DISCORSO DIVINO

Il coraggio della fede

22 giugno 1989

Aprite gli occhi
e date un'occhiata a questo Sai.
Come può un incostante
avere pace o felicità?
Come può avere pace, prosperità e gioia
chi indulge in ogni tipo di desideri?
* * *

Cari studenti,

Cuore puro
[1] Tutte le religioni hanno predicato la purezza di cuore ed hanno anche chiarito che vane sarebbero le pratiche spirituali di un uomo che non fosse puro di cuore. Come farete ad essere puri di cuore se esso è incrostato dalla sporcizia dell'ego? Il cuore si può detergere. Che cosa ci vuole per pulirlo? La ripetizione del Nome. Solamente il divino Nome può purificare il cuore umano.

La forza del Nome
[2] Prahlada era figlio di un demone, Jatayu non era che un uccello e Ganapati un elefante, ma tutti costoro poterono purificarsi solo mediante il Nome di Dio. Finché nel loro cuore c'era della cattiveria, non era loro possibile gustare la vera purezza del cuore. Prahlada, Jatayu e Ganapati erano convinti che solo la forza bruta li avrebbe fatti vincere, ma alla fine capirono che la semplice forza fisica non serviva assolutamente a niente. Dopo essersi resi pienamente conto che soltanto il Nome divino e l'energia da esso conferita può venire in aiuto, dissero: "Nessun altro, all'infuori di Te, può venirci in soccorso". Questa fu la loro preghiera.

Draupadi
[3] Chi salvò Draupadi, quando venne disonorata alla corte di Duhshasana? I mariti di Draupadi erano indubbiamente vere incarnazioni di giustizia e di forza; tuttavia, malgrado la loro presenza alla corte, non poterono risparmiarle quel disonore, non fu loro possibile evitarle quel dolore.(64)

Chi è nei problemi non aiuta
[4] Le relazioni umane, fondate sul mondo e su ciò che è corporeo, non possono darvi n‚ salvezza n‚ liberazione. Come può un essere umano che ha i suoi problemi e le sue sofferenze venire in aiuto di un altro? Non c'è essere umano che non abbia dei problemi o delle sofferenze. Come può soccorrere altri chi è afflitto dai propri dolori? Sarebbe insensato. Come un frutto non può salvare un altro frutto, così un essere umano non può salvare un altro essere umano. Tutto ciò che si potrebbe fare sarebbe offrire una soluzione temporanea ai problemi del mondo.

La salvezza di Draupadi
[5] Draupadi, dopo aver compreso che solo dai Nomi di Madhava e di Krishna avrebbe ricevuto aiuto e salvezza, continuò a ripetere il nome di Krishna. E solo quel divino Nome l'aiutò e la salvò dal disonore in quel terribile momento.

Il nome di Rama
[6] Diceva Tulasidas: "Il mondo intero si basa e si sostiene su tre elementi: il fuoco, il sole e la luna". Perfino un ateo dovrebbe accettare la verità che non può vivere senza questi elementi. Perché queste tre entità hanno assunto un'importanza così rilevante? Il cuore di un devoto è puro e lindo, pieno d'amore. In queste tre entità egli ha voluto vedere il nome di Rama. Infatti, il nome di Rama è composto da tre sillabe: RA-A-MA. RA è da lui considerato come Tat; MA lo identifica a tvam. Tat tvam asi: la lettera A congiunge le sillabe per dare Rama.

Origine del nome Rama
[7] Da dove proviene questa parola? Chi l'ha coniata? Valmiki all'inizio era solo un cacciatore, ma dopo l'ascolto degli insegnamenti e delle esortazioni dei sette Grandi Saggi e associando questo ascolto alla ripetizione del Nome di Dio, finì per essere considerato il primo Poeta. Come Dio viene descritto come primo Essere, Valmiki viene definito Adi kavi, cioè il primo poeta epico. Fu Valmiki ad insegnare a scrivere il Ramayana iniziando con la parola Rama.(...)

Universalità del nome Rama
[8] La ripetizione del nome di Rama è una ricchezza che appartiene a tutti e tre i mondi: il mondo superiore, quello medio e quello inferiore. Dei, demoni ed esseri umani vennero tutti per supplicare: "Per favore, distribuisci il Ramayana in modo equo in tutti e tre i mondi!". Ma com'era possibile distribuire 100 gruppi di shloka in modo uguale in tre parti. Meditando su Rama, Valmiki riuscì ad avere una visione che gli fornì la risposta. (...) Egli promise che avrebbe fatto un'equa distribuzione. Rimase fuori un solo versetto. Come dividerlo fra tutti? Si accertò di quante lettere fosse composto quel versetto: 32. Che fare per distribuirle equamente ai tre mondi? Ci pensò un po', ripetendo il nome di Rama. E Rama gli diede la risposta. Distribuì 10 lettere a ciascun mondo. Ne rimanevano così due sole e a ciascuno dei tre mondi furono distribuite parole bisillabiche, come Rama, Krishna, Sai, Hari, in quanto patrimonio di loro appartenenza.

Efficacia del Nome
[9] Perciò, si può prendere il Nome come una barca per il viaggio della vita. Qualsiasi essere umano che voglia salvarsi in questo oceano di vita e morte, può salvarsi mediante il Nome che funge come una sicura imbarcazione. Per questo si è detto che il Nome è il mezzo più importante anche per l'Era delle Tenebre (Kali-yuga). Solo per mezzo del Nome si può ottenere la pace della mente. Il Nome divino può trasformare persino in nettare il veleno.

Mira
[10] Mira in ogni momento, in ogni luogo, in ogni circostanza non faceva altro che pensare a Krishna. Persino per strada cantava a voce spiegata: "Prendete questo Nome di Rama e saziate la vostra sete!". Maharana pensava che fosse un grave disonore per un re vedere la moglie aggirarsi per le strade cantando il nome di Rama. Che onore o disonore c'è nel ripetere il Nome? Lo stesso canto del Nome è un grande onore, mentre è un disonore non cantarlo! Perdereste il vostro onore se pensaste di essere uditi da una decina di persone che vi deridessero. Lasciato ogni senso di ego e di possesso, dovreste continuare a cantare con coraggio e piena convinzione.

Paura degli altri
[11] Fu con coraggio e totale convinzione che Mira rimase fedele alle proprie convinzioni e non si fece condizionare dal pensiero altrui. Maharana fece ogni tentativo per farla desistere dal suo comportamento e con diversi stratagemmi cercò di modificare il suo modo di pensare e di agire. "Mira - le disse - il mondo penserà che sei pazza se continuerai a cantare in quel modo. Le persone che ti stanno intorno continueranno a gracchiare come corvi!". "O Maharana - rispose la consorte - il cuculo muterà forse la modulazione del suo canto per paura dei corvi?". Non abbiate mai paura degli altri. Coloro che sono del mondo sono come corvi e il canto del Nome è simile a quello del cuculo. Se un cane abbaia alle stelle, le stelle non cadono. Dove sono le stelle? Dove i cani? Perché preoccuparsi di chi sta al livello della malvagità, mentre il Nome di Dio sta al massimo livello?

Incompatibilità
[12] Quando Mira ebbe questa discussione con il marito, questi si adirò. Un re è pieno di qualità ragiasiche, un devoto è pieno di quelle sattviche. Come potrà esserci una buona relazione fra di loro? Come potranno essere in buoni rapporti il fuoco e l'acqua? Dove c'è il fuoco, l'acqua non può sussistere. Eppure il fuoco viene dall'acqua.

Rispetto umano
[13] Quando i nostri studenti vanno a casa in vacanza, si intimoriscono nel cantare la preghiera prima dei pasti, temendo i commenti della gente.

Scacciate dunque questa paura
che è un demonio
e siate audaci.
Del peccato dovreste aver paura.
Perché temete il mondo?
Chi verrà a soccorrervi
quando sarete in punto di morte?
Quando Yama, il dio della Morte
verrà per condurvi via,
chi verrà in vostro aiuto?


Voi oggi abbandonate la pratica della ripetizione del Nome, per timore della gente. Se per tutta la vita avrete ripetuto il Nome, nel momento del trapasso vi sarà di conforto. Incominciate sin dalla tenera età a ripetere il Nome del Signore. Non si possono fare previsioni sull'ultimo minuto.

Cari studenti,

Offerta di sé
[14] Non abbiate paura di ripetere il Nome del Signore. Abbandonate ogni tipo di idea sbagliata circa questa pratica. Perderete tutto se vi lascerete prendere dal rispetto umano. Offrite tutto a Dio:

"Mio Signore, qualunque cuore Tu mi abbia dato,
chi mi ha dato questo corpo?
Chi mi ha dato l'intelligenza?
Chi mi ha dato la stessa vita?
Chi mi ha dato la forza per tutte le membra del corpo?
Tu solo hai dato tutto questo.
O Signore del Cosmo,
io Ti offro tutte queste cose
perché Tu le hai donate.
Non sono io che ho fatto questo.
Ti restituisco tutto ciò che mi hai dato!"
I grandi dotti, quando si recano ai sacri fiumi come il Gange, offrono il culto Sandhya. Prelevano dell'acqua dal fiume e la offrono ripetendo il Nome di una Divinità. Tutto ciò che offrite proviene solo da Dio. Perché mai dovreste angosciarvi nell'offrire qualcosa che appartiene a Lui? I cattivi pensieri e i sentimenti disordinati vi fanno smarrire la vostra natura umana.

Fede audace
[15] Mentre ripetete il Nome di Dio, nella meditazione, non abbiate paura di nessuno! Non temete coloro che vi potrebbero dire: "Ma dov'è Dio? Perché pensi a Dio tu che sembri una persona dabbene?". Rispondetegli coraggiosamente: "Se vuole stare senza Dio, è libero, signore. Io ce L'ho. Se per lei Dio non esiste, può anche dirlo, ma che autorità ha lei nel dire la stessa cosa di me, mentre io credo in Lui? La mia fede è mia, la sua è sua! Io inspiro ed espiro, come del resto fa anche lei, ma il suo respiro non può diventare il mio. Il suo respiro appartiene a lei, il mio a me." Questa è vera fede! Perché correte dietro alla fede degli altri? Seguite la vostra! Potete forse chiudere gli occhi per dipendere da un altro per il solo fatto che ha una buona vista? Voi dovete dipendere dalla vostra vista, dalle vostre gambe, dalla vostra fede. Questa è la via più sicura. Una persona instabile di mente non può avere pace o felicità. Solamente quando avrete stabilito nel vostro cuore questa fede, vi sarà possibile seguire il giusto sentiero e raggiungere con successo la mèta.

Relazioni incompatibili
[16] Non temete il mondo. In questo consistette la discussione che Mira fece con tutto il coraggio e la convinzione con Maharana. Ma Maharana a queste parole buone faceva orecchio da mercante. Entrambi sapevano come mangiare.

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Chi ha assaggiato il tamarindo, non gusta il dattero. Chi ha assaporato il dattero non gusta il tamarindo. Chi soffre di indigestione non sa cosa sia la fame. Chi soffre la fame non sa cosa sia l'indigestione. Chi soffre di indigestione è la persona che non ha interesse, mentre quella che ha fame è quella in cui si accende un interesse. Non ci può essere relazione fra queste due persone.

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Si dovrebbe agire lo stesso nel modo che si è scelto, anche se non piace ad altri. E questo era il tipo di rapporto che c'era tra Mira e Maharana.

Il cibo viziato
[17] Cari studenti, in qualunque luogo vi troviate, in convitto o altrove, fate la preghiera prima dei pasti. Esistono varie imperfezioni che potrebbero viziare il cibo servito. Il cuoco che ha preparato il cibo potrebbe non essere puro sia nel corpo che nella mente. La pentola e gli utensili usati potrebbero non essere puri. Si crede che tutto vada bene quando gli strumenti usati sono puliti. Si acquista la verdura al mercato, ma il verduraio potrebbe averla rubata. Perciò, persino nella verdura potrebbero esserci delle pecche. Come fate a sapere se una verdura è stata rubata? Non è possibile nemmeno sapere che tipo di pensieri hanno le persone che sono venute a contatto con quella merce.

Purificazione del cibo
[18] Qualunque difetto abbia il cibo che assumete, se lo offrite a Dio prima di consumarlo, esso perderà tutte le cattive qualità. Una volta che il cibo è divenuto prasad, cibo offerto a Dio, tutte le pecche verranno rimosse.

Brahmarpanam brahma havir
brahmagnau brahmana hutam
brahmaiva tena gantavyam
brahma-karma-samadhina.

[Dio è l'atto di offrire,
Dio è l'offerta, da Dio viene versata
sul fuoco del sacrificio di Dio.
In verità Dio si raggiunge
concentrandosi perfettamente nell'azione,
che è essa stessa Dio].(65)
Dovete offrire ogni cosa a Dio prima di consumarla. Questo è il modo di offrirla. Dio pulisce e purifica ogni genere di cibo che assumete.

Dio mangia, Dio digerisce
[19] "O mio caro, Io sono nella forma di Vaishvanara nel tuo stesso stomaco". Ci sono quattro tipi di cibo. Quali sono? Il primo è quello che viene masticato ed inghiottito. Il secondo è quello che si prende ingoiando. Il terzo è quello che si assume con l'aiuto della lingua. Il quarto è qualcosa di piccante. Dio promette che sarà Lui a digerire e a purificare tutti questi tipi di cibo.

L'influsso del cibo impuro
[20] Cari studenti, è difficile saper riconoscere la purezza dei tegami, delle suppellettili di cucina e del cuoco. Ve lo dimostrerò con un esempio.

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Di recente, nell'ashram di Satcidananda a Rishikesh, si è verificato un episodio singolare. Il cibo destinato ai vari sadhu (66) veniva servito anche dai pellegrini e dalle persone di passaggio in quel luogo. È un'usanza anche per gli uomini d'affari offrire del cibo ai sadhu in certi giorni specifici.

C'era un certo Marvadi, uomo d'affari, che possedeva un negozio ben fornito. Un tale, che aveva l'incarico di pesare e controllare la merce era rimasto vedovo e aveva una figlia di 18 anni. Non c'era alcuno che le facesse la corte e la sposasse. Con l'aiuto di vari mediatori, informò il mercante di questo fatto. Marvadi era molto giovane... aveva solo 65 anni! Il vedovo desiderava dunque che il sessantacinquenne Marvadi sposasse la figlia diciottenne! Essendo molto povero, il padre della ragazza si voleva togliere il peso con quella sistemazione. Pensava, infatti, che, sistemata la figlia in una famiglia benestante, anch'egli ne avrebbe avuto dei vantaggi.

Si raggiunse l'accordo e, attesa l'occasione propizia, il vedovo diede la figlia in isposa a Marvadi. Sin dal primo giorno di matrimonio, la ragazza non fece altro che versar lacrime. Era un pianto e un singhiozzo continui: "Ahim‚, sfortunata! La mia vita è una disgrazia!".

Il giorno dopo, la novella sposa fu condotta all'abitazione di Marvadi. Ella non avrebbe mai ricavato gioia da tutto il lusso che c'era in quella casa, nonostante Marvadi le offrisse un mondo di gioielli e di articoli pregiati. Quando i problemi e le angosce sono nella mente, possono forse sparire mediante oggetti materiali? Nessuno mai potrà eliminarli in quel modo!

Una notte, mentre Marvadi dormiva profondamente e russava, la giovane sposa se ne andò da casa e cadde nel Gange. Più tardi il cadavere venne trovato e identificato.

All'11° giorno, secondo il rituale, Marvadi mandò 2000 rupie all'ashram di Rishikesh, vincolando la somma all'acquisto di generi alimentari e merce varia. Quel giorno, nell'ashram di Satcidananda ci fu una gran festa per tutti i samnyasin.(67) Per l'occasione furono confezionati dolci di ogni tipo e tutti ne ebbero a sazietà.

C'era nel monastero un sadhu puro di cuore. Il suo nome era Atmananda. Molte volte è venuto da Swami, dicendo che vuol lasciare tutto per vivere qui. Ma Io gli ho detto che questo non è posto per sadhu. "Torna indietro - gli ho detto - e vivi in solitudine là". Gli regalai un japamala ed egli, felice, ritornò a Rishikesh. In quella festa anch'egli aveva condiviso il cibo. Ma, quando la sera si sedette in meditazione, ebbe la visione di una giovane ragazza, una diciotenne che piangeva singhiozzando. Si meravigliò di quei pensieri conturbanti, perché mai fino allora gli erano passati per la mente.

Si recò al Gange per fare un bagno, poi tornò a meditare. Ma, nella sua mente si ripresentavano le stesse immagini. "Come mai nella mia mente ci sono delle impurità? Perché queste visioni?", si chiese. Si mise a riflettere e a fare un'analisi introspettiva su se stesso. Ma non riusciva a capire. Nella sua vita non c'erano impurità.

Il giorno seguente tornò a fare un bagno e si sedette per meditare. Durante la meditazione, la stessa scena. Pensò che non ci fosse altro da fare che ricorrere a Satcidananda. Nel contempo, un brahmananda, un realizzato dell'ashram di Shivananda era venuto a trovare Satcidananda. Mentre i due stavano conversando fra loro, si presentò Atmananda, il quale si buttò ai piedi del brahmananda e gli disse implorando: "Maestro, che peccato ho commesso? Qual è la ragione per cui mi si presenta continuamente questa immagine durante la meditazione?". Il brahmananda pose delle domande a Satcidananda. Ma anch'egli non sapeva capacitarsi della cosa. Il brahmananda riflettè per un istante, poi chiese ad Atmananda: "Che cos'hai mangiato ieri?". Il sadhu descrisse la festa del giorno prima, del cibo preparato per l'occasione e degli oggetti che erano stati distribuiti.

"Da dove viene tutta questa roba?", chiese il brahmananda.

"Col denaro offerto da Marvadi - fu risposto - si sono comprati cibo e articoli vari". A quella risposta il brahmananda volle approfondire l'indagine e seppe tutta la storia di Marvadi, che aveva inviato 2000 rupie perché fossero destinate a quello scopo.

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Cibo e pensieri cattivi
[21] Tutte le idee, tutti i pensieri associati al cibo, agli utensili di cucina e al cuoco, influenzano la mente di chi se ne serve. Questa è la ragione per cui gli antichi Saggi erano soliti recarsi nella foresta, per vivere di frutti e di quello che trovavano. Non vi sto chiedendo di ritirarvi nella foresta, n‚ del resto voi ci andreste. Dal momento che rimanete qui, se volete restare indenni dal cibo cattivo, offritelo a Dio. Il cibo non offerto a Dio può aprire il varco a svariati pensieri negativi. È proprio l'alimentazione che è responsabile di tutti i pensieri negativi. Ciò significa che ci sono delle imperfezioni in quel cibo, in quegli utensili, in chi cucina e nel modo stesso di aver guadagnato quel cibo. Il cibo, una volta offerto a Dio, diventa un prasad, puro come cibo consacrato.

L'offerta è antidoto
[22] Mira non si preoccupava di ciò che le veniva offerto. Un giorno offrì a Krishna del cibo avvelenato, prima di consumarlo. Ella sempre offriva prima il cibo a Krishna, poi lo mangiava. Quando offrì questo latte avvelenato, Krishna divenne cianotico. Egli aveva assunto il veleno e aveva lasciato il latte sano a Mira. Quand'essa tornò nella sala adibita a tempio, si accorse che il viso di Krishna era diventato bluastro e questo per lei fu intollerabile. Era così candida e pura prima la statua marmorea di Krishna! Ed ora che si era incupita con quel colore bluastro era motivo di grande dolore per Mira.

La devozione di Mira
[23] Con questi pensieri, cadde ai piedi del simulacro. Nel frattempo, entrò Maharana e montò su tutte le furie. La prese e la trascinò fuori, gridandole: "Tu non puoi stare qui. Io qui sono il re e tu stai distruggendo la mia reputazione e la mia rispettabilità. Questo tempio l'ho costruito io e tu non hai il diritto di rimanere in una costruzione fatta da me. Vattene via!". Mira, quando il marito fece irruzione nel tempio, non era preoccupata d'altro che del cambiamento di colore della statua di Krishna, e queste furono le sue parole: "Maharana, questo tempio è stato, sì, costruito da te. Ma che cosa puoi dire del tempio del mio cuore? Quello l'ha edificato Krishna, che vi dimora stabilmente. O mente, perché mai ti preoccupi di questi problemi, che non sono altro che il prodotto dell'attaccamento?". E, così dicendo, Mira sfidò la sua stessa mente.

O mente, va' sulle rive
del Gange e dello Yamuna.
Sono quelli i luoghi del tuo pellegrinaggio.
Non hai bisogno di pagare un biglietto
e di andare in treno sulle rive del Gange.
È il Prayaga,
la confluenza dei tre fiumi
Gange, Yamuna e Sarasvati,
che è dentro di te.
È il punto di incontro di
ida e pingala,
dove ha inizio sushumna.(68)
O mente, va' in questo Prayaga,
che è il centro delle mie sopracciglia
e là sarai beata.
Non appena la mente raggiunge quel luogo, essa gode suprema pace e tranquillità e si fonde in Krishna. A Mira fu possibile raggiungere quello stadio supremo grazie alla sua ferma fede e alla sua costante ripetizione del Nome del Signore Krishna. Perciò, anche voi abbiate un incessante amore e una fede stabile, così da sviluppare quelle stesse qualità.

Fede instabile
[24] Lo stadio attuale di molti è quello di una mancanza di equilibrio. Si viene sballottati qua e là come burattini; al mattino una fede, alla sera un'altra.

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È quanto mai pericoloso cavalcare due cavalli. Montate su un solo cavallo. Se ne cavalcate due che vanno ognuno per una direzione diversa, cadrete e vi farete male. Adorate Dio con fede incondizionata.

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Senso della disciplina
[25] Il significato profondo di alcune norme, come il canto del Suprabhatam - l'Inno del risveglio - le preghiere e le varie discipline, sta nel fatto che tutto ciò vi conferisce uno stato di grazia. Non sono regole fine a se stesse. Se non le capite o non vi piacciono, c'è da chiedersi perché siete venuti qui dopo averle accettate. Se non gradite queste regole, potete andarvene. Altrimenti ingannate voi stessi. Non cadete vittime di un vostro stesso inganno. Non prestatevi a questo suicidio. Dilatate il vostro cuore e non preoccupatevi di ciò che gli altri pensano di voi. Orientate tutto il vostro attaccamento e tutta la vostra onorabilità a Dio! "O Dio, Tu sei il mio unico salvatore. Salvami!". Se avrete questo approccio al Signore, tutta la vostra istruzione, tutti i vostri studi ne verranno santificati.

La giusta disobbedienza
[26] Prahlada era una persona colta ed era anche uno studioso. Quando qualcuno proponeva qualcosa che andava contro Dio - poteva essere il suo insegnante o suo padre - si dissociava dal loro modo di pensare. Quando qualcuno va contro Dio, disobbeditegli, fosse anche vostro padre! Lasciate anche il marito se vi insegna qualcosa che va contro Dio. Fate come Mira e, come Prahlada, potete disobbedire a vostro padre! Come Bharata, potete abbandonare vostra madre,(69) se essa vi insegna ad andare contro vostro padre. E, come Vivishana, potete abbandonare vostro fratello. Quando ne andasse di mezzo la parola di Dio, abbandonate tutti! E ciò si applica anche al maestro.

Disobbedienza al maestro
[27] Vamana si presentò come mendicante a Bali. Maestro di Bali era l'acharya Shukra. Shukracharya disse a Bali: "O sire, non farti ingannare dall'aspetto di questo nano (Vamana). È padrone di tutti e tre i mondi ed è venuto da te con un preciso scopo...". "Maestro, - rispose Bali all'istruttore - se hai capito che Egli è il Padrone dei tre mondi, ciò significa che, quando verrà, la Sua mano scenderà verso la mia che sale. Sono fortunato, estremamente fortunato, perché Dio in persona scende per chiedermi qualcosa! La Sua mano cala sotto la mia". Così Bali si convinse di essere assai fortunato e, per questo, disobbedì al suo maestro. Quando si tratta di Dio, qualunque persona si intrometta, abbandonatela.

Vittoriosi con la Grazia
[28] In qualunque circostanza, siate vincenti. Per gli esami, per la famiglia, per gli affari o per il lavoro, senza la Grazia del Signore, non avrete mai successo. Ma se riuscirete ad essere vicini al Signore e ad ottenere la Sua Grazia, sarete sempre vittoriosi. Quando riusciste a mantenere Dio nel vostro cuore con fede piena e coraggio, invocateLo e otterrete ogni successo. È questo il senso dell'ultimo versetto della Bhagavad Gita:

"Là dov'è Krishna, il Maestro dello yoga,
là dov'è Partha, l'arciere,
immancabili sono la gloria, la vittoria e la prosperità,
ed anche l'immutabile legge della giustizia".


(Prashanti Nilayam, 22 Giugno 1989
Agli studenti raccolti nel Tempio)


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(64) Draupadi, moglie dei Pandava, fu esposta al ludibrio dei presenti in un'assemblea dei Kuru, che, per insultarla, volevano denudarla pubblicamente sciogliendole di dosso il sari. Ma il Signore la protesse facendo sì che quell'abito avesse una lunghezza interminabile. (TORNA AL TESTO)

(65) Questa preghiera è tratta dalla Bhagavad Gita IV, 24. (TORNA AL TESTO)

(66) Il sadhu è un uomo che, attraverso numerose sadhana o discipline spirituali, ha raggiunto la perfezione e la stabilità completa nel compimento del proprio dovere. Sono chiamati sadhu gli asceti che vivono isolati sull'Himalaya. (TORNA AL TESTO)

(67) Samnyasin è colui che ha rinunciato ad ogni cosa ed ha abbandonato ogni desiderio per darsi solo alla contemplazione mistica, che considera come il respiro stesso della vita. Il Samnyasin è consapevole della futilità degli attaccamenti alle cose e alle persone. Il suo abito è una veste color ocra, il colore del rinunciante e di chi mendica, vive isolato dai luoghi frequentati, nutrendosi di quel poco cibo che riesce a recuperare con le sue questue, è benevolo con tutti, anche con coloro che gli rifiutano il cibo e non si trattiene a mangiare e a dormire per due volte di seguito nello stesso luogo. Sua unica aspirazione è la compagnia del Signore.
V. anche nota 35. (TORNA AL TESTO)

(68) Si fa riferimento alle nadi, ossia agli innumerevoli canali attraverso i quali le energie scorrono per tutto il corpo sottile. Di tali condotti i principali sono quelli che scorrono lungo la colonna vertebrale (sushumna), attraverso tutti i sette chakra; pingala è il condotto laterale destro e ida è il laterale sinistro. Per un approfondimento sui chakra vedasi un discorso di Sai Baba - "Lo yoga che porta al controllo della mente" - pubblicato in Mother Sai n°6/14, p.27. (TORNA AL TESTO)