DISCORSO DIVINO

Il primo dei valori

17 aprile 1998

(Baba canta:)

“Non ci si può attendere che un uomo vuoto e privo di purezza di cuore

possa comprendere il Principio dell'Âtma.

È unicamente con la purezza di cuore

che si può accedere a questa conoscenza dell’Âtma .

Ecco la Verità che Io oggi vi insegno”.





Incarnazioni dell’Amore Divino,

oggi troviamo inquietudine in tutti i paesi. Non si trova pace da nessuna parte. Per quale motivo? La ragione principale di questo stato d’inquietudine risiede nei desideri espressi dal genere umano.

La mente non è che un ammasso di pensieri. Se riusciste a controllare i vostri pensieri, avreste naturalmente sotto controllo anche la mente.

Ecco qui un pezzo di stoffa: si tratta di un insieme di fili intrecciati. Se separate i fili gli uni dagli altri, la stoffa non esisterà più. Analogamente, la mente è un insieme di desideri.



Meno bagagli, più comodità per un viaggio piacevole.



Quando si riduce il proprio bagaglio di desideri, la mente tende a uno stato di purezza.

Sono soltanto i desideri che fanno perdere agli uomini di tutto il mondo i loro valori morali, etici e spirituali.

Che cosa significa valore morale o moralità?

La vera moralità consiste nel dire la Verità e nel rappresentare un esempio da seguire per tutta la società.



I Veda dicono: “Aderisci solo alla Verità”.

Essi invitano a praticare la verità, ma anche a esprimere in parole questa verità che pratichiamo. La condotta morale implica, dunque, di dire la verità.

Che cosa si intende per valore dharmico? Significa che non bisogna dire delle verità inaccettabili, né fare ricorso alla menzogna per renderle accettabili.



Non dovremmo mai pubblicare o diffondere cose non veritiere.

Quando si dice la verità, la si dovrebbe presentare in maniera gradevole e accettabile.

Non si dovrebbe mai dire la verità in modo crudo, senza dolcezza.

A volte, una verità detta brutalmente può causare grande sofferenza nel cuore dell’uomo.

La verità non dovrebbe provocare turbamento mentale, né lacerare le orecchie. La verità, quindi, deve essere detta in modo accettabile e gradevole: è questo il Dharma..

Ora, qual è il valore spirituale?



Dite la verità, ma ditela in modo gradevole;

non dite ciò che è insopportabile da ascoltare.



Quando ci si fissa su un ideale, bisogna naturalmente considerarne l’aspetto spirituale.

Che cos’è la via spirituale? La spiritualità è insegnare la scienza del Principio atmico. Dove si trova questo Âtma? L’Âtma è onnipresente. Tuttavia, è molto difficile riconoscerlo e identificarlo. Afferrarlo è ancora più difficile. È per questo motivo che abbiamo tanti dubbi riguardo al Principio atmico.



Ecco un piccolo esempio per comprendere questo Âtma.

Voi non lo vedete con gli occhi fisici; non potete afferrarlo con le mani, perché è senza forma. Attorno a noi c’è aria: senza aria non potremmo vivere; ma vedete l’aria con i vostri occhi fisici? No! Se non potete vedere l’aria a occhio nudo, come potrete afferrarla? Quindi, il valore spirituale consiste nell’esperienza della verità.



L’uomo ha in sé i cinque elementi; ha per fondamenta i cinque involucri e i cinque soffi vitali. Noi dovremmo esplorare la natura dei cinque elementi. L’uomo è anche provvisto di cinque facoltà o poteri, che sono la Verità, la Retta Azione o Rettitudine, la Pace, l’Amore e la Non violenza. Queste facoltà sono dette “Valori Umani”. Che cosa sono questi Valori Umani?



Sebbene abbia assunto una condizione umana, l’uomo, finché non realizza la dimensione di questi Valori Umani, non è affatto un uomo. La collera, l’odio, ecc. non sono Valori Umani: sono caratteristiche animali. L’uomo sta vivendo una vita animale, con i tratti tipici degli animali, mentre le sue qualità umane sono completamente inesistenti. Egli patisce grandi pene a causa dei suoi cattivi pensieri. Quando i suoi pensieri sono veritieri, l’uomo diventa un saggio.



L’uomo che si posiziona oltre i pensieri, resta in pace. Qual è la causa della pace?

Siccome il flusso dei nostri pensieri ci provoca inquietudine, trascendendo i pensieri ci si mantiene in pace. Bisogna dunque che noi controlliamo il flusso dei nostri pensieri.

Il primo dei Valori Umani è la Verità. Quando la Verità viene a mancare, perdiamo uno dei Valori Umani. Se anche la Rettitudine scompare, perdiamo due dei cinque Valori Umani. Se pure la Pace difetta, tre Valori Umani sono completamente perduti. Ogni Valore mancante equivale all’amputazione di un arto del nostro corpo.



Dunque, il primo Valore Umano è la Verità. Oggi, il primissimo fra i Valori Umani è andato perduto. Noi pensiamo che, se diciamo la Verità, non possiamo far progredire i nostri affari, non possiamo svolgere la nostra professione, chiudiamo la porta a ogni avanzamento, a ogni progresso nella nostra esistenza. Di fatto, una volta che la Verità è scomparsa, non si può più sostenere alcuna esistenza morale o spirituale. L’uomo attuale, però, è convinto d’esser capace di vivere senza il sostegno della Verità, basandosi sulla menzogna. La Verità si è persa e con essa anche il primissimo dei Valori Umani.

Questo Valore della Verità rappresenta la nostra testa. Ciò significa, simbolicamente, che l’uomo d’oggi è senza testa.



Il secondo Valore è la Retta Azione o Rettitudine. Dharma, la Rettitudine, è simile alle spalle del corpo che dovrebbero portare tutte le responsabilità. Una volta che abbiamo perso questo Valore Umano, siamo esseri handicappati.



Il terzo Valore è la Pace. Shânti, la Pace, corrisponde al nostro stomaco. Come potreste mangiare e continuare a vivere senza stomaco? Lo stomaco è un organo importante ed è ciò che attualmente si è perso.

Avendo perduto questi tre Valori, conduciamo un’esistenza senza Amore. La vita senza Amore non ha alcun valore, non è per niente vita. Per ogni individuo l’Amore è la vita stessa. L’Amore è il principio di vita senza il quale il corpo non è che un cadavere.

In tutti i campi dell’attività umana, non c’è che odio. Il nostro cuore spirituale è un sedia a un posto, non un divano a due posti, né una sedia musicale (sedia utilizzata in un celebre gioco da salotto - N.d.T.).



Questo cuore è un principio pieno d’Amore, ma, nella società moderna, non c’è Amore. L’assenza d’Amore ha origine nell’assenza di unità. Così come non c’è unità, anche la purezza manca; in seguito a ciò si perde totalmente la Divinità.

Che cosa acquista oggi l’uomo? L’uomo si esprime attraverso una limitata capacità d’associazione e inimicizia. Questa inimicizia, attualmente, non ha più alcun limite.



Al posto dell’Amore, il nostro cuore è pieno d’inimicizia. Ciò è la causa della divisione in fazioni dell’intero paese. Se l’Amore regnasse padrone, il paese non sarebbe né diviso, né frazionato.

Generiamo in noi inimicizia, benché sfoggiamo un tono di simpatia. Se desiderate crescere in Amore, dovrete amare gli altri. L’Amore è una semplice somma che aumenta a mano a mano che si aggiungono cifre al totale. Così, quest’Amore può diventare illimitato.



La Realtà è Una, benché sia chiamata con vari nomi.



Non dovrebbero esserci differenze nel genere umano. Tutto diventa Uno. Quando si diviene Uno, si conosce il Principio divino dell’Amore che è uno e unico in tutti. Poiché oggi l’Amore è inesistente, abbiamo perduto ogni misura della vita. Dobbiamo dunque crescere in Amore.



L’Amore espresso in parole è Sathya, Verità.

L’Amore passato all’azione è Dharma, Rettitudine.

L’Amore nei nostri pensieri è Shânti, Pace.



Quindi, l’Amore ci rende idonei ad acquisire i tre Valori Umani: Verità, Rettitudine e Pace.



Incarnazioni dell’Amore Divino,

voi lottate con accanimento per questo mondo effimero e temporaneo. Questo mondo è passeggero: può sfuggirvi dalle mani in qualunque momento, potete perdere tutto in un batter d’occhio.



Non essere orgoglioso delle tue ricchezze, della tua giovinezza o della tua stirpe.

Queste cose sono spazzate via dal tempo in un batter di ciglia.



Capite bene che i beni materiali, il potere e la freschezza della giovinezza svaniscono in un momento. Il denaro può essere perso e la fama anche. Tutte queste cose sono nuvole passeggere. Nessuna di esse è permanente, ma la Verità e la buona reputazione durano per sempre.



Noi dovremmo crearci una buona reputazione, essere conosciuti (per il nostro comportamento positivo). Com’è possibile? Un metodo per acquisire una buona reputazione è parlare con dolcezza e gentilezza. Che le vostre orecchie raccolgano buone parole! Che le vostre mani agiscano per il bene! Che il vostro cuore sia colmo di buoni propositi!



Non vedete il male, vedete solo ciò che è buono.

Non parlate del male, parlate solo di ciò che è buono.

Non ascoltate il male, ascoltate solo il bene.

Non pensate al male, pensate solo al bene.

Non fate il male, fate solo il bene.

Questo è il cammino che porta a Dio.



Per raggiungere la Divinità e lo stato di bontà è necessario respingere i cattivi pensieri, le cattive parole, le azioni malvagie. Se dall’alba al tramonto prestiamo orecchio alle malvagità, pensiamo negativamente, agiamo male e diciamo delle malignità, diventiamo fatalmente malvagi.



Dov’è la radice di questo male? Questa radice si trova si trova nelle cose che ascoltiamo, nelle parole che pronunciamo, nei pensieri negativi che ci passano per la testa e nelle azioni che compiamo.

Per proteggere e favorire l’espandersi dei Valori Umani, dobbiamo assolutamente controllare i nostri cinque sensi e agire in armonia con i nostri ideali.



Ciò che è necessario non è la meditazione, la recitazione del Nome divino o il canto delle lodi al Signore; tutto ciò è senza alcun dubbio utile, ma per rendere il nostro cuore puro e sacro, bisogna in primissimo luogo rendere sacri i nostri cinque sensi.

Buddha fece numerosi tentativi per controllare i suoi cinque sensi. Fino all’età di 28 anni consultò un gran numero di libri sacri; fece pellegrinaggi e incontrò numerosi precettori. Ma nulla lo appagò.



Egli si disse: “I saggi insegnano; li ho ascoltati, ma ho dimenticato tutto ciò che ho sentito. Ho fatto visita a numerosi esseri realizzati e li ho visti, ma sono gli occhi fisici che si sono posati su di essi e non l’occhio della saggezza. Quindi, la loro immagine si è persa. Quelle cose sono effimere; io desidero ardentemente la Liberazione”.



Allora Buddha affermò che la parola Man (che in inglese significa “uomo” - N.d.T.) dovrebbe essere interpretata nel seguente modo:

- “M” significa Mâyâ, Illusione. Bisogna vigilare per soggiogare questa illusione.

- “A” significa Âtma, il Principio atmico. Quando l’illusione è soggiogata e il Principio atmico compreso, allora diviene possibile il terzo punto:

- “N”, Nirvâna, Liberazione.

Per raggiungere la Liberazione, è indispensabile controllare i propri sensi.



Buddha indicò di seguire:


Þ La disciplina dello sguardo puro

Þ La disciplina del giusto ascolto

Þ La disciplina della parola giusta

Þ Il pensiero corretto

Þ La disciplina della giusta azione.



Noi possiamo santificare le nostre mani compiendo buone azioni. Le orecchie possono diventare sacre ascoltando buoni discorsi. I pensieri buoni purificano il nostro cuore. Dovremmo ricorrere a buone parole.

Tutte le pratiche spirituali intraprese dall’uomo contemporaneo non sono che pratiche fisiche. Se si manca di controllo sui propri sensi, a che cosa possono servire queste pratiche? Dovremmo dunque chiaramente sapere come fare per controllare i nostri sensi, perché, dal momento in cui sappiamo come controllarli, possiamo raggiungere le più alte vette.



L’uomo d’oggi non fa assolutamente nulla per controllare i suoi sensi. Il lavoro che svolge con le mani, le immagini che riceve attraverso gli occhi, i pensieri che gli vengono in mente sono fardelli che porta con sé per tutta l’esistenza.

Quella non è la vera vita. Noi siamo esseri umani: dovremmo conoscere la Divinità immanente alla nostra umanità.



Come conoscere la nostra Divinità? Anche se molti comprendono in teoria questa Verità, non la mettono in pratica.

Che cos’è dunque questo Principio atmico? I Veda insegnano: “Di’ la Verità!” Sappiamo molto bene che la menzogna è dannosa, ma vi facciamo ricorso per sfuggire a certi problemi momentanei. Riusciamo in tal modo ad aggirare difficoltà momentanee, ma possiamo essere certi di dover in seguito affrontare un problema permanente. Questa è un’inclinazione assai pericolosa.

Dovremmo quindi essere attenti a non soccombere alla tentazione di mentire per evitarci un problema. Dicendo la Verità, facciamo fronte ai problemi, e, a poco a poco, la nostra reputazione si espande.



Considerate l’esempio dell’imperatore Harishchandra che, per restare fedele alla sua promessa di rispettare la Verità, soffrì in molti modi. Dovette vendere sua moglie e fu responsabile della morte di suo figlio. Finì anche col vendere se stesso come schiavo e fu comperato da un shûndra (un appartenente all’ultima delle quattro caste dell’induismo - N.d.T.) per servire da guardiano del terreno delle cremazioni. Perché affrontò tutte quelle difficoltà? Per sostenere la Verità.



Un giorno, il saggio Vishvâmitra gli disse: “O imperatore, ti basta dire una sola bugia e tutte le difficoltà ti verranno risparmiate!” L’imperatore gli rispose: “Sono pronto a morire piuttosto che dire una sola menzogna!”

La sua sposa Chandramatî lo pregò intensamente: “O mio signore, io non temo le difficoltà che devi affrontare. Nel peggiore dei casi io resto tua e tu sei mio. Puoi vendermi a qualunque uomo ricco; io resterò fedele alla Verità e tu non abbandonare mai la Verità, anche se devi vendermi come serva”.



A dispetto di tutte le tribolazioni, l’imperatore mantenne fermamente la sua adesione alla Verità. Allora, che cosa gli accadde? Meritò di ricevere la grazia divina. Ritrovò suo figlio tornato in vita, recuperò il suo regno e la regina tornò al suo fianco. La sua fedeltà alla Verità gli permise di raggiungere la Divinità.

Dapprima il suo nome era Harishchandra, ma in seguito e fino ai giorni nostri, fu conosciuto come Satya Harishchandra.



Incarnazioni dell’Amore Divino,

tutti conoscono gli effetti della Verità, ma le persone generalmente credono di non essere in grado di condurre una vita tranquilla, di dover affrontare delle difficoltà, dei problemi che li spaventano e allora preferiscono dire menzogne. Perché dovremmo dissimulare la Verità? Che cosa ne guadagniamo? Che cosa ci fa paura? La paura esiste dove risiede l’errore.



Se non commettiamo errori, non abbiamo ragione di temere. Attualmente la paura è sparsa dappertutto.



(Swami canta:)

“La vita è piena di terrore, fratello mio!

La vita deve veramente essere piena di difficoltà?

Questi problemi costituiscono la vita reale?

Io non posso rimanere ancora in questo inferno

e passare attraverso queste difficoltà!”



Noi, dunque, dovremmo raggiungere la Verità. Dovremmo prendere il sentiero della Rettitudine e ottenere la Pace. Quando si acquisiscono questi tre Valori, la vita diviene vita piena.

Per essere autenticamente umani, in tutti i modi possibili, non dovremmo mai dire menzogne. Se le circostanze vi invitano a dirle, è molto meglio che rimaniate in silenzio.



Un saggio, un’incarnazione della Verità, si era ritirato nella foresta per una rigorosa ascesi.

Il Signore Shiva volle metterlo alla prova e si manifestò sotto forma di un cacciatore all’inseguimento di un cervo. Fece in modo che il cervo passasse esattamente nel luogo ove il saggio praticava la sua ascesi. Il saggio scorse il cervo in fuga. Il cacciatore si presentò subito dopo e chiese al saggio: “Caro amico, avete visto passare di qui un cervo?”



Il saggio si trovò davanti a un dilemma: se rispondeva che non aveva visto il cervo mentiva; se rispondeva il contrario, il cervo sarebbe stato presto ucciso dal cacciatore.

Non dovremmo in alcun caso, col pretesto di dire la Verità, mettere in pericolo chicchessia. Ciò non significa che bisogna eludere la Verità. Dio rappresenta il miglior esempio e il più alto ideale in ogni circostanza.



Il saggio chiuse gli occhi e si mise a pregare: “O Signore, mostrami la giusta via; io non voglio infrangere il codice di buona condotta dicendo il falso e, d’altra parte, non voglio mettere in pericolo il cervo. Che devo fare?”

In una frazione di secondo una sottile vibrazione percorse tutto il suo essere e Shiva si mise a parlare per mezzo della bocca del saggio dicendo: “Questi occhi vedono, ma non possono parlare. La sola a poter parlare è la lingua, ma essa non ha visto nulla!”



A quel punto, Îshvara gli apparve nella Sua vera forma e gli concesse la Liberazione.

Prendete tempo prima di parlare. Se le circostanze lo richiedono, restate in silenzio piuttosto che dire menzogne. Osservate il silenzio, non dite mai falsità per sfuggire ai problemi momentanei, mettendo così in pericolo gli altri.

In primo luogo dovremmo conoscere il segreto della Verità. Qual è questo segreto?



la Verità è dio.

l’Amore è dio.

vivete nell’Amore.



Dovreste avere una fede totale in questa Verità e vivere conformandovi ad essa. Allora, i vostri pensieri potranno realizzarsi.

Basandosi su ciò, Buddha ottenne la Liberazione. Egli intraprese tutte le pratiche spirituali, lesse tutti i testi sacri e visitò un gran numero di saggi; tutto questo per concludere: “Perché dovrei ascoltare tutta questa gente che non comprende la Divinità?”

Per comprendere la Divinità, non c’è che il Cuore spirituale a essere importante. La mente da scimmia è un ostacolo sul sentiero spirituale ed è essa che ci fa deviare dalla Verità. L’uomo che si affida alla sua mente diviene peggiore di un animale, mentre colui che si basa sull’intelletto diventa Buddha. Cercate di liberarvi dalla dittatura della vostra mente.

Oggigiorno, pensiamo che la mente sia il centro su cui fondare la nostra esistenza, ma, in Verità, la mente non è che una scimmia pazza e il corpo una bolla di sapone.

Non obbedite né alla mente né al corpo: seguite la vostra coscienza. Questo è il vostro obiettivo. È il vostro Principio atmico. Seguite la vostra coscienza e andate avanti.



Ecco perché Io spesso vi dico di seguire le quattro “F”:



Follow the Master (segui il Maestro). Chi è il Maestro? Non è il guru, ma la vostra Coscienza.

Face the devil (affronta il male).

Fight to the end (combatti fino alla fine).

Finish the game (porta a termine la gara). Termina il gioco dell’esistenza.



Stranamente, noi abbandoniamo il sentiero facile per inoltrarci su sentieri tortuosi e pieni di difficoltà. Abbiamo problemi in famiglia come nella vita professionale. L’uomo d’oggi non riesce a sperimentare neppure un briciolo di pace e felicità. Quando sorride sembra un attore del cinema. Ostenta sorriso e gioia, ma si tratta solo di un artificio. Fa grande mostra della sua serenità, ma essa non è autentica. Tutta la vita è diventata artificiale. Per quanto tempo si può vivere in questo modo?



Non è l’arte (art) che importa, ma il cuore (heart). Tenetevi lontani dall’arte e seguite il vostro Cuore spirituale: allora conoscerete l’Atma. Seguite scrupolosamente le direttive del vostro Cuore spirituale. Seguite la vostra Coscienza. Colui che segue la propria Coscienza s’immergerà progressivamente nella Coscienza Suprema. Questa Coscienza è onnipresente, mentre la piccola Coscienza (la Coscienza individuale) è limitata al vostro corpo.



Prendete l’esempio di una palla piena d’aria. Quando la palla scoppia, l’aria che si trova in essa si mescola immediatamente all’aria dell’ambiente. Come ha potuto l’aria penetrare nella palla? Abbiamo soffiato aria al suo interno e l’abbiamo gonfiata, ma, a forza di soffiare, arriva il momento in cui la palla scoppia e l’aria che essa conteneva ritorna all’aria onnipervadente.



È un esempio di come la Coscienza limitata s’immerga nella Coscienza suprema e infinita.

O uomo, questo sentiero è veramente facile! Soffiando nel pallone, la camera d’aria si dilata e diventa molto sottile, fino al punto in cui non può più resistere e scoppia. L’aria dell’interno si mescola all’aria dell’esterno. È ciò che si definisce sâyujya, “immersione totale nella Divinità”. Significa, cioè, che la Coscienza limitata s’immerge nella Coscienza infinita.



La spiritualità e la Liberazione sono sentieri molto comodi.

È perché non lo sappiamo che soffriamo. Attraverso l’Amore possiamo superare facilmente tutte le difficoltà. Quindi, è importante coltivare l’Amore con tutto il cuore. Dovremmo colmare il nostro cuore solamente d’Amore.



inizia il giorno con Amore.

trascorri il giorno con Amore.

riempi il giorno d’Amore.

termina il giorno nell’Amore



Quando il cuore è colmo di atteggiamenti così sacri, si raggiunge la Liberazione. Il sentiero più facile è quello dell’Amore. Quest’Amore non può essere espresso a parole.

Prendete l’esempio dello zucchero. Qual è il sapore dello zucchero? È la dolcezza. Questa dolcezza si spande nel tè, nell’acqua, nel caffè, nel riso, ecc.; lo zucchero trasmette la sua dolcezza a tutti gli ingredienti ai quali lo aggiungete.



Prema, l’Amore divino, è madhuram, pura dolcezza. Fate in modo che questa dolcezza si trasmetta a qualunque aspetto dell’esistenza e lo renda dolce. Allora l’ascolto, l’azione, il pensiero diverranno dolci e soavi. Dio è dolcezza per eccellenza. La Sua presenza rende tutto soave e dolce.



Oggi dobbiamo coltivare l’Amore. Vegliamo in modo che quest’Amore irrighi il campo della Verità. L’Amore è le fondamenta, la Verità il muro, la Rettitudine il tetto. Noi viviamo in questa dimora. Senza le fondamenta è impossibile erigere i muri e, senza questi, non si potrà ergere il tetto sulla nostra casa.



Nessun Dharma è più elevato della Verità. Il Dharma poggia sulla Verità. Quindi, l’Amore è l’elemento primordiale e la base; esso è assolutamente essenziale.

Quest’Amore dimora in noi naturalmente. Tuttavia noi lo rivolgiamo verso i nostri congiunti, i nostri figli, la nostra famiglia e lo riduciamo a un amore mondano, fisico. Ora, che cosa dovremmo fare? Dovremmo orientare quest’Amore innato verso Dio.



L’attaccamento al rango sociale e alle conquiste può essere concentrato su Dio. L’amore degli affari può essere diretto verso Dio. L’interesse che si prova nella vita professionale può essere focalizzato su Dio. Dopo tutto, il nostro lavoro non è che divertimento e tutto il fascino che esercita su di noi può essere orientato verso Dio.

Senza dubbio dite a voi stessi: “Io sono un uomo d’affari; che ne sarà di me se concentro tutta la mia attenzione su Dio?” Non spaventatevi e pensate a Dio nello stesso modo in cui pensate ai vostri affari.



O Dio, Tu mi hai concesso un cuore;

lo restituisco in offerta, con i miei umili ossequi,

ai Tuoi Piedi divini.

Che altro potrei offrirTi?

Questo cuore è un Tuo dono:

è meglio che Tu lo riprenda.

Anche questo corpo è un dono della Tua grazia;

io lo pongo al Tuo servizio.



Se ogni aspetto della vostra vita è convertito in offerta a Dio, ineluttabilmente il successo sarà vostro. Non avete bisogno di compiere altri servizi. Servite Dio con Amore; ciò è sufficiente. Se rendete servizio senza Amore, avrete la tendenza ad aspettarvi qualcosa in cambio. Qualunque cosa facciate, fatela con Amore sincero: quello è il vero servizio.

Voi appartenete a Dio e, in virtù di questa appartenenza, non dovrete affrontare alcun problema. Egli si prenderà cura di voi, di vostra moglie e dei vostri figli.



La donna di casa riceve un salario per il suo lavoro? Il figlio che rende servizio a sua madre domanda forse un compenso? Così è il vostro rapporto con Dio; non c’è alcun bisogno di esaltarLo, né di indirizzarGli delle lodi, perché avete un diritto naturale alla Sua assistenza.

Quando fate la descrizione delle grandezze divine, quando esaltate Dio, è un po’ come se Lo teneste a distanza. Vi distinguete da Lui. Dio è per voi come un nuovo venuto. In Verità, Dio non è mai esterno a voi, non vi è estraneo; Egli è con voi e in voi. Considerate Dio come un vostro vecchio amico.



Nella vita quotidiana noi adottiamo un certo atteggiamento verso le persone estranee: dimostriamo loro cortesia e offriamo loro una sedia con aria di circostanza; ma, con un vecchio amico, ci permettiamo tutte le libertà e gli accordiamo ogni privilegio. Considerate Dio come un amico di lunga data; questo atteggiamento vi permetterà di godere di tutte le libertà e di essere franchi con Lui.



Alcuni devoti pensano di commuovere Dio descrivendo le Sue glorie. In Verità, Dio non sarà mai toccato dalle vostre descrizioni. Solo il vostro Amore potrà far vibrare il cuore di Dio.



Le pastorelle cantavano a Krishna, supplicandoLo di far cadere piogge d’Amore, affinché la terra arida dei loro cuori diventasse morbida e i semi dell’Amore potessero germogliare e crescere fino a diventare un albero ombroso ove tutti trovassero riparo.

Possano tutti i tratti negativi disperdersi nel fiume dell’Amore. Le sementi d’Amore devono essere seminate ed essere annaffiate da piogge d’Amore. Allora, le messi d’Amore saranno abbondanti.

Tutto ciò che è nato dall’Amore divino è destinato, alla fine, a trasformarsi in Amore divino.



Incarnazioni dell’Amore Divino,

siete tutti incarnazioni dell’Amore divino. Infatti, tutti gli esseri hanno in sé quest’Amore; nemmeno uno ne è sprovvisto. Potete cercare dappertutto: vedrete che anche il più crudele degli esseri è capace d’Amore. Alcuni ameranno i loro parenti, altri il loro denaro, le loro proprietà, ecc., ma, alla fine dei conti, questi atteggiamenti hanno come base la forza d’attrazione (dell’Amore) che è divina. Tutti sono divini. Non dovete quindi lodare Dio, perché siete voi stessi espressione della Divinità.



Se avete la convinzione di essere un semplice essere umano, sicuramente dovrete lavorare per realizzare Dio; ma, se avete la certezza di essere Dio, non dovrete fare alcuno sforzo. Tutto sarà naturalmente vostro. Voi siete l’incarnazione della Pace, della Verità, di Dio. Non siete separati da Dio. La Verità è unica e non duale.



Incarnazioni dell’Amore Divino,

non abbandonate il sentiero dell’Amore per nessun motivo. Non deviate la corrente dell’Amore verso altri obiettivi. L’Amore non può essere associato che all’Amore. Raggiungerete naturalmente l’Amore e lo sperimenterete sul sentiero spirituale fino a diventare vere manifestazioni dell’Amore.

Dovreste conoscere bene, fin d’ora, la vera natura dell’Amore; in cambio, l’Amore vi offrirà la Verità, la Pace e la Rettitudine.



Se piantate un seme in una cassetta di latta, esso morirà. Ma, se lo piantate in terra e lo annaffiate regolarmente, esso germoglierà e diventerà un albero. Il seme dell’Amore non può essere gettato ovunque: deve essere seminato nel campo del cuore umano. Da quel momento, questo seme d’Amore si trasformerà in un albero carico di frutti. Fate dunque l’esperienza dell’Amore divino: questa è la vera saggezza.



Swami termina il Suo Discorso cantando il bhajan: “Satyam, Jnanam, Anantam Brahma”





Kodaikanal, 17 aprile 1998



Versione Integrale