DISCORSO DIVINO

Un'unica luce per molte ombre

8 ottobre 1989

Cantando:

È possibile avere completa padronanza in molti campi del sapere ed in svariate capacità come anche uscire vincitori in molte discussioni accademiche. È possibile anche essere dei combattenti eroici in una battaglia. Si può nascere imperatori e governare gloriosamente il proprio regno. Si possono dare in beneficenza oro e mucche e si possono persino contare le stelle e le varie specie viventi. Si può conoscere perfettamente l'ottuplice sentiero della Conoscenza. Si può andare anche sulla luna.

Ma è possibile controllare il corpo e i sensi, volgerli all'interno e, nello stesso tempo, mantenersi in piena equanimità? No. Non è possibile. L'uomo poiché non conosce la propria natura, si appesantisce di desideri inutili e, portando il peso dei desideri sulla testa, vaga senza meta. Sappiate che, come nelle falde del terreno c'è il petrolio, così Dio dimora in voi stessi.



Incarnazioni del Divino Amore,

come il sole sta in cielo, così Dio vive nel vostro cuore. C'è uno stretto legame fra la luce e l'ombra: sono fra loro in dipendenza reciproca, l'una dipende dall'altra. Allo stesso modo, il rapporto fra Dio e l'anima di ogni individuo è molto intimo, sono entrambi inseparabilmente, congiunti e Dio risiede nel cuore di ogni uomo. Le ombre possono avere forme diverse, ma identica e una è la luce del sole. Così pure vi possono essere uomini diversi, ma la Divinità che dimora nel loro cuore è unica.

La mente e i sensi
L'uomo è condizionato dal corpo, mentre Dio non soffre alcuna restrizione del genere e può risiedere in ogni essere umano. Gli antichi si dedicarono alla celebrazione di vari sacrifici perché ne avevano compreso il significato e ne sperimentavano la gioia. Per il corpo fisico i sensi sono molto importanti. Le sensazioni suscitate dai sensi sono più potenti dei sensi stessi, cinque in tutto: udito, tatto, vista, odorato e gusto. Fra gli organi di senso, la lingua ha una notevole forza. La mente però li governa tutti e l'intelletto governa la mente, mentre l'anima individuale governa l'intelletto ed infine Dio governa le anime individuali.

Quando gli organi di senso vengono a contatto con la mente, la mente stabilisce un contatto con l'intelletto e l'intelletto si mette in relazione con l'anima individuale, sarà possibile capire l'unità inerente in tutte le cose. La lingua fra tutti gli organi è la più importante e più potente. Quando siete riusciti a tenere sotto controllo la lingua, avete sotto controllo anche tutti gli altri organi sensoriali.

La lingua svolge due funzioni: quella del mangiare e quella del parlare. Quando la lingua giunge in stretto contatto con la mente, cessano le parole, finisce la conversazione; da quel momento in poi incomincia a parlare la mente. Se volete fermare questa loquacità mentale, dovete far sì che l'intelletto stia all'erta e, se riuscirete a mantenerlo vigile, potrà arrestare il chiacchierare della mente e tenerla sotto osservazione.

Quando i sensi entrano in contatto con la mente e la mente con l'intelletto, quest'ultimo dev'essere adoperato con cognizione di causa, come se dicesse consapevolmente a se stesso: "Sto per prendere contatto con l'anima". Quando l'intelletto è rivolto verso l'anima individuale, questa si fonde nell'Anima Suprema.

ln questo consiste la giusta pratica spirituale, la cosiddetta sadhana. L'uomo che non si rende conto che questa verità di base è a suo vantaggio, rivolge mente e sensi verso il mondo esteriore, alla ricerca di gioie e piaceri materiali. Può darsi che questo non dipenda da un errore umano. I sensi sono sempre tesi verso l'esterno. gli occhi sono aperti sul mondo esterno, le orecchie su tutto quanto si dice esternamente, la bocca è orientata ad un'attività esteriore e pure il naso percepisce dall'esterno. Siccome gli organi di senso hanno la naturale tendenza a orientarsi verso l'esterno, l'uomo ha finito per pensare alle cose del mondo esteriore. Tuttavia, c'è una complessa connessione fra il mondo esteriore e quello interiore e all'uomo spetta il compito di scoprire questa stretta relazione.

La Beatitudine dell'unione con Dio
Quando si constata qualcosa di bello, è il corpo o la mente che ne gioisce? Quando si ode una musica melodiosa, sono le orecchie ad essere appagate? E quando si annusa un dolce profumo, è il naso che ne prova piacere? Se andate a fondo della questione, vi accorgerete che è l'Atma che si rallegra di tutte queste cose, non già il corpo. Il massimo dovere dell'uomo sta nel rallegrarsi della beatitudine dell'Atma, della Divina Essenza, la quale è la causa sia della creazione esteriore sia della visione interiore.

Che cosa si intende per beatitudine dell'Atma? L'uomo crede che significhi godere ogni benessere fisico, toccando il fondo nel soddisfare tutte le esigenze del corpo.

A) La Beatitudine dei Gandharva (esseri celesti) è cento volte più potente della felicità prodotta dal corpo.



B) La Beatitudine degli Dei è cento volte superiore a quella dei Gandharva.



C) La Beatitudine dei Devandra è cento volte maggiore di quella dei Gandharva;



D) quella di Indra cento volte superiore a quella dei Devandra.



E) La Beatitudine dei Prajapati (i Creatori del mondo) è cento volte superiore a quella di lndra.



F) La Beatitudine dell'Atma è cento volte superiore a quella dei Prajapati.



Se dunque mettete a confronto la Beatitudine dell'Atma, quanto piccola appare la felicità del corpo! Vi lasciate inebriare da queste piccole ed insignificanti gioie e dimenticate la vostra realtà. Se solo poteste sperimentare la Beatitudine dell'Atma, dimentichereste ogni altra cosa e vi immergereste in Essa. La Beatitudine dell'Atma è Beatitudine di Dio. La Beatitudine dell'Atma è Beatitudine senza pari, unica e non duale (Advaita). La Beatitudine dell'Atma è Suprema Beatitudine (Paramananda) o, come viene anche definita, Beatitudine della Completa Fusione (Yoga Ananda).

Nel mondo non c'è un angolo che sia privo di Beatitudine. In ogni oggetto del mondo è insita questa Beatitudine. Tyagaraja fu in grado di sperimentare con la sua disciplina spirituale che nella più piccola formica e in ogni oggetto del mondo c'è la stessa Beatitudine del Brahman, il Principio del Signore. "Come fare a descriverLo? - disse - Come riconoscere Questo Principio di Brahman?"

OM: la Sinfonia dell'Universo

L'umanità e la natura sono fra loro in stretto rapporto. L'acqua rappresenta un elemento assai utile ed essenziale alla natura. È grazie ad essa che gli alberi crescono. Dal cibo si forma l'essere vivente, l'individuo, il "Jiva". L'essenza di un essere umano è rappresentata dal suo mondo. La sensazione prodotta da questo mondo si è tradotta in un cumulo di forme. La tranquillità della mente che non aderisce agli oggetti del mondo (Sama) costituisce la bellezza di questa Molteplicità. L'OM è l'autentica essenza di "Sama".

Se vi domandate da dove provenga questa OM, saprete che proviene dalla terra. Tutto quanto vedete sulla terra vibra di questo suono: OM. Tutti i suoni sono una manifestazione della OM. Per questo, quando recitate qualunque nome, iniziate con l'OM seguita dal nome. Senza questo suono, la terra sarebbe priva di ogni valore.

Si sa che il Rig-Veda è incorporato nel Sama-veda. Queste due lettere, "Sa" e "Ma", significano rispettivamente "terra" e "fuoco". Il fuoco, infatti, è la vera essenza del Rig-Veda e la terra è la vera essenza del Sama-Veda. Dalla fusione di queste due sostanze e, quindi, dalla fusione del Rig-Veda e del Sama-Veda, si forma un tutt'uno che è lo stesso Sama-Veda.

Uno dei nomi attribuiti alla OM è "Vud-Gita" dove "Vud" significa "forza vitale", "Gi" si riferisce al mondo e "Ta" vuol dire "cibo". Questa OM si trova nell'Atma, nella Mente e nel Corpo.

Altro nome per definire questo suono è "Prajna" (Coscienza in stato di unità N.d.R.). Ogni forma esistente è costituita da questi tre elementi: Atma, Mente e Corpo e non v'è alcun oggetto al mondo che non ne sia costituito. Rendetevi conto che anche voi siete saturi di questo "Omkara" e comportatevi alla luce di quella comprensione. L'essenza dei Veda è nell'insegnamento dell'Unità. Tutto nasce da questo "Omkara", il suono OM che è l'Assoluto, il Brahman.

Le tre fasi della vita

A fondamento delle fasi di nascita, crescita e dissoluzione sta il Principio del Brahma, che fa da substrato a tutto. Nei Veda c'è una parola che, fra i Brahmasutra è della massima importanza: "Tatjalata". "Tat" significa "da Quello", "Ja" significa "nascere", "la" sta per "dissoluzione" e "Ta" significa "crescita". Il significato di "Tatjalata", perciò, è il seguente:

Nella medesima Entità da cui trae origine e sostentamento, si dissolve. l Veda sono ricchi di questi utili e preziosi insegnamenti, ma non ci sono persone che sappiano spiegarne il vero significato, col risultato che nascono interpretazioni errate, malintesi e indicazioni fuorvianti. La quintessenza di tutto ciò è la vita umana che si presenta ricca di sacrifici. Per ogni azione compiuta dall'uomo esistono tre momenti che corrispondono all'alba, al pomeriggio ed al tramonto.

I primi 24 anni della vita sono la prima fase: l'alba. Durante questo periodo, il giovane deve dedicare attenzione alla sua formazione culturale e, in vista del suo futuro, fa progetti sulla sua vita e li concretizza. I 44 anni successivi sono il periodo intermedio: il meriggio della vita. La terza ed ultima fase comprende i 48 anni successivi: il crepuscolo. In totale sono 116 anni di vita che, però, l'uomo non vive completamente, perché muore molto prima. Perché questo accade?

La ragione di questo sta nel fatto che l'uomo abbandona la via regale, il sentiero perfetto che è stato tracciato per lui e, seguendo una direzione sbagliata, si rovina votandosi a morte prematura. La condotta da seguire è codificata nel cuore di ogni uomo. L'uomo odierno, però, spreca la propria vita in preda al dubbio.

Tutto il mondo è la forma di Dio: Egli è dappertutto. Tutto ciò che esiste nell'Universo è la vera forma di Dio. In verità, se amaste davvero Dio, dovreste amare ogni cosa animata ed inanimata. Non odiate nessuno. Non prendetevi gioco di nessuno. Non criticate nessuno. Non offendete e non ferite nessuno. Tutti sono forme di Dio. Se l'uomo trascorresse la vita secondo questi insegnamenti, vivrebbe in pienezza di beatitudine.

I possedimenti
La morte prematura dell'uomo è dovuta al suo senso di possesso. Si tenga pure in considerazione la proprietà delle cose, ma non ci si deve attaccare ad esse. C'è un mandriano che prende in consegna armenti da tanti proprietari e li porta al pascolo. Facendo questo, si prende cura anche del più piccolo vitellino, si preoccupa di ogni cosa che possa accadergli e considera tutte quelle bestie come proprie, pur essendo in ogni momento consapevole che non gli appartengono. Seguite il suo esempio. Anche voi abbiate cura di tutto come se fosse vostro. Non è necessario che vi preoccupiate, né dovreste inseguire il benessere, perché quello che avete vi basta.

La sintesi dei 18 Purana potrebbe ridursi a questa frase: "Aiuta tutti e non far del male a nessuno". Se proprio non aiutate, almeno non fate del male. Già questo è di grande aiuto. Ideali e sentimenti così gentili, nobili, aperti e sacri troveranno spazio solo nell'uomo che ha scelto di stare dalla parte di Dio e non certo nell'uomo che si sente col mondo. L'uomo dunque dovrebbe sforzarsi di sviluppare questi nuovi e nobili sentimenti. I sacrifici compiuti dai Maharishi nell'antichità avevano lo scopo di diffondere i nobili ideali e i pensieri divini con i quali li celebravano.

Il pentimento superficiale
Incarnazioni del Divino Amore,

non si può comprendere la natura di Dio e il Suo Essere Divino. Se ciascun individuo esaminasse attentamente la propria condotta e la sottoponesse all'esame della sua Coscienza, saprebbe valutare se c'è del giusto o dello sbagliato in ciò che fa. Quando siete in agitazione o adirati, vi può capitare di usare parole offensive contro qualcuno, ma quando cominciale ad essere un po' calmi e controllati sono il cuore e la coscienza che parlano. Vi sentireste pentiti, ma non volete che si veda, anzi, cercate di sopprimere quel sentimento. Se foste davvero pentiti, non ripetereste mai più quelle parole. Sbagli e pentimento, sbagli e pentimento!

Continuando su questa linea il risultato finale sarà zero, perché i più e i meno si annullano. Così va il mondo oggi: la gente commette errori, poi si pente, sbaglia, poi recita il "mea culpa". Ma se quel ravvedimento fosse sincero, perché ripetere l'errore? Consapevoli o no, una volta commesso l'errore e compreso che si tratta di uno sbaglio, vedete di non commetterlo mai più. Credete fermamente che tutti i pensieri, le parole e le azioni sono colmi di Dio e comportatevi in maniera degna di Lui.

Nell'affermazione "Tat jalam" è racchiuso un concetto profondo che dev'essere capito correttamente e cioè il "Prajnanam Brahma", ossia la continua consapevolezza, che ci accompagna inseparabilmente in casa, fuori casa e dappertutto. È una verità che l'uomo non intravede né può accertare mediante lo studio e le nozioni apprese sui libri. Solo l'esperienza quotidiana può fargliela capire.

A che serve tutto il vostro studiare? Chi può mutarne i programmi o i contenuti? Se la vostra mente viene assalita da pensieri fuorvianti, il vostro ragionamento si inaridisce e prendete la strada sbagliata. Non si addice alla natura umana il continuare a criticare, condannare e cercare i difetti negli altri. In questo modo non avrete mai pace per tutta la vita. Sono inclinazioni queste che devono cambiare. È una follia pretendere di cambiare il mondo se prima non si cambia se stessi, se non si mette ordine prima di tutto in casa propria.

Gratitudine e umiltà
Dio è onnipresente. Lo potete trovare dovunque: abbiate questa fede in ogni istante. Lo scienziato vedrà nel sole una enorme sfera di idrogeno, ma chi ama Dio e crede in Lui dirà: "Questo Dio Sole è il nostro protettore, il nostro immediato superiore. Senza il Sole non esisterebbe il mondo della natura. Da Esso dipendono tutte le attività umane ed i cicli stagionali." Tale dovrebbe essere il pensiero del devoto che prova venerazione per la Divinità Solare.

Vedete dunque qual è la differenza fra uno scienziato ed un santo: lo scienziato, vedendolo come una semplice sfera, lo tratterà con indifferenza. Che gente ingrata, la quale non pensa che senza il Sole non potrebbe esistere. Che ricerche si potrebbero condurre se non ci fosse il Sole? L'ingrato è proprio l'uomo.

Tutti dovrebbero essere grati per ciò che vedono, sperimentano e possiedono con gioia. Quando il devoto guarda con stupore l'incantevole bellezza di un albero verde o di una montagna verdeggiante, esclama "Dio è la Natura!" Lo scienziato invece, vedendo tutto quel verde, dichiara che ha origine dalla clorofilla. Capite dunque la grande differenza che passa fra la visione dello scienziato e quella del devoto? L'approccio dell'uomo di scienza parte da una mente ristretta, mentre quello dell'uomo spirituale è aperto alla visione interiore e nobile.

Chi costruisce un muro guarda verso l'alto, mentre chi costruisce un pozzo guarda verso il basso. I santi, come coloro che costruiscono il muro, guardano in alto; lo scienziato, con la propria chiusura mentale è simile a chi costruisce un pozzo, guarda cioè in basso. In verità nell'uomo non esistono difetti, ma tutti i suoi difetti partono dal suo modo di pensare. Fate le vostre esperienze nel modo in cui dovreste farle e formulate i vostri pensieri in modo corretto. Affrontare le cose con leggerezza e superficialità è segno di presunzione. Come disse Sundaraya, "Finché nell'uomo rimarranno ego e alterigia, non potrà mai sperimentare la Beatitudine dell'Atma.

Incarnazioni del Divino Amore,

non lasciate spazio all'ego. Quanto è piccolo l'uomo in questo immenso universo! Pensate a questo per eliminare l'ego dal vostro cuore. Coltivate l'equanimità, partendo dalla convinzione che Dio dimora in ogni essere umano. Gli uomini sono come tante ombre diverse fra loro, ma proiettate dall'Unica e medesima luce del sole. Senza quella luce, non ci sarebbero ombre; anzi, persino nell'ombra è presente la luce. Ciò equivale a quanto fu detto nel Vedanta con l'espressione "Tat Tvam Asi". Quello tu sei. Questo ha corporeità, Quello è senza corpo. Se superate l'idea del corpo fisico, non vi saranno più differenze tra l'individuo e la Divinità, perché non c'è più alcun corpo.

Incarnazioni del Divino Amore,

seguendo nobili ideali e dilatando il vostro modo di pensare e di ragionare, capirete che tutto appartiene all'Uno. L'India, da epoca immemorabile, ha sempre insegnato al mondo intero la spiritualità indicando come obiettivo finale la felicità di tutti. Non andate in cerca dei difetti altrui, se non volete ricavarne offese e sofferenze, che torneranno su di voi come una reazione ed un'eco. Se guarderete al bene che c'è negli altri, Dio vi benedirà sempre e sarete felici.

Un proverbio Telugu dice: "Non augurare mai il male ad alcuno. Desidera il bene di tutti. Avvicinati alla natura con occhio divino e rallegrati di quella visione." In questa frase c'è l'essenza di tutti i Veda. Essa è la radice di tutto quanto esiste, è il segreto di ogni azione ed indica lo spazio che compete all'uomo. Non sprecate questa santa opportunità che vi viene offerta. Sforzatevi di creare coerenza fra pensieri, parole ed azioni: solo in questo modo ci saranno dei veri esseri umani. Non permettete che vi sia un modo di pensare, un altro di parlare e un altro ancora di agire. Si diventa ciò che si pensa in modo dominante. Siate buoni. Fate il bene. Vedete il bene. Questa è la via per giungere a Dio! Ecco il vero e giusto modo di sentire, comprendere e incarnare la Suprema Realtà Divina.



Swami chiude il discorso con il canto: "Prema Mudhita Manase kaho, Rama..."



Prashanti Nilayam, 8 ottobre 1989

Festa di Dasara

da: Mother Sai n. 2/90