DISCORSO DIVINO

I cinque sacrifici

7 ottobre 1986

La causa della nascita è il Karma.

Il Karma è causa del piacere e della pena, del bene e del male.

Il mondo è l'espressione del Karma e di Brahman.

La creazione stessa nasce per effetto dell'azione e l'uomo, essendo parte di essa è un prodotto di tale processo.

L'uomo rappresenta la forza vitale racchiusa in un corpo ed il corpo è il risultato delle azioni passate. Tutte le attività svolte dal corpo, dalla mente e dalla parola sono Karma. Nello svolgimento del Karma sono interessati cinque fattori.

Uno è il corpo, il secondo è colui che opera, il terzo comprende gli organi sensoriali, il quarto copre le varie azioni ed il quinto è il fattore comune a tutti gli esseri e cioè il principio divino.

Il Divino è in tutte le cose.

Se dimentichiamo questo fatto ed attribuiamo tutte le attività agli organi sensoriali, l'uomo compie l'azione per soddisfare i desideri più disparati, quindi egli rinasce per godere i frutti delle proprie azioni.

In tale modo egli è intrappolato nel ciclo della nascita e della rinascita. Ecco perché l'uomo dovrebbe agire senza badare ai frutti delle sue azioni.

Ci sono due tipi di azioni descritte nella Ghita: "Swadharma" e "Paradharma".

"Swadharma" generalmente significa doveri relativi alla casta e allo stato sociale ed è considerato altamente meritorio svolgerli. "Swadharma" non è relativo alla comunità, alla casta o al credo religioso.

"Jiva" o l'individuo si riferisce "all'Atma" il "Sé" e Swadharma vuol dire doveri verso "L'Atma".

Esso non è suscettibile di cambiare la propria caratteristica ed è basato su verità eterne.

"Swadharma" è l'obbligo principale dell'uomo nello svolgimento dei suoi doveri.

"Paradharma" si riferisce ad azioni compiute dall'entità fisica per piacere o per antipatia, fondate sul sentimento di "Io" e "Mio".

Queste ultime azioni sono piene di pericoli e la Ghita ammonisce contro i loro effetti.

Tutto ciò che facciamo nel presente ha le sue conseguenze nel futuro. Dobbiamo perciò intraprendere buone attività per assicurarci nel futuro buoni risultati.

Le azioni vengono classificate in "satwiche", "rajasiche" e "tamasiche". Le azioni "satwiche" sono quelle fatte senza uno scopo egoistico e senza curarsi dei loro frutti come un'offerta a Dio

Queste azioni servono Dio e vincono la sua Grazia. Tutte le azioni fatte invece per il proprio interesse personale per ottenere dei risultati sono "rajasiche".

La maggioranza delle azioni fatte dalla gente comune durante la vita di tutti i giorni sono di questo tipo.

Quasi tutti nel mondo compiono azioni "rajasiche" e ciò che si deve fare è convertirle in "satwiche".

Il terzo tipo di azioni sono quelle "tamasiche" e sono quelle compiute con motivi egoici e che causano danno e feriscono il prossimo infliggendogli pena.

In esse manca compassione e sono completamente egoistiche, pregne di male.

Durante il corso della vita l'uomo compie azioni, volente o nolente che causano danno al prossimo.

AI fine di contrastare gli effetti negativi di tali azioni le scritture hanno prescritto cinque tipi di sacrifici o riti propiziatori.

Essi sono: Deva Yajna, Pitru Yajna, Bhoota Yajna, Manushya Yajna, Rishi Yajna o Brahma Yajna (Yajna = rito o sacrificio).

Il significato intimo di questi riti dovrebbe essere compreso da tutti.



Deva Yajna (Rito agli Dei)

In numerose attività quotidiane come camminare, respirare ed altre, inconsciamente si causa la morte di molte creature come le formiche, insetti e microrganismi.

Per questi involontari peccati sono stati prescritti dei riti propiziatori a delle deità.

Nel nostro corpo vi sono membra e organi nei quali esiste una particolare deità sotto forma di sostanza fluida. Queste deità sono chiamate "Angirasas" (deità degli "Anghas" o membra).

Dato che queste deità proteggono in forma sottile questi organi si deve loro esprimere gratitudine sotto forma di rito.

Durante lo stadio del sonno queste deità si prendono cura del corpo. Poiché il corpo è stato dato all'uomo per svolgere i suoi doveri egli dovrebbe essere grato agli dei che lo proteggono.

Il corpo è essenzialmente donato per compiere il "Dharma".

Il primo dovere dell'uomo è meditare sugli "Anga Devas" (gli Dei Anga), adorarli ed esprimere loro gratitudine.



Pitru Yajna

Quando un ramo viene spezzato, un fiore è colto, o un albero viene abbattuto, molte piccole creature possono morire. Nel riconoscere la responsabilità della perdita di tali vite si dovrebbe svolgere l'atto che va sotto il nome di "Pitru Yajna". Noi dobbiamo il nostro corpo ai nostri genitori e quindi è nostro dovere quando sono in vita. servirli e farli felici, e quando sono morti onorarli.

Con i riti suddetti vengono cosi propiziati i favori dei nostri antenati.



Bhoota Yajna

Quando prendiamo un bagno, o quando laviamo i nostri abiti o scopiamo la nostra casa molte creature vengono da noi uccise.

Per annullare gli effetti causati da tali morti si devono offrire riti agli elementi o "Bhootas".

Questa è una pratica tramandataci dagli antichi Saggi del passato.

l Rishi (antichi Saggi) usavano mantenere cervi, mucche, ed altri animali nei loro " Ashram'. e prendersi amorevolmente cura di loro.

Seguendo il loro esempio la gente prese l'abitudine di mettere vicino ai nidi di formiche zucchero e farina.

Offrire il rimanente del pasto ai cani e ad altre creature è anch'essa una forma di rito agli elementi. Perciò oggi molta gente tiene cani, pappagalli o altre creature in casa propria.

Mostrare amore verso le creature in questo modo è un antidoto contro le conseguenze del male causato inconsciamente durante la nostra vita di tutti i giorni alle creature viventi.



Manava o Manushya Yajna

Sono offerte fatte per offese alle creature durante il lavoro o il gioco.



Rishi o Brahma Yajna

Considerando la vita umana un dono prezioso, gli antichi Saggi provvidero all'uomo un insieme di principi come le Upanishads e le Dharma Sastras per guidarlo nella sua vita,

affinché potesse lottare per raggiungere il suo scopo, cioè la realizzazione del Sé.

Essi stabilirono le quattro "Purusharthas": "Dharma ", "Artha", "Kama", e "Moksha" (rettitudine, ricchezza materiale, desiderio legittimo e liberazione) come direttive dell'uomo.

Queste regole che non sono applicabili agli animali ed agli uccelli sono prescritte solo all'uomo perché egli solo è dotato di poteri di inchiesta e discriminazione per scegliere fra il giusto e l'ingiusto.

Tutte le leggi e le scritture si intendono solo per l'uomo.

l "Rishis" stabilirono inoltre il cammino della reale vita per tutta l'umanità. E' nostro dovere mostrare loro gratitudine meditando su di essi e offrendo loro culto attraverso il rito del "Rishi Yajna".



Il culto della Trinità

La pratica quotidiana dell'assoluta non-violenza che vuole che non si ferisca nessuno, è impossibile perché inconsciamente molti microrganismi vengono distrutti nel processo del respirare, camminare, parlare e mangiare.

Ciò che si dovrebbe evitare è di fare del male consciamente.

Il prezzo da pagare per le offese consce sono la sofferenza e la retribuzione. Non esiste scappatoia a questa legge: "come semini cosi raccoglierai".

l risultati del passato, buoni o cattivi, legheranno come catene.

Per controbilanciare tali azioni è stato previsto il culto delle tre principali deità durante la giornata: il mattino. il pomeriggio e la sera.

AI mattino il sole rappresenta la forma di "Brahma" (Dio).

AI pomeriggio ha la forma di "Iswara" e alla sera prende la forma di "Vishnu".

Lo svolgimento del rito Sandhya (del sole) al mattino, pomeriggio e la sera diviene un culto offerto alla Trinità o "Trimurti".

Molti popoli sono coscienti del significato di questi rituali. Questi tipi di

Yajna o riti devono essere fatti ogni giorno per controbilanciare i peccati commessi durante le attività quotidiane. Non occorrono particolari

arrangiamenti per svolgere questi riti.

Se voi venerate i vostri genitori, meditate sulle deità, offrite cibo agli animali in casa e fuori, fate la carità ai mendicanti, potete propiziarvi la Divinità e redimere così la vostra vita.

Ma potreste, meglio di ciò ricordare che:

a) non c'è più grande Dio che i propri parenti

b) non esiste più grande "dharma" che la compassione

c) nessuna acquisizione più profittevole della compagnia del buono

d) il peggiore nemico è l'ira,

e) la peggiore malattia i debiti,

f) peggiore morte l'infamia,

g) più alto merito il ricordare il Signore.



È futile attendersi, recitando pochi mantra di cancellare i propri peccati.

Solo con l'azione giusta l'espiazione può prendere posto.

Senza un cuore puro la vita diventa inutile.

Senza la purezza spirituale, l'osservanza religiosa è senza valore.

Come potete avere un cibo puro se viene cotto in recipienti impuri?

La gente indulge in altisonanti discorsi su materie spirituali, ma senza la messa in pratica degli insegnamenti tali discorsi non hanno significato.

Poorna Chandra, 07-l0-1986