DISCORSO DIVINO

Il dolce vento della Beatitudine

27 settembre 1998

Come i cani abbaiano ai poderosi elefanti,

è altrettanto possibile che alcuni cerchino di mettere in difficoltà

le anime nobili.

Né gli elefanti né queste anime elevate, però,

subiranno da ciò alcun danno.

A causa degli effetti del Kali Yuga vi sono molti casi simili a quelli succitati. Udendo il canto melodioso dei cuculi, i corvi, per gelosia, cominceranno a gracchiare contro di loro; ciò però non impedirà ai cuculi di cantare.

Allo stesso modo, le gru, vedendo i cigni, se ne fanno beffe; i cigni tuttavia non ne sono toccati. Similmente, chi ha realizzato la propria vera identità non si esalta se viene lodato, né si deprime se è oggetto di biasimo.

La vita umana è dono di Dio: se ne farete un uso corretto, la vostra vita come esseri umani troverà compimento.

Si può effettuare una classifica degli esseri umani; essi sono di tre tipi: 1) gli adhamudu (bassi e spregevoli); 2) i madhyamudu (medi); 3) gli uttamudu (i più nobili).

Il corpo umano può essere paragonato a una vaso sacro. L’uttamudu è colui che usa questo vaso, donatogli da Dio, in modo corretto; l’adhamudu è chi fa un uso errato del corpo, senza comprenderne il valore; e il madhyamudu è chi usa il corpo sia per fini sacri che per fini profani.

A che serve avere un letto comodo, un cuscino e un ventilatore da soffitto se poi non si dorme bene? Allo stesso modo, malgrado possegga un cuore simile a un letto soffice, la mente come un cuscino e l’intelletto come un ventilatore, l’uomo non gode di pace e felicità. A che servono dunque il cuore, la mente e l’intelletto?

Noi descriviamo il cuore come qualcosa di puro e immacolato, diciamo che la mente è onnipervasiva e che l’intelletto è il principio trascendentale. Dio ha donato all’uomo questi strumenti perché possa godere di pace e felicità; malgrado questi mezzi preziosi, però, egli non prova simili stati beatifici.

Si afferma che la vita umana è il dono più raro e prezioso, ma il vostro comportamento merita forse tale descrizione? Voi non usate la mente e l’intelletto nel modo giusto e non mantenete puro il cuore; ne consegue un mancato raggiungimento della pace e della felicità. Senza di esse, la vita non può essere considerata tale.



I grandi uomini affermano che, per ottenere una vita ricca di pace e felicità, è necessario sviluppare un senso di distacco.

Distacco non significa vivere in solitudine nella foresta dopo aver abbandonato la famiglia e i propri averi. Gli studenti dovrebbero capire lo spirito autentico del termine "rinuncia". Dovreste comprendere che questo mondo grossolano è inerte e considerarne gli aspetti sottili come illusione e gli aspetti causali unicamente come un riflesso. Solo quando capirete questi tre aspetti (grossolano, sottile e causale), potrete ottenere la rinuncia. L’uomo, però, ritiene che il mondo materiale sia reale, dimenticando la Causa primigenia: Dio. Questi tre aspetti, che costituiscono il mondo visibile, vi inganneranno. Solo comprendendo la Causa primigenia, il Principio atmico, potrete sperimentare la pace e la beatitudine. Cercate quindi di conoscere il valore della vita umana.

Che cosa significa nara? Significa incarnazione dello Spirito Supremo.

Le pastorelle devote di K©¹²a così pregavano: " Kl¢m K©¹²žya,Govindžya, Gopijanavallabhžya Svžha". Kl¢m significa "terra", K©¹²žya "acqua", Govindžya "fuoco", Gopijanavallabhžya "aria" e Svžha "etere". Non c’è vita o luogo in questo mondo ove non vi siano questi cinque elementi; essi sono presenti ovunque. Questo è il modo in cui le pastorelle descrissero K©¹²a come onnipervadente. Dio, che si trova nei cinque elementi, è onnipotente, onnipresente e onnisciente; il dovere primario dell’uomo è quindi fare il giusto uso di questi elementi. Usarli male significa usare male il Divino.

L’uomo ritiene che il suo corpo sia tutto e passa la vita in cerca di agi e comodità che soddisfino il corpo che, per sua natura è destinato a perire. Sebbene si possa vivere fino a cent’anni, ciò non è cosa certa; la morte può giungere nell’infanzia, nella gioventù o nella vecchiaia. Non si può dire quando arriverà la propria ora; perché dunque darsi tanta pena per amore del corpo che è come una bollicina? Essendo nati come esseri umani dovreste vivere in modo ideale e rendere tutti felici, non dando eccessiva importanza al corpo, ma trattarlo come uno strumento. La mente è come un ventilatore, che, se girato in direzione del vostro corpo, vi delizia con la dolce aria che profonde. Allo stesso modo, solo volgendo la mente verso Dio potrete sperimentare il dolce vento della beatitudine; se invece indirizzerete la mente verso il mondo, affermando di non essere in grado di sperimentare la beatitudine, solo voi sarete da biasimare. Dovete volgere la mente verso Dio, non verso il corpo. Tutte le azioni che compite per gli agi corporei sono inutili.

Non potete trovare la pace al di fuori di voi: essa è dentro il vostro cuore. Quindi, cercate dentro. Il cuore è sempre colmo di pace, amore e beatitudine, ed è il fondamento per ogni qualità sacra, come la compassione, l’amore, la tolleranza, ecc. Tutto ciò che proviene dal cuore è sacro, mentre il corpo è la causa di tutte e sei le qualità negative, ovvero il desiderio, l’ira, l’avidità, l’orgoglio, l’attaccamento e la gelosia. Non siate quindi attaccati al corpo.

La vita umana è altamente sacra e molto preziosa. La mente, l’intelletto e i sensi sono semplici strumenti; voi però non fate alcuno sforzo per comprendere ciò. Voi cercate solo di capire la natura degli strumenti, ma non il principio atmico, che è il fondamento primigenio. Quando capirete tale principio, allora la vostra vita sarà santificata. La gente si sottopone a varie pratiche spirituali al fine di render sacra la propria vita; esse tuttavia saranno del tutto inutili se mancherà la purezza di cuore.

Per prima cosa, purificate il vostro cuore e non date spazio a sentimenti malvagi quali la bramosia, l’ira e l’avidità, che, nel sentiero spirituale, sono i peggiori nemici.

Ržvana fu uno che si sottopose a pesanti penitenze e ottenne dei vantaggi da parte del Signore. Riuscì anche a padroneggiare tutti e 64 i tipi di conoscenza. Nonostante fosse una persona tanto grande e potente, fu piegato dalla bramosia e alla fine rovinò la sua vita.

Nel poema epico Ržmžyana, Ržvana si staglia quale simbolo di stoltezza.

Nel Bhžgavata, Hiranyakaµipu simboleggia l’ira. Egli era un grande scienziato e aveva il controllo sui cinque elementi. Gli scienziati odierni sono in grado di raggiungere la Luna, ma egli riusciva anche a raggiungere il Sole. Tentò persino di arrestare la rotazione terrestre. Un grande scienziato come questo fu rovinato a causa dell’ira.

Chi nutre sentimentI d’ira è destinato all’insuccesso, rovina ciò che possiede e perde rispetto. Commetterà atti malvagi e sarà rifiutato da tutti.

Nel Mahžbhžrata, Duryodhana rappresenta l’avidità.

Per sconfiggere un avaro non occorre fargli male fisicamente. Chiedetegli semplicemente del denaro, ed egli "morirà" immediatamente!

Duryodhana era un avaro di tal fatta. Che cosa potè ottenere alla fine? Perciò, per l’aspirante spirituale, la bramosia, l’ira e l’avidità sono i nemici peggiori. Il merito acquisito in parecchi anni di pratica spirituale, in un momento di collera andrà perso.

A questo mondo può esserci almeno una buona persona su dieci; su dieci persone buone può essercene almeno una che nutre amore per Dio; su dieci persone che nutrono amore per Dio può essercene almeno una che anela a raggiungere il Divino, su dieci persone che anelano a raggiungere il Divino, può essercene almeno una che è sempre pronta a obbedire ai precetti divini. Solo chi obbedisce ai precetti divini ottiene la redenzione. Non ha senso intraprendere delle pratiche spirituali se non si seguono i comandamenti di Dio.

Tutti oggi vogliono la felicità senza sapere che cosa essa significhi. La vera felicità consiste nel non aver desideri; il desiderio è la causa dell’infelicità. Un uomo ricco non avrà scarsità di denaro, di cibo e di altri agi materiali, ma potranno ancora mancargli la pace e la felicità. Gli oggetti materiali possono offrire delle comodità fisiche, ma non danno la pace mentale. Il denaro può darvi fama, ma non rispetto. Si potranno avere diversi servitori, ma essi non sono amici; presteranno il proprio servizio solo perché costretti, non già per amore. C’è un solo vero amico che è sempre con voi, in voi e attorno a voi: è Dio. Fintantoché nella cisterna c’è acqua, vi si affolleranno migliaia di rane; quando però la cisterna sarà vuota, non si vedrà più neppure una sola rana in quei paraggi. Allo stesso modo, finché siete ricchi e ricoprite una posizione autorevole, tutti si comporteranno da amici; una volta che avrete però perso posizione e denaro, i vostri cosiddetti amici vi abbandoneranno senza neanche preoccuparsi di salutarvi.

A questo mondo, nulla e permanente tranne il Principio d’Amore che si trova nel vostro cuore. Solo l’amore può conquistare il cuore della gente. Se dentro di voi nutrirete amore, il mondo intero sarà con voi.

Per quale ragione tante persone da ogni parte del mondo accorrono qui? C’è qualcosa in questo luogo che non esiste nel vostro Paese, nel vostro villaggio e nella vostra famiglia: è l’Amore onnipervadente. Solo attraverso l’amore è possibile stabilire un intimo rapporto vicendevole; i cuori privi d’amore sono come terre aride. Dovrebbe esserci amore nel campo del cuore umano.

Le pastorelle pregavano K©¹²a in questo modo:



O K©¹²a, continua a suonare il tuo flauto,

così da far germogliare i semi dell’Amore

nei campi aridi del nostro cuore,

e far scorrere incessantemente

le piogge e i fiumi dell’Amore.

L’Amore dà sempre e mai riceve: un simile Amore altruistico è solo divino. Voi siete quì giunti per fare esperienza di tale Amore. Nessuno vi ha mandato inviti; se siete quì è perché unicamente l’Amore vi ci ha condotti. Che cos’è ciò che Io vi dò? Quando anche solo vi domando: "Quando siete venuti?", voi vi sentite subito in estasi. C’è tanta dolcezza anche nelle parole che io pronuncio. Anche voi dovreste imparare a parlare piano e dolcemente.

Non si può sempre compiacere,

ma si può sempre parlare piacevolmente.

Le parole aspre sono come bombe atomiche. Quando qualcuno viene a farvi visita a casa vostra, anche se non gli date nulla da mangiare, parlategli almeno piano e con dolcezza: ciò potrà persino placargli la fame. Se invece parlate con durezza, questo non solo aumenterà la sua fame, ma gli procurerà anche sconforto.

La carità è, per la mano, il vero ornamento;

la verità è il vero ornamento per la gola;

l’ascolto dei testi sacri è il vero ornamento per le orecchie.

A che servono gli altri ornamenti?

Non dovreste nutrire il sentimento che solo il vostro Paese debba essere felice, ma pregare per il benessere del mondo intero.

Lokžssamastž­ sukhino bhava¾tu: "Possano tutti gli esseri e tutti i mondi essere felici". Solo quando nutrirete un sentimento così grande sarete rispettati. Nessuno vi porterà rispetto se le vostre parole e il vostro comportamento non saranno corretti.

Studenti, cercate di comprendere che cos’è la vita umana.

Le Upani¹ad dichiarano che essa è molto preziosa. Non è facile capire la qualità divina immanente dell’uomo; in lui ci sono tutte le forme e tutti i poteri. L’uomo pensa che l’oro e i diamanti siano preziosissimi, ma in realtà è l’uomo ad attribuire a essi valore.

Gli uomini valgono molto di più

di tutte le ricchezze del mondo.

Non sprecate quindi questa vita umana tanto preziosa.

Gli antichi saggi come Vaµi¹ºa lavorarono molto duramente al fine di santificare la loro vita. Perché Vaµi¹ºa volle andare alla corte di Daµaratha? Vžsi¹ta stesso, un giorno, lo spiegò a Daµaratha con le seguenti parole: "O re, sono venuto presso di te non perché sei ricco e potente, ma perché il Signore Nžržya²a in persona nascerà come tuo figlio. Voglio santificare la mia vita in Sua compagnia".

Vaµi¹ºa era sempre solito pensare al Divino; gli era quindi stato dato l’appellativo di Brahma©¹i, mentre Viµvžmitra fu chiamato solo Ržja©¹i, poiché era pieno di qualità rajasiche. Nonostante ripetuti sforzi, Viµvžmitra non potè ottenere l’appellativo che ebbe Vaµi¹ºa, e cominciò quindi a provare odio verso di lui. A causa di questo odio, Viµvžmitra perse tutti i suoi poteri.

Voi tutti sapete che anche Durvžsa, uno dei grandi saggi, aveva la brutta caratteristica dell’irascibilità. Perfino se si cercasse alla luce di una fiaccola, non si troverebbe neppure una iota d’amore in lui. A che serve essere un grande saggio se non si ha traccia di amore o pace? Solo chi pronuncia parole dolci e compie azioni sacre può essere definito un grande saggio.

L’India, nei tempi antichi, poté progredire per merito dei santi e delle anime nobili. Malgrado le ripetute invasioni straniere, questo Paese non fu destabilizzato grazie alla forza del potere spirituale. Al fine di preservare e sostenere la solida base spirituale gettata dai santi e dalle anime nobili, dobbiamo coltivare i valori umani come la Verità, la Rettitudine, la Pace, l’Amore e la Non violenza.

Se proteggerete questi valori, essi, a loro volta, vi proteggeranno.

Se proteggete il Dharma,

il Dharma vi proteggerà;

se, allo stesso modo, distruggete il Dharma,

il Dharma vi distruggerà.

Incarnazioni dell’Amore,

l’Amore è la vostra vera forma, e solo attraverso di esso potete ottenere qualunque cosa. Non ci sarà necessità di cercare Dio, né di intraprendere pratiche spirituali.

L’Amore è Dio; vivete nell’Amore! Senza spendere un penny e senza neppure oltrepassare la soglia di casa, potete ottenere la liberazione. In che modo? Solo attraverso l’Amore. Sviluppate quindi l’Amore. Non nutrite odio verso alcuno.



Cominciate ad amare anche quelli che vi offendono; solo attraverso l’Amore potrete operare in essi una trasformazione.

Amandoli sempre di più, potrete mitigare il dolore provocatovi dalle loro dure parole. Le parole aspre sono come frecce acuminate che penetrano fino nel profondo del cuore.



Non c’è medicina al mondo che possa guarire il dolore causato dalle parole taglienti. Quando siete colpiti dai dardi di tali parole, come risposta parlate dolcemente, piano e con amore; è la miglior medicina e dà pronto sollievo.

Con l’amore si può guarire qualunque malattia incurabile.

Qual è la causa della malattia? È la tensione mentale, che è una creazione del tutto umana. La tensione provoca l’ira e queste due, insieme, portano l’uomo alla rovina.

Se volete riempire di latte una tazza, che è già piena d’acqua, che cosa dovete fare? Dovete togliere prima l’acqua, poi potrete riempirla di latte. Allo stesso modo, allontanate dal vostro cuore tutti i pensieri e i sentimenti negativi: potrete allora colmarlo d’Amore.

Inizia il giorno con Amore,

riempi il giorno d’Amore,

trascorri il giorno con Amore,

termina il giorno con Amore.

Questa è la via che conduce a Dio.

Potete sviluppare l’Amore in voi dividendolo con gli altri. L’Amore non decresce mai; esso è dolce come il nettare ed eterno.

Un giorno Nžrada chiese a Nžržyana se esistesse qualcosa più dolce del nettare. Nžržyana così rispose: "L’Amore è più dolce del nettare".

Se bevendo del nettare ci si può saziare, ciò non avviene per quanto riguarda l’amore: più infatti lo si assapora, più se ne cerca. Liberatevi, per prima cosa, di tutto il sudiciume (le cattive qualità) che c’è in voi. Non appena nasce il vitello, la mucca lo ripulisce di tutto lo sporco accumulatosi sul suo corpo, leccandolo ripetutamente, poi lo allatta. Se un animale nutre tanto amore per il proprio piccolo, potete ben immaginare quanto Amore abbia Dio per le Sue creature. L’Amore non si può esprimere a parole. Nžrada parlò di Anirvacan¢yam Prema, di "Amore ineffabile", il che significa Amore che non può essere descritto con le parole. La gente crede che a Nžrada piacesse creare delle faziosità, ma è una visione errata. Sì, egli si comportò in tal modo negli anni giovanili, ma in seguito comprese il suo errore e si sottopose a severe penitenze. Alla fine, divenne un grande maestro. Fu Nžrada a mettere assieme Nara e Nžržyana. Egli si impegnò a raggiungere la beatitudine e la completa eliminazione del dolore, ed affermò: "L’ƒtma, lo Spirito, è Dio". L’Amore è il principio divino. Dato che avete questo Amore in voi, perché dovreste soffrire? Perché avete dei problemi? In voi, infatti, non ci sono né difficoltà né preoccupazioni, ma solo beatitudine. Come potete però sperimentare la beatitudine? Seguendo il sentiero dell’Amore. Ripetendo unicamente i nomi delle pietanze, non vi caverete la fame; dovrete usare le mani e la bocca per riempirvi lo stomaco. Allo stesso modo, dovete pronunciare parole dolci e compiere azioni sacre; per mezzo di esse godrete la dolcezza della vita e sarete felici.

Tutti sono figli dell’immortalità. Voi tutti siete incarnazioni della beatitudine. Le Upani¹ad dichiarano che l’uomo è un ricercatore di beatitudine. Dato che proviene dalla beatitudine, egli vuole fare ritorno alla sua sorgente. Come il pesce, nato dall’acqua, in essa vuole sempre rimanere, così anche l’uomo, che è nato dalla beatitudine, la desidera ardentemente ovunque egli si trovi e qualunque cosa faccia. Finché non tornerà alla sua sorgente, l’uomo non avrà pace. Egli è sempre inquieto poiché non riesce a trovare la beatitudine in questo mondo. Ecco perché la Gita afferma: Anityam asukha¼ lokam, imam pržpya bhajasva mžm: "Essendo giunto in questo mondo effimero e colmo di infelicità, se vuoi salvarti adora Me". Questo mondo è temporaneo e privo di felicità. Potete impegnarvi nelle attività quotidiane; non c’è necessità che abbandoniate il vostro lavoro e i vostri affari, ma tenete sempre fissa la vostra mente in Dio. Solo allora raggiungerete pace e felicità. Una volta sperimentata la beatitudine divina, la vostra mente non anelerà più ai piaceri terreni. Cercate dunque di sperimentare questa beatitudine che è in voi. Essa è la vostra sorgente, il vostro respiro, la vostra vita.

Baba ha concluso il Discorso con il bhajan:

Govinda K©¹²a Jai, Gopala K©¹²a Jai.

Praµanti Nilayam, 27 Settembre 1998,

Sai Kulwant Hall