DISCORSO DIVINO

L'esempio di Sai

26 agosto 1988

Di notte la Terra è illuminata dalla Luna e di giorno dal sole;
i tre mondi sono rischiarati dal lume del Dharma.
Il figlio ideale tiene alto il nome della stirpe:
è come un giardino di gelsomini in una foresta selvaggia.
Non solo dà rinomanza alla comunità in cui vive, ma è fonte di benessere
per il mondo intero.


Incarnazioni del Divino Amore!

[1] Per santificare la propria vita, un essere umano deve credere nel sacro e nel divino. Il tempo nella vita umana è un fattore determinantel'uomo deve saperlo e deve vivere in unione col tempo che è infinito, con il Divino che è illimitato e con tutto ciò che santifica. Scopo della vita non è la ricerca delle comodità materiali e del lusso; e, poiché l'essere umano non è fatto solo di corpo, ma anche di mente e di spirito, deve fare di tutto per santificare la vita.

[2] Il corpo fisico è indispensabile per compiere delle azioni; la mente è indispensabile per capire il mondo esterno e l'anima dà ad entrambi la capacità di vedere le cose nella giusta prospettiva. Essenza, conoscenza ed azione, unite dal Principio della Divinità (Atma), si combinano insieme nella natura e nella forma dell'essere umano, la cui vita si estrinseca e si esplica attraverso di esse. Ecco perché la vita umana è unica e speciale, oltre che divina. Quindi, l'uomo deve scoprire la sottile relazione esistente fra corpo, mente e anima, per essere in grado di riconoscere l'unicità e la divinità della propria vita.

[3] La mente ha quattro funzioni:

Manas, la mente propriamente detta;
Buddhi, l'intelletto;
Citta, la coscienza, ricettacolo di tutti i ricordi e impressioni, e
Ahawhdra, l'Ego.
Nel loro insieme esse formano l'Antakarana, "l'organo interno", ossia il complesso psichico dell'individuo. Il corpo agisce, la mente pensa, l'Atma è: tutti e tre sono permeati dalla stessa Essenza Divina (Atma). La mente è costituita dal puro e semplice processo del pensare. L'intelletto è la facoltà di intendere e di volere, di valutare le cose, di distinguere il bene dal male: è la qualità peculiare della mente. La coscienza, invece, porta l'individuo a riflettere e a meditare. L'Atma o Principio Divino illumina queste tre funzioni mentali e dà origine all'''io" che determina la nascita sulla terra. In definitiva, tutte queste componenti della natura umana non sono altro che espressioni di Brahman, forme di Dio.

[4] Il Brahmana che si occupa di cucina è un cuoco, ma il Brahmana che svolge funzioni nel tempio è un sacerdote. Se uno interpreta le Shastra, ossia le sacre scritture, è chiamato Shastri e se ha un ampio corredo di approfondite cognizioni, lo si definisce un uomo dotto, un erudito, un sapiente. Comunque, anche se rispettive qualità e funzioni sono diverse, tutti e quattro sono ugualmente Brahmana. La mente, l'intelletto, la coscienza e l'ego, che svolgono ciascuno una funzione diversa, ricevono le loro facoltà dall'essenza Divina, l'Atma. Bisogna ammettere che la mente ha sull'uomo un forte influsso e che può renderlo schiavo o libero. Ciò trova conferma anche nel Vedanta, dove si afferma: "La mente è la vera responsabile sia della schiavitù che della liberazione". Persino il mondo trae origine dal pensiero. "Com'è la mente, così è l'uomo", si dice; oppure, in altri termini, "L'uomo è ciò che pensa". Lo stesso concetto è espresso dal proverbio inglese "Com'è il pensiero, così è il cuore", concetto comune a tutti i paesi del mondo.

[5] Nel complesso delle sue quattro funzioni - Manas, Buddhi, Citta e Ahamkara- la mente non è autonoma, ma è governata da un padrone Prajna, a cui si sono attribuite varie interpretazioni: intelligenza, chiarezza di vedute, facoltà di giudizio, intuito, ecc., che non sono interpretazioni esatte, in quanto hanno solo un valore temporaneo. Invece la Prajna di cui ci parla il Vedanta è una consapevolezza costante, incondizionata, comune a tutti gli aspetti della natura umana, cioè al corpo fisico, alla mente, all'intelletto, ecc. ed è dotata di un potere straordinario. Praynatva, ossia la Saggezza è Brahman. Non c'è alcuna distinzione fra Atma, Prajna, Verità e Brahman.

[6] Come fa l'uomo a riconoscere la propria natura se non sa vedere in se questa essenza? Perciò, prima di tutto deve cercare di identificare le qualità insite nel proprio essere: egli non è affatto una creatura ordinaria. Tra tutte le specie dell'Universo, il genere umano è quella che ha ricevuto le prerogative più elevate ed uniche.

NELL'UOMO C'E' LA VERITÀ.

NELL'UOMO C'E' LA SAGGEZZA.

NELL'UOMO C'E' L'INFINITO.

Queste sono qualità innate nell'uomo, sono tutti aspetti di Brahman e molte anime nobili sono venute sulla terra per comunicare agli uomini queste cose e per ristabilire il Dharma, ovvero la Rettitudine nel mondo.

[7] L'uomo è dotato di ingegno, che esprime attraverso l'Arte, la Filosofia, la Religione, le cui finalità tendono al riconoscimento della Verità unica, eterna, trascendente. La gente considera vere le cose che vede e che sente, e ritiene di aver detto il vero quando le descrive come le ha viste e sentite. Ma le cose cambiano in continuazione: ciò che è vero oggi, non lo è più domani; ciò che è vero per uno, può non esserlo per un altro. La Verità eterna, trascendente è unica, uguale per tutti e la si trova nelle tre dimensioni del tempo: passato, presente e futuro. Dunque, la natura umana è sacra perché racchiude in sè il Principio di Brahman e l'uomo è l'incarnazione della Saggezza e della Sapienza. Il Principio "atmico" è onnipresente.

[8] Eccovi un piccolo esempio. Se uno scultore ricava da un blocco di pietra una statua di Krishna, non significa che quella figura sia scaturita dall'esterno per entrare nella pietra. NO. La pietra è solo un mezzo di cui l'artista si serve per esprimere l'arte insita in lui e che esprime per mezzo della scultura. Questa, però, per trovare attuazione, dov'essere prima pensata e ideata, e l'uomo, dopo averla strutturata nella propria mente, può concretizzarla servendosi di un masso di pietra. Tra la pietra, la statua e lo scultore, chi è più importante? Lo scultore, è ovvio. Quindi, se siete in grado di stabilire l'essenziale, riconoscerete facilmente anche ciò che è strumentale. Lo sperimentatore, l'esperienza in sé e l'oggetto dell'esperienza, ovvero chi vede, l'azione del vedere e la cosa veduta si combinano insieme per formare un unico risultato.

[9] Ogni forma d'arte è innata nell'uomo e ha origine dal cuore. Lo dichiara la Filosofia. Ciò significa che anche la Creazione - che è Arte Divina - è insita nell'uomo' Chi sa intravedere questo, pur non sentendosi diverso dagli altri uomini, è un santo, perché vive nella Verità.

[10] Siddhashrama è un'importante località del Kerala ed è così chiamata perché i suoi abitanti seppero vedere e sperimentare il Divino.

Là Vishnu apparve nella forma di Vamana. Quella regione era allora governata da Bali, re saggio e virtuoso e, durante il suo regno, la popolazione viveva felice, nella prosperità e nella pace. L'imperatore trattava i cittadini da pari a pari ed essi potevano avere tutto ciò che chiedevano.

Dio si presentò a Bali sotto le sembianze di un nano per mettere alla prova la sua devozione e le sue qualità. Colui che chiede si fa piccolo, anche se si tratta di Vishnu in persona. Bali gli domandò premuroso che cosa avrebbe potuto offrirGli ed il visitatore rispose che gli bastavano tre piedi di terreno. "Ma io posso darti ben altro; - replicò l'imperatore - perché chiedi così poco?". Ma Vamana non desiderava che quanto aveva chiesto. E Bali acconsentì con sollecitudine a quella richiesta, che gli parve davvero modesta.

L'acharya Shukra, il sacerdote del tempio, prima che il sovrano finisse di parlare, si intromise per avvertirlo di non fare incaute promesse, in quanto il personaggio che aveva davanti con un aspetto tanto umile non era un brahmana qualsiasi, bensì la stessa incarnazione della Shakti, la Potenza Divina. Ma la decisione dell'imperatore fu irrevocabile e gli rispose: "Qualunque cosa succeda, terrò fede alla mia promessa. Tu dici che costui è la Divinità in persona. Bene; se è vero, mi ritengo davvero fortunato. Se Dio in persona è venuto a chiedermi qualcosa, la Sua mano, per ricevere, deve mettersi sotto la mia. E questa è proprio una grande fortuna per me!"

Qui si può notare che il re, dichiarandosi pronto a donare qualsiasi cosa a Dio, pur contro gli avvertimenti del suo maestro, si rivelò migliore dello stesso precettore, perché volle mantenere a qualsiasi costo la parola data. Ci sono infatti dei maestri che non applicano nella loro vita quanto insegnano agli altri, per cui si dice che, se un devoto mette in pratica quanto ha imparato, è superiore al maestro che non applica i suoi stessi insegnamenti.

Bali lo aveva capito e si comportò in modo conforme. A quei tempi c'era abbondanza di mezzi, perché le piogge erano regolari e la gente era ricca e felice. Ma anche oggi, se si vuole vedere la natura in pieno rigoglio, bisogna andare nel Kerala, dove la vegetazione è dovunque lussureggiante e la campagna è feconda di frutteti, alberi di cocco e fiori. Si dice che la bellezza sia un gaudio e un piacere per gli occhi e l'uomo trova gioia e piacere nella bellezza della natura creata da Dio.

Con un grande imperatore qual era Bali, le popolazioni del Kerala vivevano dunque felici e nell'abbondanza. In quella regione tanto piccola si incarnarono tre Avatara: Parasurama, Narasimha e Vamana appunto, il cui nome è impresso nel cuore di ogni abitante. Vamana aveva chiesto una porzione di terreno grande tre dei suoi piedi e, dopo il consenso del re, col primo passo coprì tutta la Terra; col secondo occupò il Cielo. Non c'era più posto per il terzo passo e Bali, che non poteva nemmeno cedere il posto che occupava perché ormai apparteneva a Vamana, dopo un momento di riflessione, piegò il capo in modo che Vamana vi posasse sopra il piede e facesse su di lui il terzo passo. Così facendo distrusse il proprio ego e permise alla Divinità latente in lui, come del resto in tutti gli uomini, di emergere. F. si liberò!

La morale della storia è che, se non si è disposti a cedere tutto a Dio, vuoi dire che manca la fede.

[11] Il cuore è la vera ricchezza dell'uomo e la Verità è la base su cui l'uomo deve vivere. È ciò che, in fondo, io vi dico spesso: Io predico la Verità, pratico la Giustizia, la Pace è la Mia natura, l'Amore è la Mia forma. Tutto questo significa che qualunque cosa fatta da Dio è giusta e, poiché in Lui non vi è traccia di egoismo, Egli è la Giustizia in persona, la Verità in persona. Seguite il sentiero della Verità, contemplando questo Suo aspetto particolare di autentica forma di Dio.

[12] Dato che gli uomini sono molto importanti per Me, ho sempre insegnato che servire il prossimo è come servire Dio. L'imperatore Bali aveva questi nobili sentimenti, i suoi cittadini gli erano cari ed egli pensava sempre al benessere del suo popolo. Un gesto caritatevole non dev'essere mai ostacolato e, se qualcuno cercasse di impedirvelo, non prestategli ascolto. Bali era stato coerente, ma il suo precettore che voleva impedirgli di essere generoso ed altruista, perse un occhio. Con gli atti di carità e col sacrificio disinteressato, l'uomo può fare molti progressi, altrimenti il suo corpo fisico viene meno al suo compito che è quello di sacrificarsi e di rendersi utile agli altri. Tutti i poteri di cui la nostra struttura fisica è dotata, devono essere messi a disposizione del prossimo ed offerti a Dio. Il sacrificio ci dà la forza per progredire. Chi si dibatte fra difficoltà e preoccupazioni personali non sa sacrificarsi; ma se ogni essere umano avesse fede in Dio si sentirebbe più forte, perché la fede può trasformare l'uomo in Dio.

[13] Qualunque cosa Dio faccia, la fa per il bene dell'umanità. Ma l'uomo non l'ha ancora capito e pensa che il Signore agisca per un suo interesse personale... Dio non ha assolutamente bisogno di nulla;

ma voi non riuscite a capire perché vi faccia delle richieste. Con le più nobili intenzioni e per lo stesso bene degli uomini, Egli talvolta può chiedere loro alcune cose. L'imperatore Bali era la personificazione dell'Amore ed aveva sacrificato tutto per Amore. Dio andò da lui, distrusse il suo ego e lo accolse in Sé. Ma Bali era molto amato dai suoi soldati e, quando cedette tutto il regno al presunto brahmanai soldati insorsero e cercarono di uccidere Vamana. Il re non lo permise e li rimproverò: "Non è giusto ciò che fate; ricordatevi che la Verità è Dio, l'Amore è la forma di Dio!"

[14] L'elemosina è simbolo del sacrificio e chi la fa non ci rimette, anzi, riceverà molto di più di quanto ha offerto. Ma l'offerta dev'essere spontanea e non bisogna aspettarsi niente in cambio. Quando si fa una semina, la terra restituisce un raccolto cento volte maggiore di quanto è stato seminato: il seme che diventa albero darà centinaia di frutti. Analogamente, per quanto piccola sia l'offerta, per quanto modesto sia il sacrificio, la gioia che ne deriverà sarà molto grande.

Purtroppo l'uomo trasforma tutto in una specie di scambio affaristico, persino la devozione e, mettendo a nudo la propria ignoranza, mercanteggia con Dio: "Signore, ti offro questa noce di cocco, perché tu esaudisca il mio desiderio". Oppure: "Signore, se vincerò 100 mila rupie alla lotteria, ne offrirò 10 mila a te", come se Dio ne avesse bisogno!

[15] La preghiera dovrebbe invece essere questa: "Signore, desidero Te solo. Se Tu sei con me, tutto il mondo sarà nelle mie mani!" Non si può dare niente a Dio! Egli, che occupa ['Universo intero, non può essere confinato in una cappella o in un tempio! Si può forse pretendere di offrire una candela a Colui che splende più del Sole? Si può forse pretendere di capire l'inafferrabile, ['Indicibile? A Dio si può dare solo Amore, nient'altro che Amore, anche se nemmeno l'Amore può dirsi vostro: anch'esso è un dono che Dio vi ha fatto, ed è un peccato che l'uomo non sappia rendere a Dio l'Amore che da Lui ha ricevuto! Queste sono le grandi virtù che Vamana trovò nell'imperatore Bali, il quale seppe dimostrare col sacrificio della propria vita che la parola data dev'essere mantenuta a qualunque costo. Quando dovete fare un'offerta, non esitate, fatela con spontaneità; se vi consacrate a Dio non fate altro, in fondo, che consacrarvi a voi stessi perché, in effetti, a Dio non potete dare niente.

Purtroppo, nel mondo attuale, la fede non è stabile; la gente è assillata da dubbi, dubbi, dubbi... e chi nasce e vive in un formicaio di dubbi, non può che diventare piccino e squallido come una formica ed avere la stessa mentalità ristretta. Allargate dunque le vostre vedute mentali, siate generosi come lo fu Bali, il quale seppe prendersi cura dei propri sudditi come se fossero stati altrettanti figli suoi.



Incarnazioni del Divino Amore!

[16] Stiamo oggi celebrando la festa di Onam: una festività importante. Raggiungerete una posizione più elevata ed avrete grandi soddisfazioni se saprete amare e coltivare le virtù che aveva Bali. Non si può vivere santamente e divinamente se non si serve il Signore. Seguite i Suoi comandamenti, svegliatevi, muovetevi e non fermatevi finché non avrete raggiunto la meta. Non continuate a sonnecchiare nell'ignoranza! Nel sacrificio troverete la Grazia divina; con l'abnegazione potrete ottenere l'immortalità. La gente non è stata educata al sacrificio: lo spirito di abnegazione è caduto in disuso e trionfa l'egoismo. Finché perdura questo stato di cose, l'uomo non riuscirà a vedere Dio.

[17] L'Amore di Dio è altruistico e la Natura intera rispecchia questo Amore divino. Dio è padrone e signore dell'universo e la Terra, da Lui governata, ha un potere enorme e le sue leggi statiche sono uguali per tutti. Così, se una persona scivola, milionaria o povera che sia, cade seguendo le leggi della Natura. Un corpo fisico non è altro che una delle tante forme della Natura. Dietro la legge naturale c'è la legge divina, che Dio può anche modificare. Il devoto, come sapete, non lo può fare.

[18] Negli ultimi quattro giorni Sommi non si è fatto vedere e voi avete fatto tante congetture. A voler esser chiari, se ci pensate bene, potreste vedere quanta capacità di controllo ci sia in Sommi! Allora, un pezzetto di sapone è andato a finire per terra in bagno. Generalmente, dopo aver salutato i devoti, Sommi entra in casa e vi si ritira fino al mattino dopo. Quel giorno, entrando in bagno, è scivolato ed è caduto. È normale cadere, quando si scivola. Non c'è nulla da stupirsi se il fuoco brucia: è naturale che scotti, com'è naturale che il ghiaccio sia freddo. Allo stesso modo la Terra, dotata di forza gravitazionale, esegue il proprio compito seguendo la legge naturale. Sia Io che voi, se cadiamo, ci facciamo male.

[19] Per farvi capire meglio, vi porto un esempio. il traffico stradale è regolato da norme precise e la polizia ha il compito di farle rispettare. Se si deve attraversare un crocevia e la segnaletica indica la sinistra, bisogna andare a sinistra, e chi ha stabilito questa regola deve fare altrettanto: non può andare a destra. Ora, Dio che ha fatto le leggi della natura non può trasgredirle; tale osservanza, naturalmente, comporta qualche inconveniente.

[20] La capacità di controllo e di sopportazione che Swami ha, non può essere facilmente capita. Nell'organismo umano c'è un osso su cui poggia il peso del corpo. Dunque, dopo essermi chiuso in bagno, sono caduto. Poi, dominando le mie reazioni, mi sono rialzato ed ho aperto la porta. Dovrebbe farvi piacere sapere che Swami ha tanta forza e tanta capacità di controllo. Nella caduta, la testa è andata a sbattere pesantemente sul pavimento, ma è rimasta incolume. Radhakrishna, che sta qui vicino a Me, accorse e vennero anche i medici. Cercai di tranquillizzarli, perché volevano portarMi all'ospedale, ma Io mi opposi. Infine, cedendo alla loro insistenza, permisi che portassero un apparecchio radioscopico da Bangalore, per sottoporMi ad un esame. L'osso fratturato era proprio quello di cui vi ho detto prima: non c'era però niente da fare, dato che quell'osso non è agevole da trattare. Solo i medici e coloro che hanno sofferto per una simile frattura, ne sanno qualche cosa. Mi sono state prescritte quattro settimane di riposo. Ma Io non so che cosa sia riposare, non ne sento il bisogno. Ho il Mio dovere da compiere. Non posso starmene tranquillo a riposo quando migliaia di devoti sono venuti appositamente dal Kerala per vederMi. Ed Io, per farli contenti, sono sceso per vedere loro. Ma se vi fosse solo possibile immaginare il dolore che provo, sapreste che un essere umano non è in grado di sopportarlo.

[21] Molti Mi hanno scritto per dirMi che dovrei Io stesso guarirMi immediatamente da questa fastidiosa frattura. Ma no, non ce n'è bisogno. Sono piccole cose che ogni tanto possono capitare. Io non sono malato. In questi giorni ho svolto ugualmente i Mici compiti. Seduto sul divano leggevo dalle 3000 alle 4000 lettere al giorno: questo è il Mio riposo. Sullo stesso divano faccio colazione e Mi corico. Mi è quasi impossibile stare in piedi, tanto è insopportabile il dolore... ma ne sorrido e questo è un segno della Mia Divinità.

[22] Alcuni pensano che, se Swami conosce passato, presente e futuro, avrebbe dovuto prevedere quanto Gli sarebbe capitato. Ma Io non penso mai né al passato, né al futuro, ed è quello che anche a voi dico spesso di fare. Dimenticate il passato che non c'è più; non preoccupatevi del futuro che è incerto. Vivete nel presente. Io non penso mai a ciò che dovrà accadere.

[23] Per citarvi un esempio, vi riporto ai tempi di Rama. Un giorno Rama fu avvertito che l'indomani mattina alle 7 sarebbe stato incoronato re. Ma il giorno dopo, proprio a quell'ora, Egli dovette abbandonare tutto e andarsene in esilio. Rama fu l'incarnazione della Giustizia ed era Dio; non così Vasishta che, d'accordo con gli altri saggi, aveva predisposto ogni cosa per l'incoronazione. Tutto ciò avvenne con il preciso scopo di impartire agli uomini alcuni insegnamenti. Questo esempio illustra la mite natura del temperamento di Rama, che trattò sia l'incoronazione che l'esilio con la stessa imperturbabilità.

[24] II Divino ha sempre impartito lezioni simili, e nessuno può imitare Dio. Dio può tutto. Per esempio, il potere di controllo che sto esercitando su di Me, nonostante l'acuto dolore, è divino. Io so distogliere la Mia mente dal male che Mi travaglia; portare la mente su altre cose è il rimedio più efficace contro il dolore. Ogni volta che Mi muovo, avverto la sensazione di una scossa elettrica; allora mi metto a leggere. Alcuni devoti pregano e pensano che Swami potrebbe risanarSi in un attimo. Sebbene questo sia possibile, Swami non è una persona affetta da egoismo. Quando qualcuno è ferito o malato, Io non lo guarisco subito. Ogni cosa a suo tempo... bisogna soffrire, finché arriva il momento giusto. Tuttavia è possibile sviluppare il potere di distogliere la mente per controllare il dolore e non lasciarsi sopraffare dai problemi e dalle difficoltà.

[25] Solo l'Atma, il Divino Spirito può dare la vera felicità. I1 corpo procura soltanto patimenti e preoccupazioni, ma non dobbiamo badarci, perché sono transitori come il corpo. Io non voglio portare [tonta di aver risanato il Mio corpo fisico coi Miei poteri... Lo curo come ho detto, distogliendo il pensiero dal dolore, come ho fatto in questi quattro giorni. Nulla può ostacolare le Mie attività quotidiane. Sono rimasto in casa per accontentare quei devoti che Mi hanno pregato di non affaticarMi e di stare a riposo. A volte, prendo su di Me le malattie di altri per pura gioia personale: nient'altro Mi spinge a farlo.

[26] Occorre riconoscere la verità che la mente va controllata in qualsiasi frangente. "La mente è responsabile sia della schiavitù che della liberazione di un individuo". L'acharya Shukra cercò di consigliare Bali in questo modo: "Come vivrai se perderai il tuo regno? Non ti converrebbe soprassedere alla parola data?". Bali, però, sacrificò se stesso per tener fede alla propria promessa, perché amava la Verità e viveva conformandosi ad Essa. Il suo popolo gli dedicò la festa di Onam per celebrare la sua grandezza e la nobiltà dei suoi ideali. A poco serve celebrare una festa con piatti deliziosi, se non si mettono in pratica gli ideali significati da quella festa. Così, anche voi mettete in pratica quegli stessi ideali, vivendo nella Verità e con spirito di sacrificio.



Incarnazioni del Divino Amore!

[27] Qualunque sia il problema o la difficoltà che vi angoscia, non preoccupatevene: pensate ad altro. Esercitate l'autocontrollo. Seguite il Mio esempio. La Mia vita è il Mio messaggio, come spesso mi avete sentito dire, e ve ne dò la prova sopportando il dolore e tenendolo sotto controllo.

[28] Ricordatevi che l'essere umano è composto di corpo, mente e spirito: se manca la mente non si è in grado di capire che senza un corpo e una mente non ci può essere lo Spirito o l'Atma. Alla base di tutto c'è l'Atma. Armonizzate questi tre aspetti e vivrete una vita nella Verità. Non perdete tempo!

[29] I bambini delle Scuole Elementari Mi hanno chiesto: "Quale Dio dobbiamo pregare perché Swami guarisca?". Gli studenti delle Scuole Superiori recitano per Me il Gayatri Mantra. Con lo stesso stato d'animo e con la stessa intenzione la gente ha invocato tutte le divinità. Mici cari, non potete guarirMi con le preghiere! Se pensaste alla vera e reale natura di Sommi, non avreste più problemi di questo genere.

[30] In questa particolare situazione, ho osservato e visto come si comporta la mente delle persone, come tentenna e che cosa pensa. A volte, è vero, avete dei problemi, ma dovete accettarli con animo sereno e vivere ugualmente contenti e fiduciosi. L'Amore e la Compassione di Swami sono completi ed abbracciano tutti. Se non fosse così, sarebbero riusciti a portarMi a Bangalore. Ma, come avrei potuto andarci, mentre migliaia di persone venute dal Kerala Mi stavano aspettando? La gioia dei devoti è la Mia gioia. In verità, Io non ho una gioia propriamente Mia, né la desidero.

[31] Perché dovrei preoccuparMi del corpo? Questo corpo non è Mio, ma appartiene a voi ed Io non voglio intrometterMi. I vostri corpi, invece, sono Miei e, se vi procurano qualche fastidio, me ne prendo cura Io. Se pensassi di avere un corpo fisico, sorgerebbero noiosi problemi. Dio è nel cuore dei devoti e la mente dei devoti non dev'essere minimamente sfiorata dal dubbio che Swami si trovi in difficoltà e ne soffra. Niente può farMi soffrire. Niente può farMi del male. Ciò che riguarda il fisico va e viene come una nuvola di passaggio. Se pensate davvero che in questo momento Io stia soffrendo e sia angosciato, vi sbagliate. Molti di voi, spinti da amore e da devozione, fanno pressioni perché stia a riposo. Ebbene, vi rispondo che non desidero farlo, non ho mai avuto riposo, non Mi sono mai fermato. Faccio tutto quello che debbo fare e vi esorto a fare come Me. Mi si dice di non muoverMi, ma anche adesso non trascuro di fare meticolosamente ogni cosa, compreso ciò che riguarda l'igiene personale che richiede tanti movimenti. Anche voi, nel limite delle vostre possibilità, siate sempre lieti e adempite i vostri doveri nel modo migliore.

[32] Vi sto raccontando i fatti così come sono accaduti. La Mia testa avrebbe dovuto fratturarsi, tanto è stato forte il colpo che ha preso battendo sul pavimento con un gran tonfo; ma non ho voluto che Mi facessero una lastra... La Mia unica pena sta nel non aver potuto darvi gioia. Quando esco, la gente si angustia per Me e Io non voglio angosciarvi. Dato che Swami possiede una forte capacità di controllo, non dovete pensare che Swami senta dolore. Se lo credete, vuoi dire che vedete le cose da un punto di vista fisico, e allora non fate progressi. Pensate invece in questo modo, con convinzione: "I1 mio Sommi non soffre e nulla può accaderGli". Abbiate fiducia e coraggio, sempre. Ciò che è successo è un messaggio per tutti i devoti!

[33] Ogni volta che vi si presenta una difficoltà, cercate di capire da dove provengono la gioia e il dolore e che cosa li ha causati. Né la gioia né il dolore devono in realtà cambiare il vostro stato d'animo. L'uomo accoglie con piacere la gioia e cerca di cacciar via il dolore. Ma il vero uomo dovrebbe considerarli alla stessa stregua: entrambi nascono dal cuore. Quindi, se riuscite a controllare le vostre emozioni, nulla potrà affliggervi. Se pregate e meditate per la malattia di Sommi, sarà un'azione artificiale, insincera. Convincetevi invece che il dolore di Sommi è passeggero.

[34] Oggi - festa di Onam - è un giorno sacro. I devoti del Kerala non devono farlo diventare un vuoto rito annuale, ma celebrarlo nel giusto modo, mettendo in pratica le virtù e gli ideali di Bali. I problemi che riguardano il corpo vanno e vengono. Io non me ne preoccupo; fate lo stesso anche voi. Stare qui in piedi per un tempo così lungo è già di per se un miracolo. II dolore è acuto, è come una specie di strappo, ma il Mio pensiero è con voi. Mentre vi parlo non sento male. Comportatevi allo stesso modo quando qualche problema vi assilla. Vedete, per insegnarvelo Mi intrattengo a parlare con tutti voi.

[35] Ripetete sempre il Nome di Dio, ininterrottamente. Vivete felici e siate solidali l'un con l'altro. Il Nome di Dio è più dolce del nettare.

Lasciate che questo nettare danzi sulla vostra lingua.

(Prashanti Nilayam, 26 Agosto 1988 Festività di Onam)