DISCORSO DIVINO

Il Dovere è Dio, il lavoro è Devozione

24 novembre 1998

Incarnazioni dell’Amore Divino!

Chi rimane chiuso nel proprio egoismo non è amato da nessuno, nemmeno dalla moglie, né dai figli, quand’anche fingessero davanti agli altri di andare d’amore e d’accordo. È inevitabile imbattersi nella sofferenza finché si prova rabbia per qualcuno. Chi è vittima dei desideri si sottrae alla loro soddisfazione, poiché l’avido non gusterà mai né le gioie né gli agi della vita. L’ego, la collera, il desiderio e la bramosia sono le cause fondamentali che tolgono la pace della mente.

Si crede comunemente che la felicità e la pace mentale siano il risultato di pratiche spirituali, ma in realtà non è così. A causare gioie e dispiaceri è sempre la mente. Quindi, dominatela; la conquista della mente vi porterà ad uno stato di equanimità, in cui saprete trattare ogni aspetto dualistico con senso di uguaglianza. Il Vedanta dichiara che "dalla mente ha origine sia la schiavitù che la liberazione". Una volta che saprete controllare la vostra mente, crescerete indipendenti dal dualismo tristezza-felicità. Accogliete il dolore con la stessa disposizione d’animo con cui vi aprite alla gioia. In realtà, la felicità che si trae dal piacere non è nulla se paragonata a quella che deriva dal superamento delle difficoltà, e nella storia ci sono molti esempi di persone che danno testimonianza a questa verità. Tutti coloro che hanno sostenuto nobili ideali han dovuto sottoporsi a dure prove prima di sperimentare la felicità. È stato scritto che "solo dalle prove nasce la gioia", ma gli uomini vogliono essere felici senza passare per le difficoltà. Ciò è in assoluta contraddizione con i principi della spiritualità.



L’uomo vuole risultati buoni,

senza compiere azioni meritevoli;

si ribella ai frutti dei suoi errori,

però persiste in attività indesiderabili.

Ci sono nove sentieri di devozione che vengono raccomandati al fine di sperimentare la divinità che ognuno ha dentro di sé, e sono:

1) ascoltare le storie che riguardano Dio (sravanam);

2) cantare le lodi del Signore (kirtanam);

3) contemplare la bellezza, maestà e compassione del Signore (visnusmaranam);

4) prostrarsi ai Piedi del Signore (padasevanam);

5) rispettare tutto e tutti vedendo in essi una forma del Divino (vandanam);

6) il culto di Dio nei riti (arcanam);

7) servire tutti indistintamente (dasyam);

8) sentire Dio come amico e confidente (sneham);

9) sottomissione completa alla volontà di Dio (atmanivedanam).

Tutte queste forme di devozione sono sorrette dall’amore, che ne è il respiro vitale.

Che fare per arrivare a comprendere il Principio di Brahma? Dire Brahma significa riferirsi al principio cosmico che pervade ogni cosa. Secondo quanto affermato dai Purana (antiche storie che narrano il rapporto fra l’uomo e Dio), Brahma ha avuto origine dall’ombelico di Visnu. Ma chi è Visnu? È l’Essere che pervade ogni cosa. Dunque, Visnu e Brahma sono sinonimi di Atma. Questa parola deriva dalla radice ahas, che significa "prime ore del giorno"; quindi ahas, significando la luce del mattino, simboleggia la distruzione delle tenebre dell’ignoranza. Perciò, parlando della Forma Cosmica, la si definisce anche come "Colui che risplende". Brahma non è limitato a un solo nome e a una sola forma, ma è anche detto Brihat, "Colui che tutto pervade". Per raggiungere "Colui che risplende" bisogna seguire la verità. Sta scritto che "tutto il visibile è destinato a perire".



Denaro, giovinezza, moglie e figli

son tutte cose che passano.

Solo la Verità e la Gloria sono eterne.

Ecco perché dire Dio

è come dire Verità.

La Sapienza sgorga dalla Verità.

Verità e Sapienza pervadono tutto.

Per questo i Veda hanno dichiarato: Satyam jñanam anantam brahma, "Dio è Verità, Sapienza e Immortalità". Si può sperimentare l’incarnazione della Verità solo seguendo la via della Verità, la quale trascende il tempo, va oltre il passato, il presente e il futuro.

Perché Dio s’incarna? Per far capire all’uomo e fargli sperimentare la sua divinità interiore e l’unità di tutto nella diversità. Proprio qui, nel saper vedere l’unità nella diversità, sta l’essenza della spiritualità. È la meta finale della vita umana. In tutti c’è il medesimo Spirito, qualunque sia il nome, la nazione o il tenore di vita, e questo Spirito attiene alla coscienza, che permea da cima a fondo il corpo. Scopo della spiritualità è prendere coscienza dell’unità spirituale di tutti. Ma l’uomo, a causa del proprio attaccamento al corpo, si è dimenticato della sua divinità innata e il suo modo di vedere è orientato sulle differenze invece che sull’unità. Ciò si verifica per ignoranza. Dio s’incarna proprio con questo scopo: insegnare l’unità sottostante alla diversità.

Krishna ha dichiarato: "Io sono colui che dimora in tutti gli esseri". Si potrebbe paragonare il corpo a uno specchio ricavato dall’argilla; bisogna trasformare lo specchio del corpo (fatto d’argilla) in un essere consapevole. Non si richiedono particolari pratiche spirituali. Basta che prendiate coscienza della verità che nell’apparenza dell’argilla si cela la coscienza. Ma voi non fate alcuno sforzo per comprendere la vostra vera natura. Sotto la cenere c’è della brace ardente, che si può vedere solo quando si soffia via la cenere. Similmente, lo Spirito insito nell’uomo può essere visto solo quando le ceneri dell’ego, dell’ira, del desiderio e dell’attaccamento fisico sono soffiate via dal canto del nome del Signore..

L’attaccamento al corpo fa insorgere nell’uomo il senso dell’io. All’egoista sfugge di mano il successo. La vera umanità consiste nell’assenza di ego. Non c’è traccia d’ego in un neonato, ma si sviluppa man mano egli cresce. È il senso di io e di mio che fa l’uomo schiavo. L’uomo avrà gioia piena solo quando avrà eliminato l’ego e l’attaccamento. Non esistono altre pratiche spirituali che possano procurare quella beatitudine. Le pratiche spirituali comuni conferiscono solo una soddisfazione temporanea di livello mentale; solo la consapevolezza atmica è vera ed eterna.

Come prima ha detto Bozzani, ognuno dovrebbe porsi l’interrogativo "Chi sono io?"; accade invece che, a titolo di informazione, si chieda piuttosto "Chi sei tu?". Non c’è niente da guadagnare nell’acquisizione di questa informazione, mentre oggi c’è bisogno di trasformazione, la quale si ottiene ponendosi la domanda "Chi sono io?". Una volta che avrete trovato la risposta a ciò, non avrete più bisogno di intraprendere alcuna pratica spirituale, e ciò vi sarà possibile solo mediante il controllo della mente. Il saggio Patañjali lo espresse con questo enunciato: "Lo Yoga vero consiste nel tenere sotto controllo i pensieri e le aberrazioni della mente" (Yogasutra 6, 43). Yoga non significa esercizio fisico; è una parola che vuol dire "unirsi a", unione con il Sé, con l’Atma. Oggi però non c’è nessuno che si sforzi di raggiungere l’unione spirituale, fine ultimo della vita. Al di sopra del corpo ci sono i sensi; al di sopra dei sensi c’è la mente; al di sopra della mente c’è l’intelletto; al di sopra dell’intelletto c’è lo Spirito. Gli uomini non sanno andare oltre il livello dell’intelletto, si muovono solo nella direzione del pensiero. Incapace di controllare la propria mente e i propri sensi, l’uomo soggiace a stati confusionali e depressivi e, per conseguenza, dimentica il principio dello Spirito.

Il corpo, costituito dai cinque elementi, è effimero, può cedere in qualsiasi istante. L’attaccamento al corpo porta con sé l’attaccamento al denaro. La gente d’oggi attribuisce all’istruzione e al denaro più valore che a qualsiasi altra cosa. Il denaro e la cultura non sono in sé cattivi, ma è l’utilizzo che se ne fa che produce effetti buoni e cattivi. L’acqua è una sostanza incolore, ma prende il colore del recipiente in cui è versata. Lo stesso vale per il denaro e per l’istruzione: il loro valore dipende dalle qualità della persona che li ha acquisiti. Il bene e il male sono riflessi di ciò che c’è all’interno di un essere, non sono entità che esistano al di fuori delle persone. Non ci sono difetti nella creazione, bensì nella visione. Purificate dunque la vostra visione e santificate il vostro cuore. Solo allora sperimenterete l’unità nella diversità.

Ho ricevuto varie lettere dai delegati di questa conferenza, nelle quali si chiedono chiarimenti ai loro dubbi. Qual è la causa principale del dubbio? È la totale mancanza di fede. (Applausi) Tra gli apostoli di Gesù ve ne fu uno di nome Tommaso, che metteva in dubbio qualsiasi cosa gli capitasse, al punto che si è creata la nomea del "dubbioso Tommaso". A volte sul sentiero della spiritualità sorgono dubbi, senza che per questo venga a mancare le fede in Dio.

Per esempio, eccone uno:



1) Gesù ha mai dichiarato di essere la Verità, la via e che nessuno era superiore a Lui?

Cercatevi da voi stessi la verità. (Applausi) Gesù non fu mai in nessun istante della sua vita un egocentrico: non ha mai dichiarato di essere la Verità, la Via, la Salvezza e la Redenzione. È stata l’opera del redattore biblico a far nascere questo errore. Oggi esistono cinquecento diverse versioni della Bibbia. Luca, Pietro e Tommaso furono tra i pochi primi apostoli.

Ci fu un esattore delle tasse che ebbe riportato i dialoghi tra Gesù e i pescatori; fu durante una di queste conversazioni che Gesù li rassicurò che si sarebbe preso cura di loro, ma non ci fu un solo momento in cui, con sentimenti d’ego, avesse sostenuto di essere l’unico e indiscusso loro protettore. Ciò che disse fu per accrescere la loro fiducia ed entusiasmarli all’azione. Molti studiosi hanno male interpretato queste espressioni di rassicurazione e hanno considerato Gesù come l’unico redentore che avrebbe loro offerto protezione in ogni difficoltà.

All’epoca della Nascita Divina tre saggi si recarono a far visita a Gesù deposto nella mangiatoia. Il primo di loro, alla vista del bambinello Gesù, esclamò: "Sembra essere un "Messia di Dio"". Il secondo saggio affermò che il bambino gli sembrava essere il "Figlio di Dio". Il terzo saggio, in disaccordo con le opinioni degli altri due, concluse che quel bambino era lo stesso Dio in persona.

Gesù si riempiva di compassione alla vista dei miti e degli afflitti. Paolo (allora Saulo, NdT) sul principio avversò Gesù in tutto ciò che poteva. Una volta Gesù gli apparve in sogno e gli chiese: "Che male ti ho fatto? Perché Mi giudichi così male?". Questo evento fece capire a Paolo che la sua ignoranza e il suo ego l’avevano accecato. Compresa la verità, divenne un ardente discepolo di Gesù. Ogni epoca ha avuto delle nobili anime che hanno dovuto sopportare pazientemente il flagello della condanna. La gente ha sempre confuso le nozioni di bene e di male. Se solo comprendessimo la verità racchiusa nella Bibbia, giungeremmo alla conclusione che in Gesù non c’è stata la benché minima ombra di errore. La Sua unica aspirazione fu quella di portare al livello di Dio la coscienza degli uomini.

Quando giunse il momento della crocifissione, Gesù così pregò: "Padre, che peccato ho commesso? Perché debbo soffrire in questo modo?". Gesù non ha mai sostenuto o rivendicato di essere accomunato a Dio, né come Messia né come Figlio. Si è voluto dare una simile interpretazione ai testi solo perché gli uomini prendessero coscienza della loro relazione con Dio. Quando la Madre Maria si trovava in lacrime ai piedi della Croce, fu udita una voce dal cielo: "Tutto è Uno, Mio caro Figlio; sii equanime verso ognuno". Dall’episodio appena narrato si può dedurre quindi che il rapporto fra Gesù e Dio era quello tra il Figlio e il Padre.

Gesù non ha mai proclamato egocentricamente d’essere il solo sentiero, la Verità, l’unica Via. Ma ogni incarnazione avatarica ha fatto questa dichiarazione di verità. Krishna, nella Bhagavad Gita, affermò: "Tutti sono frammenti della Mia Divinità" (XV, 7); "Pensa sempre a Me, diventa Mio devoto, offriMi i tuoi omaggi e adoraMi. Perfettamente assorto in Me, certamente verrai a Me" (IX, 34).

Soltanto un Avatar può rassicurare a tal punto il devoto facendo leva unicamente sul principio atmico, ma Gesù non si è mai espresso in questo modo, ed è per questo che è stato considerato un Messaggero di Dio.

Nella Bhagavad Gita Krishna proclama: "Io sono il protettore di tutti; sono il fondamento e il creatore di tutto, la base dei quattro varna". Che cos’è un varna? Varna significa "colore", ma il termine è stato frainteso e interpretato come "casta". "Tutti coloro che appartengono ai quattro colori sono stati creati da Me" (IV, 13) , dice Krishna. Perciò, non create delle discriminazioni basate sul colore. E i quattro colori sono: nero, giallo, bianco e rosso. Gli Africani e gli Indiani sono neri di pelle; i Giapponesi e gli Inglesi sono di pelle bianca, mentre i Cinesi sono gialli e i Russi sono rossi. Ciò che Dio ha dichiarato è largamente confermato dalla natura, ma non lo vedono le persone di mente gretta. Non date mai adito a restrizioni nel modo di pensare.

Che siate cristiani, mussulmani, hindu o zoroastriani, dovete comunque considerarvi figli di Dio. All’inizio persino i Romani erano ebrei e non cristiani. Fu solo dopo l’avvento di Gesù che entrò in uso il termine "cristiano". Gesù disse di essere "Persona", intendendo con questo che Egli era una scintilla divina. La parola "persona" è stata trasformata dagli indiani in Purusa. Perciò, Purusa o Persona sono termini che derivano dal latino, la lingua degli antichi Romani. Persona significa "sacralità": dal momento che l’uomo è nel suo intimo divino, per definirlo si usa la parola "persona". La qual cosa equivale al termine Purusa della cultura indù, dei Purana, dei Veda, delle Sastra e delle Itihasa.

Vari sono i nomi attribuiti all’unica divinità presente in tutti e ne abbiamo esperienza attraverso le molteplici forme che esprimono l’unico Dio. Ma oggi dobbiamo non solo renderci conto dell’unità nella diversità, bensì anche sperimentarla. Consideratelo come l’obbiettivo principale dell’Organizzazione Sathya Sai. (Applausi) Non date adito a discriminazioni e odï di parte, giacché c’è un solo Essere in tutti. Questa verità, se la state realizzando, sarà la vostra vera e concreta spiritualità. La pratica è molto più importante delle chiacchiere.

Davanti a me ci sono due microfoni, uno davanti all’interprete. Il tono delle parole che escono dai microfoni può essere differente, ma il principio del suono è sempre lo stesso. Allo stesso modo si deve avere esperienza del Divino secondo vari nomi e forme. Le parole che escono dal cuore fanno un discorso espansivo. Ci sono alcuni che parlano solo con le labbra, facendo discorsi di circostanza; le loro parole costruiscono un discorso compresso, un discorso contorto e ripiegato su di sé che è come morto. La gente che fa questo tipo di discorsi non sa mettere in accordo le parole con il cuore. Quando ciò che si sente nel cuore trova espressione nelle parole, il discorso allora si allarga, si espande, è appunto espansivo. Chi parla col cuore dice il vero, mentre coloro che fanno discorsi aridi, parole che non vengono dal cuore, dicono il falso e parlano solo per dovere di convenienza. Fate che le vostre parole fluiscano dal cuore; riuscirete a far questo solo se avrete piena fiducia nel Sé. Chi esprime una totale convinzione non lascia adito ad alcun dubbio.

Fa parte della ricerca della verità chiedersi se quanto vale per gli altri sia applicabile anche a sé stessi. Potreste chiedervi perché serva cercare la verità se essa pervade ogni cosa. In ogni essere umano esiste la dimensione dualistica del vero-falso, giusto-ingiusto, violenza-mitezza. Voglio farvi un esempio per spiegarvelo meglio. Da noi c’è oro a ventiquattro carati; dopo un po’ si comincia ad aggiungervi del rame, poi dell’argento e infine dell’alluminio e dell’ottone. Dal momento in cui si comincia ad aggiungere altri metalli, la vera natura dell’oro viene modificata ed esso perde buona parte del suo valore. La stessa cosa accade all’uomo d’oggi: da bambino è puro, ma appena si aggrega ad altri impara ad essere violento o mite, immorale od onesto, giusto o ingiusto. Ed è qui che giace la causa fondamentale del ciclico ripetersi del nascere e del morire. Ma, se voi siete una sola cosa con il Sé, non ci sarà più alcuna ragione di tornare a nascere e a morire. L’attaccamento al corpo, alla cultura e ai soldi riducono lo Spirito umano all’attuale stato delle cose. L’uomo dimentica allora la propria vera natura; occorre che egli si purifichi mediante il processo di raffinamento del carattere, attraverso il quale si libererà di tutti i vizi, riguadagnando la purezza del suo splendore iniziale.

Gli uomini hanno preso qualità malvagie come la gelosia, l’odio e l’egoismo. I devoti e gli aspiranti sulla via spirituale tendono a cadere prede della gelosia e dell’ego. È a causa di questa tendenza che l’uomo distrugge la sua autentica natura umana. Bisogna far di tutto per nutrire la propria fede; non permettete che sia svilita da cattive inclinazioni. Bisogna frequentare buone compagnie e stare alla larga di quelle cattive, che sono piene d’insidie.



Fuggi le cattive compagnie,

stai con quelle buone;

compi giorno e notte

azioni meritorie e rifletti

su ciò che è eterno

e su ciò che passa.

Ci sono persone che, da come parlano e agiscono, sembrano essere pie; ma lo sono solo in apparenza. Se le osservate attentamente, vi accorgerete che sono addirittura diaboliche. Non fidatevi di queste persone; perdereste la vostra purezza. È sempre più diffuso l’oro pieno d’impurità; ma voi dovete diventare puri come l’oro a ventiquattro carati. È meglio un briciolo d’oro puro che un grosso quantitativo d’una lega senza valore, giacché si deve sempre preferire la qualità alla quantità. È meglio avere mezzo acro di terra fertile che dieci acri di terreno sterile.



Follow your own conscience,

your Master.

Face the devil.

Fight to the end.

Finish the game.

This is the goal of human life.



Segui la tua coscienza:

è il tuo Maestro.

Affronta il male.

Combattilo sino all’ultimo.

Porta a termine la gara.

Ecco il Fine ultimo della vita.

(Applausi)

Finché darete retta e seguirete gli incoerenti, i cui pensieri, parole e azioni sono in disarmonia tra loro, sarete inclini a dimenticare il vostro "Swami", il vostro Maestro interiore, che è il vostro autentico Sé. Seguite sempre la coscienza. Io non costringo mai nessuno a fare qualcosa. Vi siete mai chiesti il perché? La ragione è che voglio che ognuno segua i suggerimenti attinti alla fonte della sua propria coscienza. Obbligare è un’imposizione esterna, mentre la vera fonte è il Sé, la cui essenza è amore. Quindi, coltivate l’amore.

Questa è la risposta alla prima domanda su Gesù: Egli non affermò mai di essere l’unico Salvatore, non sostenne mai di essere solo Lui la Verità.

La seconda domanda che era stata posta è la seguente:



2) Perché Swami solo ad alcuni appare in sogno, e non a tutti?

È un modo ingenuo di porsi il problema. Non è possibile programmare i sogni ed averli quando e come vi pare. Nei vostri pensieri passano molte persone, ma entrano forse tutte a far parte dei vostri sogni? Certamente no. Ed è uno sbaglio anche ritenere che Swami non si intenerisca per voi, per il solo fatto che non vi si mostra in sogno. La compassione di Swami è sovrabbondante su tutti, senza eccezione alcuna. (Applausi) I sogni non sono altro che un riflesso del subconscio. Il fatto che Swami appaia in sogno è di ottimo auspicio. Ma voglio ora passare a spiegarvi i vari tipi di sogno che possono capitarvi.

A volte avete degli incubi, altre volte sognate cose che vi riempiono di gioia. Tutti questi sogni si verificano a causa di tutto ciò che avete accumulato nel vostro subconscio; ed è un bene che la mente trovi sfogo nel sogno. I sogni non sono altro che il riflesso, la reazione e la ripetizione di quanto c’è dentro di voi. La stessa cosa, però, non vale per i sogni in cui compare Swami. Swami appare nei vostri sogni solo quand’Egli lo vuole, non quando lo volete voi. (Applausi)

Mohammedan, il musicista che si è esibito ieri, non mi aveva visto in nessuna occasione precedente. Gli ho chiesto: "Figliolo, ti ricordi l’incidente automobilistico che subisti in America, quando ti apparvi in quello stesso istante?". "Oh, mio Dio!", esclamò a quella rivelazione, e si è sciolto in lacrime di gioia. Quella stessa notte gli apparvi in sogno dicendogli che sarebbe venuto a Puttaparthi per partecipare ai festeggiamenti del mio compleanno. E ieri era qui.

Ci sono dei sogni molto confusi, ove giocano attivamente un ruolo determinante i vostri sentimenti. Potete anche vedere la figura di Swami, ma contemporaneamente i vostri sentimenti si mescolano ad altro, generando confusione. Potreste, ad esempio, vedervi in un istante a Puttaparthi, ed immediatamente dopo essere trasportati in America, e via con questo andazzo. Questi sogni non dipendono da Swami, non sono voluti da Lui: sono il risultato di un’indigestione o dell’aver ingerito cibo che non andava consumato. I sogni voluti da Me sono molto chiari; non lasciano spazio a confusione o a dubbi. Io vengo da voi per portarvi ciò che voglio nella maniera più diretta. (Applausi)

La terza domanda proposta è:



3)Tutti si sottopongono a pratiche spirituali, ma io non ce la faccio per mancanza di tempo, visto che ho moltissimi impegni. Non riesco a pensare a Swami e a partecipare alle attività di servizio. Come posso rimediarvi?

È un grosso sbaglio pensare in questo modo. Non c’è bisogno di un tempo e di un luogo particolari per pensare a Swami. Fate il vostro dovere con lealtà e con la convinzione che tutto quanto state per fare è opera di Swami:

Il lavoro è un atto di devozione.

Il dovere è Dio.

(Applausi)

Non occorre che mi mettiate a sedere per recitare continuamente "Sai Ram". "Fate ogni cosa col pensiero che lo state facendo per il Signore": questa è la più grande pratica spirituale. Invece di perdere tempo in "meditazioni" prive di concentrazione, è molto meglio che attendiate ai vostri lavori di casa. "La società umana non può sottrarsi all’azione", è scritto; e per azione non s’intende semplicemente andare a spazzare le strade o ad assistere gli ammalati. Ogni cosa ci parla d’azione: lo stesso respirare, il batter le ciglia, il mangiare, il dormire, il leggere, ecc., rientrano nella definizione di "azione" o karma. Nemmeno un solo istante della vita può essere avulsa dall’azione. La vita sarà santificata solo quando ogni vostra azione sarà gradita al Signore. Non ritenetevi distinti da Dio; non parlate del "Suo" e del "vostro" lavoro. Lavorate nella convinzione che voi e Dio siete una sola cosa, e allora anche un piccolo lavoro assumerà un aspetto magnifico. La grandezza sta nelle piccole cose. Non c’è dubbio che pulire le strade e visitare gli ospedali siano buone azioni, ma non bastano perché possano definirsi servizio. La vera disciplina spirituale consiste nel giusto compimento del proprio dovere. Se, appellandovi alla disciplina spirituale, trascurate il vostro dovere oppure il vostro lavoro non risponde alla retribuzione che ricevete, non fate che accrescere gli imbrogli a danno del governo. Il vero servizio sta nell’onorare il proprio dovere; si può dunque fare del servizio anche in ufficio. Ogni attività compiuta senza far distinzione tra ciò che è personale e il Divino diverrà servizio. Non attaccatevi mai alla scusa che non avete tempo.

Voglio raccontarvi una storiella.

Un devoto voleva sapere quanto gli rimaneva da vivere per organizzare un certo numero di pratiche spirituali. Supplicò con devozione il Signore, affinché gli rivelasse questa cosa. Il Signore gli rispose che sarebbe vissuto fino a ottant’anni. Il devoto se ne rallegrò, ma, facendo subito un conto, replicò: "Degli ottant’anni destinatimi, 20-25 li ho trascorsi giocando e studiando, i prossimi 25 li passerò immerso nella vita di famiglia. Gli ultimi 30 saranno impiegati per pianificare il futuro e per il benessere dei miei figli. Non mi resta quindi alcun tempo disponibile per le pratiche spirituali. O Signore, dammi altri vent’anni di vita, perché possa dedicarli a Te". Dio sorrise e gli rispose: "Stolto! Hai bisogno di vent’anni per dedicarti a Me? Quanto tempo ci vuole per girare l’interruttore che accenderà la luce? Neanche un secondo! Ammesso che tu abbia bisogno di vent’anni per pensare a Me con tutta l’anima, chi mi garantisce che non li userai per altre attività? La tua non è altro che pigrizia. "Chi la dura, la vince": anche un solo secondo speso in contemplazione di Me con mente stabile ti porterà a Me.

Il tempo è Dio: non sciuparlo.

Tempo sprecato, vita sciupata.

Considera il tempo come la vera forma di Dio, e la tua vita ne sarà santificata".

Molta gente si lamenta di non avere abbastanza tempo da dedicare alla contemplazione di Dio, ma chi pensa in questo modo è pigro di natura. (Applausi) Una volta che avrete vinto la vostra pigrizia, potrete facilmente intraprendere il sentiero della santità.



Laziness is rust and dust;

realisation is best and rest.

(Applausi)

Ruggine e fuliggine è la pigrizia;

oro e ristoro è la solerzia.

Quarta questione:



4) Trovandoci all’estero, non riusciamo a fare il lavoro per Swami; quindi, ci piacerebbe venire in India per partecipare con tutto il cuore alle attività indette da Swami.

Anche questo è un altro indice di pigrizia. Quando si fa del servizio, che differenza potrà mai esserci tra il farlo in patria o in terra straniera? Dio è onnipresente. Il fatto che il servizio sia fatto in India o all’estero non ne sminuisce il significato. È una cosa del tutto egoistica venire a Prashanti Nilayam per volersi dedicare ad attività di servizio; potrà andar bene dopo che sarete andati in pensione. Voi avete dei doveri verso i vostri figli, rispetto alla loro educazione e al loro avvenire. Se pensate di venire qui soltanto per scansare i vostri doveri, dopo un certo lasso di tempo, entrerete in uno stato di frustrazione. Non venite adesso; è meglio che stiate a casa vostra a fare il vostro servizio. Swami non si aspetta alcun servizio da voi. Io ho qui molti ragazzi; eppure il mio lavoro lo faccio tutto da solo. Tutti loro hanno l’aspirazione a mettersi al mio diretto servizio, ma solo pochi fortunatissimi ne hanno la possibilità. Gli altri, però, non si devono amareggiare per questo. Prendetevi cura del lavoro che vi compete e già questo è servizio.

Ho 73 anni. Ho gambe, mani e occhi in condizioni perfette, e posso seguire personalmente il mio lavoro. Prestate dunque il vostro servizio a chi non è autonomo o è di costituzione fragile. Sarà questo il vostro servizio a Swami. Vi chiederete perché Swami non ha mai alcun dolore alle gambe, visto che si muove di continuo. Lasciatemelo dire, non ho mai sofferto, né mai soffrirò. Solo quando prendo sulle mie spalle il dolore degli altri può sembrare che soffra; altrimenti questo corpo non conosce sofferenza. Ogni tanto chiamo il Dr. Alreja per fargli misurare la pressione, ma egli dice sempre: "Swami, è perfetta, normalissima: 120/80". In realtà, la mia pressione è 117/78. Poi, gli chiedo di misurarmi il polso, che è sempre di 68 battiti: perfettamente normale. Per quanto mi muova o parli, la mia pressione sanguigna non aumenta mai. Quant’è sacro il Mio corpo! E ciò è dovuto alla combinazione di Purezza, Pazienza e Perseveranza. Non occorre che alcuno di voi mi assista. Meglio sarebbe che attendeste ai vostri doveri, accudendo la vostra famiglia.

Quinto punto:



5) Come facciamo ad annullare i debiti causati dalle conseguenze delle nostre azioni?

Voi pensate che le conseguenze siano debiti, e potrebbero essere tali nel caso faceste del male; ma, alle ferite prodotte dal male potrete porre facilmente rimedio con l’aiuto della medicina dell’Amore. Non esiste nulla di più grande dell’Amore. Amate Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, e allora tutte le conseguenze del vostro operato verranno annientate, tutti i vostri malanni saranno guariti. Se ciò non accade, non dovete pensare che amare non serva. Se aveste pregato davvero con tutto il cuore, ogni cosa sarebbe andata per il suo verso. Alcuni, quando vanno a sedersi nella stanza delle preghiere per recitare "Sai Ram", incominciano a vagare con pensieri ribelli, come ad esempio se sono andati a ritirare la biancheria dalla lavandaia. Ma, se foste davvero assorti anima e cuore nella recita del nome del Signore, perché mai la mente dovrebbe correre in lavanderia? Altri siedono in meditazione, ma si fanno facilmente distrarre dagli odori della cucina. Come potrete definire preghiera un tal genere di interesse? Dietro ogni vostra pratica spirituale c’è una mente instabile, laddove invece ci vorrebbe concentrazione. Siete legati all’attesa che i frutti maturino. Datevi pure a qualsiasi tipo di ricerca spirituale, ma fatelo con tutto l’amore che potete. L’amore può sradicare qualsiasi genere di malattia e funge da panacea per ogni afflizione. Per prima cosa, dunque, dovete crescere il vostro amore. Ciò vi sarà possibile se crederete che Dio è l’incarnazione dell’amore; come potreste amare se non ne foste convinti?

L’amore è una medicina perfetta. Se mettete una pianta in un barattolo di latta e l’annaffiate, dopo un po’ morrà; ma, se la piantate in un terreno fertile e l’annaffiate, in poco tempo diverrà un albero. Allo stesso modo, il nome e la forma di Dio devono essere piantati nel campicello del vostro cuore e nutriti con l’acqua dell’amore. Ciò vi assicurerà ottimi risultati. Chi vive nell’amore non ha bisogno di altre pratiche spirituali.

Stranissima la sesta domanda:



6) Nella nostra puja, la stanza della preghiera, teniamo le immagini di Rama, Krishna, Isvara e Gesù. In mezzo ad esse teniamo anche la foto di Swami. Va bene?

Una volta convinti che Dio è onnipresente, perché dovreste aver paura di tenere una fotografia particolare? Voi potete volgere il vostro culto a Rama, Isvara, Gesù, Allah, Zoroastro o Sai, ma cercate di maturare sempre di più l’idea che sono tutti la stessa realtà.

Racconto spesso questo esempio. In India ci sono vari tipi di dolci: il Godu halwa, il Badam kheer, il Gulab jamoon, il jilebi, il laddu, il Mysore pak. Sebbene i loro nomi e le loro forme siano svariati, lo zucchero presente in ciascuno di essi è lo stesso. Potete dunque adorare Rama, Isvara, Visnu, Allah, Gesù o Sai; ma dovete capire che la divinità che si cela al di là dell’immagine è sempre la stessa. Non vi deve dunque in alcun modo influenzare la differenza di forma e di nome. Se non vi piacciono altre forme che rappresentano il Divino, potete spostare quelle immagini e sostituirle con quelle che più vi aggradano. Se non amate la foto di Sai Baba o di Rama, toglietetela. Ma questo non cambierà nulla. Ciò che è essenziale è riconoscere l’unità nella divinità.

Vi racconterò a questo proposito una storiella. Uno studente stava per dare degli esami. Non era particolarmente preparato in matematica e, poiché doveva fare quell’esame il giorno dopo, offrì una bella adorazione a Swami, e poi si presentò. L’esame di matematica andò molto male. Visto il risultato, lo studente prelevò dalla puja la foto di Swami e la mise in un armadietto. Il secondo giorno era prevista la seconda prova di matematica. Quel giorno, lo studente decise di dedicare l’adorazione davanti all’immagine di Rama, ma l’esame andò ancor peggio. Il terzo giorno d’esami – doveva dare Contabilità – decise di rivolgersi alla Divina Madre, sperando in una maggior benevolenza rispetto a quella ottenuta dalle altre divinità. Così, fece l’adorazione con l’immagine di Devi; ma, anche quel giorno, l’esame fu un disastro: non riuscì nemmeno a capire le domande postegli. Tornato a casa, fece con quest’ultima immagine ciò che aveva fatto con le altre: la chiuse nell’armadietto. Il quarto giorno c’era l’esame della seconda parte di Contabilità. Ben sapendo che Vinayaka rappresenta "Colui che rimuove tutti gli ostacoli", mise davanti alla statua di Ganesa bastoncini d’incenso, noci di cocco e ghirlande di fiori. Ma, quando accese l’incenso, il fumo si diresse verso l’armadietto dov’erano state riposte le immagini delle divinità "scartate". Allora, lo studente fece questo pensiero: "Ho portato gli incensi a Vinayaka; perché mai dovrei permettere che ne beneficino Dei come Rama, Sai Baba e Krishna, che mi hanno tradito?". Prese un pezzetto di stoffa e lo usò per tappare il naso a Sai Baba, a Rama e a Devi. Poi, dopo essersi ben assicurato che il profumo dell’incenso non li raggiungesse, si sedette in preghiera. in quel momento Sai Baba, Rama e la Madre Divina gli apparvero. Il ragazzo rimase stupito e chiese alle deità perché mai non si fossero presentate quando le aveva adorate e perché apparivano invece ora che le aveva punite? Allora rispose Sai Baba: "Figliolo, fino ad oggi mi hai confinato in una fotografia; oggi, per la prima volta, hai creduto che dietro questa foto ci fosse un’entità vivente e perciò mi hai turato con una pezza il naso, per impedire che potesse arrivarmi il profumo dell’incenso. Non ti saranno d’aiuto le foto; le foto son pezzi di carta colorata. Puoi adorare una foto come fosse Dio, ma non Dio come fosse una foto. Solo oggi hai finalmente cominciato a credere che la foto sia veramente Dio ed è a Lui che hai voluto tappare il naso. Questo è il motivo per cui ora ti appaio".

Voi oggi fate i vostri riti credendo che Dio sia una fotografia, ma è solo quando credete veramente che la foto sia solo una forma di Dio che i vostri desideri saranno realizzati. Non ha importanza quale forma veneriate o quale nome recitiate; sappiate che ogni forma e ogni nome sono Suoi. Non c’è nulla di sbagliato dunque, qualsiasi nome usiate, poiché tutte le forme di Dio rappresentano lo stesso ed unico Dio. Potreste anche venerare i vostri stessi genitori: "Considera la madre come Dio, il padre come Dio, il maestro come Dio, l’ospite come Dio".

In casi simili, come facciamo a distinguere fra tante forme di Dio? Non dovete mai avere dubbi su Dio: "Dio è Dio". Non criticate, né commentate mai il nome e la forma di una divinità. Tenetevi la foto che preferite e recitate qualsiasi nome: Dio è unico, la Verità è una. "La Verità è una sola, ma gli studiosi usano molti modi per esprimerla" si dice nel Rig Veda. Non continuate a cambiare le fotografie: sceglietene una, che vi piaccia, e traetene adorazione.

Settimo punto:



7) Swami, dimmi quale fra tutti i tipi di pratiche spirituali esistenti è quello che ti piace di più, e io sono pronto ad adottarlo.

C’è una sola risposta a questo. Io non ho alcuna preferenza per alcun tipo di disciplina particolare. Considerate tutti come forme di Dio e abbiate fede che Dio è in tutti. Questa è la cosa che mi piace di più. Evitate qualsiasi cosa dia dolore agli altri, anche se questo dovesse procurarvi della gioia. Fate agli altri ciò che vorreste che gli altri facciano a voi.





Help ever, hurt never.



Sempre aiutare,

Mai far del male.

Non fate mai del male a nessuno, non ferite mai; non assecondate mai sentimenti negativi nei confronti di chicchessia. Quand’anche qualcuno vi danneggiasse o vi maledicesse, non cessate mai di amarlo. Ecco cosa si aspetta da voi Swami. Ci sono persone che non adorano Swami; alcuni lo venerano, altri lo criticano. Ma, in qualsiasi caso, Io rimango inalterato; non mi accorgo né degli uni né degli altri e continuo ad amare tutti. Tuttavia, nessuno potrà sottrarsi alle conseguenze delle proprie azioni.



Chi potrà mai dire

in qual momento o posto

lo stesso potente Rama pianse

come un comune mortale

la separazione da Sita?

I Pan¬ava un tempo

dovettero vivere in foresta

cibandosi di foglie e tuberi.

Chi può predire tempi e modi

di ciò che verrà?

La sola cosa certa è che

le conseguenze toccheranno.

Se avete sempre fatto del bene, raccoglierete buoni risultati; ma se avete fatto del male, i risultati saranno cattivi. Comprendete innanzitutto questo e agite di conseguenza. Io non ho odio per nessuno, non dubito di nessuno; amo anche coloro che non credono in Me. È la Mia natura. Alcuni sono inclini a dubitare della Mia potenza, per il fatto che io ripongo fiducia in loro, sebbene essi non ne abbiano in Me. Ma si tratta di un modo errato di vedere le cose. Il Mio amore è identico per tutti, poiché Io desidero che tutti siano felici.

L’acqua è incolore e assume il colore della bottiglia in cui viene messa. Il bene o il male è dentro di voi, non in Me, né mai sarà in Me. La mia massima è: "Che tutti i mondi siano felici". (Applausi). Io vi amerei quand’anche mi odiaste. Sono così di natura, per qualità divina. Potete adorarmi oggi e biasimarmi domani, o viceversa. Quando un uomo è ubriaco parla in un modo, e quando è sobrio parla in un altro. Se siete ubriachi fradici di desideri mondani, la vostra mente oscillerà da una parte all’altra; ma chi è pieno d’amore universale rimane sempre uguale, in qualsiasi circostanza.

Potete anche dimenticarvi di me, ma Io non vi scorderò mai. Io sono sempre con voi, in voi, intorno a voi e sopra di voi. Fortunatissimi sono coloro che si trovano vicini al Signore: è il culmine di meriti acquisiti nel corso di molte vite. Non è qualcosa che si è ottenuta in questa sola vita. Per cui, non sprecate le vostre energie rimuginando su questo fatto: cosa piace a Swami? cosa gli dispiace? Non lasciatevi turbare da questi dubbi. A me piace tutto ciò che fate con purezza di cuore, ed Io desidero solo questa purezza. Con un cuore puro, potete intraprendere qualunque attività. Abbiate fede totale nelle parole di Swami, accettate di obbedire ai Suoi comandi. Io non porto mai nessuno fuori strada; qualunque cosa dica o faccia, è sempre per il vostro bene, non per il mio. Non faccio mai nulla per me; faccio tutto per amor vostro. In ogni caso, non pensate mai, per nessuna ragione al mondo, che io non abbia amore per voi.

Alcuni hanno la fortuna di compiere azioni sacre con il Signore vicino; ma coloro che non hanno questa opportunità non devono essere gelosi verso chi ne gode. Il male peggiore dell’uomo è la gelosia. Il cancro può essere eliminato, ma per la gelosia non esiste alcun rimedio. La gelosia può causare una tale depressione, che può portare anche alla morte.

Incarnazioni dell’amore!

I membri dell’Organizzazione Sai dovrebbero sviluppare un’ampia visione delle cose, senza dare spazio a gelosie, odio e senso dell’ego. Consideratevi tutti fratelli e sorelle e immergetevi nella beatitudine del servizio. Oggi avete parlato delle trasformazioni da apportare al sistema scolastico. L’istruzione è essenziale; non può essere rubata dai ladri, né bruciata dal fuoco, né diminuita se condivisa. L’istruzione è sempre in crescita. Dividete con tutti questa eterna saggezza e mettete sempre in pratica ciò che avete imparato. Insegnate le belle virtù ai fanciulli, dite loro: "Figlio, non studiare per i soldi. L’abbondanza, l’amicizia e la forza fisica hanno più importanza per il mondo. Ma il denaro oggi c’è e domani svanisce. "I soldi vanno e vengono", si dice. Gli amici possono diventare nemici in un giorno. Oggi siete gagliardi, domani deboli. Tuttavia, la virtù non vi abbandonerà mai. Sviluppate un carattere forte e tenace, che non vi possa lasciare un giorno; crescete nelle sante virtù.

Integratevi nella società, ricchi di nobili virtù. Prestate aiuto a tutti. Sapete perché vi sono state date le mani? Forse per mangiare? Per soccorrere gli altri! La carità è il gioiello della mano. Sapete perché vi è stata data la voce e la gola? Non certo per cantare i successi cinematografici, né per criticare o biasimare gli altri, ma solo per cantare il nome del Signore. È la collana migliore: indossatela e santificate la vostra voce e la vostra gola. Sapete perché vi è stata data l’intelligenza? Per utilizzarla forse esclusivamente a fini personali? Certamente no; ma solo per riflettere su come contemplare, raggiungere e sperimentare il Divino. Occorre impegnare ciascun membro, ciascun senso in attività sacre.

Incarnazioni dell’amore!

Oggi si sono qui riuniti i delegati di 180 nazioni. Occupano tutti posizioni di rilievo. Se vi incamminaste per la stessa strada, ci sarebbe una fila di migliaia di persone. Se un responsabile si guasta, molta gente potrebbe perdersi. Help ever, hurt never. Siate buoni, fate del bene e siate un esempio. Allora tutti seguirebbero il giusto cammino. Se non date il buon esempio con la pratica, ciò che dite agli altri non servirebbe a niente. Se non riuscite a far tutto, mettete in pratica almeno uno o due insegnamenti. Sarà sufficiente. Non desidero nemmeno che seguiate tutti gli insegnamenti.

Siate membri esemplari dell’Organizzazione Sathya Sai, portate avanti un corretto progresso e trasformate la nazione stessa. Non desidero che il mio nome sia posto in evidenza; io non chiedo nessun nome, nessuna gloria. Se solo lo volessi, il mondo intero sarebbe oggi ai Miei piedi. (Applausi) Ma non lo voglio. Voglio solo aiutarvi. Accrescete il senso del servizio fra di voi e cercate di avere pensieri nobili.

Goldstein ha appena detto che Swami dà sempre e non prende mai niente. Fatta eccezione per una sola cosa, io non chiedo mai nulla. L’unica cosa che chiedo è il vostro amore. (Applausi) Non desidero altro. Qualunque cosa mi chiederete, io ve la darò, ma da voi chiedo una sola cosa: amore. Date quindi il vostro amore, e accettate tutto. Fate di tutto per sviluppare e per trasformare il sistema educativo. I membri di questa Organizzazione dovrebbero discutere tra loro e fare ciò che ritengono giusto, senza bisogno di aspettare ordini dal centro. Il centro potrà solo essere contento delle vostre iniziative. Che cosa mi potrebbe dare più gioia dell’apprendere che tra di voi non esistono più dissidi, gelosie, lotte intestine, e che vi state tutti comportando come fratelli e sorelle? Operate in armonia con gli ideali di Swami. Ecco ciò che mi dà maggior gioia. "La felicità sta nell’unione con Dio": questa è felicità autentica, che non potete pretendere di avere sperimentando le comodità del mondo.

Mettendo da parte ogni differenza, dovete mescolarvi tra di voi e attuare delle attività di servizio. Non isolatevi in gruppi separati. Rendetevi conto che i dolori inflitti agli altri sono dolori inflitti a Me. Sarò molto felice se sarete sempre uniti. Se incontrate qualcuno che avete odiato per qualche motivo, salutatelo amabilmente. Dovete comportarvi con amore, perché questa è la vera devozione, la meditazione, la preghiera, la via spirituale.

Si dovrebbe dare e prendere amore solo in vista dell’amore. Se vi comporterete così, l’intera nazione sarà felice. Potrete così sperimentare quella gioia che non siete riusciti a raggiungere neanche con i più sofisticati esercizi yoga.

Quando salutate gli altri, fatelo col cuore in mano. Fate che non ci sia disaccordo tra i vostri pensieri, parole e azioni. Parlate con dolcezza, col sorriso sulle labbra. Renderete felici tutti. "Maniere felici, volti felici, conversare felici e lavorare felici" dovrebbe diventare il motivo dominante del vostro comportamento. Dimenticate le divergenze del passato; vivete il presente; non è un qualsiasi presente, ma è l’Onnipresente.

Sviluppate il senso dell’unità: c’è un’immensa forza nell’unità. Nell’unità non siete solo voi ad avere la possibilità di crescere, ma anche l’intera nazione. Solo l’amore ha per tema l’unità. Per quattro giornate avete discusso su questi argomenti. Mettete da parte ogni forma di odio. Fate pulizia in voi stessi. Siate felici e tornate a casa felici.

Questa è una grande officina: siete venuti qui con la macchina del vostro corpo in completo dissesto: viti, bulloni, freni, sospensioni e sedili logori. Ora tornerete a casa con un’auto rimessa a nuovo; la gente farà caso al vostro cambiamento e vi vorrà imitare. Vi insegno tutte queste cose, spinto dall’amore, perché voi sviluppiate amore.

(Baba conclude il discorso con il bhajan "Hari bhajana bina...")



(Prashanti Nilayam, 24 Novembre 1998.

I Convegno Mondiale dei Responsabili

dei Centri Sathya Sai)