DISCORSO DIVINO

L'amore per Dio è la sola ricchezza vera

31 gennaio 2010

Più dolci dello zucchero, più buoni dello yogurt e più dolci certamente del miele sono i Nomi di Rama e di Krshna.

La ripetizione costante di questi Nomi dolcissimi fa provare il sapore del nettare divino

quindi si dovrebbe meditare sui nomi di Rama e Krshna continuamente.

KRSHNA NON E DIFFERENTE DAGLI INSEGNAMENTI

In verità, tutto questo è Brahman. Tutto è manifestazione della Divinità. Criticare i Giochi Divini e i poteri supremi degli Avatar è facile ma comprendere il principio della loro Divinità è difficile. Dio, che è onnipervadente, è presente nella verità e nella non-verità, nella rettitudine e nella disonestà, nel bene e nel male; stando così le cose, come potete definire qualcosa come bene e qualcos’altro come male, questo come divino e quello no? Sin dai tempi antichi, l’essere umano ha indagato sul Principio della Divinità e l’ha diffuso in tutto il mondo; basandosi sulle esperienze proprie, è andato dichiarando che il Divino ha una forma particolare dotata di certi attributi.

La Divinità splende in tutti.

Il mondo intero è governato da tre principi: Creazione, Sostentamento e Dissoluzione. A qualunque nazione o fede uno appartenga, sia pure uno scienziato o un filosofo, non può negare questa verità ma i tre principi possono solamente indicare il Principio della Divinità, non possono concederne la visione, sono soltanto gli indicatori della Sua esistenza. Guardando da lontano, voi dite che la Stella Polare è sulla cima di un albero ma, in realtà, essa non è lì: l’albero è solamente un indicatore della posizione dell’astro situato lontano milioni di miglia. In modo simile, i Veda, gli Shastra, gli Itihasa e i Purana (Scritture, epiche e testi mitologici) sono soltanto indicatori dell’Esistenza della Divinità, non possono dare l’esperienza diretta del Principio Divino. Quando vedete una foresta densa, una montagna enorme o un fiume che scorre, il vostro cuore si colma di gioia; essi evidenziano il Potere immenso di Dio. Le stelle brillano nel cielo, i pianeti ruotano nelle loro orbite, il Sole da la luce e il vento spira: tutti questi sono indicatori della Divinità. Quando riconoscete la natura di una scintilla, conoscete quella del fuoco, quando conoscete la natura di una goccia d’acqua, conoscete quella di tutto il Ganga; nello stesso modo, se comprendete anche una frazione piccola del principio della Natura, capite la Divinità infinita. Per questo, le Upanishad dichiarano “Brahman è più sottile del più sottile e più vasto del più vasto”. L’essere umano è essenzialmente l’incarnazione della Divinità onnipotente; la Divinità splende fulgidamente in ognuno ma egli non è capace di comprendere la sua Divinità innata a causa dell’attaccamento al corpo. Voi dovreste considerare ogni cosa del mondo come divina e perseguire la satyanveshana (ricerca della verità). Cosa significa satyasveshana? Dov’è che la Verità esiste? Che bisogno c’è di cercare la Verità che è dovunque? Eppure esiste qualcosa che chiamiamo “fatto” che è differente dalla Verità. Per esempio: noi diciamo che il Sole sorge ad est e tramonta a ovest. Qui si deve applicare satyanveshana per scoprire se si tratti di un fatto o della verità. Stando all’esperienza diuturna, che tutti i giorni il Sole sorga a est e tramonti a ovest è un fatto ma, se indagate più a fondo, scoprite che questo non è vero: il Sole è stazionario e non si muove, è a causa della rotazione della Terra sul suo asse che vedete l’alba e il tramonto ogni giorno. Questo è chiamato satyanveshana. Siamo noi che ci muoviamo con la Terra e, come risultato, sperimentiamo il fenomeno dell’alba e del tramonto: il Sole non si muove. Nello stesso modo, voi dovreste sforzarvi di cercare la Divinità nell’essere umano. In che modo possiamo scoprirne la Divinità innata? E’a questo proposito che le Upanishad esortano “Conosci te stesso”.

Il cuore umano puro è la Residenza di Dio.

Che risposta potete dare quando qualcuno vi chiede “Chi sei tu”? Se dite che appartenete a una certa nazione, alla tale comunità, che siete figli di questo e quella, state conoscendo e dichiarando chi siete? Questa non è la risposta corretta. Conoscere voi stessi comporta la scoperta del vostro Se vero che trascende il corpo, la mente, l’intelletto, il complesso di ricordi e semi mentali, l’ego; riferendosi a questo, il Vedanta insegna il principio di neti, neti (non questo, non questo): il corpo, la mente, l’intelletto, i ricordi, i semi mentali e i sensi sono semplici strumenti. Voi siete la Divinità che è oltre tutto questo. La Divinità è responsabile del loro funzionamento. Comunque, quando cominciate a cercare la verità in questo modo, potete incontrare molte difficoltà, problemi e sofferenze. Quando i demoni e gli dei zangolarono l’oceano di latte, il primo che emerse da quel processo fu il veleno mortale; solamente dopo si manifestarono uno dopo l’altro la mucca che soddisfa i desideri, l’elefante celeste e Laksmi, la dea della ricchezza. Anche l’Ambrosia divina emerse soltanto dopo il veleno. In modo simile, quando zangolate il vostro cuore, che è come l’oceano di latte, usando la Saggezza e la zangola, potete dover affrontare inizialmente delle difficoltà ma, se continuate il processo con determinazione, le qualità preziose come la compassione, la tolleranza, l’empatia e l’amore si manifesteranno da quell’oceano. Il cuore umano è puro come l’oceano di latte ma oggi è diventato impuro a causa della presenza dei mostri marini come il desiderio, la rabbia, l’illusione, l’avidità, l’orgoglio e la gelosia. Il cuore umano è il contenitore di qualità sacre per cui lo si paragona all’oceano di latte; per questo il Santo Thyagaraja cantava “Oh Uno che ti corichi nell’oceano di latte, proteggimi Ti prego”. Dio è descritto come Colui che si corica nell’oceano di latte il che significa che Egli alberga nel cuore umano puro; quella è la Sua residenza vera.

L’Atma è la sorgente della Beatitudine.

Nel ricevere le rimostranze delle Gopi per il fatto che Krshna rubava il burro dalle loro case, madre Yashoda Lo riprese dicendo “Non abbiamo cibo a casa? Non abbiamo burro e latte? Perché rubi il burro nelle case delle Gopi?” Un altro giorno, una Gopi le disse che Krshna stava mangiando del fango per cui ella Lo prese per un orecchio e disse “Non ti piace il burro che io faccio? Perché mangi il fango?” Allora Krshna rispose sorridendo: “Madre, sono un bambino, ho fame o sono pazzo? Perché mai mangerò il fango?” Le parole di Dio sono piene di mistero e hanno un significato interiore profondo; con la Sua risposta, Krshna bambino comunicò indirettamente a Sua madre di non essere un bambino ma Dio Stesso. Dio insegna sempre in modo indiretto; dato che l’essere umano è sempre immerso nella vita secolare, nelle tendenze secolari e nelle preoccupazioni, non è possibile che comprenda gli insegnamenti che si riferiscono ai Principi Trascendentali se questi gli vengono impartiti direttamente. La vita dell’essere umano è centrata sulla materialità mentre ciò che Dio fa è centrato sulla spiritualità. Per comprendere il principio della spiritualità, l’essere umano dovrebbe trasformarsi e prendere la via che conduce alla spiritualità; egli dovrebbe sapere come comportarsi in armonia con il tempo, lo spazio e le circostanze. Adi Shankara disse:

Colui che ha la mente fissa in Brahman

è sempre beato mentre è impegnato nello Yoga

o nei piaceri derivanti dalle cose del mondo,

mentre è solo o in compagnia.

Possono gli Yogi raggiungere la Divinità semplicemente perché vivono in modo semplice e austero? Possono i materialisti raggiungere la Divinità soltanto perché si danno a tutti i piaceri e alle comodità? Si può ottenere la Beatitudine Divina solamente offrendo tutto a Dio e maturando fede certa nel fatto che Egli alberga nel proprio cuore, non la si può ottenere dalle persone, dai possedimenti materiali o dalle imprese nel mondo. L’Atma è la fonte della Beatitudine. L’essere umano cerca per natura la Beatitudine, è un contenitore di Beatitudine e l’incarnazione effettiva della Beatitudine; allora qual è la causa della sua infelicità? L’attaccamento al corpo ne è la causa maggiore.

Voi non potete lasciare il corpo e andare altrove; non c’è bisogno che abbandoniate i doveri e le responsabilità secolari, potete continuare ad assolvere tutti i compiti che il vivere in società comporta ma non lasciate mai Dio. Avere una qualunque quantità di ricchezza non serve a niente se non avete l’amore per Dio nel cuore; la vostra ricchezza e proprietà vera è l’Amore di Dio e solamente l’Amore di Dio. A cosa serve l’esistenza dell’essere umano nel mondo se egli non recepisce l’Amore di Dio? L’amore terreno è temporaneo come una nuvola passeggera, in un momento viene e un momento dopo va; solamente l’Amore di Dio è duraturo e dona la Beatitudine eterna. Voi dovreste rendervi meritevoli di un Amore simile. Le Gopi, i Gopala e tutta la gente di Repalle divennero i recettori di quell’Amore Divino ma molti criticarono i giochi divini di Krshna a causa del loro modo di pensare pervertito. Krshna visse a Repalle solamente fino all’età di sette anni per cui dire che un bambino così piccolo indulgesse in azioni contrarie alle norme della società è privo di significato; dopo che a sette anni andò a Mathura, non tornò mai a Repalle. Le persone, incapaci di comprendere la sacralità delle Azioni Divine, attribuiscono i loro stessi sentimenti a Dio e si allontanano da Lui a causa della loro incomprensione.

Come sono i sentimenti è il risultato.

Prima di tutto, voi dovete riconoscere cos’è la Divinità vera. La consapevolezza presente in ognuno è la Divinità vera. Voi dovete comprendere la natura di questa consapevolezza. In questa sala ci sono molte persone; il fatto che siano qui indica “essere”. E’ la luce che ci rende consapevoli della loro presenza. Sat indica l’esistenza, Cit la consapevolezza; quando Sat e Cit si incontrano, ne risulta la Beatitudine per cui Sat, Cit e Ananda definiscono la nostra natura vera. Esse sono tutte dentro di noi.

Quel Dio onnipervadente è presente dentro e fuori

La stessa Divinità è presente all’interno e all’esterno. Quando comprenderete questa verità, sperimenterete la Beatitudine. Le persone pensano di conoscere la natura della Divinità ma, in effetti, non conoscono niente; perché? Perché non Ne hanno alcuna esperienza.

Il mondo è un’illusione.

Una volta una persona incapace di sostenere la famiglia lasciò la sua casa senza informare nessuno; dopo aver guadagnato del denaro facendo dei lavori occasionali, decise di tornare a casa. Quando era partito, aveva un figlio molto attaccato a lui che morì per il dolore della separazione. Sulla via del ritorno, l’uomo si trovò improvvisamente sotto un temporale con tuoni, fulmini e pioggia battente mentre calava la sera per cui pensò che non fosse saggio viaggiare in quella situazione e si fermò per la notte in una stalla di un villaggio vicino. Appena addormentato sognò di essere un re seduto su un trono d’oro. Aveva molti servitori, sei figli in abiti principeschi, un letto reale su cui riposare senza preoccupazioni di sorta. All’improvviso, un tuono forte lo svegliò ed egli, guardandosi attorno, pensò “Ai me! Cosa è successo del letto reale? Poco fa, ero un re: dov’è il mio trono? Dove sono i famigli che mi servivano? E dove sono i miei sei figli?” Ora si disperava comprendendo che tutto questo era stato un sogno. Al mattino si rimise in cammino e giunse a casa. La moglie, appena lo vide, scoppiò in lacrime; era felice di vedere il marito di nuovo a casa e addolorata per la perdita dell’unico figlio. L’uomo le chiese dove fosse il figlio e, quando seppe che era morto, rimase scioccato, bloccato in piedi senza mostrare alcuna emozione. La donna gli chiese la ragione di questo suo non mostrare segno di dolore per la morte del figlio a cui era molto affezionato ed egli rispose: “Oh donna ingenua! La notte scorsa, mentre dormivo nella paglia, ho sognato di essere un re sdraiato su un letto d’oro, con molti servitori ai miei comandi e sei figli vestiti da principi; ora ho perduto quei figli. Per cosa dovrei piangere? Per la perdita di sei figli o per quella del nostro unico figlio? Quelli erano figli miei nel sogno e questo era mio figlio nello stato di veglia; nello stato di veglia non c’è sogno e nel sogno non c’è stato di veglia ma io sono presente in ambedue per cui io sono la sola realtà e tutto il resto è illusione. Io sono onnipresente, tutte le altre cose sono nuvole passeggere”. Egli comprese che questo mondo è solamente un’illusione.

Come sperimentare la felicità vera?

Al fine di sperimentare la felicità vera, l’uomo ha bisogno di tre cose: prima di tutto, deve sapere ciò che ci si aspetta che sappia, poi deve abbandonare ciò che è suo dovere abbandonare e, infine, deve arrivare dove è suo compito arrivare. Solamente allora può sperimentare la felicità vera.