DISCORSO DIVINO

Gesù Cristo, messaggero di unità

25 dicembre 1991

La Religione insegna ad autodisciplinarsi e promuove il benessere;
intensifica la forza spirituale e rende luminosi.

Quando i popoli vivono ignorandone l'arcano segreto,

la collettività e la sua cultura soffrono e vanno in declino.



Per ogni religione un'unica matrice
Incarnazioni del Divino Amore!

Dalla vastità dell'oceano nascono onde senza numero; ognuna di esse sembra essere differente dall'altra, ma tutte quelle onde variegate non sono estranee all'oceano. La natura e le caratteristiche dell'oceano sono immanenti in ciascuna onda. Allo stesso modo, gli innumerevoli esseri che vedete nel cosmo illimitato appaiono diversi l'uno dall'altro, ma hanno origine dalla stessa Fonte Cosmica, la cui espressione è Essere-Coscienza-Beatitudine (Sat- Cit - Ananda).

Quando dal cielo ci sono dei rovesci di pioggia, l'acqua pura precipita sulla terra, sulle montagne, nei fiumi e nel mare, ma l'acqua pura della pioggia acquista il colore ed il sapore della zona o del posto su cui cade. Allo stesso modo, i profeti ed i messia vengono in varie parti del mondo e in diversi tempi, impartiscono il loro insegnamento nel linguaggio adatto all'epoca, al luogo ed alle condizioni sociali che incontrano! Per questa ragione, le religioni non si possono considerare differenti fra loro.



Tutte le religioni non hanno insegnato

altro che il bene per l'umanità.

Con questa consapevolezza si deve praticare la religione.

Se la mente è pura, potrà mai essere cattiva una religione?



È un segno di ignoranza considerare una religione superiore o inferiore ad altre e creare delle differenze sulla base di questa convinzione. Gli insegnamenti di tutte le religioni sono sacri. Le dottrine fondamentali affondano le loro radici nella verità. La verità dello Spirito (Âtmatattva) è l'essenza delle religioni; è contenuta nel messaggio di tutte le Scritture e sta alla base di tutta la metafisica.

È dovere primario dell'essere umano rendersi conto che le vie indicate dalle diverse religioni possono essere varie, ma hanno la stessa meta. Amore, sacrificio, misericordia, moralità, integrità e qualità del genere sono elementi comuni a tutte le religioni. Sia pure in diversi modi, tutte le religioni hanno cercato di promuovere l'unità nella diversità. La filosofia, la cultura e il sacro stile di vita degli Hindu percorrono il substrato di tutte le religioni e ne esaltano lo splendore.

Nella cultura hindu viene affermata questa profonda verità vedica, secondo la quale in tutti gli esseri viventi dimora un solo ed Unico Spirito. Questa unicità dello Spirito viene proclamata in svariati passi degli insegnamenti buddhisti, cristiani ed islamici. Anche se dal punto di vista somatico, gli esseri umani sembrano essere differenti, dal punto di vista spirituale sono un tutt'uno: questa è la verità diffusa dal Cristianesimo. Esso ha dichiarato che tutti gli uomini sono figli dell'unico Signore e che tutti debbono vivere in armonia, nutrendo la fede nella Paternità di Dio.

Il messaggio comune a tutte le religioni
La verità fondamentale dell'unità spirituale di tutto il creato nella cultura hindu viene sottolineata ad ogni pie sospinto.

"Unica è la Realtà; il saggio La chiama con nomi differenti".

La Realtà Ultima è Una ed una Sola. Sono le vostre elaborazioni mentali che producono l'effetto della molteplicità. Ciò che dovete offrire al Signore è il sentimento di unione spirituale (ekâtmabhâava). Gli Hindu hanno l'usanza di congiungere le palme della mani per offrire il Namaskar, che è il loro saluto. Qual è il profondo significato di questa forma di saluto? È un'espressione della fusione di ciò che è molteplice nell'Uno. Presso l'Islam, per salutare si usa l'espressione "Shâlâm". Sha è un prefisso che si combina spesso con termini come shâlokyam, shârûpyam, shâmepyam, shâyujyam:

"Vedere il Divino, avere la visione della Sua forma, avvicinarsi a Dio ed immergervisi." Quando queste quattro esperienze si combinano e si fondono in una sola (lâ - significa "fondersi"), ottenete Shâlâm, la fusione dei molti nell'Uno. Presso la Cristianità, il termine sanscrito Esha (da cui Jesus) viene usato per descrivere Cristo. Questo termine significa anche "unicità di Dio". Il significato recondito della parola Esha è il riconoscimento dell'Unico Dio in tutti gli esseri.

Anche nel Jainismo fu insegnata la stessa verità da Mahâvera. Quando si da libero corso ai sensi, subentra ogni genere di reazione. Solo dopo aver posto i sensi sotto un controllo coordinato si può comprendere la natura del Divino. Gli occhi hanno il potere di vedere, le orecchie di udire. I poteri di tutti gli organi di senso - vista, udito, parola, ecc.- provengono da Dio. È il Divino che fornisce agli occhi la capacità di vedere, alle orecchie quella di udire, alla mente quella di pensare e di avere varie esperienze.

Quando tutti questi processi sensoriali sono riuniti sotto un medesimo controllo, l'uomo diventa un "vittorioso", uno Jina, per dirla con una parola cara ai Jainisti. Mahâvera stesso meritò il titolo di "vincitore", a causa della sua completa capacità di sottomettere i sensi. E come anche i gioielli sono cesellati in vario modo, benché l'oro sia sempre lo stesso, così le religioni sono svariate, ma identico è il loro fondamento spirituale.

Il Buddhismo pure enuncia la medesima unità: dichiara che l'amore è quanto ogni essere umano dovrebbe emanare. La vita può continuare anche senza tutte le altre cose, all'infuori dell'amore, senza il quale essa non può sussistere oltre: l'amore è per ogni essere il respiro vitale. Una persona, quand'è animata da siffatto amore, non ricorrerà mai alla violenza, bensì praticherà la non violenza (Ahimsa). Buddha mise in evidenza il fatto che, se si vuole redimere la vita umana, gli uomini devono coltivare amore. A questo proposito, bisognerebbe capire che, di tanto in tanto, profeti, messia ed âvatâr si manifestano sulla terra per proclamare la nobiltà della condizione umana e per far sì che il senso di umanità sbocci fra il genere umano.

Gesù, il Messia

Duemila anni or sono, la Palestina, provincia dell'Impero Romano, era popolata da Ebrei che professavano il Giudaismo: essi credevano in un solo Dio, che chiamavano Jahvè. Credevano che Dio avrebbe inviato un messia per il popolo d'Israele. Gerusalemme era la città santa dei Giudei e rimase tale anche sotto il dominio romano. Era l'epoca in cui nacque Gesù.

Fin da bambino Gesù rivelò di possedere virtù sante, quali la compassione, l'amore e lo spirito di sacrificio. Avendo compreso sin dai primi anni che l'adempimento dei propri doveri è il primo obbligo di un essere umano, Gesù si prodigò nel prestare aiuto a suo padre come falegname. Suo padre morì quando Gesù aveva dodici anni. Per un po', continuò il lavoro del padre, ma a tempo debito si prefisse di attendere al suo ministero, mettendosi al servizio della gente. Come il profumo di un fiore che sboccia, così la divinità di Gesù incominciò ad essere evidente dalla sua infanzia.

Al momento della sua nascita, dall'Oriente tre re vennero per vederlo. Uno di essi, vedendo il bambino, percepì in lui un innamorato di Dio, un altro sentì che sarebbe stato amato da Dio, il terzo re preconizzò che un giorno avrebbe dichiarato la propria unione con Dio. La percezione del primo re indicò il ruolo di Gesù quale "Messaggero di Dio", quella del secondo lo indicò come "Figlio di Dio", il terzo rivelò che il bambino avrebbe un giorno dichiarato: "Io e il Padre siamo uno".

Chi è un "Messaggero di Dio"? È uno che ha capito lo scopo della propria vita. Il "Figlio di Dio" è uno che appare agli altri come divino. "Io e il Padre siamo una cosa sola" sta ad indicare l'autentica natura di un individuo, la sua identità col Divino. Fu in questo modo che Cristo procedette nel suo ministero: trasmise il suo messaggio con parole semplici e persuasive.

I cambiamenti di epoca, luoghi e circostanze portano con sé dei mutamenti che investono il campo dell'ideologia e delle istituzioni religiose: lo si vede chiaramente nella storia di tutte le religioni e di tutte i credo. Si possono vedere simili cambiamenti nella storia del Cristianesimo e nelle posizioni della Chiesa Cattolica. Uno dei cambiamenti più notevoli fu causato dalla Riforma condotta da Martin Lutero.

Gli insegnamenti di fondo del Cristo erano improntati alla promozione della misericordia, della comprensione, dell'amore, del sacrificio e della fratellanza fra tutti gli esseri umani. Gesù fu chiamato il Cristo in quanto fu considerato come il messaggero "scelto" da Dio. La crescita del Cristianesimo ebbe il suo culmine nel Medio Evo, momento in cui stava per consolidare la condizione di religione di Stato acquisita sotto l'imperatore Costantino. Con il crescere della Cristianità si svilupparono anche degli scismi nella religione. Dal propagarsi degli scismi consegue spesso un declino nella spiritualità. Quando gli uomini espandono i desideri materiali, la fede religiosa va in decadenza. L'uomo non ha ancora capito che il perseguire piaceri fisici è come correr dietro al miraggio di un'oasi per dissetarsi.

Chi è un uomo?
Incarnazioni del Divino Amore!

Sappiate che la felicità dell'uomo non dipende dalle cose o dalle esperienze dei sensi: qualunque piacere provenga da essi è transitorio ed effimero. La beatitudine vera e duratura deve provenire dal proprio Sé interiore. Il corpo è fatto di materia (annamaya). La vita si basa sul soffio vitale, sul respiro (prânamaya). La mente è sottile (manomaya).

Tutti gli uomini si trovano racchiusi dentro cinque involucri:

Ø l'involucro del corpo fatto di cibo (Annamayakosha),

Ø l'involucro dell'alito vitale (Pranamayakosha),

Ø l'involucro della mente (Manomayakosha),

Ø l'involucro dell'intelletto (Vijyanamayakosha),

Ø l'involucro di beatitudine (Anandamayakosha).

I primi due involucri sono di materia densa, grossolana, gli altri tre sono di materia sottile. L'uomo è il prodotto della mente e la mente consiste in un fastello di pensieri. I pensieri portano alle azioni. Le azioni sono la sorgente delle gioie e dei dolori che si sperimentano nella vita quotidiana. Ne consegue che, se il mondo d'oggi versa in cattive condizioni, è a causa di azioni umane compiute nella direzione sbagliata.

Tutto nel mondo, bene e male, dipende dalle azioni degli uomini. Quando le azioni dell'uomo saranno sublimi, il mondo pure sarà grandioso e nobile. Quando parliamo dell'uomo, dovremmo considerarlo come la combinazione di corpo, mente e Spirito (Alma).

Il corpo è uno strumento per compiere azioni. La mente è la facoltà che stabilisce se una cosa è giusta o sbagliata. Lo Spirito è l'eternamente puro, l'immutabile e permanente.

Essere "uomo" implica tre aspetti: il fare, il sapere e l'essere. È nell'unione di corpo, mente e Spirito che si può affermare l'esistenza di un essere umano. Se agisce solo il corpo, non tenendo conto della mente e dell'Âtma, si dice che quella persona si trova ad uno stadio animale (pashutvam). Se è in azione solo la mente in associazione col corpo indipendentemente dallo Spirito, si tratta di una condizione che viene definita come "diabolica" (danavatvam). Quando lo Spirito funziona assecondando la sua vera natura, senza condizionamenti da parte del corpo o della mente, quello stato si chiama "divino" (daivatvam); è uno stato di unione con Dio.

Quattro modi d'essere uomo
Quindi, l'uomo ha in sé queste quattro possibilità: l'animalità, l'umanità, la natura demoniaca e la divinità.

1. Brahmanishtarato devah, dice un aforisma vedico, il quale vuol dire che chi è sempre immerso nella contemplazione del Supremo (Brahman) è divino. Una persona simile è sempre dedita ad azioni rette ed integre, conducendo una vita di purezza. Sempre intento ad essere di utilità agli altri, egli dimostra a tutti amore e non offende mai nessuno.



2. Satyanityarato martyah: "Vero uomo è colui che ha sempre per Sposa la Verità". Ciò significa che solo chi aderisce alla verità e mantiene una condotta retta nella vita di ogni giorno ha titolo ad essere chiamato uomo.



3. La terza categoria viene descritta come Madhyapânoratah dânavah. Chi è dedito a bevande tossiche, mangia carne e conduce una vita sensuale è un essere diabolico. Una simile persona è fortemente egoista e non ha sentimenti né considerazione per gli altri. Una persona perversa, che si fa influenzare da ragioni ed azioni cattive, viene descritta come un demone.



4. La quarta categoria è costituita da chi non fa che indulgere in una vita dedita al mangiare, al dormire e ad appagamenti sessuali, senza alcuna consapevolezza del reale significato di un'esistenza umana. Tali persone sono state descritte come simili ad animali (pashubhish-samânah). Sono persone immerse nei piaceri sensuali.



I sensi vanno considerati come degli strumenti per mettersi al servizio degli altri. Bisogna eliminare l'idea balorda che il piacere si ottenga assecondando gli appetiti sensuali: solamente gli animali si accontentano della semplice soddisfazione dei sensi.

Perciò, ogni uomo dovrebbe affermare con decisione: "Io sono un uomo e non un animale". Solo dopo questa duplice convinzione l'uomo smetterà di essere un animale e incomincerà a sostenere la propria umanità. Disgraziatamente, oggi gli uomini pretendono di essere umani pur rimanendo impegnati in attività animalesche.

Verso la religione dell'amore
Tutte le religioni, nei loro insegnamenti fondamentali, hanno sottolineato le stesse verità, ma sono pochi coloro che cercano di comprendere il senso profondo della religione. Partendo dal sentimento meschino che la propria religione è superiore e che le credenze degli altri sono inferiori, gli aderenti alle varie religioni si accendono d'odio verso i membri d'altre fedi e si comportano come demoni.

È necessario abbandonare del tutto un modo di pensare così ristretto. Tutti dovrebbero arrivare alla consapevolezza che, quantunque ci siano nomi e forme differenti, la verità essenziale è una sola per tutte le religioni. È a causa di un atteggiamento mentale così ignobile che oggi per tutto il mondo dilagano conflitti, disordini e violenze. C'è un solo semplice metodo per eliminare queste sofferenze e gli uomini devono essere fermamente convinti di quest'idea: "L'amore è Dio e Dio è amore".

Vivete nell'amore: questo è il compito assegnato a ciascuno. Dove regna l'amore, cresce la pace. Il primo requisito per promuovere l'amore è la fede. Voi incominciate ad avere amore per vostra madre solo dopo che siete convinti che quella persona è vostra madre. Se non la considerate vostra madre, non avete quell'amore per lei. Perciò, la fede è il punto di partenza.

DOVE C'È AMORE, C'È PACE.

DOVE C'È PACE, C'È VERITÀ,

DOVE C'È VERITÀ, C'È BEATITUDINE.

DOVE C'È BEATITUDINE, C'È DIO.

C'è un continuo bisogno di pace: tutti la cercano. Ma essa non si ottiene dal mondo materiale. La pace è dentro di voi. Solo la Divinità che sta in voi è il fondamento della pace interiore. Quando volgete lo sguardo alle cose del mondo per fruirne, non vi resta fra le mani che un pugno di mosche. Cercate di comprendere la vostra vera natura. Se continuate ad affermare "Io sono Dio, io sono Dio", realizzerete la vostra Divinità, come viene detto nell'aforisma upanishadico:

Brahmavid Brahmaiva Bhavati:


"Colui che conosce Dio, diventa Dio stesso"

Innanzitutto, consolidate la vostra fede. Senza la fede perdono valore tutti i tipi di culto e tutte le discipline spirituali: sarebbero una perdita di tempo. Per cominciare, coltivate amore. Tutto nasce dall'amore: quell'amore vi rivelerà il vostro vero Sé e farà scendere su di voi la beatitudine. Quindi, evitate le ostilità; sviluppate amore.

Ciò che importa maggiormente al mondo non è mangiare. Che importanza ha, per esempio, il pane? È il pane che vi sostiene la vita? Assolutamente no. È solo Dio che vi sostiene e vi protegge. Quanti miliardari vivono nel mondo avvolti dal lusso? Ma è solo la Grazia di Dio che li protegge: senza di essa non servirebbe a niente tutta la loro ricchezza.

Perciò dovreste pregare per avere l'amore di Dio. Con tutto il vostro sapere, il potere, il denaro e le conquiste scientifiche, quanto avete progredito nella condizione di esseri umani? Quanta umanità avete conservato? Senza umanità, l'uomo non può assicurarsi né pace né sicurezza.



Prashanti Nilayam, 25 Dicembre 1991,

Auditorium Pûrnâchaandra.