DISCORSO DIVINO

La vicinanza Divina è la ricchezza vera

11 giugno 1996

Quando avete già acceso una lanterna in casa,
che bisogno c’è di andare nella casa del vicino ad accendere la vostra lanterna?
Se dimenticate Dio dimenticate voi stessi perché voi siete Dio.

DIO NON VIENE NE’ VA, EGLI E’ DOVUNQUE

Studenti! La cultura di Bharat afferma l’onnipresenza di Dio. Non c’è al mondo entità vivente o non vivente che non sia divina; dalla pietra al diamante, dalla formica al leone, dall’uccellino all’aquila possente, dal sassolino alla montagna, tutto è divino ed è per questo che i Bharatiya adorano gli alberi, i formicai, le collinette, le pietre, ecc. Oggi però la gente ha dimenticato queste tradizioni sacre e le considera atti di superstizione; anche gli studenti moderni condannano queste tradizioni antiche considerandole atti di stoltezza.
Lo stesso Principio Atmico è presente in tutti
In realtà, c’è un profondo significato interiore associato alle tradizioni sacre di Bharat; i Bharatiya non limitano ai soli esseri umani il Principio dell’Amore che Dio ha concesso loro, dividono il loro amore con tutti gli esseri senzienti e gli oggetti non senzienti. Per questo, anche Thyagaraja cantò:

Oh Rama! Nella Tua forma d’Amore pura e immacolata,
Tu sei l’abitante di tutti gli esseri
dalla formica a Brahma, Shiva e Keshava;
Ti prego, sii anche il mio protettore.

La Divinità è onnipervadente, non pensate mai che Dio sia qui e non là. I Bharatiya adorano anche un sasso sulla strada, persino un formicaio in cui vive un serpente velenoso; non c’è oggetto nel mondo che i Bharatiya non adorino. Essi adorano ogni collinetta considerandola come la montagna sacra Govardhana e ogni collina come l’Imalaya. In questo modo, ogni collina, ogni formicaio, ogni albero, uccello e sasso sono oggetto di venerazione per i Bharatiya; essi nutrono le formiche dando loro del cibo nella forma di farina di riso e le proteggono con amore. Così questa terra sacra di Bharat si è guadagnata la reputazione di terra di compassione e penitenza; non ci può essere sciocchezza più grande del considerare superstizioni queste tradizioni sacre della cultura Bharatiya.

Negli altri Paesi, molti credono che non vi sia principio più elevato della Fratellanza Umana ma c’è un principio che è persino superiore a questo: il Principio di Unità. Condannare la cultura sacra di Bharat, che diffonde la verità secondo la quale lo stesso Principio Atmico è presente in tutti, è la sciocchezza più grande. E’ questa terra sacra di Bharat che promuove il principio dell’Unità nella diversità e quello della giustizia sociale. Sin dai tempi antichi, Bharat ha diviso la sua ricchezza spirituale con gli altri Paesi e promosso la pace e la prosperità nel mondo. Solamente la gente di mente aperta può comprendere questa verità che alle persone di mentalità ristretta appare una stoltezza.
Seguite il sentiero spirituale
Qual è il luogo ove Dio non è? Qual è l’oggetto non permeato dalla Divinità? Tutto è Dio. Brahman è più sottile del sottile e più vasto del vastissimo. Tutti gli oggetti di questo mondo sono una combinazione di atomi; c’è uno scienziato che possa negare l’esistenza della Divinità in ogni atomo dell’universo? Se lo facesse, non sarebbe affatto uno scienziato. In ogni atomo c’è lo Splendore Divino; è per questo che Ramadas cantò Il Principio di Rama permea tutto l’universo. Nel mondo, non c’è altro principio che il Principio di Rama; il Nome Divino di Rama è quello che dona la Beatitudine. A causa del sistema educativo moderno che è difettoso, gli studenti dimenticano questo Principio Divino. L’educazione moderna punta soltanto a insegnare come guadagnarsi da vivere, non illumina l’intelletto.

Oggi non c’è la paura del peccato.
Le azioni malvagie e gli atti di crudeltà sono diventati cosa di tutti i giorni,
la loro enormità è oltre ogni descrizione. La devozione al Signore si è estinta.
Oh uomo! Comprendi che puoi ottenere la pace e la felicità solamente cantando il Nome Divino

Oh uomo! Non sentirti orgoglioso del tuo sapere.
Se non offri le tue salutazioni a Dio e non pensi a Lui con devozione,
tutto il tuo sapere diventa inutile.

Oh uomo! Tu fatichi duramente nella vita per poterti riempire la pancia
e acquisisci moltissimi tipi di conoscenza in vari campi.
Esamina e indaga tu stesso: hai raggiunto una grande felicità
usando da mane a sera il tempo per ottenere la conoscenza terrena
e acquisire ricchezza dimenticando Dio?

Tra tutti gli esseri viventi, la nascita umana è la più rara. E’ questo che dovresti ottenere avendo raggiunto una nascita umana così preziosa? Dovresti raggiungere questo tipo di felicità terrena nella vita? No, no. Il tuo scopo, la tua meta è differente: ciò che dovresti ottenere è la felicità vera ma, dimenticando una tale felicità eterna, ti arrabatti per una contentezza effimera e passeggera. Non c’è dubbio che l’educazione secolare sia necessaria, non lo contesto; essa serve per la vita qui, l’educazione spirituale serve per la vita al di là. La prima conduce soltanto alla via dell’appartenenza al mondo (Pravritti) mentre quello che voi dovreste seguire è il sentiero della spiritualità (Nivritti). Tutto ciò che è relativo a Pravritti è momentaneo e transitorio e tutto quanto riguarda Nivritti è vero ed eterno; per questo, voi dovreste mirare alla felicità che si prova nel seguire la via di Nivritti. I libri sono certamente pieni di conoscenza; a cosa serve questa se la mente è piena di fango? Quanto è utile la conoscenza “libresca”? Se avete la testa piena di fango, anche la conoscenza di tutti i libri diventa inutile perché voi amate il fango. Perché? La causa è la frequenza di compagnie sbagliate. Se riempite la testa con la conoscenza contenuta nei libri, essa diventerà un libro; ciò che avete bisogno di apprendere non è la conoscenza dei libri ma quella della testa, la conoscenza pratica, e questo è possibile solamente se seguite il sentiero della spiritualità.
Il merito dipende dalla fede
Come sono i sentimenti saranno i risultati: se la fede e i sentimenti sono sacri, i risultati non potranno che esser tali. Nei tempi antichi, usava una nicchia nel muro, all’entrata delle case delle famiglie benestanti, in cui si teneva una piccola lanterna accesa e la gente del villaggio andava ad accendere le proprie lanterne con quella; questa tradizione originava dalla credenza che facendo così si acquisisse una prosperità simile. In accordo con questa usanza, anche Yashoda teneva una lanterna accesa nel muro della sua casa in modo che le Gopi del villaggio potessero venire ad accendere le loro. Era il periodo in cui Krishna aveva lasciato Gokul e viveva a Mathura. C’era una Gopi di nome Suguna, appena sposata, che andò a Repalle dopo il matrimonio e udì dei Giochi Divini che Krishna aveva fatto lì; ella andò in estasi e pensò di essere sfortunata per il fatto di essere andata a Repalle solamente dopo che Krishna era partito per Mathura, si sentì demoralizzata e perseguitata dal fato al che pensò: “E’ possibile cambiare il destino?” In precedenza, la madre adottiva soleva andare in casa di Yashoda ad accendere la sua lanterna. Una volta accadde che sua suocera fosse colta dalla febbre per cui Saguna dovette andare ad accenderla e questa occasione risultò apportatrice di fortuna. Ella era felice al pensiero che avrebbe visto il luogo ove Krishna era vissuto e si avvicinò alla casa con cuore puro e fede totale in Lui. L’esperienza della Divinità dipende dalla fede piuttosto che dalle pratiche spirituali o dall’istruzione; nel mondo ci sono stati molti studiosi, yogi e uomini di grande penitenza e sacrificio che non hanno potuto ottenere il merito che ottenne Suguna. Sempre, dal primo momento in cui mise piede a Rapalle, ella contemplò Krishna pensando al fatto di non aver avuto la fortuna di vederLo; quando accese la lanterna da quella di Yashoda, Lo vide nella fiamma, andò in estasi e perse la coscienza corporea tanto che non percepì di bruciarsi le dita in quella fiamma. Accortasi di questo, Yashoda corse lì e le chiese “Dove sei con la testa, mia cara? Non ti accorgi neppure che ti stai bruciando le dita! Ti sei addormentata? Non hai riposato stanotte?” Anche le altre Gopi, che erano venute ad accendere le loro lanterne, assistettero al fatto. Suguna vedeva Krishna nella fiamma continuamente per cui non aveva coscienza del proprio corpo. Le altre le si fecero intorno e le chiesero “Cosa succede? Cosa stai vedendo?” e, nel sentirle dire che aveva visto Krishna, presero a ballare e cantare:

La nostra Suguna ha avuto la visione di Krishna nella casa di Nanda,
Krishna le è apparso nella fiamma della lanterna

Che pratica spirituale e adorazione faceva Suguna? Ella non conosceva pratiche come la ripetizione del Nome e la meditazione, le donne allora non venivano educate e quella era veramente la loro grande fortuna: se avessero ricevuto questo tipo di educazione moderna, non avrebbero potuto raggiungere una Gioia Divina simile. In quei giorni, tutta la loro attenzione era sulla Divinità mentre l’attenzione degli studenti moderni è sempre tesa ad acquisire conoscenza dai libri; dopo averla ottenuta, essi si concentrano sugli esami durante i quali bevono tazze e tazze di caffè e tè per rimanere svegli la notte rovinandosi così la salute e anche il potere della memoria. Con questi sistemi, oggi l’uomo danneggia i suoi poteri innati mentre allora le persone come Suguna erano sempre concentrate su Krishna; la fede totale era la fonte del loro merito. Questo dipende dalla fede e da nient’altro. Se si vuol salire sulla terrazza di casa, bisogna usare una scala e questa deve avere un appoggio alle estremità, alla base e in cima. L’amore è l’appoggio alla base di questa scala della spiritualità e la fede è quello alla sommità; senza i supporti dell’amore e della fede, raggiungere le altezze spirituali è impossibile. In effetti, la Sadhana vera consiste nello sviluppare in se stessi l’amore e la fede.
Dio può presentarsi alle case dei devoti in qualunque forma
Al tempo di Shirdi Sai Avatar, c’era un Suo grande devoto di nome Hemadpant Annasaheb Dabholkar. Egli teneva sempre Baba in mente e ripeteva continuamente “Baba, Baba, Baba”. Una notte fu svegliato alle tre da una persona alta che gli batté sulla spalla e gli disse “Hemadpant! Domani vengo a casa tua a chiederti del cibo”; egli rimase in dubbio se ciò che aveva visto fosse sogno o realtà finché vide la porta aperta e comprese che non si trattava di un sogno. A quel punto fu sopraffatto dalla gioia e prese a gridare “Il mio Baba è venuto e mi ha detto che sarà domani a casa mia per chiedermi del cibo”. La moglie, udendolo, si alzò e chiese “Cosa ti succede? Hai sognato? Sei diventato matto per urlare in questo modo? Com’è possibile che Baba venga domani? Dov’è Shirdi e dov’è la nostra casa? Tutto questo è solamente la tua immaginazione” al che Hemadpant rispose alla moglie: “Oh donna sciocca! Per Dio non c’è niente di vicino o lontano; come può esistere un andare e un venire per Dio che è onnipresente? Dio non va e non viene, Egli è dovunque e coloro che meritano possono vederLo dovunque mentre coloro che non lo hanno meritato non possono. Tutto dipende dalla fede di ognuno”. Egli le disse anche “Baba verrà qui domani quindi prepara del cibo adatto per domattina”. La moglie fu felicissima nell’udire questo e disse “C’è una fortuna più grande per noi della visita di Baba?” Al mattino si alzò presto, pulì la casa e gli utensili da cucina con cui preparò molti piatti deliziosi come il Vada (spuntini saporiti dell’India del Sud), il Payasam ( budino dolce) ecc. Poi decorò la casa con foglie di mango e ghirlande di fiori e si mise ad aspettare l’arrivo di Baba. A mezzogiorno non c’era segno di Baba in arrivo per cui ella stava in ansia; allora Hemadpant cercò di tranquillizzarla dicendo “Baba non mancherà mai alla Sua promessa, Baba è l’incarnazione della Verità; in effetti Egli è veramente l’incarnazione del Signore Sathyanarayana per cui verrà assolutamente”. Erano ormai le due ma Baba non arrivava e Hemadpant non sapeva cosa fare. In quel momento, due persone si presentarono a casa sua e dissero “Hedmapant, sembri molto indaffarato. Forse stai aspettando dei parenti ed è per loro che hai preparato il cibo quindi non è il caso che noi ti disturbiamo in questo momento; torneremo più tardi ma accetta gentilmente questo pacchetto”. Hemadpant prese il pacchetto e, mentre si allontanavano, lo aprì trovandovi una foto di Baba. Egli appoggiò la foto alla fronte con riverenza e esclamò: “Oh Baba caro! Tu sei venuto a casa mia nella forma di questa foto!” La devozione è una sorta di pazzia; Sai Baba è l’incanazione di Esistenza-Conoscenza-Beatitudine (Sat-Cit-Ananda) che rimuove la vostra pazzia temporale e vi rende pazzi per Dio. Perché lo fa? Solamente per eliminare la vostra pazzia per il mondo. Se volete liberarvi della pazzia per il mondo, dovete diventare pazzi per Dio. Baba asciuga le lacrime dei vostri dolori terreni e vi fa versare lacrime per Dio. Hemadpant mise il cibo davanti alla foto di Baba, chiuse gli occhi e pregò: “Baba! Devi mangiare questo cibo!”. Quando li riaprì, un Vada mancava dal vassoio ed egli poté vedere anche le impronte delle dita di Baba nel riso servito; allora disse con gioia “Baba ha mangiato il cibo” e lo offrì a tutti come cibo benedetto (Prasadam). Baba soleva soddisfare i Suoi devoti in questo modo; avendo promesso ai devoti che sarebbe andato a visitare le loro case, vi andava in una forma o nell’altra. Al fine di far loro comprendere che Dio è presente in tutti gli esseri, Egli andava nelle loro case nella forma di animali, anche come bufalo, come gatto, cane, ecc. e si nutriva del cibo a Lui destinato.
Dio è presente in tutti gli esseri.
Ora questo non Mi piace; se prometto di venire a casa vostra e di accettare del cibo, Io verrò personalmente e mangerò lì. Io ho detto a molte persone che, andando a Mumbai, sarei andato a casa loro e avrei mangiato; conseguentemente, Io sono andato a trovarli e Mi sono cibato di ciò che Mi hanno offerto. Solamente così erano contenti. Qual è la ragione della loro contentezza? E’ il risultato del loro amore, della fede e dei sentimenti. In quei giorni, i devoti erano colmi di amore e fede totale mentre quelli di oggi hanno fede solamente a momenti: se Dio dice che andrà a casa loro, in quel momento sono molto contenti ma poi cominciano a dubitarne, pensano anche che Swami possa averlo detto tanto per farli contenti. Non date mai spazio a dubbi simili; se maturate una fede totale nelle parole di Swami, esse si avvereranno sicuramente. Le parole di Dio sono Divine, sono Ambrosia, sono sempre vere ma, se mancate di fede, possono non avverarsi quindi abbiate una fede assoluta. In alcun caso, qualunque cosa succeda, non dovete abbandonare la vostra fede. La fede è il vostro alito vitale. Nel Mio Avatar come Shirdi Sai Baba, alcuni potevano non comprendere i significati sottili delle Mie parole e azioni; essi venivano da Baba e protestavano “Baba! Noi Ti stavamo aspettando perché avevi promesso di venire; perché ci deludi? Perché ci metti in questa difficoltà? Quali peccati abbiamo commesso?” ed Egli rispondeva: “Siete gente veramente molto sciocca; Io sono venuto ma voi mi avete scacciato con un bastone”. Questi devoti si meravigliavano e dicevano “Cosa Baba!? Potremmo mai commettere questo sacrilegio di mandarTi via con un bastone?” e allora Egli diceva di essere andato da loro nella forma di un cane nero dimostrando così la verità che Dio è presente in tutti gli esseri. Quando voi vedete un topo, cercate di prenderlo o di ucciderlo con un bastone ma, se è con il Signore Ganesha, gli offrite le vostre salutazioni; similmente, se vedete un serpente, cercate di ucciderlo o chiamate un cacciatore di serpenti che lo catturi mentre, se è al collo del Signore Shiva, lo riverite. Chiunque sia vicino a Dio sarà riverito e rispettato, la vicinanza di Dio è la ricchezza vera; voi sarete onorati a seconda della vostra vicinanza a Dio ma, se vi allontanate da Lui, nessuno vi guarderà neppure in faccia. In realtà, voi siete sempre vicini a Dio: qualunque cosa vediate e dovunque guardiate c’è solamente la Divinità. Il Principio Divino è onnipresente, non viene e non va.
La felicità è il linguaggio del devoto vero di Dio
Una volta Parvati e Paramesvara indissero una gara tra i loro due figli, Vinayaka e Subramanya, cui dissero che chi dei due avesse compiuto per primo il giro del mondo sarebbe stato premiato. Vinayaka ha un ventre enorme e il Suo veicolo è un topo per cui i Suoi Genitori erano curiosi di vedere come avrebbe gareggiato con il fratello. Intanto Subramanya salì sul suo veicolo, il pavone, e partì velocemente mentre Vinayaka rimase dov’era senza neppure chiamare il suo veicolo, il topo. Quando poi vide il fratello che tornava dopo aver fatto il viaggio intorno al mondo, fece un giro intorno a Parvati e Paramesvara e dichiarò di essere il vincitore della corsa al che Sua Madre disse: “Fai il furbo? Che razza di trucco è questo? Tuo fratello è tornato dopo aver fatto il giro del mondo quindi merita il premio; come puoi reclamare di aver circumnavigato il mondo semplicemente facendo un giro intorno a noi? Parvati e Paramesvara conoscevano bene questa verità ma inscenarono la commedia per dimostrare al mondo che Dio è onnipervadente. Vinayaka disse: “Madre! Non è vero che Voi due siete presenti dovunque si guardi? Quindi, girare intorno a Voi equivale a fare il giro di tutto il mondo”. In questo universo, dovunque si guardi, ci sono solamente due cose ed esse sono rappresentate rispettivamente da Parvati e Paramesvara: energia e materia. Vinayaka potè vincere il premio grazie all’intelligenza. Parvati compatì Subramanya e gli dette un frutto, per non deluderlo dopo che si era impegnato a fare il giro del mondo, dicendo: “Mio caro! Tu sei arrivato primo dopo essere andato intorno al mondo ma Vinayaka ha vinto perché ha compreso il significato interiore del Principio Divino della onnipresenza di Dio”. Se indagate profondamente, comprenderete il significato profondo del Principio Divino. Chi è immerso completamente nell’acqua non può dire niente; similmente, colui che è immerso nell’amore per il Divino, non può descriverlo. Solamente quelli che rimangono alla superficie lo descrivono in modo approssimativo. Chi è immerso del tutto nell’oceano della devozione, della fede e dell’amore per Dio è saturo di beatitudine, non ha coscienza di nient’altro. Gli studiosi, i dotti e i poeti che proclamano di conoscere il Divino sono, in effetti, coloro che si trovano solamente a livello superficiale ma uno immerso totalmente nel Principio Divino non è capace di parlarne. La beatitudine è il suo discorso, è il suo linguaggio. Niente è più elevato di questo. Dire di essere in cerca di Dio è quindi un errore grande: che bisogno c’è di cercare Dio che è presente dovunque? Ci sono nove passi della devozione: Sravanam (l’ascolto), Kirtanam (il canto), Vishnusmaranam (la meditazione su Vishnu), Padasevanam (il servizio ai Suoi Piedi di Loto), Vandanam (le salutazioni), Archanam (l’adorazione), Dasyam (la servitù), Sneham (l’amicizia), Atmanivedanam (l’affidamento al Sé). Si dice che queste vie conducono l’uomo a Dio ma l’uomo deve comprendere di essere lui stesso Dio; in realtà, tutti sono l’incarnazione della Divinità. E’ Dio in cerca di un devoto vero

Io cerco, Io ho cercato
un essere umano vero e un devoto vero
allora e ora

Persino gli uccelli e gli animali hanno una devozione vera ma, sfortunatamente, questa non si trova negli esseri umani; essi hanno solamente una devozione a mezzo servizio. Dov’è Dio? Voi dovreste avere una fede incrollabile nel fatto di essere Dio voi stessi. Questo corpo è il tempio e l’anima individuata è la deità per cui voi siete Dio! Dove altro potete trovare Dio se voi stessi siete Dio? Questa fede deve essere rafforzata; solamente così potete avere l’esperienza dell’amore e della beatitudine vere. Se tenete dello zucchero in mano, non ne conoscete il sapore; mettetelo sulla lingua, cominciate a masticarlo e solamente allora sarete capaci di sperimentarne la dolcezza.

(Bhagavan ha concluso il Suo Discorso con il Bhajan, “Madhura Madhura Murali Ghanashyama...”)
– Dal Discorso di Bhagavan nella Sai Kulwant Hall a Prasanthi Nilayam il 14 Luglio 1996.