DISCORSO DIVINO

Il Nome del Signore

16 ottobre 1988

Sarete buoni e virtuosi
quando avrete eliminato le cattive qualità.
Avrete un cuore puro
quando smetterete di darvi pensiero e pena.
Raggiungerete la pura identità con Quello
attraverso il sacrificio.
Non dimenticate queste sagge ed utili parole.




Incarnazioni del Divino Amore!

L'Era delle tenebre
[1] Per ottenere la condizione più elevata durante il Kali-yuga, sarebbe sufficiente il Nome stesso di Dio. Questa è l'Era delle tenebre (Kali-yuga)(28). Non stancatevi di cercare la pace, giacché in essa troverete l'illuminazione, e l'illuminazione stessa è fonte di pace. Siate fermamente convinti del fatto che, persino dove regnano scompiglio e inquietudine, è possibile ottenere la pace e, con la pace, è possibile essere nella Luce. Non è mai esistita un'era così piena di ignoranza e così tenebrosa come questa! Tuttavia, anche in quest'era oscura e tanto insipiente riluce una forza che vi può dare la libertà: è la Luce del Nome. In questo Kali-yuga non esiste alcuna energia o parola che sia più potente della recitazione del Nome del Signore.

Un Nome amabile
[2] Quando ammirate una rosa, automaticamente si associano nella vostra mente il suo colore stupendo e la sua fragranza. Con l'annuncio del nome "rosa" e nel vederla, notate le sue spine ed i suoi petali, dai quali viene emesso quel profumo. Quando osservate qualcosa dal vero, avvertite un senso di trepidazione e di meraviglia e vivete contemporaneamente una nuova esperienza, ma nel Nome non provate timore, né agitazione, né stupore.

Patrimonio comune
[3] Potete continuare a ripetere il Nome alla maniera che preferite: questo Nome è dolcissimo e accessibile a chiunque. Un peccatore potrà non riuscire a raggiungere Dio, ma può recitarne il Nome. Chiunque può raggiungere la più alta meta al solo canto del Nome del Signore. Il denaro esercita un potere superiore all'oggetto che avete comprato con esso. Se disponete di soldi, potete comperare qualsiasi cosa, quando e dove volete. Allo stesso modo, considerando la ricchezza del Nome, potete possederne in qualsiasi momento la forma. L'unico patrimonio che dovreste cercare di accumulare vieppiù ogni giorno è la ricchezza del Nome.

Ampio spettro d'azione
[3b] La gente può cimentarsi in varie discipline spirituali, come lo yoga, il controllo del respiro (Pranayama) e la celebrazione di sacrifici rituali (Yajna). Nel praticare, però, questi tipi di discipline, potreste incorrere continuamente in perplessità o incertezze. Persino dopo una rigorosa pratica di discipline varie, potreste essere assaliti dal dubbio di fallire l'obiettivo; oppure, potreste anche non essere capaci di attuare correttamente qualche esercizio. Invece, basta che siate in grado di recitare il Nome del Signore e sarà come se praticaste insieme tutte le discipline previste.

Per raggiungere Dio
[4] Rendetevi conto di quanta gioia può procurarvi la ripetizione del Nome del Signore: cantando il Suo Nome potete raggiungere il Signore stesso. Nessuno può comprenderne la misteriosa natura: sarebbe come cercare di conoscere i tratti fisionomici di uno sconosciuto. Ne potete soltanto ricordare il Nome e invocarLo. L'invocazione e la visione di Dio sono possibili solo pronunciandone il Nome e, con l'ausilio del Nome, riuscirete ad ottenere anche ciò che vi sembra impossibile: Dio stesso.

Erudizione e Nome
[5] A Kashi (Benares) viveva uno studioso assai dotto. Aveva studiato a fondo i Veda, i Vedanga (29), un gran numero di poemi epici, ed era molto noto. Ma, ridotto unicamente alla conoscenza libresca, aveva mandato completamente in rovina il proprio cuore: la sua cultura e le sue conoscenze erano artefatte. I suoi stessi allievi lo criticavano; tuttavia, con l'andar del tempo, imparò che non vi è nulla di più grande del ripetere il Nome del Signore.

Nome d'Amore e di Pace
[6] Che fare per accrescere l'amore nel cuore? C'è solo il Nome! L'amore ottenuto per mezzo di esso vi condurrà a Dio. Chi è immerso nell'amore non sarà mai turbato. Come faranno i raggi del sole a raggiungere una persona immersa nelle acque del Gange? Soltanto chi sta sulla sponda del fiume potrà trarre beneficio dai raggi solari. Chi è intriso d'amore non sarà mai preda dell'Illusione (Maya). A chi è privo d'amore l'Illusione non procurerà altro che problemi. Progredite nell'amore che è in voi, ripetendone il Nome. Con la forza dell'amore riuscirete a soggiogare tutte le forze ostili: aumentando il vostro amore in voi, potrete eliminare desideri e conflitti, e la pace suprema regnerà dentro di voi. Con essa giunge ogni gaudio e felicità.

Fede nel Nome
[7] Come possono le belve feroci atterrire chi si trova al dodicesimo piano di un edificio? Come potrebbero farlo stare in apprensione? Questo mondo può essere paragonato ad una giungla piena di bestie feroci e selvagge: lussuria, invidia, cupidigia, egoismo ed altre belve vagano in libertà in questa singolare foresta. Ma se avrete tanta fede, con l'Amore ed il Nome nessun animale vi torcerà un capello!

La fede è basilare. Chi è senza fede non può avere amore, ed è con l'amore che si giunge a Dio. Ecco il punto critico del Kali-yuga: si vive lontani, lontanissimi dall'amore. Si fa in modo di circoscrivere l'amore ad un gruppo limitato di persone, la propria gente, i propri parenti. Il genere d'amore che si vive non sa abbracciare tutta l'umanità e non va oltre gli agi e le gioie terrene. Così, il Nome va ripetuto con spontaneità, con solida fede, con un amore universale e nel completo desiderio di unione con Dio: ecco come recitare il Nome! In nessun'altra cosa potrete trovare l'energia che può dare il Nome.

Purusha
[8] La ripetizione del Nome può trasformare un uomo aprendogli la mente. La continua recita del Nome porta vieppiù alla fusione nell'Amore. Il mondo si fonde in voi e voi vi fondete nel mondo. Considerate il mondo come fosse vostra madre. La devozione va vista come un Purusha, ossia come il Principio Spirituale, la Persona Suprema che consente all'uomo integrale una vita umana di grado eccelso. Purusha è Colui che riposa in questo particolare paese, chiamato "corpo". Nessuno all'infuori dell'uomo e della donna, esprimono meglio questa Realtà. Tutta la natura è associata al principio femminile. Uomini e donne, indistintamente, nella tristezza piangono, nella fame mangiano, nella provocazione si adirano. Che cos'è che distingue i cosiddetti uomini? Non ci sono differenze così rilevanti da far ritenere tanto diversi gli uomini dalle donne. Così, in verità, potrebbero tutti chiamarsi "donne". Dal momento che ogni uomo è vittima di qualche debolezza, in certo senso è anche donna. Bisogna far sì che la forza divina dimorante nell'uomo si manifesti, in modo da non essere soggiogati dalla debolezza. Lo sforzo più importante che dovrebbe compiere l'uomo è quello di confrontarsi con se stesso.

Sita e Ravana
[9] Sita, figlia della Madre Terra, impartì a Ravana una lezione singolare. Ignorando che Sita è la stessa Natura, Ravana cercò di cattivarsela ed un giorno, avvicinatala, incominciò a farle la descrizioni dei propri poteri, qualità e magnificenze. Per cominciare si presentò come uno che possiede appieno i 64 tipi di scienza, a partire dai vari sistemi per l'apprendimento delle lingue alla conoscenza di tutte le famiglie di animali fino a comprendere, insomma, tutto il sapere umano.

"Le tue qualità e i tuoi poteri - esclamò Sita -, al confronto con quelli di mio marito, sono insignificanti. Solo dopo aver realizzato l'unica e sola Verità potrai vantare la padronanza di ogni sapere. Che cosa penseresti se un tale ti rapisse la moglie? Incomincia da questo punto. Sei forse preoccupato per i sentimenti del marito a cui viene rapita la moglie? Come puoi esigere rispetto ed onore da chi non sai rispettare n‚ onorare? Volgi verso gli altri tutto il bene che ti aspetti per te stesso. Ti presenti come un grande, ma sei solo un egoista e di mente gretta. Mistifichi i tuoi errori e le tue debolezze, mascherandoli dietro la curiosità per quelli degli altri."

Solidarietà
[10] Tutto ciò non collima con la Conoscenza dello Spirito. Considerate sotto un altro aspetto i problemi e le difficoltà. Vi sentite tristi e soffrite quando vi accade qualcosa di spiacevole e di doloroso: abbiate gli stessi sentimenti anche nei confronti delle vicissitudini degli altri.

Rimprovero di Sita
[11] Sita redarguì Ravana in questo modo: "Se non hai compreso questa semplice verità fondamentale, tutta la tua cultura sarà stata solo una perdita di tempo, sarà solo un'istruzione materiale. O Ravana, - continuò Sita - io sono la Madre di tutte le genti, ed anche tua! Fa parte delle tue qualità far soffrire questa madre, la Madre dell'Universo."

Hanuman, che aveva compreso questa verità, interrogato da Ravana gli fornì la stessa risposta data da Sita.



O Ravana, Lei è la Madre dell'Universo.
Perché L'hai portata via?
Verrà Rama, troncherà le tue dieci teste
e ti annienterà. Ricordalo!
O Ravana, perché questa nefandezza?
Io sono in contatto con Sita e La conosco;
ho distrutto una gran quantità di Rakshasa.
Ti voglio insegnare una cosa, o scellerato:
la vita non è in tuo potere.
Io ti priverò di tutti i tuoi poteri.
Ora non avrai più alcun dominio
nemmeno sulla tua stessa vita.
La vita è sotto il dominio del Signore Supremo!
Il Nome-seme
[12] Riconoscete almeno questa verità ed invocate il Signore Supremo. Non abbiate alcun dubbio sulla Sua esistenza. Hanuman disse a Ravana: "Se vuoi veramente riconoscere il Signore onnipervadente, dovrai ripeterne il Nome, che possiede tutti i poteri. Se reciterai questo Nome, godrai i frutti di ogni tua azione."

Quando si annaffia un albero alle radici, quell'acqua giungerà pure ai rami, alle foglie e ai frutti. Allo stesso modo, il Nome è come un seme. L'attività dell'Universo è germogliata dal seme del Nome. Nell'albero che simboleggia l'Universo vi sono molti altri alberi che, a loro volta, rappresentano i vari tipi di illusione: vi sono i fiori, simbolo dei pensieri che diverranno a suo tempo frutti. In ogni frutto è ancora presente lo stesso seme. Si pianta un solo seme, ma se ne ricavano molti altri, almeno quanti sono i frutti dell'albero.

Nella Gita si dice: "Io sono in ognuno di voi come un seme". Il Nome-seme lascia di riflesso un seme nel cuore di tutti gli esseri viventi. Come fa un seme a moltiplicarsi in tanti altri semi? Ecco il senso dell'espressione Eko'ham, bahusyas, "Io sono Uno, sarò i Molti", cioè la Persona Divina si è manifestata in molteplici forme.

La cultura libresca
[13] Oggidì gli esseri umani studiano e scrivono una gran quantità di libri, ma non riescono a realizzare la verità fondamentale che sta al di là della Creazione. Ci potrà essere anche un brahmino che ha studiato a fondo tutte le scritture, ma ha ormai dimenticato la parte più importante, quella di mettere in pratica quanto ha appreso. Quando l'istruzione non viene messa in pratica è solo una perdita di tempo. Bisognerebbe mettere in pratica almeno una parte di ciò che si è imparato.

Incarnazioni del Divino Amore, non perdete tempo nel leggere una gran quantità di libri; recitate con cuore puro il Nome del Signore. Recitando il Suo Nome potrete sperimentare ogni gioia! Fruite pure delle cose transitorie che il mondo vi offre, ma senza mai dimenticare che siete tutti manifestazioni di Dio.

I pastori subalterni
[14] Eccovi un piccolo esempio. Un pastore condusse le sue vacche al pascolo nella foresta. Non appena le mucche si misero a brucare l'erba, si unì ad altri pastori per fare quattro chiacchiere sotto un albero. "La mia mucca non sta bene", diceva uno, e gli altri facevano coro parlando del loro bestiame. Ognuno parlava delle mandrie come fossero loro proprie: "la mia mucca, le mie bestie", e così via, e ciascuno cercava di decantarne le più prestigiose virtù. Quel pastore, tuttavia, sapeva bene che, in realtà, il bestiame apparteneva ad altri e che egli non era altri che un dipendente.

Così, quando descrivete la vita terrena che state conducendo, dite: "Questa è la mia vita, questo è mio figlio, questo è..." e così via. Ma tutti sono figli di Dio e tutto quanto avete è un Suo dono. Se nutrite sentimenti divini e sostenete la Verità, saprete dedicare qualunque gioia a Dio. Anche nel compimento dei doveri quotidiani, mantenete sempre la mente rivolta a Dio, Verità che sta alla base di tutto.

La resa di Draupadi
[15] Oggi l'amore paterno, materno e quello dei parenti è stato ridotto al livello di un affare commerciale. Quando offrite qualcosa al Signore, fatelo senza condizioni. Non si può considerare Dio alla stregua di un socio in affari e fare una distinzione tra ciò che è vostro e ciò che è Suo. Egli non è disposto ad entrare in società con voi. Anche Draupadi (moglie dei Pandava), trattenendo in mano il suo sari, pregava "O Krishna, Krishna, Krishna!". Al vedere quella scenetta, Krishna ebbe l'impressione di trovarsi di fronte ad una devota part-time. "Tiene stretto il sari e contemporaneamente Mi invoca: è come se mercanteggiasse. A questi patti non accetto. Se vuol dare, dia senza indugio". E fino a quando andò avanti la cosa? Si arrivò ad un risultato, quando Draupadi fu presa dalla disperazione: raggiunse così quella Verità che, invece, è ancora ben lontana dalle vostre menti. Pensando che soltanto Dio può dare salvezza, si domandava: "Riuscirò a salvarmi in questo modo?". Ella amava in Krishna la forma di Dio, ma allo stesso tempo anche quella del sari. Alla fine congiunse le mani e offrì tutto quanto a Dio. E fu così che Dio intervenne all'istante per proteggerla. Abbandonare tutto e arrendersi completamente a Dio: ecco la prova di un'autentica devozione!

La resa di Gajendra
[16] Anche Gajendra, il re trasformato in elefante, mentre pregava sulla sponda di un lago tenendo in mano il tronco di un albero, diceva: "Oh, ti prego, ti supplico, vienimi in aiuto!" Con una mano teneva l'albero, con l'altra pregava. Credendo che il tronco d'albero sarebbe stato la sua salvezza, con l'altra mano invocava Dio: "O Signore, vieni a salvarmi!". Allora Narayana disse: "Non intendo assolutamente scendere a compromessi". Gajendra lasciò andare il tronco, giunse le mani e pregò con totale abbandono: "O Signore, vieni!". Ed il Signore venne in suo aiuto e gli offrì la Sua protezione.

Onnipotenza del Nome
[17] Che Dio venga o vada, è frutto di pura immaginazione. In realtà Egli è sempre presente ed onnipervadente. Se volgerete lo sguardo a Dio, Egli avrà riguardo per voi. Questo è il significato del Sudarshana Chakra, il disco di Vishnu. Col dire Sudarshana non intendo "disco", ma solo "giusta visione". Quando avrete volto l'occhio a Dio, Dio volgerà il Suo verso di voi. Finché non avrete guardato Lui, Egli non guarderà voi. Dio è onnipresente. Lasciate che i vostri sentimenti fluiscano verso di Lui. Perciò, cogliete ogni occasione per recitare il Suo Nome. Ripetendo il Nome del Signore, è possibile ottenere anche le cose più grandi, è possibile ottenere tutto, proprio tutto.

Il capriccio di liberarsi
[18] Nei regni del Nome e dell'Amore, Moksha, ossia la Liberazione perde ogni attrattiva. Che intendete per Liberazione? Come ci arriverete? Liberandovi dall'infatuazione per essa! Siete ingombri da cima a fondo di fisime che vi inducono a pregare "Io voglio la Liberazione!". Eliminate quel capriccio e solo allora l'Amore infinito vi apparirà.

Valore del Nome
[19] Come potete pensare di ottenere Divinità e Santità senza mettere in atto quanto ci si attende da voi o senza riflettere diligentemente oppure senza conoscere il significato della Divinità? Tukaram disse che soltanto chi conosce il valore di una pietra preziosa saprà come custodirla. Una persona che ignora il valore di un diamante lo getterà via. Cercate, dunque, di cogliere subito il valore del Nome. Il Nome per eccellenza non è un nome qualsiasi, ma è la dolce essenza della rivelazione di tutte le scritture. Lasciate pure lo studio delle scritture o delle sacre epiche, ma abbiate piena fiducia nel Nome.

Il Nome con amore
[20] Recitate il Nome, sempre! Però non fatelo meccanicamente, come un registratore.

Anche da una registrazione si può udire il Nome, ma per far questo bisogna collegare la spina ad una presa di corrente: solo con l'elettricità riuscirete ad ascoltare quella registrazione. Se fate a pezzetti un nastro su cui è incisa una canzone, non potrete più utilizzarlo per udirla.

Il Nome di Dio risiede nel vostro cuore e soltanto quando Lo pronuncerete con amore, sperimenterete la Divinità. Non dovrebbe partire dalle labbra, ma dal profondo del cuore. Il Nome pronunciato solo con le labbra è simile a quello riprodotto da un registratore ed il risultato è identico. Oggi, le azioni che compite sono proprio così, artificiali.

Onora padre e madre
[21] È di capitale importanza prestare molta attenzione al comportamento da assumere ogni giorno, giacché è proprio nella condotta ordinaria che si riscontrano i peggiori difetti. Ogni essere umano dovrebbe onorare e rispettare il padre e la madre. Questa è l'unica strada giusta, perché solo questo può santificare la vostra vita. Percorrete il sentiero della Santità e sperimentate la magnificenza della Divinità. Provvedete al mantenimento dei genitori, finché sono in vita, prima che sia troppo tardi. Quando muoiono, i figli ne trasportano le ossa a Benares... Occorreva prendersi cura di loro mentre erano in vita e non farli piangere, anziché recarsi a deporre fiori sui loro cadaveri.



Tutti i devoti cantano melodiosamente
il Nome del Signore.
Quello è il vero giorno:
il giorno in cui offrite cibo delizioso
a chi è devoto e ripete il Nome del Signore.
Vengano a noi gli anziani e i saggi
e ci portino le storie che narrano del Signore.
Soltanto quello è il vero giorno.
Il ricordo dei defunti
[22] Che significa Tadinam? È il giorno in cui si ricordano i morti. Sarà un bel giorno quello in cui riuscirete a ricordare con gratitudine i vostri genitori defunti. Se invece smarrite il senso del sacro e di tutto quanto è stato fatto, quello sarà un brutto giorno. Onorate i vostri genitori. Date onore e rispetto agli anziani.

La via per la Devozione
[23] Date alla vostra vita maggior moralità ed integrità. La vostra condotta non sarebbe buona senza queste due qualità. Eliminate l'"ego" ed abbiate cura della vostra anima. Abbiate fede nell'Atma. Amate il padre e la madre. Ecco la strada che conduce alla devozione. Come potrà guadagnarsi l'amore di Dio chi non sa conquistarsi l'amore della madre? Dio è presente in ogni essere umano, ma lo è in modo speciale nei genitori: capite questa verità!

Sat-Cit-Ananda
[24] Dal momento che uno ha preso una forma umana, si presume che abbia anche la giusta conoscenza. Invece si trascura il Nome ed il Sat-Cit-Ananda, ossia i tre principi consustanziali dell'Essere-Coscienza-Beatitudine non vengono tenuti in considerazione. Si finisce per preoccuparsi soltanto del nome e della forma. Fino a quando credete di poter inseguire questo piccolo corpo? State pur certi che invecchierete e morirete, anche se vi isolaste in una foresta. Quanto deve accadere, accadrà! Una sola cosa ci appartiene realmente: il Sat-Cit-Ananda. Prestate dunque attenzione a quella Beatitudine latente in voi. Questo è il principale dovere. Credete con fermezza che Dio è presente in ognuno. Abbandonatevi ciecamente al Nome. Dio sarà raggiunto soltanto ripetendone il Nome. Quando si recita il Suo Nome, la vita diviene perfetta e pienamente incline al servizio.

E con questo chiudo il Mio discorso.



(Prashanti Nilayam, 16 Ottobre 1988 Festa di Navaratri)





(28) "I Grandi Saggi (Maharishi) divisero il tempo in quattro ere o yuga, chiamate Kritha-yuga, Dvapara-yuga, Treta-yuga e Kali-yuga. Queste epoche si succederanno periodicamente. La parola Kritha significa "quattro volte", Treta "tre volte", Dvapara "due volte" e Kali ci dà una fissa unità di misura. Secondo quei Saggi, 432.000 anni è l'unità di base e rappresenta il numero di anni del Kali-yuga. Il doppio del Kali-yuga, cioè 864.000 anni, fa lo Dvapara-yuga. Tre Kali-yuga fanno un Treta-yuga, composto di 1.296.000 anni. Quattro Kali-yuga, cioè 1.728.000 anni, costituiscono un Kritha-yuga. Se li assommiamo tutti, abbiamo un periodo di 4.320.000 anni, chiamato Mahayuga o Grande Era. Ultimato un Mahayuga, ricomincia il Kritha-yuga. Questi furono i modi e le misure con cui essi interpretarono il tempo". (Sai Baba, in SUMMER SHOWERS IN BRINDAVAN 1978, p. 8-9). (torna al testo)

L'evangelista Luca ci riferisce che, allorché Gesù fu arrestato, disse "a coloro che gli eran venuti contro, sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: "Siete usciti con spade e bastoni come contro un brigante? Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani contro di me; ma questa è la vostra ora, è l'impero delle tenebre" (Lc 22,52s).

(29) I Vedanga, la "scienza ausiliaria dei Veda", sono sei conoscenze complementari a quelle dei Veda. Eccole:

1) la scienza della pronuncia (Shiksha);

2) la grammatica (Vyakarana);

3) l'interpretazione etimologico-simbolica delle parole (Nirukta);

4) la pratica cerimoniale (Kalpa);

5) la prosodìa (Chanda), ossia lo studio delle caratteristiche prosodiche di una lingua come l'accento, il tono, l'intonazione, ecc.;

6) l'astronomia (Jyotisha). (torna al testo)