un salto l'oceano, dei giardini della gioia di Asoka ed il dolore di Madre Sita. Dato che il dolore (soka) di Sita ebbe fine nel giardino di Asoka (non-dolore), i devoti considerano la recitazione del Sundarakanda utile per alleviare la sofferenza e vincere l'infelicità.