DISCORSO DIVINO

L'amore è la via regale che porta ad ottenere la grazia di Swami

4 luglio 1966

Come potete manifestare l’Atma in voi senza abbandonare le qualità tamasiche?

Senza liberarsi delle qualità rajasiche, sviluppare la devozione è impossibile.

Il coltivare la qualità satvica è il mezzo efficiente per sviluppare la devozione.

Ascoltate questo, oh valorosi figli di Bharat!



Le tre qualità della Serenità, dell’Entusiasmo e dell’Inerzia (Sattva, Rajas e Tamas) costituiscono la base del mondo visibile; tutti gli esseri umani le hanno. Come può l’uomo evitare la loro influenza nella vita quotidiana? Egli le può trascendere soltanto se acquisisce la saggezza che gli permette di discriminare quale di queste qualità sia buona e quale cattiva.



Sviluppate la caratteristica Sattva

La qualità Tamas che denota ottusità, ignoranza, illusione, crudeltà, torpore ecc. è la caratteristica più bassa mentre Sattva è la caratteristica più elevata dato che rappresenta la pace, la calma, la conoscenza, l’armonia ecc. nell’uomo. La qualità Rajasica denota desiderio, passione, azione, agitazione, irrequietezza ecc. Tutti i desideri dell’uomo nascono dalla caratteristica rajasica; anche il desiderio di Dio è una sorta di qualità rajasica. Chi è senza desiderio non desidera neppure la liberazione. Rabbia, odio, gelosia, ego, ostentazione ecc. sono tutte manifestazioni rajasiche; il desiderio può essere di qualunque tipo ma la sua natura fondamentale rimane la stessa. La qualità satvica è la corrente a base delle qualità rajasiche e tamasiche come il fiume Sarasvati scorre come corrente sotterranea sia del Ganga che dello Yamuna; essa si manifesta in voi quando eliminate le qualità rajasiche e tamasiche una ad una, gradualmente. Tali qualità sono le soglie della qualità satvica che si sviluppa solamente quando le trascendete ambedue.



Trascendete le qualità di Tamas e Rajas

Che cosa denota la qualità di Tamas? Il rapinatore Ratnakara è un esempio di qualità tamasica: senza alcun rispetto e compassione, egli usava assalire i viandanti, ucciderli e depredarli dei loro averi per i suoi scopi egoistici. La mancanza di gentilezza e compassione è il segno della qualità tamasica. La visione, il tocco e la conversazione (Darshan, Sparshan and Sambhashan) dei sette Rishi trasformò una persona malvagia come lui non soltanto in uno che segue austerità grandi ma anche in un poeta eccelso; egli dedicò i suoi versi alla glorificazione di Dio. Chi è un poeta vero? Un poeta vero è uno che ha la consapevolezza piena del suo Sé vero e ha conoscenza dei tre periodi di tempo, cioè passato, presente e futuro, ma oggi, a causa dell’impatto dell’era di Kali, tutti quelli che compongono pochi versi in rima vengono considerati poeti; essi non sono però poeti nel senso vero del termine. I saggi come Valmiki e Vyasa erano tali e potevano vedere il passato, il presente e il futuro con il potere della loro austerità; inoltre, essi trascesero persino il tempo ed ebbero la visione di Dio. Il motivo principale della trasformazione di Ratnakara, da persona totalmente tamasica in un individuo completamente Satvico, fu la buona compagnia (Satsanga) dei sette saggi unitamente alla grazia di Dio; in effetti la grazia di Dio è la cosa più importante per la traformazione dell’uomo. Nessuno può dire quando, dove e come Dio ci concederà la Sua Grazia; quindi non è detto che una persona tamasica debba rimanere tale per sempre, può diventare direttamente sattvica senza trasformarsi da tamasica in rajasica e quindi in sattvica. Con la Grazia di Dio e gli insegnamenti delle anime nobili un individuo tamasico può diventare direttamente sattvico come Ratnakara divenne puramente sattvico grazie agli insegnamenti dei Sette Rishi e alle austerità intense con cui ottenne la Grazia di Dio. La seconda è la qualità rajasica le cui caratteristiche sono l’odio, la gelosia, l’ostentazione, l’ego, la rabbia, ecc. Il Saggio Visvamitra fu esempio di questa qualità: per tutta la vita si attenne alle caratteristiche rajasiche ma, alla fine, fu trasformato in un Grande Saggio. Il Saggio Vasishta era considerato un Saggio Divino (Brahmarshi) mentre Visvamitra era ritenuto soltanto un Saggio Reale (Rajarshi)e questa era la causa principale della gelosia e dell’odio che aveva per lui. A che livello giunse questo sentimento? Il suo odio crebbe talmente che egli decise di uccidere Vasishta. In una notte di luna piena, questi stava conversando con sua moglie Arundhati; durante la conversazione, ella apprezzò la luminosità della luna dicendo “Oggi la luna appare senza alcuna macchia” al che il marito rispose “E’ proprio vero: la luna risplende senza macchia come l’austerità di Visvamitra”. Questi, che si era nascosto dietro un cespuglio lì vicino con l’intenzione di ucciderlo, udì il colloquio che gli aprì gli occhi e lo fece riflettere: “ Il Saggio Vasishta sta lodando la grandezza della mia austerità di fronte a sua moglie. Vergogna a me che nutro odio per questa persona così nobile! Il mio è un errore grande, è dovuto all’influenza malefica del Rajo Guna su di me. Questo Rajo Guna può far commettere qualunque atto atroce a una persona”. Con questo pensiero, egli gettò la spada, corse da Vasishta e si gettò ai suoi piedi al che questi lo benedisse senza neppure guardarlo in faccia e disse “Visvamitra! Oh Saggio Divino! Alzati”. Visishta, che fino ad allora lo aveva chiamato soltanto Rajarshi, ora lo chiamava Brahmarshi senza alcuna esitazione! Visvamitra era felicissimo e gli chiese: “Fino ad ora mi hai chiamato Rajarshi: perché mi chiami Brahmarshi?” La risposta fu: “Visvamitra! Fino ad ora, tu eri pieno di ego. Tu sei nato nell’ego, cresciuto nell’ego e vissuto colmo di ego, non ti eri mai inchinato a nessuno ma oggi sei caduto ai miei piedi rifiutando tutto il tuo ego: questo è il segno della mancanza di ego e questa è la ragione per cui ora hai raggiunto lo stato di Brahmarshi”. Il principio di Brahmarshi denota l’assenza di ego. Brahmarshi è colui che è privo totalmente di ego, di attaccamento e ostentazione. Comunque educata, istruita o di rango elevato possa essere, la persona dovrebbe pensare sempre “Io sono soltanto una marionetta nelle mani di Dio, tutto in questo mondo è il gioco di Dio, le marionette si muovono a seconda di come Egli tira i fili”. Una persona diventa davvero meritevole di esser chiamata Brahmarshi quando comincia a nutrire questi sentimenti; quando l’essere umano nutre l’ego e l’attaccamento pensando “Io sono colui che agisce, questo è mio e quello è tuo” diventa rajasico. Il sentimento di io e mio denota ego e attaccamento; la persona si eleva al livello di un Brahmarshi nel momento in cui sradica il suo ego e attaccamento. Il termine Rishi non indica una persona che vive in austerità severa o è molto istruita, denota la qualità sattvica; il cambiamento dalle caratteristiche tamasica e rajasica alla caratteristica sattvica indica santità e Divinità.



Non abbandonate mai la Verità e la Rettitudine (Sathya e Dharma)

L’uomo dovrebbe avere amore per Dio, timore del peccato e moralità nella società (Daiva Priti, Papa Bhiti e Sangha Niti); queste tre virtù danno un valore grande alla sua umanità. Avendo oggi l’uomo dimenticato la Verità e abbandonato la Rettitudine, il suo valore come essere umano è diminuito. Gli animali seguono le loro qualità naturali; è una sfortuna che egli abbia svalutato se stesso ripudiando le sue qualità naturali ricorrendo invece a caratteristiche che non sono affatto sue. Lo studente che ha parlato poco fa ha trattato lo Svadharma e il Paradharma; il primo è relativo all’Atma e il secondo al corpo. Il Paradharma conduce sul sentiero del mondo (Pravritti Marga) e lo Svadharma su quello della spiritualità (Nivritti Marga); oggi l’uomo ha dimenticato lo Svadharma e segue il Paradharma e questa è la ragione del declino del suo valore mentre il costo di tutti i servizi e persino di verdure come le melanzane è in aumento. Qual è la causa principale della caduta dell’uomo? La ragione primaria della sua caduta è l’aver dimenticato la Verità e la Rettitudine: come egli ha abbandonato il Dharma, il Dharma ha abbandonato lui. Il Dharma protegge chi protegge il Dharma (Dharmo Rakshati Rakshitah); se voi lo proteggete, ne sarete protetti. Coloro che distruggono il Dharma ne vengono distrutti. L’uomo dovrebbe dire la verità e seguire la rettitudine. Oggi egli parla del Dharma ma non lo segue; che valore ha parlare soltanto senza mettere in pratica? La gente sale sul palco e fà grandi discorsi sul Dharma ma non lo pratica neppure fino a quando scende: come può il Dharma proteggere persone simili? Oggi molti lo sostengono e lo raccomandano ma loro stessi non lo mettono in pratica; apprezzare e consigliare non è importante, l’essenziale è mettere in pratica. Potete riempirvi lo stomaco semplicemente leggendo i nomi di piatti deliziosi in un libro? Potete leggere i nomi di molti dolci come Gulab Jamun, Burfi, Palkova, etc. ma solamente quando li mettete in bocca potete sperimentare la loro dolcezza e conoscerne il sapore. Nello stesso modo, oggi l’uomo parla di Satya e Dharma sulla base della conoscenza che ha appreso dai libri ma parlarne semplicemente non basta: mettetelo in pratica nella vita. Ratnakara, che era colmo di qualità tamasiche, non si limitò ad ascoltare gli insegnamenti dei sette saggi, li mise in pratica ripetendo continuamente il Nome del Signore; con la sua contemplazione profonda, egli perse la consapevolezza corporea. In effetti, abbandonò l’ego e l’attaccamento al corpo a un livello tale che non si accorse che un formicaio crescesse sul suo corpo. L’orgoglio della propria educazione, della ricchezza, dello stato sociale della famiglia e l’attaccamento al corpo sono la causa della schiavitù dell’uomo; il giorno in cui abbandonò tutti questi attaccamenti, Ratnakara divenne un grande Saggio e non soltanto questo: egli meritò di scrivere la storia del Signore Rama. La sua trasformazione in un grande Saggio avvenne grazie al Darshan, Sparshan e Sambhashan con i sette Saggi; tutte le sue qualità malvagie furono trasformate in virtù dalla compagnia con questi Saggi. Il caso di Visvamitra è simile: all’inizio, egli era un re di nome Kaushika, l’esempio perfetto di tutte le qualità rajasiche, ma rinunciò al regno e a tutte le comodità e seguì una austerità severa; così divenne un Rajarshi. Seguendo poi gli insegnamenti di Vasishtha, divenne finalmente in Brahmarshi.



Parlate ai devoti con amore

La terza qualità è Sattva; che cosa significa? La pace, la tolleranza, l’empatia, l’aderenza alla verità, ecc. sono gli attributi di una persona satvica; questa non dà spazio alcuno ai sei attributi malvagi, desiderio, rabbia, avidità, illlusione, orgoglio e gelosia (Kama, Krodha, Lobha, Moha, Mada e Matsarya), e può persino trasformare l’odio in amore. A cosa serve fare penitenza se non si è capaci di far questo? Voglio darvi un esempio per illustrare questo punto ma voi non dovreste pensare altrimenti. Swami vi ha sempre insegnato il principio dell’amore; in ogni discorso, Egli continua a ripetere “amore, amore, amore…..” ma quanti di voi seguono questo insegnamento e sperimentano l’amore? Se un devoto viene da voi e vi fa una domanda, gli rispondete con amore? Da nessuna parte si vede una persona che risponda con amore, nessuno parla con amore ovunque si vada, nel Mandir, alla mensa, al ricevimento, in libreria o all’ospedale; allora che significato ha l’ascoltare i Discorsi di Swami? C’è almeno una persona che parli con amore? Se un devoto nuovo chiede “A che ora Swami dà il Darshan?” ottiene una risposta brusca “Vai, vai, non lo so”. Anche se non lo sapete, non dovreste rispondere con umiltà e cortesia? Persino le persone istruite danno una risposta scortese dicendo “Questo non è dovere mio. Vai via”. Dare una risposta corretta è una questione di dovere? Che cosa perdete se parlate gentilmente e dite con amore ciò che sapete? Ci sono numerosi uomini e donne che hanno abitato nell’Ashram per gli ultimi venti, trenta e persino quaranta anni ma ha uno solo di loro un cuore pieno d’amore? Essi intraprendono pratiche spirituali varie come il canto, le austerità e la meditazione; per cosa siedono a meditare? Dov’è andato il loro amore? Essi hanno addirittura ucciso l’amore e generato solamente dell’odio. Quando ascoltano i Discorsi di Swami, perché non li mettono in pratica? Essi risiedono nell’Ashram ma se osservate quello che fanno, trovate che è soltanto malvagità. Fanno qualcosa con scrupolo? Dicono dovunque la verità? Pronunciano anche una sola parola con amore? Io non vedo o sento niente detto con amore e verità. Quando qualcuno viene da voi con una richiesta, parlategli con amore; anche se la persona pone una domanda inutile e cerca di prolungare la conversazione, voi dovreste rispondere con amore dicendo: “Sia gentile, mi perdoni. Swami non approva il parlare troppo per cui io non gradisco prolungare questa conversazione perché seguo le Sue prescrizioni”. Cosa c’è di sbagliato nel rispondere in questo modo? Io non trovo neppure una persona tra gli studenti, gli insegnanti, i medici, le infermiere e gli operai che parli con amore; quindi a cosa serve che ascoltiate i Discorsi di Swami? Non si bagna la terra quando piove forte? Avendo voi ascoltato i Miei Discorsi, non dovrebbe il Mio insegnamento riflettersi nella vostra condotta? Durante il Darshan, i Bhajan e i Discorsi e nella sala dei Bhajan, ognuno cerca di occupare i primi posti, le donne litigano per un posto davanti; che bisogno c’è di simili scontri di ego? Cosa importa dove siedono? Non dovrebbero essere contenti e soddisfatti di poter partecipare al Namasmarana?



Colmate il cuore d’amore

Voi dovreste riempire il cuore di compassione e d’amore. Quando piove forte potete raccogliere quanta acqua volete mettendo fuori un recipiente rivolto stabilmente verso l’alto; se invece lo rovesciate, non potete raccogliere neppure una goccia anche se vien giù un acquazzone. Le persone ascoltano i Discorsi di Swami in questo modo, con i recipienti dei loro cuori rovesciati, ed è per questo che non generano in cuore neppure una briciola d’amore. A che scopo siete venuti tutti qui? A cosa serve che viviate qui? Che cosa avete ottenuto? Che cosa state ottenendo? Che cosa state sperimentando? State sperimentando la beatitudine? No, per niente, state semplicemente sprecando il tempo. Comprendete questa verità e, almeno da oggi in poi, parlate con amore con tutti coloro che vi si rivolgono per aiuto. Ci sono molti luoghi come l’ufficio accettazione, l’ufficio informazioni, la mensa, l’ospedale e la libreria che comportano lo stare al pubblico; nel trattare con la gente, alcuni si comportano come bulldog o cani alsaziani. Io non trovo persone dal cuore gentile in alcun luogo. A cosa serve vivere in questo modo? Noi spendiamo decine di migliaia di rupie per gli ospedali; perché non trattate i pazienti con amore? Alcuni medici lo fanno; quando essi parlano ai pazienti dolcemente e sommessamente, metà della loro malattia è già curata ma ci sono altri che li mandano via dicendo “Ora non c’è tempo”. Essi non dicono proprio “andate via” ai pazienti ma dicono molto di più! Tali persone non si possono chiamare medici o devoti; in effetti esse non sono affatto esseri umani. Se siete venuti davvero per Swami, dovete generare amore in voi; Swami è l’incarnazione dell’Amore da capo ai piedi. Io dò soltanto Amore e voi lo ricevete, ciò nonostante non lo usate.



La compassione è il segno distintivo di un devoto vero

Incarnazioni dell’Amore! Voi potete non avere amore in voi stessi eppure Io Mi rivolgo a voi come “Incarnazioni dell’Amore”. Non c’è bisogno che maturiate altro oltre l’amore; quando avete l’amore acquisite una capacità enorme di penitenza. Che cosa disse il Saggio Vasishtha a sua moglie Arundhati? Egli lodò Visvamitra in sua assenza dicendo “Com’è bella la luna che splende senza macchia proprio come l’austerità di Visvamitra!” per cui il cuore di questi si sciolse nell’udire quelle parole soffuse d’amore. Quando un devoto nuovo viene nell’Ashram, le persone che vi lavorano devono accoglierlo con cordialità e cortesia totali come si conviene ad un buon padrone di casa e anche gli studenti dell’Istituto devono comportarsi così: quando uno studente nuovo arriva in Istituto, lo devono trattare come un fratello in modo da fargli superare la tristezza che deriva dalla separazione dai genitori. Negli altri collegi, i nuovi venuti vengono sottoposti a scherzi molto pesanti tanto che alcuni di loro ne muoiono addirittura. Coloro che si comportano in tal modo con i nuovi sono realmente dei demoni; li tormenterebbero così se fossero veramente loro fratelli? Invece di dare loro coraggio e serenità, gli studenti anziani generano nei nuovi venuti ansia e paura: questa non è certamente educazione, è soltanto ignoranza e non è segno di discriminazione e compassione, denota stupidità e crudeltà. Gli studenti che arrivano, dovrebbero essere accolti con grande amore; voi dovreste offrire loro un posto accanto al vostro con cura e amore ma sfortunatamente questo oggi non accade, le persone reclamano il loro sedile dicendo “Questo è mio” e non li lasciano neppure sedere vicino. Questo non va bene, tutti devono vivere insieme: soltanto così potete capire il principio d’amore di Swami. Parlate a chiunque con amore; se non siete in grado di rispondere a una qualunque domanda, dovete dire con umiltà “Perdonami, non lo so” ma disgraziatamente voi li scacciate come animali dicendo “Via, via, non lo so”. Questo comportamento non è affatto corretto; tutti sono esseri umani e quindi rispettate e amate tutti. Solamente così diverrete meritevoli dell’Amore di Dio che risiede in tutti gli esseri. Che sorta di adorazione è questa se voi adorate gli idoli inanimati di Dio e fate soffrire gli esseri viventi che sono le Sue forme manifeste? I tori fanno un lavoro duro giorno e notte e voi li frustate ma, quando vedete l’idolo di pietra di Nandi in un tempio, gli girate attorno più volte e gli offrite la vostra obbedienza. Questa è l’adorazione di una pietra non quella di Dio. Come può questa gente dal cuore di pietra esser definita “devoti”? Al meno da oggi in poi, colmate il cuore di compassione. Tutti dicono “compassione, compassione, compassione”: dov’è la compassione? Questa è moda non compassione. C’è gente che fa soffrire sempre gli altri e questo non va bene. Voi avete soggiornato a lungo nell’Ashram; che cos’è un Ashram? A-shram è un luogo ove non c’è Shrama (ansietà o sofferenza). I devoti che vengono qui vengono sottoposti a molta sofferenza e pensano: “Se Swami ci riceve, almeno nella stanza dei colloqui staremo sereni per un po’ perché fuori ci trattano come cani”. Con quante persone posso avere un colloquio privato? Posso ricevere tutti coloro che vengono qui? No. Ecco perché sto parlando con voi tutti insieme.



L’amore è la caratteristica sattvica più elevata

Generate sempre più amore. Da domani in poi, parlate con tutti con amore e rispondete a tutti con amore; se conoscete la risposta alla domanda che vi viene fatta, comunicatela correttamente altrimenti dite “Scusami, non lo so”. Io vi ho detto tante volte: “Non potete fare sempre una cortesia ma potete parlare sempre con cortesia”. Parlate meno; soltanto così ci si può liberare dalle qualità animali. Com’è possibile comportarsi da esseri umani se si da rifugio alle qualità animali? Prima di tutto abbandonate le caratteristiche animali. Amore, amore, amore, dividete il vostro amore con tutti; questa è la qualità sattvica vera ma voi conducete una vita piena di Rajas che è una qualità demoniaca. Voi siete esseri umani; chiedetevi, e datevi la risposta, “Chi sono io? Io non sono un animale o un demone, io sono un uomo, io sono un uomo, io sono un uomo”. Voi non siete un animale né un demone e neppure una persona malvagia: siete un essere umano. Continuate a ricordare sempre a voi stessi “Io sono un essere umano, io sono un essere umano”; solamente così potete salire al livello del Divino. Quando vi interrogate così, la risposta viene da dentro di voi immediatamente. Oggi le persone mancano di amore e compassione, non danno la risposta corretta a nessuno; almeno da ora in poi dovreste dare risposte corrette. Parlate con amore ai pazienti che vengono all’ospedale, date loro la terapia giusta dopo un esame minuzioso; oggi, purtroppo, la crudeltà sta aumentando negli esseri umani. La ragione? L’impatto dell’educazione moderna che incrementa l’ego e fa degenerare l’uomo al livello dell’animale ne è la causa. Gli abitanti illetterati dei villaggi si comportano con umiltà e obbedienza grandi, sembrano più acculturati. Sfortunatamente, oggi la gente colta ha perso la sua cultura, è piena di agitazione. Le persone istruite dovrebbero liberarsi dell’ego e dell’agitazione. La Devozione non si deve limitare al canto dei Bhajan e all’adorazione, la Devozione vera consiste nel maturare amore per Dio; quando provate l’amore, la vostra umanità si trasforma in Divinità. L’amore è la via regale per ottenere la Grazia di Swami.





(Baba ha concluso il Suo Discorso con il Bhajan, “Prema Muditha Manase Kaho…”).



Prashânti Nilayam, 3 Luglio 1996,

Sai Kulvant Hall



(Dal “Sanathana Sarathi”, Gennaio 2011)