DISCORSO DIVINO

Navaratri

17 ottobre 1999

Baba canta
“Brahmanandam, Brahmanandam, Paramasukhadam,
Kevalam, Jnanamurthim
Dvandvatitham Gaganasadrusam Tatwamasyadhi
Lakshyam Ekam Nityam
Vimalam Achalam Sarvadhi Sakshibhutam
Bhavathitham Trigunarahitam Sadgurum”

Incarnazioni dell’Amore!
Per chiarire i segreti ed i misteri dei più alti Princìpi enunciati nei Veda, è essenziale che l’uomo possieda delle nobili qualità.
Prendete, per esempio, l’enunciato: Sarvam Kalividam Brahman (Tutto è Brahma, Dio).
Come può l’uomo capirne il significato?
“Brahmanandam”
Abbiamo qui il termine Brahmananda. Qual è il significato di Brahmananda? Significa piacere terreno? Significa felicità materiale? E’ la felicità che deriva dalle cose materiali?
No, no!
“Brahmanandam” Brahmananda è la Gioia immutabile.
La parola Brahma deriva dalla radice Brihat, che vuol dire vastità, immensità. Questa parola non può essere compresa paragonandola con la felicità che voi traete dagli oggetti o dalle relazioni di questo mondo.
Le parole dei Veda trascendono le barriere dello spazio e del tempo.
Brahmananda è la Beatitudine dell’Advaita (Unità), niente a che vedere con la felicità terrena; questa parola non si riferisce ai piaceri dei sensi, ne’ alla felicità materiale, ne’ alla felicità nella natura. Brahmananda è la vera Beatitudine infinita.
Questa Beatitudine viene anche definita con i nomi di Nirgunananda (Beatitudine senza attributi) o Nirakarananda (Beatitudine senza forma).
Paramasukhadam (Suprema Felicità) Che cos’è questa felicità? E’ felicità terrena? Sono i piaceri materiali? Sono i piaceri del corpo? Sono i piaceri sensuali? E’ qualcosa che deriva dal mondo? Che cos’è questa Felicità? Non esiste Felicità superiore a questa.
Tutte le qualità vere ed eterne presenti in Brahmananda, sono presenti anche in
Paramasukhadam. Questa è la Felicità (sukham) più alta (parama); non c’è Felicità superiore a questa.

Kevalam
Che cos’è Kevalam? E’ ciò che trascende i limiti di spazio e di tempo. Infatti Brahmananda e Paramasukhadam, non sono assolutamente relazionati al tempo, allo spazio o a qualche altro aspetto simile dell’illusione.
Jnanamurthim (Conoscenza che conferisce la Liberazione).
Che cos’è Jnana? E’ la conoscenza materiale? E’ la conoscenza dell’universo? E’ la conoscenza mentale? E’ la conoscenza intellettuale? E’ la conoscenza dei Veda? No, no.
La Conoscenza (Saggezza) è vedere l’Unità della vita. Esiste solo l’Uno e non due. Come può l’uomo acquisire questa Conoscenza incomparabile e questa Saggezza?
Dappertutto, nei Veda, si possono trovare parole come queste, termini, cioè, totalmente puri, eterni e pieni di Verità. Questi termini possono essere capiti solo dalla Divinità.
Alcuni di questi termini sono:
Nirgunam, Niranjanam, Sanatanam, Niketanam, Nitya,
Suddha, Buddha, Mukta, Nirmala Swarupinam.1
(Dio è) senza attributi; immobile, incontaminato; antico; eterno; Rifugio supremo; puro; cosciente, intelligente; libero; Incarnazione della Sacralità.
Kevalam Jnanamurthim. Dvandvatitham.
Che cosa intendiamo per Dvandva? Sono il bene e il male? Sono il merito ed il peccato?
Sono la felicità e il dolore? No, no.
Dvandvatitham è ciò che trascende la dualità, ciò che è oltre la dualità. In
esso, non essendoci gli opposti, non vi è nessun tipo di dubbio.
Trigunarahitam.
E’ ciò che trascende i tre guna. In questo caso, non esiste nessun tipo di attributo o qualità. Ovunque ci siano qualità (guna), là c’è anche la forma; dove non esiste forma, non ci possono nemmeno essere attributi. Non c’è valore che possa essere attribuito a questa qualità, poiché questi attributi sono oltre tutte le qualità.
Trigunarahitam trascende le tre qualità satva, rajas e tamas.
E non solo questo.
I Veda propagano i quattro tipi di Dharma:
Tat Twam Asi (Tu sei Quello) - Prajnanam Brahma (la Conoscenza è Brahma) -
Ayamatma Brahma (Questo Atma è Brahma) - Aham Brahmasmi (Io sono Brahma).
Ma Trigunarahitam trascende persino questi quattro enunciati.

1Tratto dalle Upanishad

Perciò, se volete capire la Divinità, non è possibile farlo considerando queste qualità come base.
Ekam Nityam.
Esiste solo Uno, solo Uno, cioè Dio. Ekam Eva Advitiyam Brahma (Dio è l’Uno senza secondo). Ithyekaksharam Brahma (la singola sillaba Om è Brahma). Questo Principio legato a Brahma, ha solamente una sillaba.
Achalam.
Dio è immobile. In questo universo, il sole, la luna, i pianeti, i corpi celesti sono tutti in continuo movimento. Gli studenti moderni lo sanno molto bene.
Supponete di proiettare la pellicola di un film: in un secondo verranno proiettati 16 fotogrammi. Questi 16 fotogrammi si muovono al secondo.
In quale modo si muove la natura della mente? La mente è incostante, volubile,
inarrestabile; la mente è piena di distorsioni perciò non è possibile conoscere la sua natura. Come possiamo fermare la natura della mente la quale si muove innumerevoli volte al secondo? Achalam è proprio questa stabilità, questa immobilità.

Tutte le scritture affermano che Brahma (Dio) è la base prima di ogni cosa.
Dio è immutabile; Dio è senza attributi, Dio non deve raggiungere nessuna Beatitudine.
Infatti, quando Egli stesso è l’Incarnazione della Beatitudine, di che altra Beatitudine necessita? La Sua stessa Natura è Felicità: che Felicità ha bisogno di conseguire?
Se un uomo non ha la felicità, ha bisogno di raggiungerla ma Dio è l’Incarnazione stessa della Felicità.
“Tasmai Namah Karmane - Omaggi a Colui che è l’Incarnazione della Felicità suprema”.
In principio i deva (esseri celesti) volevano trovare una formula per salutare Dio ma pensarono: “Quale tipo (aspetto) di Dio? Rendiamo Omaggio all’Onnipotente Che è la Felicità incarnata”.
Che cosa significa “Dio”? Incarnazione della Felicità.
Quale tipo di Felicità? E’ quella del corpo fisico? No, non quella. E’ felicità mentale? No. E’
felicità materiale? No.
LA SOLA VERA FELICITA’ E’ LA FELICITA’ INTERIORE (nivritti)
La sola vera Felicità, è quella spirituale, è Nivritti Sukham (Felicità interiore).
Perciò il saluto fu “Tasmai Namah Karmane ” e questa preghiera si diffuse in tutto il mondo, recitata da tutte le genti.
Riconoscere e capire il Principio divino e la descrizione della Sua Natura, è una
cosa molto difficile. Perciò, se vogliamo comprendere il corretto significato di queste parole vediche, dobbiamo come prima cosa sviluppare buone qualità poiché, per un uomo privo di buone qualità, la comprensione di tutto ciò non è possibile.

Per sviluppare le buone qualità, la cosa più importante è la Fede. Dove c’è Fede, là emerge l’Amore sacro; dove c’è l’Amore, potete sperimentare la Pace; quando provate Pace, la Verità automaticamente si manifesta; dove la Verità è manifesta, là possiamo vedere Dio. Dove c’è Dio, c’è la vera Beatitudine.
Se infatti volete sperimentare la Beatitudine, vi sarà possibile ottenerla solo attraverso la Divinità e non grazie ai possedimenti materiali, ne’ attraverso il piacere dei sensi, ne’ attraverso sentieri differenti da quello divino poiché queste non sono le strade che portano alla Beatitudine della quale stiamo parlando.

Infatti, tutte queste “beatitudini” materiali, si dissolvono in un attimo; per questo non dovremmo agognare ad esse.
Anche Shankara dichiarò:
“Ma Kuru Dhana Jana Yauvana Garvam
Harathi Nimisha Kala Sarvam2
Non essere fiero della giovinezza, dei soldi e della discendenza.
Tutte queste sono solo cose momentanee”.
Tutte le felicità del mondo sono solamente provvisorie. Tutto sparisce in un lampo. Non importa di che tipo di felicità materiale si tratti: essa si dissolverà in un attimo.
I PIACERI MUTABILI NON SONO PERMANENTI E NON SONO LA VERA FELICITA’
Essi sono solamente pieni di illusione; essi sono assolutamente momentanei e sono relazionati al sentiero esteriore (pravritti). Essi sono collegati ai 5 elementi, ai 5 sensi ed ai 5 involucri. Che cosa possiamo sperare di ottenere da qualcosa che è legato solamente ai cinque involucri?

Se l’uomo si analizza attentamente, scoprirà di non stare indagando sui 5 involucri in modo appropriato.

1) Ammamaya kosha, il corpo. Fino a che punto siamo in grado di conoscere il nostro corpo umano? Di esso conosciamo soltanto la lunghezza, l’altezza ed il peso, ma non è questo ciò che è necessario conoscere. Questi sono solo i princìpi fisici, materiali del corpo. Il corpo è costituito dal cibo (Annamaya Pranam), ma esiste un altro elemento che muove il corpo:

2) Pranamaya kosha, l’involucro vitale. Oltre a questo secondo involucro troviamo:

3) Manomaya kosha, l’involucro mentale. La sola cosa presente in questo involucro è la vibrazione.
A questo punto l’indagine dell’uomo si ferma a questi tre involucri. Egli, infatti, non è in grado di viaggiare oltre ed arrivare a:

4) Vijnanamaya kosha. l’involucro della Saggezza.
Per quale motivo? Perché non è possibile comprendere questa Saggezza grazie ai sensi.

2 Tratto da “Bhaja Govinda” di Adi Shankaracharya

Buddhi Grahyam Athindriyam
i sensi non possono comprendere la Verità suprema
L’intelligenza, infatti, non è in grado di indagare sulla natura di qualcosa che va oltre ai sensi. Attraverso la vostra intelligenza potrete capire cose fino ad un certo limite ma, anche se siete molto intelligenti, non potrete con essa conoscere l’immutabile, permanente, vera, eterna Verità suprema.
Nello stato di veglia siete in grado di vedere il vostro corpo ma potete vederlo anche quando siete nello stato di sogno? E ciò che vedete nel sogno potete vederlo anche nello stato di sonno profondo?3
Esiste un corpo in ognuno dei tre stadi: veglia, sogno e sonno profondo, ma quando siete in uno stato, non potete vedere gli altri corpi se non siete nello stato corrispondente. Per quale ragione? Perché essi appartengono al mondo materiale, al mondo fisico, al mondo esteriore (pravritti). Dobbiamo perciò conquistare completamente questo principio esteriore dell’uomo. Dobbiamo viaggiare verso l’interno di noi stessi, lungo il sentiero interiore (nivritti), per trovare la Verità eterna.

Eccovi un piccolo esempio:
quando ero piccolo e questo Corpo aveva solamente sette anni, in questo villaggio nel quale nacqui, ed in India in generale, c’erano molte gravi malattie contagiose quali il colera e la peste.
Le persone erano terrificate da queste malattie; erano così spaventate da non permettere ai loro bambini di uscire di casa.
A causa, però, dell’Amore che avevano per Me nei loro cuori, essi uscivano lo stesso e correvano da Me senza nemmeno farlo sapere ai loro genitori.
Questi bambini avevano soltanto sei, sette ed otto anni; venivano da me dai dieci ai dodici bambini e Mi seguivano.
Un giorno, molto innocentemente, essi Mi chiesero:
“Raju4: dicono che nel nostro villaggio ci siano malattie come il colera e la peste e che siano malattie terribili e fatali. Dicono che siano malattie così spaventose che in un attimo ti portano via la vita. Che cosa ne sarà di noi?”.
Io risposi: “Non dovete aver paura. Il corpo deve morire, un giorno o l’altro. Non lottate per
conservare il corpo a tutti i costi. Fate uno sforzo al fine di non essere contagiati, ma 3Stato di sonno senza sogni.
4Sathya Narayana Raju è il Nome di battesimo di Sai Baba.

sappiate che la morte, anche se in futuro, è certa. Non importa quanto importanti si sia:
alla morte non si può sfuggire. Non siatene spaventati e pensate a Dio”.
I bambini, siccome non conoscevano niente, Mi chiesero: “Dobbiamo pensare a Rama?
Oppure a Krishna? Oppure a Govinda?”.
Dovete tener presente che all’epoca questo era veramente un piccolissimo villaggio, un paesino con solo 106 abitanti. In un tale villaggetto, a che Divinità si poteva credere?

Pensate a Dio che concede coraggio, entusiasmo e zelo a molta gente” risposi.
Poi chiesi loro di accendere una lampada (ad olio) ed, alle 6,00 di sera, portare questa lampada al bazar e di cantare i Bhajan pensando a Dio.
Ma quali Bhajan? Nessuno capiva cosa intendessi!
I bambini non sapevano che Bhajan dovevano cantare, perciò composi personalmente alcuni canti devozionali.
Dissi loro: “Bambini! Se volete pensare a Dio dovete sapere che Dio è dentro di noi. Non è possibile trovarLo in qualche posto all’esterno di noi perché Egli è all’interno di noi”.
(Baba canta un Bhajan che compose in quell’occasione)

“Indossando vesti color ocra,
tenendo in mano gli strumenti musicali,
con le cavigliere ai piedi,
distruggendo kama (desiderio) e krodha (rabbia),
cantiamo “Ranga Ranga Ranga!!”
ed andiamo per le strade”.
I bambini andarono in giro per le strade cantando il Nome di Dio. Quando raggiunsero il tempio dedicato a Sathyabhama5, vicino al vecchio mandir, cominciarono ad aver paura pensando di essere troppo lontano dal villaggio. Quello, infatti, era il punto estremo del paese e dopo le 5,00 di sera nessuno varcava mai il suo confine. Le persone del paese avevano paura dei demoni, dei fantasmi e degli spiriti maligni.
Li incitai dicendo: “Non ci sono spiriti maligni, ne’ fantasmi. Nessun demone verrà. Con la Fede in Dio, scacceremo il colera e la peste da questo villaggio!”.
Indossavamo le cavigliere ai nostri piedi e, con cimbalini e campanelli nelle nostre mani, continuando a cantare i Bhajan, arrivammo fino al fiume Chitravathi. La paura dei bambini svanì in un attimo!

5Sathyabhama, seconda moglie di Krishna. La leggenda narra che una volta pregò intensamente Krishna di regalarle la Parijata, pianta celestiale che si trovava in Paradiso. Krishna partì per andarla a prendere, ma ci impiegò molto e l’attesa fu lunga. Alla fine, però, Sathyabhama ottenne la pianta tanto desiderata. Secoli dopo, nel villaggio di Puttaparthi, il nonno di Sai Baba, Kondama Raju, in un giorno di pioggia torrenziale, vide per strada una bellissima donna, vestita regalmente, che aspettava in mezzo sotto l’acqua, senza riparo alcuno. Kondama Raju chiese chi fosse e cosa facesse sotto la pioggia. La signora rispose di essere Sathyabhama, la moglie di Krishna e di essere lì ad aspettare il ritorno di suo marito con la P arijata.
Siccome, dovuto all’attesa, ella era completamente in balìa delle intemperie, chiese a Kondama Raju di costruire un posto dove avrebbe potuto ripararsi durante l’attesa di Krishna, dato che nessuno gliene aveva mai fatto uno. Dopo aver detto questo, la donna sparì. E fu così che Kondama Raju costruì il tempio di Sathyabhama situato, ancora ai giorni nostri, nella vecchia Puttaparthi.

Dopo aver fatto questo per tre giorni consecutivi, alla fine del terzo giorno il colera e la peste svanirono!6 Delle malattie non c’era più la benché minima traccia.
(applausi)
I genitori dei bambini vennero da me: “Raju, ha garantito una grande sicurezza per i nostri bambini; hai infuso loro entusiasmo e coraggio. Nessuna istruzione è necessaria per i nostri figli. Tutto ciò che devono sapere, insegnaglielo Tu! Insegna loro tutto ciò che conosci”.
E così, alle 6,00 di ogni sera, essi mangiavano il loro sangati (polpette di ragi) e poi venivano a casa mia per ricevere la loro istruzione. Infatti loro Mi chiamavano: “Maestro d’istruzione, Maestro d’istruzione”.
(risate)
Un giorno i genitori vennero da Me e vollero offrire un onorario come Guru Dakshina.7 Essi stabilirono la cifra di 3 paisa8 al mese.
I bambini venivano alla sera, stavano con me ed Io insegnavo loro le tabelline, l’alfabeto ed i conticini.
Partendo da questa base, approfittavo per insegnare loro anche i Princìpi spirituali:
“Miei cari: se c’è gente meschina nel villaggio, non avvicinatevi a loro; se c’è gente cattiva non frequentatela assolutamente. Non dovete nemmeno pronunciare il nome di queste persone. Non date spazio alle critiche dicendo “quest’uomo è cattivo, quest’uomo è bravo” ma sviluppate buone qualità. Dobbiamo sviluppare buone qualità: non esiste niente che sia più grande di questo. Sviluppate buone qualità, rispettate i vostri genitori. Quando tornate a casa obbedite alle parole di vostra madre”.
Grazie all’insegnamento di questi buoni Princìpi, nei ragazzi avveniva una grande
trasformazione. Erano notti di luna piena. Durante queste notti la luna splende pieeeena, piena. In quelle notti portavo i ragazzi sulle rive del Chitravathi.
Partivamo alle 6,00 di sera e stavamo là fino alle 11,00 di notte. C’erano anche molti adulti che si aggregavano a noi e che Mi seguivano. Sulle rive del fiume facevano molti giochi.
Io dicevo ai bambini: “Giocate anche voi. Giocare è molto importante per mantenere la salute del corpo. Per questo è richiesto l’esercizio fisico”, ma i bambini non accettavano questa proposta. Essi non erano interessati in questi tipi di passatempo.
Essi mi dicevano: “Raju, i Bhajan ci bastano. Tu conduci che noi Ti seguiamo”.
Perciò ogni volta che ci recavamo là, sulle rive del Chitravathi, non facevamo altro che 6 Nel Sai Satcharita, viene narrato di come Sai Baba di Shirdi chiese alle donne di preparare la farina che poi lui andò a mettere con le Sue stesse Mani lungo tutti i confini del villaggio. Dopo tre giorni di questo rituale, diede una tale protezione che fece si che la peste non poté entrare nel paese.
7 Guru Dakshina è il compenso che il discepolo presenta al Guru alla fine di tutti i suoi anni d’istruzione nell’ashram del Maestro. Oppure è l’offerta che il discepolo porta come omaggio quando va a trovare il Maestro. E’ considerata Guru Dakshina qualsiasi tipo di offerta e non solo il denaro.
8 3 paisa corrispondono a 15 lire italiane.

cantare i Bhajan.

Ogni ragazzo veniva da Me e Mi supplicava: “Raju, cantiamo un nuovo bhajan! Hai la melodia del nuovo bhajan che hai composto?”
Essi Mi adoravano ma Io dicevo loro: “Non adorateMi così! Esprimete pure tutti i vostri desideri, se ne avete, ma non glorificateMi”. Li consolavo in questo modo.
C’era un commerciante che trattava anche in medicine.
Egli si chiamava Kotte Subbanna e veniva da Kamalapuram. Un giorno cominciò a chiedere: “So che in questo villaggio vive un bambino di nome Raju. Mi hanno riferito che compone dei grandi poemi e che può fare arrangiamenti per una buona pubblicità alle medicine”.
Allora ognuno degli abitanti del paese cominciò a descrivere le Mie differenti abilità.
Discorrendo così, arrivarono alla residenza di Subbamma 9.
“Amma, tu conosci questo bambino?” le chiese Kotte Subbanna.
“Si, lo conosco molto bene - rispose Subbamma - Eccetto Raju, non esiste nessun altro nel villaggio con tutte queste buone qualità. Ha un bellissimo carattere, possiede tutte le buone qualità, ha una condotta ed un comportamento impeccabili. Ed insegna tante buone cose agli altri” e continuò a descriverMi così.

Un giorno Subbamma invitò a pranzo Kotte Subbanna.
Egli mangiò e poi Mi spiegò la situazione: “Raju garu10: tu sei così giovane ed io non ho molta fiducia in Te. Ho il dubbio su come tu possa comporre una canzone che possa reclamizzare la mia medicina. Come potresti essere capace? Come potresti poi cantarla?
Come faresti a lanciarla sul mercato? Ho tutti questi timori”.
Io gli risposi: “Mio caro. Se hai tutti questi dubbi, non hai bisogno del Mio Aiuto.
Semplicemente non Mi dare l’incarico. Vai dove non ti sorgano dubbi; torna a casa tua dove puoi dare l’incarico a qualcuno del quale hai fiducia”. Dicendogli così, lo mandai via.
Avevo un grandissimo Amore per quei bambini. Ogni volta che li vedevo provavo moltissimo Amore!! C’erano Keshanna11, Ranganna, Subbanna, Ramanna.... questi erano alcuni dei loro nomi.
Quando andavamo sulla rive del fiume, ci sdraiavamo.
E’ impossibile esprimere e descrivere la loro innocenza, l’infinito Amore, la purezza, il sapore e la qualità dello spendore che essi emanavano!
Un bambino di sette anni spesso Mi diceva: “Raju, hai lavorato duramente: adesso per favore, riposaTi”. Così dicendo si sedeva per terra, Mi faceva sdraiare, prendeva la Mia Testa e La appoggiava sul suo grembo, volendo che dormissi.
A questa scena, gli altri bambini gridavano: “EHI!! (risate) Perché solo a te questa opportunità? Lascia questo privilegio anche a noi!” e così anche loro prendevano la Mia Testa e Se la posavano in grembo.
E così inventarono un sistema: per stabilire quanto tempo ognuno di essi poteva tenerMi per sé, i bambini contavano: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12 ....... contavano fino a 50.
Quello era il tempo durante il quale, a turno, dovevo stare sdraiato su ognuno uno di loro!
(risate)

9 Subbamma: è stata la prima persona del villaggio a riconoscere la Divinità di Swami e a dedicarsi totalmente a Lui. Quando Swami inizierà la Sua Missione e lascerà la famiglia, andrà a stabilirSi proprio a casa di Subbamma la quale figura avrà un posto di rilievo durante la prima parte della Missione di Sai Baba.
10 “Garu” è un titolo di rispetto.
11”anna”, in lingua telugu, significa “fratello maggiore”.

In questo modo, spostandoMi da un bambino all’altro, donavo grande Beatitudine a tutti loro! Essi Mi servivano in ogni modo possibile.
Kotte Subbanna tornò da Me.
“Raju, hai molti bambini con Te i quali hanno una voce dolce e melodiosa. Componi una canzone per il mio prodotto e manda poi in giro i bambini a cantarla. Per questo lavoro sono anche pronto a pagarTi”.
Io risposi: “Subbanna, Io non sono abituato a questo tipo di commercio del dare e l’avere.
Nessuno dei Miei bambini accetta questi compromessi. Elimina questo atteggiamento da commerciante. Forza, dimMi esattamente che tipo di medicina è ed Io comporrò una canzone adatta al tuo prodotto”.
Subbanna Mi disse che c’era una nuova medicina che si chiama “Bala Baskara” e Mi elencò tutte le malattie che questa medicina era in grado di curare.
E così feci una composiz ione:
Dorike, Dorike Bala Bhaskara Bala Kulara; Randi Bala Kulara.
Prendete, prendete bambini, Bala Bhaskara è qui; venite, bambini, venite.
Kadupu Bburamu Kalla Vapulu
Serve a curare dolori di stomaco e gonfiori di gambe
Chetimodulu Chedukudamundi
Dolori alle mani e infezioni della bocca
Adiagaruka Poshelanundi
conseguenze delle cattive abitudini alimentari più ostinate
Apprutpillha Viadhulanundi
tutti i tipi di malattia se ne andranno in un attimo!
Ajirnaveere Cheramulanundi
pesantezza della cattiva digestione
Annitikini Ide Bhagaunundi.
per tutte queste malattie, questa medicina è grandiosa
Bala Kulara, Randi Bala Kulara.
Venite bambini, venite.
Adiekkada Ani Adigeranna
Se volete sapere dove si può trovare
Adi Adigo Kotte Subbanna
essa è là, è là, da Kotte Subbanna
Angadinende Dorakunandi
è disponibile nel suo negozio
Panditati Gopalacharyula Pavanamaina Tonicanna.
Questo è il pio (sacro) tonico di Pandit Gopalacharya. (applausi)
Kotte Subbanna fu così entusiasta!
In questo modo scrivevo le pubblicità e le facevo cantare ai bambini.
Kotte Subbanna prese questo canto, lo scrisse su dei cartelloni e lo fece cantare per le vie del mercato.

Per sua grande fortuna, venni mandato a Kamalapuram per studiare in quinta e sesta classe. Mi mandarono là e Kotte Subbanna fu molto felice. Durante il periodo dei Miei studi, questo fu il lavoro principale da fare. Con questo lavoro delle pubblicità, infondevo nei bambini zelo ed entusiasmo.
Fin dall’inizio sono stato una Fonte d’ispirazione per i bambini ed i giovani.
“Non dovremmo mai ferire o danneggiare nessuno; non dovremmo mai ferire la mente di nessuno; non dovrebbe succedere niente di male a nessuno.
Dovremmo fare il nostro dovere in maniera appropriata; dovremmo impegnarci nel Servizio sociale. Tutto ciò che di buono conosciamo, dovremmo insegnarlo agli altri”.
Queste erano le cose che insegnavo ai bambini.
Il mese di Magha (Febbraio) iniziò.
Durante Magha ci sono rituali e giuramenti (voti) legati a questo mese.
Voi tutti sapete che nel villaggio c’è il tempio di Swami Anjaneya12.
Durante questo mese portavo i bambini a quel tempio alle quattro di mattina.
Essi erano bambini piccoli, piccoli, piccoli, piccoli!! Quando cercavo di farli alzare, essi non riuscivano neanche a svegliarsi! Poveri piccoli!
Così li prendevo in braccio e, uno per uno, li mettevo nell’acqua, li insaponavo, li
strofinavo e poi li conducevo al tempio.
“Miei cari - dicevo loro - Questo è il sacro bagno di Magha. Molto propizio!” (risate)
Una volta al tempio dicevo loro: “Non è sufficiente fare il bagno sacro, bisogna anche fare Pradakshina13 alla Divinità. Perciò fate pradakshina ad Anjaneya e poi venite da Me. Io vi aspetto dentro il tempio”.
Un giorno cominciarono a discutere: “Ehi, perché solo noi dobbiamo girare intorno al tempio? Anche Raju deve venire con noi! Noi non facciamo niente senza Raju. E’ stato Raju ad insegnarci così tante cose, perciò Lui deve guidarci e noi camminare dietro di Lui”.

Così tutti i bambini vennero da Me correndo: ”Raju , devi venire anche Tu”.
“Io non ne ho bisogno. Dovreste farlo voi”
“Allora non ne abbiamo bisogno nemmeno noi. Devi venire anche Tu” .
O.K. A causa delle pressioni e delle insistenze, andai con loro ma potei fare solamente un 12Anjaneya: altro nome con il quale è conosciuto Hanuman. Anjaneya significa “figlio di Anjana”, la quale lo concepì con Pavana, dio del vento. Hanuman, guerriero dell’armata del re -scimmia Sugriva, è una delle
figure di rilievo nella vicenda del rapimento di Sita, raccontata nel poema epico-religioso Ramayana. Fu Hanuman a scoprire dove Sita era tenuta prigioniera e fu anche grazie ad Hanuman che Rama poté liberarla sconfiggendo il demone Ravana che l’aveva rapita. Grande guerriero, pieno di forza e di coraggio,
in possesso anche di alcuni poteri divini, Hanuman è preso d’esempio per l’immensa devozione ed il completo abbandono al Signore Rama. Nella letteratura indiana esistono moltissime storie che narrano il bellissimo rapporto fra Hanuman ed il suo Signore Rama. Per la totale dedizione a Rama, Hanuman è detto anche essere il celibe perfetto, la cui mente è sempre immersa nell’ininterrotta contemplazione del Nome e della Forma di Rama. E’ famosa la vicenda che narra di come, volendo rendere Sita partecipe della sua devozione a Rama, Hanuman si strappò un pelo e lo avvicinò all’orecchio di Sita: il pelo vibrava del Nome del Signore e Sita lo sentì ripetere “ Rama, Rama, Rama....”. Hanuman spiegò di essere così totalmente pieno di Dio, che ogni pelo del suo corpo ne ripeteva il Nome.

13Pradakshina: E’ tradizione della religione induista girare, in senso orario, intorno alle statue di Dio, ai templi o a tutto ciò che è considerato sacro e relazionato a Dio. E’ il linguaggio silenzioso dei gesti che significa: “Signore, sei al centro della mia attenzione; sei al centro del mio mondo, della mia realtà”. Quando giriamo in questo modo, abbiamo infatti posto l’Oggetto della nostra attenzione al centro del nostro percorso. Un altro metodo per esprimere la stessa cosa è girare, sempre in senso orario, su sé stessi. In questo modo, ciò che poniamo al centro della nostra attenzione è la Divinità interiore, presente all’interno di noi.

giro intorno al tempio di Anjaneya poiché, all’inizio del secondo giro, Mi bloccai. Perché?
Che ci crediate o no, arrivò Hanuman che Mi bloccò il passaggio e Mi impedì di
continuare!
(tanti applausi)
I bambini gridarono: “E’ arrivata una scimmia! E’ arrivata una scimmia!!”. Essi credevano che fosse una scimmia comune ad ostacolarMi la strada. Invece arrivò Hanuman.
I bambini discutevano fra loro senza essere capaci di capire che cosa la scimmia” Mi stesse dicendo e realizzare il significato di quello che stava succedendo.
Hanuman Mi disse: “Swami! Sono io che devo fare pradakshina a Te, mentre sei Tu che stai girando intorno a me, mio Signore. Perché?” (applausi)
Allora spiegai ai bambini: “Ascoltatemi, bambini. Smetto di fare pradakshina perché ad Hanuman questo non piace. Lui non vuole.”
Dopo questo episodio, nei bambini avvenne una drastica trasformazione.
Essi svilupparono sentimenti divini. Andarono per i mercati e per le case a raccontare a tutti ciò che avevano visto: “Siamo andati con Raju al tempio di Hanuman, ma è arrivata una grossa scimmia che ha preso le Mani di Raju e Gli ha detto: “Non girare intorno a me;
non fare pradakshina a me. Io la devo fare a Te!”
Questa notizia, volando di bocca in bocca, raggiunse anche Subbamma.
Il giorno dopo Subbamma Mi chiamò: “Raju, ho preparato dei dosa e delle frittelle. Per favore vieni a mangiarle”.
A quei tempi quel cibo era considerato cibo da ricchi; infatti solo i ricchi potevano
permettersi di mangiare dosa e idli.
Io risosi: “Subbamma, perché solo Io? Ci sono così tanti bambini: non Mi piace venire a mangiare da solo”.
“Darò da mangiare anche a loro. Preparerò cibo per tutti” rispose Subbamma.
Le persone Mi consideravano con grande rispetto nonostante Io Mi confondessi in mezzo a tanti bambini. E’ stato grazie a Sathya Sai Baba che le persone di queste villaggio di Puttaparthi hanno per la prima volta, poco per volta, cominciato a pensare a Dio!
(applausi)

E questa cosa si diffuse nei villaggi vicini. Gli abitanti dei paesi vicini percorrevano 30, 40 miglia. Essi viaggiavano con i loro carri a buoi. E non solo questo.
Facevo sedere i bambini vicino a Me e dicevo loro: “Bambini, dovreste mangiare cibo satvico, cibo puro. Mangiare cibo satvico è molto importante. Non dovreste mangiare la carne. E non solo questo: se c’è del pesce non dovreste nemmeno toccarlo”.
Era infatti usanza del villaggio avere ceste pieni di pesci che provenivano dalle vasche.
Essi pescavano ceste e ceste colme di pesci e si riempivano la pancia fino a farla
scoppiare! (risate).
Dicevo: “Uccidere così tante creature! Dopo aver troncato così tante vite come potete mantenere in vita voi stessi? Tutto questo male alle creature non dovrebbe essere causato”
Così, in quei giorni, iniziammo il Dharma d ell’Ahimsa (Non violenza)!
Iniziammo la divulgazione il Principio di non danneggiare nessun essere: “Non bisogna uccidere nessun essere vivente! Non uccidete i pesci, non mangiate la carne, non bevete alcolici, non fumate” e continuavo ad insegnare, insegnare, insegnare ai bambini questi Valori.

Si avvicinava la festa di Ekadasi.
A quei tempi era usanza, durante questa festa, decorare i carri, portarli sulle sabbie del fiume e fare la corsa del carro coi buoi.
Molto buoi partecipavano a questa corsa. Pance grasse, grossi pancioni... su quei carri generalmente si sedevano dai 10 ai 15 grassoni!
(risate)
Sulla sabbia, tutti volevano battere gli altri, per poter vincere. Inoltre, si facevano scommesse. Per questo motivo frustavano e frustravano i buoi, causando loro molta sofferenza.
Io dicevo ai bambini: “Questa usanza non è nata oggi, ma risale fin dai tempi passati.
Il terzo carro è il tuo: vai da tuo padre e digli che non dovrebbe dare sofferenza ai buoi. E’ tua responsabilità. Il secondo carro invece è tuo: vai anche tuo da tuo padre e digli di non frustare i buoi”.
In questo modo, gradualmente, insegnai alle persone del villaggio la buona condotta ed essi smisero di arrecare questa sofferenza, cessando di frustare i buoi.
Insegnai ai più anziani la giusta Via, con l’aiuto dei bambini.
Succedevano molte cose nel villaggio.
Un altro passatempo era quello della lotta dei galli. Degli stiletti14 venivano legati alle zampe dei due galli i quali venivano fatti lottare. Lottavano fino a quando uno dei due moriva e l’altro restava ferito gravemente. Questa è ciò che chiamano lotta dei galli.
Io dicevo ai ragazzi: “E’ un gioco, questo? Perché far lottare due galli? E’ meglio far lottare due uomini, allora. Che siano loro a litigare. Che le competizioni siano fra di noi, per dimostrare chi di noi è migliore nelle buone qualità!
CHE LA VERA COMPETIZIONE SIA A CHI SVILUPPA MEGLIO LE BUONE ABITUDINI!!
FACCIAMO LA GARA DELLE BUONE AZIONI!
Perché fare competizioni che portano morte? Questa è solamente la via della perfidia, delle cattive abitudini, dei vizi; queste sono cattive azioni. Bambini: non fatelo mai!”.
Ai bambini insegnavo a non fare assolutamente queste cose.
Gradualmente tutte queste cose che insegnavo si vennero a sapere, a sapere, a sapere...... a sapere anche dal padre di questo Corpo, Pedda Venkappa Raju.
Un giorno venne da Me ed iniziò ad insegnarMi filosofia vedanta (risate):
14Stiletto: specie di pugnale a lama quadrata o triangolare, molto aguzzo.

“Che cos’è tutto ciò? Sei tanto basso che non riesci a vedere più in su di un metro (risate).
Perché Ti impicci delle cose degli adulti? Sono gli anziani del villaggio a decidere sulle cose del villaggio e non Tu! Perciò non interferire”.
Io risposi: “Io non sto interferendo nelle cose degli adulti. Ma non posso tollerare che gli animali vengano uccisi e che venga fatto del male alle creature viventi. Non voglio creare problemi a nessuno e mai farò soffrire nessuno per il mio vantaggio. Voi fate soffrire quei poveri animali che non possono parlare: IO NON LO ACCETTO!!”.
Egli Mi sgridò molto.
Alla fine arrivò Gruha Ammayi (la donna di casa) Eashwaramma15 e allora lui le disse:
“Cerca tu di far ragionare quel ragazzo”.
A pranzo Mi disse: “Sathyam, a tuo padre non piace tutto questo; perché T’impicci di queste cose? Se continui Ti farai una cattiva reputazione nel villaggio”.
Risposi: “Che cattiva reputazione si può ricavare dal fare del bene? Io faccio solo buone azioni perciò non c’è possibilità che Io Mi faccia un cattivo Nome. Se arriverà una reputazione cattiva, lascia che arrivi. Io non Mi preoccupo dell’opinione degli altri. E comunque sia, Io faccio solo buone cose” e continuai a discutere e discutere e discutere con loro in questo modo.

Kondama Raju16 radunò gli anziani del villaggio e chiese loro: “In che modo mio nipote vi sta danneggiando? Egli sta facendo solo buone azioni, Egli sta insegnando solo buone cose. La violenza non dovrebbe esserci, non dovrebbero venir fatte cose che danneggiano. Non dovrebbero esserci le scommesse, non dovrebbero esserci le dispute fra di voi, non dovrebbero esserci nemici. Se il villaggio si divide a causa delle liti, non avremo più pace” e continuò ad insegnare loro in questo modo.
A causa dei Miei Insegnamenti, alcuni bambini cominciarono ad odiarMi.
Io andavo a Bukkapatnam ogni giorno (per andare a scuola). Alle 7,00 del mattino presto, iniziavo il tragitto verso Bukkapatnam. Ed ogni giorno andavo e poi tornavo indietro.

C’è una piccola cosa che vi devo dire: Io ero molto amato da tutti i maestri.
Ogni maestro Mi amava moltissimo e, non appena entravano in classe, la prima cosa che facevano era chiedere: “E’ arrivato Raju? E’ arrivato Raju? E’ arrivato Raju?”.
Sapete come ero a quel tempo? Avevo solo un paio di pantaloncini ed una camicina e Mi doveva durare tutto l’anno. La mia famiglia era poverissima. Non ero come gli studenti moderni che possiedono decine e decine di calzoni e camicie!
Solo un paio di pantaloncini ed una camicina.
Non appena tornavo a casa da scuola, con un asciugamano intorno ai fianchi, lavavo quei due unici vestiti. E dovevano durarmi per tutto l’anno.
Quando gli insegnanti interrogavano, Io rispondevo sempre esattamente a tutte le domande. Ma gli altri studenti non sapevano rispondere.
Che alunni c’erano a scuola, all’epoca? Nella quinta classe c’erano persino studenti di 25 anni. (risate) C’erano ragazzi grandi, grandi che venivano a scuola con il dothi17.
Ai tempi del dominio inglese, non erano molti i ragazzi che studiavano e nelle classi si trovavano persone anche grandi. Io ero il più giovane della classe.
15Eashwaramma: la mamma di Sai Baba.
16 Kondama Raju era il nonno di Swami, colui che aveva subito riconosciuto la Sua Divinità .
17dothi: indumento usato dagli uomini indiani al posto dei pantaloni.

Una volta, dopo aver risposto esattamente all’interrogazione, l’insegnante Mahboob Khan Mi disse: “Devi prendere per il naso i ragazzi che non sanno rispondere e dargli una sberla”.
Ma per poter dare uno schiaffo a quei ragazzi, dovevo salire in piedi sul banco per essere alla loro altezza!
(risate)
Quando succedeva, Io li toccavo molto dolcemente, così.
L’insegnante una volta Mi chiamò: “Raju, vieni subito qui! Che cosa stai facendo? Ti ho forse chiesto di spalmare della crema sul loro viso? (risate) Devi schiaffeggiarli così....
così....!” e Mi diede due forti sberle! (risate).
Dopo esserMi preso quei due sberloni, ritornai a casa a Puttaparthi. I bambini del villaggio erano veramente arrabbiati con Me, perciò Mi trascinarono per i Piedi, Mi strapparono la camicia e Mi buttarono in una pozzanghera piena di fango. Ma, qualunque cosa fecero, Io continuai a rimanere nello stato di Pace suprema.
Dissi loro: “La Pace è la Mia Forma, l’Amore è la Mia Natura, la Beatitudine è la Mia Volontà. Questi sono i Miei tre Princìpi di vita. Per quel che Mi riguarda, fate ciò che volete”.
Quando raggiunsi il tempio di Hanuman, lavai il fango dai vestiti e li indossai di nuovo.
Ragazzi! Dovete capire correttamente e rendervi conto della situazione di allora. Se voi, studenti moderni, pensate a come erano le condizioni di quei tempi, allora capirete bene il significato di ciò che vi sto raccontando.
Se c’era uno strappo nei vestiti, Io non potevo nemmeno permetterMi una spilla da balia.
Che cosa feci, allora? A casa non c’erano soldi e non potevo chiedere soldi a nessuno.
Io non desidero niente dagli altri.
QUELLA DETERMINAZIONE CHE AVEVO IN QUEI GIORNI,
FINO AD OGGI ’E’ SEMPRE STATA DA ME MANTENUTA!!
(applausi)
Lentamente andai al tempio di Sathyabhama, dove c’era una pianta di cactus. Presi delle piccole spine da li e cercai di rammendare gli strappi dei vestiti. E così protessi la camicia con le spine.
Quando siamo determinati in questo modo a mantenere il voto di sostenere la Verità, è possibile realizzare qualunque cosa nella vita!
Infatti, da quei giorni fino ad oggi, Io non ho mai chiesto niente a nessuno. Io non desidero niente da nessuno; era così allora e così è adesso!
Un giorno Subbamma Mi disse: “Raju: stai diventando magro ogni giorno di più,
mentre i bambini della Tua età devono crescere forti”.
I Miei amici d’infanzia Mi portavano dalle loro case quello che veniva cucinato ma Io, duramente, dicevo loro: “Nella vostra casa si mangia carne: non portateMi cibo che viene preparato nelle vostre case! Nelle vostre case si cucina anche pesce: non portateMi questo tipo di cibo! Non date queste cose a Me!”. Dicevo loro tutto questo in maniera molto determinata, tenendoli a freno.
Nello stesso modo nel quale introdussi a Puttaparthi la giusta alimentazione, feci anche smettere i combattimenti dei galli e le gare dei carri a buoi.
Succedevano delle cose grandiose!

Una volta dei criminali arroganti irruppero nella Mia stanza. Insieme a me c’erano anche 10 bambini; essi stavano sempre con Me. Poverini! Essi avevano 6, 7 e 9 anni.
Queste persone malvagie pensarono: “Ecco qui questo Sathya! Vediamo come è capace di proteggere la Verità!”. Avevo molti nemici.
Una notte i bambini dormivano sotto la veranda della casa, mentre Io ero nella stanza.
Qualcuno chiuse a chiave la porta e diede fuoco alla casa.
I bambini gridavano impazziti: “Raju, Raju, Raju, Raju, Raju, Raju, Raju, Raju....!!!!!”
La porta era chiusa senza la minima possibilità di aprirla. Aprii le ante della finestra18 e, con un grande sorriso, dissi ai bambini: “Non preoccupatevi:
Dharmo Rakshati Rakshitah;
Dharma Eva Hato Hanti
Il Dharma quando protetto, protegge;
Il Dharma, quando distrutto, distrugge;
Il Dharma protegge colui che Lo protegge ed uccide colui che Lo distrugge! (applausi)
Noi stiamo proteggendo la Verità; la Verità ci proteggerà. Sviluppate anche voi questa ferma Fede”. Dissi tutto questo ridendo.
I bambini chiusero gli occhi e cominciarono a ripetere: “Raju, Raju, Raju, Raju, Raju - come se fosse un mantra - Raju, Raju, Raju, Raju, Raju...”. Questo divenne il canto del Nome di Dio, il Namasmarana.
Le fiamme divamparono in un attimo perché la casa aveva il tetto di paglia. L’incendio era tremendo. Ma, improvvisamente, dal niente, si mise a piovere a dirotto! (applausi)

Da dove venne tutta quell’acqua? Si scatenò un diluvio solamente sopra la capanna incendiata e da nessun’altra parte!!
(tantissimi applausi!!)
E’ impossibile descrivere la gioia di quei bambini! “Raju, Raju, Raju, Raju...Che cos’è questo miracolo? Che cos’è questo miracolo? Che cos’è questo miracolo? Eravamo così terrorizzati. Siamo stati male tutta notte!! Non possiamo vivere senza di Te!”.
Li chiamai nella stanza e dissi loro: “Non preoccupatevi minimamente. Guardate qui.
Prendete questi” e diedi loro guava e banane.
Loro continuavano a chiederMi: “Chi ha portato qui tutta questa frutta? Da dove viene?
Chi te l’ha data?”.
“Perché vi preoccupate di questo? Pensate invece a mangiare! (risate) Sia che sia una capanna o un castello, non importa se avete bisogno di un posto solo per dormire. Allo stesso modo, non importa da dove i frutti vengono: l’importante è che soddisfino la vostra fame”. Allora essi mangiarono.
Questa vicenda raggiunse le orecchie di Subbamma.
Subbamma era una donna molto forte, di grande e nobile carattere; Io ero la sua stessa vita. Quando seppe cos’era successo, non si diede pace: “Chi sono questi criminali che hanno cercato di uccidere Swami nel mezzo della notte? Chi sono? Ci sono?”.
Ella fece una ricerca dettagliata ed alla fine scoprì i colpevoli.
18 Tutte le finestre delle case indiane hanno le sbarre che impediscono ai ladri di entrare però, come in questo caso, anche di uscire. Questo è il motivo per cui a Swami non era possibile saltare dalla finestra.

“Hei! Da oggi ve ne dovete andare da questo villaggio!”. Perché Subbamma poteva parlare così? Perché era la proprietaria di tutte le terre del villaggio. Era talmente ricca!
Tutte le terre erano a nome suo.
“Da domani dovrete lasciare il terreno di mia proprietà. Da domani nessuno più dovrà vedere in paese le vostre facce. Non c’è posto in questo villaggio per criminali simili!”.
Subbamma gridò contro di loro molto duramente.
A questa scena, Io ero presente. Presi la mano di Subbamma: “Subbamma: queste persone non dovrebbero passare dei guai a causa Mia. Che fossero consapevoli o meno, hanno commesso un errore. Comunque sia, devono essere perdonati. Per favore, non cacciarli via” le dissi fermamente.
Dopo aver detto questo, tutti i bambini Mi sollevarono e Mi portarono in spalla.
Fra di loro c’erano Subbanna e Ramanna che erano bambini molto alti. Mi alzarono e Mi dissero: “Tu sei veramente grande. Nella vita precedente eri sicuramente una grande persona, altrimenti non potresti possedere adesso queste nobili, nobili qualità! Grazie a Te, un po’ per volta, questo villaggio crescerà sempre più in reputazione e fama”.
Subbamma rispose: “Credete che Egli sia solo un bambino piccolo? No, Egli non lo è! Egli non è solo un bambino. Egli è come un tuono! Come potete comprendere la Sua sacra, pura Persona?”.
Da quel giorno in poi Subbamma non Mi permise più di allontanarMi da lei e così andai ad abitare in casa sua. Dalla casa di Subbamma andavo a scuola.
Subbamma era un’anima molto nobile; aveva sessant’anni. A chiunque incontrasse, domandava: “Dov’è Raju?”, “Raju è lì?” “E’ qui Raju?”, “Raju è là?”.
Se Raju era con lei, allora dormiva; se Raju non c’era, non poteva dormire!
Nel villaggio c’era gente molto cattiva.
Un giorno venne una donna appartenete alla casta dei bramini (sacerdoti). Ella disse a Subbamma: “Subbamma, oggi porto Raju a casa mia per la merenda”.
A Subbamma tutto questo non piacque. Ella pensò: “E’ un trucco, uno stratagemma; c’è un piano dietro questo invito. Non bisognerebbe mandarLo” e Mi disse di non andare.
Io risposi: “Subbamma: se lei desidera che io vada, perché tu Mi dici di no?”
“Ha dei propositi cattivi”, esclamò Subbamma.
Risposi: “Qualunque cosa sia, lascia che sia. Io voglio esaudire i suoi desideri”.
Andai a casa di questa donna che, per merenda, Mi aveva preparato dei Vada19 avvelenati. Li mangiai e, dopo 5 minuti, il Mio sangue divenne di colore blu ed Io diventai blu.
Subbamma lo venne a sapere e corse per le strade, urlando: “Dov’è Raju? Dov’è Raju?
Dov’è Raju?”.
Io le dissi: “Non ti affrettare. Oramai ciò che doveva fare, l’ha fatto. Non preoccuparti: Mi
prenderò cura di Me stesso. Subbamma: vai e portaMi un bicchiere d’acqua con le tue stesse mani”. Bevvi quell’acqua ed il colore blu sparì immediatamente 20.

19Vada; ciambelle salate, fritte.

20Nei Purana viene narrato il seguente episodio: una volta i demoni ed i deva si allearono per frullare l’oceano e far uscire da esso il Nettare dell’Immortalità (Amrita), il quale li avrebbe resi immortali. Mentre frullavano, molte altre Cose divine uscirono dall’oceano prima del nettare, fra le quali un potentissimo veleno
che cominciò a diffondersi per l’aria mettendo in pericolo tutte le creature viventi. Spaventati, i demoni ed i deva corsero da Shiva, implorandoLo di aiutarli. Shiva, allora, nella Sua infinita bontà , sacrificò Sé stesso bevendo quel veleno ed assorbendo su di Sè tutti i suoi effetti malefici. Dopo aver bevuto, la Sua Gola

Il giorno dopo Subbamma era furiosa21!!
“La reputazione di Puttaparthi è rovinata a causa di donne perfide come quella. Non c’è ragione di continuare a tenere certa gente in questo villaggio. In questo villaggio non c’è assolutamente posto per azioni tanto malvagie. Qui c’è posto solo per persone buone e buone azioni. Qui c’è posto solo per persone di buone qualità, gente con buoni caratteri” e continuò a parlare così a tutte le persone del villaggio.
Poi andò dalle madri dei dieci bambini che stavano sempre con Me e disse loro: “Questi non sono figli vostri: questi sono i MIEI bambini. Essi devono sempre stare con Raju, notte e giorno. Essi devono vivere con Raju ogni momento della loro giornata”.
Grazie a quello che all’epoca disse Subbamma, questi 10 bambini erano ancora con Me fino a poco tempo fa. Molta gente del villaggio, questo lo sa.
Per esempio Bukkapatnam Sathyanarayana è qui; è arrivato adesso. Egli era un Mio compagno di classe.
(Swami ride) Un Mio compagno di classe!! Eravamo compagni quando frequentavamo la sesta classe.
Questi bambini erano sempre insieme a Me. Non esistono parole per descrivere la loro Purezza, Innocenza, Amore e l’Abnegazione che essi possedevano!
Purtroppo, per colpa degli effetti negativi del Kali Yuga, a causa dei tempi moderni, i bambini di oggi stanno solo sviluppando cattive qualità.
Quando, a quei tempi, Mi sdraiavo in grembo ad uno dei bambini, lui Mi diceva: “Raju:
poiché Tu Ti sei sdraiato su di me, ogni dolore è scomparso. E sento una grande
Beatitudine emergere dal cuore”.
I bambini di oggi non sono così. Con tutto il girare che faccio, se torno e Mi sdraio un momento su uno di loro, in lui sorgono subito sentimenti cattivi!
A causa dei cattivi sentimenti e dei loro cattivi comportamenti che in essi crescono sempre più, diminuiscono i sentimenti tanto sacri. Infatti:
Yad Bhavam Tad Bhavathi
com’è il sentimento, così è l’esperienza.
I comportamenti dipendono dai sentimenti che si provano.
Ma i bambini di quei giorni erano totalmente innocenti, dei cuori puri.
In questo modo, facemmo la promessa di insegnare, di villaggio in villaggio, queste eccellenti, sublimi, elevate buone qualità del servizio.
Non c’è niente di speciale nel cantare i Bhajan di Rama, Krishna, Govinda. Dovreste invece sviluppare buone qualità, possedere qualità ideali, avere la reputazione di “bravi ragazzi”.
Quando qualcuno guadagna questo tipo di buona reputazione, come sono felice!!
Perciò il comportamento degli studenti, dovrebbe essere un buon comportamento fin dall’inizio.
INIZIATE PRESTO, GUIDATE PIANO, RAGGIUNGETE SANI E SALVI LA META.
Se fin da giovani diventate puri e buoni, sarete uomini che ispirano grandi ideali.
divenne tutta blu e tale rimase tanto che da quel giorno Shiva venne appellato con il Nome di Nilakantha
“Colui dalla gola blu”.
21 L’espressione letterale in telugu è: “in fiamme (dalla rabbia)”.

I bambini che a quei tempi erano con Me, abitano in questo villaggio ancora ai giorni nostri e stanno diffondendo i buoni ideali, adesso come allora, diventando d’esempio per tutti.
Quando viaggio da Bangalore a Puttaparthi, ogni volta che Mi vedono, essi Mi fermano per la strada: “Swami, Swami, Namaskara!”. Le persone che viaggiano con Me, dietro la Mia macchina, lo sanno. Vedono come queste persone si comportano.
Essi prendono l’acqua dai rubinetti e corrono per metterla tutt’intorno alla macchina, dicendo: “Ci hai donato quest’acqua sacra (come) il sacro Gange e noi la offriamo ai Tuoi sacri Piedi” (applausi)
Questi bambini a quei tempi erano così pieni di gratitudine e tali sono rimasti!
E se oggi Io chiedo ad uno di loro: “ Allora, Mio caro: stai bene?” essi pensano:
“Oh! Swami Si sta interessando! Egli mi sta parlando! Che cosa posso volere di più?” e traboccano di Beatitudine.
Fino ad oggi Io non ho mai guadagnato nemmeno un centesimo.
Io non possiedo nemmeno un centesimo. Non ho nemmeno un centesimo di proprietà.
LA MIA SOLA PROPRIETA’ SONO GLI STUDENTI!
(forti applausi)

Io non chiedo niente a nessuno; Io solamente dono, dono e continuo a donare!
Non ci sono limiti al Mio dare. Bisogna donare se si vuole fare felici gli altri. I devoti e le loro famiglie devono essere felici e pieni di gioia.
Ma quando voi augurate il benessere agli altri in questo modo, non è necessario che auguriate benessere anche a Me, poichè il Mio benessere è nelle Mie Mani ed Io sono sempre nel benessere.
Non dovremmo mai deviare dal sentiero del Dharma e della Verità; se viviamo nella Verità e con sentimenti divini, la nostra vita sarà sempre piena di sempreverde prosperità.
Ci sono ancora molte cose importanti da dire, molti segreti non ancora rivelati.
Ci sono ancora molte cose da raccontare e da insegnare a proposito di come i ragazzi (studenti) dovrebbero cambiare, ciò che dovrebbero avere ed anche ciò che dovrebbero conseguire. Tutto ciò affinché rinuncino a ciò che è male e comprendano.
Perciò domani vi parlerò di tutto questo e vi dirò di più.
(applausi)
(Swami conclude senza cantare. Viene fatta subito l’Arathi)
(Traduzione da audiocassetta, con revisione letterale direttamente dal telugu; versione integrale)