PERLE DI SAGGEZZA SAI

5 novembre 2002

Nel pomeriggio Bhagavan ha parlato dei Suoi giorni d'infanzia. Questa è una cosa che non ho ancora detto a nessuno, perché la conversazione è avvenuta soltanto ieri pomeriggio. Siete perciò i primi a saperlo. Swami stava dunque parlando della Sua infanzia e della tradizione dei villaggi di queste parti dello Stato. E' una tradizione che testimonia l'unità fra gli abitanti del villaggio. Vivono
tutti nello spirito d'unità e cooperano, specialmente durante questa stagione che segue la Festa di Dipawali (la Festa della Luce).

Questo mese si chiama karthika, durante il quale le persone alle 5,00 di mattina presto, fanno docce di acqua fredda, fanno dei ritiri e si dedicano alla disciplina
spirituale. Con spirito allegro e molto divertimento, le persone percorrono lunghe distanze, si siedono sotto gli alberi, cenano, si scambiamo il cibo che hanno portato da casa, pensano, giocano, cantano, ballano. Questa festività, infatti, unisce le persone, fa esprimere loro la disponibilità, lo scambio d'idee,
promuovendo la fratellanza e l'unità fra gli abitanti dei villaggi.

Bhagavan ha detto: "Sapete, alle 5,00 di mattina avevamo già fatto il bagno e ci apprestavamo a tornare a casa".

"Swami - ho esclamato - in questa stagione? Con questo freddo?" (1)
"Si, perché no?! - ha risposto Swami - Una volta che sei saltato dentro il Chitravati, il freddo non lo senti più. Finché rimani sulla sponda tremi, ma una volta che salti nell'acqua, non fa più freddo". Ooohhh, capisco. Tuttavia non ci tengo a farlo!!

Bhagavan ha proseguito: "Poi ci recavamo da qualche parte, ci sedevamo sotto un albero e..." - dovreste aver sentito di una pietanza fatta con il miglio ed il
peperoncino rosso. Swami la considera davvero saporita. C'è un altro piatto fatto con il malto di ragi - "Erano cose che mangiavo spesso. Mi piacevano molto. In quell'occasione le persone ballavano, cantavano e si divertivano molto anche ad andare in altalena".

C'è una danza che si chiama kolatam. La conoscete? Durante la danza si
battono a terra due bastoni di queste dimensioni... tak... tak... Bhagavan ci ha raccontato che Suo nonno, Kondamaraju, saltava fra i bastoni.
"Oh Swami, che interessante! E Tu, Swami, che cosa facevi? Saltavi anche Tu fra i bastoni? Lo facevi anche Tu?"
"No, no. Io no".
"E, allora, cosa facevi?"
"Io radunavo tutti i bambini e facevamo i Panduranga Bhajan (2). La prima congregazione di musica devozionale, è stata iniziata da Me in quei giorni".
Questo è ciò che Bhagavan ha detto.

Sempre ieri, Baba ha raccontato che, in quei giorni, esistevano gli "intoccabili", gente che viveva fuori dal villaggio. Ai giorni nostri non è più così. Oggigiorno
spettano loro dei diritti, ma in quei giorni quelle persone vivevano fuori dal villaggio.
Swami aveva promesso ad un "intoccabile" di nome Madiga Narayana, che
sarebbe andato a trovarlo:
"Verrò a casa tua": E così è stato. In quell'occasione Swami era seguito da Karnam Subbamma, la moglie del capo del villaggio, che apparteneva alla casta dei bramini, i quali non si avvicinavano agli intoccabili nemmeno in sogno. Se li incontravano faccia a faccia, correvano subito a lavarsi!
Quella era la situazione di quei giorni.

Subbamma stava dunque seguendo Swami, quando Lui Si girò e le disse:
"Non farlo. Tutti gli abitanti del villaggio ci resterebbero troppo male. Per Me tutti sono Uno, vado da chiunque. Ma per te non va bene".
Subbamma rispose: "Swami, le convenzioni sociali non m'interessano. Ciò che gli altri pensano di me, non mi riguarda. Io voglio solo Te. Ti seguirò ovunque andrai".

Poi Bhagavan ha ricordato che in quei giorni, nessuno chiudeva a chiave le porte. Non esistevano ne' chiavi, ne' serrature, ma solo porte aperte. A quel tempi non c'era nessun ladro, non avveniva nessun furto. Le persone si allontanavano per celebrare altrove le festività e niente, nel frattempo, succedeva al villaggio ed alle case. Questa era il livello di onestà ed integrità di
quei tempi nei villaggi.

E dopo aver giocato tutto il giorno, alla sera che cosa facevano? Si sdraiavano sulla sabbia e cadevano in un sonno tranquillo, senza bisogno di alcun cuscino, di nessun materasso, di nessuna coperta. Questo è ciò che Bhagavan ha raccontato di quei giorni.
Ha poi menzionato un altro punto. Sua madre Eashwaramma e le Sue due
sorelle erano delle bravissime nuotatrici ed insegnavano a nuotare ai bambini del villaggio. Andavano a prendere i bambini ed insegnavano loro a nuotare. All'inizio li sorreggevano, per poi lasciarli andare. E così i piccoli imparavano a nuotare. Questo è ciò che Bhagavan ci ha detto ieri ed è il dialogo più recente con il quale abbiamo iniziato questo incontro di oggi.


4 novembre 2002

Quel giorno Bhagavan sembrava davvero scoraggiato. Sapete che cosa ha
detto?
"Le Mie azioni e le Mie parole da molti non vengono capite. Voi non capite le Mie azioni e non sapete il significato di ciò che dico. Alcuni addirittura fraintendono.
Ci restano così male per ciò che dico e si sentono feriti. Ma è perché non Mi capiscono. Questo Mi preoccupa molto. Io non vi spiego il significato delle Mie azioni, non vi rivelo il loro significato celato e Mi rattristo perché voi non ne capite lo spirito. Tutto ciò che dico, tutto ciò che faccio è solo nel vostro
interesse. Non sono un egoista".

Perché Swami ha parlato così, proprio mentre stavo ascoltando? - risate
- Quella stessa mattina Swami era stato durissimo con me. Aveva sparato a raffica, spietatamente ed io ci ero rimasto malissimo. Mi aveva davvero ferito. Poi, quello stesso pomeriggio, ha detto: "Alcuni non comprendono le Mie parole... ". Perché dire "alcuni"? In quel caso Si riferiva proprio a me!


3 novembre 2002

Bhagavan è uscito, Si è fermato davanti a noi ed ha detto: "Sapete cos'è successo ieri, nel nostro ospedale? Un ragazzino di 11 anni è stato operato al cuore.
L'intervento ha avuto successo, ma poi sono iniziate le complicazioni. L'addome del bambino ha iniziato a gonfiarsi ed i dolori erano forti. I medici erano molto preoccupati. Sono venuti da Me e chiedere cosa fare". Bhagavan ha materializzato della vibhuti da dare al ragazzino. Appena applicata, tutto è immediatamente tornato normale e, quella stessa sera, il bambino ha cenato normalmente.

A questo punto vorrei portare la vostra attenzione su una cosa molto importante. Il dottor Alreja, il sovrintendente del Super General Hospital, ogni giorno riporta a Swami: "Oggi ci sono state tot operazioni; tot pazienti sono stati trattati; tot persone sono state ricoverate. Vogliamo della vibhuti". E così Swami dà vibhuti per tutti.

E a volte dice: "Non operate... date la tal medicina... intervenite in questo modo... intervenite in quest'altro.... Non è la tale malattia: è quest'altra....". Egli non è soltanto un testimone.
Bhagavan Baba, il Medico dei medici, non solo fa le diagnosi, ma prescrive anche il trattamento.
Ecco ciò che è successo il 3 novembre.


1° novembre 2002

Il 1° novembre ed anche il 28 ottobre, sono importanti perché Swami ha
parlato con un signore di nome George venuto dalla Grecia. Swami Si è seduto ed ha chiamato: "Ehi Grecia, vieni qui". Lui è arrivato a gattoni ed io ho pensato avesse qualche difetto ai piedi o roba del genere. (risate)
Swami ha notato: "Vedete come si avvicina?"
"Swami, a gattoni!!"
"Per devozione! Non è come voi, che camminate come villani. No, no. Lui
la devozione la sente".
"Come ti chiami'?", gli ha chiesto Swami
"George, Swami".
"Che cosa fai in Grecia?"
"Swami, ho una libreria"
"Come si chiama?"
"Ananda, Swami"
"Ooohh! Chi altro ti aiuta?"
"Mia sorella"
"E che cosa fate?"
"Swami, vendiamo libri, puliamo..."
"E cos'altro?"
"Cantiamo i bhajan"
"E quando lo fate?"
"Tutto il giorno":
"Dove cantate?"
"Ovunque"

Rivolto a noi: "Vedete la sua devozione? Voi non siete così!"

Poi ha continuato il dialogo con George: "Quando sei venuto qui la volta scorsa, come hai raggiunto Prashanti Nilayam?"
"Sono venuto a piedi dall'aeroporto di Bangalore a Puttaparthi".
"Quante miglia hai percorso?"
"180 km, Swami"
"E quanto tempo ci hai impiegato?"
"Quattro giorni, Swami"
"Oohh. E hai semplicemente camminato, così?"
"No, Swami. Sulle spalle portavo 18 kg. di bagaglio".

Swami, rivolto a noi: "E' qualcuno di voi così? Guardate, guardate che devozione!", ha esclamato Baba.

Poi Swami gli ha chiesto: "Da quanto tempo vieni a Puttaparthi?"
"29 anni, Swami. Sto visitando questo luogo da 29 anni".
"Che cosa facevi in quei giorni?"
"Swami, raccoglievo la sabbia sulla quale avevi camminato e la portavo in Grecia per metterla sull'altare, nella mia stanza della puja".

"Vedete voi, invece? - ci ha detto Bhagavan e ha continuato a stuzzicarci in questo modo. poi ha continuato: "Sei sposato?"
"No, Swami, non lo sono"
"Perché non ti sposi?"
"NO SWAMI!! Non mi voglio sposare!!"
"Perché no?" ha chiesto Baba. E sono andati avanti così per un po'.
Allora George si è messo a piangere.

Baba mi ha guardato e mi ha chiesto: "Perché piange?"
"Swami, tutti quelli che si sposano piangono! - risate - Però sono felice di vedere che anche quelli che non si sposano piangono! Non c'è dunque alcuna differenza.
Piangiamo tutti. Il solo pensiero del matrimonio lo fa piangere, così come fa piangere tutti coloro che sono sposati.
Piangiamo, allora, tutti in coro", ho risposto.

Swami gli ha chiesto: "Sei venuto da solo?"
"No, Swami. Ci sono anche i miei amici seduti là"
"Chi è quel ragazzo?", ha domandato Swami
"E' il campione olimpionico di salto in alto. Anche lui viene dalla Grecia".
"Vieni qui - lo ha chiamato Swami - Vuoi raccontare una tua esperienza a questi ragazzi?"

E così il campione olimpionico ha raccontato che quando sua moglie era incinta, in accordo alle molte ecografie, avrebbero avuto un figlio maschio. Tutti i test
avevano confermato che sarebbe stato maschio. Ma lui e sua moglie pregarono Swami: "Swami, noi vogliamo una bambina, una femmina non un maschio".
"Ma è un maschio!" aveva detto Baba
"No, Swami. Se Tu vuoi, puoi fare tutto"
"Avete questa fede?"
"Si, Swami".
E così hanno avuto una bambina!

Swami è intervenuto nel racconto: "Sono stato Io! - risate - Ho fatto lo scambio".
Improvvisamente ha guardato gli studenti: "Attenti ragazzi: se non vi comportate bene, vi trasformo tutti quanti in femmine. All'istante!!"
(scoppio di risate)

Poi ha continuato: "George, perché sei venuto qui se tutti i tuoi parenti sono in Grecia?"
"No, Swami, non ho parenti"
"Non ne hai? Che strano!"
"Swami: i devoti Sai sono i miei parenti. I devoti Sai sono la mia famiglia. Non ho nessun altro".
Bhagavan è stato felice di questa risposta.

"George, sarai qui per il (Mio) compleanno?", gli ha domandato Baba
"No, Swami. Devo tornare a casa".
"Tornare a casa?! Perché?"
"In Grecia celebriamo il Tuo compleanno"
"Oh, capisco. E come lo celebrate?
"Con addobbi, palloncini, luci e dolci"
"Quanti devoti ci sono in Grecia?"
"Swami: ministri, ufficiali, professori... Ci sono tantissimi devoti"
"Oohh, bene, bene..... Ok, torna in Grecia e celebra là il compleanno di Baba".

A questo punto Swami è entrato ed è tornato fuori con un paio di abiti nuovi che ha donato a George come regalo di Suo compleanno. Questo è successo il 1° novembre ed il 28 ottobre.


29 ottobre 2002

Era una piacevole serata, il clima fresco e gli studenti, rientrati dalle vacanze, erano seduti ai Piedi di Baba, il quale ha detto: "Questo tempo e questo clima sono come quelli di Kodaikanal".
Swami stava godendo dell'"aria condizionata" offerta da Puttaparthi!
Uno studente Gli ha detto: "Swami, vogliamo recitare i Veda"
"No, non adesso" ha risposto Baba.
Allora io sono intervenuto: "Swami, il canto dei Veda è propizio. Se i ragazzi cantano i Veda, tutti ne trarranno beneficio. Tutti i devoti sarebbero felici di
ascoltarli. Per favore, dai loro il permesso".
"Mmm.. d'accordo ragazzi. Quest'uomo vi sta raccomandando - risate - Va bene, fatelo".

Mentre gli studenti grandi stavano recitando, ho notato i bambini delle elementari che, con i movimenti delle labbra, seguivano il canto. Allora ho detto: "Swami, guarda i bambini come stanno seguendo il canto dei Veda!"
"Certamente. Gli alunni piccoli cantano i Veda molto meglio dei grandi!". Baba ha interrotto il canto ed ha chiamato i bambini: "Bambini, venite qui. Cantate i Veda".
Questi piccolini hanno iniziato a recitare i Veda meglio dei ragazzi delle superiori!

Baba mi ha domandato: "Sai fare lo stesso? Puoi recitare i Veda?".
Cosa potevo rispondere? "Swami, non sono stato uno studente delle Tue scuole. Come puoi aspettarTi che sappia cantare i Veda? Questi ragazzi lo hanno imparato studiando qui, mentre io, che non ho studiato a Puttaparthi, non lo so fare".

Tutti gli studenti, tutte le studentesse, tutti i ragazzi di tutti e tre gli istituti di Baba - Puttaparthi, Whitefield ed Anantapur - dalle elementari all'università, sanno tutti recitare i Veda.

"Swami - ho aggiunto - i Tuoi istituti sono il simbolo della cultura vedica, della tradizione antica; sono la metafora dei Veda".
Baba, riferendosi alla parte dei Veda appena recitata, ha spiegato: "In questo canto vedico, ci sono due sezioni. La prima si chiama namakam; la seconda si chiama chamakam. La parte chiamata namakam recita: 'Non voglio niente'. Na = no, negazione. 'Non voglio niente, non desidero niente'.
La parte chiamata chamakam invece recita: 'desidero, voglio'. Che cosa si desidera? 'Oh Dio, concedi aria pulita, concedi acqua potabile, benedicici con del buon cibo...'. Chamakam è dunque una preghiera di richiesta".

Dovreste oramai esservi resi conto che sono un chiacchierone che non riesce a tenere niente segreto. Ho perciò corso il rischio divino ed affrontato il pericolo
spirituale. Ma non ci posso fare niente. Sono nato così. Perciò ho chiesto: "Swami? Perché prima diciamo di non volere niente -
namakam - mentre poi recitiamo 'voglio questo, voglio quest'altro' - chamakam? Perché entrambe le preghiere? Dovrei o dire 'voglio', o dire 'non voglio'. Che senso ha recitare entrambi?"

Baba ha risposto immediatamente: "Nei Veda ci sono entrambe le preghiere per dare la possibilità a tutti di recitarli. Chi è pieno di desideri, reciterà 'chamakam',
mentre chi è senza desideri, reciterà 'namakam'. Ecco tutto. I Veda forniscono materiale ad ogni categoria di persone".
Poi ha continuato. "I santi ed i saggi del passato, fecero penitenze per un lungo periodo ed alla fine affermarono:
Vedahametham Purusham Mahantam, Aditya Varnam Thamasa Parasthath
Io conosco l'Essere Supremo il quale splende come il fulgore del sole e che è oltre tamas, l'ignoranza delle tenebre

Questo vuol dire che, oltre le tenebre dell'ignoranza, c'è lo splendore della Luce della Divinità.
I santi hanno inoltre dichiarato che Dio è dappertutto, sia all'interno che all'esterno:

Antar Baischa Tat Sarvam Vyapya Narayana Sthitah
All'interno, all'esterno, Egli è il Tutto. Narayana (Dio) pervade ovunque".

Questo è ciò che Bhagavan ci ha detto quel giorno, spiegandoci i Veda.


28 ottobre 2002

Tutti gli studenti avrebbero dovuto rientrare (3) perché il 29 le scuole riaprivano. Il giorno 28 avrebbero perciò dovuto tutti essere lì. Swami ha chiamato il direttore dell'istituto di Whitefield e gli ha domandato: "I ragazzi sono tutti rientrati? Ci sono tutti?"
"Si Swami, sono tornati tutti. Ci sono tutti 300"
"Ehi! Perché inganni così? Mancano tre ragazzi. Lo so. Tre ragazzi non sono rientrati".

Il direttore ha iniziato a tremare! - risate - "Scusa, Swami. E' vero, mancano perché.....". Ma prima che lui potesse finire, Swami lo ha interrotto: "Un ragazzo ha avuto una frattura, l'altro è ammalato, mentre il terzo è bloccato a metà strada a causa di uno sciopero dei trasporti". Con queste parole Bhagavan ci ha davvero stupito.


22 ottobre 2002

Quella sera Swami ha chiesto ad un ragazzo di parlare. Il ragazzo è stato studente di bioscienze ed ora fa servizio come ufficiale tecnico al Super Speciality Hospital di Puttaparthi. Durante il suo discorso, ha raccontato due miracoli davvero interessanti.
Un padre portò la figlia all'ospedale (di Puttaparthi) ed il medico gli disse che la ragazza doveva essere operata al cuore. Poi aggiunse: "Dopo l'operazione, bisognerà continuare con una cura di 2 anni che costerà 200 rupie al mese. Ora noi la operiamo e, una volta dimessa, i farmaci per proseguire la cura costeranno 200 rupie al mese".
Il padre rispose: "Non posso permettermelo. Ho un altro figlio e devo pensare a lui. Se spendo 200 rupie al mese per la figlia femmina, che ne sarà del maschio? Un figlio, in futuro, è in grado di guadagnare, mentre una figlia no. Perché, quindi, sprecare i soldi per lei?". Questa fu la risposta del padre.
La cosa venne riportata a Bhagavan, il quale si sciolse ed immediatamente disse ai medici: "Operate la ragazza e poi, ogni mese, per i prossimi due anni, mandatele 200 rupie. E non solo a lei, ma anche a qualsiasi altro paziente che non è in grado di proseguire le cure. Dite, a chi non può permetterselo, che manderemo noi i soldi da qui".

Non credo che al mondo esista un altro ospedale simile! Intervento chirurgico gratuito, ricovero gratuito, medicine gratuite, cibo gratuito e gratuita anche la cura per i due anni successivi! Chi farebbe una cosa simile?

Il ragazzo ha proseguito il suo discorso con un altro fatto straordinario. Una persona che abitava al confine con il Pakistan, soffriva di cuore. Un giorno qualcuno gli disse: "Vai all'ospedale di Puttaparthi, dove tutto è gratuito: intervento, ricovero, farmaci...
Non ti preoccupare: stai andando da Dio, Egli non ti manderà mai via a mani vuote. Vedrai che quando tornerai qui, sarai forte e sano".
L'uomo venne qui, fu operato da Dio stesso e, come segno d'Amore, prima
di partire scrisse una lettera: "Swami, come pagare il debito di gratitudine? Come esprimere i ringraziamenti? TU MI HAI SALVATO LA VITA!".


21 ottobre 2002

Quel giorno Bhagavan ha chiesto a due ragazzi di parlare. Uno di loro, Sriram Parasuram, che era stato mandato da Swami a studiare in California, ha detto: "Al tocco di Bhagavan, il vetro si trasforma in diamante. Noi studenti siamo inutili pezzi di vetro che, nelle mani di Bhagavan, ci trasformiamo in diamanti preziosi".

Poi ha citato un altro punto: "Tutti gli alunni delle elementari parlano audacemente, senza alcuna paura".
Dovreste averlo visto. Alla domenica, quando Swami chiede loro di parlare, si mettono in fila, uno dopo l'altro, uno via l'altro. Non hanno alcuna paura! Vogliono tutti parlare. Quando Swami, invece, fa la stessa richiesta agli studenti delle superiori, vede che ci sono delle riserve. Al contrario, i piccolini sono sempre pronti.
Questo è ciò che Sriram ha detto: "I bambini delle elementari sono pronti ad alzarsi, in qualsiasi momento. Sono sempre pronti a parlare. Perché? Perché sono innocenti e l'innocenza è divina. Grazie alla loro innocenza, il loro Amore per Bhagavan è totale e, grazie a questo Amore, il successo della loro presentazione è garantito al 100%".

Quella che ha fatto è stata una bella considerazione: prima di tutto c'è l'innocenza, la quale conduce all'Amore, il quale porta alla vittoria.

"Cosa avviene, invece, nei ragazzi del collegio? - ha proseguito - Ego.
'Parlerò bene o no? Quanti applausi riceverò? Quanti si congratuleranno con me? Sarà Swami felice o no? Voglio che la gente mi consideri un buon oratore'. Tutto questo è ego. Lo sviluppiamo con l'età e ci conduce alla paura.
Paura. La paura nasce dall'ego ed è la responsabile dei nostri fallimenti. Ecco il caso degli studenti delle superiori". Questo è ciò che Sriram Parasuram ha detto.

L'altro oratore di quel pomeriggio è stato Arun Kumar, laureato in ingegneria presso una prestigiosa università ed ora collaboratore presso la stazione radio
"Sai Global Harmony" di Prashanti Nilayam.
Ha iniziato raccontando un'esperienza. Su un treno era salito un uomo
completamente ubriaco che, totalmente fuori controllo, cominciò a dire cose volgari. Una ragazza, devota di Sai, seduta proprio di fronte a lui, nel suo disagio, cominciò a pregare Swami:
"Baba salvami. Questo ubriacone potrebbe spostarsi e sedersi di fianco a me. Se si siede qui, come sopportare una simile.....
compagnia?! Come sopportare la puzza e il comportamento idiota?".

In quel preciso istante, un altro passeggero, infastidito, disse all'ubriaco: "Senti un po', perché non vai a sederti là? C'è un posto libero", indicando il sedile vicino alla ragazza che aveva appena pregato affinché l'ubriaco le stesse lontano!
L'ubriaco si avvicinò, fece per sedersi ma poi gridò all'uomo: "Perché mai mi hai chiesto di sedermi qui? Non vedi che è occupato? Non vedi che c'è già seduto un uomo vestito d'arancione, con tanti capelli? - risate - Sei cieco? Non lo vedi?". Ecco come Swami salvò la ragazza da una situazione imbarazzante.

Arun Kumar ha poi menzionato un'altra cosa: "Noi ci sentiamo felici con le cose del mondo, mentre la felicità non è in esse, bensì dentro di noi. Perché? Perché siamo l'incarnazione della Beatitudine, siamo l'incarnazione della Verità, della Pace, dell'Amore.
E' un grosso errore pensare che tutto questo sia fuori.
Quando un cane continua a morsicare un osso, gli sanguinano le gengive.
Sentendo il sapore del sangue, il cane è estremamente felice perché pensa che esso esca dall'osso. Il cane crede che il sangue sia all'esterno, mentre invece sorge dall'interno. Allo stesso modo, noi siamo felici con certe persone, siamo felici con certi oggetti, ma la felicità non sorge da lì, all'esterno, bensì si origina all'interno e si proietta fuori sottoforma di reazione, riflesso e eco".


19 ottobre 2002

Bhagavan stava parlando con i professori. Come sapete, i ragazzi tutti gli anni preparano una recita da mettere in scena il 22 novembre, in occasione della
Convocazione. Quel pomeriggio Swami, con noncuranza, ha chiesto: "Mmmm.... Che recita state preparando?".
Uno studente ha risposto. "La differenza fra le religioni", mentre un altro ha specificato: "Swami, c'è così tanta violenza! Mostreremo cos'è l'Amore, cos'è l'unità attraverso le varie differenze".
Baba ha affermato: "Ascoltate bene: assolutamente non voglio che critichiate nessuna religione; non voglio che critichiate le altre nazioni; non voglio che sottolineiate le differenze. Non voglio che progettiate niente di negativo. Mai inscenare in pubblico cose negative. No. Focalizzatevi piuttosto, su quanto c'è di positivo in voi. Vi ripeto sempre che c'è una sola casta, la casta dell'umanità; c'è una sola religione, la religione dell'Amore. Voglio che sviluppiate il soggetto
lungo questa linea. Non voglio violenza, non voglio diversità di opinione, non voglio litigi, non voglio niente di tutto questo".

Alla fine ha detto: "In questi istituti dovreste già aver capito che lo scopo di questo tipo d'istruzione, l'obbiettivo della filosofia Sai è: 'l'Amore è Dio, Dio è
Amore. Vivete nell'Amore'.
Tutti gli studenti dovrebbero saperlo. Nei nostri istituti non esiste altro. Voglio quindi che, nella loro recita, i nostri ragazzi progettino questo Amore".


18 ottobre 2002

Ho detto a Bhagavan: "Swami, questa mattina i giornali hanno pubblicato dei fatti di violenza avvenuti in un dato luogo, dove sono morte molte persone".
"Stai sempre a correre dietro alle notizie - mi ha risposto - Cosa c'è nelle notizie se non assurdità? Le notizie non sono altro che assurdità. Non c'è niente di
grandioso nell'uccidere la gente. I cobra, i leoni, gli scorpioni possono uccidere le persone. Non c'è perciò niente di speciale in questo. La grandiosità risiede nell'aiutare il prossimo, nel servire la gente e renderla felice".

Poi si è passati ad un altro soggetto.
Dire che non so se voi riuscirete a seguire, è una considerazione azzardata, perché so che molti occidentali conoscono la cultura indiana molto meglio degli indiani stessi. So di occidentali che conoscono dettagliatamente la Bhagavad Gita ed il Tripura Rasyam, mentre molti di noi, mi dispiace ammetterlo, no. Ho incontrato un argentino che leggeva il Tripura Rasyam, mentre io non l'ho mai
fatto. Non sapevo nemmeno cosa fosse!

Questa è una storia presa dal Mahabharata. La nascita di Karna era stata tenuta nascosta, perché Kunti - appartenente al clan dei Pandava - l'aveva concepito con il Dio sole quando non era ancora sposata. Era perciò un grosso scandalo che avrebbe fatto crollare il prestigio della famiglia reale.
Kunti abbandonò il bambino che venne raccolto dal clan dei Kaurava, nemici dei Pandava. Anni dopo, nella guerra del Kurukshetra, Karna era il generale dei Kaurava. Ma una madre è una madre. Kunti andò da lui e gli disse: "Ascolta. Tu sei il mio primogenito ed i 5 Pandava sono i tuoi fratelli minori. Tu appartieni alla famiglia che ora consideri nemica. Voglio che, come tua madre, tu mi faccia una promessa: non ucciderai i tuoi fratelli".

"Madre - le rispose Karna - Che cosa hai fatto? Perché non me lo hai detto prima? Perché non lo hai detto anche a loro? Perché non mi hai detto che ero tuo figlio? Che tragedia si sta consumando!". E si misero entrambi a piangere.
Karna promise: "Io sono il loro generale e devo essere fedele al mio re. Non lascerò perdere il combattimento solo perché all'ultimo momento mi sei venuta a dire che sono tuo figlio. Tuttavia non toccherò 4 dei tuoi figli. Però uno si: ucciderò Arjuna. Lui è mio nemico ed è tutto ciò che so.
Per questo lo ucciderò".

Ho chiesto: "Swami, non è stato sbagliato da parte di Kunti non dire a tutti la verità riguardo Karna? Non è stato sbagliato da parte sua tenere le cose nascoste così?"
Bhagavan è davvero supremo. Non lo sentirete mai umiliare nessun personaggio; renderà sempre ogni personaggio sublime. Perciò ha risposto: "No, no. Sei in errore. Kunti non ha sbagliato. Non ha detto a nessuno che Karna era suo figlio per salvare il prestigio della famiglia. Era nato da lei quando non era ancora sposata perciò, se lo avesse detto, tutto il regno avrebbe considerato immorale la famiglia reale". Ecco come Bhagavan mantiene alta la
nobiltà dei personaggi.

Poi ha aggiunto: "A quei tempi la punizione non era capitale. Le persone punite non venivano uccise. Era sufficiente rasare loro la testa e cacciarle dal regno.
Questa era una cosa terribile per chi veniva punito, la massima pena".

Swami ha inoltre citato altri due personaggi presi dal Mahabharata:
Bhismacharya e Dronacharya.
Acharya significa maestro, insegnante. Bhismacharya era un vero insegnante, poiché praticava ciò che insegnava, mentre Dronacharya di acharya aveva solo il titolo, perché non praticava.

Baba ha anche citato il Ramayana. Parasurama aveva giurato di uccidere tutti gli kshatriya (casta dei guerrieri). E così fece. Li uccise tutti tranne Dasaratha, il padre di Rama e Janaka, il padre di Sita. Perché? Perché le regole imponevano di non uccidere un uomo appena sposato. Dasaratha aveva tre mogli. Ogni volta, perciò, che Parasurama si preparava ad ucciderlo, lui si era appena sposato! (risate)

E Janaka? Le regole proibivano di uccidere chi compiva rituali vedici.
Per questo lui non venne ucciso. Dasaratha e Janaka erano i padri di Rama e Sita. La storia che segue la conosciamo.


16 ottobre 2002

Sono state fatte a Baba alcune domande. "Swami, per ogni azione, c'è una reazione; per ogni azione c'è un risultato. Karma (azione) e reazione. Non posso quindi sfuggire alle conseguenze di tutto ciò che compio. Se le mie azioni sono buone, avrò buoni risultati; se sono cattive, anche i risultati saranno cattivi. Devo necessariamente affrontarle, senza poter sfuggire ad esse. Tuttavia ho un dubbio, Swami".
"Quale?"
"Nell'advaita, la filosofia della non-dualità, non esiste azione, ne' colui che la compie, ne' chi la riceve. Secondo l'advaita la vita è un sogno, quindi niente esiste.
Come far coincidere, perciò, azione e reazione, da una parte e la dottrina che niente esiste, dall'altra?"

Bhagavan ha immediatamente risposto: "Andate alla base dell'azione.
Qual è la causa dell'azione? Il pensiero. Da dove sorge? Dalla mente. La mente produce il pensiero, il quale vi porta all'azione, alla quale è legata una conseguenza.. Perciò, fintanto che operate a livello mentale, fintanto che
lavorate e rimanete a livello mentale, non potrete liberarvi delle conseguenze delle vostre azioni, non potrete scappare dalle conseguenze. Ma la filosofia advaita vi dice di trascendere la mente.
Dovreste andare oltre ad essa".

"Swami? Trascendere la mente? Andare oltre? E' possibile? Come si fa?
Per favore dimmelo".
Baba ha spiegato: "Per trascendere la mente, per andare oltre ad essa, è fondamentale sapere che cos'è".
"E che cos'è la mente, Swami?".
"Non è altro che un intreccio di pensieri. I suoi fili tessuti insieme, formano un tessuto di pensieri. Tutto ciò costituisce la mente".
"E allora, Swami: come andare oltre ad essa?"
"Ritirate i pensieri e diventatene privi. Quando siete senza pensieri, la mente non esiste. Quando non ci sono i fili, non c'è nemmeno il tessuto".
"Swami: come restare senza pensieri?"
"E' possibile"
"Come?"
"Indirizzando la mente verso Dio. Dirigete, indirizzate la vostra mente verso Dio. In questo momento la vostra mente è rivolta verso il mondo. Invertitela verso Dio ed i pensieri spariranno, lasciando spazio ad una mente divina, piena di Dio. In questo modo non ci saranno più pensieri, non ci saranno più azioni, non ci saranno più conseguenze da pagare".

Altra domanda: "Swami, come sviluppare il pensiero positivo? Quando vengo ferito, come faccio a vedere la cosa in positivo? Quando vengo accusato, come posso prendere la cosa in modo positivo?"
"E' molto semplice - ha risposto Baba - Quando pensi che tutto ciò che viene fatto contro di te, è per il tuo bene, stai pensando in positivo. Pensare in positivo non è altro che rendersi conto che tutto ciò che avviene è per il tuo bene. Per quanto gli altri dicano o facciano contro di te, considera la cosa essere il tuo bene supremo".
"Ma come arrivare a questa consapevolezza?"
"Con una forte fede in Dio. Una fede incrollabile ti aiuta a sviluppare il pensiero positivo".

Qualcun altro ha chiesto: "Swami, qual è la differenza fra Mente universale e mente individuale?"
"La Mente universale è cosmica; la mente individuale è un'identità. La mente individuale è un'entità con un'identità, con un nome e una forma, mentre la Mente cosmica è senza nome e senza forma".
"Esiste, Swami, una relazione fra le due?".
"Si. Sono entrambe la stessa cosa".
"Com'è possibile? Una ha forma e l'altra no; una ha un'identità e l'altra no. Come possono essere la stessa cosa?!"
"E' molto semplice - ha risposto Swami - Quando l'individuo dimentica la sua identità; quando non è più identificato con un nome ed una forma; quando va oltre, quando trascende tutto ciò, diventa la Mente cosmica. Al contrario, fintanto che rimanete attaccati al nome ed alla forma, siete diversi dalla Mente cosmica. Ma quando il nome e la forma non esistono più, la mente individuale e la Mente universale diventano Uno".
"Swami, continuo a non capire".
"E' facile. L'aria è sia all'interno che all'esterno di un pallone.
L'aria all'esterno è la Mente cosmica, mentre l'aria all'interno è la mente individuale. Quando il pallone scoppia, l'aria all'interno si amalgama con quella all'esterno".

Un'ultima domanda: "Swami, qual è lo scopo della vita?". Che domandina
semplice! (risate)
Bhagavan ha risposto: "Lo scopo della vita è quello di trovare l'unione con Dio, quello di realizzare la Divinità interiore, quello di sapere che siete Dio.
Questo è lo scopo della vita.
Fintanto che pensate di essere separati da Lui, avete ancora molta strada da fare. Ma dovete continuare a viaggiare finché non realizzate e sperimentate
quell'unità".
Questo è ciò che Bhagavan ci ha detto il 16 ottobre.


9 ottobre 2002

Quel giorno Swami ha fatto distribuire gelati a tutti gli studenti. Che buoni!
Ad un certo momento ha chiamato i ragazzi incaricati della distribuzione: "Lo avete dato a tutti?"
"Si, Swami"
"Siete sicuri?"
"Si Swami"
"Non è vero. Quei due ragazzi là in fondo non l'hanno avuto".

Poi si è girato verso tutti noi ed ha detto: "Vi definite 'fratelli, fratelli'. Tuttavia i fratelli dimenticano, ma una Madre no".
Questa è una chiara manifestazione dell'aspetto materno di Swami.

C'è anche un altro fatto da raccontare.
Bhagavan prende su di Sé le malattie degli altri. Ma cosa Gli accade quando lo fa? Soffre o no?
Swami lo ha spiegato: "Quando, come risposta alle vostre preghiere, prendo la malattia su di Me, soffro al vostro posto perché, se lasciato a voi, il dolore è
insopportabile. Il dolore è insostenibile perciò, se pregate, Io lo prendo su di Me".
"Swami - ho chiesto - anche Tu soffri come soffriamo noi? Anche Tu sperimenti il dolore come lo sentiamo noi?"
"Si. Tuttavia nel Mio caso la durata è più breve".

Come prova di ciò, un giorno Swami chiamò in Interview uno studente che
soffriva d'asma. Voi sapete che, durante la stagione delle piogge, l'asma peggiora e chi soffre di questo problema fa veramente fatica a respirare.
Lo studente Gli disse: "Swami, non ce la faccio più. Non riesco più a tollerare questa situazione.
E' diventata insostenibile".
"Capisco. Non ti preoccupare, figlio Mio. Adesso stai tranquillo".
In quel preciso momento Swami cominciò ad ansimare. Non riusciva più a
respirare. Aveva preso su di Sé l'asma del ragazzo. Il tutto durò un paio di minuti; poi, riprendendo a respirare normalmente, Swami disse: "Da questo momento non avrai mai più un attacco d'asma ".
Questo dimostra come Baba prenda su di Sé la sofferenza delle persone,
liberandole completamente dal loro problema.


Prima di concludere, vi racconto una cosa successa ieri.
Bhagavan è uscito dalla sala dell'Interview e mi ha chiesto: "Hai visto quel medico?"
"No Swami, non l'ho visto". In effetti io sono seduto sui gradini della veranda da dove non mi è possibile vedere la porta della sala dell'Interview.
"E' un medico tedesco - ha spiegato Baba - Lui e sua moglie sono entrambi cardiologi altamente specializzati, con grande esperienza nei trapianti di cuore. Sono stati invitati dal Governo australiano a lavorare in Australia. Però, prima di andare là, hanno voluto avere il Darshan di Baba. Hanno sentito parlare di Baba, hanno sentito parlare del lavoro svolto nel Super Speciality Hospital, per questo, prima di andare in Australia, hanno voluto venire qui".

Con la Sua ispirazione divina e la Sua grazia, possa Bhagavan benedirvi.


Sai Ram



Note:

1) Novembre è il periodo del secondo monsone e l'inizio dell'inverno.
2) Panduranga (o Pandari) bhajan: bhajan cantati con grande fervore e
accompagnati da una danza.
3) Per la festa di Dassara, gli studenti hanno 2 settimane di vacanza.