DISCORSO DIVINO

I 4 Comandamenti

2 luglio 1983

Nonostante gli avvisi ai devoti pubblicati sul "Sananthana Sarathi" di posporre i viaggi fino alla fine di luglio, in occasione della festa del Guru Poornima il "Poorna Chandra", l'auditorium di Prashanti Nilayam, era gremito di folla.

Nel suo divino messaggio Sathya Sai Baba ha parlato degli attributi della Divinità ed ha stabilito per i devoti 4 essenziali comandamenti:

Eliminare le cattive compagnie
Ricercare la compagnia dei virtuosi
Pensare sempre come potete fare del bene agli altri
Discriminare fra ciò che è reale e ciò che è irreale.
Parlando poi delle qualifiche del "Guru". Egli ha ribadito che è essenziale che abbia realizzato la Verità, ed ha concluso esortando i devoti a prendere come loro Guru Dio stesso.

Gli antichi saggi e veggenti hanno sempre considerato Dio stesso come il loro guru, gli hanno attribuito molte qualifiche e Lo hanno adorato come tale e, in quel processo, essi stessi hanno ottenuto l'illuminazione.



Lo stadio più elevato

Essi riconobbero che per realizzare il proprio "Sé" e quindi raggiungere la Divinità, è necessario conoscere il significato delle parole e come metterle in pratica.

Nei versi che si sono recitati, gli antichi Rishis consideravano Dio come (guru) e il (guru) come Dio.

È un'illusione dell'uomo di oggi il credere che il " Brahmananda" o il più alto stato di illuminazione spirituale, sia un luogo al di fuori di lui. Coloro i quali hanno investigato in profondità questo problema ebbero il sentimento che la creazione stessa era " Brahmananda Swarupa" o la forma del "Brahmananda".

Una persona cieca che nasce in questo mondo e vive in esso non sarà mai in grado di vederlo. Il "Sadhaka" che è nato in questo mondo, che ricerca il principio di Brahma (Brahmathatwa) e che vuole che i suoi pensieri dimorino in esso e non riesce nell'impresa è paragonabile a quel cieco.

Possiamo dare molti nomi e significati alla parola "Brahmananda": posizioni sociali, ricchezza, fama, onore, piaceri materiali, agi, erudizione, completa conoscenza delle proprie capacità, tutto ciò è certamente "ananda" o gioia ma è qualcosa che appartiene all'uomo come tale.

In altre parole esistono vari tipi di ananda o beatitudine o gioia e quelle di cui abbiamo parlato prima, sono chiamate "manushiananda".

Vi è una gradazione di ananda che partendo da quest'ultima arriva al "Brahmananda".

Persino il 'Sat Cit Ananda' è migliaia di volte più piccola del "Brahmananda".Vi è perciò un'enorme distanza dal primo e più basso tipo di ananda e l'ultimo tipo che si chiama: "Hiranyagarbaananda".

A seconda della struttura della vostra mente e di come opera voi vi collocherete ad un certo punto di quella scala anche se poi credete di essere in "Brahmananda" (la felicità che appartiene alla sfera fisica).

Si dice che questa "Brahmananda" abbia la sua propria forma o "Sathswarupa".

Che cos'è questa forma?

Nello stato di veglia voi conoscete tutto ciò che è intorno a voi e questa consapevolezza è "Sathswarupa".

La realizzazione del "Sé" che si ottiene nello stato di veglia è "Akshara" che é il "Pranava" e che a sua volta è "Brahman".

"L'Uno è divenuto i molti ed i saggi ne parlano in modi differenti". Quando l'Ego svanisce potrete esperimentare l'ananda.

La forma vera di "Brahmananda" è quando non si dà spazio all'Ego. L'Ego significa distinzione, divisione.

Quando affermate non esserci questo "Ego" allora esiste il Vedanta.

L'"lo" vuol dire dualismo e Io stato in cui non esiste l'Ego é il non dualismo o "Advaita". Il dualismo o "Dvaita" è "Kshara" (il cambiamento) mentre l'"Advaita" é "Akshara" (Non cambiamento).



Gli attributi del divino

La forma dell'eternità o " Akshara Swarupa" è questa " Brahmananda" ed è Brahman stesso.

Pertanto il Guru vero non è altro che Dio stesso.

"Paramasukhakaram" é Dio che è la forma stessa della gioia e della beatitudine "Sukha" vuol dire gioia. La "Sukha" o gioia di cui si parla trascende la mente, i sensi e le loro limitazioni ed è al di là di ogni possibile comprensione.

l Rishis hanno dimostrato che questo è il principio del "Guru" e che la forma di questa "Sukha" è l'Atma.

Il termine "Kevala" vuol dire che trascende le limitazioni di tempo, spazio e circostanze; questo è Dio.

Il quarto attributo è "Jnanamurthy" colui che trascende la dualità.

Il "guru" é come l'indicatore stradale che mostra la via che si deve prendere per il viaggio spirituale. Che cosa fa un indicatore stradale? Indica la strada che conduce al villaggio o alla città ma non dice nulla sulla natura del viaggio che state facendo.

Ma Dio è sempre vicino e si prende cura di voi ad ogni passo. Egli è con voi, intorno a voi, sopra di voi.

Questo "Jnanamurthy" è Dio stesso.

Poi viene il quinto attributo "Dwanldhalitam" che è la qualità di colui che indifferente alla gioia come alla pena, alla perdita come al guadagno, al criticismo come alla lode, perché é al di là degli opposti. Questo potere di trascendere questi limiti é di Dio.

Il sesto attributo è qualcosa come l'etere che è omnipervadente, come il cielo che é omnipervasivo, e questo è Dio.

Colui che è in grado di spiegare, provare le 4 "Mahavalkias", le grandi verità delle scritture, è Dio.

Sia nello stato della veglia che nello stato del sogno, che nel sonno profondo, qualunque cosa facciale o pensiate voi siete la Realtà, esiste solo l'Uno e quello siete voi!

Nel nostro stato di veglia abbiamo diverse visioni e facciamo mille azioni ed esperienze, nello stato di sogno esperimentiamo visioni e compiamo azioni e, nello stato di sogno profondo esperimentiamo un indicibile "bliss", o gioia; in questi differenti stati la persona che compie esperienze, pensieri ed azioni è sempre la stessa e questa è Dio.

Ora vediamo la parola "Nithvani" che vuol dire permanente e che non cambia mai.

Ciò che è permanente che non cambia mai, che è puro e sacro è Dio. L'Atma non muta mai. La mente ha invece ondeggiamenti e cambia in continuazione, ma una volta realizzata questa natura immutabile, l'uomo è in grado di santificare la sua vita.

Molti di voi sanno che le immagini che si vedono sullo schermo cambiano ogni secondo, 16 volte.

Il mondo o "Jagath" è come un film e rappresenta qualcosa di artificiale è come la mente che cambia continuamente e ci conduce a fare una vita superficiale ed artificiale,

Ciò che non è mai ferma, non riesce ad aspirare ad essere ferma.

Dio al contrario è "Aksharaswarupa" o colui che rimane permanente e non ondeggia.

Poi abbiamo: "Sarvadisakshibhutam" che vuol dire Colui che è l'eterno testimone di ogni cosa.

Come è possibile provarlo?

Essendo in ogni cosa, ed essendo la prima forza dietro ogni cosa, Egli è colui che rimane eterno testimone.

Cosa vuol dire essere testimone? Un sinonimo di questo è la coscienza cioè Dio che è la forza attivante, presente ovunque,

"Bhavatitham" è un altro attributo che vuol dire al di la di ogni comprensione.

Egli è parte di tutto ciò che sentite, pensate ed esperimentate ma, pur tuttavia, non potete afferrarlo.

Questo è chiamato anche "trigunarhitam". Egli è presente nei tre Gunas ma i Gunas non sono presenti in Lui, cosicché Egli al di là di questi. "Corda" è un altro significato di "guna" perché ha il potere di legare. Alcuni sono legati da qualità tamasiche, altri da ragiasiche altri da satwiche e, in ogni caso, tutti sono legati.

Questo vuol dire che l'uomo é legato dai sensi mentre Dio è l'Uno, libero dalla loro influenza.

Potete fare vasi con l'argilla e ciò che vedete come prodotto finale sono i vasi, così i Gunas sono quelli che sono visti e sperimentati in noi. Dio è presente nei Gunas ma i Gunas non sono presenti in Lui. Questi vasi sono fatti di argilla e li percepite come forma ma non realizzate che sono fatti di argilla.

Colui che possiede questi attributi è "Sath", che connota il principio del "Guru". "Sath" vuol dire "Brahmathatwam" o il principio di Brahma, "Cit" vuol dire "Jivathatwam" o il principio dell'individualità.

Questo "Cit" deve immergersi nel "Sath" e quindi esperimentare "Ananda".

Quando Io zucchero è mischiato nell'acqua quest'ultima diviene dolce e così, allo stesso modo, quando il "Jivi" si immerge nella Verità diventa la terza entità "Ananda"!



Il Guru è Dio stesso

Pertanto il guru è colui che non ha nessun legame in questo mondo.

Ci sono due tipi di "Gurus", coloro che sono vittime dell'illusione, e coloro che ne sono completamente liberi.

I primi hanno questo sentimento illusorio e quindi svolgono i loro doveri, fanno "sadhana" o discipline spirituali in quanto pensano così di ottenere dei benefici, questi guru sono chiamati: "brantiguru".

Il vero guru è Dio. Egli solo non è legato da illusione, e quando aspiriamo ad un tale Guru potremo rendere le nostre vite degne.

Il Giudice della Corte suprema Bhagavathi ha dianzi detto recitando un verso: Il Guru è Brahma il Guru è Vishnu, il Guru è Maheswara.

Qual è il significato di questa proposizione che eguaglia il Guru alla Sacra Trinità?

ln questa espressione vi è insito il principio della dualità.

La Divinità al fine di soddisfare desideri dei devoti prende differenti forme e nomi. Come ad esempio quando volete prendere un cibo satwico Dio assume la forma di Vishnu (il preservatore), quando invece deve creare qualche cosa assume la forma di Brahma e così via. Egli ha il rajo guna come qualità di base in Vishnu ed in altri momenti il thamo guna, divenendo Shiva.

Anche se diciamo che esiste l'Uno e solo, tuttavia egli si manifesta in tre forme differenti che sono Brahma che è "Akara", Vishnu, "Ukaram" e Maheswara che è "Makara".

Se mettete insieme le tre iniziali di quelle parole otterrete A U M che è la Omkara o la divinità.

Dio che è fondamentalmente Uno, prende tuttavia tre differenti forme per svolgere i tre processi della creazione, della preservazione e della distruzione; nessun altro "Guru" nella creazione ha questi tre attributi.

Oggi incontriamo enormi difficoltà nel giudicare queste asserzioni e nascono cosi mille incomprensioni.



Il giorno di Guru Poornima è chiamato "Vyasa Poornima".

È cosi chiamato perché in questo giorno Vyasa diede aIl'umanità il "Brahmasutra" che mostra la via a tutti.



"Poornima" significa luna piena.

In effetti esso rappresenta ciò che è pieno, totale, intero, perché vuoto di qualsiasi pensiero, questa pienezza della luna esiste oggi ma domani incomincia a decrescere.

Il Parathatwa o Dio che esiste al di là del mondo mutabile non ha invece nessun cambiamento, non diminuisce né cresce.

Questo stato di "Para" è quello in cui niente va e niente viene.

Infatti è anche detto: "Ciò che non ha niente di niente!"

È Io stadio in cui non esiste nessun stadio, né inizio né fine.

Questo Poornima arriva durante l'anno 4 volte.



La prima volta è chiamato "Vaikasha Poornima",

la seconda volta è chiamato "Ashada Poornima",

la terza: "Sravana Poornima"

la quarta: "Maga Poornima".

Solo "Ashada Poornima" é il "Guru Poornima".

È detto nei Veda che la mente ha un rapporto con la luna, come gli occhi che si dice originino dai raggi del sole.

Il nostro cuore è come il cielo nel quale questi due astri dimorano.

Nel cielo vi sono le nubi che sono i nostri pensieri e le nostre illusioni.

A causa di queste nubi nere e dense non possiamo vedere il sole e la luna, e in queste circostanze abbiamo tendenza a sbagliare.

Ma dovremmo sapere che queste nubi sono passeggere!

Esse sono un giorno in un posto e poi se ne vanno.

Se capiremo la natura di queste nubi non saremo soggetti ad esitazioni o depressioni.

È questa ignoranza che lega l'uomo e Io la soffrire.

Se questa ignoranza fosse spazzata via si potrebbe riconoscere il vero significato di questa "Akshara" (immutabilità).

Dobbiamo realizzare la verità che Dio è la base di tutto.

Oggi lo abbiamo dimenticato e crediamo nel mondo ed incontriamo difficoltà, sofferenze e pene.

Nessuno più ha timore del peccato e amore per Dio.

Dove esiste questo amore e questo timore allora vedete un vero uomo!

Avendo dimenticato la nostra vera natura siamo diventati come cadaveri viventi.

Non esiste compassione, misericordia, dolcezza nel nostro cuore e questo cuore privo di compassione e di amore non è un cuore!

L'essere umano non è tale se non possiede compassione ed amore.



L'uomo crea Dio

Bhagavathi ci ha detto ora che l'uomo non può cambiare Dio ma che Dio può cambiare l'uomo.

Ciò non è completamente esatto: come l'uomo ha bisogno di Dio, Dio ha bisogno dell'uomo.

Senza l'uomo non c'è Dio e, come Dio ha creato l'uomo, è stato anche dato all'uomo il potere di creare Dio.

Come oggi l'Avatar è disceso per il bene dell'umanità, durante i tempi di Prahlada il suo amore e la sua devozione furono le cause per far scendere l'Avatar Narashiman.

Prahlada fu la causa della forma dell'Avatar.

Ecco, qui vedete un caso in cui l'uomo ha creato Dio.

Senza Dio non esiste la vita e senza l'uomo non esisterebbe neanche l'idea di Dio, essi sono legati inseparabilmente e sono interdipendenti, essi sono come il polo positivo e il polo negativo e quando i due si toccano la corrente comincia a prodursi.

Ecco ciò che è contenuto in questa affermazione Vedica: solo quando il lampo attraversa l'oscurità delle nubi potete vederlo, così la luce divina della conoscenza, Jnana, attraversa la mente dell'uomo ignorante.

In tale contesto i Veda hanno anche detto: da "Suka", conforto, non potete derivare conforto, ma solo nelle difficoltà "Dukha" potete trovare la gioia, il piacere è l'intervallo fra due dolori, senza buio chi può dare valore alla luce?

Quando non c'è fame chi chiede cibo? Si dice che senza l'idea della morte persino la madre non amerebbe il suo bambino.

A causa di queste difficoltà, dolori, sofferenze e così via l'uomo aspira alle cose elevate.

Dovremmo pensare che tutte queste cose vengono per il nostro bene e qualunque cosa fatta o detta è sempre per il nostro bene e, per ottenere questa equanimità mentale, questa capacità ed unità di propositi, Egli ci sottopone a vari test o esami.

Nei momenti critici cercate di rimanere fermi e coraggiosi, convinti, senza perdere la visione di Dio come vostra meta ultima. Questo è il primo compito dell'uomo.

Il vero Guru non è quello che vi da un mantra.

Il vero Guru è colui che ha trasceso i guna, che non ha forma e che disperde le nubi dell'ignoranza, ma i Guru di oggi che sono pieni essi stessi di ignoranza come possono disperdere il buio delle tenebre degli altri?

Il vostro Guru è colui che è capace di alleviare le vostre sofferenze ed i vostri momenti di pena.

Il vero cammino consiste nel considerare il vostro "Guru": Brahma, Vishnu e Maheswara.

Non dovremmo riverire come "Guru" certe persone che fanno "Sadhana" per raggiungere i loro propri fini.

Se voi avete un desiderio e lui un altro, come potete compiere il viaggio?

Quando avete i mezzi potete servire del cibo ad una persona ma quando uno non è capace di avere cibo per se stesso come può prendersi cura degli altri?

Non accettate tali persone come Guru perché essi possiedono ancora questi momenti di illusione.

Colui che può insegnarvi veramente qualcosa è solo Dio!

O figlio!

Questo mondo è pieno di illusione esattamente come i sogni che fai, quando essi finiscono ti svegli e ti accorgi che non erano veri.

Quello che esperimenti nel mondo anch'esso non è vero.

Quando chiudi gli occhi e costruisci castelli li vedi, ma quando li apri tutto sparisce! Allo stesso modo quando vedi ed esperimenti nel tuo stato di veglia Io stato di "Jnana" o di illuminazione, tutto sparisce. Questa è chiamata "Advaita darshanam" ed è "Jnana" o la conoscenza alla quale tutti dovrebbero aspirare. Per fare questo non devi rinunciare a qualcosa, non devi diventare un monaco, né abbandonare la tua famiglia, né andare nella foresta e nutrirti di erbe e radici. Fai il tuo dovere, assumi le tue responsabilità e potrai vedere Dio. Dio non è fuori di te ma in te. Cosi il peccato non è fuori di te ma è nelle tue azioni.

Dio è ovunque, quindi dove è la necessità di andare nella foresta, abbandonare la famiglia, la casa o altro? Cercate di capire questo segreto: "Dio è in Voi", e tutto andrà bene! Una volta che avrete afferrato questa verità la vostra mente stessa diventerà il vostro Guru.

È stato detto, "la mente è responsabile sia della schiavitù che della liberazione".

Questa mente che ci schiavizza, come è possibile che anche ci liberi?

Quando la mente discende ai livelli più bassi vi lega, fatela invece salire e raggiungerete gli stadi più alti. Sino a quando siete in questo mondo dovete assumere le vostre responsabilità e svolgerle. il corpo è legato al mondo, ma i nostri pensieri devono essere centrati su Dio.

Questo è chiamato "karmakausala" che vuol dire: "qualunque azione noi svolgiamo con il corpo è fatta per Dio e per pjacerGli".



Quattro comandamenti

AI fine di ottenere tale stato dobbiamo fare qualche "Sadhana" (disciplina spirituale). Ci sono quattro comandamenti da seguire:

il primo è: evitare la compagnia dei cattivi;

il secondo: sviluppare l'amicizia con i buoni, i nobili ed i virtuosi;

il terzo: cercare di dare qualcosa per gli altri;

ed infine chiedersi sempre "Cos'è reale e cosa non Io è!"

Allontanatevi subito dalle compagnie cattive, non perdete neanche un secondo.

La ragione sta nel fatto che una volta che vi siete uniti alle compagnie cattive anche il credente può diventare non credente ed il buono diventare cattivo.

La compagnia dei malvagi prende forme distorte e detestabili e la mente subisce delle trasformazioni.

Conoscete la storia che si racconta nel Ramayana: Kaikei sin dalla nascita dimostrò grande affetto ed amore per Rama.

In Rama essa trovava il suo stesso respiro vitale. Essa poteva vivere senza il suo proprio figlio ma non senza Rama, lo proteggeva e si prendeva cura di Lui insegnandogli le arti.

Quando questa donna che amava cosi intensamente Rama udì poche parole da Mandara una (serva), in un istante il suo cuore da pieno di nettare ed amore divenne pieno di veleno.

Qualunque cosa Rama dicesse che la riguardava. per essa rappresentava sempre la verità.

Fino a quando i nostri amici sono gentili ogni cosa appare giusta e buona, ma una volta che essi diventano un po' acidi con noi, anche il buono sembrerà cattivo.

Così quando Kaikey udì le parole di Mandara il suo cuore si indurì e la ragione fu, la cattiva compagnia.

Pertanto i Sadhakas che oggi impiegano tutto il loro tempo, ogni secondo della loro vita in "Japa" " Dhyana", anch'essi sono soggetti a momenti critici.

ln tali momenti dicono: "È il nostro fato, il nostro destino, questo è quanto Dio ci ha dato!"

Ma questa non è la corretta interpretazione.

La ragione è la cattiva compagnia che frequentano.

Pertanto ciascuno che aspira a fare sadhana dovrebbe tenere in mente questi quattro ideali.

Chi riesce fermamente ad aggrapparsi a queste quattro ingiunzioni mai uscirà dal seminato. Egli sarà il vero aspirante ed il vero devoto, il vero "Thyaghi" o rinunciante.

Ma quando, in compagnia del cattivo, i suoi pensieri si rivolgono verso il male, e in compagnia dei buoni si rivolgono verso il bene, vi sarà un continuo mutamento, e una tale persona non potrà chiamarsi un "Sadhaka".

La prima cosa da farsi è allontanarsi dal male e dai malvagi.

Il secondo punto è ricercare la compagnia dei nobili:

Come possiamo sapere quali sono le buone compagnie e quelle cattive?

Cercate la compagnia di coloro che fanno attività altruistiche, ecco l'idea che ebbe Ramakrishna: il sathsanga o la compagnia dei buoni è il primo gradino per arrivare al Divino.

Chi sono i "Sajana" o i buoni ed i nobili?

Colui che è impassibile davanti alla sofferenza ed al piacere, colui che non soccombe davanti al criticismo ed al ridicolo, colui che se ne frega della fama e del nome, colui che rimane fermo e deciso per sempre, questo è un "Sajana", una nobile e buona persona e tale persona si preoccupa di servire chi è nel bisogno.

Vi era una persona nel Tamil, di nome Thiruntondarwar, una notte ebbe un sogno nel quale Dio gli disse: "Ti voglio fare un dono, chiedimi qualunque cosa". Se avesse voluto avrebbe potuto chiedere di essere Uno con D io, ma non Io fece.

Che cosa chiese invece? "Swami" disse:

" Benedicimi affinché io possa diventare un servo dei tuoi servi e che possa fare servizio al tuo servitore ".

Ma oggi uno si vergogna persino di chiamarsi servitore!

Solo facendo "bhajan", non si diventa un devoto.

Solo facendo "seva" o servizio altruistico o recitando rosari o sedendo in meditazione, non si diventa devoti.

Quando una persona avrà il cuore puro potrà essere definita un vero "bhaktha" o devoto. Quella che è equanime, nella gioia come nel dolore, che non esulta nei momenti di felicità e non si abbatte nei momenti di difficoltà, ma li guarda dicendo. "Essi sono venuti per il mio bene!"

Questo è il vero indice di devozione al Signore!

Giorno e notte pensate sempre al bene, se pensate anche per un momento a cose malvagie diverrete fratelli di Durhyodana e Dussassana che pensavano costantemente male dei Pandavas ed alla fine furono da loro distrutti.

Non dovrebbe esserci posto nel nostro cuore per pensieri cattivi, qualsiasi pensiero rivolto verso gli altri ritornerà su di noi dieci volte più potente!

Molta gente oggi è piena di fastidi perché ha pensato male del prossimo.

Fate che tutti i pensieri verso il prossimo non siano cattivi e che non ci sia posto per essi nel vostro cuore.

La quarta ingiunzione:

Cosa è reale e cosa non lo è?

Questo corpo è costruito con i cinque elementi ed un giorno si decomporrà, mentre il suo residente che non ha forma, non ha questo problema.

Egli è al di là di esso.

Questo corpo è quindi irreale mentre il suo residente è permanente e quindi reale. Per questa via dovete cercare di distinguere ciò che è reale e ciò che non lo è.

Poornima è un giorno di luna piena e da domani, la luna comincia a decrescere.

Ma sia che la luna sia piena o decresca il fenomeno è temporaneo, l'"Io" che Io sta sperimentando è il solo permanente.

Questo tipo di inchiesta deve cominciare dal corpo. Una mucca può morire ma la forma della mucca non muore, l'uomo muore ma la razza umana non muore e questa è la Divinità, l'elemento permanente. Quando dico: questo è il mio braccio, la mia testa, il mio stomaco, le mie gambe, ma chi sono Io?



Iniziate a investigare chi sono Io? Questa è la giusta via!

Quando dite i miei sensi, la mia intelligenza, il mio corpo, esiste qui qualcuno che è permanente e che dice: 'Mio'. Chi è?

Il corpo, la mente, l'intelletto ed i sensi sono soggetti a continuo cambiamento ma quell'Io rimane sempre Io stesso.

Non è uno con il corpo, ma è al di là del corpo, eppure nella veglia l'lo sente di essere il corpo.

Nel sogno questo corpo riposa nel letto ma voi andate a fare un giro a Delhi.

Chi è andato a Delhi?

Voi non avete legame con il corpo ed i sensi che stanno dormendo, voi siete liberi dalla loro influenza.

Se fate la vostra inchiesta in questo modo arriverete certamente alla conclusione che voi non siete il corpo ma siete al di là di esso e trascendete tutte le limitazioni.

Colui che vuole capire la propria natura dovrebbe seguire quelle quattro ingiunzioni.

La cosa più importante è quella di evitare la compagnia dei cattivi e di non avere nessuna traccia di male in voi. Come potete chiamarvi umani se le vostre compagnie sono cattive e i vostri pensieri pure?

Come potrete diventare Dio?

Prima di tutto trasformate voi stessi in esseri umani, successivamente sviluppate questa natura le naturalmente raggiungerete la Divinità.

Come è possibile diventare Dio quando in voi non esiste nessuna qualità umana?

Pertanto se volete diventare Uno con Dio cercate di seguire quei comandamenti che Dio stesso ha stabilito, e di avere Dio come vostro Guru e avrete successo se seguirete il cammino che Lui vi ha indicato.

Pertanto per coloro che aspirano a divenire 'Sadhaka' il primo comandamento è:

"eliminate le cattive compagnie, e scappate via dal male.

Secondo: ricercate la compagnia dei nobili e dei virtuosi.

Terzo: giorno e notte pensate a fare del bene agli altri.

Quarto: cercate sempre di sapere ciò che è reale e ciò che non Io è".



"That twam asi",

"Prajnanam Brahma",

"Aham Atma Brahma",

"Aham Brahmasmi"

queste sono le quattro grandi verità e quando capiremo il loro vero significato ed esperimenteremo la loro essenza potremo dire di esser diventati divini.

Questo mondo, questa creazione appartiene alla dualità, il Purusha è 'Advaita' cioè l'Uno senza il secondo egli è il principio del Guru.

Daiva è un termine derivato dalla parola Deva (Dio). Non è "Daivamu", ma "Deva-mu" che diventa a sua volta " Dinami" o giorno e notte e che in ultima analisi vuol dire: Dio è colui che trascende le limitazioni del tempo.

Infatti Dio controlla il tempo mentre l'uomo è trascinato via dal tempo .

Se però prendete rifugio in Dio allora potrete essere salvi.

Ecco perché è detto: se volete essere liberi dal Dio della Morte, cercate il luogo dove risiede Kodanda o il Signore.

Per colui che ricerca rifugio in Dio niente di male può accadere.

Se lasciate che Dio sia il vostro Guru e conducete la vostra vita secondo quei comandamenti e la Vostra sacra natura, la Divinità sarà raggiunta.

Quando avete un po' di tempo, pensate a Dio, contemplatelo.

E santificate la vostra vita, non esiste un cammino più elevato, nessun'altra nobile strada che questa.

Essa è la più facile e la più diritta.



Guru Poornima, 2 Luglio 1983