DISCORSO DIVINO

Noi siamo uno

5 luglio 2001

Colui che coltiva Amore nel campo del suo cuore
è un vero Cristiano, un vero Sikh,
un vero Indù, un vero Musulmano.
In realtà, egli è un autentico essere umano e vero Guru.
(Versi Telugu)


Dio pervade ogni cosa e risiede in tutti gli esseri viventi.
Analogamente i cinque elementi (1), che non sono altro che manifestazioni Divine, sono onnipervadenti ed onnipotenti. Il mondo intero è pervaso dai cinque elementi, delimitato dagli stessi e funzionante grazie ad essi. Non potrebbe funzionare se anche uno solo degli elementi fosse assente.

I cinque elementi sono nell'uomo i suoi cinque principi vitali, ma egli non ne capisce l'immenso potere. E', tuttavia, indispensabile che l'uomo conosca il significato degli elementi. Davvero benedetto e meritevole è colui che ne comprende l'importanza ed opera di conseguenza; infatti, egli raggiunge così gli obiettivi della vita umana, vale a dire i Purushârtha (2). E' sacro dovere d'ogni uomo riconoscere l'importanza dei cinque elementi, poiché essi sono la causa del piacere e del dolore, del buono e del cattivo; possono conferire felicità o sofferenza, secondo l'uso che l'uomo ne fa.

I loro nomi e forme possono sembrare semplici, ma essi sono assai potenti.
Dopo essere nato, l'uomo vive per alcuni anni ed alla fine abbandona il corpo. I cinque elementi sono responsabili della nascita, della crescita e della morte. Essi sono presenti e distribuiti nel microcosmo come nel macrocosmo, esistono nell'uomo dai piedi alla punta dei capelli. E' pertanto imperativo che l'uomo conosca il segreto di tali elementi.

Avendo ben compreso il significato dei cinque elementi, il Buddha si sforzò intensamente di conseguire il controllo dei cinque sensi. Egli insegnò:
"Buddham Sharanam Gachhâmi, Sangham Sharanam Gachhâmi" (prendo rifugio nell'intelletto illuminato, prendo rifugio nella comunità spirituale).
Usò il suo intelletto per comprendere la verità e la condivise con la società.

Per prima cosa Egli esercitò il controllo della vista. Tra i cinque organi di percezione, gli occhi sono dotati di potere immenso; infatti, quattro milioni di raggi di luce li attraversano. Oggi l'uomo fa un cattivo uso dei sensi e, come conseguenza, il suo corpo diventa ogni giorno più debole.
La durata della vita viene accorciata a causa di una vista impura e dall'indugiare in piaceri sensuali; centinaia di migliaia di raggi luminosi negli occhi vengono distrutti da una visione contaminata; ecco perché si sviluppano le malattie degli occhi. Oggi molta gente deve subire l'operazione della cataratta, per correggere la vista. I dottori asseriscono che i difetti degli occhi sono una conseguenza della cataratta, ma di fatto essi sono il risultato di una visione impura.

Occorre pertanto esercitare un opportuno controllo sulla vista. Quale che sia la disciplina spirituale intrapresa, non se ne può trarre beneficio se non si possiede il controllo della propria vista. Tutte le pratiche di preghiera, penitenza e meditazione danno solo una soddisfazione temporanea, ma non aiutano a controllare la vista. In verità, Srushti, l'intera creazione, si basa su Drishti, la vostra visione. Gli occhi sono in realtà come Sâstra, testi sacri.

Oltre al controllo della vista è necessario esercitare quello della lingua.
Ci sono 300.000 papille gustative sulla lingua; poiché l'uomo diventa schiavo del gusto e consuma numerose prelibatezze, rovina la lingua.
Non solo, egli fa in modo che la sua lingua pronunci parole impure e ferisce i sentimenti altrui, usando espressioni riprovevoli. La durata della sua vita viene ulteriormente ridotta dall'uso improprio della lingua.

Analogamente, tutti gli altri sensi perdono il loro potere per essere mal utilizzati, e concorrono così ad accorciare la vita. L'uomo deve innanzitutto tenere sotto controllo gli occhi e la lingua. Quando questi due organi sono controllati, la sua energia ne rimane rivitalizzata. Il potere non ottenuto in anni di penitenza, si raggiunge con un impiego sacro degli occhi e della lingua.

Oh lingua, che conosci il gusto, tu sei così sacra!
Esprimi la Verità nel modo più gradevole.
Canta i Nomi Divini di Govinda, Mâdhava e Damodara incessantemente.
Questo è il tuo più importante dovere.
(Versi Sanscriti)

Non procurate sofferenza al prossimo usando parole dure. Gli altri, di fatto, non sono "altri", ma il vostro stesso Sé, perché il medesimo Principio Âtmico è presente in tutti. Colui che provoca dolore e colui che ne soffre sono uno e lo stesso. Perciò non parlate mai in modo da far male ad altri. Ecco perché vi dico spesso di parlare meno; ma voi non prendete sul serio le Mie parole e siete incapaci di capire a quali rischi andrete incontro in futuro, parlando troppo.

Non guardate al male, ma vedete solo il bene. Solo allora i vostri occhi otterranno il sacro potere, grazie al quale saranno in grado di visualizzare la Divina Forma Cosmica. Le pratiche spirituali saranno più efficaci, se i sensi sono tenuti sotto controllo. Non tenendo in debito conto il grande potere dei sensi, ed utilizzandoli a sproposito, l'uomo vive nell'illusione di poter raggiungere importanti risultati intraprendendo diverse discipline che sono solo di natura fisica e mondana. In realtà, non ne ricava che una soddisfazione temporanea.

Per prima cosa dovete mantenere il controllo dei sensi. Non ascoltate mai nulla di cattivo. Se si presenta una tale situazione, allontanatevi immediatamente da quel luogo. Non ascoltate il male, non guardate al male e non dite il male. Fate ogni sforzo per sfuggire il male; solo allora la forza spirituale crescerà in voi sempre più.

Per quale motivo gli antichi saggi e veggenti trascorrevano gli anni della loro vita in solitudine nelle foreste? Solo per controllare i sensi. La vera disciplina spirituale consiste nel controllare i propri sensi; senza tale controllo, tutte le pratiche spirituali si dimostrano perfettamente inutili.
Invece di impiegare la lingua per pronunciare male parole, perché non cantate i Nomi Divini di Râma, Krishna e Govinda? State accumulando molti peccati a causa del cattivo uso dei sensi. I peccati così ammucchiati non sono visibili agli occhi, ma è certo che vi faranno soffrire. Ciò che è invisibile, vi porterà a consumare il frutto delle vostre azioni.

Comprendi, oh uomo, questo segreto del Karma!

Incarnazioni dell'Amore!
I sensi sono come i princîpi vitali di ogni uomo. Quando li avrete imbrigliati, la vostra vita sarà serena. Non dovete solo evitare chiacchiere disdicevoli o pettegolezzi, ma anche parlare meno. Le vostre conversazioni devono essere brevi e dolci. Saggi come Vâlmîki (3) e Vyâsa (4), e grandi devoti come Potana (5), composero sacri testi e santificarono le loro vite.
Emulate i loro ideali e rendete esemplari le vostre vite. Leggete i sacri testi, che queste anime nobili composero.

Oggi la gente legge libri che inquinano la mente: questa è una pessima abitudine. Nel leggere, nello scrivere, nel guardare o nel parlare ci deve essere solo il bene. Non commettete nessun errore volontariamente.
Grazie all'uso appropriato dei vostri sensi, potrete ottenere esperienza della Divinità nell'umanità. Potrete visualizzare le manifestazioni Divine e diventare voi stessi Divini, solo se impiegherete i sensi in modo sacro.
L'uomo, inconsapevole del suo potenziale divino, sminuisce se stesso e conduce una vita illusoria. Egli pensa che esista un potere superiore a lui e si sforza di raggiungerlo; ma, in realtà, non esiste alcun potere che gli sia superiore.

La Verità è una, ma i Saggi la indicano con nomi diversi.

C'è solo l'Uno, non esiste il secondo. E' un segno d'ignoranza pensare che ci sia qualcosa di diverso da voi ed esserne alla ricerca. La molteplicità deriva solo dalla vostra immaginazione.

Io sono Uno, diverrò i molti.

Comprenderete questa Verità quando avrete il controllo dei vostri sensi.

Incarnazioni dell'Amore!

L'Amore è vita per tutto. Per raggiungere tale stato d'Amore, dovete fare uso dei sensi in modo corretto. Il Buddha incontrò molte anime nobili, studiò i sacri testi ed intraprese varie discipline. Egli capì, in seguito a tali esperienze, che quelle strade si riferivano a Pravritti (sentiero esteriore). Alla fine comprese che la felicità si trova unicamente nell'uso appropriato dei cinque sensi. Smise quindi di leggere testi sacri, non andò più in cerca d'anime nobili e rinunciò a tutte le pratiche spirituali.
Egli capì che qualsiasi disciplina, esercitata per mezzo di questo corpo effimero, avrebbe portato solo ad una felicità transitoria.

Si raggiunge la vera ed eterna beatitudine, solo quando la disciplina è praticata con sentimenti puri e non mutevoli. Il Buddha esercitò il controllo dei sensi ed ebbe l'esperienza dell'infinita beatitudine, che non poté trattenere per se stesso. Quando abbracciò suo cugino Ânanda, che gli stava accanto, dicendogli: "Ânanda, ho raggiunto lo stato del Nirvana e non posso contenere la beatitudine solo per me; sono pronto a lasciare queste spoglie mortali", Ânanda cominciò a piangere. Il Buddha gli disse: "Oh sciocco! Invece di esultare per il conseguimento dello stato di beatitudine, perché te ne addolori?"

Voi cercate felicità effimere in cose mondane, mentre il Buddha si sforzò di raggiungere la beatitudine nel regno spirituale, il quale è vero, eterno ed immortale. Sebbene voi commettiate molti peccati, non li considerate tali; pensate piuttosto che siano del tutto naturali per gli esseri umani.
Continuate a commettere errori e pregate poi per il perdono. A dire il vero, non si dovrebbe mai chiedere perdono per le manchevolezze commesse; si dovrebbe invece essere pronti a subirne la punizione. Solo così potrete liberarvi dei vostri difetti.

Se un individuo commette un crimine grave, viene messo in prigione ed è rilasciato solo dopo aver scontato la pena per il periodo prescritto.
Analogamente, sarete redenti nel momento in cui i vostri peccati saranno espiati. Se volete la redenzione, dovete essere pronti ad affrontare il castigo per i vostri misfatti. Dovete esercitare il controllo sui sensi, ed essere certi di non ripetere più gli stessi errori.

Nel cantare i versi Vedici, che sono molto sacri, si ottiene immensa beatitudine. Ecco perché anche il Buddha, che all'inizio non credeva nei Veda, sviluppò il suo interesse per gli stessi. La gente ebbe l'impressione che egli fosse loro contrario, ma successivamente Shankârachârya (6) cercò di sradicare simile errata opinione, affermando che il Buddha non fu mai avverso ai Veda; spiegò invece che la gente stessa, per ignoranza, si comportava contrariamente ai Veda.

Il Buddha conquistò il desiderio, cosa non possibile per tutti. Non è necessario praticare alcuna disciplina particolare per conquistare il desiderio; infatti, esso non vi creerà alcun problema nel momento in cui comprenderete il significato interiore della vita. Oggi l'uomo è disposto ad abbassarsi a qualsiasi livello per il denaro; pretende di essere un gran devoto del Signore, ma cerca di imbrogliare il prossimo. E' questo il comportamento che deve tenere? No, egli deve conquistare il desiderio e controllare i sensi.

Studenti!
Voi siete giovani e avete l'età giusta per esercitare il controllo dei sensi ed utilizzarli in modo sacro. Una volta riconosciuto il giusto sentiero, non l'abbandonerete più. Potrete comprendere gli insegnamenti dei Veda, solo se coltivate buone qualità; potrete coltivare buone qualità, solo se seguite le pratiche spirituali. E' possibile che incontriate alcuni ostacoli lungo il cammino, ma non abbandonatelo mai.

Oggi celebriamo il Guru Pûrnimâ! Pûrnimâ significa giorno di luna piena. Chi è un vero Guru? I guru moderni sussurrano un mantra all'orecchio del discepolo ed allungano la mano per ricevere denaro. Questa gente non è idonea ad essere chiamata guru.

Colui che non ha attributi, né forma, è un vero Guru.

Il guru serve per farvi capire la Divinità priva di forma ed attributi.
Poiché è difficile trovare simili Maestri, considerate Dio come vostro Guru.

Il Guru è Brahmâ, il Guru è Vishnu, il Guru è Maheswara;
Il Guru è il Signore Supremo, a Lui m'inchino.

Considerate il Maestro come il vostro tutto. Nel mondo ogni cosa è una manifestazione della Divinità: in verità, tutto questo universo è Brahman.
Tutti sono incarnazioni della Divinità; infatti, quello che vedete non è altro che la Sua Divina Forma Cosmica.

Con le Sue migliaia di teste, migliaia di piedi e migliaia di occhi, Dio pervade ogni cosa.

Ciò significa che tutte le teste, i piedi e gli occhi che vedete nel mondo appartengono a Dio. Quando questa asserzione Vedica venne espressa, la popolazione del mondo intero consisteva soltanto di alcune migliaia di persone, ma ora conta invece alcuni miliardi. A quei tempi la gente considerava tutte le creature Divine e credeva nel detto Vedico:

Il saluto reverenziale rivolto a tutti gli esseri raggiunge il Signore Supremo.
Dio risiede in tutti gli esseri
L'intero universo è pervaso da Dio.

La Divinità non è limitata ad un luogo particolare; Dio è qui, Dio è là, Egli è ovunque. Voi create differenze a causa dell'illusione, ma la Divinità è Una e soltanto Una. E' dovere di un Guru diffondere simili principi d'unità. Oggi ci sono numerosi buoni discepoli, ma è molto difficile trovare un vero Maestro. Ci sono molti ragazzi buoni tra i nostri studenti; tuttavia, anche se ce n'è solo uno o due cattivi, tutti quanti ottengono cattiva fama e per questo dovranno subire una punizione.

Ecco un piccolo esempio. Di notte quando dormite, venite punti da una o due zanzare; Il mattino successivo spruzzate un insetticida ed uccidete tutte le zanzare, anche se solo alcune vi hanno punto.
Analogamente, Dio punisce coloro che si associano a cattive compagnie.
Ecco il motivo per cui si afferma:

Rifuggi le cattive compagnie,
Unisciti a buone compagnie,
Compi azioni meritorie giorno e notte.


Se si sviluppano in voi cattive qualità come l'ira e la gelosia, non lasciate che esse vi dominino, tenetele sotto controllo. Ripetete a voi stessi: "L'ira è una cattiva qualità, m'indurrà a compiere azioni riprovevoli ed alla fine mi porterà alla rovina".
Se siete adirati, sedetevi tranquillamente, bevete dell'acqua fredda e cantate il Nome di Dio. In tal modo l'ira gradualmente si dissiperà. Nel caso persistesse, recatevi in un luogo solitario e camminate alacremente per circa un chilometro. Ci sono numerose e semplici possibilità per controllare l'ira. Oggi i giovani, tuttavia, non fanno alcun sforzo per controllare la collera. Quando si arrabbiano, non perdono l'occasione per scagliare insulti contro il prossimo. Questo è il peccato peggiore. Mediante la preghiera e la contemplazione di Dio, dovete sforzarvi di controllare le cattive qualità esistenti in voi.

Incarnazioni del Divino Amore!
Come prima cosa controllate la vista e la lingua. Commettete una gran quantità di peccati a causa di una vista impura e sarete costretti a subirne le conseguenze. Quando impiegate i sensi per propositi iniqui, anche i figli da voi generati avranno attitudini mentali malvagie.

Non guardate al male, non ascoltate il male, non pronunciate parole empie.
Nei tempi antichi si era soliti prestare attenzione al fatto che le donne gravide non vedessero o sentissero cose cattive; infatti, la gente si premurava di raccontare loro le sacre storie del Signore, dar loro del buon cibo e trasmettere solo notizie irreprensibili.

Si comportavano così, perché sapevano che quando la madre nutre probi sentimenti, anche i suoi figli nascono con una mente buona. I peccati commessi dai genitori ricadono sicuramente anche sui figli.

Quando Subhadrâ (7) era incinta, un giorno Arjuna cominciò a descriverle i modi intricati e disorientanti per fare ingresso nel Padmavyuha, il labirinto a fiore di loto. Egli le spiegò dettagliatamente come entrare nel labirinto, ma mentre le stava illustrando la via per uscirne, Krishna apparve sulla scena e portò via Arjuna, dicendogli: "Non è il momento opportuno per parlare di queste cose; non è Subhadrâ, ma il bambino nel suo grembo, che ti ha ascoltato per tutto il tempo." Ecco il motivo per cui Abhimanyu sapeva come entrare nel labirinto, ma non come uscirne. Di conseguenza, vi rimase intrappolato ed alla fine fu ucciso.

Dio osserva tutto quello che fate. Potete pensare che gli altri non conoscano le vostre intenzioni e forse riuscite a chiuder loro gli occhi, ma è possibile ingannare Dio? Egli sa tutto. Pertanto fate sempre il bene.
Tutti i vostri peccati saranno espiati, se utilizzate i sensi in modo corretto.

Quando vi arrabbiate, perdete tutto il vostro potere discriminante e vi comportate in maniera disumana. Se vi adirate, abbandonate immediatamente quel posto. E' meglio allontanarsi dal peccato, piuttosto che commetterlo, per poi pentirsene.

Voglio dirvi ancora una cosa. Può essere che soffriate per quello che ora vi dirò, ma IO ne sono felice. Da oggi in poi non concederò più a nessuno Pâdanamaskâr (il prostrarsi ai piedi ndt), perché voi ed IO siamo Uno.
Dio è presente in tutti.

Dio risiede in tutti gli esseri.

Comprendete questa verità. Da oggi in poi ho deciso di non concedere più a nessuno il Namaskâr. Se volete, potete prostrarvi ai piedi dei vostri genitori, perché né loro, né voi siete consapevoli della verità che Dio è presente in tutti; ma poiché IO conosco la verità, la devo seguire. Il medesimo Sé è presente in voi, in Me ed in tutti. Per questo motivo non serve che uno faccia Namaskâr ad un altro. Se volete in ogni caso fare Namaskâr, fatelo mentalmente. Unite le palme delle mani e dite: "Swami, Ti offro i miei dieci sensi (8)." Ciò è sufficiente. Non è necessario che tocchiate i Miei piedi per fare Namaskâr. Dovete capire la verità che Dio è dentro di voi ed agite quindi in conformità; in tal caso voi diventate Dio stesso.

Se qualcuno si prostra ai piedi, gli altri ne sono gelosi. Faccio cessare quindi questa pratica del Namaskâr, solo per evitare che simili sentimenti di gelosia sorgano in voi. Ovunque vi troviate, offrite il vostro Namaskâr mentalmente. Ciò mi dà felicità. Ve l'ho già detto molte volte, ma voi non l'avete messo in pratica. Toccare i piedi di Swami e magnificarlo sono pratiche sbagliate.

Iniziando dalla festività odierna, il Guru Pûrnimâ, sviluppate sentimenti sacri e gioite nella beatitudine e nella pace suprema. Ogni uomo aspira ad ottenere Ânanda, beatitudine, ma come può fare per conseguirla?
Nell'uomo ci sono cinque Kosha (9), involucri:

1. Annamaya Kosha (l'involucro esterno fatto di cibo)
2. Prânamaya Kosha (l'involucro d'energia composto dai cinque soffi vitali)
3. Manomaya Kosha (l'involucro mentale costituito dal pensiero)
4. Vijñânamaya Kosha (l'involucro dell'intuizione e saggezza costituito dall'intelligenza)
5. Ânandamaya Kosha (l'involucro più interno costituito dalla beatitudine).

Fate ogni possibile sforzo per raggiungere Vijñânamaya Kosha, l'involucro della saggezza. Solo così potrete raggiungere Ânandamaya Kosha, l'involucro della beatitudine. Conducete una vita felice e gioiosa e condividete la vostra felicità con gli altri. Non immaginate quanto grande sia questa Beatitudine. Proprio come un piccolo pezzo di legno diventa fuoco quando viene a contatto col fuoco stesso, così voi, quando mi siete vicini mentalmente, diventate Divini. La vostra mente diventa illuminata e dissolve l'oscurità dell'ignoranza presente in voi.

Non abbattetevi, né scoraggiatevi se Swami vi ha parlato così; consideratelo per il vostro bene. Il piacere è un intervallo fra due dolori. Quando mi muovo in mezzo a voi, altri possono essere disturbati, se vi prostrate ai miei piedi.
Da oggi innanzi fate un uso appropriato dei sensi e seguite quanto vi ho detto a proposito del Pâdanamaskâr.


Bhagavân concluse il Suo Discorso con il Bhajan: "Prema Mudita Manase Kaho Râma Râma Râm..."


Prashânti Nilayam - Sai Kulwant Hall, 05 Luglio 2001
"Guru Pûrnimâ(10)"


Note:

1) I cinque elementi, sono: spazio o etere, aria, fuoco, acqua e terra.
L'etere, il più sottile degli elementi, ha come caratteristica il suono; l'aria, la cui caratteristica è il tatto, forma nel corpo umano i cinque soffi vitali; il fuoco, la cui caratteristica è la forma, diventa nel corpo umano i cinque organi di senso interni (orecchie, pelle, occhi, lingua e naso); l'acqua , la cui caratteristica è il sapore, forma nel corpo umano i cinque Tanmâtra, l'essenza degli elementi sottili; la terra, la cui caratteristica è l'odore, costituisce i cinque organi d'azione (organi vocali, mani, piedi, genitali ed organi di escrezione). Da ciò si può rilevare come i cinque elementi siano in relazione con gli organi di senso del corpo umano.

2) I quattro fini dell'esistenza umana: l'acquisizione di Artha (benessere) per mezzo del Dharma (rettitudine) e sviluppo di Kâma (desiderio) per Moksha (liberazione).

3) Vâlmîki, celebre saggio, ispirato da Brahmâ stesso a comporre la vita di Râma; in tal modo egli diede al mondo il primo poema in Sanscrito, il Râmâyana.

4) Vyâsa, grande saggio che visse intorno al 3800 a.C. Discepolo di Nârada, gli si deve la suddivisione e la compilazione dei quattro Veda, la composizione del Mahâbhârata, dei 18 Purâna (tra cui il Bhâgavata), del Brahma-sûtra e dei Samhitâ.

5) Potana, famoso compositore di musica spirituale. Tradusse in lingua telugu il Bhâgavata.

6) Shankârachârya (788-820 d.C.) - Uno dei più insigni maestri religiosi indiani. Interpretò le Upanishad, la Bhagavad Gîtâ ed il Brahmasûtra dal punto di vista dell'Advaita, la non dualità.

7) Subhadrâ era sorella di Krishna, moglie di Arjuna e madre di Abhimanyu.

8) I cinque organi di senso interni o Jñânendriya (orecchie, pelle, occhi, lingua e naso) ed i cinque organi d'azione o Karmendriya (organi vocali, mani, piedi, genitali ed organi di escrezione).

9) I cinque differenti "involucri" che avvolgono e racchiudono l'Âtma, il Sé, e costituiscono la struttura umana.

10) Il giorno di luna piena del mese di Âshâdha (giugno-luglio) dedicato al Guru, Maestro spirituale. E' il giorno in cui Nârada, grazie ai suoi divini insegnamenti, rimosse ogni dubbio dalla mente di Vyâsa, il quale proprio in questo giorno iniziò a scrivere il Brahma-Sûtra.