DISCORSO DIVINO

Il controllo dei sensi è la vera sâdhanâ

23 febbraio 2006

Incarnazioni dell’Amore!

Le Mie benedizioni a tutti voi! Sono contento che abbiate studiato qui dalla scuola elementare fino al dodicesimo anno di corso e abbiate ottenuto buone votazioni e un buon nome. Non c’è dubbio che foste tutti ben educati e con un buon carattere sin della scuola elementare ma, ora che l’avete lasciata, potete voi stessi ben immaginare a quale cambiamento siate andati incontro. Finché eravate alle elementari, avevate sviluppato molte buone qualità come l’amore, la compassione, la gentilezza e la gioia e vi comportavate tutti come fratelli, con amore e affetto reciproco. Il vostro linguaggio, il vostro giocare e i vostri canti erano tutti pieni di dolcezza ma, nel momento in cui siete entrati nella scuola media superiore, la qualità della purezza nei vostri pensieri, parole e azioni si è deteriorata. Non sto dicendo che tutti i ragazzi siano così: solo alcuni hanno preso strade sbagliate e stanno rovinando la loro mente. Potete giudicare voi stessi quanto sia pura la vostra mente.



Controllo mentale e controllo dei desideri
L’umanità consiste di cinque componenti: il corpo grossolano, la mente, l’intelletto, la consapevolezza e i sensi. Se un essere umano vuol raggiungere la liberazione deve prima di tutto purificare la sua mente. Desiderare ciò che non ci appartiene è un grosso errore. In qualsiasi momento la mente desideri qualcosa, bisogna innanzitutto chiedersi se quel particolare oggetto appartenga a noi o a qualcun altro. Quando voi sapete con certezza che appartiene ad altri, dovete provvedere sollecitamente a toglierlo dalla mente . Essa deve essere mantenuta assolutamente pura e sacra; non bisogna contaminarla con le impurità del conflitto e dell’inquietudine. Tutti voi dovete sviluppare questo tipo di jñâna (saggezza) fin da questa giovane età. Sfortunatamente, oggi, tutti voi rovinate la vostra vita coltivando desideri per le cose più disparate. Questa è follia e illusione. Dovete fare ogni cosa con un senso di dedizione e abbandono a Dio. Tutto il lavoro che affrontate deve essere fatto con questo spirito.



Sarva karma bhagavad prîtyartham

Compi tutte le azioni per compiacere Dio.



Le maschere di Dio
In effetti, ciò che pensate che sia vostro non è vostro. Prima di tutto chiedete a voi stessi: “Chi sono io?” L’universo intero, dal microcosmo al macrocosmo, è permeato della Divinità. Lo zucchero, la sabbia, una formica, una zanzara o un elefante sono tutte incarnazioni della Divinità. Dio assume tutte queste forme come i diversi personaggi di una commedia. In questo universo non c’è niente che non sia permeato di Dio. Tutto è Dio in questo universo; la creazione intera è un’incarnazione della Divinità. In effetti, Egli recita tutti i personaggi in questa commedia cosmica. Tutti i dialoghi e i canti sono solamente Suoi. Ciononostante, i personaggi che Egli recita sembrano essere differenti. Quindi, tutto è Dio, qualunque cosa facciamo, qualunque cosa vediamo o diciamo. Bisogna comprendere questa verità e comportarsi di conseguenza. Sfortunatamente, oggi, alcuni prendono strade sbagliate a causa di cattive qualità, di cattive pratiche, di cattivi pensieri e libri. Trattate chiunque incontriate come incarnazione della Divinità. Qualunque cosa diciate deve riflettere la Divinità. Se vi comportate in questo modo, questo è già Mukti (Liberazione). Bisogna purificare i cinque sensi e comportarsi in modo tale da non ferire gli altri né esserne feriti. Le parole di cui fate uso devono essere sacre. Non dovete smaniare per l’altrui proprietà, ossia nutrire bramosia verso di essa. Bisogna coltivare la fede nell’unità della Divinità; tutto è Divino.



La divisione dagli altri è divisione da Dio
Disgraziatamente, alcuni ragazzi sono incapaci di sviluppare una tale visione universale e languono in un sentimento di separazione. Con “mio” e “tuo”, essi fanno distinzione tra le persone. La storia antica dell’India abbonda di esempi degli effetti nocivi di tali tendenze alla divisione. Voi tutti conoscete la storia dei Kaurava e dei Pândava nella grande epica del Mahâbhârata. I Kaurava, figli del re Dhritarâshtra, erano cento; i Pândava, figli di suo fratello minore, erano cinque. Tra di loro ci fu un’aspra battaglia; chi era in torto in tale battaglia? Di fatto Dhritarâshtra e Pându erano figli dello stesso padre, erano fratelli, e il loro regno era unico ma i loro pensieri e aspirazioni erano differenti. Un desiderio maligno di annettersi l’intero regno, da parte dei Kaurava, produsse pensieri malvagi e tendenze alla divisione. Anche nel Râmâyana c’erano due fratelli: Vâli e Sugrîva. Anch’essi erano fratelli nati dallo stesso padre ma certi loro interessi miserabili ed egoistici sfociarono in una feroce battaglia tra fratelli. Mentre Vâli, il re valoroso, si godeva le agiatezze regali a Kishkindha, suo fratello minore Sugrîva dovette languire fra colline e foreste. Non serve fare japa (la ripetizione del Nome di Dio) e tapas (austerità) per mesi e anni se non si abbandonano le tendenze alla divisione. Questo tapas si trasforma in semplice tamas (inerzia). Molti abbandonano la loro sâdhanâ a metà, con un senso di frustrazione e disperazione, pensando che Dio non sia abbastanza misericordioso da rivelarsi di fronte a loro nonostante abbiano praticato japa per lunghi anni. Se desiderate la visione di Dio, dovete prima di tutto sviluppare un senso di unità con Lui. In effetti la vostra stessa mente è un’incarnazione della Divinità. La gente spesso chiede: “Dov’è Dio?” “Chi è Dio?” ecc. Io direi: “La tua mente è Dio.”



Causa di schiavitù o di liberazione
Si dice:



Mana eva manushyânâm karanam bandhamokshayoh
“Per l’uomo, la mente è causa o di schiavitù o di liberazione.”



La schiavitù e la liberazione avvengono ambedue soltanto a causa della mente e quindi la mente è Dio. In modo simile, l’intelletto è Dio e anche citta1. Si vede spesso la gente che elogia, come “intellettuale”, una persona di intelletto acuto ma solo Dio è il vero intellettuale. Dobbiamo dedicare la nostra citta a Dio.

Una volta un grande devoto cantò: “O Dio! Fa’ ch’io Ti offra la mia adorazione con citta shuddhi (purezza di coscienza). Dovreste, quindi, tutti pregare Dio con coscienza pura. I sensi sono incarnazioni della Divinità proprio come lo sono la mente, l’intelletto e citta e quindi non li si dovrebbe inquinare con gli arishadvarga (i sei nemici interiori: concupiscenza, ira, avidità, illusione, orgoglio e gelosia).

Kâma significa desideri: voi potete indirizzarli verso Dio. Pregate di voler solo Dio e nessun altro, di amare Dio e nessun altro. Solamente un amore simile sarà santificato; amare la gente sulla base dei nomi e delle forme non può definirsi vero amore: è solo amore mondano. Se amate Dio, vi sarà concessa ogni cosa. Tutti i vostri desideri devono essere orientati verso Dio; ognuno di essi deve esistere per compiacere Dio. Se amate qualcuno non dovete trattarlo come un semplice mortale ma esser capaci di vedere la Divinità in lui. Non esiste nient’altro che i pañchabhûta (i cinque elementi: aria, acqua, terra, fuoco ed etere) in questo universo; non ne troverete un sesto per quanto cerchiate ed esploriate. Ad esempio: questa è una mano composta di cinque dita; non c’è un sesto dito e, se qualcuno lo avesse, verrebbe portato da un chirurgo per rimuoverlo. In modo simile, noi abbiamo cinque sensi.



Priorità assoluta
Che cos’è Mukti (la Liberazione)? La Liberazione è il controllo dei sensi, in mancanza del quale essa non è possibile. È sciocco pensare che Dio sia in un luogo distante chissà dove. Parlando fuor di metafora, chi è Dio? I pañchabhûta sono l’incarnazione della Divinità. A portarci il bene e il male sono solo i sensi e quindi il loro controllo dovrebbe avere, per voi, priorità assoluta. Voi esprimete spesso la vostra incapacità dicendo: “Swami! È possibile questo per noi?” Io vi dico con enfasi che è possibile purché voi vi sforziate con tenace determinazione. Se siete capaci di compiacere Dio e ottenere la Sua grazia, il controllo dei sensi non è una grande impresa per voi. I sensi sono cose molto superficiali; se non siete capaci di controllarli, non meritate il nome di esseri umani.



Un dono prezioso e raro
Si dice :



Jantunâm nara janma durlabham

“Di tutte le nascite, quella umana è la più rara.”



Nascere come esseri umani è un prezioso dono di Dio. Avendo ottenuto questo raro dono, fate lo sforzo di ottenere il controllo dei sensi. Se soccombete ai desideri anche di uno solo dei sensi, vi abbasserete al livello di un animale. Si dice:



Daivam mânusha rûpena
“Dio prende forma umana.”



Avendo ottenuto tale rara e sacra nascita, com’è stolto dire che non potete controllare i vostri sensi! Chi soccombe ai desideri dei sensi è davvero un rakshasa (un demone)! In effetti una persona simile è anche peggiore. Bisogna evolvere in nobili esseri umani. Voi potete essere molto affezionati a vostra moglie e ai vostri figli ma non per questo potete denigrare gli altri; non dovete coltivare il sentimento in base a cui “Tizio e Caio sono miei e gli altri sono diversi”. Tutti sono incarnazioni della Divinità, tutti sono figli di Dio! Tra le persone di questo mondo c’è una relazione molto intima. Qualunque oggetto troviate in questo mondo appartiene solamente a Dio e a nessun particolare individuo. La Divinità è immanente in ogni oggetto e in ogni essere, in ogni granello di sabbia e di zucchero. Si dice:



Vishvam vishnu svarûpam
“L’universo intero è l’incarnazione del Signore Vishnu.”



L’universo intero fa parte di una sola famiglia per cui si deve coltivare un grande amore universale; questo è il vero Amore Atmico. Solo quando coltivate un amore simile meritate il nome di esseri umani e solo allora potete visualizzare l’Âtma Tattva (il Principio Atmico). Se siete privi di amore, se coltivate qualità malvagie come l’ira, l’odio, la gelosia e un sentimento di separazione gli uni dagli altri, siete peggiori degli animali. Gli animali combattono tra di loro; che differenza c’è tra voi e loro se anche voi combattete così? In effetti, l’ira e l’odio non sono qualità proprie di un essere umano.



Come nasce il sentimento di diversità
Il sentimento di diversità origina in un essere umano quando questi si considera diverso da Dio; dove questo sentimento di diversità esiste, l’odio solleva la testa. Qualunque attività intraprendiate deve essere fatta con spirito di dedizione a Dio. Noi celebriamo il Signore Îshvara con le parole “Hiranyagarbhâya Namah” (Mi inchino umilmente al Signore dal ventre d’oro). Egli è l’Incarnazione dell’oro e qui, per oro, si intende immutabilità. Voi siete tutti ragazzi d’oro ma dimenticate la vostra vera natura e vi accomunate con la polvere e la ruggine. Perciò, di quando in quando, grandi anime devono incarnarsi in questo mondo per purificarvi e farvi realizzare la vostra innata Divinità. Ciononostante, quando una grande anima intraprende una simile missione, alcuni mettono in dubbio il suo sforzo dicendo: “È tutta una sua assurdità. Può la terra diventare oro? Può la sabbia diventare zucchero?” L’uomo moderno è pieno di dubbi su dubbi! Quale può essere la ragione di questi dubbi? È soltanto quando si pensa di essere separati da Dio che nascono i dubbi. È un fatto ben noto che un recipiente riempito fino all’orlo è stabile; similmente, Dio è onnisciente e quindi è sempre stabile.



“Tutto il Mio Amore e la Mia Grazia”
Molte persone che vengono qui hanno numerose esperienze.

(Swami chiama uno studente sul palco – N.d.T.).

Io sono consapevole del passato, del presente e del futuro di ogni individuo, indipendentemente dalla casta, dalla religione e dal luogo di nascita. Qualcuno che viene qui potrebbe pensare “Forse Swami non sa chi sono” ma non c’è niente che Io non sappia. Anche se conosco tutto, faccio finta di non sapere. (Indicando uno studente – N.d.T.) I genitori, i fratelli e le sorelle di questo ragazzo visitarono tempo fa Prashânti Nilayam. Li ricevetti a colloquio e promisi al padre: “Mio caro! La madre di questi bambini potrebbe non vivere a lungo; in effetti ella può esalare l’ultimo respiro persino prima che raggiungiate il vostro villaggio. Non preoccuparti, Mi assumo la responsabilità di tutti i tuoi bambini.” I figli cominciarono a piangere e Io dissi loro: “Non piangete. Perché temere se Io sono qui? Mi occuperò di tutto.” Da quel giorno, come promesso, ho garantito il loro benessere. Le ragazze sono tutte sposate e si è provveduto alle necessità di tutti i bambini. Nessuno di loro ha dovuto affrontare alcuna difficoltà. C’è un ragazzo nel nostro gruppo musicale ed è il più giovane dei fratelli. Quando, tempo addietro, venne qui con i suoi genitori era piccolo; lo chiamai e gli dissi: “Mio caro! Non devi preoccuparti di niente. Io sono tuo padre, tua madre e tutto il resto. Mi occuperò di te completamente.” Ogni volta che è venuto qui, l’ho chiamato e ho parlato con lui instillandogli un senso di sicurezza e fiducia. Ora tutti i membri della famiglia vivono felicemente; questo ragazzo, che allora era così giovane, è cresciuto. È così che riverso su tutti il Mio Amore e la Mia Grazia, che parli loro personalmente o meno. Qual è la Mia proprietà? Amore! Amore! Amore! Io non provo ira verso nessuno, in nessun momento. Faccio finta di essere arrabbiato soltanto per correggere una persona che sbaglia ma non provo rabbia verso nessuno. Tutto il Mio Corpo è pervaso di Puro Amore. Si dice:



Îshvara sarva bhûtânâm
“Îshvara (Dio) è l’Abitante interiore di tutti gli esseri.”



Chi è Îshvara? Îshvara non è semplicemente Colui che è raffigurato con delle ghirlande di rudraksha ai polsi e dei serpenti attorno al collo; questa è solo una forma creata affinché l’uomo comune comprenda un po’ la Divinità. I vari nomi e forme, come Îshvara, Vishnu, Pârvatî, Lakshmî ecc., furono creati per permettere all’uomo comune di adorare Dio in una forma o nell’altra. In realtà ogni essere umano è una Incarnazione di Îshvara. In questo mondo non c’è niente che non sia permeato di Îshvara: la terra è Îshvara e anche questo fazzoletto è un’incarnazione di Îshvara. Tutti i nomi e le forme hanno preso origine dall’Îshvaratva (il Principio di Îshvara). Soltanto colui che ha ottenuto il controllo dei cinque sensi può comprendere la Divinità; questa non è limitata a un nome e a una forma. La gente dice di aver avuto la visione di Râma, Krishna ecc. ma è solo la sua immaginazione! La Divinità è solo una ed è stata chiamata Îshvara. Le persone, incapaci di comprendere la Divinità, Le ascrivono nomi e forme diversi e sono vittime dell’illusione. Oggi sono i devoti a cambiare frequentemente le Deità che hanno scelto ma Dio non cambia: Dio è Uno ed è perpetuo. La vera sâdhanâ consiste nell’ottenere il controllo dei cinque sensi. Bisogna impegnarsi in questo tipo di sâdhanâ invece che in japa (ripetizione del Nome di Dio), dhyâna (meditazione) ecc. Per esempio: anche se siete impegnati in japa e dhyâna, quando chiudete gli occhi la vostra “mente di scimmia” andrà vagando per i tre mondi. La gente non capisce questa verità e si impegna in vari tipi di sâdhanâ. In questo mondo non c’è altro che la Divinità; qualunque cosa vediate, qualunque cosa udiate, tutto è permeato del Divino.



La lezione di Krishna attraverso Shishupâla
Una volta i Pândava stavano eseguendo il Râjasuya Yajña e, alla conclusione del rituale, onorarono il Signore Krishna alla presenza di tutti i re a corte. Shishupâla non poté sopportare la vista di questo onore riservato a Krishna e Lo insultò in moltissimi modi criticandoLo per vari atti e omissioni. Uno degli argomenti della sua critica riguardava il fatto che Krishna avesse rubato i sari alle donne che si bagnavano in un lago. I Pândava non potevano sopportare queste insinuazioni a carico del loro amato Signore Krishna e si sentivano umiliati. Krishna cercò allora di farli ragionare dicendo: “Lo ha fatto per ignoranza; Io sono al di là della lode e del disprezzo. Sono l’eterno Testimone di tutto ciò che avviene a questo mondo. Non dovete dunque in alcun modo replicare a tali critiche e cominciare a ripagarlo con la stessa moneta. Non attaccatevi mai profondamente a nessuno; se condurrete la vita con simile distacco, Io sarò sempre con voi proteggendovi e guidandovi.”

La Divinità non incoraggia mai le differenze tra gli uomini. Dio è Amore e l’Amore è Dio. In questa sala sono riunite diverse migliaia di persone, eppure l’amore che permea ogni individuo è soltanto uno; possono esserci differenze di nome, di forma e di relazione ma la Divinità che permea tutta la gente è unica per cui tutti dovrebbero condurre una vita piena d’amore, come tra fratelli e sorelle.



L’esame del “Puro Amore”
Nelle istituzioni educative, dove vige il sistema di istruzione con classi miste, i ragazzi e le ragazze dovrebbero comportarsi come fratelli e sorelle. In nessun luogo dovrebbe sorgere una qualsiasi differenza in base al sesso. Quando i ragazzi arrivano alla scuola media superiore, spuntano queste differenze. Voi non dovete dare spazio a cose simili, perché chiunque alimenti tali diversità non supererà per certo l’esame: l’esame del “Puro Amore”. Non c’è niente di grande nel passare gli esami dal punto di vista mondano, chiunque può superarli purché faccia un piccolo sforzo. Non serve a niente passare un esame mondano quando, nel contempo, si fallisce nell’amore puro e incontaminato per un essere umano che non è altri che Dio. Colui che ha passato l’esame dell’Amore divino è la persona che ha maggior successo nella vita. Tutti sono figli di Dio, tutti sono riflessi dello “Hiranyagarbha” (il Ventre Cosmico) presente nel corpo umano; quindi, d’ora in poi, tutti voi dovete vivere come fratelli e sorelle con reciproco amore e affetto. Solo allora meriterete di esser chiamati studenti ideali ma, al presente, Io non trovo questo sentimento di affinità negli studenti. Essi coltivano invece sentimenti di separazione come “Io sono diverso” e “Tu sei differente”. Non dovreste alimentare collera e odio in alcun caso; la collera deve esser controllata e l’odio abbandonato. La vostra sicurezza e il vostro benessere consistono nel controllo dell’ira. È noto che, quando in una stazione ferroviaria i controlli non funzionano a dovere, i treni che viaggiano sui binari deragliano. In tale situazione, il capostazione è ritenuto responsabile. Similmente, la mente è il controllore di tutti i pensieri e i sentimenti che nascono in noi, ragion per cui, se è tenuta sotto controllo, noi controlliamo tutto il corpo.



Abiti bianchi simboli di una mente pura
Voi siete tutti incarnazioni d’oro puro, siete tutti ragazzi d’oro. Le vostre parole sono dolci: fate che la vostra condotta sia dolce come lo sono le vostre parole. Dovunque andiate, come studenti delle Istituzioni Educative Shrî Sathya Sai, dovete mostrare una condotta e un comportamento esemplari. Voi non meritate di esser definiti studenti di tali Istituzioni semplicemente perché indossate abiti bianchi. In consonanza con essi, mantenete la mente pura e il cuore sacro: solo allora diventerete studenti ideali. Swami sarà sempre con tali studenti, proteggendoli e guidandoli. Io darò loro tutto. In effetti, Io sto proteggendo numerose persone in molti modi ma, fino ad oggi, nessuno ha compreso questo punto. Il vostro stesso Âtma è Divinità, è Îshvara. Bisogna sviluppare fede sicura in questo sentimento. Come potete esser definiti esseri umani se non maturate una fede simile? L’Amore è Dio, vivete nell’Amore. Il vostro amore non dovrebbe essere ristretto a un individuo o ad alcuni membri della famiglia: dovete dividerlo con tutti. Se solo sviluppate una tale apertura mentale, potrete diventare dei leader e costituire un ideale per gli altri.

(Quando Swami chiede agli studenti se abbiano fede nelle Sue parole, tutti insieme rispondono forte: “Sì, Swami!” – N.d.T.)

Non basta che portiate un semplice rispetto verbale dicendo “sì”; la convinzione deve venire dal profondo del cuore. Quando commettete un errore e dite: “Mi dispiace”, ciò non è sufficiente: dovete desistere dal ripetere lo stesso errore.



Lo Scudo più robusto
Per un essere umano, la verità è il respiro vitale vero e proprio. La verità è Dio; non dite bugie. Se solo seguirete la verità con fermezza nella vostra vita, potrete ottenere qualunque cosa; essa è come uno scudo che vi protegge. La verità è il vostro sostegno. Come potete essere chiamati esseri umani se abbandonate la qualità nobile della verità e dite bugie? Nella vita non dovete mai dare spazio alla falsità.



Il vostro Tutto
Dio è l’unico leader dell’intero universo, è il solo leader e giudice. È solo Dio a poter decidere della giustizia o dell’ingiustizia; non dovete dimenticare un Dio così onnipresente, onnipotente e onnisciente. Non alimentate sentimenti di differenza come “mio” e “tuo”; sviluppate l’equanimità. Possano tutte le persone vivere insieme felicemente e guadagnare un buon nome per se stesse e per il Paese.

(Baba materializza un anello d’oro con una pietra verde e lo mostra allo studente che è in piedi di fronte a Lui – N.d.T.)

Ognuno dovrebbe, in questo modo, guadagnarsi la grazia di Dio. Il colore verde è segno di pace e benessere. Io auguro che tutti voi possiate raggiungere una simile pace, benessere, amore, devozione e grazia di Dio. È solo allontanando le cattive qualità da voi che sarete in grado di vivere alla Divina Presenza. Possiate fare buon uso dei pañchabhûta e controllare i vostri pañchendriya (i cinque sensi); allora Dio sarà sempre con voi proteggendovi e guidandovi. La Divinità non può essere raggiunta semplicemente offrendo preghiere e facendo i bhajan; assieme a queste sâdhanâ dovete sviluppare anche un cuore puro e offrirlo a Dio. Fate in modo che la vostra mente, l’intelletto e citta siano sempre con Dio dovunque siate e qualunque lavoro stiate svolgendo. Allora la vostra mente, l’intelletto e citta saranno trasformati nella Divinità. Che bisogno c’è di cercare Dio lontano quando Egli è presente proprio di fronte a voi nella forma dei pañchabhûta? Non c’è proprio nessuno spazio per un’idea simile! Pensare che Dio sia separato dai pañchabhûta è un grave errore. Considerate Dio come il vostro tutto e il vostro solo rifugio dedicando a Lui i vostri sensi. Questo è un metodo semplice per raggiungerLo. Seguendo un sentiero così facile otterrete Moksha (la Liberazione). Dopo tutto, che cos’è Moksha? Moha kshaya (la distruzione dell’illusione) è Moksha. Non serve a niente cantare: “Râm, Râm, Râm…” quando la vostra mente è piena di moha (illusione). Fate qualunque lavoro con un senso di Bhagavad prîtyartham (compiacere Dio). Considerate chiunque incontriate come incarnazione di Dio. Anche il mendicante che si presenta alla vostra porta è un’incarnazione di Dio; egli può essere un mendicante dal punto di vista del corpo fisico ma, in senso atmico, egli è una vera incarnazione della Divinità. Che uno sia re, imperatore o mendicante, è permeato della Divinità come ogni altro individuo. Possiate voi dedicare la vita a guadagnarvi l’Amore di Dio e la Sua Grazia. Intraprendete ogni attività come un’offerta a Dio; perfino leggere i libri di testo può esser da voi fatto con un tale senso di dedizione al Signore; così passerete sicuramente gli esami in modo ottimale. Io sono contento che siate tutti dei bravi ragazzi ma attenzione! Dovete mostrare, alla scuola media superiore, lo stesso buon comportamento delle elementari.



I buoni insegnanti sanno anche punire
Lasciate che vi ricordi che, se sbaglierete, gli insegnanti della scuola media superiore non esiteranno a punirvi in qualsiasi momento sia necessario. Essi non hanno niente contro alcuno, ma è loro dovere mettervi sulla buona strada. Un insegnante che si sottrae alla sua responsabilità, perdonando il vostro comportamento errato senza darvi una punizione, è un guddi guru (un insegnante cieco). Egli non può esser definito guru nel vero senso del termine. Nella scuola, anche il ruolo del preside è importante: infatti, egli è il capo di tutti gli insegnanti e quindi deve sorvegliare il loro lavoro.



Quattro approvazioni fondamentali
Educazione non significa leggere semplicemente dei libri; non si può diventare grandi acquisendo un grado accademico. In effetti i “gradi” non sono “grandi”: il Divino è grande! Sviluppate quindi una tale natura divina: solo allora la vostra vita sarà santificata e la vostra educazione avrà senso. Anche i vostri genitori ne saranno contenti. Penso che siate coscienti del fatto che i vostri genitori vi hanno iscritti all’Istituzione Educativa Shrî Sathya Sai con grandi speranze. Non dovete deluderli. Dovete guadagnarvi l’approvazione di vostro padre, di vostra madre, dell’insegnante e di Dio: di tutti e quattro. Rendete la vostra vita significativa e sacra tramite buoni pensieri, sentimenti, pratiche e comportamenti.



Prashânti Nilayam, 23 febbraio 2006,
Sai Kulwant Hall



(Tradotto dal testo inglese pubblicato sul sito internet dello

Shrî Sathya Sai Central Trust di Prashânti Nilayam)



Citta: è, esattamente, la sostanza mentale, la quale assume la forma degli oggetti percepiti o rappresentati e vi si identifica. Attraverso di essa le idee si formano e si associano tra loro. Essa è anche il ricettacolo di tutti i ricordi o impressioni e di tutte le tendenze o semi latenti. In essa, tuttavia, si condensa anche la pura Consapevolezza (Cit) la quale, allorché citta viene purificata (cittashuddhi) e le sue modificazioni estinte (cittavrittinirodhah), torna a risplendere nella sua interezza e nel suo stato infinito privo di modificazioni attive o latenti.