DISCORSO DIVINO

Onnipresenza di Dio

24 agosto 1989

Il mondo intero è pieno di Dio,
che lo pervade
ed in Dio scoprite anche il mondo.
Non esiste un solo atomo
in cui Dio non dimori.
Tutto è pieno di Dio.
Non dovete far altro che
andare a fondo delle cose per scoprire
questa particolare verità.
Una mente senza Amore
è come un luogo sepolcrale.
Se solo si guardasse con attenzione,
questo è quanto si scoprirebbe.
Senza Amore,
un essere umano che immette ed emette fiato,
che inspira ed espira,
non è paragonabile ad altro che
ad un mantice.


* * *

Incarnazioni del Divino Amore!

Tutto è amore
[1] L'Amore è Dio. Vedete come tutto nel mondo è pieno di amore. Solo con l'amore si può sperimentare amore. Per comprendere l'Uno che è l'incarnazione di Amore non c'è altro mezzo che l'amore stesso. Quell'Amore non è volubile, ma dimora stabilmente come Spirito in ogni uomo.

Il tempio di Dio
[2] Il corpo fisico è il tempio di Dio, dove l'Amore in quanto Spirito viene conservato come una reliquia. Un amore così sacro e così puro può risiedere soltanto in un cuore puro.

L'amore è immortale
[3] In un cuore privo d'amore si consolidano paura ed illusione, mentre un cuore pieno d'amore per Dio godrà pace e sarà completamente libero da timori ed ansie. Il vero amore non va soggetto ad alti e bassi. In un essere umano, l'amore esiste come qualcosa che non nasce n‚ muore, splendente nel suo cuore come una fiamma eterna.

Il connubio Spirito-Mente
[4] È più giusto descrivere Dio proprio come Amore, anziché descriverLo come incarnazione d'Amore. Molti adorano l'Amore in quanto Spirito. Poiché l'Amore è divino, il corpo viene considerato un tempio. Anzi, è stato paragonato ad un palazzo.

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È stato detto: "Il padrone di casa o il marito è puro e senza macchia; la moglie è volubile ed incline a deviare". Come potrà esserci pace in una casa dove convivono un marito puro ed una moglie volubile? Per assicurare pace e felicità in una casa simile, o il marito dovrà seguire la moglie o la moglie dovrà seguire il marito. Ma, esaminando attentamente queste alternative, si vedrà come non sia conveniente per un marito puro e senza macchia seguire una moglie piena di difetti e incostante. In questo caso, la cosa migliore sarebbe che quella moglie seguisse le orme del marito. Nella fattispecie, chi è il marito e chi la moglie? Il marito qui rappresenta lo Spirito, libero da difetti, puro e senza ego, mentre la moglie è la mente, che è instabile, oscillante e piena di egoismo. Lo sforzo che la moglie (la mente) fa per seguire il puro ed incontaminato marito (lo Spirito) è Devozione.

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Devozione
[5] A questa devozione vengono attribuiti molti nomi. Il Bhagavata la identifica col servizio al Signore: "Applicati con adorazione al servizio come fosse un culto"; "Il servizio a Hrishikesa, il Signore che domina i Sensi, si chiama Devozione". In altre parole, Devozione significa orientare la mente a Dio. Passare la vita nella visione del Divino è Devozione. Condurre una vita con la coscienza di essere corpo è Illusione. Perciò, sono devoti coloro che amano Vishnu, gli adoratori del Signore. Coloro che seguono il mondo e ne divengono schiavi non sono devoti.

L'adorazione delle Gopi
[6] Le Gopi furono delle adoratrici assetate del Signore Krishna. Esse anelavano sempre a Lui e Ne erano devote nel senso più elevato del termine. Chi brama le cose del mondo è un essere ordinario e, se vuole elevarsi al Divino, deve sviluppare la visione spirituale. Le Gopi santificarono e redensero la loro vita nella costante contemplazione del Signore Krishna.

Attributi di Dio
[7] Stando così le cose, verrebbe da chiedersi in quale forma il Signore si renda noto all'uomo e come faccia l'uomo a sperimentare Dio. Dio possiede i seguenti sei attributi o caratteristiche:

1) Sovranità divina;

2) Sorgente di ogni giustizia;

3) Fama;

4) Ricchezza;

5) Saggezza;

6) Non attaccamento.

Ha anche un altro nome, Vishatkara, cioè "Colui che possiede sei forme di ricchezza". È noto anche come Vibhuh, ossia "Colui che ha un incomparabile splendore". Egli è il Padrone di ciò che è accaduto, di ciò che sta per accadere e di ciò che accadrà: del Passato, del Presente e del Futuro. Per questa ragione viene chiamato Bhavah, vale a dire "Colui che risiede nelle tre dimensioni del Tempo". Altro significato della parola Bhavah è "Creatore di tutto l'Universo". Ha conferito splendore al sole, alle stelle ed ai pianeti. Perciò viene detto Bhavah. Egli è la Causa Prima del processo di Creazione, Sostegno e Dissoluzione.

Aria e acqua
[8] Qual è la prova dell'esistenza di un Dio onnipresente? Basterà un semplice esempio a farlo capire. Dov'è Dio? Nel porvi questa domanda, potete rispondere che, dovunque ci sia acqua e vento, Egli è presente. Sia l'acqua che l'aria hanno preso origine dallo Spirito. Aria e acqua sono essenziali per la vita e rappresentano il principio spirituale dell'Atma.

Dov'è Dio?
[9] Gli aspetti divini si trovano dovunque, ma, pur essendo palese l'onnipresenza del Divino, l'uomo non riesce a riconoscerLo. Dio è più sottile dell'impercettibile e più vasto dell'immenso. La Sua dimora è il corpo umano, dov'Egli vive come Atma, Spirito. Questo Atma, però, non si trova soltanto nel corpo umano, bensì in tutti gli esseri. Le Upanishad affermano: "Il Signore Narayana è onnipresente, pervadendo ogni cosa, ogni dove, dentro e fuori".

La testa e il cuore
[10] L'uomo è dotato di due organi estremamente importanti: la testa ed il cuore. La testa è sempre impegnata alla ricerca di oggetti esterni; non fa che desiderare cose effimere, mondane e appartenenti al mondo materiale. Il mondo esterno è la sua caratteristica principale. Ogni pensiero ha origine dal contatto con le cose esteriori. Dal cuore invece sorgono le nobili qualità, come la Verità, l'Amore, la Gentilezza, la Pazienza e la Compassione. L'uomo che si prende cura di un cuore così puro e santo, a sua volta si santifica.

Azione e conoscenza
[11] Per questo motivo il Vedanta ha prescritto di coltivare la visione interiore. Ecco perché la filosofia e la spiritualità hanno insegnato ad introvertire la mente. La mente corrisponde al sentiero dell'azione, il cuore a quello della conoscenza. L'una va all'esterno, l'altro all'interno. Chi è assorbito dal sentiero dell'azione, non può capire quello della conoscenza.

Materia e spirito
[12] L'uomo che insegue senza tregua le gioie esteriori, la felicità fisica, i piaceri del corpo, come fossero il Summum Bonum della vita e fa di tutto per non perderli, non può intendere i suggerimenti del cuore, n‚ sperimentare le sue estasi. Anche se il cuore ha sede in un corpo fisico, quest'ultimo non potrà mai comprenderne la sacralità. Vi chiederete come mai. Ma l'albero può forse conoscere la dolcezza dei suoi frutti? Può un verme conoscere la fragranza dei fiori che sbocciano sopra di esso? O un libro può forse sperimentare la nobiltà di un poema che reca stampato sulle proprie pagine? E uno studioso intento ad accumulare conoscenze esteriori potrà essere consapevole della gioia che nasce dall'esperienza di quelle interiori?

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Come il succo sta nel frutto dell'albero, senza che l'albero possa gustarne la dolcezza, così è del corpo, dove il cuore è l'albero e l'amore che ne sgorga è il succo.

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Il corpo fisico non sa nemmeno capire la dolcezza dell'amore che riempie il cuore, n‚ può sperimentarlo o parteciparne la gioia. Ed è per questa ragione che l'uomo è in preda a dolori, delusioni e disperazione.

Amore e paura
[13] Finché il principio dell'Amore non viene capito, non ci sarà libertà dalla paura e dall'ansia. Nell'istante in cui si risveglia l'Amore, la paura si dilegua.

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Per esempio, un passeggero che viaggia in seconda classe col suo biglietto, non ha nulla da temere, è libero dalla paura. Ma il passeggero sfornito di biglietto, nonostante si trovi in uno scompartimento di prima classe, avrebbe di che temere l'espulsione e la multa. E tutto perché non ha il biglietto. Allo stesso modo, se nel vostro cuore avete il biglietto del Divino Amore, dovunque andrete, sarete liberi dalla paura.

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La vita è un viaggio, nel corso del quale, se avrete un amore disinteressato, puro e stabile, potrete andare dappertutto senza paure n‚ preoccupazioni di sorta e pieni di gioia.

Paura e sfiducia
[14] L'uomo d'oggi viene assalito da un senso di paura o altro. La paura lo perseguita in qualunque opera intraprenda, perché manca di amore verso Dio. Con l'amore di Dio riuscite a portare a termine qualunque cosa. Per quanto elevato possa essere il grado di cultura o di ricchezza e di comodità che un uomo può avere a propria disposizione, se non ha fiducia nel Sé, sarà oppresso dalla paura. Il primo requisito è la fiducia in se stessi. In nulla avrete successo senza di questa, nulla vi darà soddisfazione.

Mente e desideri
[15] Poiché avete una mente piena di ogni genere di desideri, finite per soggiacere alle preoccupazioni. Il mondo oggi è pieno di adoratori di Mammona, ossia della ricchezza, e non di devoti di Dio. In qualunque cosa uno faccia o dica predominano interessi egoistici. Come potrà ricavarne una beatitudine duratura? Allora, l'Amore al Divino è la prima ricerca che si deve compiere nel viaggio della vita. Siate concentrati e forti di mente. La vostra mente deve essere incrollabile ed il vostro cuore puro e senza macchia. Riempite la vostra vita di azioni disinteressate.

Il distacco delle Gopi
[16] Una volta, tanto tempo fa, Uddhava si recò a Gokulam per recapitare un messaggio alle Gopi da parte di Krishna. Uddhava disse loro: "Vi ho portato una medicina che vi potrà liberare da ogni sofferenza provocato dal vostro essere separati da Krishna. Prendetela. Per mezzo di questo yoga avrete sollievo dal roga (disturbo) che soffrite."

Le Gopi risposero: "O nobile Uddhava! Noi non soffriamo alcuna malattia. Perciò non abbiamo bisogno di alcuno yoga. A noi basta conoscere lo yoga che ci consente di riavere Krishna."

Chiese allora Uddhava: "Che yoga è mai questo?" E una Gopi rispose: "Anche la dura prova di una rinuncia, di cui si godono i risultati, è yoga". Ma Uddhava replicò: "Che potranno mai avere in comune la rinuncia e il piacere? Il rinunciante non va in cerca di piaceri ed il gaudente non ha nulla a che vedere con la rinuncia. Se queste due scelte non sono fra loro conciliabili, come puoi considerare il godimento di una separazione come una forma di yoga?"

E quella Gopi rispose: "Ingenuo! È tutto qui quanto hai imparato dalla tua vicinanza a Krishna? Se sei libero dall'ego mentre compi le tue azioni e dall'attaccamento al godimento dei loro frutti, allora il sacrificio, l'austerità spirituale ed il piacere diventano una sola cosa. Per prima cosa, liberati dall'idea di essere colui che agisce. Poi, liberati dal desiderio di godere il frutto delle tue azioni. Quando non avrai più attaccamenti ai frutti del tuo operato e non avrai più alcun sentimento di ego in ciò che fai, allora non ci sarà più differenza fra Yoga e Bhoga (piacere)."

Benefici per tutti, impegno di pochi
[17] Sta piovendo. Nel mondo avete pioggia e fiumi per la maturazione delle messi. Sole e luna risplendono. Per chi tutto questo? Tutto ciò non è a vantaggio di un solo individuo, ma per il beneficio di tutto il genere umano. Ciascuno ha il diritto di beneficiarne. Ogni essere della natura ha diritto a godere di tutto quanto la Natura provvede. Soltanto pochi benedetti, però, aspirano a godere la Divinità e la Verità trascendentale. Ciò riesce solo alle persone che hanno una solida fede in Dio. Ecco perché le Gopi uscivano dalle loro case nell'istante in cui udivano il dolce flauto del Signore Krishna.

La mente in Dio
[18] Uddhava chiese alle Gopi: "Che tipo di devozione avete verso Krishna, se non siete nemmeno disposte ad ascoltare il Suo messaggio?" Le Gopi, in una sola risposta, colsero l'essenza dello yoga: "Uddhava, noi abbiamo una mente sola ed in questo momento non è nemmeno con noi. Se ne è andata a Mathura insieme con Krishna. Anche se disponessimo di dieci menti come la tua, ne useremmo una per ascoltare il messaggio di Krishna, una per preoccuparci del marito, una per tutti i problemi creati dalla suocera e una per ognuna delle cose da fare. Invece, non abbiamo nessuna mente."

L'origine degli affanni
[19] Vi dirò con una sola frase qual è l'essenza di tutte le Scritture: bisogna credere fermamente che la Divinità esistente in ogni essere umano è unica e sempre identica. È la mente la causa di tutte le preoccupazioni. Persino lo struggimento per il Signore avviene per mezzo della mente. Tutto nella vita è affanno: il nascere, il vivere sulla terra, la vita di famiglia, l'infanzia, la vecchiaia e la morte stessa. Tutte le azioni generano inquietudine, come le difficoltà e persino la gioia. Che fare per avere pace e felicità? Come è possibile con tutti questi vincoli? O cittadini, smettete almeno adesso di preoccuparvi e riempitevi soltanto del pensiero di Dio.

Trascendenza di Dio
[20] È l'Amore che vi può affrancare da tutte queste seccature. Considerate ogni cosa come una manifestazione del Signore. In questo Amore non c'è spazio per nessun tipo di differenza. La Presenza Divina è riconoscibile in ogni cosa. Dio è onnipresente e trascende le categorie di tempo, spazio e materia. Nessuno può affermare che Dio sia presente in una nazione e non in un'altra. Non si può affermare che Egli sia presente in una cosa e non in un'altra. Ciò significa che Dio trascende tempo, spazio e oggetti.

Immanenza di Dio
[21] La parola Bhagavan significa "Colui che pervade tutto". Si potrà forse assegnare un posto particolare a Colui che sta dovunque? Egli è immanente. Si può decisamente asserire che Dio è dappertutto. E ancora, a proposito del tempo, non si può dire che Dio esista in un'epoca e non in un'altra. Come può essere limitato dal tempo Colui che non ha principio, n‚ mezzo n‚ fine e che tuttavia esiste in tutte e tre le dimensioni del tempo? A causa del fatto che è onnipresente e riempie di Sé ogni cosa, Dio viene definito Sarvatnaka, ossia lo Spirito presente in tutto. Ogni parola usata per descrivere Dio è pregna di significato. Ma non si ha cura delle parole, n‚ del loro significato. Tutte le Scritture hanno dichiarato che Dio si trova in ogni cosa.

Espressione di Dio
[22] Dio non può identificarsi con una particolare entità individuale. Egli esiste nella collettività, nella totalità. L'elemento Spirito che permea l'universo è Uno solo. Quel Principio atmico, a volte assume una forma per la redenzione del mondo e per la restaurazione della Rettitudine.

Le Gopi e Krishna
[23] Le Gopi avevano capito questo Principio ed in ogni cosa sperimentavano la presenza di Krishna. Non avevano alcun senso di differenziazione, non dicevano "Questo è un albero, questo un rettile", ma sentivano che Krishna, il Signore, era dappertutto e non v'era nulla nel creato che non sentissero permeato da Krish-na. Dicevano che la sete per il Creato è sete per Krishna. Non guardate il mondo per il mondo. Quale gioia si abbia nel guardare il mondo come manifestazione del Signore, può saperlo soltanto chi ne ha avuto esperienza. Molti hanno considerato le Gopi come delle sempliciotte illuse, trascinate dalla loro fantasia. È un errore madornale! Il loro cuore era puro e pieno di amorevole abnegazione.

Amore mondano e Amore Divino
[24] L'amore mondano crede solo nel ricevere e non nel dare. L'Amore di Dio prova diletto nel dare e non nel ricevere. Questa è la differenza fra amore mondano e Amore Divino. Le Gopi riuscirono a sperimentare la Divinità soltanto attraverso quest'ultimo tipo d'amore. Così, solo quando ogni essere umano comprende la santità dell'Amore delle Gopi, santifica la propria vita. Per loro non c'erano differenze fra la dolce musica di Krishna, le Sue parole e la Sua forma.

Il tempio del corpo
[25] Il nostro corpo fisico è il tempio di Dio. Ma quando diventa tale? Solo quando è ripieno dei pensieri di Dio. Quando invece non vi dimorano pensieri di Dio, non è altro che un'abitazione qualsiasi e in pochi giorni diventa una giungla. Non c'è bisogno di andare altrove in cerca di un tempio. Quando il Nome del Signore danza sulla vostra lingua, il vostro stesso corpo si trasforma in un tempio. Santificate il vostro corpo, considerandolo sacro come un tempio. Quale cura e rispetto non usereste verso un luogo dove sapete che vi abita Dio?

L'estasi delle Gopi
[26] Le Gopi seppero come santificare il loro corpo. Non ebbero mai attaccamento alcuno al denaro e ad altri beni terreni. Per loro Dio era tutto. La loro unica preghiera che occupava la loro mente era questa: "O Dio, Tu sei Madre, Tu sei Padre, Tu sei Amico, Tu sei Tutto." Erano completamente immerse nella Coscienza di Krishna, dimentiche di ogni altra cosa ed erano consapevoli che Krishna era il Divino Onnipresente. L'amore per il Signore Krishna le mandava in estasi. Se così non fosse stato, come avrebbero fatto ad entrare in Brindavan nel momento stesso in cui udirono la soave musica del flauto di Krishna? Sebbene sapessero che ogni cosa è colma di Dio, erano tuttavia devote a quella particolare Sua forma.

Il Nome e la Forma preferita
[27] Questo vale anche per altri devoti, che accettano di Dio un nome solo, quello che a loro è più caro. Mirabai sapeva che Krishna si trovava in ogni luogo ed in ogni forma, eppure provava una vera gioia soltanto quando Gli si rivolgeva chiamandoLo "Giridhara Gopala". Anche Sakkubai lo sapeva, ma Lo adorava coi nomi di "Ranga" e "Panduranga". Uddhava era solito fornire a Yashoda numerose descrizioni di Krishna, ma a Yashoda soltanto un nome le suonava dolce, "Gopala". Domandava: "Dov'è il mio Gopala? Come sta?"

La Forma di Krishna
[28] Così le Gopi, pur sapendo che Krishna era il Signore onnipervadente, lo adoravano nella forma del Krishna che suona il flauto. Entrarono a Brindavan e penetrarono in un boschetto, camminando senza avere assolutamente alcuna coscienza corporea. Si dicevano l'un l'altra: "È scuro di pelle. Ha occhi di loto. È uno che mostra compassione. Ha sempre il sorriso, un dolce sorriso sul volto. Mi ha rubato il cuore. O alberi, Si sta forse nascondendo dietro di voi? Lasciatecelo vedere, per favore." Avevano una fede incrollabile ed assoluta. Non si lasciavano sviare la mente dai pensieri. Quando si continua a pensare in nome della discriminazione razionale, i dubbi assalgono. Ma esse avevano una fede cieca. E in questo stato di pienezza, come potevano seguire le cose incomplete del mondo? Solo le Gopi compresero pienamente il Principio di Krishna, a causa della loro intensa e incondizionata fede nella Sua Divinità.

La natura di Krishna
[29] Ma chi è Krishna? Qual è la Sua personalità, la Sua natura? Pur trovandosi fra ogni tipo di persone, era allegro e scherzava con tutti. Non si faceva mai coinvolgere dalle cose, non era attaccato a niente e a nessuno. Era sempre contento, sempre in beatitudine. Aveva trasceso tutte le qualità. Era assolutamente libero dall'egoismo. Era un sovrano senza corona, un vero imperatore. Conquistò un gran numero di regni, ma senza esercitare il potere su di essi. Cedette i regni ad altri sovrani, rallegrandosi nel vederne il governo dall'esterno. Era completamente scevro da desideri e ciò che cercava era per il benessere degli altri. In questo modo Krishna rivelò la Sua Divinità e può essere definito "Bhagavan".

Il Principio dell'Amore
[30] Si può trovare Dio nelle qualità come Sattva, Rajas e Thamas, ma queste non si possono trovare in Lui. Proprio come i raggi scaturiscono dal sole e gli alberi nascono dalla terra, allo stesso modo l'amore sgorga dal cuore. La natura della Divinità può essere giustamente compresa solo quando si capisce bene e in modo chiaro il Principio dell'Amore che sorge dal cuore. Liberando l'amore dall'egoismo e considerando il mondo fenomenico come una manifestazione del Signore conducete una vita in purezza, riconciliando l'amore al mondo: l'uno è il fondamento, l'altro ne è la sovrastruttura. L'amore è in rapporto al Divino, il mondo alla Natura. Il mondo consta dunque di due cause: Dio e la Natura.

L'Immutabile e il mutevole
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[31] Vediamo per esempio questo bicchiere d'argento. L'argento è la materia di base, l'argentiere che l'ha forgiato rappresenta la manodopera. Ma, chi ha creato l'argento non è altri che Dio. La persona che ha modellato il bicchiere appartiene agli esseri umani. Ciò che oggi è un bicchiere, può domani essere trasformato in una coppa o in un piatto o in qualcos'altro. Le forme del bicchiere, della coppa o del piatto possono essere diverse, ma l'argento rimane argento.

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La quintessenza di tutto ciò è che Dio non soggiace a cambiamenti, mentre il mondo è mutevole. Nel mondo che cambia si trova l'immutabile principio di Dio. L'universo è il risultato della combinazione di entrambi.

La strada e l'auto
[32] La vostra esperienza quotidiana ve lo conferma.

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Quando siete a bordo di un'auto o seduti in un autobus, essi si muovono sulla strada. Si muove l'auto, non la strada. Sarebbe rischioso se, insieme alla macchina, si muovesse anche la strada. La strada immobile e stabile raffigura il Principio Divino, base di tutta la Creazione, raffigurata dall'automobile.

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Purtroppo pochissimi si sforzano di indagare per capire questa verità.

Stabilità = Fiducia
[33] Se solo comprendeste chiaramente il Principio della Divinità, non verreste scossi da difficoltà, problemi, sofferenze. Chi sa nuotare non ha paura dell'acqua. Perché dunque temere i problemi della vita, se si ha l'Amore di Dio? E le Gopi, questo Amore, l'avevano ottenuto. Dio esiste dappertutto sotto forma di amore.

Perfezione di Dio
[34] Potreste avere l'impressione che Dio sia mutevole, ma non è così. In Dio non ci sono mutamenti. A mutare sono i sentimenti volubili dei devoti, che si fanno proiettare su Dio: si potrebbero definire sensi di colpa. Il devoto attribuisce colpe e difetti a Dio e poi pensa che Egli sia mutevole. In Dio non ci sono difetti. Prakriti, ossia la Natura può invece paragonarsi ad una persona instabile, perché in essa ci sono dei difetti ed è fluttuante. Tuttavia, dovreste vedere Dio libero da difetti e puro anche in questo tipo di natura difettosa della creazione.

Pratica
[35] Celebrate il compleanno di Rama e di Krishna in un contesto festoso. A che serve celebrare queste feste? Dovreste mettere in pratica gli insegnamenti di coloro che adorate come Dio. Tutti i vostri culti non servono a nulla se non mettete in pratica ogni giorno gli insegnamenti del Signore. Al massimo, potranno ritenersi alla stregua di pie azioni. Cercate di mettere in pratica almeno uno o due proponimenti.

Il fascino e i Nomi di Krishna
[36] Fra tutti gli Avatar, Krishna è l'incarnazione divina più affascinante. La stessa parola "Krishna" significa "attraente": Karshatiti Krishnah. Altro titolo è il nome di Krishyatiti Krishnah, cioè "coltivatore". Nel caso dell'Avatar, ciò significa che Krishna è il Signore che coltiva il cuore dei devoti, sradicando le erbacce, gettandovi il seme delle virtù e crescendovi la messe dell'amore. Gli si dà anche il nome di Kushyatiti Krishnah, perché Krishna dà gioia. Allora Krishna è Colui il quale fa crescere la messe della beatitudine, coltivandola nel campo del cuore ed eliminando ogni debolezza. Krishna è stato anche definito Atma-Rama, perché il Suo cuore attrae quello di ciascuno, come l'Atma attrae ogni cosa, donando Beatitudine. Per questi tre motivi Gli è stato dato il nome di Krishna.

Il Dharmakshetra e il Kurukshetra
[37] Dobbiamo anche prendere in considerazione un altro aspetto. Il primo verso della Bhagavad Gita recita: Dharma-kshetre kuru-kshe-tre (Nel luogo sacro che si chiama Kurukshetra). A che cosa si riferisce Dharmakshetre? Non si tratta di un campo situato in un posto lontano da noi, ma in primo luogo del nostro corpo fisico. Quando si nasce il cuore è assolutamente puro, non ha desideri di sorta n‚ egoismi. Il cuore di fatto è scevro da tutte le qualità. La vita umana può paragonarsi al Dharmakshetra (luogo sacro). Il corpo, per crescere, necessita di cibo, si lega a molte cose e sviluppa desideri di ogni genere, simpatie e antipatie. In esso incominciano ad entrare i sentimenti di piacere e dispiacere, poi il senso di "Io" e di "Mio". Così, il corpo finisce per diventare un Kurukshe-tra, (campo di battaglia). Con il dualismo creato dal senso di "Io" e di "Mio", nascono discriminazioni e problemi connessi. Eliminando questi sentimenti dualistici, si riavrà il Dharmakshetra. Il re Dhritarashthra nacque come Dharmakshetra, ma poi, a causa dei suoi sentimenti egoistici, divenne Kurukshetra.

Dhritarashthra
[38] Chi è Dhritarashthra? Uno che non ha amore per il Signore, non ha la conoscenza dello Spirito ed è pieno di attaccamenti mondani, legato ai desideri del mondo. È uno che vede il popolo rapportandolo all'"Io" ed al "Mio". Dhritarashthra, oltre a questo, difese e sostenne i propri figli nonostante le loro manchevolezze e la loro malvagità. Cercò sempre di giustificare ogni tipo di errori e di cattive azioni compiute dai figli. Nella società attuale si sta rafforzando il clan dei Kaurava, a causa della permissività che i genitori hanno verso i loro figli. Ma, se da una parte ci fu Dhritarashthra così ignorante, dall'altra Sanjaya acquistò sapienza dominando i propri sensi.

La ricchezza di Sai
[39] Se foste saggi potreste chiederMi con autorità qualunque cosa. Io ho a Mia disposizione tutti i beni. Basta un Mio comando e tutti i possedimenti della terra potrebbero essere nelle vostre mani. Ma tutti i beni del mondo, ricchezze e cose del genere non vi daranno mai la gioia vera, che solo l'Amore per Dio può darvi.

Il timore del peccato
[40] Dhritarashthra fu, in questo senso, un esempio, perché, pur avendo avuto tutto dalla vita, non fu mai felice. La ragione di questo va ricercata nel fatto che non amava Dio e non temeva il peccato. La vita si riempie di gioia, invece, quando si teme il peccato e si ama il Signore. Dunque, il corpo è Dharmakshetra, quando è privo di difetti e libero da cattive inclinazioni. Ma, quando si riempie di difetti, è Kurukshetra. Due sono le strade che trovano compimento nel corpo: quella dell'azione e quella della conoscenza. Esse sono fra loro connesse. Krishna offre sempre il Suo aiuto a coloro che intraprendono la via dell'introversione e del ritiro dai sensi.

Fede in Krishna
Incarnazioni dell'Amore!

[41] Dovete addentrarvi con un'analisi profonda nel Mahabharata, se volete capire la Bhagavad Gita e la differenza fra i Kaurava e i Pandava. Qualunque lavoro iniziassero, i Pandava si ponevano di fronte a Krishna e Glielo dedicavano. Fu per questo che i Pandava erano sempre vincitori. I Kaurava invece non avevano alcuna fede nel Divino e voltarono le spalle a Krishna. Credevano soltanto nei piaceri mondani. I Pandava avevano una interiore ed incrollabile fede in Krishna e null'altro dava loro pena. Nel conflitto con i Kaurava, questi furono completamente distrutti. Il Mahabharata rivela con chiarezza la differenza fra Pandava e Kaurava, il loro atteggiamento verso Krishna, il Divino Auriga. Il credo dei Pandava era: Dio al primo posto, poi viene il mondo e, alla fine, l'"Io". I Kaurava invece rovesciarono tutto: l'"Io" al primo posto, poi il mondo ed infine Dio. Saranno sempre vittoriosi coloro che mettono al primo posto Dio. Questa fu la lezione che Sanjaya impartì a Dhritarashthra alla fine della Bhagavad Gita: ovunque ci fosse stato Krishna accompagnato dal fedelissimo Arjuna, la vittoria sarebbe stata sempre assicurata.

Bisogno di Dio
[42] Voi avete bisogno di Dio. Abbiate piena fiducia in Lui. La fede in Dio è garanzia di successo, perché nel Suo potere c'è ogni vittoria. Anche Tyagaraja disse: "O Rama, con la Tua grazia tutti i nove pianeti mi saranno soggetti". Tutto può essere acquisito nella vita, con l'Amore di Dio. Fate qualunque cosa per ottenerLo.

L'Amore di Krishna
[43] Il messaggio più importante che Krishna ci ha lasciato è l'Amore, il Principio dell'Amore e nient'altro. È di questo che il mondo ha bisogno. Krishna fu l'incarnazione dell'Amore e questo Amore può essere compreso e veduto solo attraverso l'Amore. Questo tipo di Amore è immutabile, costante, inestimabile, fulgido e splendente come un diamante.

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Il diamante è estremamente prezioso e può essere tagliato soltanto da un altro diamante. Allo stesso modo, se nel vostro amore c'è un difetto, lo potrete rimuovere con l'Amore. Se volete assicurarvi l'Amore Divino, il vostro Amore per Lui dovrà essere altrettanto forte.

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L'Amore genera amore. L'odio può solo generare odio. La gelosia produce gelosia. L'ira causa ira. Perciò, se volete avere Amore, dovete abbandonare l'odio, la gelosia e l'ira. Se volete vedere sorgere la luna, avete forse bisogno di una lampada a petrolio o di altre luci? Certamente no! Vediamo la luna in forza della sua stessa luminescenza.

Per meritare Krishna, l'autentica incarnazione di Amore, l'unica via è l'Amore.



(Prashanti Nilayam, 24 Agosto 1989
Festa di Krishna Janmashtami o Compleanno di Krishna)


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(78) Yoga significa "unione", "fusione completa", "reintegrazione dell'individuale nell'Universale, del relativo nell'Assoluto". Esprime uno stato in cui sparisce ogni nozione di dualismo e di differenza, uno stato di "unità". Questo termine sta a designare anche i mezzi (sadhana) idonei alla realizzazione di questa unione con Divino. V. anche nota 11. Bhoga indica invece il godimento dei piaceri, la fruizione della realtà materiale, comprensiva di affetti e oggetti di desiderio, è l'esperienza di un completo dualismo. Il grande saggio Nisargadatta Maharaj affermò quanto segue: "Ci possono essere periodi di bhoga alternati a periodi di yoga...In realtà, sia il bhogi che lo yogi aderiscono alla loro natura, a seconda delle circostanze e delle occasioni. La vita dello yogi è dominata da un solo desiderio: trovare la Verità. Il bhogi ha molti denominatori." (Cf. Nisargadatta Maharaj, IO SONO QUELLO, Rizzoli-Milano 1981, vol.I, pp.85-86).

(79) V. nota 27.

(80) Dhritarashthra era padre dei Kuru, ossia dei Kaurava, che furono la causa della battaglia di Kurukshetra, oggetto di narrazione e riflessione nella Bhagavad Gita.





Scheda di studio N°13
La nascita di Krishna


Gli Asura uccisi nell'antica guerra di Devasura rinacquero successivamente sulla terra come re crudeli e malvagi. Quando il peso di tutta quella perversità divenne insopportabile, la Dea Terra sotto forma di mucca rivolse a Brahma delle lamentele. Brahma la mandò da Shiva, il quale a sua volta non fu in grado di trovare una soluzione al problema posto da Bhumidevi. Così, tutti insieme si recarono da Mahavishnu e Lo pregarono perché ponesse rimedio a quella ingiustizia. Mahavishnu li rimandò a casa confortandoli con l'assicurazione che sarebbe nato quale figlio di Vasudeva e di Devaki per risolvere il problema. Dispose che gli angeli o Deva nascessero sulla terra come Gopa e che le ninfe o Apsara come Gopika per assisterLo nella missione.

Devaki concepì per la settima volta. Mahavishnu diede a Mayadevi le seguenti istruzioni: "Vai sulla terra e trasferisci il bambino che c'è nel grembo di Devaki a quello di Rohini, seconda moglie di Vasudeva e, dopo di ciò, al momento della Mia nascita, dovrai prendere la forma della sorella di Yashoda, moglie di Nandagopa.

Mayadevi, secondo le disposizioni ricevute trasportò il feto di Devaki nel seno di Rohini e si sparse la voce che Devaki avesse subìto l'aborto del suo settimo figlio. Devaki concepì un'ottava volta e, nel giorno di Ashtami del mese di Simha (Costellazione del Leone, Agosto-Settembre), quando vennero a raccogliersi insieme nello stesso giorno le stelle di Brahma, nacque Shri Krishna. Lo stesso Mahavishnu si incarnò come Krishna con la conchiglia, il disco, la mazza e il fiore di loto nelle sue quattro mani. Vasudeva rese omaggio al meraviglioso bambino e le catene che legavano lui e Devaki andarono si spezzarono. Il neonato parlò e disse allora a Vasudeva: "A Svayambhuva Manvantara il Prajapati chiamato Sutapas insieme a sua moglie Prishni meditò su di Me per 12.000 anni e quando apparvi loro e chiesi di scegliere qualunque grazia, Mi pregarono di nascere come loro figlio. Nella vita successiva Sutapas nacque come Kashyapa e Prishni come Aditi ed Io mi sono incarnato come loro figlio nella forma di Vamana, l'Avatar Nano. In seguito, Kashyapa e Aditi presero varie nascite ed Io pure nacqui più volte come loro figlio. Ed anche ora Kashyapa e Aditi sono rinati come Vasudeva e Devaki. Proprio in questo periodo a Nandagopa e a Yashoda è nata una figlia nel villaggio di Gokula. Là Mi porterete e Mi sostituirete a quella bambina nata a Gokula." Dopo aver parlato in questo modo a Vasudeva, Krishna assunse l'aspetto di un bambino ordinario e giaceva accanto a sua madre. A mezzanotte, quando le guardie carcerarie dormivano profondamente, le porte della prigione si aprirono da sole. Vasudeva con il bambino Krishna si diresse verso Gokula ed il fiume Yamuna che si trovava sulla sua strada mutò il corso delle acque per far sì che potesse proseguire. La porta di casa di Yashoda era aperta. A causa della divina arte di Mayadevi, la bambina di Yashoda e tutti in quella casa dormivano saporitamente. Vasudeva pose Krishna accanto a Yashoda e tornò indietro con la bambina di lei. Giunto che fu alla prigione, le guardie si svegliarono e riferirono a Kamsa del bambino partorito da Devaki. Kamsa si precipitò alla casa, afferrò la neonata e fece per scagliarla contro una pietra, quand'ecco, la bambina gli scivolò via dalle mani e salì al cielo, mentre diceva: "O ingiusto e crudele Kamsa! Le tue prodezze non vanno usate contro le donne. Sulla terra è nato Colui che ti annienterà. Cercalo dappertutto."