DISCORSO DIVINO

56 lunghi giorni

1 ottobre 1998

Il mondo intero è governato da Dio, e Dio è governato dalla Verità.

La Verità è nelle mani degli esseri nobili, e gli esseri nobili sono Dio in persona.



Incarnazioni dell’Amore,

fin dall’antichità l’India ha diffuso, in ogni parte del mondo, l’immarcescibile conoscenza spirituale. L’India ritiene che, per la pace e la sicurezza del mondo intero, la spiritualità sia davvero indispensabile, e gli Indiani, animati da sincerità e devozione, hanno tentato di dare al pianeta stabilità e pace.



Col passare del tempo, però, a causa degli effetti del Kali Yuga, la gente ha smesso di credere nel Sé, riponendo invece la propria fede in questo mondo transitorio ed effimero.

Oggi l’uomo non ha fede neanche nel Sé degli uccelli e delle bestie. Quando un uccellino si posa sul ramo sottile di un albero, il ramo comincia a muoversi su e giù, ma l’uccellino non ne è spaventato, poiché fa assegnamento sulle proprie ali, non sul ramo su cui si trova. L’uccellino ha completa fiducia nelle sue ali, mentre l’uomo non ce l’ha nel proprio Sé; come conseguenza di ciò, egli soffre.



Nonostante studi testi sacri e ascolti discorsi, in lui non si è sviluppata la fede nel Sé. Egli annuisce mentre ascolta i discorsi, avendo la sensazione di aver capito e di aver tratto da essi beneficio; non ha però la fede per metterli in pratica.

I dubbi non hanno modo di insinuarsi nell’uomo che ha fede nel Sé; egli rimane imperturbato di fronte alle vicissitudini della vita.



Fin dall’antichità la cultura indiana ha avuto, come principio, la fiducia nel Sé; essa tuttavia, con l’inizio dell’era moderna, ha cominciato a decadere. Ogni uomo dovrebbe sviluppare questa fede. (Applausi). Solo attraverso di essa è infatti possibile raggiungere lo stato di beatitudine.



Oggi è il giorno del Vijaya Dashami: è la samapti, cioè la conclusione della sacra festività di Navaratri. Samapti è ciò che dona il massimo conseguimento possibile. Si dà il caso che questo sia anche il giorno in cui Shirdi Baba lasciò le sue spoglie mortali. Avvenuto ciò, Egli si reincarnò qui dopo otto anni. Questa è un’ampia testimonianza dell’esistenza del Divino fra gli uomini.



Se l’uomo non conosce il suo Sé, a che gli serve conoscere il resto? Egli legge il giornale ogni giorno per sapere che cosa avviene nel mondo; cerca di venire al corrente di ciò che accade in ogni Paese, ma non fa alcuno sforzo per conoscere il suo Sé. Continua a chiedere a chiunque incontri: “Chi sei? Da dove vieni?”, ma non pone queste domande a se stesso. Non ha senso intraprendere qualunque disciplina spirituale se non si ricerca il Sé.

Il cibo e le abitudini svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo dei valori umani. Com’è il cibo, così è la testa; com’è la testa, così è Dio. Dovreste comprendere la correlazione esistente fra cibo, testa e Dio.

Oggi troviamo molti cambiamenti insalubri per quanto riguarda il cibo e le abitudini dell’uomo; questa è la causa principale della mancata purezza di cuore.



Dopo che i Pandava uscirono vittoriosi dalla battaglia contro i Kaurava, Krishna, affinché potessero avere consiglio e benedizione, li portò da Bhismacarya che giaceva sopra un letto di frecce. Questi, allora, cominciò ad esporre loro tutti gli aspetti del Dharma. Nel Mahabharata, questo insegnamento di Bhisma viene chiamato Santi Parvan.



Mentre tutti i Pandava stavano ascoltando il grande maestro con assoluta serietà e devozione, Draupadi, improvvisamente, scoppiò a ridere. Dovete sapere che Draupadi era donna di nobili virtù e dotata di senso di discriminazione: era cioè una persona che metteva in pratica i valori spirituali dell’India, ragion per cui i fratelli Pandava rimasero sconvolti dalla sua inspiegabile leggerezza e considerarono il suo comportamento un insulto al venerabile Bhisma.



Bhima e Arjuna andarono su tutte le furie e Dharmaja, vergognoso, chinò il capo. Bhisma, però, conosceva il motivo della risata di Draupadi. La chiamò vicino a sé e le disse: “Mia cara figliola, gli uomini di questo mondo sono come cornacchie e interpreteranno la tua risata in vari modi. Poiché non cercheranno di conoscere la verità, essi equivocheranno e fraintenderanno. Spiega quindi la ragione di tale comportamento, e fugherai in tal modo l’errata interpretazione dei tuoi mariti”.



La donna così rispose: “Illustre maestro, avresti dovuto insegnare queste lezioni di rettitudine ai malvagi Kaurava, invece le stai insegnando ora ai miei mariti che sono virtuosi, onesti e altruisti. Ciò mi è sembrato beffardo e futile: ecco perché non ho potuto trattenere il riso”.



Bhisma, allora, disse: “Draupadi, posso capire i tuoi sentimenti, ma, poiché sono vissuto in compagnia dei Kaurava, il mio sangue e la mia mente sono diventati impuri per aver consumato il cibo datomi da tali malvagie persone. Pur sapendo bene che i Kaurava stavano dalla parte sbagliata, non li ho corretti. Per mia buona sorte, tuttavia, negli ultimi 56 giorni le frecce di Arjuna hanno spurgato dal mio corpo tutto quel sangue impuro, e come risultato di ciò, i buoni pensieri e i buoni sentimenti, che erano profondamente occultati in me, stanno ora venendo alla luce”.



Erano state le cattive compagnie ad intaccare la mente di Bhisma. Questo fatto è espresso molto bene nel detto: “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”. Si pensa e si diventa come le persone che si frequentano.



Ogni insegnamento deve essere trasmesso tenendo conto del tempo, dello spazio e delle circostanze. Sebbene Krishna e Arjuna fossero stati assieme per 64 anni prima della guerra del Kuruksetra, Krishna non menzionò mai nulla ad Arjuna della Bhagavad Gita. Fu solo prima della guerra che Krishna impartì l’insegnamento ad Arjuna. C’è un tempo appropriato per ogni cosa.



Potreste aver studiato molti testi sacri, ascoltato diversi santi insegnamenti e anche aver visto persone sante; ma a che vi servirà? A causa degli effetti del cibo impuro e delle cattive compagnie tutti i vostri buoni pensieri saranno cancellati. I buoni pensieri potranno manifestarsi solo quando vi sarete liberati di quelli negativi. Tutti dovrebbero sforzarsi di liberarsene.



Vi faccio un esempio. Vi siete costruiti una casa, con una porta principale e molte finestre per avere una giusta ventilazione. Solo per il fatto che c’è un’entrata, non lascerete entrare in casa tutti i cani randagi e i maiali, ma aprirete la porta solo alla vostra famiglia, agli amici e ai parenti. Allo stesso modo la mente è, per il corpo, che è il tempio di Dio, la porta principale e i sensi sono come le finestre.

“Il corpo è stato descritto come un tempio e il suo Abitatore come la Divinità eterna”.



Dovete esaminare a chi permettere di entrare in questo tempio e a chi no. Oggi, però, nessuno fa questa indagine, e, come risultato, vi lascia entrare ogni sorta di sentimenti e di pensieri malvagi. “La disciplina è indispensabile per ogni cosa”.



Non dovreste fare amicizia con chiunque incontriate, ma cercare di capire se la persona è buona o no. Tuttavia non odiate nessuno. Al tempo stesso, non superate certi limiti nel trattare con gli altri: riducete le amicizie e i contatti.



A che serve nascere come esseri umani se non si alimentano valori umani come la Verità, la Rettitudine, la Pace, l’Amore e la Non violenza? Recitano i Veda: “Dite la Verità, seguite la Rettitudine”. La pace, per l’uomo, è come un gioiello prezioso. Il santo Tyagaraja affermò: “Senza pace non c’è felicità nel mondo”. Per tutti i valori umani il fondamento è l’Amore.



Gli esseri umani, oggigiorno, sono uomini nella forma, ma non nella pratica. In alcuni luoghi si trovano persone che, esteriormente, fanno mostra di valori umani, mentre in realtà non li mettono in pratica col cuore. I valori umani servono non per fare esibizione, ma per dare l’esempio; essi dovrebbero essere riflessi in ogni vostro pensiero, parola o azione. Oggi, però, c’è solo egoismo e interesse personale in qualunque cosa l’uomo pensi, dica e faccia. A causa di ciò, i valori umani sono totalmente scomparsi.



Qui ci sono molte lampadine che brillano. Per avere la luce non basta avere solo le lampadine; ci vogliono anche i fili e la corrente. Quando quest’ultima fluisce nei fili e arriva alle lampadine, esse si illuminano. Allo stesso modo, per sperimentare la luce dell’Amore, la corrente della Verità deve passare attraverso i fili del Dharma ed entrare nella lampadina della Pace. (Applausi).



Come vi ho già detto, l’Atma è l’origine dell’io, l’io è la matrice della mente e la mente dà origine al linguaggio. Quindi, l’io è il figlio dell’Atma, la mente il nipote e il linguaggio il pronipote. Prima di tutto dovreste ricordare che l’Atma, l’io, la mente e il linguaggio appartengono alla stessa famiglia; quindi, l’io, la mente e il linguaggio dovrebbero essere colmi di sentimenti atmici.



Solo quando essi saranno completamente uniti con l’Atma voi diventerete veri esseri umani. Quando l’Atma sarà il fondamento imprescindibile dell’io, della mente e del linguaggio, non vi sarà spazio per alcun errore; ma oggi non c’è senso atmico nel pensiero, nelle parole e nelle azioni dell’uomo, e ciò è all’origine di ogni sofferenza.

Dovreste alimentare lo spirito patriottico e mettere in pratica l’antica cultura indiana; essa parla di unità nella diversità.



I Paesi sono molti, ma la terra è una sola;

le stelle sono tante, ma il cielo è uno;

svariati sono i gioielli, ma l’oro è uno solo;

ci sono molte mucche, ma il latte è lo stesso.



Questo è lo spirito di unità che la cultura indiana ha diffuso fin dall’antichità. Dovreste abbandonare i sentimenti e i pensieri terreni e sviluppare una solida fede nel principio di unità.



Incarnazioni dell’Amore,

in questo sacro giorno del Vijaya Dashami fate il giuramento di rinunciare a vizi come fumare, bere e consumare cibo non vegetariano. Molti non comprendono i pessimi effetti di queste cattive abitudini. Se un fumatore soffia una boccata di fumo sopra un fazzoletto bianco vedrà su di esso delle macchie gialle. Questo è un indice di malattia. Fumare provoca il cancro; bere è una caratteristica demoniaca che vi porta all’ubriachezza e a un comportamento indecoroso. Anche mangiare cibo non vegetariano è una brutta caratteristica. Dato che il corpo umano stesso è fatto di carne, che bisogno c’è di consumare la carne degli uccelli e delle bestie?



Dovreste nutrirvi solo di cibo sacro; solamente allora avrete sentimenti santi. Per pensieri e atti sacri è indispensabile cibo puro. Anche un uomo dall’animo nobile come Bhisma ebbe a soffrire a causa del cibo impuro, e, come conseguenza di ciò, dovette restare sopra un letto di frecce per 56 giorni.



Per avere sacri sentimenti, oltre che consumare cibo puro dovete anche avere una sacra visione. Non gettate sguardi malevoli su nessuno, non parlate male degli altri, non ascoltate nulla di negativo, non nutrite cattivi pensieri, non indulgete in cattive azioni, non fate del male a nessuno. Non esiste niente altro, oltre a questo, di cui aver bisogno per progredire verso il proprio Sé. La vita umana è estremamente sacra.

“La nascita umana è la più rara di tutte”.



Oggi, però, taluni uccidono i propri simili senza pietà: questa è una caratteristica demoniaca, non umana. Avendo preso nascita umana, non dovreste diventare demoni.

Quando, in vecchiaia, la vostra vista ormai appannata non vi permetterà più di vederci bene, quando il vostro corpo diventerà debole e decrepito, quando tutti vi chiameranno “vecchia scimmia”, a che servirà a quel punto pentirsi? Fin da questo istante, impegnatevi a compiere buone azioni.



Fate che tutti siano felici e non fate del male ad alcuno. Il saggio Vyasa sintetizzò il messaggio dei 18 Purana in due dichiarazioni:



Fate del bene al prossimo.

Evitate di far del male.



Non danneggiate neppure un insetto, perché in ogni creatura c’è Dio. Basandosi su ciò, il santo Tyagaraja compose una canzone in cui si dice: “O Rama, tu sei presente in una formica come in Brahma”.



Persino un grande devoto come Tyagaraja, nei momenti di difficoltà, se la prese con Rama, esclamando: “O Rama, non hai forse il potere di proteggermi? O forse sono io a mancare di devozione? Ogni pelo del mio corpo è colmo del Tuo nome e non faccio altro che pensare a Te. Quindi, in me c’è sicuramente devozione; sei Tu a non avere potere!”

Subito dopo tali parole, sedette in meditazione e cominciò a svolgere un’analisi interiore, che gli fece capire il suo errore.



Compose allora una canzone in cui si afferma: “O Rama, il Tuo potere è davvero grande ed efficace; se così non fosse, una scimmia come Hanuman avrebbe forse potuto attraversare l’oceano? Laksmana, che era Adishesa stesso, avrebbe potuto adorarTi? Laksmi Devi, la stessa Dea della ricchezza, servirTi? E l’intelligentissimo Bharata obbedire ai Tuoi ordini? Sono stato veramente uno sciocco a biasimarTi, dimenticando la Tua Divinità. Perdonami, Ti prego!”



Gesù, mentre veniva crocifisso, gridò: “O Dio, perché Mi punisci così!”; immediatamente, però, comprese la verità ed esclamò: “Mio Dio, sia fatta la Tua volontà. Fosti Tu a crearMi, a sostenerMi e a proteggerMi. Non agirò contro la Tua volontà; è stato un errore da parte Mia incolparTi!” Dopo che ebbe riconosciuto il Suo sbaglio, Egli udì una voce eterea dire: “Tutti sono uno, Mio caro figlio; sii uno con tutti”.



Una volta che avete riconosciuto il vostro errore, il Divino Si manifesta. Oggi, però, l’uomo non ammette i suoi sbagli e cerca invece quelli altrui. Non occupatevi degli errori degli altri: cercate piuttosto i vostri e correggeteli; soltanto allora la vostra vita sarà santificata.



Incarnazioni d’Amore,

la cosa più importante che dovete compiere è sviluppare l’Amore che comprende in sé tutti gli altri valori umani, come la Verità, la Rettitudine e la Pace. Qualunque cosa facciate, agite con Amore. Il vostro cuore è come un grande recipiente e i sensi sono i rubinetti. Riempite il cuore con l’acqua dell’Amore; solo allora potrete sperimentare l’Amore attraverso tutti i sensi.



Oggi parlate di valori umani, ma pare non li mettiate in pratica. Ciò Mi rende molto triste. Avete ascoltato molti Miei insegnamenti; non potete attuarne almeno uno? Invece di dare insegnamenti agli altri, insegnate a voi stessi e poi mettete in pratica. Se ciò non avviene, a che serve leggere i Veda e i testi sacri? Ripetendo semplicemente i nomi delle medicine, guarirete forse le vostre malattie? Solo ripetendo i nomi di gustose pietanze, placherete la vostra fame? Allo stesso modo, la mera ripetizione del nome del Signore non è sufficiente: dovreste altresì impegnarvi nel Suo lavoro.



Quando Hanuman incontrò Vibhisana, questi gli disse: “O Hanuman, quanto sei fortunato! Benché tu sia per nascita una scimmia, Rama ti ha tenuto con Sé; io, invece, non sono stato benedetto da una simile opportunità, sebbene canti continuamente il Suo nome”.



Hanuman, allora, rispose: “O Vibhisana, la semplice ripetizione del nome del Signore non è sufficiente; dovresti prendere parte al Suo lavoro. Solo così potrai diventare un recipiente della Sua grazia”. Non appena ebbe udito queste parole, Vibhisana attraversò l’oceano e si prostrò ai piedi di Rama cercando in Lui rifugio.



Sotto questo aspetto, possiamo affermare che Vibhisana è più grande di Bhisma; cercò infatti di condurre i suoi fratelli sulla retta via, ma alla fine li abbandonò, poiché essi non dettero ascolto ai suoi saggi consigli. Bhisma, invece, non fece alcun tentativo di dare buoni consigli ai Kaurava e continuò a vivere con loro, nonostante conoscesse a fondo i loro malvagi disegni.

Allorché Vibhisana cercò rifugio in Rama, Sugriva e Jambavan si opposero, dicendo: “Maestro, non dovresti mai credere a questi demoni. Deve esserci un secondo fine dietro questa azione di Vibhisana; chiedigli quindi di far ritorno a Lanka.



Rama, allora, rispose: “Nel momento in cui qualcuno Mi dice: ‘Io sono Tuo’, chiunque sia, Io me ne prenderò cura. Quindi, non respingerò Vibhisana”. Questa è una prova dell’Amore di Dio.



Quando dite: “Io sono Tuo”, attenetevi a tale affermazione con salda fede. Se ciò avverrà, Dio si prenderà cura di voi in ogni luogo e in qualunque circostanza. Conto su di voi e vi do la Mia benedizione in modo che possiate sviluppare una solida fede, abbandonare i vizi, frequentare buone compagnie, alimentare sentimenti sacri e raggiungere il Divino.



Baba ha concluso il Discorso con il bhajan:



“Prema Mudhita Manase Kaho, Rama, Rama, Ram…”







Prashanti Nilayam, 1 ottobre 1998