DISCORSO DIVINO

Memorie dell'infanzia di Bhagavan

1 ottobre 2000

"Molti pregano per conoscere Brahma
Ma non c'è nessuno che metta in pratica i Suoi insegnamenti.
La parola di Sai rappresenta la Verità"


Incarnazioni dell'Amore!

Ogni Indiano ha un cuore puro ed equilibrato. La loro consapevolezza che ogni oggetto del mondo sia di natura Divina, si basa su grandi affermazioni come 'Sarvam Khalvodam Brahma, Sarvam Vishnumayam Jagat e Isavasasyamidam Sarvam' che da sempre hanno proposto l'Eterna Verità. La cultura Indiana è piena di tali insegnamenti. Oggi però c'è una naturale riduzione del numero di persone che mettono in pratica tali sacri insegnamenti.

Molti affermano che Dio è Onnipervasivo, ma poi o non ci credono realmente o non ne hanno veramente compreso il significato. La cultura Indiana è eterna ma questa cultura, gloriosa e Divina è oggi ignorata da molta gente.
Per quale ragione? Essi trascurano la Divinità e scordano i valori umani che da essa traggono origine. Forse che l'uomo sta praticando quella Verità che ha origine in lui stesso? Dio, che è Verità, è presente in ogni individuo.
L'uomo, quando non riconosce questa Verità, sviluppa una visione errata della realtà.

Per anni gli indiani, al di là di ogni fede, hanno venerato alberi e rocce.
Molti, interpretando male questo fatto, considerano gli indiani sciocchi o superstiziosi. Questo, però, non è vero, perché in questo mondo non c'è nulla che non sia Divino. Se le cose stanno così, cosa c'è di sbagliato nel venerare una roccia o un albero come se fosse Dio? Questo dimostra che Dio è UNO, anche se questo sentimento di Unità non è condiviso dagli uomini moderni.

Sebbene qualcuno creda ancora nella fratellanza dell'Uomo e nella paternità di Dio, la Bhagavad Gita non è d'accordo con questo. Essa proclama che è l'Unità la vera essenza della spiritualità, anche se tale cultura indiana non è condivisa ovunque. Criticare indifferentemente gli altri finisce per essere come criticare il Dio che ci si è scelto. La Divinità è presente in tutti. Invece di riconoscere questo fatto, la gente si danna a criticare gli altri. Basandosi su questo fatto la Baghavad Gita esorta a: 'Adveshta Sarvabhutanam' - non odiare nessun essere.

L'antica cultura indiana è molto nobile. La filosofia di base di giustizia sociale degli indiani, non è condivisa ovunque. Come può l'uomo comprendere una tale purezza, che va al di là del sentimento di Unità? Solo considerando l'Umanità nella sua totalità, potrete rendervi conto della Onnipervadenza Divina. La Bhagavad Gita esalta il fatto che il principio Divino, presente nelle rocce, nelle rane, nei mucchi di terra, negli alberi è sempre lo stesso. Ancora oggi molta gente venera gli alberi. Essi coltivano una pianta di Tulasi nella loro casa e poi la venerano. Bilva Patra e foglie di Tulasi sono considerate offerte sacre per Dio. Per un Indiano qualunque cosa vediate, diciate, facciate, crediate o pratichiate è una manifestazione del Divino. Molte grandissime persone hanno creduto e messo in pratica una tale concezione di Unità.

Thyagaraya fu uno di questi: "Oh Rama, tu sei presente sia in una formica che in Brahma, in Siva e Keshava!! O Compassionevole!! Inondami con la tua Grazia."
Egli era convinto della presenza della Divinità anche in una formica.
Quanta energia è stata concessa alla piccola formica se un suo piccolo morso causa paura anche ad un uomo! Dio gliela ha concessa perché potesse proteggersi.
Tuttavia, in questo mondo, nessuno è in grado di apprezzare e comprendere l'essenza della cultura indiana, la sua purezza e la sua fede.
Moltissimi tra gli stessi indiani non ne comprendono il vero significato.

Questa sera Sanjay Sahni ha parlato di un piccolo cane. Era con Me laggiù e quando ho salito i gradini è salito anche lui. Oggi gli uomini hanno meno intelligenza anche di un semplice cane! Un cane può capire ciò che sta per succedere, mentre l'uomo no. Per esempio, immaginate di stare camminando su un sentiero mentre un cane giace in un fosso ad una ventina di passi distante da voi. Se passate di li senza nessun sentimento di odio, egli resterà immobile. Ma se solo pensate di gettargli una pietra, anche se siete lontani venti passi, il cane scapperà via. Rendetevi conto di quanto possa essere intelligente e di come comprenda i pensieri e i sentimenti dell'uomo!

Pertanto è abbastanza ovvio che la Divinità è presente in tutti gli esseri viventi. Il futuro dell'Universo è strettamente legato al futuro degli esseri viventi. Nessuno può mai affermare con totale certezza cosa sia Dio e cosa non sia. Ogni indiano deve fermamente essere convinto di questo.
Osservate attentamente ogni pietra e troverete che essa ha una forma, poi stimatene peso, valore e forma. Questa è l'Energia. Questa è la Divinità presente in tutte le forme. Un pietra può danneggiare chiunque. Gli scienziati attribuiscono questa capacità ad una legge di natura, ma questo è sbagliato. Dipende dalla legge della creazione. L'energia del creatore è fondamentalmente la ragione di questo fatto.

Analizzate ogni cosa, ovunque troverete la presenza dell'Energia Divina.
Questo fazzoletto è fatto di cotone. Il cotone è tanto leggero che una semplice brezza potrebbe farlo volare via. Questo cotone nel fazzoletto ha invece assunto una forma abbastanza resistente. L'unità della trama conferisce la resistenza a questo tessuto.

Se voi svilupperete una relazione simile a questa con Dio, anche voi diventerete Divini. Fino a che sarete convinti che un albero sia solo un albero, che una pietra sia solo una pietra, niente potrà cambiare.
Dovete percepire la Divinità in tutte queste cose, e questo sarebbe del massimo aiuto per tutti. L'albero dona la sua ombra anche all'uomo che sta per abbatterlo con un ascia. Scordate il male ricevuto in passato e offrite un frutto a chi ve lo ha fatto! Questo significa che Dio non conosce lode o biasimo, perché ogni cosa è la Sua stessa forma. Stando cosi le cose perché mai l'uomo dovrebbe sviluppare odio?

Oggi l'uomo venera Dio, ma contemporaneamente fa del male a qualche altro essere umano. Si può forse chiamare devozione? No. Quando riconoscete la verità che Dio è presente in ogni essere e soprattutto la metterete in pratica, capirete che Dio è presente in voi.

Molte volte, nel mondo di oggi, le persone sono rispettose verso gli altri esseri umani ma poi fanno del male ad altre forme viventi. L'Amore di Dio è unico e dovrebbe essere diviso con ogni essere vivente in modo del tutto non egoistico. Se coltiverete un simile Amore, questo fluirà verso tutti gli esseri. Non bisogna fare l'errore di estendere l'amore solo agli esseri umani. Esso riguarda tutti gli esseri viventi nel massima estensione del termine.

Invece di considerare che tale Amore è Dio, la gente tratta Dio come qualcosa di inerte. Le cose avvengono in modo conforme a ciò che uno sente.
Se in noi esistono sentimenti malvagi, lo scenario intorno a noi diverrà cattivo. L'errore sta nel modo di vedere le cose e non nella creazione di Dio. Ma come può un tale modo di sentire le cose nascere in voi, dal momento che tutti siete Divini? Sono gli attaccamenti del corpo che sostengono queste cose.

La Divinità non ha alcun attributo. La Divinità viene descritta come Nirgunam, Nirajanam, Nitya, Buddha, Shudda, Mukta, Nirmala, Swarupinam (senza attributi, senza forma, pura, antica, eterna, immortale e dolcissima). Sbagliate quando sviluppate attaccamenti al corpo. Questo corpo inerte e mortale sarà vostro solo fino a che vivrete. Perché dovreste confidare in esso? Dovete utilizzarlo come uno strumento, senza mai pensare che 'VOI' siate quello strumento.

Dal momento che gli attaccamenti al corpo influiscono sulla fiducia in voi stessi, se avrete ben compreso il principio di Unità, non dovreste mai recar danno ad alcuno. Recar danno a qualche essere è come recar danno alla propria Divinità. Voi venerate solo oggetti inerti senza rendervi conto della Coscienza latente in essi. La Bhagavad Gita dice: "Il corpo è il tempio e Jiva (anima individuale) è il suo abitatore". Dovete quindi avere il massimo rispetto di questo tempio e mantenerlo in salute. Perché mai un uomo dovrebbe recar danno al tempio del proprio corpo?

Voi prestate orecchio a numerosi insegnamenti sacri, ma ne mettete in pratica anche uno solo? Voi salutate Brahma davanti a voi, mentre dietro le vostre spalle schiacciate una formica. Non c'è coerenza tra le vostre parole e le vostre azioni quando venerate una forma e contemporaneamente arrecate danno a qualcuno. Questo fatto in realtà vi allontana dalla Divinità.

Oggi i desideri sono cresciuti oltre ogni limite. E' necessario tagliarli se si vuole realizzare la Divinità. Mangiate quindi il cibo strettamente necessario al vostro sostentamento e indossate gli abiti strettamente necessari a ripararvi dal freddo. Quando Gesù venne messo in croce, Maria era molto addolorata. Ma una voce nascosta la confortò: " La morte è il vestito della vita." Il vestito cambia in continuazione, ma Jiva, l'anima individuale è sempre la stessa. Questo Jiva non conosce la morte. Si dice: "Esso non conosce né morte, né nascita, è eterno. Non ha né principio, né fine. Non è mai nata e non muore e non può essere macchiata. Essa è onnipervasiva. Essa è l'Atma".

La spiritualità è nata in questa terra indiana. A che serve vivere se non si conosce questa terra dove è nata la spiritualità? Ogni giorno voi fate devozione o meditate. Ma anche a voi non è ben chiaro su cosa state meditando. Evitate questi rituali privi di ogni significato.

Amate ogni cosa vivente. Mentre Dharmaja era sulla strada verso il paradiso, suo fratello e sua moglie lasciarono il loro corpo uno dopo l'altro. Ma un cane lo seguì fino alla fine. Quando i messaggeri del paradiso lo invitarono ad entrare, egli insistette che il cane entrasse prima di lui perché lo aveva accompagnato per tutto il cammino. In questo modo Dharmaja mise in pratica la moralità e la integrità.

Non tradite mai la fiducia della gente e non ingannate mai chi vi ha aiutato. Oggi l'uomo non sa più cosa sia la gratitudine. Egli ricambia tutti i favori che riceve, recando danno agli altri. In cambio di un favore ricevuto, la gratitudine dovrebbe scorrere nelle vene per tutta la vita.

Eccovi un piccolo esempio. Quando questo corpo studiava a Uravakonda ero solito dividere il banco con altre due persone. Io stavo nel mezzo e gli altri due ai fianchi. Il loro nome era Ramesh e Suresh. Essi avevano circa 7-8 anni ma non erano molto bravi negli studi. Così, quando il maestro li interrogava, essi erano soliti dare le risposte che io suggerivo, e questo portava loro grandi lodi da parte dell'insegnante. Questa cosa durò per un pò di tempo e conseguentemente il loro atteggiamento nei miei confronti subì un graduale cambiamento.

Essi cominciarono a pensare che per loro esistesse solo l'aiuto di Raju.
Ripetevano continuamente il suo nome e ogni volta che la loro madre preparava qualche buon piatto per loro, essi lo incartavano e lo portavano a Raju. Ma io rifiutavo di accettarlo dicendo: "Io sono colui che sempre dà e mai riceve. La nostra amicizia durerà molto più a lungo senza tutti questi doni. Se io accettassi vi dovrei gratitudine e quindi preferisco non accettare."

Mahboob Khan era un insegnante di Inglese. La sua relazione con Me non è stata superficiale, ma sicuramente molto 'Atmica'. Quando era il turno della mia classe, egli forzava gli altri insegnanti a mancare. La classe era piena di studenti con un divario di età di otto anni. Quando vedevano Mahboob avvicinarsi essi cominciavano a stuzzicarmi e a prendersi gioco di me.

Mahboob raramente insegnava qualcosa. Appena si sedeva egli chiamava:
"Raju!" Io a bassa voce gli dicevo: "Signore, gli altri studenti potrebbero fraintenderla, quindi lasci che io sieda nel banco insieme agli altri.
Non mi chiami in continuazione." Questo lo faceva arrabbiare e diceva:
"Lascia che pensino ciò che vogliono. Io non li temo. Io non sto facendo nulla di sbagliato. Io amo tutti, ma soprattutto amo te. E questo a causa della Energia Divina che traspare in te."
Io racconto queste cose ancora una volta a vantaggio di tutti.

I nostri esami pubblici si avvicinavano. Dovevamo recarci a Uravakonda.
Non c'erano né autobus né carri trainati. Puttaparthi, che oggi è una città, 60 anni fa era solo un piccolo villaggio sperduto. Ora c'è un'università, un aeroporto, una stazione ferroviaria e tante altre comodità. Ma in quei giorni, bisognava camminare trasportando grossi pesi. Dopo avere camminato per un pò di strada, eravamo soliti riposarci sotto un albero e poi riprendevamo la strada cantando e scherzando.

Ramesh e Suresh erano molto preoccupati pensando all'esame che dovevano sostenere. Io dissi loro: "Abbiate fede in Me, farò in modo che siate promossi." Io dissi loro cosa dovevano fare esattamente. Non appena entrammo nell'aula ci vennero dati fogli bianchi per le risposte e ognuno di noi si sedette nel posto che gli era stato assegnato. I numeri assegnati furono: 9 per me, 300 per Ramesh e 200 per Suresh. Ma essi seguirono le mie istruzioni nei minimi dettagli.

Oggi con i nostri ragazzi dei Bhajan è diverso. Io ho più volte enfatizzato che si devono suonare Bhajan relativi a tutte le religioni per dare soddisfazione a tutte le persone. Se una volta si canta un Bhajan per Vishnu, il successivo dovrebbe essere dedicato a Siva per dare soddisfazione anche a quei devoti. Ogni partecipante deve provare gioia. Ma i nostri ragazzi non mi danno ascolto e fanno come pare a loro. Quindi io mi sono stancato di dirglielo.
Ma quei due ragazzi (Ramesh e Suresh) erano molto diversi. Essi entrarono nella sala degli esami e fecero finta di scrivere per due ore. Dopo due ore i compiti furono raccolti. Io scrissi anche i loro compiti imitando la loro calligrafia dal momento che avevo finito il mio dopo solo mezz'ora.
Pertanto dopo una ora e mezza io consegnai il mio foglio e tre di noi uscirono.
Tutti gli studenti discussero le risposte fuori dell'aula. Ma quei due, fedeli alle mie istruzioni, non fecero parola delle loro risposte con nessuno.

Il giorno dopo si conobbero i risultati. Solo Ramesh, Suresh ed io fummo ammessi alla prima classe. Nessuno ebbe alcun sospetto perché i nostri numeri di registrazione erano molto lontani e perché avevo imitato molto bene le loro calligrafie. Fummo portati in trionfo per tutta la strada.
I due stavano con la testa china, mentre io li incoraggiavo a mostrarsi audaci e a tenere la testa alta. Il terzo giorno in classe vennero fatte delle domande basate sull'esame. Ramesh e Suresh non seppero naturalmente rispondere a nessuna di queste. Io suggerii loro di dire che durante l'esame le risposte erano scaturite dal loro cuore.

Una volta ero di ritorno da Hampi e avevo smarrito la mia targhetta di riconoscimento. Questa targhetta è una illusione, ciò che avevo smarrito erano tutti i legami. "Conoscetemi come Sai. E cessate ogni tipo di sforzo per legarmi con i vostri attaccamenti. Da questo momento tronco ogni relazione con voi. Niente e nessuno può tenermi legato." Seshama Raju ricorda spesso questo episodio. E molto spesso me lo racconta.

Quando lasciai Uravakonda, Kameswar Rao era il capo del villaggio.
Tutti, incluso lui, si misero a piangere per la mia partenza. Ma io non mi lasciai commuovere. Potevo mai sottomettermi a tutto questo? Il giorno seguente essi chiesero ad un altro ragazzo di condurre la preghiera al posto mio. La preghiera scelta era stata composta da Me. Quel ragazzo, che era Maomettano, era un buon cantante. Egli salì sul palcoscenico ma non riuscì a cantare e ricordandosi di me scoppiò in un pianto ininterrotto. La preghiera fu interrotta e tutti furono mandati a casa.

Senza Raju, Ramesh e Suresh si rifiutarono di sedersi nel banco e di stare in classe. Ramesh corse e si uccise gettandosi dalle scale. Suresh inizio a piangere: "Raju, ci hai lasciato, Raju ci hai lasciti!" Egli divenne matto e fu internato in un ospedale mentale a Bangalore. I suoi genitori mi pregarono una volta di andare a trovarlo. Swami disse loro: "L'attuale Suresh è diverso da quello dei giorni passati. Non ho nulla in comune con lui. Per questo non c'è alcun motivo che io lo vada a trovare." Dopo pochi giorni anche egli lasciò il suo corpo.

Quando stavo nel vecchio Mandir ho avuto due cani, Lilly e Billy.
Lilly ebbe due figli Jack e Jill. Questi due non erano niente altro che la reincarnazione di Ramesh e Suresh, tornati per poter stare con Me. Uno dormiva vicino ai miei piedi e l'altro vicino alla testa. Essi si alzavano immediatamente ogni volta che accennavo ad un movimento.

Una volta la regina del Mysore venne qui per assistere al mio Darshan.
Essa era molto ortodossa. Per questo scese dalla macchina a Karnatakanagepalli e camminò fino a Puttaparthi. Dopo la cena, il suo autista doveva fare ritorno alla macchina. Era buio e non conosceva la strada. Io ordinai a Jack di mostrargli la strada e l'autista lo seguì. L'autista dormì in macchina mentre Jack si sistemò sotto la macchina.

La mattina seguente il guidatore mosse la vettura e passò sopra il povero Jack. Allora Jack si trascinò lungo il fiume verso il Mandir. Il custode, Subbanna, che sorvegliava il Mandir, mi avvisò che per qualche motivo Jack stava avvicinandosi lamentandosi. Io risposi che lo sapevo e mi avviai verso il cancello del Mandir. Piangendo vistosamente, Jack cadde ai miei piedi e abbandonò il suo corpo. Jack fu bruciato di fronte al Mandir. Anche Jill mori alcuni giorni dopo. Ho costruito un Samadhi per loro e di fronte ho piantato una pianta di Tulasi, che è rimasta lì per molto tempo.
Recentemente, mentre mi trovavo a Bangalore, allo scopo di ampliare il Kalyana Mandapan gli ingegneri lo hanno abbattuto. Così dopo avere passato le loro ultime vite come cani essi si sono finalmente uniti a Me.
Coloro che credono in Me non moriranno mai.

Una volta dovevo partecipare ad un campo scout ma non avevo l'uniforme.
Il padre di Ramesh era un ufficiale e Ramesh gli chiese due uniformi, senza però dirgli che la seconda era per Me. Ramesh impacchettò l'uniforme e la mise sotto la mia scrivania con un biglietto in cui diceva che se Raju non l'avesse accettata egli si sarebbe tolto la vita. A mia volta lasciai un'altra nota che se voleva conservare la nostra amicizia doveva prendersi indietro l'uniforme. Ramesh lo considerò un mio ordine e la prese indietro.
Questo dimostra che in quei giorni i fanciulli eseguivano gli ordini anche in cose di poca importanza.

Quando andavo a scuola a Bukkapatnam, ero solito insegnare a Puttaparthi a ragazzi più vecchi, con età tra i 20 e i 30 anni. Essi si guadagnavano da vivere vendendo fiori di gelsomino. Io ero solito fare scuola la sera, dopo essere ritornato da Bukkapatnam. Essi riverivano Raju come Guru.

Vicino al monte Magha, i fanciulli del villaggio erano soliti fare un bagno cerimoniale nello stagno vicino al tempio di Hanuman. Una volta dopo il bagno io dissi loro di camminare intorno al tempio. Essi mi chiesero di fare altrettanto ma io finsi di avere male alle gambe. Dietro le loro amorevoli insistenze, feci un giro con loro. Alla fine del primo giro una grossa scimmia si mise sulla mia strada, bloccando il mio cammino. Ogni sforzo di farla andare via fu inutile. La grossa scimmia mi pregò di non girare intorno a lei. Io ho poi spiegato ai ragazzi che quella scimmia era armata di sacri sentimenti. La grande scimmia non era altri che Hanuman in persona.

Nel frattempo, Seshamaraju fu trasferito a Uravakonda. Con l'intenzione di fare continuare a Raju gli studi superiori, Seshamaraju decise di prenderlo con lui. Venuto a sapere questo fatto, i fanciulli si disperarono per non avere nulla da offrirmi come Gurudakshina. In quei giorni il denaro era molto più prezioso di qualunque altra cosa, così essi raccolsero un paisa a testa e me lo offrirono. Io rifiutai di accettarlo e chiesi loro di conservarlo. In questo modo gli abitanti del villaggio dimostravano la loro gratitudine verso di Me. Essi mi accompagnarono a Bukkapatnam piangendo e implorandomi di ritornare presto.

Ma oggigiorno gli studi moderni hanno portato un declino nella natura umana.
La Gratitudine non esiste più. La qualità dell'Amore ha perso la sua purezza. Per questo motivo tutto il paese sta soffrendo. In quei giorni c'era moltissimo rispetto reciproco. Una volta, mentre tornavo da Bukkapatnam, una madre stava rimuovendo i pidocchi dai capelli di suo figlio. Essa masticava paan e non essendosi accorta di me stava sputacchiando.

Uno schizzo arrivò sul mio vestito. Essa fu molto rattristata per questo fatto. Gli abitanti del villaggio erano tutti pieni di molto amore e affetto verso di Me. Essa mi fece togliere la camicia e lei stessa la lavò.
Tale era l'affetto e la gratitudine che gli abitanti del villaggio avevano verso di Me. La gratitudine e la purezza dovrebbero scorrere nel sangue. Non c'è alcun perdono per chi non sa essere grato.

La nostra visione è un dono del Sole. Chandrama Manaso Jathaha Chaksho Suryo Ajayatha . Il sole che dà la potenza della visione, può toglierla agli occhi degli ingrati facendoli diventare ciechi.

Tutti conoscono la storia di Kondama Raju. Egli era un ottimo cantante.
Quando narrava l'episodio dello svenimento di Lakshmana sulla riva del fiume, la gente dell'intero villaggio accorreva ad ascoltarlo. Nel film di Anjali Devi dovreste avere compreso il suo carattere. Egli aveva 112 anni e tutte le mattine veniva a piedi a questo Mandir.

Un giorno io lo avvicinai ed egli mi chiese: "Swami, quanto ancora vivrò?
Quando lascerò questo corpo?" Io gli risposi di stare tranquillo che in quel momento fatale io sarei stato con lui. Alcuni giorni dopo, stavo passeggiando per il villaggio. Egli se ne rese conto e subito chiamò Easwaramma.

"Easwaramma, Swami sta venendo. E' giunto il momento di andarmene." Le chiese di portargli un pò d'acqua, poi chiese a Swami di bere l'acqua dal contenitore e di dargli la parte rimasta. Io finsi di farlo e allora egli bevve. Poi prima di morire mi disse: "Io ho avuto una piccola bottega.
Non ho mai fatto ingiustizie a nessuno, ma potrei disgraziatamente avere dimenticato di restituire uno o due paisa a qualcuno. Nella nostra famiglia è nato Swami. La nostra discendenza è stata santificata. Per questo motivo non voglio assolutamente lasciare un debito dietro di me. Mi devi promettere una grazia. Quando porteranno il mio corpo in processione, fa in modo che alcuni paisa vengano lanciati qua e là, in modo che i miei debiti con quelle persone che li raccoglieranno possano essere sicuramente saldati." Poi abbandonò il suo corpo in pace.

Anche il padre di questo corpo era solito fare i suoi piccoli affari.
Andava fino a Bukkapatnam quando qualche devoto desiderava una noce di cocco.
In questo modo di rendeva utile a tutti. Un giorno andò da Swami e disse che voleva parlargli per pochi minuti. Io avevo già chiamato un gruppo per una intervista e gli dissi che lo avrei chiamato alla fine dell'intervista con i devoti. Si trattava di qualcosa di urgente per cui lo chiamai subito.

Egli teneva i suoi soldi in un angolo del dothi. A quei tempi non esistevano né tasche, né portafogli. Egli prese fuori quei soldi, me li mise in mano e mi chiese di distribuire cibo ai poveri per 10 giorni dopo la sua morte. Mi ricordò anche che avrei dovuto procurarmi grano, riso e zucchero necessari per questo scopo. Dopo questo se ne tornò a casa e giocò per alcuni minuti con Ratnakar, figlio di Yanakiramayya. Quando Easwaramma tornò a casa consegnò il fanciullo nelle sue mani e lasciò il suo corpo fisico.
Coloro che conducono una vita sacra avranno sempre una fine sacra.

Anche Easwaramma ebbe una fine sacra. Durante il corso estivo di Bangalore la colazione era stata servita agli studenti alle 7,30 del mattino.
Gokak era sempre molto disciplinato ed era solito fare ogni cosa al momento esatto. Eswaramma aveva già fatto la sua colazione e sedeva nella veranda.

All'improvviso essa gridò: "Swami! Swami!" Io mi trovavo nella mia stanza al piano di sopra e mi accingevo a scendere. Essa mi chiese di scendere molto velocemente. Appena Swami arrivò, prese le mie mani e abbandonò la sua vita.
Le anime pure fanno sempre una morte sacra. Questo è stato anche il caso di Kondama Raju e di Pedda Venkama Raju; tutti ebbero una morte serena.
Essi furono tutti scelti da Swami. Normalmente sono i genitori a scegliere i figli ma nel mio caso, fu il figlio a scegliersi i genitori. Questa è la storia gloriosa della vita di Swami.

Sanjay Sahni ha parlato degli Avatars e questo è il solo motivo per cui ho parlato di queste cose. Io non ho mai fatto male a nessuno, né ho mai usato parole dure verso qualcuno. Al massimo posso aver sgridato qualcuno chiamandolo Dunnapotha (Buffalo). Io spargo sempre Ananda sugli altri.
Fate il modo anche voi che tutti siano felici, che tutti siano sereni.
Lasciate che ognuno faccia i suoi sforzi nel cammino spirituale, sviluppando la fiducia in se stesso.

Solo con la fiducia in se stessi si può avere successo nella vita.
Tutti coloro che sono presenti qui, tutti coloro che vivono qui, dovrebbero avere fiducia in se stessi. Senza questa, la vita è inutile. L'Atma è la vita.
Anche se uno non è un devoto dovrebbe avere fiducia in se stesso. Tutti dovrebbero gioire per la beatitudine dell'Atma. Cos'è la felicità? La felicità è l'unione con Dio. Godetevi la beatitudine di questa unione.

Oggi è il primo giorno della festa di Navaratri. Navaratri è dedicata alla madre Durga, alla madre Kali e alla madre Lakshni. Queste tre divinità non sono fra loro diverse. Esse hanno la forma dell'energia. Saraswathi è la divinità della parola. Lakshni è la forma di Ananda. Tutte tre sono presenti in ogni uomo e non occorre cercarle altrove. L'uomo è Divino, e l'umanità è Divinità. Considerate l'uomo come divino, e il corpo come il tempio della divinità e gioite della beatitudine divina.

Bhagavan ha concluso il suo discorso intonando il Bhajan "Hari Bhajan Bina Suka Shanti Nai..."


Prashanti Nilayam, 1° 0ttobre 2000
Festa di Dasara