DISCORSO DIVINO

La verità è Dio, il servizio è yoga

16 aprile 1998

(Swami canta:)

Dio è Verità e da questa Verità
nasce tutta la creazione.
Alla fine dei tempi, la creazione
si immergerà nuovamente nella Verità.
Esiste forse un luogo nel quale non vi sia la Verità?
Questa Verità pura, immacolata, esiste da sempre.
Ascoltate queste parole, o brava gente!


Incarnazioni dell'Amore Divino,
tutte le ricchezze, la prosperità, il conforto e le fortune dell'esistenza provengono unicamente da questa Verità. L'uomo non comprende che Dio è Verità e, siccome ha bisogno di un punto di riferimento, eccolo sconvolto e disorientato.

Ciascuno di noi è convinto che "verità" significhi fare un preciso resoconto di ciò che abbiamo visto, ascoltato o pensato su un determinato argomento.
Ma questa non è Verità; questa verità è solo temporanea. La Verità è ciò che rimane immutabile nel passato, nel presente e nel futuro.

Prendiamo il caso di un attore di teatro che, una sera, interpreta il ruolo di un sovrano. Egli è re durante la messa in scena, ma il giorno seguente, mentre cammina per la strada, è una persona come tutte le altre. Vi è, dunque, una verità per la serata della recita ed un'altra verità per il resto del tempo. Queste verità cambiano; esse non sono permanenti.

La caratteristica fondamentale della Verità suprema è l'immutabilità attraverso le tre dimensioni del tempo. Se voi capite bene il senso della parola Satyam (Verità), e la sua etimologia, voi capirete anche tutte le sue implicazioni.

Satyam è composto da tre sillabe: sat+i+yam. Sat significa nutrimento; i rappresenta la vita, il prana; yam è il Sole. Noi otteniamo il nutrimento grazie al Sole ed è questo nutrimento che mantiene in funzione il nostro corpo. Se il nutrimento è un fattore temporaneo, il Sole è permanente e rappresenta la Verità. L'uomo non comprende il principio del Sole e si perde nei concetti del mondo fisico.

I Veda affermano che la mente è come la Luna, mentre l'intelletto (buddhi) è simile al Sole. Possiamo considerare l'etimologia della parola Satya anche nel modo seguente: sa+ta+ya, oppure, leggendo in senso inverso, ya+ta+sa.

Ya viene per primo e rappresenta il ruolo dei sensi; ta significa tapas, ascesi. Che cos'è dunque l'ascesi? L'ascesi autentica è l'unità o unificazione fra pensiero, parola e azione. Sottomettendoci a questo processo ascetico, ci mettiamo in condizione di capire pienamente il significato dell'ultima sillaba, sa.
Sa significa Satya. Il principio di Verità potrà essere pienamente capito solo quando i sensi saranno tenuti sotto controllo e l'ascesi sarà praticata.

In questo mondo, in teoria, ognuno sa che cos'è la Verità, ma nessuno ne segue concretamente il sentiero. È per questo motivo che l'uomo vive una vita di grande sofferenza.

La Verità è ascesi. La Verità è Dharma, la giusta azione. Il palazzo del Dharma si regge sulle fondamenta di Satya. Sono questi due princìpi di Satya e Dharma che vi procurano ogni cosa. Il successo nella vita è reso possibile grazie alla Verità e alla Rettitudine. Per avere successo, noi dovremmo sempre attenerci alla Verità e alla buona condotta.

Nel Mahâbhârata, i Kaurava andarono a prostrarsi di fronte alla loro madre Gândhârî (1) rendendole omaggio. Ella benedisse i suoi figli. In quali termini? Li benedisse dicendo: "Laddove regna il Dharma, la vittoria è assicurata!" Ella sapeva benissimo che i suoi figli vivevano nella menzogna e nella corruzione; perciò, queste furono le parole che pronunciò benedicendoli prima della battaglia.

Essa non disse loro: "Miei cari figli, ritornate dalla battaglia come vincitori!"
Gândhârî sapeva molto bene che cos'è la Verità. Malgrado fosse la madre dei cento fratelli Kaurava, non manifestò nessun tipo di attaccamento o di parzialità nei loro confronti. Essa disse loro semplicemente: "Possa il Dharma portarvi alla vittoria!"

Subito dopo, i Kaurava si recarono dal loro guru Dronachârya (2) per prostrarsi ai suoi piedi. Dronachârya, in virtù della sua totale conoscenza della Verità, non aveva nessun tipo di attaccamento né di preferenza per i suoi discepoli. Egli dichiarò semplicemente questo: "Laddove regna il Dharma, il Signore Krishna è presente, e laddove c'è Krishna, la vittoria è assicurata!" Ciò indica chiaramente che dove vi è Rettitudine, vi è Dio.

Dio è Verità. Laddove si manifesta un'incarnazione di Dio, la Rettitudine è fiorente. La vita e la condizione umana sono costituite dall'unione tra la Verità e la Rettitudine.
L'uomo d'oggi non riesce a riconoscere la propria natura; senza riconoscere la propria natura umana, come può sperare di riconoscere la propria divinità? Dunque, ognuno dovrebbe cominciare dallo studio appropriato della natura umana.

L'uomo non è un essere pieno di negatività quali la collera, la lussuria, l'avidità, l'avarizia, ecc. No, l'uomo vero è un essere sempre equanime, puro, integro, disinteressato, poiché Dio risiede nel suo cuore. Ogni uomo possiede un Cuore spirituale, Hridaya. Così Dio è intimo ad ognuno, talmente intimo a ciascuno di noi che non possiamo prenderlo in considerazione da un punto di vista ristretto e limitato. In effetti, quando vi riempite dell'idea che Dio è in voi, nella vostra mente non vi è più spazio per i pensieri negativi.

Questo Cuore spirituale è una sedia monoposto. Non è un divano, né una sedia musicale occupabile, a turno, da più persone (come nel gioco da salotto "delle sedie" - N.d.T.). Questa sedia è solo per Dio.
Quando preghiamo Dio con il carico di tutti i nostri desideri fisici, mondani e miserevoli, abbassiamo Dio ad un livello meschino.
Quando, al contrario, avremo acquisito degli atteggiamenti interiori di positività, allora saremo destinati ad avere successo nella vita e raccoglieremo felicità e fortuna a piene mani.

Hridaya è composto da hri+dayâ, che significa "ciò che è pieno di compassione."
Dio è l'incarnazione stessa della Compassione. Il cuore di ciascuno dovrebbe essere pieno di Compassione. Poiché l'uomo dovrebbe avere un cuore colmo di compassione, egli non può coltivare alcuna sorta di antipatia o di gelosia nei confronti di chiunque. L'essere umano dovrebbe impegnarsi al massimo per seguire il sentiero della Rettitudine, della Verità e dell'Amore.

Dio è al di là di qualunque differenza di casta, d'età, di sesso, di nazionalità o di religione.
I cinque elementi hanno tutti origine da Dio. Qual è la casta dell'acqua? E quella della Terra, dell'aria o dello spazio? Non è difficile osservare che le differenze di casta non esistono nei cinque elementi e che essi sono tutti ugualmente manifestazioni della Divinità. Non dovremmo dunque mai sciupare o sprecare questi cinque elementi.

Per insegnare questo concetto all'umanità, Dio ci fa conoscere numerose storie eroiche che ci illustrano il principio della Verità. Se le storie moderne seguono i meandri dei nostri capricci e della nostra immaginazione, la storia di origine orientale illustra sempre il principio dell'Amore divino. Dovremmo cercare di ben comprendere la dimensione di questo Amore.

Come arrivarci? Tramite le penitenze, la ripetizione del Nome divino o la meditazione? No! Nessuno di questi mezzi vi ci potrà condurre. Esse sono solo pratiche spirituali esteriori e negative. La vera pratica spirituale è conoscere la propria natura.

"Io non sono il corpo, non sono i sensi, non sono l'intelletto!" Ogni uomo dovrebbe riuscire a riconoscere, in tutta coscienza, di essere essenzialmente divino. A causa delle tendenze accumulate nel corso delle precedenti esistenze, l'uomo si è fissato nell'identificazione con il proprio corpo ed ha finito col pensare di essere quel corpo.
Certamente il corpo è necessario, ma è simile ad una macchina e la sua polarità è negativa; è un semplice strumento.

Dovremmo avere le idee ben chiare a questo riguardo e vedere il corpo, la mente e l'intelletto solo come strumenti. Che follia! Come possiamo identificare il nostro Sé con questi strumenti? Voi agite in questo mondo grazie al vostro corpo; dunque esso è necessario ed occorre anche averne cura per poter compiere il proprio lavoro. Noi siamo responsabili della buona condizione del corpo.

Quanto alla mente, essa è di natura instabile. Non è mai ferma; al contrario, è in perpetuo movimento ed è capace di passare, in un istante, dalla depressione alla gioia.
Poiché non riusciamo a comprendere le tendenze del nostro meccanismo mentale, ci identifichiamo con la mente stessa. Il corpo, i sensi, la mente e l'intelletto ci appartengono, ma non dobbiamo identificarci con essi. In effetti, tutto ciò è materia, ma non è il vero "Sé".

Cercate di capire i meccanismi della mente e diventatene i padroni; capite correttamente la materia: voi ne siete i padroni. Rinforzate in voi la sicurezza che nasce dal fatto di essere il padrone. Voi siete "il padrone di ogni cosa". Dal momento in cui fisserete in voi la convinzione di essere il padrone, l'attaccamento al corpo diminuirà.

Senza dubbio, il corpo è importante; esso è il tempio di Dio. Noi dobbiamo agire in questo mondo basandoci sulla ferma convinzione che questo corpo è il tempio di Dio.
Perché Dio ci ha concesso il corpo? Una moltitudine di esseri lo possiedono.
Alcuni hanno un corpo debole; molti sono afflitti da malattie, altri ancora sono privi di energia.
Quando disponiamo di un corpo sano e vigoroso, possiamo servire il nostro Sé e tutto il consorzio umano. Il corpo ci è stato donato per servire gli altri e non per servire i nostri interessi. È dunque molto importante servire gli altri.

A mano a mano che pratichiamo il servizio, tutti gli ostacoli sul cammino si dissolvono.
Che cosa significa servizio? Servizio vuol dire che tutte le attività debbono essere compiute nel Dharma, nella Rettitudine. Che cos'è il Dharma?
Il corretto studio del genere umano è lo studio dell'uomo. Ecco che cos'è il Dharma!

Che cosa si intende per "corretto studio"? Significa che pensieri, parole e azioni debbono essere in armonia; l'unità di questa triade è Dharma. Con tale Dharma, dovremmo avere la determinazione di pensiero, compiere azioni positive, evitare le parole scorrette o le bugie e vivere tutta la vita in modo sacro. Allora diventerete Dio.

Non riuscirete mai nella vostra impresa se considererete le divine disposizioni interiori come negative e, al contrario, i pensieri mondani come positivi. Positivo è tutto ciò che è sacro, benevolo, divino.

Voi siete convinti di amare Dio. È possibile che voi Lo amiate, ma occorrerebbe chiedersi se Dio ci ami o no. Quando spedite una lettera raccomandata ad un amico, come saprete se egli l'ha ricevuta? Lo saprete quando l'avviso di ricezione vi ritornerà. È possibile che voi amiate Dio; ma di che tipo d'amore si tratta? È un amore ancora negativo, pieno di desideri. Quale tipo di emozioni nasconde? Non siete in grado di rendervene conto.
Voi pensate di amare; sì, ma dovreste avere la certezza che state sperimentando l'Amore divino.

Tutta la natura è un grande specchio e l'individuo è un riflesso in esso.
L'uomo può effettivamente constatare che tutto ciò che fa non è altro che un semplice riflesso nello specchio della natura. Quando capirete ciò e percepirete il riflesso, allora avrete la convinzione che Dio vi ama.

Possiamo quindi dedurre che il mondo intero si esprime come reazione-riflesso-eco. In effetti, il mondo ha in realtà solo una forma e non una moltitudine. Le nazioni, similmente agli esseri umani, non sono separate. Certamente i nomi e le forme cambiano, ma il Principio dell'Âtma è Uno e unico. Dovremmo sforzarci di capire chiaramente questo principio atmico.

Ai giorni nostri, ogni uomo alimenta pensieri negativi paralleli alle reazioni esterne. Di fatto, occorrerebbe sapere ciò che è bene per noi, bene per gli altri, bene per la comunità intera. Ciò che costituisce il bene generale rappresenta la legge fondamentale della natura. Noi dovremmo conoscere il principio del Dharma ed entrare in contatto con il Sé.

I paesi possono essere diversi, i nomi possono cambiare, gli individui possono sembrare separati, ma la fame e la sete sono comuni a tutti gli uomini. La nascita e la morte sono identiche per tutti. Queste sono caratteristiche comuni a tutti. Quando avremo ben capito questo principio fondamentale, non attribuiremo più nessuna importanza alle differenze apparenti.

Ogni uomo prova necessariamente la fame e la sete. Un povero calmerà la fame mangiando i resti che gli verranno dati; un ricco soddisferà il proprio appetito mangiando cibi raffinati. Il nutrimento probabilmente sarà diverso, ma la fame nei due casi è identica.

Alcune persone sono sofferenti e molti si fanno ricoverare. Ad ogni paziente il medico prescrive una dieta specifica. Per esempio, i diabetici non possono consumare alimenti che contengono zucchero. Perché? Perché essi hanno già troppo zucchero nel sangue. Ma la dieta non è sufficiente; poiché essi soffrono di una malattia, dovranno anche ricevere la cura adeguata.

Il mondo intero è un grande ospedale. Ognuno soffre di una diversa malattia.
Perché tanta sofferenza? Le malattie fisiche sono piuttosto rare; in effetti la grande maggioranza dei problemi di salute è sempre più d'origine psicologica.

I tre quarti delle malattie esistenti nel mondo sono fondamentalmente di natura psicologica. Qual è la soluzione? Pensare costantemente a Dio. Questo è il rimedio! Non dovreste in nessun caso scegliere il sentiero della dualità che fa credere che Dio sia separato da voi e che dovete raggiungerLo.

Se seguiamo il sentiero della dualità, dobbiamo avere ben chiaro in testa che l'uomo dalla mente duale è mezzo cieco. Noi siamo in una semioscurità.
No, no! Tutto è Uno: la Verità è unica, non duale.

Coltiviamo questo principio di Verità con sempre maggior intensità. Per mezzo della pratica, possiamo tuffarci nella coscienza dell'Unità attraverso la diversità. Colui che pensa in termini di unità è un uomo autentico.

Per contro, colui che vede solo la diversità ha in sé tre nature associate:
la natura animale, la natura umana, la natura divina. La natura umana è infatti la Divinità allo stato latente.

In noi non dovrebbe esistere nessuna caratteristica animale, neppure la sua ombra. Ad ogni costo, dobbiamo rigettare i pensieri di tipo animale che sorgono in noi. Gli uomini e gli animali hanno delle caratteristiche diverse; dobbiamo conoscere bene ciò che li distingue. Le caratteristiche animali si riconoscono dal fatto che esse esprimono odio, gelosia, collera, lussuria, avidità, ecc., e si ritrovano anche in certi uomini.

L'uomo che possiede le caratteristiche umane e divine non presenterà mai tali aspetti negativi; egli sarà sempre gioioso, sereno, pacifico, pieno d'amore divino e la sua adesione alla Verità sarà costante. È importante proteggere ed alimentare le nostre qualità umane, altrimenti la nostra ricerca spirituale non darà profitti e non raggiungerà mai la conoscenza della Divinità.

Per questo l'autoanalisi è di primaria importanza. Chiedetevi dunque "Sono un uomo o un animale?" Rispondete onestamente a questa domanda.
Dichiarare che siete degli esseri umani, non è altro che una mezza verità.
Qual è l'altra metà di questa verità? "Io non sono un animale!"

Io sono un essere umano, non un animale!
Io sono un essere umano, non un animale!
Io sono un essere umano, non un animale!

Dall'unione di queste due mezze verità otterremo la Verità intera, cioè la Divinità.
Nel mondo d'oggi l'uomo esprime alternativamente l'aspetto animale e l'aspetto umano; noi dovremmo cercare di riunirli.

A questo mondo molte persone manipolano l'unità per ridurla in molteplicità.
Infatti, sono ben rare le anime nobili che sperimentano la diversità come unità.
Eppure, l'obiettivo da raggiungere oggi è precisamente l'unità nella diversità. Ma se continuate ad essere appena degli esseri umani, il vostro livello resterà molto basso.

Un uomo ricco può permettersi di viaggiare in macchina; non siatene gelosi.
Certamente egli possiede una bella auto, ma Dio, al povero, ha donato un paio di gambe! Non siate mai gelosi dei ricchi e siate contenti di ciò che avete.
Camminando per le strade, voi vedete le grandi case dei ricchi. Non siate gelosi delle persone che possiedono delle belle ville! Ditevi piuttosto: "Ho un tetto, e questo mi è sufficiente!" Procedendo in questo modo, riusciremo ad eliminare la gelosia.

Per esempio, se una notte venite pizzicati da uno scorpione, non inquietatevi, ma ditevi piuttosto: "Che fortuna non esser stato morsicato da un serpente!"
Fate il possibile per non avere mai nella vostra mente alcuna traccia di gelosia. Quando riuscirete ad estirparla completamente da voi stessi, allora conoscerete una gioia senza limiti.

Il peggior nemico dell'uomo contemporaneo è la gelosia. Noi concentriamo la nostra gelosia su una persona in particolare; dalla gelosia passiamo alla collera, dalla collera all'odio e dall'odio alla lite. Come vedete, lotte e conflitti nascono dalla gelosia. Per questo motivo è indispensabile sbarazzarsene.

Gli abitanti dell'India sanno molto bene tutto ciò. La gelosia si colloca agli antipodi delle qualità umane. In telegu, la gelosia è detta asûyâ. La persona che ne è priva è anasûya.
Anasûya significa anche "colui che non ha attributi", "colui che ha trasceso il bene ed il male". Anasûyâ,(3) questa donna nobile delle Scritture, poté assistere alla manifestazione della divina trinità.

Per poter sperimentare la Divinità immanente, non dobbiamo avere alcun sentimento di gelosia in noi. Ciò che mangiamo e beviamo a volte risveglia in noi la gelosia. Allora dobbiamo soggiogarla, sconfiggerla. Ponetevi pertanto questa domanda: "La gelosia è nella mia natura?" No! La gelosia è chiaramente una acquisizione artificiale. Una persona è gelosa perché non riesce ad ottenere il bene che vede in qualcun altro. Dunque la gelosia è artificiale. Essa non è che un'arte, ma voi non siete un'arte, voi avete un heart ("cuore" in inglese) in voi! L'arte dovrebbe provenire dal cuore. Voi dovreste conoscere l'arte che proviene dal cuore.
(Swami gioca con le parole aventi la medesima consonanza: "art" e "heart".)
Quando capiamo che tutte le attività provengono dal cuore, non vi è più posto per la minima gelosia. La gelosia trova terreno favorevole perché consideriamo l'arte ed il cuore come separati.

Tutto è il riflesso dell'Âtma

Coltiviamo dunque, sempre più, questo ideale. A questo proposito, i Veda stessi dichiarano: "Com'è l'atteggiamento, così è la reazione!" Virtù e vizi sono semplici riflessi dei nostri pensieri, buoni o cattivi. Il cuore è la sorgente di tutti questi riflessi. Il vostro cuore è pieno di negatività; dunque, la prima cosa da fare è purificare il vostro cuore. Non si tratta del cuore fisico! Questo si trova nel lato sinistro del petto. Il Cuore spirituale è collocato nel lato destro. Questo Cuore spirituale del lato destro si muove nella direzione della rettitudine. Esso non vacilla in nessuna circostanza. È puro, sacro, e totalmente sprovvisto di esitazione.

Ma l'uomo, avendo accumulato sempre più desideri, a un dato momento è obbligato ad affrontare le conseguenze delle sue azioni. È perché non conosce la pace.
Occorrerebbe lavorare con la chiara coscienza delle conseguenze. Non dovremmo agire impulsivamente quando un'idea ci passa per la testa.

Le nostre ambizioni, le nostre aspirazioni debbono essere controllate con attenzione. La nostra vita è determinata da alcune limitazioni; anche per il piacere vi è un limite da rispettare. Tutto è limitato in questa esistenza fisica.
Il corpo perdura grazie al rispetto dei suoi limiti. Ad esempio, se il vostro corpo mantiene la sua temperatura a 36° centigradi, siete in buona salute. Se invece la temperatura del corpo sale oltre questo limite, avete la febbre.

I Veda infatti dichiarano: "Se non collochiamo ogni cosa nei propri limiti, non possiamo avere né pace né sicurezza".
Se non rispettiamo le regole, in qualsiasi campo dell'esistenza, mettiamo in gioco la nostra sicurezza. Ecco perché la disciplina è essenziale. Se andiamo oltre i limiti ci esponiamo al pericolo. Dovremmo dunque vivere la nostra esistenza rispettando i limiti che ci sono stati dati.

L'uomo d'oggi moltiplica i propri desideri senza alcun controllo.
Certamente, alcuni desideri sono necessari a condizione che siano contenuti entro certi limiti.
Abbiamo bisogno di un tetto, di nutrimento, di vestiti e di soldi per comperare dei medicinali quando ci ammaliamo. Dobbiamo coprire il corpo con dei vestiti. Sì, ma perché tutta questa frenesia? Coprire il corpo perché sia a suo agio; mangiare a sufficienza per mantenerlo in vita; d'accordo! Ma non fate indigestione; mangiate in modica quantità. Se mangiate sempre di più vi ammalerete.

Quando comprendete che Dio risiede nel vostro cuore, non esistono più barriere. Il vostro cuore dovrebbe essere pieno d'amore.
Siete in grado di riconoscere che l'odio, la gelosia, la collera, l'avarizia non sono in voi dall'origine? Se questi tratti negativi fossero innati, voi sareste pieni d'odio. Invece, siete capaci di compassione, d'amore e di rispetto! La compassione è il tesoro permanente del vostro cuore; tutti gli altri aspetti sono nuvole passeggere che vanno e vengono e non vale la pena interessarsene.
Per contro, dovremmo chiederci, senza mai smettere, se abbiamo amore o no, e in seguito agire con spirito di carità.

Hridaya significa "ciò che è pieno di compassione". Agite dunque con compassione.
Quando le nuvole nascondono il Sole, non lo vedete più brillare; ma non è per questo che potete negare la sua esistenza! Non agitatevi, non siate impazienti, non deprimetevi mai se non siete capaci d'ottenere la visione di Dio. Siate sereni.

Quando le nuvole spariranno, potrete vedere il Sole. È questa pazienza che manca al genere umano. L'angoscia aumenta e vi fa perdere le vostre buone qualità.

"La fretta genera spreco e lo spreco genera ansia".

Di conseguenza, non abbiate mai fretta; prendetevi tutto il tempo necessario e, nel frattempo, fate in modo di conoscere la Verità.
Il nostro cuore può essere paragonato all'âkâsha, lo spazio; la mente alla Luna e l'intelletto, buddhi, al Sole. In essi sorgono dei pensieri e poi si allontanano. Quando i pensieri appaiono, la Luna-mente s'eclissa e tutto diventa buio; è in quell'istante che nascono i dubbi; essi sono nuvole passeggere che velano completamente la Luna.

Quando questa Luna-mente perfora naturalmente le nubi dei pensieri, la sua luce è rifratta e deviata. Allora ci capita d'affermare delle cose insensate, del tipo: "L'amore è cieco!", ma, di fatto, questo amore cieco non esiste da nessuna parte. Il vero Amore risplende sempre: esso è l'Amore-Vita che è presente in ciascuno.

Le emozioni sono simili a nuvole che velano il Sole. Guardate in estate come brilla il Sole, ma in inverno esso è nascosto da tante nuvole e non lo si vede più chiaramente.
Il Sole è coperto, ma ciò non gli impedisce d'esistere.
Non vi è nessun rapporto fra il Sole, le nuvole e noi; noi dipendiamo dal Sole e non dalle nuvole. È possibile che numerose nuvole s'interpongano fra il Sole e noi, ma non dovremmo dar loro molta importanza.

Gli esercizi spirituali vi aiuteranno a conoscere la Verità. Tuttavia, accontentarsi di cantare le lodi al Signore o ripetere il Suo sacro Nome può condurvi a buone azioni, ma non ha nulla a che vedere con Hridaya, il vero Cuore spirituale.
Questo Cuore spirituale è la Forza primordiale. Se noi lo manteniamo puro e sacro, le inclinazioni interiori non potranno mai dare origine ad alcuna agitazione o problema.

Ogni tanto sopraggiungono dei pensieri negativi. Guardate per esempio un luogo con dell'acqua e un loto crescervi dentro. La bellezza e il profumo del loto sono indicibili; ma, nella stessa acqua, vi sono delle sanguisughe che s'attaccano al vostro corpo e ne succhiano il sangue.

L'acqua ha dato la nascita sia al loto che alle sanguisughe. Essa costituisce l'ambiente ideale all'uno e alle altre, e non fa alcuna differenza fra di loro. Il loto dura fintantoché vi è l'acqua, ma nella sua corolla non vi è mai acqua. Senza l'acqua il loto non può sopravvivere.

In modo simile, la vita umana ha bisogno dell'irreale per mantenersi, ma guardate bene che l'irreale non penetri nel vostro cuore.
Non permettete ai turbamenti e alle preoccupazioni d'assalire il vostro cuore. Certamente, potete navigare sulla superficie dell'acqua, ma non permettereste mai all'acqua d'entrare nella barca, non è vero? Così noi possiamo navigare sulle acque del mondo, ma non dovremmo permettere alle acque della vita famigliare d'entrare nella nostra barca.

Questa è la verità! Quando comprendiamo questa sacra verità, abbiamo la risposta alla domanda: "Dov'è Dio?"
Voi siete Dio! Dio non è altrove da qualche parte. Tutti gli esseri sono delle incarnazioni della Divinità. Tutte le forme sono forme di Dio. Non possiamo classificare alcune forme come divine e tutte le altre come umane.

Quando sappiamo che Dio risiede in ognuno, non vi è nessuna ragione di attaccarci in modo particolare ad alcune forme.
Per esempio, c'è una stanza nella quale ci sono numerosi specchi, e, in ognuno di questi specchi collocati attorno a voi, vedete il vostro riflesso.
A causa però delle imperfezioni negli specchi, vedete la vostra immagine a volte corta, a volte lunga, in contrasto con ciò che siete. Queste deformazioni non provengono da voi, ma dalla cattiva qualità dello specchio.

Allo stesso modo, in questo mondo vediamo una moltitudine di corpi e di forme come altrettanti riflessi nello specchio. Non lasciatevi impressionare da questi riflessi illusori; riconoscete l'Unità che ne è all'origine.
Questa Unità è il Principio atmico sempre risplendente.

Il Sole-Âtma è Sûrya Tattva, ha cioè la qualità del Sole splendente, e Satya Tattva, vale a dire che possiede la qualità della Verità. La luce solare è Amore.
I Veda dicono: Satyam vâda - Dharman chara, "Di' la Verità. Agisci con Rettitudine".

Ecco gli insegnamenti divini che sono trasmessi all'uomo. Colui che osserva la Verità otterrà, di riflesso, l'Amore. Pur essendo di riflesso, esso non è diverso dalla Verità.
Ad esempio, camminate per la strada e la vostra ombra vi segue come un riflesso. Da qualsiasi lato della strada voi camminiate, non potete impedire alla vostra ombra di passare sulle fognature, d'inciampare nei rifiuti o di camminare nel fango. Ciò non vi riguarda, anche se non siete separati dalla vostra ombra. I sentieri della vostra ombra ed i vostri sono uniti.

Così, noi dovremmo aderire al principio dell'Unità e non a quello della separazione e della frammentazione. Non inquietatevi se la vostra ombra passa su ogni sorta di sporcizia; lasciatela semplicemente andare per la sua strada, ma state attenti a non mettere voi stessi i piedi nell'immondizia.

L'immaginazione umana può correre in tutte le direzioni, ma voi seguite il cuore e, in virtù di ciò, non dovrete preoccuparvi più di nulla.
Conoscendo questa verità, è importante che ogni essere umano alimenti in sé certe qualità.

Per esempio: se qualcuno vi aiuta, vi dona la propria collaborazione, dovreste esprimergli riconoscenza. Se qualcuno vi tende la mano nel momento del bisogno o ha avuto per voi delle buone parole in un periodo d'afflizione, merita che gli esprimiate gratitudine.
Se non provate un tale sentimento, vi si potrà qualificare come ingrati.

Occorre dimenticare due cose: l'aiuto che avete dato agli altri e il male che gli altri vi hanno fatto. Scacciando il ricordo di questi due tipi d'azione, il vostro cuore resterà puro. Se vi ricordate dell'aiuto dato agli altri, avrete la tentazione di aspettarvi qualche cosa in cambio e, se continuate a ricordarvi del male che vi è stato fatto, rischiate di nutrire sentimenti di vendetta e di rivalsa.
Affinché la purezza del vostro cuore resti intatta, occorre quindi dimenticare queste due cose. Sarete allora immersi nella totalità del puro Amore.

Incarnazioni dell'Amore Divino,
la pratica spirituale che dovreste adottare oggi, consiste nella pratica della purezza di cuore. Non rimestate, nella vostra mente, pensieri di odio o di gelosia verso gli altri. Lo stesso cuore è in ognuno. I corpi, le emozioni, i nomi, le forme sono diversi; lo stato del corpo può essere diverso; nessuno di questi elementi, in effetti, è impermanente, dal momento che Hridaya, il Cuore spirituale, è identico in tutti.

I mezzi d'illuminazione sono diversi; piccole lampadine, tubi al neon, fari, ecc., ma la luce che essi producono proviene dalla stessa corrente elettrica. La corrente, il Cuore spirituale, è identico in tutti e passa attraverso varie forme.
Non pensate mai che la forma e il nome siano permanenti. Esiste un principio spirituale unico presente in ognuno. Dio dimora in noi.

Possiamo dire: è un uomo, è una donna, ma l'Âtma è unico nell'uno come nell'altra. Il Cuore spirituale è al di là dei sessi; è Âtma. Esso è collocato nel lato destro e procede sulla retta via. Non va mai verso sinistra. Tenete l'intero corpo orientato verso destra.
Quando inaugurate una nuova casa, vi entrate per primo con il piede destro, perché la parte destra rappresenta la Verità.

Per qualsiasi azione propizia usiamo per primo o il piede destro o la mano destra, mentre la mano sinistra è riservata a tutte le attività sporche, pericolose o infauste. Camminate verso destra, verso la positività.

La sinistra è negativa. Vivete la vostra esistenza nella positività. Non dovrete affrontare nessuna difficoltà né alcun turbamento se vi collocate dal lato positivo.
Non abbiate paura d'attraversare circostanze negative: se siete veramente dalla parte buona, per voi non vi sarà alcuna negatività. In effetti, quando mangiate dei dolci, non avete nessun sapore amaro in bocca; tutto ha un sapore dolce.

Tutti gli esseri sono incarnazioni di Dio. Ognuno è capace di formulare pensieri divini. Infatti nemmeno uno di voi è umano: siete umani come forma, ma il vostro Cuore spirituale è divino. Alimentando simili pensieri e ideali divini ogni giorno di più, diverrete divini. Bandite l'attaccamento al corpo, alla moglie, alla figlia o al figlio, ecc.

Parlando di questa relazione col corpo e col mondo oggettivo, il grande saggio Adi Shankarâchârya dichiarò: Mâtâ nâsti, pitâ nâsti...: "Non c'è madre, né padre, né parentela, né amici, né casa, né mondo... Tutto è divino, tutto è Dio!"
Di conseguenza, la nostra preghiera dovrebbe essere formulata nel modo seguente: "O Dio, Tu sei mia madre, mio padre, la mia parentela, i miei amici, le mie ricchezze. Tu sei tutto per me, Tu sei veramente tutto".
E, continuando su questo tono, Adi Shankarâchârya aggiunse: "La nascita è una disgrazia, la vita è una disgrazia, la famiglia è una disgrazia...Tutto non è che pena e sventura. Sii dunque prudente!"

Noi, però, vogliamo soffrire! Ci attacchiamo a ciò che ci fa soffrire.
Dovremmo allontanare immediatamente da noi tutto ciò che ci procura dolore.
Sì, il corpo è un condizionamento.
Perché? Se, ad esempio, vostro figlio si ammala, voi annegate nelle preoccupazioni. Ma in realtà chi è vostro figlio e chi siete voi? A chi appartiene questo corpo?
Spingendo la riflessione fino in fondo, ogni cosa s'illuminerà e sarete felici

Shuka, figlio del saggio Vyâsa, era un rinunciante di stretta osservanza. Un giorno, Vyâsa gli disse: "Figlio mio, ritorna a casa e rimani un po' di tempo con noi: desidero vederti".
Shuka gli inviò questa risposta: "Chi sei tu e chi sono io? Io non sono tuo figlio e tu non sei mio padre. Io sono l'Âtma e tu sei l'Âtma.

È l'illusione che ti fa chiamare questo corpo "figlio". Io non ho illusioni di questo genere. Non ho bhrama, l'illusione, ma ho Brahman, la Divinità!
Per tutto il tempo che bhrama durerà, Brahman resterà distante da te!"
Pensate a vostra moglie, a vostro figlio o a vostra figlia come essenzialmente divini.
L'Amore è uno. Mantenendo vivo l'Amore in voi e mettendo gli occhiali dell'Amore, tutto vi apparirà come divino. Curate dunque la vostra visione e saturatela d'Amore.

(Swami conclude il Discorso con il bhajan: Prema mudita manase kaho, Râma Râma Râm...)

Sai Shruti, Kodaikanal, 16 aprile 1998.
Versione integrale

Note:

1. Madre dei cento fratelli Kaurava, che aveva deciso di bendarsi gli occhi per solidarietà e rispetto verso il marito cieco, e che, a causa di ciò, non fu mai in grado di vedere i propri figli.

2. Precettore dei Kaurava nelle arti marziali che aveva insegnato anche ai Pândava. Nella sua benedizione ai Kaurava prima del combattimento, Drona non prende le parti di nessuno degli antagonisti, ma si affida semplicemente alla protezione di Krishna.

3. Sposa del saggio Atri. Nel Râmâyana, essa vive con il marito in un eremitaggio nella foresta.