DISCORSO DIVINO

Abbiate fede nella vostra coscienza

15 gennaio 2007

“Il sole appare sereno e pacifico,

i giorni si accorciano

e soffia un vento fresco.

I campi sono rigogliosi di messi dorate,

i fiori di calendula sbocciano

come collane di perle sulle sponde dei fiumi

e i contadini cantano gioiosi.

La dolce festa di Sankrânti è arrivata

nel mese di Pushya riempiendo le nostre case

di messi appena raccolte.”



Dio ha voluto che la festa di Sankrânti portasse ogni prosperità alla gente e che essa non subisse alcun disagio in merito al cibo e altre necessità. I contadini, avendo portato a casa il raccolto dopo averlo mietuto, si riposeranno felicemente e anche i braccianti saranno liberi perché la stagione della mietitura sarà allora finita. Avendo lavorato duramente giorno e notte nei campi per alcuni mesi, ora essi, per grazia di Dio, godranno delle comodità di una casa. Tutto ciò che Dio fa è per il bene delle persone perché esse sono soltanto Sue amsha (parti)! Dice il Signore Krishna nella Bhagavad Gîtâ:



Mamaivâmsho jîvaloke jîvabhûta sanâtanah

“L’eterno Âtma, in tutti gli esseri, è una parte della Mia Essenza.”



Non soltanto gli esseri umani ma anche gli animali, gli uccelli e gli insetti sono incarnazioni di Dio! Le persone non comprendono però questa verità. In uno dei suoi immortali kîrtana, il santo Tyâgarâja cantò:



Chîmalo brahmalo shiva keshavâdulalo prema mîra

velasi unde birudhu vahincina râma nannu brovara

“O Râma! Nella Tua pura e incontaminata Forma d’Amore,

Tu dimori in tutti gli esseri, dalla formica a Brahma a Shiva e Keshava.

Ti prego, sii anche il mio protettore.”



Incapaci di comprendere questa verità, le persone uccidono le formiche che si arrampicano sui loro corpi; le stesse persone adorano la formica se essa appare quale incarnazione della Divinità. Quindi il sentimento fa tutta la differenza.



Le regole del sonno

Durante questa stagione, il sole appare delicato e rilassante, le giornate sono più corte e le notti lunghe; di notte il chiarore della luna è fresco e rassicurante. Avendo lavorato duramente tutto il giorno, la gente avrà un riposo ristoratore di notte. Il corpo necessita di riposo per cui ogni essere umano dovrebbe averne a sufficienza. Si dovrebbe fare un pisolino, magari breve, dopo pranzo seguendo il detto che recita: “Fai un sonnellino dopo mangiato”. Di notte non si dovrebbe star svegli a lungo e sarebbe bene dormire profondamente.



Non si muove foglia...

Tutto è volere di Dio. L’universo intero è creato da Dio. In questo mondo, nulla si muove senza la Sua volontà.



Senza la Volontà divina, neanche un filo d’erba si muove.

La gente che non comprende questa verità si fa trascinare

dall’orgoglio per la propria intelligenza e discriminazione

ma nessuno, per quanto grande, conosce ciò che il futuro gli riserva.



Chi è un “HINDU”? Le lettere di questa parola stanno per:



H=Umiltà (Humility);

I=Individualità ;

N=Nazionalità ;

D=Devozione;

U=Unità.



Dovunque ci sia Unità ci sarà la Divinità; soltanto la Divinità può unire il mondo. Voi non dovete cercare di spezzettare il mondo dicendo “questa è la mia India”, “questo è il mio Giappone”, “questa è la mia Germania” ecc. La Divinità chiamata “Io” è soltanto una in tutti gli esseri umani! C’è una sola razza: la razza umana. L’Umanità è molto sacra, santa e divina.



Un periodo sacro, prospero e gioioso

Il termine mânava (essere umano) significa “molto sacro”. La festa di Sankrânti vi ricorda questa verità e vi risveglia a questa realtà. Durante questo sacro periodo di Makara Samkramana, le persone, specialmente i paesani, si divertono partecipando a vari tipi di giochi e rappresentazioni rurali. In effetti, questa è una stagione di festa anche per gli animali! Nei villaggi, alcuni portano con sé un gangireddu (toro bardato) e una mucca, chiamandoli Râma e Sîtâ, e celebrano simbolicamente il loro matrimonio nella speranza che questo procuri pace e benessere al mondo. Il mandriano addestra convenientemente i due animali in anticipo. Egli chiede alla mucca “Ammâ! Râma è bello?” ed essa scuote la testa disapprovando. Allora il gangireddudasu (mandriano), tenendo un bastone in mano, cerca di consigliarla “Ammâ! Râma è di colore blu scuro ed è molto buono, è un grande re potente e ricco” al che la mucca scuote la testa in segno d’approvazione e sembra voler dire “Sì, Râma mi piace.”

I bambini nei villaggi guardano entusiasti la recita del toro bardato e invitano i loro amici e parenti ad assistere alla scena in questo modo:



“O mio caro fratello, ecco che arriva il mandriano.

Vieni, andiamo a vederlo.

Egli indossa un medaglione d’argento e un cinturone,

tiene un bastone decorato e ha particolari segni sulla fronte.

Porta con sé la vacca e il toro sacri riccamente bardati

e inscena il loro matrimonio.

Assistiamo alla cerimonia dello sposalizio e offriamo i nostri doni.”



Così la gente del villaggio decora raffinatamente i propri bovini e si diverte con loro. La festività di Sankrânti dà gioia anche agli uccelli che si posano in gran numero su templi e minareti cinguettando e cantando; essi insegnano così una lezione di unità e gioia agli esseri umani di tutte le regioni e religioni del mondo.



Un’unica vera Religione

Oggi, purtroppo, numerose persone non hanno fede nella religione; essa propone agli esseri umani un grande ideale da seguire. Numerosi studenti frequentano le Istituzioni Educative Shrî Sathya Sai e non fanno affatto differenze di religione! In effetti, chi crede in tali differenze non è un essere umano. C’è una sola religione: la religione dell’Amore. Un essere umano vero è colui che segue tale religione. Noi dobbiamo coltivare la bontà in tutte le religioni. C’è molto da imparare dagli uccelli, dalle bestie e dagli insetti. Religione significa Amore ma oggi non troviamo affatto una simile religione dell’Amore. Senza Amore non può esservi relazione con alcuno e quindi dobbiamo seguire la religione dell’Amore. Nell’era moderna, nessuno pensa a una religione di questo tipo. I nostri antenati riconobbero il significato vero della religione e lo seguirono nella lettera e nello spirito prendendo ad esempio i loro anziani in materia. Persino ora, se chiedete ai bambini “Chi ti ha detto questo?”, essi rispondono: “Mia nonna me lo ha detto; mio nonno mi ha detto così” ecc.



Parole inascoltate

Non si dovrebbe trascurare mai il parere degli anziani; se seguite i loro consigli tutto vi andrà bene. Di questi tempi, sfortunatamente, nessuno ascolta le buone parole degli anziani; si ascolta invece ogni genere di canzoni da film, incise su di un registratore, per poi imitarle. Si cerca di ripetere qualunque motivo provenga da un registratore. Oggi l’uomo non vive come un essere umano: sembra un semplice grammofono o un registratore. Non bisognerebbe mai ignorare le parole degli anziani; l’uomo moderno non ascolta il valido consiglio dei vecchi e agisce in modo contrario alla natura dell’essere umano. La gente non ascolta le cose buone e indulge in tutte le attività inutili e ingiustificate. La festività di Sankrânti intende ricordare all’uomo la santità dell’Umanità. Si dice:



Îshvara sarva bhûtânâm

“Dio è il Residente interiore di tutti gli esseri”.



Quindi, non soltanto ogni essere umano ma ogni essere vivente è amsha (una parte) di Dio!



Vivere all’altezza dei sentimenti sacri

Eppure sembra esserci un difetto nel nostro stesso comportamento. Di che si tratta? Voi buttate al vento i sentimenti sacri e permettete alla vostra mente di correre dietro alle cose più disparate; è così che il vostro comportamento si è deteriorato. Siete ora nel pieno della gioventù; a quest’età, il corpo, la mente e l’intelletto sono forti e saldi per cui dovete fare un uso corretto delle vostre capacità e vivere all’altezza dei vostri sentimenti sacri. Sankrânti non deve essere considerata una semplice festa come qualunque altra perché questa festività porta grande gioia a tutti; anche un povero provvede a fare il pâyasam (budino dolce) a casa sua ed a consumarlo lietamente. La ricorrenza di Sankrânti porta davvero gioia in molti modi; non si limita al canto e al gioco: espande il cuore di gioia, è una festa di unità e questa unità sviluppa la purezza che ha come risultato la Divinità negli esseri umani. Per questo la gente deve, in primo luogo, coltivare l’unità e la purezza. Che cos’è la purezza? La nostra visione deve essere sacra, le nostre parole devono essere tenere e dolci, le nostre orecchie devono ascoltare soltanto cose buone, il nostro naso deve odorare soltanto la Fragranza divina. Tutti i sensi del nostro corpo, dunque, devono essere usati correttamente.



Karma, l’azione

L’uomo nasce dal karma (l’azione). Il karma è il Dharma (dovere) più importante dell’essere umano.



L’uomo nasce dall’azione, è sostenuto dall’azione e alla fine si fonde nell’azione.

L’azione è la causa del piacere e della sofferenza; in verità, per l’uomo, l’azione è Dio.



Quindi noi dobbiamo continuare a compiere l’azione. Che cos’è il karma? Non si tratta semplicemente di leggere e partecipare alle partite di pallone, di palla a volo ecc.; persino inspirare ed espirare sono azioni! Non può esservi karma senza queste due. Quando inspirate, si manifesta il suono “so” e, similmente quando espirate, nasce il suono “ham”. Perciò, ogni atto di respirazione produce il suono “soham” che significa “Io sono la Divinità”. Il respiro vitale, che è una grande energia, è il dono di Dio all’essere umano ed è vitale per il suo sostentamento. Dedicarsi al mangiare, al bere e a fare bagordi non è la natura reale dell’essere umano.



Buone qualità e buone compagnie per essere felici

Dovunque andiate, la gente osserverà le vostre qualità prima di tutto; dovete comportarvi in modo che le persone possano dire: “Guarda! Quello si comporta bene. Siamo molto contenti di parlare con lui e ci fa molto piacere il solo guardarlo”. Sono soltanto le vostre buone qualità a portarvi felicità e gioia. L’uomo dovrebbe fare un uso corretto dei suoi pañchaprânâ (i cinque soffi vitali)), dei pañchabhûta (i cinque elementi) e dei pañcendriya (i cinque sensi). Il cibo che consumiamo deve essere puro. Non è bene mangiare troppo piccante, usare troppo peperoncino; non bisogna ricercare troppo il sapore (taste) perché esso ci rovinerà (waste) la vita. Si deve mangiare allo scopo di soddisfare la fame senza avere uno sfrenato desiderio per sapori e gusti particolari.



Non c’è carità più grande del nutrire gli affamati.

Non ci sono Dei più grandi dei genitori.

Non c’è miglior guadagno della compagnia dei buoni.



Non c’è niente di più grande della Verità. La Verità è soltanto una, non due. Frequentando persone buone, diverrete buoni anche voi. Chi sono gli amici veri? Soltanto le persone buone sono amici veri per voi. “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”. Pertanto, dovete sempre unirvi a una compagnia buona, parlare con gente buona e vivere con brave persone: solamente allora diverrete una persona buona, altrimenti vi rovinerete. I buoni amici devono sempre sforzarsi di agire per il bene reciproco ed essere mezzo di trasformazione gli uni per gli altri; se, per una qualsiasi ragione, il vostro amico dovesse prendere una brutta strada in qualche circostanza, a che servirebbe la vostra amicizia se non cercaste di riportarlo sulla retta via? Per contro, se siete voi ad imboccare la via sbagliata, il vostro amico deve aiutarvi a tornare sul giusto cammino. Così, il cercare di aiutarsi reciprocamente a seguire il retto sentiero è segno di vera amicizia. Invece, ai nostri giorni, gli amici si salutano con un “ciao” e ognuno va per la sua strada; più tardi dicono “addio”. Un atteggiamento simile non va bene; invece di dire “addio” (goodbye), dovete diventare un buon ragazzo (good boy). Nella vita quotidiana dovete pertanto seguire il cammino della verità: soltanto così diverrete una persona veramente educata e coraggiosa, con il senso di discriminazione. Se siete una persona buona con senso di sacrificio, molti vi seguiranno; se il vostro comportamento non è corretto, nessuno vi guarderà neppure in faccia. Soltanto le persone senza carattere vi frequenteranno e ciò non sarà utile al vostro progresso spirituale.



Prudenza nelle amicizie ma amore e rispetto per tutti

Voi dite “Il tale è un mio buon amico”; ma quanto durerà? Solamente per un periodo; più tardi, se quella persona non presterà attenzione alle vostre parole o rifiuterà di soddisfare le vostre richieste, voi la odierete e diventerete nemici. Dovete davvero essere molto cauti nello sviluppare amicizia con gli altri. In ogni aspetto della vita, il nostro stesso comportamento è una testimonianza delle nostre relazioni interpersonali. Potete risiedere in qualsiasi luogo o andare in qualunque Paese ma conservate il vostro buon carattere. Rispettate tutti! Amate tutti! Non odiate nessuno e guadagnatevi un buon nome. Non sono i titoli accademici a procurarci grandezza; quanti Ph.D (persone con il più alto grado accademico) ci sono oggi a questo mondo? Quante persone che hanno fatto l’I.A.S. (Istituto di Studi Avanzati) sono oggi nel Paese? Il mondo è forse diventato in qualche modo migliore grazie a questa gente? In realtà, è soltanto a causa della cosiddetta gente istruita che il Paese sta perdendo la sua eccellenza. Non occupiamoci dei cosiddetti “grandi”; è sufficiente che le persone si salutino scambievolmente con un “Namaskâr” e si informino sul reciproco benessere; questa è già di per sé grandezza. Assieme all’istruzione, occorre essere colmi di umiltà e obbedienza. Solamente uno studente di questo tipo è uno studente autentico. Non dovete avere neanche una traccia di ego, di orgoglio, di prosopopea e di altre simili qualità negative. Lo studente che ieri ha recitato nel ruolo di Prahlâda lo ha fatto bene; la sua voce era dolce e anche la sua recitazione era esemplare. Il padre di Prahlâda, Hiranyakashipu, dovette subire una punizione a causa del suo odio verso Dio: il Signore si incarnò come Avatâr Narasimha1 e lo uccise. Se conduciamo una vita buona e virtuosa, anche la nostra fine sarà buona e ci procureremo anche un buon nome. Dalla nascita fino alla morte, dobbiamo condurre una vita esemplare. La gente, però, non presta ascolto alle parole buone, ascolta soltanto i consigli cattivi e si rovina. Viaggiando in treno o in autobus, è nostra esperienza comune avere incontrato un mendicante che canta splendidamente la gloria del Râmanâma (il Nome di Râma). I nostri compagni di viaggio ascoltano il canto felici immergendosi completamente in esso e, alla fine, quando il mendicante termina il suo canto e fa per andarsene, la gente si complimenta con lui dicendo: “Hai cantato molto bene e ci hai resi felici.” Poi esprime la propria gratitudine facendogli la carità. Così, quando fate felici gli altri, la vita può avere davvero un significato.



L’ombra dell’illusione

Tutti voi riuniti in questa sala siete studenti. In occasioni come questa, dovete condividere parole e pensieri buoni. Pensieri buoni, parole buone e buone azioni sono qualità della Divinità. Coltivate le buone qualità. Quando siete davanti al sole che sorge, la vostra ombra è lunga cinquanta piedi mentre, in realtà, voi siete alti cinque piedi. Non appena il sole comincia a salire nel cielo, la vostra ombra diventa più corta e quando l’astro è esattamente sopra la vostra testa, a mezzogiorno, l’ombra vi cade sotto i piedi. Nello stesso modo, quando cominciate il viaggio verso Dio e progredite gradualmente sul sentiero che porta a Lui, l’ombra dell’illusione (mâyâ) finisce alle vostre spalle mentre, se andate contro Dio, e viaggiate nella direzione opposta, l’ombra di mâyâ è davanti a voi.



Studenti amati e apprezzati da tutti

Incarnazioni dell’Amore!

Tutti i nostri studenti sono oro. Che tipo di oro? Oro puro, a 24 carati. Dovunque vadano e a qualunque attività partecipino, nello sport, nell’educazione, nel comportamento, nella conversazione e in ogni attività, essi si procurano un buon nome ed è solo per questa ragione che Io ho sentito la gente fare ovunque questi elogi: “Gli studenti dell’Istituzione Educativa Shrî Sathya Sai hanno un carattere esemplare.” Se solo li guardate, vedrete Sai Baba riflesso nei loro volti. L’Âti Rudra Yajña inizierà il 19 di questo mese a Chennai ma gli abitanti di quella città stanno ansiosamente aspettando l’arrivo degli studenti di Swami e non l’Âti Rudra Yajña. Essi attendono trepidanti pensando: “Abbiamo capito che Sai Baba sarà qui per partecipare al rito con i Suoi studenti; per noi, solo questi studenti sono esemplari.”



Inquinamento e opera risanatrice

Oggi la santità dell’educazione si va deteriorando a causa dell’uso errato della conoscenza scientifica. Gli scienziati fanno di tutto per modificare le leggi della natura: se un albero deve produrre frutta gli si fa un’iniezione, se una mucca deve dare latte in quantità maggiore la si alimenta con scarti di animali macellati. Essi pensano che, nutrendola con parti di animali, si irrobustisca e produca più latte. Perfino l’acqua è inquinata oggi; responsabile di tutte le malattie di cui l’uomo soffre attualmente è quell’acqua inquinata. In ogni frutto che vedete ci sono insetti e batteri; prima i fichi erano molto buoni per l’alimentazione ma ora ci sono batteri e sostanze inquinanti anche lì. Per quale ragione? Per colpa dell’acqua inquinata che viene data alle piante. La gente deve pulire e bollire l’acqua: soltanto allora la può bere. Noi abbiamo fornito acqua alla gente di Chennai dal fiume Krishnâ spendendo trecento crore di rupie (equivalenti a tre miliardi di rupie, cioè circa cinque milioni e mezzo di euro – N.d.T.). Io ho visto dei bambini piccoli fare il bagno nella fogna e bere la stessa acqua sporca. Mi sono dispiaciuto molto per loro e ho deciso in quel momento: “Non visiterò Chennai finché non avremo fornito acqua potabile a quella gente.” Questo accadeva 10 anni fa; ora abbiamo portato loro l’acqua potabile e Io sto visitando Chennai con lo sfondo dei bambini che bevono acqua pura e passano serenamente il tempo giocando. Si può essere contenti e in salute soltanto se si beve acqua pura e si mangia cibo sano; è così che dovete proteggere la vostra salute. Ciononostante, Io trovo che alcuni studenti non consumino cibo buono; essi sono tentati da ogni tipo di vivanda. Vi prego, non cercate solo il gusto e decidete da voi se il cibo che mangerete sia buono per la vostra salute o meno: soltanto allora sarete sani e felici.



Episodi dal Mahâbhârata

Cari studenti!

Studiate bene e non sprecate tempo. Quando avete tempo, leggete solamente libri buoni. Seguite il sentiero retto che porta a Dio e diventate brave persone; soltanto gli studenti delle Istituzioni Educative Sathya Sai possono trasformare tutte le genti del mondo in buoni cittadini. Siate buoni e rendete buoni gli altri. Evitate le qualità malvagie come kâma (il desiderio) e krodha (l’ira). Oggi i nostri bambini presenteranno una commedia dal titolo “Shrî Krishna Rayabaram”. Voi tutti sapete che, nel Mahâbhârata, i cattivi Kaurava tormentavano i Pândava in molti modi ma questi ultimi erano di indole veramente buona, la loro mente era pura e facevano del loro meglio per fare del bene ai Kaurava. Citerò un piccolo esempio per illustrare come fossero pure le loro menti: l’anziana Kuntî, madre dei Pândava, si accasciò ed esalò l’ultimo respiro nel sentire la triste notizia che il Signore Krishna aveva lasciato le Sue spoglie mortali. Dharmarâja, il figlio maggiore, che le era vicino durante gli ultimi istanti, tenne la sua testa in grembo mentre i quattro fratelli, Bhîma, Arjuna, Nakula e Sahadeva, erano intorno a lui. Egli spiegò quindi loro: “Miei cari! Il Signore Krishna, che ci ha protetto sempre, è partito per la Sua residenza celeste; non dobbiamo pertanto rimanere oltre in questo mondo.” Chiamò poi Bhîma vicino a sé e gli disse di approntare il funerale della madre; chiamò anche Arjuna e lo istruì a organizzare la cerimonia per l’incoronazione di Parikshit come re e infine si rivolse ai due fratelli più giovani, Nakula e Sahadeva, ai quali ordinò: “Dobbiamo cominciare la nostra grande marcia verso l’Himâlaya; andate a fare tutti i preparativi per il viaggio.” Così, da una parte organizzava il funerale della loro madre e dall’altra l’incoronazione come re del nipote del proprio fratello minore2 per assicurare la continuità della dinastia. Può qualcuno affrontare un simile compito in una situazione così pesante? In tal modo tutte le responsabilità venivano adempiute nello stesso momento, a quel tempo e in quel luogo. I Pândava iniziarono la loro grande marcia. Draupadî, Bhîma, Arjuna, Nakula e Sahadeva caddero durante il tragitto; Dharmarâja continuò il viaggio da solo e, per prima cosa, raggiunse naraka (l’inferno) in cui vide molte persone sottoposte a vari tipi di punizioni per i loro peccati. Nel momento in cui entrò nell’inferno, esse sentirono alleviate le loro sofferenze e furono molto contente. Ora nasce la domanda: perché, per prima cosa, Dharmarâja dovette andare all’inferno? Egli non aveva mai detto una bugia in tutta la vita eppure, durante la guerra del Mahâbhârata, aveva pronunciato le parole: “Ashvatthâmâ hatah” (“Ashvatthâmâ è morto”) a voce alta e la parola “kuñjarah” (l’elefante) a voce bassa in modo che il possente guerriero Dronâchârya morisse per il trauma della notizia. Le parole “Ashvatthâmâ hatah kuñjarah” significano che l’elefante di nome Ashvatthâmâ è morto. Sfortunatamente anche il nome del figlio di Dronâchârya era Ashvatthâmâ ed egli, nel frastuono ed eccitazione della guerra, non poté udire la parola “kuñjarah” e interpretò il dire di Dharmarâja come: “Ashvatthâmâ è morto.” Incapace di sopportare il dolore e scosso dalla presunta morte del figlio, egli gettò via l’arco e le frecce sul campo di battaglia. Così Dharmarâja fu indirettamente responsabile della caduta di Dronâchârya avendo detto il falso in un’occasione e, per espiare quel peccato, dovette rimanere all’inferno per un certo tempo dopodiché fu accolto in cielo. Mentre egli partiva per il paradiso, coloro che scontavano la pena all’inferno caddero ai suoi piedi e pregarono: “Signore! Per piacere, non lasciarci. Rimani qui e dacci gioia”. Dharmarâja rispose “Miei cari! Non posso che obbedire al comando di Dio” e partì per il paradiso. Dovunque siamo, se facciamo il bene, sperimenteremo soltanto il bene. Un lavoro buono produce solamente buoni risultati.



Eccellenza accademica e comportamentale

Cari studenti!

Dopo aver passato gli esami in questa Istituzione, potrete seguire studi più elevati altrove se lo desiderate ma, assieme all’eccellenza accademica, fate che anche il vostro comportamento sia d’esempio agli altri. Non indulgete nella falsità, nell’ingiustizia e nelle cattive maniere. Seguite il sentiero della Verità e divenite immortali. Il Gîtâchârya3 ha dichiarato: “Mamaivâmsho...” Non dimenticate questa verità e perseguite ovunque, con tale consapevolezza, qualunque tipo di apprendimento.



[A questo punto, Baba ha chiesto “Vi sto dando disturbo?” e gli studenti hanno risposto a una voce “No, Swami!” – N.d.T.].



“La vostra felicità è il Mio cibo”

Farvi tutti felici, lavorare per il vostro progresso, adoperarMi per togliervi ogni pena e sofferenza e fare felici anche i vostri genitori: questo è il Mio lavoro. La vostra felicità è il Mio cibo, non Me ne serve alcun altro: quest’unico genere di cibo Mi è sufficiente. Possiate quindi voi tutti condurre una vita serena e piena di gioia, sempre! Potrete incontrare un gran numero di difficoltà: mettetele da parte e tirate dritto. Oggi certuni fanno falsa propaganda dicendo: “La notorietà di Sai Baba cresce giorno per giorno. Egli sta convertendo tutti gli stranieri all’induismo”. Essi sono molto gelosi di Me e, per questa gelosia, scrivono ogni tipo di sciocchezze sui giornali. Bisognerebbe ignorare tali articoli e avere salda fede nella propria stessa coscienza. Qualunque cosa essi possano dire, lasciatela da parte considerandola un’assurdità! Io non ho niente a che fare con questo! Abbiate fede nella vostra coscienza. Tutto ciò che faccio è per il bene di tutti! Se qualcuno vi insulta, pensate che sta insultando soltanto il vostro corpo e non voi; se vi lanciano degli insulti pubblicamente, lasciate che questi si perdano nell’aria. Per contro, se vi rimproverano silenziosamente non arriveranno a voi. Non vi preoccupate di loro, mantenete salda la vostra fede in Dio; questo deve essere il vostro atteggiamento. Dio è immanente in ogni essere vivente; nomi e forme possono essere differenti ma Dio è soltanto uno ed è presente in tutti. Voi siete tutti Incarnazioni della Divinità! Sviluppate in voi questo sentimento, non alimentate differenze di alto e basso. Tutti sono uno. Abbiate fede nel principio della paternità di Dio e della fratellanza dell’uomo e trascorrete serenamente la vostra vita.



Cari studenti!

Auguro che, agli esami, tutti voi risultiate di prima classe con voti buoni.



(Baba ha concluso il Discorso con il bhajan: “Hari Bhajana Binâ Sukha Shânti Nahin…”)



Prashânti Nilayam, 15 gennaio 2007,

Sai Kulwant Hall,

Festività di Sankrânti



(Tradotto dal testo inglese pubblicato da: www. sssbpt)



Note:

1. Avatâr Namasimha: l’Incarnazione di Dio quale uomo-leone.

2. Si tratta di Arjuna, nonno di Parîkshit.

3. Gîtâchârya: “Maestro della Gîtâ”, un appellativo di Krishna.