PERLE DI SAGGEZZA SAI

12 novembre 2003

Cari Fratelli e Sorelle,
quando Bhagavan esce dalla sua residenza e si avvia verso l'auditorio della Kulwant Hall, gli studenti, sia al mattino che al pomeriggio, cominciano a recitare i Veda. Amici miei, il canto dei Veda può sembrare solo 'rumore', solo qualche voce, qualche grido, o qualche suono senza significato, ma non è così. I Veda contengono degli sloka in Sanscrito che non sono stati composti da nessun essere umano. Essi sono nati dall'intuizione dei santi che, molto tempo fa, trascorsero anni ed anni in penitenza nella foresta. Essi ebbero delle intuizioni, che memorizzarono, e tale conoscenza è stata poi trasmessa di generazione in generazione. Il suono particolare dei Veda ha un effetto sul nostro cervello. Le onde elettromagnetiche dei Veda influiscono sul nostro sistema nervoso, sul sistema circolatorio, su quello digestivo e così via. I Veda ci aiutano individualmente al livello fisico, mentale e spirituale. Il canto dei Veda aiuta anche l'intera comunità a crescere ed è una preghiera che assicura che piova al momento giusto, affinché la campagna possa essere benedetta con l'abbondanza. I Veda non pregano per un particolare paese, regione o religione, ma per il benessere dell'intera umanità e di tutto l'universo. Essi non hanno niente a che fare con la religione. Dopo questa breve introduzione, passo ai dettagli.Quando avrò finito di parlare, qualsiasi eventuale domanda sarà ben accetta.




INSEGNARE LA CULTURA ED I VALORI


Amici miei, in questo paese ci sono trecento università con quattro milioni di iscritti, che aspirano ad ottenere un' istruzione superiore, ma vi posso dire una cosa: c'è una sola università in cui l'insegnamento della cultura e dei valori rappresentano i temi principali, e questa è l' Università Sri Sathya Sai. Questo è un fatto che riscontrerete ascoltando questo mio discorso, in cui citerò man mano le affermazioni di eminenti educatori di tutto il paese. L 'Università Sri Sathya Sai è la sola in questo Paese ad essere focalizzata sui valori culturali e sulle tradizioni.




CANTARE LA GLORIA DI DIO IN UNITA'


Il secondo punto su cui voglio attrarre la vostra attenzione è che tutti gli studenti, da quelli dell'asilo ai laureandi, conoscono il canto dei Veda . Essi cantano all'unisono e per ore si uniscono in coro con gioia in perfetta armonia, eccellente dizione, bellissima pronuncia, modulazione ideale e gola spiegata! Insegnare i Veda a centinaia di bambini non è facile. Tutti questi bambini cantano la gloria del Signore pregando per tutta l'umanità, affinché l'intero genere umano viva in pace, sicurezza, serenità e prosperità. Quesa è la qualità grande, veramente unica, di questa istituzione. Un'altra cosa, che non trovo da nessun' altra parte, è che anche le ragazze cantano i Veda. Questa è un'eccezione. Nei tempi passati, l'apprendimento dei Veda era proibito alle donne. Più tardi, esse protestarono. La conoscenza dei Veda non è ancora molto diffusa tra le donne, ma Sri Sathya Sai Baba li ha fatti recitare a tutte le ragazze di Anantapur. Io non posso ancora crederci, sebbene le ascolti ormai da quattordici anni. Continuo a chiedermi: "Sarà vero?" E' così che mi sento ogni volta che sento cantare i Veda dalle ragazze. In questo paese i sacerdoti officiano i riti e le attività spirituali come i matrimoni, le inaugurazioni delle case, il battesimo dei bambini, etc. Queste sono attività spirituali, celebrate dai sacerdoti. Si suppone che tutti i sacerdoti conoscano i Veda. Dato che il canto dei Veda, da parte degli studenti, è a livello professionale, io addirittura scherzo con loro: "Allegri ragazzi! Per il lavoro non avete problemi; potete sempre guadagnarvi da vivere diventando preti!" (risate) Bene, per natura, io non sono serio e non mi confondo con gente musona. Per me la religione è gioia e Dio è gioia. Io credo che l'essere seri sia una malattia, non spiritualità, e quindi mi piace la gente che sorride, e mi piace far sorridere la gente. Apprezzo la bravura dei ragazzi nel cantare i Veda anche per un'altra ragione: i sacerdoti, là fuori, cantano i Veda per vivere, per guadagnarsi il pane. Io dico ai ragazzi: "Voi siete tutti ingegneri, avvocati e medici che sanno cantare i Veda; credo proprio che siate dei nemici numero uno della classe sacerdotale di questo Paese!" (risate) Essi hanno raggiunto un notevole standard, l'intonazione e la modulazione di cui sono capaci sono di un livello incredibile! Se un pandit ascoltasse una loro registrazione, supporrebbe che i ragazzi abbiano studiato in una università Vedica superiore. Amici miei, perché adoriamo Dio? Per avere le Sue benedizioni. Perché Lo preghiamo? Per ottenere le Sue benedizioni. Perché meditiamo? Per avere la visione di Dio. E per che cosa cantiamo i bhajan? Per vedere Dio di fronte a noi. In effetti, tutte le nostre attività spirituali servono a farci godere la manifestazione di Dio. Cantare i Veda di fronte a Dio è qualcosa di fantastico, l'appagamento di tutta una vita. La gente là fuori canta i Veda per vedere Dio, mentre qui Lo vedete e cantate la Sua Gloria di fronte a Lui, il che è un guadagno doppio. Raddoppiate il guadagno - non correte rischi. Poter raddoppiare il profitto non è certo cosa di tutti i giorni!




SWAMI È ORGOGLIOSO DEI SUOI STUDENTI


Il nostro Dio vuole anche che tutti sappiamo quanto siano bravi i suoi studenti. Quando Dio prende forma umana, manifesta delle tendenze umane: Egli vuole che tutto il mondo sappia che tutti i Suoi studenti sono esperti nei Veda, che questa non è una prerogativa di solo alcuni fra loro. Avete certamente notato come Egli chieda all'improvviso ai ragazzi del college di smettere di cantare e faccia cominciare quelli delle superiori, e come poi zittisca questi ultimi e faccia cantare i bambini delle elementari. In tal modo vediamo che tutti gli studenti delle istituzioni educative Sai sono esperti, hanno molta familiarità con i Veda e con la loro recitazione. Non basta. A volte Baba fa degli scherzi: fa cominciare un ragazzo e ne fa proseguire un altro, a catena. In tal modo, il canto non è meccanico. Il canto è una ricerca di perfezione, non una mera memorizzazione. Egli vuole che i ragazzi cantino perfettamente e noi ne siamo felici testimoni. Un giorno Egli chiese ad un ragazzo: "Conosci il significato dei Veda?" Lo studente rispose: "Si, Swami!"
"Bene. Comincia." Dopo una stanza, Swami disse: "Basta. Ora spiega il significato in Inglese." Il ragazzo cominciò a dare la spiegazione in Inglese.
"Haah, fermati! Il prossimo verso." Così andò avanti, verso dopo verso, intercalando la spiegazione in inglese. Vi prego di non fraintendermi. Un fatto è un fatto: la maggioranza dei pandit non conosce il significato dei Veda. La grande maggioranza degli indiani non solo non conosce il significato dei Veda, ma neppure i Veda stessi. E' sorprendente che gli studenti possano spiegarne il significato verso dopo verso in inglese! Riuscire a cantare i Veda è già un bel risultato, ma conoscerne anche il significato è un' impresa unica.




ESAME ORALE INATTESO

Un giorno Baba disse all'improvviso ad un professore: "Venga qui! Faccia delle domande sui Veda ai ragazzi." Per preparare una lista di domande, un insegnante ha bisogno almeno di tre o quattr'ore: deve prendere tutti i suoi libri, controllare il programma, prendere nota delle domande dell'anno precedente e poi scrivere la lista delle domande. Qui, però, il nostro Buon Dio chiese che venissero fatte delle domande sui Veda, senza preavviso! Il professore fu preso alla sprovvista. I ragazzi non sapevano che sarebbero stati interrogati e, per giunta, davanti a migliaia di devoti. Se avessero fallito avrebbero fatto una magra figura e Swami ne sarebbe stato molto dispiaciuto. Ma Dio non fallisce mai!
Quindi, per dimostrarlo, Swami chiese ad un professore: "Venga qui e faccia delle domande." Vi prego di credermi: le domande furono di livello elevato e le risposte eccellenti. Nessuno rispose in modo insufficiente e ci furono applausi e complimenti. La maggior parte di voi deve aver assistito alla scena quel giorno. Io ho annotato quelle domande e risposte a beneficio di coloro che parlano inglese. Qui ci sono dei versi in Sanscrito, una lingua che non conosco neanch'io, e quindi, per praticità, le ho scritte in Telugu, che è la mia lingua madre, ma i caratteri sono romani, grazie alla cortesia dei nostri amici. Un professore pose delle domande agli studenti dal palco della Sai Kulwant Hall, ed a questo assistettero migliaia di persone. Qualunque studente poteva alzarsi e rispondere. Avreste dovuto vedere: erano tutti presi alla sprovvista. A me sembrò un esame orale in pubblico, in diretta.

Prima domanda: Rudram.


C'è un pezzo del canto dei Veda chiamato "Rudram"; esso consta di due parti: namakam e chamakam. Qual è la differenza tra i due? Un ragazzo si alzò e disse:
"Swami! Darò io la risposta".
"Sì. Qual è?"
" La parte chiamata 'chamakam' aiuta a realizzare i propri desideri .per cui tutti i mantra che contiene terminano con queste due sillabe: chameŠchameŠchame...chame. Chame significa "io voglio quello"; quindi 'chamakam' è la sottomissione dei desideri. Si ottiene anche la loro realizzazione. L'altra parte è 'namakam'; che cos'è? 'Namakam' è l'abbandono a Dio. Qui ci sono due sillabe: 'na' e 'ma'; 'ma' sta per 'mio' e 'na' sta per 'no' e quindi 'non mio' o 'ogni cosa è Tua'. Questo significa sottomissione a Dio, abbandono a Lui. 'Niente è mio e tutto è Tuo'. Spero di essere chiaro. Questi sono 'namakam' e 'chamakam'. E' interessante che in 'namakam' la prima sillaba sia 'na' mentre in 'chamakam' la seconda sillaba sia 'ma'; 'nama' significa 'assenza di ego, non mio'. Come apparve evidente dalla Sua espressione, Swami rimase molto, molto contento delle risposte date dai ragazzi.



Seconda domanda: Tutto è pieno...


C'è uno sloka che dice che tutto è pieno a questo mondo. Niente è frammento, niente è 'un pezzo'. Voi siete pieni; tutto è pieno. Quale sloka delle Upanishad dice che tutto è pieno, che la Divinità è piena, che questo universo è pieno? Pieno meno pieno è pieno; pieno più pieno è pieno. Essendo ignoranti, noi non comprendiamo che cosa sia la pienezza. Zero più zero fa zero; zero meno zero fa zero; zero per zero fa ancora zero. Semplice matematica. Quindi 'Quello' è infinito e questo è infinito; 'Quello' è pieno e questo è pieno. Quale sloka dice questo?
Un ragazzo disse:
"Purnamadah Purnamidam Purnat Purnamudacyate
Purnasya Purnamadaya Purnamevavashishyate"

Terza domanda: Quello ha la qualità della pienezza e questo ha la qualità della pienezza...


Come puoi dire: 'Quello ha la qualità della pienezza', intendendo con 'Quello' la Divinità, e 'questo ha la qualità della pienezza', intendendo con 'questo' l'umanità? Citate un esempio dato da Baba a sostegno di questo concetto.
Un tipo sveglio si alzò e disse: 'Che cosa fai quando vuoi preparare dei dolci? Vai in un negozio e compri dello zucchero grezzo. Dalla massa viene tagliato un pezzo e da quello tu tagli una piccola quantità con cui fai il budino di riso o una torta o dei krapfen. Il punto è che il piccolo pezzo che tu usi è dolce come tutta la massa iniziale.' Questo esempio era stato dato da Baba, e costituisce una buona risposta da parte di uno studente. Una bustina di zucchero è dolce come un pacco di zucchero e un pacco di zucchero è dolce come un cucchiaio di zucchero. Quindi, per quanto concerne la qualità della dolcezza, un pacco di zucchero è dolce come un cucchiaio di zucchero.



Quarta domanda: Upanishad

Qual è il significato di 'Upanishad'? 'Upan' significa 'vicino', 'ni' sta per 'in basso' e 'shat' vuol dire 'stare seduti', per cui 'Upanishad' significa "stare seduti in basso, vicino all'insegnante'.
Questo non è possibile per gli studenti occidentali. "Perché dovrei sedere in basso? Io voglio sedere in testa all'insegnante!" (risate) Perché? Stessi diritti! L'idea espressa dalla frase 'stare seduti vicino in basso' è che l'insegnante è seduto ad un livello e l'allievo ad uno inferiore. La conoscenza scorre verso il basso, come l'acqua.'Upanishad' significa 'stare seduti vicino in basso'.
'Upanishad' si verifica ogni giorno alla presenza di Swami: Swami si siede sul palco mentre noi sediamo per terra. Tutti gradirono la risposta.



Quinta domanda: Purusha-Suktam


C'è un altra parte che viene cantata tutti i giorni, e si chiama 'Purusha-Suktam', che vuol dire 'ogni cosa in lode di Dio, della Divinità'. Lode alla Sua grandezza, alla sua Unicità, alla Sua Gloria, alla Sua Vastità, al Suo Splendore. Nel 'Purusha-Suktam' sono descritti gli attributi di Dio.
La domanda è: qual è l'importanza del 'Purusha- Suktam' per la società moderna? Se oggi qualcuno cominciasse a cantare i Veda per strada, penseremmo che sia fuori di cervello. Che cosa ha a che fare il 'Purusha-Suktam' con la società di oggi? In un mondo di computer in cui l'uomo va sulla Luna, come lo applichiamo? Un ragazzo dette la risposta citando un discorso di Swami:
"L'essere umano è un componente della società, la società è un componente della nazione e quest'ultima è un componente della Divinità, per cui l'essere umano e Dio sono connessi. La natura è una parte di Dio, la società è una parte della natura e noi siamo parte della società. Questa relazione tra noi, la società, la natura e Dio è molto ben spiegata nel 'Purusha-Sukta': siamo uniti, interconnessi, interdipendenti e collegati. La società moderna necessita ora più che mai di questa correlazione, in quanto siamo divisi su di un mucchio di sciocchezze. Quindi oggi, per l'Unità, è utile lo studio del 'Purusha-Suktam'."
Avete sicuramente sentito parlare del sistema delle caste in India. Sfortunatamente tale sistema è politicizzato ed usato dai politici a loro vantaggio. In passato fu usato dai dominatori stranieri per dividere la nazione e mantenerne così il controllo. Ma il concetto originale di 'casta' era diverso. Questo sloka parla proprio di questo.
Ci sono quattro caste; la prima, quella dei Bramini, la casta dei sacerdoti, rappresenta la Testa di Dio; la seconda, quella degli Kshatriya, la casta dei guerrieri, rappresenta le Spalle Divine; la terza, dei Vaishya, la casta dei commercianti, è lo Stomaco; la quarta, che è la casta dei contadini, costituisce i Piedi dello stesso Corpo. Può esistere un corpo senza testa? Senza piedi? Senza mani? Le caste sono quindi paragonate alle membra di uno stesso corpo, il Corpo di Dio, ma sfortunatamente il popolo cominciò a pensare che le caste fossero totalmente separate. Questo divise la gente ed il Paese divenne debole. Anche oggi i politici ci giocano e traggono vantaggio dal sistema delle caste per dividere la società. Il disegno originale del sistema delle caste era basato sul carattere, sulla professione, la vocazione, la scelta e l'attitudine degli individui. I Bramini sono ritenuti la classe dei sacerdoti e dovrebbero prendersi cura della ricerca e delle necessità spirituali della società. Gli Kshatriya, guerrieri, sono preposti alla difesa del paese. I Vaishya sono quelli che curano gli affari, sono i ministri dei commerci e delle industrie. I Sudra hanno il compito di occuparsi dek grano, del cibo, dell'agricoltura. Ditemi chi è importante e chi non lo è! Potete farlo? No!



Sesta domanda: Bhruguvalli.

In una Upanishad c'è una piccola parte chiamata 'Bhruguvalli': che cosa ci trasmette?
Un ragazzo dette la risposta:
"Bhrugu è il nome di un santo che, da ragazzo, andò da suo padre, che era lui stesso un grande santo, e disse: 'Oh padre! Chi è Dio? Dimmelo'. Il padre rispose:
"Indaga, fai penitenza. Fai delle pratiche spirituali. Conoscerai la risposta." Dopo un po' di tempo il giovane tornò e disse:
"Padre! Ho scoperto chi è Dio."
"Davvero?"
"Sì"
"Chi è Dio?
"Il cibo è Dio."
"Il cibo è Dio?"
"Sì"
"Figlio mio, hai bisogno di sapere di più. Continua a meditare."
Il ragazzo tornò nella foresta, meditò per un po' di tempo e tornò:
"Padre, questa volta so chi è Dio."
"Oh, figlio, bene! Chi è Dio?"
"La vita è Dio."
Dal cibo egli si era elevato al concetto di vita: la vita è Dio!
Allora il padre disse: "Figlio, hai bisogno di saperne un po' di più. E' meglio che tu te ne vada di nuovo."
Il figlio fece penitenza per alcuni anni ancora e ritornò:
"Padre! Conosco qualche altro dettaglio su Dio."
"Oh figlio, che bellezza! Chi è Dio, allora?"
"Dio è la mente."
"La mente è Dio? Devi scoprire ancora qualcosa."
Il ragazzo andò di nuovo a fare a penitenza e tornò nuovamente:
"Padre! Ora lo so."
"Che cosa sai?"
"La beatitudine è Dio."
Allora il padre disse:
"Sei giunto alla fine."
Quindi, la ricerca o indagine su Dio comincia con il cibo. Noi pensiamo dapprima che il cibo sia Dio, poi che la vita sia Dio e, più tardi, cominciamo a comprendere che la mente è Dio. Andando avanti si capisce che lo spirito è Dio, e questa è saggezza. Finalmente arriviamo a conoscere che Dio è Beatitudine, e questo è il punto d'arrivo.



Settima domanda: Immortalità.


I Veda insegnano la via dell'Immortalità e dicono che tale via è unica. Qual è questa via?
"C'è uno sloka di cui illustrerò il significato: l'unica via per conseguire l'Immortalità è la consapevolezza del Sé, la Sua 'esperienza'. La via della ricerca ci porta all'Immortalità. Questa conoscenza del Sé fu rivelata per la prima volta ad Indra da Brahma Stesso e, più tardi, scese sulla terra e sui popoli. L'importante per noi oggi, esattamente ora, è la via dell'indagine interiore. Nella società moderna non si può stare a lungo in penitenza; oggi non si possono officiare riti come gli yaga e gli yagna dato che non abbiamo neanche le persone adatte, qualificate ed esperte per farlo. La mente moderna non accetta i metodi antichi. L'indagine interiore è il metodo che si deve seguire al giorno d'oggi, ed è la sola via all'Immortalità."



Ottava domanda: Utilità del canto dei Veda.

A che cosa serve cantare i Veda? Quale beneficio si può trarre dal cantare i Veda ad alta voce?
" Possiamo avere il darshan di Swami. Ci sono due vantaggi: mentre alcuni cantano, altri odono; ci sono quelli che cantano e quelli che ascoltano. Prima cosa, i Veda eliminano i nostri peccati. Tutti i peccati vengono perdonati, non resta alcun debito. In secondo luogo, si sperimenta la Divinità, e questo è il secondo scopo del canto dei Veda."




Nona domanda: Asato Maa Sad Gamaya

Verso la fine dei bhajan sentiamo sempre:


"Asato Maa Sad Gamaya
Tamas Maa Jyotir Gamaya
Mrithyor Maa Amritam Gamaya

("Padre, conducici dall'illusione alla Verità,
dal buio alla Luce,
dalla morte all'Immortalità.")

Da dove vengono queste tre frasi?

La risposta venne da un ragazzo delle scuole superiori: "Vengono dalla "Brihadaaranyaka Upanishad". Ci sono centootto Upanishad; le dieci Dvadasha Upanishad sono molto popolari: è una di quelle."



Decima domanda: Shikshavalli


Shikshavalli è parte di una Upanishad; qual è il suo profondo insegnamento?

" Il suo profondo insegnamento è: 'Di' la verità, segui la rettitudine. 'Sathyam Vada, Dharmam Chara'. Di' il vero e segui la retta condotta ( Dharma) con Amore ed umiltà".

Undicesima domanda: Apauruseya

Perché i Veda sono detti anche 'Apauruseya'?

"I Veda non sono frutto della mente umana; sono la rivelazione scaturita dall'intuizione dei saggi e dei santi. Questi ebbero l'intuizione come risultato di penitenza, rinuncia e dedizione totale al benessere dell'umanità. Per questo i Veda sono detti 'Apauruseya'."

Dodicesima domanda: Prashtana-traya

Tre testi sacri sono chiamati 'Prashtana- traya': Che cosa sono?

"Il Brahma Sutra, la Bhagavad Gita e le Upanishad, insieme, sono detti Prashtana- traya."



Tredicesima domanda: Brahma Sutra

Il Brahma Sutra è uno di questi tre; che cosa dice Baba di questo libro? [Sutra significa "verso", "aforisma" o anche "filo che lega insieme; N.d.T.]


" Dietro al mondo apparente c'è nascosto il principio della Divinità. In una ghirlanda ci sono dei fiori ed un filo che li tiene insieme. Il filo è nascosto, mentre i fiori sono pienamente visibili. Così è anche nel Brahma Sutra: Sutra è il filo di Brahma, la Divinità che tiene uniti i fiori della creazione."



Quattordicesima domanda: che cosa pensarono della Divinità i santi?

Avete sicuramente udito:


'Aditya Varnam Tamasa Parastat
Vedahametam Purusham Mahantam'

( Dopo aver recitato questo sloka, Anil Kumar dice: "Ascoltando ripetutamente questi sloka, qualcosa mi è entrato in testa! (risate) Non pensate che io li conosca tutti o che sia un esperto, non mi fraintendete!)


Ora, cosa pensarono della Divinità i santi? Quale fu il loro punto di vista? Quale ne fu la loro raffigurazione?


Risposta: 'Aditya Varnam' significa fulgore, radiosità, splendore, illuminazione. 'Samataha' sta per "oscurità" e 'Saraspat' vuol dire "oltre". "Oltre l'oscurità c'è lo splendore, c'è la Luce, che è la Divinità." Quindi, l'oscurità è l'ignoranza, mentre lo splendore è la consapevolezza di Sé.



Quindicesima domanda: Panchama Veda

Ci sono solo quattro Veda ma c'è un libro, chiamato 'Panchama Veda', cui è stato assegnato lo "status" di Veda anche se non lo è. Che cosa è questo quinto libro, il Panchama Veda?


"La grande epica Mahabharatha, che tratta dei Pandava e dei Kaurava. Questo è detto il quinto Veda."



Sedicesima domanda: Perché è detto "il quinto Veda"?

"Ciò che è presente nel mondo è presente nel Mahabharatha; ciò che non è in esso menzionato non esiste. Tutti gli aspetti della vita, siano essi politici, etici, morali o spirituali, sono trattati esaurientemente e profondamente in quel testo, ed è per questo che esso è stato definito "il quinto Veda".



Diciassettesima domanda: il mantra Mrutyumjaya ci fa vincere la morte?


Viene ripetuto un mantra la cui funzione è quella di chiedere una lunga vita. La gente comune lo recita per divenire immortale, per vincere la morte. "Mrutyum" è la morte e "jaya" è la vittoria. Ripetendo questo sloka:

'Triymbakum Yajamahe Sugandhim Pushtivardanam
Urvarukamena Bandanath Mrutor Muksheya Mamrutath'


si può vincere la morte?


Posso io essere immortale leggendo questo sloka? Non credo. Che cos'è la morte? Il desiderio è la morte, l'attaccamento al corpo è la morte, l'ego è la morte, per cui si può vincere la morte essendo senza desideri, o eliminando l'ego. Perché è chiamato 'Mrutyumjaya'? Si può vincere la morte? Perché ha questo nome? Alcune creature viventi vanno all'altro mondo prima del tempo, cioè muoiono giovani. Come esempio, alcuni voli raggiungono l'aeroporto con mezz'ora di anticipo; quando il volo è atteso per le dodici, l'aereo può anche arrivare alle undici, un'ora prima del tempo. Similmente, alcune creature viventi vanno all'altro mondo prima del tempo, morendo giovani. Questo sloka ci porterà a destinazione in orario, non in anticipo. Possiamo interpretarla anche così. Che cos'altro dice Baba sull'argomento? "Oh Dio! Quando lascerò questo mondo, fa che io sia in piena conoscenza e consapevolezza, in piena consapevolezza del Sé, nella totale esperienza del Sé, proprio come un frutto maturo si stacca dalla pianta e cade a terra." Il frutto, quando è maturo, cade in modo automatico, senza pena, senza sforzo, naturalmente, facilmente ed istantaneamente. "In modo simile, oh, Dio, quando lascerò questo mondo, fa ch'io cada come un frutto ben maturo, facilmente, semplicemente, senza sforzo e con gioia. Con gioia! Non c'è ragione di piangere per la morte, perché essa è una festa. Quando mi cambio d'abito, quando mi va di indossare un bel vestito, io non piango per quello che mi tolgo. Io ho un vestito blu scuro che metto in occasioni speciali, quando Swami parla ai Dottori durante le conferenze internazionali. Swami scherza: "Oh! Ora siamo anche in ghingheri?!" "Swami, ora sono un tipo internazionale (risate). Abbiamo Dottori provenienti da tutte le parti del mondo, non posso permettermi di indossare un semplice vestito indiano". Quindi non c'è ragione di piangere nel cambiarsi d'abito; si può essere contenti. "La morte è l'abito della vita". Questo è il significato del mantra Mrutyumjaya.



Diciottesima domanda: Taittreya Upanishad.

C'è una Upanishad chiamata 'Taittreya'. Che cos'è? Qual è il significato etimologico del suo nome?


"Visse un grande santo di nome Yajnavalkya il quale vomitò tutta la conoscenza che aveva acquisito e questa fu mangiata dagli uccelli chiamati Taitree. Questi uccelli, avendo mangiato tutto ciò che era stato rigurgitato, cominciarono ad emettere i suoni di questa Upanishad. Quindi, dato che tutti i suoni sono stati ripetuti dai Taitree, viene chiamata Taitreeya Upanishad."



Diciannovesima domanda: Isavasyopanishad

(C'è un' Upanishad molto popolare chiamata a questo modo. Oggi la maggior parte della gente vuole ascoltare storie, racconti di esperienze e di miracoli e questo impedisce a molti di noi di andare in profondità nella parte filosofica. Io preferisco leggere le Upanishad, leggere Ramana Maharshi ed il Suo insegnamento ed andare nel profondo del Brahma Sutra, ma la gente dice: "Anil Kumar, per favore, raccontaci gli ultimi miracoli". Io non so da quale visuale voi guardiate i miracoli più recenti, o quelli precedenti. Generalmente la letteratura upanishadica non è molto apprezzata dalle persone se esse non hanno profondità interiore, se non si sono svegliate o se non sono particolarmente benedette da Dio.)


La Isavaopanishad è molto popolare; qual è il suo primo sloka?

"Isavasya Sarvam Idam Yat Kinchat Jagatam Jagat,
Tena Tyaktena Bunjeta,
Ma Bruhat Kasya Siddhanam'

Questo è il primo sloka; qual è il suo significato?

"Tutto l'universo è pieno di Divinità.
Non desiderare la roba d'altri."

Questo è anche nei Dieci Comandamenti, dico bene?



Ventesima domanda:


C'è un' Upanishad che paragona il corpo umano ad una carrozza; qual è?

"E' la Katho Upanishad."

Ventunesima domanda: Katho Upanishad

La Katho Upanishad tratta di un colloquio tra due persone; chi sono?

"Si tratta della conversazione tra un ragazzo, Nachiketa, ed il Dio della morte, Yama. Nachiketa voleva sapere della vita e della morte.
Yama dice:
"Ragazzo mio, che cosa vuoi sapere della vita e della morte? Vuoi un regno? Posso dartelo."
"No Signore, voglio quella conoscenza."
" Vuoi il denaro? Te lo darò."
"No Signore, voglio quella conoscenza."
" Vuoi dei palazzi?"
" No, voglio solo quello."
Egli continuò ad insistere e ad importunare Yama affinché gli insegnasse la scienza del Sé fino a quando, alla fine, lo ottenne. La Katho Upanishad parla delle fondamenta della filosofia Vedanta, insegnata da Yama, il Dio della morte in persona, a Nachiketa, un vero aspirante che fu in grado di vincere Satana. Proprio come Satana tentò Gesù Cristo, Yama tentò Nachiketa in ogni modo, ma egli volle solo la Conoscenza."



UNA DOMANDA FINALE

Verso la fine, Swami chiese ad un bimbo di sei anni:
"Conosci il Mantra Pushpam?"
Tale mantra contiene alcuni versi in Sanscrito in lode a Dio. "Pushpam" significa "fiore" per cui "Mantra Pushapam" vuol dire "il fiore del mantra". Quindi Egli chiese al ragazzino:
"Conosci il Mantra Pushpam?"
"Si, Swami".
"Qual è?"
Il bimbo disse:
"Antar Bahishat Sarvam,
Yapya Narayana Sthitaha."
"Ne conosci il significato?"
" Dio è all'interno ed è anche all'esterno. Egli è dovunque. L'intero Universo è la vera e propria forma di Dio. Il mondo è una manifestazione, è il riflesso di Dio. Egli è l'Energia che fornisce il sostegno per la conservazione di tutto il creato."
Quella sera eravamo tutti ammutoliti. Questo deve ancora uscire in Telugu sul Sanathana Sarathi.



DISCORSO DI COMMIATO DELLA 'UNIVERSITY GRANTS COMMISSION'


La sera del 30 ottobre 2003 ci fu la cerimonia di commiato dei vice-rettori. Alla Divina Presenza di Bhagavan, i vice-rettori di alcune università indiane avevano tenuto un simposio sui Valori Umani, un programma di tre giorni. Tre di loro parlarono all'assemblea presieduta da Bhagavan. Essi espressero la loro opinione sull'Istituto Sri Sathya Sai d'Istruzione Superiore. Quali devoti di Baba, ci farà piacere sapere come la Sua università ed i Suoi allievi siano considerati. Con questa idea in mente, ho registrato i discorsi dei tre e ho preso nota di alcuni punti importanti. Questo sarà pubblicato sul Sanathana Sarathi in Telugu. Il 2003 è l'anno del Giubileo d'Oro della 'University Grants Commission' di New Delhi. Tale Commissione è il massimo organismo di governo, centrale ed autonomo, che riconosce e sostiene finanziariamente tutte le università del paese. Essa valuta il livello degli insegnanti e degli studenti di tutte le università. La Commissione chiese che, con il permesso e la benedizione di Bhagavan Baba, venisse organizzato a Prashanti Nilayam un simposio sull'istruzione orientata verso un'educazione ai valori umani. Swami approvò e questo portò ad una conferenza di tre giorni, il 28, 29 e 30 ottobre. Il 28 ci fu la cerimonia di apertura ed il 30 quella di chiusura.




V.S.PRASADA RAO

Il primo a parlare fu V.S.Prasada Rao, che dirige il 'National Assessment & Accreditation Committee', che è l'organismo che determina gli standard e valuta ogni università, ogni docente, ogni esame di laurea. E' un organismo di supervisione. Prasad Rao, che parlò per primo, fece delle affermazioni importanti che potrebbero essere di grandissimo interesse per tutti i devoti Sai.

Primo punto: " Abbiamo visitato qui l'intera università; siamo andati in giro per tutte le facoltà, abbiamo visto gli ospedali, il museo Chaitanya-Jyoti. Siamo andati in tutti i luoghi che rivestono un interesse a Prashanti Nilayam ed abbiamo parlato con le persone che dirigono questi centri.


Secondo punto: "E' per noi una grande benedizione, la più grande fortuna donataci da Bhagavan Sri Sathya Sai Baba, tenere la nostra conferenza alla Presenza Divina."

Terzo punto: "Ci ha colpito lo spirito di devozione, la dedizione ed il senso del dovere degli insegnanti e dei professori di questa università. Abbiamo anche notato la disciplina degli studenti. Durante la visita al Super-Speciality Hospital, abbiamo incontrato alcuni degli ex studenti dell'Istituto Sathya Sai, che lavorano lì, e li abbiamo visti praticare tutti i valori che, da studenti, hanno appreso all'università."


Quarto punto: "I membri di questo comitato riconoscono e apprezzano totalmente questa università definendola 'il gioiello apicale dell'istruzione in India' ". Egli poi aggiunse: "Il sistema educativo adottato nell' Università Sri Sathya Sai è detto "Istruzione Integrata". Che cosa significa impartire un' istruzione integrata? Significa insegnare i valori umani parallelamente al curriculum accademico. Mentre si insegna la fisica, si instillano i valori umani.Nell'insegnare le scienze biologiche,queste vengono mescolate ai valori umani. Questa è quella che viene definita "Istruzione Integrata", ed è un sistema adottato solo qui, nell' università di Swami. Questa università tiene un corso speciale chiamato "Scienze Ambientali", che si può trovare in tutto il mondo, ma che qui è splendidamente fuso con il sistema dei valori umani. Seguendo i valori si preserva l'ambiente. Praticando questi valori, l'ambiente può venir difeso da tutti i tipi di inquinamento. Tutte le università del paese possono adottarli".
Prasada Rao disse infine che tutti i vice-rettori avevano chiesto a Bhagavan Sri Sathya Sai Baba di fondare un "Istituto Nazionale di Eccellenza nei Valori Umani" per addestrare tutti i professori, a gruppi, in modo che essi imparino che cosa è l'Istruzione Integrata e apprendano il modo di unire il programma scolastico con l'insegnamento dei Valori Umani. Baba, noi Ti preghiamo di fondare questo istituto.




PROFESSOR K. SUDHA RAO

Seconda a parlare fu una signora, la Professoressa K. Sudha Rao, vice-rettore della Open University di Mysore, nello stato del Karnataka, e che fece un breve discorso che vi riassumo:


"Io vedo qui ogni essere umano di questa Istituzione non come un individuo ma come una istituzione in se stesso".
"Il sistema d' Istruzione Integrata adottato in questa università è il più adatto, anzi, è quello ideale Per il totale sviluppo della personalità umana,".
"Noi vediamo che, in tutto il mondo, dei valori si fa solo un gran parlare."


Qui questa professoressa aveva visto praticare i valori nella vita di tutti i giorni, lo aveva notato nel modo in cui insegnanti e studenti colloquiavano, era evidente nel loro comportamento, nella loro routine quotidiana. Ella disse poi:


"Se i valori non sono praticati ma se ne parla, se ne discute solamente, essi perdono il loro reale significato. In questa università essi vengono praticati. Questo accade perché questa università è situata in un posto ideale, lontano dalla pazzia delle folle e con Bhagavan Sri Sathya Sai Baba come rettore. Ringrazio Swami ed i professori per il gentile invito e la cortesia, la generosità ed ospitalità che ci hanno elargito".




N. JAYASANKARAN

Terzo a parlare fu il Sig. N. Jayasankaran, vice rettore dello Sri Chandra Sekhara Sarasvati Vishva Mahavidhyala, situato nel Kanchipuram, nel Tamil Nadu. Tutti gradirono il suo discorso e tutti applaudirono. Eccone la parte più significativa: "Guardando questa grande assemblea di studenti, impiegati e devoti, vedo che ognuno, qui nell'auditorium, è un'immagine di Sri Sathya Sai Baba e della Sua Beatitudine. Io ho partecipato a un gran numero di simposi e conferenze, ma è la prima volta che la mia voce è malferma e che mi tremano le gambe, e mi avete sicuramente visto bere cinque bicchieri d'acqua. Tutto questo perché sono alla presenza della Divinità, Sri Sathya Sai Baba. Sì, mi sento molto agitato." Poi ha ricordato che, il giorno prima, quattro studenti avevano parlato in quattro lingue - Indi, Sanscrito, Telugu ed Inglese - ed ha detto di aver apprezzato tutti e quattro i discorsi. "In questo paese abbiamo dei conferenzieri molto famosi: il defunto Sarvapalli Radhakrishnan, Lakshmana Swami Mudaliar, Ramaswami Mudaliar, Onor. Srinivasa Shastri. Sono tutti del Tamil Nadu e sono oratori molto popolari. I britannici apprezzano il loro inglese. Alcuni di essi hanno persino corretto la pronuncia di alcuni inglesi ed evidenziato i loro errori grammaticali. Potete quindi immaginarvi quale sia il loro livello di conoscenza della lingua e della letteratura inglesi". Egli poi proseguì: "I quattro studenti che hanno parlato saranno oratori di tale livello negli anni a venire". Ed ancora: "Nessuno dei vice-rettori sul palco può fare discorsi a quel livello. Tutta la capacità e perizia nel comunicare, la lingua, i sentimenti, i pensieri, tutte queste cose, sono doni di Bhagavan agli studenti di questa università. Io chiedo a tutti loro di essere i messaggeri di Sai, i propagatori del Suo Messaggio in tutto il mondo". Egli citò poi un piccolo miracolo: la figlia di una sua domestica aveva un problema cardiaco e fu portata all'Apollo Hospital di Madras per essere operata. Fatte tutte le analisi, i medici dissero che l'operazione sarebbe costata 300.000 rupie. Non possiamo pensare che una domestica disponga di una tale somma, è praticamente impossibile, per cui ella, che lavorava in casa di questo vice-rettore, piangeva continuamente.
Il vice-rettore volle fare qualcosa per lei. Trovandosi a Bangalore per lavoro mentre Swami era a Whitefield, ottenne un colloquio e disse:
"Swami, ho una richiesta".
"Quale?"
"La figlia della mia domestica soffre di cuore; la vuoi benedire?"
"È così?"
Egli materializzò della vibhuthi per lei e chiamò il direttore dell'ospedale, dandogli istruzioni affinchè la bimba fosse operata al più presto. L'operazione fu fatta a costo zero. Sono passati tre anni ed ella è sana e forte. I medici le avevano dato soltanto tre mesi di vita, ma sono già passati tre anni.
Il vice-rettore ricordò anche un altro fatto: insieme a lui c'era una persona che fu chiamata a colloquio da Baba lo stesso giorno. Il devoto aveva un anello con tre diamanti la cui forma, per l'uso prolungato, era cambiata; era diventato asimmetrico ed uno dei diamanti era andato perso. Swami delicatamente glielo tolse:
"Hmm! Ha perduto la forma. Niente diamante".
"Swami, uno è caduto. Che cosa potevo fare?"
"Ah, è così?"
Swami ci soffiò sopra ed apparve un perfetto anello nuovo con tre diamanti: tre diamanti perfetti ed un lucente anello nuovo. Swami glielo dette.
Il vice-rettore continuò: " Swami, Ti siamo molto grati per la Tua ospitalità, che è stata dello stesso livello di quella che si offre per un matrimonio: trattamento di prima classe. Molte grazie. Abbiamo gustato ogni minuto".
Poi ancora: "Tutti i vice-rettori sono venuti qui non soltanto per assistere alla conferenza: questo è un santo pellegrinaggio a Prashanti Nilayam".
Egli evidenziò anche la serenità, la solennità, la dignità, la santità, la pace ed il silenzio che aveva trovato qui e che non aveva mai sperimentato altrove sino a quel momento. A conclusione del suo discorso egli fece una bellissima affermazione, che vi piacerà di sicuro. Disse: "Swami, ci sono trecento università in questo paese; questa è grande perché Tu sei qui. Io prego affinché Tu assuma trecento forme e sia il rettore di ogni istituto, in modo che tutti raggiungano questo livello. Diversamente, eguagliare la Tua università è impossibile". Di solito, quando i vice-rettori o i professori vanno in giro a fare delle conferenze, fanno i turisti e comprano dei regali per i membri delle loro famiglie. Il vice-rettore concluse dicendo: "Questo è l'unico posto in cui i vice-rettori hanno assistito a tutto il protocollo". Sì, essi erano stati molto attenti per tutto il tempo e avevano preso le cose con grande serietà. Il miracolo dei miracoli è che tutti alla fine furono d'accordo su tutte le questioni e su tutte le risoluzioni a cui arrivarono, e che tutte passarono all'unanimità, con la Grazia di Bhagavan!
Questa fu, in breve, la cerimonia di commiato tenuta il 30 ottobre. Essa verrà pubblicata fra qualche tempo sul Sanathana Sarathi.