DISCORSO DIVINO

L'eterna gioia

5 ottobre 1989

Baba canta:

Se, esploraste i visceri, non vedreste altro che un ricettacolo di disgustosi escrementi e orina. Il corpo non è che un ammasso di elementi inutili e nauseabondi. Ma questo corpo è stranamente una casa, è la dimora del Divino Spirito. Non dimenticate questa parola di Sai.



Alla ricerca della gioia
Incarnazioni del Divino Amore!

è proprio di ciascun essere umano aspirare alla gioia e alle cose piacevoli, mentre evita il dolore e la tristezza. L'uomo ha sempre compiuto un incessante sforzo, notte e giorno, per avere ininterrottamente questa gioia, ma senza riuscire ad ottenerla. Perché?

La ragione di questo stato di cose sta nel fatto che egli s'illude, credendo di essere il corpo ed i suoi organi di senso. Al fine di soddisfarli, è disposto ad ogni genere di sforzo pur di fornire loro qualcosa che li appaghi. Ma la gioia che l'uomo va cercando e per la quale anela non appartiene al mondo esteriore, non si trova nei sensi, né negli oggetti materiali. Non la trovate neppure nelle persone che vi circondano. Se ha messo ogni impegno nel cercare la gioia in una direzione in cui non c'è nemmeno l'ombra della gioia, come potrà coronare di successo i suoi sforzi?

Considerate questa dichiarazione: "Uomo, non puoi trovare la gioia alla quale aneli, nelle cose materiali, né nelle persone, né negli oggetti che credi di possedere." La gioia che cercate incessantemente di ottenere siete voi, sì, voi stessi! La vostra stessa forma è gioia. I Veda hanno dichiarato che è ignoranza bell'e buona cercare la gioia nel mondo esteriore, dal momento che voi stessi siete l'autentica incarnazione della gioia, della delizia e della beatitudine. Gli oggetti dei sensi e il mondo intero con tutte le sue forme sono tutti transitori.

Tutto quanto vedete intorno a voi è in continuo mutamento. È dunque una stoltezza attendersi una felicità duratura dalle cose materiali, dalle persone e dagli avvenimenti che sono soggetti a continua trasformazione. I Veda hanno anche avvertito che la verità e la gioia perpetue si possono trovare soltanto nell'Essenza Divina, che è eterna e fondata nella Verità. La ricerca di felicità nel mondo esteriore può darvi solo una gioia temporanea, non duratura. L'uomo deve abituarsi a cercare la gioia dentro se stesso, perché solo allora sperimenterà quella gioia che ha sempre cercato.

Un bambino, durante la sua infanzia, ha completa fiducia nella madre, in lei cerca protezione e serenità, e si addormenta tra le sue braccia. Il bambino non vorrebbe lasciare la madre nemmeno per un istante, perché è fermamente convinto che soltanto con sua madre sta bene. Quando cresce in età, incomincia a pensare che la felicità consista nei giocattoli o nei giochi e si comporta secondo quel modo di pensare. Perciò dimentica gli abbracci della mamma e non le salta più in braccio. Ha la ferma convinzione che potrà avere gioia solo dai giocattoli e dai giochi.

Man mano cresce, le cose cambiano. Entra nel campo della scuola e dello studio. Con i primi contatti coi libri, abbandona i giocattoli e i giochi. Incomincia a considerare lo studio davvero importante e si forma la convinzione che sarà esso a dargli la gioia di vivere. A tal fine si immerge nei libri, sicuro che il loro studio costituirà la gioia degli anni futuri.

I giorni passano e i suoi desideri si moltiplicano. Mette da parte i libri ed ora pensa al matrimonio. Una volta sposato pensa che la moglie rappresenti tutto quanto desiderava e dimentica ogni altra cosa come la vita di famiglia, che però, lo precipita in difficoltà e problemi finanziari. Nel tentativo di risolverli, si cerca un lavoro.

A quel punto i problemi in casa aumentano: nasce un figlio, poi un altro e lui non riesce ad ottenere un miglioramento di carriera, gli riesce difficile far quadrare il bilancio familiare e stare al passo con le nuove esigenze. Così cerca un nuovo lavoro, fa degli straordinari.

Intanto la vecchiaia avanza e lo coglie inaspettatamente: la moglie e i figli non si prendono cura di lui, anzi non seguono i suoi consigli e gli disobbediscono. Incomincia a dipendere da loro e diventa schiavo di un'infinità di problemi e difficoltà. "O Dio! Pensavo di essere felice con mia madre, coi giocattoli e con gli studi. Ma col passar del tempo e gradualmente ho dovuto rinunciare a tutto quanto credevo essere fonte di gioia. Tutto ciò che nella mia illusione ho considerato come fonte di gioia, è diventata una fonte di problemi."

In tali circostanze, non gli rimane altro da fare che rivolgersi al Signore per pregarlo. L'uomo può avere gioia eterna soltanto in Dio. Tutti gli altri tipi di felicità sono passeggeri e temporanei. È necessario che vi rendiate conto che potete ottenere la gioia vera cui aspirate soltanto quando avete intrapreso una vita spirituale. I Veda hanno avvertito l'uomo che, se vuole felicità, deve prestare molta attenzione.

L'esperienza dell'Indescrivibile
Dio è una Realtà indescrivibile: non esistono metodi per comprenderLo né criteri per definirlo. I tentativi di ricerca portano ad avere una visione di questo Dio incomprensibile ed inimmaginabile. Quale sistema di valutazione si potrà adottare per descrivere un Dio che trascende la parola e la mente stessa? Ci sono tre tipi di prove, una delle quali è l'esperienza diretta.

L'uomo odierno tende a questo tipo di prova: la sperimentazione diretta di qualunque cosa. Per ottenere una simile esperienza compie sforzi di ogni genere. Si noti come egli creda alle cose che sono riconducibili all'esperienza diretta, e questo è il primo passo verso l'ignoranza. L'esperienza diretta è disseminata di trappole.

Eccovi un piccolo esempio. Quando l'occhio è perfettamente sano può distinguere i colori, il rosso come rosso e il nero come nero. È sulla base della propria esperienza che un uomo definisce nera una cosa che vede nera. Ma, se dopo un po' di tempo subentra l'itterizia e, da quel momento l'occhio vede tutto giallo, potete prestar fede a una simile esperienza, anche se diretta?

Tutte le esperienze che si fondano sui sensi non sono affidabili e vi sono molti studiosi che fondano le loro conoscenze su questo tipo di esperienza. Il buio della notte rispetta la natura del latte, tant'è vero che se lo trattate durante la notte, il mattino dopo è cagliato lo stesso. Constatare che il latte diventi cagliato fa parte di un'esperienza diretta, fisica, terrena e non è applicabile al mondo della spiritualità, perché i sensi, che sono gli strumenti per avere un'esperienza diretta, sono soggetti a cambiamenti. Perciò, non è possibile comprendere la verità trascendentale servendosi dei sensi.

Dopo l'esperienza diretta viene la deduzione. Se guardando una collina lontana vi scorgete del fumo, considerato che il fumo segnala la presenza del fuoco, ritenete che là ci sia del fuoco. Però voi non lo vedete da quella distanza: quel fumo potrebbe anche essere vapore. Le vostre considerazioni si basano su deduzioni: vedete del fumo e affermate che c'è fuoco. Se vedete un'ombra che si muove, affermate che sta arrivando qualcuno ancor prima di vedere la persona. Non potete dire di chi si tratti. Potete forse dire chi è una persona di cui avete solo visto una vaga ombra? Avete pensato che qualcuno stia per arrivare e questa è deduzione.

Altro tipo di esperienza è quella determinata dal suono. Coloro che vengono a Prashanti Nilayam, dalla visita dei dintorni e del Mandir ricavano un'esperienza che, quando tornano a casa, descrivono ad altri. Questo tipo di prova riportata a chi non ne sa nulla è l'autorità su cui si basano i Veda, che sono Verità rivelata. Perciò, è necessario che chi non conosce, chi vive nell'ignoranza abbia piena fiducia nei Veda e si comporti in armonia con quegli insegnamenti. Se si cerca un'esperienza diretta, non è possibile averla dai Veda. Alcuni ritengono che la sola esperienza diretta sia un'esperienza vera e degna di fede come una prova. La prova basata sulla parola rivelata può fondarsi su due testimonianze: una di tipo terreno, che non ha nulla da spartire con la verità spirituale; l'altra di tipo vedico, che è la sola adatta a parlare di Dio. Quest'ultima si trova nelle "Shastra", le Scritture.

Il Dharma, la norma etica

Ma che cosa significa la parola "Shastra"? Significa tradurre in parole un'esperienza e ricordare cose dimenticate. L'autorità di queste Scritture si fonda sul Dharma, ossia sui principi di retta condotta, che sono svariati. Vi è il Dharma adatto ad una razza e il Dharma adatto alla Nazione, vi è quello della casta e quello di un gruppo particolare e vi sono norme di comportamento per i momenti critici: in tutto sono cinque e alla loro base c'è un comune senso di tolleranza e di rispetto per tutti gli esseri viventi.

La gentilezza è considerata la virtù più elevata, perché essere graditi ad ogni essere vivente significa essere graditi a Dio. Non può dire di amare Dio chi non sa essere gentile col prossimo e chi non ama Dio non ha timore del peccato, non è una persona che si comporta moralmente nella società.

Moralità è sinonimo di Dharma. Significa vivere secondo un codice di condotta che rispetti l'epoca, il luogo e il tipo di società del tempo. Dovete sottostare ai costumi sociali della comunità in cui vivete. Non violatene le norme. È per questo che l'insegnamento dei Veda mira al rispetto della società. L'uomo nasce, cresce, vive e muore nella società e i Veda dichiarano che è essenziale vivere secondo la norma etica di quella società.

La vera moralità deve essere in accordo con le necessità della nazione, dell'epoca, della casta e della società. Sotto la parola moralità si deve intendere anche carattere: il carattere dell'individuo ed il carattere della nazione. Come insegnano i Veda, entrambi sono da coltivare. I Veda ci hanno anche mostrato quale comportamento si deve tenere nella vita di ogni giorno.

I valori umani
Contrariamente ad una tendenza erronea, secondo la quale oggi si crede che i Veda siano stati destinati soltanto alla casta dei Brahmini, il loro campo di applicazione è invece tutta l'umanità. Negli insegnamenti vedici vengono mostrati molti modi per sviluppare fra gli esseri umani il senso di umanità. Occorre dunque capire il senso di questa parola, umanità. Tutte le Scritture hanno indicato i sentieri di Yama e di Niyama, per incrementare il senso di umanità. La via di Yama fa giungere alla vittoria su Yama, il Dio della Morte.

Che cosa significa "Yama"? Consiste in una serie di abitudini di vita quali la non violenza, la veridicità, il non appropriarsi della cose altrui, la continenza e l'indipendenza dal favore degli altri. L'uomo che non ha queste abitudini non è umano. Sono i valori umani fondamentali!

A) Tra essi, il più importante è la Non violenza.

Che significa Non violenza? Viene intesa comunemente come il non far del male né recar danno al prossimo e questo non solo a livello fisico, ma anche con le parole che si dicono. E non basta ancora: anche nei pensieri bisogna essere non violenti. La vera Non violenza, dunque, comprende pensieri, parole e azioni. È stato detto che non si deve far del male ad alcuno sia nel pensare, sia nel parlare, sia nell'agire. È la purezza di questi tre livelli che fa l'uomo. Non ospitare nella mente alcun pensiero che possa ferire o danneggiare alcuno, non pronunciare una parola nociva, non compiere alcuna azione a svantaggio di altri: ecco il vero significato di Non violenza.

B) Altro valore è la Verità.

Non significa che si debba dire tutto quanto si è visto, sentito o pensato. Questa è verità, sì, ma solo in un senso limitato dal tempo. Verità in senso assoluto è ciò che non muta nelle tre dimensioni del tempo e, perciò, le trascende. Vanno rispettate alcune norme quando si vuol mettere in pratica la Verità. Si dovrebbe evitare di dire asprezze, anche se sappiamo che rispondono al vero. Così pure non va detta la verità che reca dispiacere o che è odiosa. Non si deve mai dire verità a coloro che non le accettano e, quando si dicono, vanno dette con calma e gentilezza. Si dovrebbe apprendere l'arte di dire la verità, mantenendo fede alla purezza dei pensieri, delle parole e delle azioni.

C) Il terzo valore consiste nel non appropriarsi mai, in nessuna circostanza, delle cose altrui. Non dovrebbe nemmeno passare per la mente e, tanto meno, si dovrebbe istigare altri a rubare.

D) Poi c'è la continenza. Essere continenti non significa rinunciare al matrimonio, bensì offrire qualunque cosa si faccia, dico qualunque, per il piacere e la gloria del Signore.Il vero "Brahmacharya" consiste nel vivere pensieri, parole ed azioni in Brahma, in Dio. Non rinunciate a nessuna attività, quando essa viene offerta al Signore. Associate ogni pensiero, parola ed azione a sentimenti divini. La vera continenza è proprio in questo vivere facendosi trasportare dall'ardore divino.

E) L'ultimo dei cinque valori è il non essere dipendente dal favore degli altri. Non è bene accettare favori e non si dovrebbe accettare nulla, nemmeno regali o cose gratuite. A questo proposito i Veda hanno prescritto delle norme. Essi affermano che si può accettare qualunque cosa dalla madre, dal padre, dal marito, dal precettore e da Dio e che in questo non vi è nulla di sbagliato. Anzi, è vostro dovere accettare ed è loro responsabilità donare. Ma, al di fuori di queste cinque categorie di persone, non si deve accettare nulla, altrimenti si rimane indebitati e non sarà facile poi sciogliere quel debito. Questa è un'importantissima legge di comportamento. Ogni azione, infatti, porta con se una reazione conseguente. L'azione potrebbe essere paragonata ad uno specchio, dove tutto si riflette: qualunque cosa facciate, ne riceverete il frutto.



Se nello specchio della vita avete posto davanti l'obbedienza, trarrete il frutto dell'obbedienza; se invece ci mettete davanti qualcosa che merita punizione, ne trarrete un castigo o dispiaceri. La natura è come un insieme di tanti specchietti, dove tutto vi ritorna indietro a mo' di riflesso. Ogni azione, dunque, deve essere compiuta alla perfezione, in pieno accordo con la rettitudine e con i valori umani. Se accettate qualcosa da qualcuno, siete in debito con quella persona.

Un debitore dovrà poi nascere come cane o come membro di quella famiglia verso cui si è indebitato per estinguere il suo debito. D'accordo, se qualcuno vi offre da mangiare o vi invita a pranzo, accettate pure. Niente di male in questo. Per il resto, come denaro, oggetti o altro, accettateli solo dai parenti, dalla moglie, dal marito. Così dal maestro che vi usa particolare benevolenza accettate tutto come fosse donato da Dio stesso. Da Dio, potete accettare proprio tutto, anche un castigo, perché sarebbe soltanto per il vostro bene: siatene assolutamente certi.

Quando parlate di valori umani, intendete questi cinque. Come il corpo umano ha cinque soffi vitali, così "Yama" ha queste cinque qualità vitali. Riassumendo, dunque, i valori più importanti sono: la Non violenza, la Verità, il non appropriarsi della roba d'altri, la continenza e il non accettare doni.

Raggiungerete la pienezza della vostra vita osservando questi cinque valori. l Veda hanno indicato numerose strade per raggiungere questo obiettivo ma, fra esse, tre sono fondamentali. Se ne seguirete almeno una, arriverete alla meta.

La via più importante è quella del Nome del Signore: pensare al Nome del Signore e servire la società offrendo tutto a Dio. l Veda hanno dichiarato che la cosa più importante da fare per mantenere in efficienza l'umanità è nel seguire il sentiero di questi valori umani.

(Alla fine del discorso Baba intonò il canto: "Sathyam Jnanam Anandam Brahman")



Prashanti Nilayam, 5 ottobre 1989

Festa di Dasara

da: Mother Sai n. 2/90