DISCORSO DIVINO

La festa del Sole

14 gennaio 1997

Studenti, Incarnazioni d'Amore,

Dove ci sono entusiasmo, determinazione, coraggio, intelligenza, abilità ed impavidità, là si riceve l'aiuto divino.

Chiunque sia dotato di queste sei qualità è destinato ad avere successo, qualunque attività compia e in qualsiasi momento. Queste qualità contribuiscono alla completa prosperità dell'uomo. Per chi le possieda, il successo è garantito.

Ad ogni modo, anche chi è dotato di simili qualità incontra difficoltà sul suo cammino. Proprio come uno studente deve sostenere degli esami, anche queste qualità vengono messe alla prova. Le prove dovrebbero essere considerate quali gradini da superare per poter raggiungere mete più elevate. Tali prove possono presentarsi sotto forma di problemi, dispiaceri, perdite, dolori e calunnie. Occorre superarle tutte con coraggio e fiducia in se stessi, e proseguire.

Gli studenti in particolare devono sviluppare la fiducia in se stessi, senza la quale non si possono ottenere le altre sei qualità.

Di fatto, bisognerebbe conferire alla fiducia in sé lo stesso valore che attribuiamo al nostro respiro. Purtroppo, gli studenti di oggi hanno perso questa fiducia e sono in preda all’inquietudine a causa del loro coinvolgimento nella ricerca dei piaceri dei sensi.

Gli studenti dovrebbero sviluppare questa fiducia ed intraprendere il viaggio della vita con piena fede in Dio.

Vishvamitra, confidando nel proprio ingegno e nella propria prestanza fisica, che considerava suoi punti di forza, volle mettersi in aspra competizione con Vashista, la cui unica arma era la fede nel Divino. Alla fine, dovette comprendere che tutti i suoi poteri erano vani in confronto a quello spirituale e, dopo aver rinunciato al regno, si sottopose ad una severa disciplina.

La forza fisica non è affatto un potere. In realtà, è indice di debolezza. Tutti i poteri materiali sono, in effetti, poteri deboli. Ogni tipo di ricchezza materiale è impermanente; tuttavia, l'uomo odierno cerca solo questi piaceri effimeri, dimenticando la propria divinità interiore.



COLTIVARE LA FIDUCIA IN SÉ

Gli studenti devono non solo coltivare fiducia in se stessi, ma anche manifestare la loro divinità quando parlano, cantano, si divertono e in tutte le altre attività che compiono. È comunque possibile che, talvolta, le loro debolezze emergano; ad esempio, essi dimostrano la propria debolezza interiore quando diventano preda di dolori e difficoltà.

Dovrebbero affrontare queste avversità con coraggio. Non abbiate paura! Se sarete coraggiosi, il successo finale sarà garantito. Abbiate pertanto fiducia in voi stessi e raggiungerete il successo in ogni campo della vita.

Può sorgere una domanda: che beneficio si può trarre da queste sei qualità? La risposta è che, per loro, potete assicurarvi ogni tipo di beneficio materiale e spirituale.



DOVERI E DIRITTI

La fiducia in sé può risultare utile nella crescita individuale, ma è insufficiente a promuovere il benessere della collettività e del mondo. La cote serve per affilare il rasoio e non per diventare essa stessa una pietra più liscia. Allo stesso modo, occorre affinare le proprie qualità se si vuole migliorare la propria natura. Queste qualità sono indispensabili, come lo sono le diverse membra, per un equilibrato funzionamento di tutti il corpo. La gente dovrebbe comprendere che il corpo le è stato concesso per vivere una vita ideale. Le buone qualità rendono buona la vita.

C'è però un prezzo da pagare anche per avere una buona vita: la retta condotta. Ciò significa che potete essere felici, conducendo una buona vita, solo se fate il vostro dovere. Ci sono due tipi di piaceri: temporanei e duraturi. La felicità permanente spetta soltanto a coloro che compiono il proprio dovere. Prima fate il vostro dovere e poi gioite dei suoi frutti.

Oggi la gente non vuole compiere il proprio dovere, ma vorrebbe ugualmente godere dei frutti che da esso derivano. Come può in questo modo essere felice?

Tutti dovrebbero comprendere di essere nati per svolgere determinati compiti e non per beneficiare di ricompense gratùite.

L'uomo dovrebbe comprendere di non avere alcun diritto. Il suo ruolo consiste infatti nel compiere il proprio dovere. Facendo ciò che deve, a tempo debito raccoglierà i frutti. La gente, oggi, non compie il proprio dovere, tuttavia combatte per i propri diritti!

Studenti, comprendete fin dall’inizio quali sono i vostri compiti e poi portateli a compimento. Il dovere è Dio; il lavoro è adorazione.

È sciocco aspettarsi ricompense se non si compie il proprio dovere. La gente spreca la propria nascita umana, che è sacra, venendo meno ai propri compiti.

Gli studenti dovrebbero comprendere che la giovinezza, le ricchezze, la moglie e i figli sono impermanenti; e che soltanto la Verità e la Rettitudine sono eterni.

Dovete basare la vostra vita sulla Verità e sulla Rettitudine ed esser pronti ad affrontare ogni sfida con coraggio e fiducia.



I CINQUE CONSIGLIERI

Ognuno ha cinque consiglieri nella vita: chi, quando, dove, che cosa e come. Prima di intraprendere una qualunque azione, occorre fornire risposta a queste cinque domande. Quando avrete le risposte appropriate, l'azione ad esse consegnate sarà quella giusta. La gente oggi agisce senza tener conto di questi fattori. In questo ambito, ognuno può fidarsi del proprio giudizio, usando le proprie capacità d'osservazione e di discriminazione. Tutti possiedono queste facoltà, che risiedono nei loro organi di percezione e di azione. In tutte le membra e in tutti gli organi del corpo c'è un potere divino, che viene chiamato angirasa. Il nome deriva dal fatto che il Signore è presente in ogni membro (anga) come essenza (rasa). Non occorre che cerchiate il Divino all'esterno, perché voi siete divini. Tutte le vostre capacità si basano sul potere divino.

Sviluppate la convinzione che ogni cosa vi accada è per il vostro bene. L'educazione non serve solo a farvi guadagnare da vivere: essenzialmente, essa costituisce un processo di autorealizzazione. Se non comprendete il vostro Sé, come potrete comprendere il mondo o raggiungere uno scopo degno? Senza la conoscenza del Sé, che cos'è la conoscenza scientifica? Che valore ha la scienza senza saggezza? Si dovrebbe perciò sviluppare, insieme alla conoscenza scientifica, la saggezza della discriminazione e la consapevolezza del Sé.



IL SIGNIFICATO PROFONDO DELLE FESTE

Tutte le festività indiane hanno un profondo significato spirituale. La sacra festa del Sankrânti celebra l'inizio del movimento apparente del sole verso nord. Ogni mese, il sole si sposta da una casa dello zodiaco ad un'altra. Oggi entra nella casa di Makara (Capricorno) e perciò la festa è nota come Makara Sankrânti. Questo giorno propizio annunzia all’uomo il conferimento di molte benedizioni materiali e spirituali. La festa del Sankrânti è testimone dei futuri successi dell'uomo in vari settori. L'avvento del Sankrânti viene commemorato in un canto che racconta come i contadini salutino il sole, celebrino la raccolta delle messi e gioiscano del frutto di un duro lavoro.

(Swami canta una canzone in telugu: "Le giornate si accorciano, l'aria è fresca e soffia il vento. I contadini cantano gioiosi guardando il raccolto...")

Il giorno del Sankrânti segna l'arrivo del raccolto, frutto di grandi fatiche, nelle case dei contadini. Sankrânti è una festività sacra, celebrata per un conseguimento materiale. Rappresenta anche un meritato giorno di riposo in una fresca atmosfera. L'uomo necessita di giorni di riposo dopo un periodo di intenso lavoro. Soltanto allora può godere della pace della mente.

"Il Sankrânti conferisce serenità ed è foriero di fausti mutamenti". Esso stimola la gioia insita nella gente, porta un cambiamento nello stile di vita e genera pensieri sacri.

Gli uomini odierni non riconoscono questi cambiamenti sacri. Essi sono tutti impegnati nella ricerca di acquisizioni materiali e non hanno alcun rispetto per le cose più elevate. Invece dovrebbero sfruttare ogni opportunità per coltivare buone qualità.



TENER LONTANI L’INVIDIA E L’ODIO

Quando sono presenti le sei qualità (citate all'inizio del Discorso), non ci sarà spazio per le cattive tendenze. Oggi, gli studenti soffrono di due malattie che minano la loro umanità: l'invidia e l'odio. Essi sono due alleati nel male, due pesti gemelle. Una bella pianta dal ricco fogliame può essere distrutta da una malattia che la attacca alle radici. L'invidia agisce proprio così. Essa è in grado di trasformare perfino una persona ricca e felice in un individuo miserabile. Nel Mahâbhârata, Krishna spiega ad Arjuna come i Kaurava, benché governanti del regno, siano stati divorati dall'invidia per i Pândava.

(Swami recita una poesia in telugu: "Una stirpe meravigliosa è caduta in rovina a causa del demone dell'invidia. Shakuni gettò benzina sul fuoco che ora divampa sempre più alto!").

Gli studenti invidiano chi riesce ad ottenere buoni voti. L'invidia solleva il capo quando si trova di fronte ad un ragazzo di eccezionale intelligenza. Taluni provano invidia nei confronti di chi è fortunato e felice. L'invidia non ha limiti. Gli studenti dovrebbero guardarsi dall'invidia. Essa è una malattia distruttiva ed incurabile. Chi è sempre felice riesce a sormontare ogni ostacolo. L'uomo dotato di coraggio può affrontare la morte senza timore.



LA GLORIA DEL SANKRÂNTI

Studenti, dovete comprendere che la festa del Sankrânti ha lo scopo di ricordarvi le vostre potenzialità latenti. La gente non aspetta altro che ricavare vari benefici materiali perfino da questa sacra occasione. In questo giorno, c'è anche l'usanza di far passare, di casa in casa, un toro sacro, mentre il suo proprietario recita il Râmâyana.

(Swami canta una ballata che descrive come si svolgeva la scena nei tempi antichi). Questa festa è occasione di gioia anche per i giovani; è una festa più importante delle altre, perché il genero, appena sposato, visita la casa della moglie e viene ricevuto con ogni premura.

(Swami canta una canzone che descrive come il genero venga onorato da tutto il villaggio: "O giovane sposo, va' nella casa dei tuoi parenti! Là troverai felicità...").

Fin dai tempi antichi, queste feste sono state motivo di gioia per gli Indiani. Purtroppo, oggi sono scomparse e la gente le ha rimpiazzate con divertimenti frivoli. A che servono questi piaceri effimeri? Essi sono artificiali. La gente ha dimenticato il cuore ed ha perso la pace.



PAURA ONNIPRESENTE

L'inquietudine e la paura imperversano in tutto il mondo. (Swami canta una canzone in cui il poeta lamenta lo stato di infelicità e di paura in cui versa l'uomo moderno)

L'uomo è perseguitato dalla paura ovunque sia e ovunque vada. L'unica via di scampo è rifugiarsi in Dio. La grazia protettrice del Signore libererà l'uomo dalla paura. Essa non può esistere laddove vi siano devozione e amore. La loro assenza è infatti la causa di questa paura sparsa dappertutto.

Studenti, qualunque cosa facciate, che si tratti di studio, di sport, di canto o di lavoro, manifestate la vostra sacralità e purezza. Quando cantate, se non donate gioia a chi ascolta, a che servirà cantare?

"Perché cantare se non sapete di esprimere armonia? Qual è lo scopo dell'educazione se non c'è umiltà? Senza un cuore puro, a che serve adorare Shiva? Un cuore senza amore è come un blocco di pietra". (Applausi).

Riempite il cuore d'amore puro e sincero! Oggi non si fa altro che scambiarsi cortesie artificiali ed ipocriti.



AMORE DIVINO

Gli studenti dovrebbero coltivare l’Amore disinteressato come uno dei valori umani fondamentali. La posizione sociale, le ricchezze e la forza fisica vanno e vengono: solo l’amore Divino rimane. L'Amore è Dio. Dio è Amore. Questa è una verità che trascende il concetto di nazionalità, razza e religione.

Il vero scopo dell'educazione non è quello di farvi ottenere un impiego, ma di farvi acquisire la Conoscenza Superiore. Questo è il concetto sostenuto dalla cultura indiana. Gli studenti diverranno cittadini ideali quando svilupperanno fiducia in se stessi e spirito di unità. Sviluppate lo spirito di sacrificio e salvaguardate l'onore e l'integrità della nazione. Dovete sforzarvi di promuovere il benessere della società.

Eliminate l'idea di "io" e di "mio"; allora diventerete uno con il Divino. Identificandovi con tutti, otterrete una gioia infinita.

Una volta i demoni erano presenti in misura contenuta, ma oggi è difficile dire chi è un demone e chi è un essere umano. Eliminate ogni traccia delle qualità demoniache, diventate esseri umani autentici, poi evolvete verso la Divinità.

Studenti, oggi avete ricevuto dei premi per i vostri meriti sportivi; nella vostra vita dovreste ottenere gli stessi successi nel mondo esterno.

Sviluppate la qualità della tolleranza ed evitate di parlare aspramente. Sai vi è d'esempio. Gli uomini indulgono in ogni sorta di critiche e calunnie: Swami rimane completamente indifferente! Perché dovrei seguire il loro esempio? Io devo seguire la Mia strada. Se seguissi qualcun altro, sarei uno schiavo. Perciò, non seguo mai la via di un altro. Io Mi attengo fermamente a ciò che reputo buono.

Dovete comprendere che, se non sarete pazienti e tolleranti, non troverete la pace. Io sono sempre in pace. Perché? Perché sono sempre paziente. Agite anche voi così. Qualunque cosa facciano contro di voi, non preoccupatevene. Che cosa ci perdete se taluni si comportano in tal modo? Se contraccambiate con la stessa moneta, la vostra situazione peggiorerà. Non avete idea né della vostra forza né della vostra debolezza: dovete affrontare con coraggio questi attacchi senza perdere la calma e l'equilibrio.

L'arma con cui gli studenti devono vincere è la pazienza. La tolleranza dovrebbe essere il vostro respiro ed il vostro ideale. Con il vostro coraggio, siate d'esempio al mondo!



DOPPIA BENEDIZIONE

È una fortunata coincidenza che oggi abbiate ricevuto i premi in concomitanza con la sacra festa del Sankrânti. In questo giorno due volte benedetto, dovete assaporare la dolcezza di tale combinazione, che è come la miscela di latte e zucchero, e promettere a voi stessi di condurre una vita ideale. Le Upanishad descrivono il Signore come la Dolcezza stessa (Raso vai saha). In voi, c'è la dolce essenza della gentilezza. Possedete inoltre anche la compassione e la pace.

Fortunatamente, siete liberi dal dolore e dalle cattive qualità. Non permettete ad essi di entrare in voi. Alimentate lo spirito di gentilezza. Considerate la vita come un grande gioco; vincete quel gioco conducendo una vita esemplare!



LA VITA E' UN GIOCO: GIOCALO!

LA VITA E' UNA SFIDA: AFFRONTALA!

LA VITA E' UN SOGNO: REALIZZALO!

LA VITA E' AMORE: GIOISCINE!



Questo è ciò che dovete raggiungere. (Applausi). In ciò consiste la vera natura umana. La vita non consiste nello sposarsi, nel partorire figli e nell'essere imprigionati in questo girotondo senza fine. Ciò costituisce la routine della vita terrena. Sebbene non ci sia nulla di male in queste cose, esse non dovrebbero rappresentare degli ideali per voi. Qualunque azione compiate nella vita, fate che si basi su ciò che è davvero ideale.

Nell'esercito, si assegnano alle persone incarichi differenti, tuttavia ci sono due cose comuni a tutti: le esercitazioni e l'uso del fucile. Allo stesso modo, i due requisiti essenziali agli studenti sono l'Amore e il Sacrificio. Attenetevi a questi due ideali. Amate tutti. Siate pronti a qualsiasi sacrificio. La vita non ha senso se manca lo spirito di sacrificio. Per aiutare gli altri e per il benessere della società, dovete essere disposti anche al sacrificio della vostra stessa vita! Per realizzare Dio, aspirate continuamente a Lui. Dovete pregare sempre di avere l'opportunità di sperimentarLo. Râmakrishna Paramahansa si rattristava se, ogni giorno, non aveva la visione della Madre divina. Anelate al Divino in ogni istante. Quando avrete ricevuto la grazia divina, tutti i pianeti vi saranno propizi. Dovete sforzarvi incessantemente di meritare la Sua Grazia. Non cessate mai di cercare.

(Swami canta due canzoni per indicare il modo in cui i devoti dovrebbero rivolgersi a Dio)

Pregate dal profondo del cuore per il benessere di tutta l'umanità.

Swami ha benedetto tutti i presenti, studenti e devoti, poi ha concluso il Discorso con il bhajan: "Prema Mudita"

Prashanti Nilayam, 14 Gennaio 1997

(Trad. da Sanathana Sarathi, n. 2/97)